Cioè mi fai un esempio che avvalora quello che ho detto io ossia che l'integrarsi fa bene sebbene automaticamente non risolva tutto?
Collaborare è una strategia utile. Integrarsi anche. Delegare mansioni/responsabilità e aspettarsi rivoluzioni che cambino addirittura l'Italietta, è un altro paio di maniche.

Non ho bisogno di testimonianze. Ne ho aiosa, dirette e indirette.
Certo, e ancora una volta mi dovresti spiegare dove io canto esplicitamente le lodi della Germania se non in un solo aspetto. In Germania non c'è la criminalità organizzata. Uno per la mentalità della gente, due per quella dello stato. Una non la possiamo importare, la secondi si e anche molto facilmente integrandoci. Non capisco cosa c'entrino i tuoi conoscenti che non si integrano con la lotta alla che so, sacra corona unita o alla mafia siciliana...
Ho evidenziato le parti in grassetto perché combacia con ciò che dico, ne ho già parlato prima.
Dato che però lo stato è formato dalla gente, non è automatico importare la seconda se non c'è la prima.
Lo stato tedesco è così perché la mentalità dei tedeschi è così (stesso dicasi per quello italiano).
Prenderne spunto ed esempio è utile, ma non è sufficiente, importare e basta un modello gestionale o esecutivo non basta, se non c'è una mentalità adeguata a sostenerli.
La repubblica romana era considerata nei suoi primi secoli di vita modello di virtù, rispetto, disciplina; ma verso la sua fine era già un bordello talmente corrotto che a confronto noi siamo dei puritani. Le medesime istituzioni vedono espressioni ben diverse a seconda delle persone che le compongono.
Perfino Cesare pensò di arginare la corruzione della cittadinanza romana importando elementi provinciali, ma tale opera politica già in seguito li vedeva corrompersi a loro volta (e anche a quell'epoca c'era chi come Tacito, citava spesso i tedeschi come esempio, anche in quel caso spesso per sentito dire o con al massimo una scampagnata nelle zone attorno ad un forte).

Per il resto io in Germania ci ho "vissuto" per un tempo molto breve, e all'epoca probabilmente più con mentalità da turista che per immedesimarmi in loro. E anche se sono di origini altoatesine, normalmente vivo comunque in Abruzzo. Per questo se parlassi in prima persona mi sentirei poco consono e preferisco, se della Germania si deve parlare (altrimenti potrei parlare di Marsiglia dove sono dislocato ora e ci rimarrò ancora qualche mese), e preferisco almeno formalmente rimandare a testimonianze di chi ci vive e lavora da anni, che comunque ho constatato, e ad analizzare il perché certi altri se ne sono andati.
Penso di conoscerne diversi aspetti positivi come anche quelli negativi. E anche questi ultimi hanno un loro perché, che molti italiani NON capiscono, e li portano a detestare i crucchi quando poi tornano in Italia, piangendo che sono stronzi, o che non riescono a inserirsi, o che speravano che cambiando posto (ma non la loro testa) avrebbero fatto un balzo di qualità nella loro vita ma si sono ritrovati in monolocali schifosi di quartieri degradati.
Poi parli e conosci gli italiani in Germania e inizi anche a notare come mai quelli che si inseriscono e in alcuni casi proverbialmente divengono "più tedeschi dei tedeschi stessi" sono cambiati diventando così, o come mai quelli che si aggregano lo stesso in comunità oppure si lamentano di qualcosa fanno così.
E noti anche realtà, idee e motivazioni negli autoctoni ben diverse da quel che raccontano in Italia - sia i detrattori che gli ammiratori.

