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Risultati da 21 a 30 di 42

Discussione: anche le mie one-shots

  1. #21
    Saiyan girl L'avatar di BK-81
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    grazie, gente! sono storielle che mi passano x la mente, ma che non riesco a collegare fra loro... ma almeno valgono qualcosa come one-shots (se solo mi uscisse quello x il 3° tema... sigh....)

  2. #22
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    sn davvero belle!!! bravissima!!!
    Queste gioie violente hanno fini violenti.
    Muoiono nel loro trionfo come la polvere da sparo e il fuoco.
    Che si consumano al primo bacio.

  3. #23
    Saiyan girl L'avatar di BK-81
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    ecco... questa é da intendersi come seconda parte di "una storia come le altre..."

    6. Non è cambiato niente…

    Nel frattempo il sole principale di Vegeta era tramontato, i suoi ultimi raggi tinsero il paesaggio in una luce arancione-rossa di forte intensità. I cielo rosso era quasi privo di nuvole, ma un vento freddo soffiò dalle terre del Nord, cos la temperatura soggettiva scese moltissimo.
    Bardack sorvolò un fiume larghissimo a bassa quota, la sua immagine si riflesse nell’acqua calma. Alle rive del fiume si estese un bosco fitto e oscuro, aldilà di esso c’era una radura fino all’orizzonte, dove montagne alte brillarono nella luce rossa del tramonto. In momenti come questi quasi nessuno poteva credere di trovarsi sul pianeta dei temuti pirati spaziali, i Saiyan.
    Dopo un volo di mezz’ora raggiunse quelle montagne, di cui cime erano ancora ricoperte dalla neve. Al posto della radura ora rocce e monti gelidi dominarono il paesaggio. Il Saiyan atterrò su una collina rocciosa, sotto di lui vide una cascata alta quasi cento metri, il suo rimbombo dominò tutta la zona.
    “Sei venuto, Bardack…”
    Si voltò e trovò la donna davanti, che si mostrò vicino ad una roccia.
    “Me lo aspettavo… che tu volevi visitare questo posto… Cauli…”
    “Ah, allora qualcosa ti è rimasto in quella zucca…”
    Bardack si sedette su una roccia sopra la cascata e osservò il paesaggio montanaro, la schiuma della cascata bagnò il suo visto e il suo corpo. Dopo pochi minuti anche Cauli si aggiunse in silenzio. Cosi i due rimasero li, uno accanto all’altro, senza dire una parola, finche in cielo comparvero le prime stelle.
    “Ti ricordi, quando tempo fa durante l’allenamento sei caduto in quella cascata? Tuo padre ha dovuto tirarti fuori…”, iniziò Cauli sorridendo melanconicamente. Anche l’uomo sorrise imbarazzato e disse:
    “Oddio… ma saranno passati almeno vent’anni…! Avevo si o no sei anni! Mi ricordo delle rogne che abbiamo avuto dopo con mio padre… Quello era incavolato nero!”
    “Vero… Purtroppo avevo solamente quattro anni, sennò ti avrei salvato io…!”
