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Risultati da 11 a 19 di 19
  1. #11
    Re-build L'avatar di Lorenzo GOV
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    in realtá io penso che conoscere il giorno preciso (nonché le modalità, non dimentichiamolo) della propria dipartita inciderebbe notevolmente, privatamente e socialmente. Del resto, qual è la differenza fondamentale fra il sapere che un giorno si morirà e il sapere che quel giorno si morira, in quel modo?
    Presto detto. Noi viviamo, consci ma dimentichi della necessità di morire, è una sorta di meccanismo di sopravvivenza mentale, la cui mancanza avrebbe come unico risultato l'impossibilità di vivere: nasco per morire, il mio unico esito è quello, un ritorno al nulla senza senso. Del resto se la saggia rassegnazione della filosofia greca ribadiva come la vita non fosse che un allenarsi per la morte un motivo c'era, tuttavia il peso della morte non ci opprime poi più di tanto, o almeno ai più è così. Altrimenti molti sarebbero impossibilitati al vivere, e l'unica vera soluzione sarebbe il precorrimento concreto della morte, il suicidio. Non ci pensiamo, non la reputiamo quasi possibile, la vediamo lontano, anche avendo una veneranda età, un assurdo: come è possibile che "IO" sparisca? E va bene così, ripeto, altrimenti non riusciremmo a vivere, tale è il peso della morte
    Ma sapere quando e come si morirá cambia tutto. Quel giorno, reale come qualsiasi numero stampato su un foglio di un calendario, come il compleanno di tua figlia, come il termine ultimo per la scadenza di una retta universitaria, assorbirebbe completamente qualsiasi altra rappresentazione e progettualitá, è il limes invalicabile di un mondo terribile popolato da fantasmi: é l'etereo vagheggiato che si fa materiale come la cosa più banale e prevedibile. Vi rendete conto quanto possa essere invadente un'idea così forte e pregna di (in)significato, nell'esistenza di un uomo? Come lo stesso rapportarsi con se stesso, gli altri e la realtà esterna subirebbe un completo capovolgimento? Le ripercussioni che nascono su un piano squisitamente personale, esistenzialistico, sono svariate.
    Ciò significa che sto sorvolando, per ora, nel discorso quelle su un piano sociale e politico: perchè la domanda che ho fatto io è chiara, "cosa succederebbe se TUTTI sapessimo quando dobbiamo morire e in che modo?" Insomma, tratteggio uno scenario distopico.

  2. #12
    Real Cerebral Assassin L'avatar di vultur
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    Siamo esseri che sono già fin troppo consapevoli di loro stessi. Il fatto che sappiamo per certo che se ci va bene moriremo vecchi, è una cosa che non può essere accettabile per nessuno. Ecco perchè nei secoli abbiamo inventato l'aldilà, la reincarnazione, ecc... Ed ecco perchè viviamo come se fossimo eterni. Facciamo finta di niente.
    Se sapessimo anche la data esatta, farlo sarebbe molto più difficile. Vivremmo con molta più ansia e di conseguenza aumenterebbero le distrazioni per non pensarci. Probabilmente saremmo anche meno produttivi come civiltà.
    Vivere intensamente si può fare fino a un certo punto, poi la stasi è inevitabile. E' un discorso che si può fare quando il tempo che rimane è breve. In quel caso la cosa può essere positiva.
    Ultima modifica di vultur; 16-01-2015 alle 22:48
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    Metti mi piace se ti va ;)

  3. #13
    Senior Member L'avatar di Grifis
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    Ed ecco perché alcuni individui, aspirando ad una gloria non a caso definita immortale, cercano di (convincersi che in questo modo si possa) evitare una polverizzazione altrimenti terrificante.

    Beh, d'altra parte la vita ha partorito mirabilia come il "Forte Sentire" e personalità come Quinto Fabio Massimo .

    In ogni caso, sono abbastanza convinto che concetti come Ragion di Stato, rimpianti e spregiudicatezza minino profondamente ogni esistenza, conducendola ad un punto che non solo non sempre era quello idealizzato, ma talvolta è proprio volutamente il necessario compromesso per l'appunto esistenziale.

    Mi si perdonerà se chiudo così, ma è sempre bellissimo credere alle parole di Hillk

  4. #14
    L'Anto del foro :D L'avatar di Anto98
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    Penso che mi toglierei i vari sfizi accumulati negli anni vivendo il più intensamente possibile

  5. #15
    [p, xi, N(xi)] L'avatar di Il Nicco
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    Credo che l'effetto più immediato sarebbe di rendere ogni azione più spericolata. Se so che di certo non morirò oggi ma tra vent'anni (per dire), posso permettermi di rischiare molto di più.

