I videogiocatori tesserati riconoscitui come atleti
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Chi si iscriverà?
Il tesseramento dovrebbe costare 3......
vedremo, certo che però come prima cosa ti chiedono i soldi e poi il resto...
Ormai il termine "atleta" rischia di essere abusato quanto quello di "artista".
Competo nel simracing internazionale da un paio d'anni, con una squadra sponsorizzata che ha vinto il titolo mondiale nel 2002, quando ancora non esistevano questi riconoscimenti.."sportivi". Se enti come il CONI vogliono investire nel settore ben venga, altrimenti non ne vedo la necessità; le grandi comunità virtuali hanno già i propri regolamenti, con annessi contratti ed avvocati. O magari sto sottovalutando GEC, chissà..
Quello che dici sulle comunità virtuali è certametne vero, am qui si parla di un'associazionismo che teoricamente racchiuda TUTTI i videogiocatori, un po' come succede per TUTTI gli sport. La finalità è l'organizzazione a livello nazionale e internazionale delle competizioni, con un riconoscimento professionistico e un regolamento "di base" da applicare a tutte le discipline.
Personalmente però ammetto che la cosa non mi sconfinfera. I videogiochi cambiano con TROPPA velocità, e anche se alcuni riescono a vivere per 10 anni o più (per esempio WOW) sono comunque un'inezia in confronto ai cicli vitali degli sport.
Una realtà che racchiuda tutti i videogiocatori in tal senso è un progetto molto ambizioso, anche senza mettere in conto il ciclo videoludico; vedremo.
Giova, il problema non è solo quello. La mia perplessità è legata al fatto che lo sport agonistico professionistico non è una parentesi nella vita di una persona. Facciamo un esempio col calcio: si inizia a giocare da ragazzini, ci si forma, non bastano due mesi per diventare un campione, neanche un anno, c'è da fare tanta gavetta, poi quelli veramente in gamba raggiungono categorie elevate. Poi c'è la parabola discendente, am rimarranno sempre nel mondo del calcio, alcuni come allenatori, altri come dirigenti. E' un'occupaziona che occupa tutta la vita di una persona, dalla scuola calcio fino ad accompagnare la nazionale ai mondiali come Gigi Riva nel 2006.
E non credere che per gli altri sport sia così differente. Onestamente, non riesco a vedere un ambiente così simile nei videogiochi, dove impari i fondamenti di un gioco in una sera, dopo due settimane hai padroneggiato il gioco e poi hai un anno per migliorare prima che esca la prossima versione.
Onestamente lo vedo più come un tentativo di "estendere un organo di controllo", con gli annessi e connessi (nel bene e nel male) su qualcosa che vorrebbe ma non può essere paragonabile ad un mondo specifico.
Mi spiego meglio: l'idea che possano voler portare FIFA alle olimpiadi mi fa ribrezzo.
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Il sogno è diventato realtà troppo tardi