    “Ma smettila! Essere salvato da una bambina… Avrei preferito morire piuttosto!”, rise lui, per tutta risposta la donna gli diede un bel colpo in testa. Con una smorfia si tenne la testa e fece con finta rabbia: “Ahia! Smettila! Ma è mai possibile che fai ancora cosi?! Mi fanno già pena i tuoi sottoposti! Come riescono a resisterti?”
    Si alzò le mani in attesa di un nuovo attacco, ma la sua attesa era vana: al posto di colpirlo nuovamente la donna iniziò a ridere di gusto. Prima la osservò in po’ scombussolato, quella visione lo stava affascinando talmente, che poi non poté resistere: anche lui iniziò a ridere a crepapelle.
    Quella risata liberatoria continuò per alcuni minuti, ma ad un tratto Cauli divenne seria cambiando tema.
    “Sai qualcosa di Radditz? Non lo più visto, da quando lo hanno mandato sul pianeta Wakkarisei all’età di due anni… vorrei tanto sapere come si cava…”
    “Non ne ho idea… almeno non lo hanno mandato via da neonato, ma dopo… non ne sono sicuro e ce la fa… La sua forza innata era di soli 15 punti…”
    “Lo spero…”, sospirò lei.
    “Uffa… in quel punto tu e Celipa siete uguali…! Siete talmente attaccati ai vostri mocciosi! Che palle!”, si lamentò Bardack con un gemito.
    Quella frase incitò la donna a fissarlo arrabbiata. “Per voi è facile! Per voi è una cosa di qualche minuto, ma noi lo portiamo in grembo per dieci mesi! Credo che sia lecito preoccuparsi almeno un pochettino per i nostri figli! Dio… a volte mi chiedo come le altre donne riescono a resistere…”
    “Me lo chiedo anch’io! Ma perché proprio io devo avere una compagna talmente sentimentale e frignolona???”, gli scappò.
    “Sei un idiota! E una montagna di ghiaccio!!! Quando si parla di qualcosa che non sia il combattimento e la conquista non ragioni più!!! Stai attento che non finisci per mostrare qualche sentimento, montagna di ghiaccio!”, rispose lei ora abbastanza arrabbiata.
    “Io sono solo un normale Saiyan! Dimmi, nomina qualche altro uomo che si preoccupa dei suoi figli disgraziati!”
    La donna cercò di trovare un nome, ma neanche dopo molti tentativi non poté nominare nessuno che soddisfaceva quei criteri.
    “Vedi? Nessuno! E per fortuna! Di cento bambini che vengono mandati in missioni solamente un quinto ritorna! Che è troppo debole è sfigato e basta! Cosi è la vita, Cauli! Svegliati!”
    Prima che si potesse rendersi conto sentì un dolore bruciante alla guancia sinistra, causato da uno schiaffo sonoro di Cauli. Il suo sguardo mostrò la sua rabbia e la sua delusione, con un velo di tristezza, della felicità di qualche minuto fa non ne era rimasto niente. All’uomo sorpreso sembrò che lei stesse per saltargli addosso.
    “Sei un grandissimo idiota!!!”, lo sgridò, poi si voltò di scatto e volò via come un missile. Bardack la segui con lo sguardo, mente con la mano si tenne la guancia dolente.
    “Uffa… ora mi ricordo il perché ci siamo lasciati… Ahia…”
    Ultima modifica di BK-81; 03-08-2007 alle 17:37

