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    Capitolo V: Guardando il Mondo da un oblò

    "Anno 25998, il Pianeta Plant è in guerra, e sembra sull’orlo dell’autodistruzione. Alcuni giovani oppositori della Tirannia Wènder Plant scrivono il manifesto “Un Pianeta, un Popolo, un Nome”, dove si sognava un Pianeta libero da guerre, libero da violenze, libero da debiti, libero da distinzioni. Quella che allora sembrava solo un irrealizzabile utopia, diventa realtà nel 26291, per la prima volta nella storia, Plant si ritrova unita sotto un'unica bandiera, divenendo un unico popolo con un unico nome: Plan.
    Sembrava solo un sogno, sembrava non potesse durare, invece sono ormai quasi 500 anni che noi Planòò viviamo l’un per l’altro, viviamo tutti uniti per debellare la povertà, per garantire uguali diritti ed uguali possibilità a tutti i cittadini del nostro splendido mondo.
    Quella che sembrava solo un utopia è invece una splendida realtà che non si vuole fermare e che non può essere fermata da alcun confine e da alcuna barriera.
    Il nostro sogno di uguaglianza e libertà vuole essere esportata fuori dalla nostra atmosfera, le Stelle che sono state l’oggetto dei nostri sogni fin dall’alba dei tempi, aspettano di diventare una realtà accessibile a tutti.
    Se oggi possiamo guardare a loro come un obiettivo realistico, è solo grazie alla maturità conseguita dal nostro popolo, e la razza che conosceranno le Stelle sarà quella che ha reso possibile tutto questo.
    L’odio e la violenza che troppo spesso nella nostra storia c’ha guidati, è solo un ricordo. Sì indelebile e da ricordare con assoluta reverenza, ma non è il lato del nostro Popolo che ai nostri amici delle Stelle vogliamo far conoscere.
    L’8 Vetrùle 26488 siamo per la prima volta entrati a contatto con un'altra razza, con un altro popolo. Pur somigliandoci parecchio, non sono come noi. Non usano la ragione, sono istintivi, aggressivi e territoriali.
    Pur rivolgendo il massimo rispetto ai padroni di casa, e pur avendo ripudiato la guerra in ogni sua forma, noi Planòò siamo dovuti ad educare, come un severo ma amorevole fratello maggiore, i nostri fratelli Seiyah.
    Sostenete la campagna per la bonifica del pianeta Plant, un chip KGM nella coda di un Seiyah ci permette di studiare meglio i nostri fratelli Veyatòò, ci permette di interagire con loro, ci permette di salvaguardare la vita dei nostri soldati, ci permette di risparmiare il dolore alle loro famiglie, al nostro popolo.
    Un chip per la sicurezza.
    Non è guerra, è sicurezza, è scienza, è amore."

    Era senza dubbio la pubblicità progresso più stupida che il capitano Kalùd avesse mai sentito.
    Era questa retorica che avvolte gli faceva odiare il suo popolo, ancor più seccante era sentirla di persona, in un colloquio fra pochi intimi: ok prendere per il culo la massa ma io a modo mio sono un istituzione, non ho certo bisogno dei giochi di fumo e degli spettacolini, questo è il mio lavoro, dammi un ordine, dimmi le cose come stanno e vai al sodo, ed io obbedirò.
    Certi discorsi non potevano che dargli fastidio, in quanto li riteneva un insulto alla sua intelligenza, o meglio un insulto all’intelligenza Planòò.
    Eppure funzionavano da secoli oramai. Una voce rassicurante ed un sottofondo strappalacrime erano un mix perfetto per far sentire tutti gli individui importanti.
    Stai cercando giustificazioni? Cerchi legittimazione ad un attacco ai Seiyah? Questo era uno dei messaggi più fastidiosi che questo ed altri spot mandavano. Ma perché c’è la benché minima possibilità che se il popolo si erga violentemente e chieda il ritiro delle truppe dal pianeta, le decine di migliaia di soldati stanziati vengano richiamate in fretta e furia su Plant? Come se lo sproposito di risorse investite sulle navicelle di ultime generazione tenesse in qualche modo conto delle esigenze della popolazione.
    La divinizzazione della spedizione era assolutamente insopportabile nonostante di riflesso comportasse una sua divinizzazione di cui non gli fregava un beato cazzo.
    La situazione sul Pianeta era così perfetta da concentrarsi anima e corpo ad un altro Mondo, come gli indici di occupazione indicavano? Assolutamente no.
    Nonostante su Plant fosse stata abolita la moneta e si garantisse in principio un uguale distribuzione di risorse in tutto il mondo, questo proposito era rimasto solo sulla carta ed ancora in atto, visto che la sperequazione sia sociale che territoriale era ancora alquanto marcata, con lavori in qualche modo più retribuiti di altri e territori poveri, poco sfruttati con una popolazione a cui veniva a malapena garantito il minimo indispensabile per sostentarsi. E su questa situazione le risorse indirizzate alla spedizione su Veyat pesavano non poco: negli ultimi 100 anni il Governo aveva palesemente incentivato i mestieri aeronautici, militari e tecnico-scientifici, mettendo in secondo piano la produzione di robot agricoli a discapito della produzione di macchine aeronautiche. Inoltre tutti i settori al di fuori dell’industria pesante aeronautica erano chi più chi meno tutti in crisi, visto che la manodopera era pesantemente concentrata sui settori spaziali e militari, a discapito di tutti gli altri ambiti artistici, scientifici e praticamente ogni altro lavoro.
    Per chi nella propria costituzione garantiva “una piena espressione del cittadino, delle sue passioni e dei suoi talenti, e l’opportunità di realizzare le proprie ambizioni per quanto possibile” era alquanto strano. Possibile che i talenti, le passioni e le ambizioni di tutti fossero costruire navicelle e fare i militari? Ok che c’era lo sbarco su Veyat ma la situazione era oltre i limiti dell’improbabilità.
    Sbarcare su Veyat e progettare d’arrivare su altri sistemi stellari era obbligatoriamente uno degli obiettivi principali del popolo Planòò e della sua evoluzione fin dal principio, ma esso andava perseguito con tale veemenza solo dopo che si fosse potuta garantire a ogni Plan una vita “tranquilla”.
    Riteneva quindi che questo insensato forzare i tempi fosse inutile, stupido e controproducente, visto che l’ignorare le esigenze del popolo aveva riportato alla ribalta alcuni moti indipendentisti, ai quali si poteva sì rispondere tramite la creazione di un’identità planetaria sbarcando su un altro pianeta, ma che potevano benissimo essere prevenuti.
    L’identità planetaria sempre non ti dà da mangiare.
    Ultima modifica di AJeX-97; 02-07-2014 alle 16:00

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