in realtá io penso che conoscere il giorno preciso (nonché le modalità, non dimentichiamolo) della propria dipartita inciderebbe notevolmente, privatamente e socialmente. Del resto, qual è la differenza fondamentale fra il sapere che un giorno si morirà e il sapere che quel giorno si morira, in quel modo?
Presto detto. Noi viviamo, consci ma dimentichi della necessità di morire, è una sorta di meccanismo di sopravvivenza mentale, la cui mancanza avrebbe come unico risultato l'impossibilità di vivere: nasco per morire, il mio unico esito è quello, un ritorno al nulla senza senso. Del resto se la saggia rassegnazione della filosofia greca ribadiva come la vita non fosse che un allenarsi per la morte un motivo c'era, tuttavia il peso della morte non ci opprime poi più di tanto, o almeno ai più è così. Altrimenti molti sarebbero impossibilitati al vivere, e l'unica vera soluzione sarebbe il precorrimento concreto della morte, il suicidio. Non ci pensiamo, non la reputiamo quasi possibile, la vediamo lontano, anche avendo una veneranda età, un assurdo: come è possibile che "IO" sparisca? E va bene così, ripeto, altrimenti non riusciremmo a vivere, tale è il peso della morte
Ma sapere quando e come si morirá cambia tutto. Quel giorno, reale come qualsiasi numero stampato su un foglio di un calendario, come il compleanno di tua figlia, come il termine ultimo per la scadenza di una retta universitaria, assorbirebbe completamente qualsiasi altra rappresentazione e progettualitá, è il limes invalicabile di un mondo terribile popolato da fantasmi: é l'etereo vagheggiato che si fa materiale come la cosa più banale e prevedibile. Vi rendete conto quanto possa essere invadente un'idea così forte e pregna di (in)significato, nell'esistenza di un uomo? Come lo stesso rapportarsi con se stesso, gli altri e la realtà esterna subirebbe un completo capovolgimento? Le ripercussioni che nascono su un piano squisitamente personale, esistenzialistico, sono svariate.
Ciò significa che sto sorvolando, per ora, nel discorso quelle su un piano sociale e politico: perchè la domanda che ho fatto io è chiara, "cosa succederebbe se TUTTI sapessimo quando dobbiamo morire e in che modo?" Insomma, tratteggio uno scenario distopico.