Risultati da 1 a 2 di 2
  1. #1
    Junior Member
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    Tue Mar 2006
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    Question a noi proprio non piace!?!

    A cosa mi riferisco? Al tennis naturalmente.
    In questi giorni si sta svolgendo il torneo più famoso del mondo, Wimbledon, e puntualmente mi balza in mente la solita domanda, dove sono gli italiani?
    Anche domenica probabilmente assisteremo alla solita finale: Federer vs Nadal.
    Proprio mentre scrivo, infatti, Nadal sta strapazzando Bagdadis in semifinale, mentre Federer ha "maltrattato" il povero Bjorkman rifilandogli un bel 6-2/6-0/6-2.
    Cosa c'è di strano, direte voi, se in una finale si incontrano il numero 1 e 2 della classifica mondiale?
    Forse nulla... O forse si, se pensiamo che Federer è nato appena sopra le nostre teste (Svizzera), e Nadal dietro il nostro orecchio destro, ad Ibiza, cioè praticamente nel posto in cui d'estate gli spagnoli vanno ad imparare l'italiano!!
    E noi? Colpiti da questo fuoco incrociato non riusciamo nemmeno ad approdare alla seconda settimana di un torneo del grande slam..
    E' vero, in altri ambienti ci va di lusso; basta guardare al mondo dei motori per vedere sventolare qualche tricolore, ma anche nel volley e nel basket ce la battiamo coi migliori, quindi nulla da dire.
    E allora che succede in quel rettangolo verde o rosso che sia?
    Forse la rete è troppo bassa per schiacciare? Forse siamo convinti che anche lì bisogna prenderla la rete per fare il punto? O forse le palle sono troppo piccole per i nostri gusti?
    Veramente non so spiegarmelo, per questo cerco di comprendere con voi il vero motivo di questo fenomeno.
    Quali sono a vostro parere i motivi di questo digiuno prolungato?
    Secondo voi bisognerà aspettare molto per vedere qualche italiano, non chiedo molto, tra i primi 20 del ranking?
    Dite la vostra...
    "Anche se facessi Cenerentola,
    il pubblico cercherebbe qualche cadavere nella carrozza"

    (Alfred Hitchcock)

  2. #2
    Divorced Member L'avatar di Red
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    Mentre hai mandato il post la nana e la Mauresmo si stavano riscaldando, ma vabbè...

    Cmq è un discorso che non è affatto semplice.
    Innanzitutto il nostro non è un paese di grande tradizione tennistica: in 80 anni di tennis moderno, abbiamo avuto solo due giocatori che si possono definire campioni, Pietrangeli e Panatta. Il primo però ha vinto qualche torneo importante e poco altro, tra l'altro in un periodo in cui il Roland Garros non era nemmeno un torneo ambitissimo; il secondo era ricco di talento, ha avuto un paio di annate di grazia (memorabile il 1976 in cui vinse Roma, Parigi e la Coppa Davis), può vantarsi di essere stato l'unico che è riuscito a battere Borg al Roland Garros, ma non di molto altro. Poi abbiamo avuto dei talenti che sono riusciti a raggiungere i primi 20 e qualche giocatore di talento, ma poco altro.

    E la Svizzera, allora, che non li ha mai avuti? Un discorso di tipo geografico non ha senso: Federer sarebbe diventato un campione anche se fosse nato in Australia, basta vedere la mediocrità degli altri tennisti svizzeri. E Nadal? A parte il fatto che è di Maiorca (che poi Ibiza sia piena di italiani non capisco cosa c'entri con il tennis, ma neanche un pò...), la Spagna ha prodotto diversi giocatori da classifica o capaci di vincere almeno sulla terra (Bruguera, Moya, Ferrero) in attesa che arrivasse un campione come Nadal, a cui manca veramente poco per essere considerato l'Agassi (come minimo) del 2000.
    E noi, tradizione a parte, cosa abbiamo in meno degli spagnoli? Semplice, abbiamo in meno la disponibilità e gli uomini in grado di far fare ai nostri ragazzi il vero salto di qualità, l'unico che conta: quello dai 15 ai 18 anni, dalle divisioni giovanili al professionismo.
    Abbiamo avuto dei giocatori che a 15 anni battevano tutti, ma da professionisti sono stati dei signor nessuno. Ad esempio Luzzi: a 15 anni batteva Hewitt (poi numero 1 del mondo per due anni), da professionista non ha combinato una fava. Non per niente ormai, a quanto leggo, la maggior parte delle tenniste preferisce allenarsi all'estero. Le cose forse stanno migliorando, sopratutto rispetto a 2-3 anni fa, in cui il tennis italiano era veramente ridotto in condizioni pietose (almeno adesso ci sono 6 giocatori tra i primi 100, prima solo 1), ma non si vedono giocatori in grado di raggiungere i top 20, cosa che nel tennis attuale poi è tutt'altro che semplice, nemmeno tra le nuove generazioni (a quanto dice chi li ha visti giocare)

    Al momento il n.1 italiano è Daniele "Pd" Bracciali, uno che era scomparso per 7 anni e che oltre al 3° turno di Wimbledon non è andato. Veramente poca cosa. Sono ormai più di 10 anni che manca un italiano tra i primi 20, dai tempi di Gaudenzi, Furlan e Camporese.
    Si può solo creare un ottimo movimento di base, e poi aspettare il campione, che prima o poi verrà, se persino in Svizzera e in Belgio sono nati dei campioni.

    Nella speranza che il tennis acquisti anche maggiore visibilità e magari diffusione per mezzo di appassionati entusiasti, invece di due ultrasettantenni esausti che più che altro parlano di quanto erano bravi Jack Kramer e Ken Rosewall, invece di parlare un pò di più dei nostri vecchi tennisti, invece di litigarci dicendo che non hanno studiato (Tommasi con Panatta e Clerici con Gaudenzi; e quest'ultimo viene da università americane...) e di citarli solo perchè risalgono ai loro tempi (Clerici con Sirola).

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