Yoh chiede ad Amidamaru di divenire suo spirito compagno, diciamo così il suo spirito "primario", ma Amidamaru rifiuta, dicendo ceh lui non intende spostarsi dal cimitaro perché attende qualcuno. Parlando con Manta, Yoh scopre che la spada di Amidamaru, la splendida katana Harusame, è conservata in un museo, e quando vanno a vederla 8oramai è vecchia e rovinata) scoprono dal guardiano che una leggenda recita che la notte la spad "pianga".
Aspettando le tenebre, ecco manifestarsi sopra la spada, in lacrime, un fabbro giapponese: è Mosuke, l'amico di infanzia di Amidamaru che a suo tempo aveva forgiato l'Harusame.
Mosuke racconta ai due la sua triste storia: lui e Amidamaru sognavano di servire lo Shogun, ma quando finalmente riuscirono ad arrivare al suo servizio, donandogli la spada harusame, questo incarica Amidamaru di uccidere Mosuke, per rendere la spada veramente unica e quindi molto più preziosa. Per quanto gli ordini di uno Shogun siano sacri per un samurai, Amidamaru decide di far fuggire Mosuke, il quale però si rifiuta di farlo senza prima forgiargli la più bella harusame. Purtroppo venne ucciso da altri sgherri dello Shogun, gli stessi sgherri che si recano al posto suo all'appuntamento con Amidamaru. Furente, Amidamaru fa una strage degli sgherri (acquisendo così la nomea di traditore dello Shogun e demone assassino) prima di essere ucciso a sua volta. Ecco, pertanto, che Amidamaru attende ancora sulla collina l'arrivo di Mosuke con la harusame.
Tornando nel presente, Yoh si fa possedere da Mosuke per riforgiare la Harusame, e poi la porta ad Amidamaru, mentre il fabbro lo va a precedere nell'aldilà. Il samurai, ormai liberato dai vincoli terreni, sta ascendendo ai verdi apscoli, quando ricompare Ryu dalla spada di legno, il bullo della prima puntata. Amidamaru si getta in tuffo e si fonde con Yoh, portandolo così in salvo. A quel punto, però, ha contratto un vincolo di amicizia col mondo reale, dandogli un ottimo motivo per non ascendere ai verdi pascoli e rimanere con yoh come suo spirito "primario"