  4. #24
    Res cogitans L'avatar di C18lux-lucis
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    Bella! un po'insensibile bardack eh???XD XD XD cmq complimenti!

  5. #25
    Saiyan girl L'avatar di BK-81
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    beh, lo dice lui stesso... é solo un Saiyan! e come tale...
    ma forse cerca di nascondere qualcosa...

  6. #26
    Res cogitans L'avatar di C18lux-lucis
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    Citazione Originariamente Scritto da BK-81 Visualizza Messaggio
    beh, lo dice lui stesso... é solo un Saiyan! e come tale...
    ma forse cerca di nascondere qualcosa...
    In effetti qualcosa nn mi ha convinta... Cmq ancora complimentoni!!!!!!!!!!!!!!!!

  7. #27
    Saiyan girl L'avatar di BK-81
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    thx...! ci provo...


    ? e che?

  8. #28
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    una dedicata a Gohan e Videl... inspirata alla questione sulla madre defunta... mi sono spremuto le meningi e ho trovato un idea... fino a lì va bene, ma non so come uscirne... voglio dire, questa one-shot non é finita, ma non so come continuare...
    ma eccola... avete un suggerimento?

    7. È successo quel giorno…

    Fu una giornata tipica di inizio novembre, le temperature erano ancora accettabili, ma un vento forte e impetuoso annunciò l’arrivo della stagione fredda. Satan City era calma, persino i criminali preferivano restarsene a casa.
    Gohan, nei panni del Great Saiyaman, stava sorvolando la città in cerca di qualche persona in pericolo, ma parte salvare un gatto da un albero non trovò niente da fare. Era da solo, Videl si aveva scusata prima, perché doveva sbrigare delle faccende personali, intanto lui avrebbe potuto fare la guardia da solo.
    “Uffa, che noia… e che freddo quassù! Mi ricorda quel giorno…”, pensò Gohan tra se e se. Atterrò su una collina vicina e si tolse i vestiti da supereroe, per poi avviarsi verso la casa enorme della sua amica. Ormai erano passati quasi mezz’anno dalla sconfitta di Majin Buu, lontani erano i giorni di terrore. Mentre camminò pensò a tante cose, ma sopratutto all’espressione seria di Videl davanti alla scuola qualche ora prima. Chissà cos’era quel che doveva fare…?
    “Fermo li! Cosa vuoi?”, lo fermò la guardia vestita di nero della “reggia” di Mr. Satan, ma quando lo riconobbe lo lasciò passare.
    “C’è Videl?”, chiese il giovane Saiyan.
    “Forse La trova ancora… stanno partendo… è una giornata speciale…”, rispose l’uomo, ora molto disponibile.
    “Una giornata speciale?”, ripeté Gohan scombussolato. “Oggi è il terzo novembre… non saprei cosa ci sia di speciale…” Poi se ne ricordò di una cosa, ma la scacciò subito dalla mente. QUELLA cosa non poteva essere la causa. “Posso entrare?”
    “Ehm… prego… ma La avverto…”
    “Grazie…”
    Gohan entrò e bussò alla porta di legno massiccio con il simbolo del campione del mondo. Passarono alcuni secondi, prima che la porta si aprì, si aspetto di vedere come al solito Tami, la servitrice, ma non fu lei ad accoglierlo. Era una Videl triste e seria come non mai.
    “Ehm… ciao… Videl…”
    “Ciao, Gohan… Cosa ci fai tu qua? Non ti ho detto che è una faccenda personale?”, fu l’accoglienza un po’ fredda della ragazza.
    “Beh… mi stavo preoccupando…”
    “Ah, grazie…”, rispese lei con un sorriso debole. “Dai, entra. Sai, stiamo partendo per un piccolo viaggio…”
    “Un viaggio?”, fece Gohan seguendo l’invito. Dentro tutto era come prima, Mr. Satan era già pronto, per la prima volta il giovane Saiyan lo vide in vestiti normali di colore nero. Anche Videl si era cambiata da quando era tornata dalla scuola, portò pantaloni blu, una maglietta nera con una giacca dello stesso colore.
    “Sei pronta, cara?”, chiese il padre con un tono di voce basso, la ragazza annuì.
    “Ma… siete in lutto? È morto qualcuno?”, chiese Gohan senza badare a niente, solo dopo si accorse che forse non era il caso. Per fortuna Videl non lo prese male, anzi, sorrise brevemente per premiare la sua sincerità.
    “Beh, si. Oggi è l’anniversario della morte di mia madre. Stiamo andando a visitare la sua tomba.”, spiegò lei.
    “Oh… scusami… le mie condoglianze…”
    “Non preoccuparti, non potevi sapere...”
    Un silenzio innaturale e imbarazzante si propagò, finche Videl non lo ruppe: “Vuoi venire con noi? Lei sarebbe felice di conoscerti…”
    “D…Davvero? Ma… ne sei sicura? Voglio dire… per voi è una cosa cosi intima… non voglio esser d’intralcio…”, balbettò Gohan sorpreso. Non era mica preparato a questa cosa! Videl si avvicinò a lui appoggiando la testa sul suo busto muscoloso e abbracciandolo.
    “Si, ne sono sicura. Ti prego… Ti voglio bene… è da anni che non lo ho detto a nessuno… Sarei cosi felice se tu ci accompagnassi…!”
    Gohan sospirò accarezzando dolcemente i capelli corvini della ragazza. Sinceramente non aveva nessuna voglia di essere d’impiccio, il funerale di suo padre sette anni prima gli era bastato per tutta la vita… d’altra parte capiva bene come lei si doveva sentire ora.
    “Va bene… vengo. Aspetta che chiamo a casa mia…”
    “Grazie, Gohan…”
    Dieci minuti dopo l’aereo di Mr. Satan era pronto al decollo, ma a salirvi era solo l’uomo, Videl e Gohan preferivano di volare con le loro forze. Il volo sarebbe stato lungo, ma la ragazza non voleva sentire ragioni.
    “Voglio andarci con le mie sole forze. E poi per che cosa ho imparato a volare?”