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
    Ma sapere quando e come si morirá cambia tutto. Quel giorno, reale come qualsiasi numero stampato su un foglio di un calendario, come il compleanno di tua figlia, come il termine ultimo per la scadenza di una retta universitaria, assorbirebbe completamente qualsiasi altra rappresentazione e progettualitá, è il limes invalicabile di un mondo terribile popolato da fantasmi: é l'etereo vagheggiato che si fa materiale come la cosa più banale e prevedibile.
    Mi piace più guardarne il lato positivo.
    Avere una data precisa ci darebbe modo di elaborare meglio il lutto, accettare la morte in maniera più serena rispetto all'eventualità di una morte improvvisa.
    Questo almeno finché tale giorno rimane ancora abbastanza lontano.
    Tu hai citato la parola "compleanno", e in effetti quella data non sarebbe del tutto dissimile da questa ricorrenza, anzi, rischierebbe di essere molto più sentita.
    Il progressivo avvicinarsi del giorno fatale, che lo si accetti o meno, immagino sia davvero devastante.
    L'agonìa dell'attesa insostenibile.
    Ci troveremmo davvero di fronte all'inevitabile, una volta per tutte. Tutto si concretizza.
    Io personalmente credo che rimarrei pietrificato nell'attesa degli ultimi istanti.
    Ancor più qualora ci trovassimo nell'eventualità in cui la morte possa essere preceduta da lunghe e indicibili sofferenze.
    (Non so se rientra nel campo delle cause della morte di cui noi saremmo a conoscenza; in caso contrario, un altro bel dubbio pesante come un macigno).
    In tanti sono sicuro proverebbero a suicidarsi, nell'ultimo disperato tentativo di "fregare" la morte, ma se oltre la data anche la causa è prestabilita, allora servirebbe a ben poco.

    Citazione Originariamente Scritto da Il Nicco Visualizza Messaggio
    Credo che l'effetto più immediato sarebbe di rendere ogni azione più spericolata. Se so che di certo non morirò oggi ma tra vent'anni (per dire), posso permettermi di rischiare molto di più.
    C'è anche il rischio di rimanere menomato o subire qualche trauma irreversibile, pur rimanendo in vita.

  7. #17
    Re-build L'avatar di Lorenzo GOV
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    La tua è l'altra possibilitá che mi è balenata in mente, la somatizzazione positiva della morte. Pensa che l'alternativa fra l'uno o l'altra dipende eminentemente dalla personalità di ognuno.

    Provo ora a porvi il quesito da un punto di vista politico-sociale: cosa succederebbe se tutti sapessimo il giorno della morte di ognuno? Non pensate che la cosa acquisirebbe un tale peso da prevalere persino sul potere derivante dal denaro? Per fare un esempio, non so se avete presente il film "In time", una cosa simile.

  8. #18
    Yohohoho. yohoho-hoo L'avatar di SePhIrOtH93
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    se sapessi la data della mia morte non cambierei nulla, forse poco prima farei qualche ''stupidaggine'' e potrei suicidarmi.
    se sapessi la data della morte di ognuno cercherei di passare il più tempo possibile con le persone a cui tengo.

    sapere la mia data non cambierebbe nulla, quella degli altri praticamente tutto

    edit: se tutti sapessimo di tutti non avrebbe neanche più senso vivere forse.

    comunque ritengo impossibile sapere la data di morte di qualcuno e non poter fare nulla per ritardarla, anche perchè potrei sicuramente anticiparla.
    Ultima modifica di SePhIrOtH93; 22-01-2015 alle 20:52
    Citazione Originariamente Scritto da la belva Visualizza Messaggio
    sseghe a due mani ogni giorno, sulla pleistescion quattro che escono giochi su giochi e minchia ho dovuto comprare casa nuova solo per metterci tutti i titoli che escono. kaffeeebuongiornissimo belìiìn

  9. #19
    →Read Only Member L'avatar di Davyl
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    Citazione Originariamente Scritto da white wolf jericho Visualizza Messaggio
    Se ci pensi allora non è molto diverso dalla situazione reale.
    Io, pur non conducendo una vita al limite, so benissimo che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo.
    Ma, nonostante questo, continuo lo stesso a procrastinare le cose.
    Teoricamente è questo quello che dovrebbe cambiare, le persone dovrebbero cercare di vivere la loro vita più intensamente, consapevoli del fatto che il giorno successivo potrebbero non esserci più.
    Non si deve aspettare che sopraggiungano gli "sgoccioli" prima di cominciare a vivere davvero.

    In sostanza, il sapere quale sia la data del nostro trapasso non dovrebbe influire sulla nostra esistenza.
    Ma in realtà lo fa, e troveremmo quella motivazione in più solo quando si avvicina l'inevitabile.
    ^
    Io voglio WWJ come presidente della repubblica.

    Comunque mettendo in mezzo un po' di argomenti random, come l'indeterminazione di Heisenberg: il solo saperlo dovrebbe apportare delle modifiche alla data ultima, per qualsiasi motivazione ciò possa coinvolgere (libero arbitrio/teoria del caos). Però supponendo che la cosa sia ininfluente o fasulla del tutto, dipende da quanto lontana la data è. Di sicuro devo vedere Escaflowne.

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