Originariamente Scritto da
lucifero la leggenda
Una giornata felice
Tutto ha inizio con il mio risveglio al mattino. Sembrava una giornata come un'altra tutto scorreva come sempre: mia madre che si sveglia e prepara la colazione per tutti prima di andare a lavoro; mio padre che come sempre si fa il caffè e lascia la moka sporca, il cane che mi sveglia leccandomi i piedi facendomi svegliare prima che suoni la sveglia e naturalmente mia sorella che mi butta letteralmente giù dal letto.
E’ il primo giorno di scuola e come al solito cammino da solo per strada incamminandomi verso quello che sarà il mio rifugio dalla pioggia incessante dell'autunno. Vedo gli altri miei coetanei che stanno insieme alcuni mano nella mano altri chiacchierando lamentandosi per l'ennesima volta, che la scuola è reiniziata. Io invece non ho nessuno con cui lamentarmi e né tanto meno una persona da tenere per mano, ma sono abituato a vedere gli altri provare ciò che io non posso provare. E’ da tanto tempo che ho dimenticato cosa vuol dire provare qualcosa per qualcuno che sia un amico o un amore adolescenziale, perché spesso certa gente sa come pugnalarti alle spalle senza coltello… Arrivati in classe come al solito mi siedo nell'unico banco singolo, gli altri hanno già prenotato il posto ma dopotutto mi conoscono e sanno che mi sarei messo da solo, spesso mi hanno chiesto (dando l'illusione che gliene importasse qualcosa), il perché mi mettessi sempre solo e io rispondevo sempre allo stesso modo, cioè che sono un tipo solitario e mi piace stare solo e loro si accontentavano della risposta anche perché erano decisamente disinteressati all'argomento. Ho capito che ormai posso credere solo a me e ai miei familiari, loro sì che mi vogliono bene hanno sacrificato molto per me e prometto che un giorno restituirò il favore…
Tornando alla scuola ho conosciuto dei professori nuovi che mi sono simpatici, simpatia non condivisa dagli altri compagni, ma poco male dopotutto non siamo tutti uguali. Nel ritorno a casa accade una cosa strana una mia compagna di classe mi dice se vuole fare un pezzo di strada insieme, una cosa del genere non mi capitava da tanto tempo, ho rifiutato l'invito dicendo che volevo stare solo così mi sono allontanato e diretto verso casa.
Nel pomeriggio la stessa compagna passa da casa mia e mi dice se volevo andare con lei ed altri amici al luna park, inizialmente pensai che fosse una scocciatrice ma poi tutta la mia famiglia insistette di andare, così per non dare un dispiacere a tutti loro ho detto alla ragazza che avrei raggiunto il luna park appena pronto e così ho fatto anche se non avevo capito perché insisteva tanto se non gliene importava niente di me, non l'ho mai capito.
Arrivato al luna park ho visto che eravamo in 8 un numero che mi ricordava gli anni da cui sono solo, comunque poco male tanto dopo 10 minuti me ne sarei andato. Entrati nel luna park lei mi invitò a fare un giro sulla ruota panoramica un'altra cosa che mi ricordava gli anni passati della mia vita, ma nonostante tutto qualcosa mi spinse ad accettare e il giro iniziò. Arrivati al punto più alto della ruota ci fu un black out totale su tutta la città come un film hollywoodiano e fu lì che accadde l'incredibile un bacio, io mi tirai subito indietro e in quel gesto così avventato mi sporsi cadendo dalla cabina e come un segno del destino la corrente tornò e tutti videro che stavo cadendo nel vuoto il senso di terrore che sentivo era talmente intenso che persi coscienza, ma qualcosa mi destò improvvisamente come una forte stretta sulle braccia e sulle gambe subito dopo svenni ancora.
Non so cosa successe ma al momento del mio risveglio era notte fonda e quello su cui riposavo non era il mio letto dopo alcuni secondi mi resi conto di stare in ospedale avevo un braccio rotto forse per aver sbattuto durante la caduta contro la ruota panoramica, appena completamente cosciente vidi delle perone attorno al mio letto erano in 7 e dormivano, solo dopo alcuni secondi mi resi conto che erano i ragazzi con cui avevo passato il pomeriggio scorso, allora capii una cosa gli interessava davvero di me le forte stretta era quella degli altri ragazzi rimasti a terra mi avevano salvato la vita, allora iniziai a piangere. Uno ad uno si svegliarono tutti e dissero che erano felici che stessi bene subito dopo entrò la mia famiglia dicendomi che loro avevano insistito per fare la notte con me perché si sentivano responsabili e anche perché mi volevano bene. Io fui commosso dal loro gesto e mi sentii vicino a loro più di quanto pensassi e solo in quel momento appresi il nome della ragazza, Gioia era lei la stessa persona che tempo fa mi ha fatto rinunciare ad avere amici e amori. Come potevo perdonarla, come poteva rientrare così nella mia vita. eppure se non fosse stato per lei non avrei mai potuto ritrovare i valori della vita quelli che legano i vivi ai vivi, che viviamo giorno per giorno.
Fu così che una settimana dopo, tornai a scuola anche col braccio rotto e appena arrivato mi sono seduto vicino a Gioia e finita la scuola decidemmo di andare tutti, io lei e gli altri sei, di festeggiare a casa mia il mio bentornato. Solo dopo la festa aprii gli occhi e mi resi conto che il giorno dell'incidente al luna park fu il più felice della mia vita perché scoprii di poter rinascere ed essere quello di un tempo felice come un tempo.
Il giorno dopo la festa morii perché avevo bisogno di un cuore nuovo ma tutto sommato sono morto contento perché avevo in parte saldato il mio debito con la mia famiglia e avevo riscoperto me stesso o quello che di me era rimasto.