    Dopo quattro ore di volo finalmente all’orizzonte si intravide la città di New East, ovvero la nuova Città dell’Est. Appena si rese conto della località, il viso di Gohan si rabbui.
    “La… Cittá dell’Est… Ma… non era quella… no, devo sbagliarmi… non può essere!”, pensò il ragazzo ad un tratto nervoso. Voltò lo sguardo verso Videl che a fatica riuscì a proseguire il volo, ormai era all’estremo delle forze, gocce di sudore solcavano il suo viso.
    “Ce la fai ancora? Mancano pochi chilometri!”, chiese lui preoccupato.
    “Va tutto bene…”, fu la risposta testarda come sempre, che fece sorridere il ragazzo. Dietro di loro volò Mr. Satan, l’aereo dovette prepararsi all’atterraggio sull’aeroporto a nord della città, mentre loro due potevano proseguire direttamente.
    Atterrarono al confine settentrionale della città, davanti ad un imponente monumento eretto al centro di un piccolo parco. Aveva la forma di un obelisco alto cinquanta metri, alla base vi era scritto:
    “Dedicato ai morti del terzo novembre 762. Non vi dimenticheremo mai”
    Gohan si irrigidì dopo aver compreso quelle parole, il suo cuore cominciò a battere forte. Quella data… I suoi pensieri volavano indietro nel tempo, fino a dodici anni fa. A quel epoca aveva avuto cinque anni… la sua prima grande battaglia.
    “Gohan? Ti sei addormentato? Vieni!”, lo svegliò Videl dai suoi pensieri. Doveva aver avuto una faccia molto buia, la ragazza lo fissò preoccupata prima di tirarlo per una mancia della sua giacca. ”Dai, forza… è li.”
    “Si… aspetta..! Arrivo!”
    Videl lo tirò verso una piastra di marmo con inciso veri nomi, una lapide. In cima Gohan lesse che si trattò dei morti della 5° compagnia di polizia del 1° distretto di East City. Alla sua base decine di foto con dediche erano stato posati dai famigliari e/o conoscenti.
    “Ecco. Leggi il terzo nome dall’alto. È lei. Mia madre. Tenente Masei…”
    Gohan lesse in silenzio quel nome, sempre più colpito dalla realtà che gli si stava mostrando davanti a lui. Era cosi serio che Videl lo stava guardando nuovamente in attesa di una sua reazione, ma lui continuò a fissare la lapide e la foto della giovane donna. Occhi neri brillanti e capelli neri lunghi.
    “Gohan… ma… perché ne sei cosi colpito? Non ne sapevi niente di questa tragedia?”, chiese alla fine. Il Saiyan scosse la testa, poi abbassò lo sguardo.
    “No… cioè… non precisamente. Mi racconti che è successo?”
    Nel frattempo anche Mrs. Satan si era aggiunto al duo, portò occhiali scuri e un cappello per nascondere la sua identità. Appena sentì quella domanda spiegò cu nona serietà quasi ignota da lui.
    “Beh… sai che io e le Masei siamo cresciuti qui… eravamo in classe insieme. Io volevo diventare lottatore professionista, lei invece poliziotta… Ci siamo persi di vista per poi rincontraci anni dopo… Che storia…alla fine siamo usciti insieme e la storia ha avuto inizio…”
    “Papa… credo che Gohan vuole sapere cos’è successo DOPO…”, lo fermò la figlia.
    “Lascialo… Mi va bene saperne un po’ di più su tua madre…!”
    “Grazie… beh… ci siamo sposati alla fine. Ma passavamo poco tempo insieme, lei al lavoro, io in giro a vincere campionati… ma questo cambiò quando abbiamo avuto una figlia…”, continuò lui posando la mano sulla spalla di Videl. “Era perfetto… io che stavo per disputare una gara per un titolo nazionale a lei che stava per essere nominata tenente comandante… ma purtroppo arrivò quel dannato giorno..!”
    Gohan ascoltò in silenzio, ormai aveva il cuore in gola per l’agitazione, sapeva già cosa fosse stato il seguito. Voleva gridare di non continuare, la lasciare perdere, ma non osava farlo. Ormai lo aveva chiesto e perciò non poteva tirarsi indietro.
    “Io avevo portato per la prima volta Videl con me ad un torneo, avevo capito che anche a lei piacevano i combattimenti…”, continuò Satan. “Doveva essere un viaggio di due giorni, niente di che… ci siamo salutati alla mattina come sempre… non avrei mai pensato che quello sarebbe stata l’ultima volta che la avrei vista…”
    Il grande campione del mondo si zittì, doveva lottare contro le lacrime, cosi Videl continuò al posto suo.
    “C’è stata un terremoto terribile… più di dieci Richter… L’intera città era stata rasa al suolo… tutti morti… è incredibile quanto distruttiva era!”
    Ultima modifica di BK-81; 03-08-2007 alle 17:47

  9. #29
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    “D…Davvero…? U…Un terremoto…?”, ripeté Gohan sorpreso e sconcertato. Ormai il suo autocontrollo era al limite, si sentì scoppiare dalla voglia di gridare al mondo la verità. Poteva dirlo? Ormai quei due si erano abituati all’idea che Masei fosse morte per colpa di una catastrofe naturale, incontrollabile. Poteva distruggere tale convinzione? Dirle che non era stato un caso? Che qualcuno ne aveva la colpa? E, peggio ancora, che lei conosceva questa persona? Non osava pensare alla possibile reazione di Videl, sarebbe in grado di sfidare Vegeta… e di odiare per sempre i Saiyan.
    Per fortuna sua sia Satan che Videl avevano distolto lo sguardo da lui e stavano pregando davanti alla lapide, cosi anche Gohan si aggiunse alla preghiera. In silenzio fece testimonianza almeno davanti alla madre di Videl, il suo cuore glielo ordinò di farlo.
    Scusi, non ce la faccio a dirlo alla sua figlia e a suo marito. Non ancora. Ma a qualcuno lo devo dire. Quella catastrofe non era stato un fenomeno naturale, ma è stato provocato da qualcuno. Quel giorno la terra è stata attaccata da due alieni malvagi di nome Nappa e Vegeta. Sono stati loro distruggere la città uccidendo tutti gli abitanti. Anche Lei. Io e mio padre abbiamo combattuto contro di loro a costo della nostra vita, ma non abbiamo potuto impedirlo. Mi dispiace… Mi dispiace tanto! Mi può perdonare? Prometto di prendermi cura di Vostra figlia. Io la amo. Lei è d’accordo?”
    Quando alzò lo sguardo le nubi, che finora aveva oscurato il sole, si dilaniavano lasciando passare i suoi raggi caldi. Gohan osservò il cielo azzurro e sorrise, forse era quello il segno di consenso di Masei? Anche Videl e Satan si alzarono alzando il capo, dopo quei minuti di silenzio anche loro si sentirono sollevati ritrovando il loro solito sorriso.
    “Bene… direi che lei sia di buon umore…”, disse Satan posando le sue braccia intono alla spalle di Videl e Gohan, i due si sorrisero leggermente imbarazzati. “Forza. Andiamo prima che qualcuno ci riconosca…”
    “Va bene, papà. Grazie Gohan per essere venuto…!”, disse Videl baciando il ragazzo sulla guancia in segno di ringraziamento. Gohan arrossì, sia per la sorpresa che per la ancora presente tentazione di parlare, ma ormai aveva deciso. Non ora, forse più tardi.
    Ultima modifica di BK-81; 03-08-2007 alle 17:49

  10. #30
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    A casa...... o forse no!
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    Cavolo 6 davvero brava!!! WoW ... ho letto sia quelle vecchie che l'ultima che hai postato FAVOLOSE!!!

    Il mio primo video adesso rimodernato.... "braccio destro di Dante™"
    Ed ecco il secondo OSCAR DBA 2007/2008 :"Miglior critico di ff"
    Mia LongShot con Gogeta_89

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