Cosa che contesto molto energicamente. Noi siamo stati "rinascimentali", "navigatori", "fascisti", "democristiani" ora sebbene la sinistra non vinca tendiamo all'ideale "socialista". La mentalità è granitica solo nello spazio, ma nel tempo si modifica anche molto velocemente. Persino negli aspetti più radicati della mente. Non parliamo poi dei tedeschi, da nazisti a vessillo della democrazia e della libera informazione. E i danesi? da un re che indossava a 100 mt. dalla germania di Hitler una stella di davide per solidarietà agli ebrei, a nazione fortemente xenofoba. L'italia è la stessa minestra. Durante il fascismo la mafia quasi taceva, politiche efficaci possono sradicarla. Non è niente di fantascientifico e assolutamente non è nulla di impossibile. Semmai fantascientifico è lo sperare che l'assetto attuale la sgomini. Ma una rimescolata alle carte come anche uno piccino come quello di cui parliamo può fare meraviglie.
Anche qui, sì e no. Concordo assolutamente che la mentalità possa modificarsi, altrimenti non starei qui a dire che bisogna cambiare la mentalità.
Però molti tratti si sono mantenuti, a volte per caratteristiche ambientali (difficilmente troverai groenlandesi molto solari), altre per via di una lingua che induce un particolare modo di esprimersi, o semplicemente per tradizione.
Per esempio, il rigore e la disciplina germanico esiste da secoli, come la loro tendenza a tenersi tutto dentro fino ad esplodere ad un certo punto (magari all'Oktoberfest, quando puoi fare baldoria dopo un anno passato a lavorare nella maniera più puntigliosa possibile, o dopo un decennio di crisi economica quando ti viene voglia di invadere la Polonia). La mentalità che tu definisci dell'Italietta, altro non è che la tradizionale mentalità ottusa e provinciale, la cui espressione politica fu poi il fascismo con le busse, il grande capo che c'ha raggiòne e

E' presto detto! quando io ho detto che dovrebbe se ben strutturata dare un colpo alla criminalità organizzata, tu sostieni "che avendo una macchina ben preparata si puo vincere la 500 miglia." Grazie, ma che ragionamento è? certo che se sarà ben strutturata funzionerà se invece non avrà competenze non servirà.
Forse dovevo scrivere "hai scoperto l'acqua calda".
Tanto valeva dicessi "se questa struttura avrà le caratteristiche necessarie e speciali per eliminare la mafia, risolverà il problema". Eh grazie al pene! Per questo ho fatto la battuta della macchina.

In tutto questo comunque non ho scritto che sarà sicuramente un fallimento.

Io non ho alcuna sicurezza, ma guarda che anche se siamo italiani piagnucolosi, siamo in Europa, non in Etiopia eh. Se una cosa la progettiamo, spesso e volentieri assolve allo scopo per cui è costruita. Che vada a pieno regime è un altro discorso, ma non darei affatto per scontato un insuccesso.
Oddio, visti gli sprechi pubblici e le opere come la Salerno-Reggio Calabria io non sarei sicuro che siamo tanto distanti dall'Etiopia, però forse sono troppo autocritico verso il mio paese io.

anzi, sono piuttosto ottimista.
Siamo d'accordo!

I quali però come ti dicevo prima non hanno criminalità organizzata. E la polizia tedesca ha rigettato ogni tentativo di infiltrazione con estrema decisione Non parlo ovviamente di degrado, quello è fisiologico all'attuale stato del mondo, laddove si crei sovrapopolazione, anche se non mi risulta che berlino abbia quartieri come scampia. Non posso dire di averla girata in maniera certosina, ma chi l'ha girata mi dice di no. Comunque diamola per buona. Non è di degrado urbano che stiamo parlando.
Dipende da cosa intendi, perché dal degrado urbano emerge una buona fetta di criminalità, anche per l'abdicazione delle forze dell'ordine e dello stato.

La mafia si è infiltrata anche in Germania. Solo che frequentando e facendoti anche ospitare dai ristoratori italiani del centro di Monaco, o girando nei quartieri bene di Colonia o visitando i quartieri futuristici (e volutamente alienanti) di Berlino, sembra che non esistano situazioni di degrado e criminalità anche lì. In realtà, con vari gradi di differenza perché è uno stato federale quindi i particolari possono variare da regione a regione, esse sono state semplicemente "spostate", così tutto ciò che da noi formerebbe "l'Italietta provinciale coi suoi delinquentelli" è confinata nel proprio recinto, mentre dall'altro lato c'è la crema. E quando prova a sforare dal recinto, la Polizei arriva e pesta MOLTO duro, prima che succedano ulteriori casini (esistono casi per cui da noi insorgerebbero i radicali di sinistra parlando di stato di polizia, metodi brutali e amenità simili, caso mai li applicassimo anche qua). In Germania invece si recepiscono queste situazioni in maniera molto diversa, per via della diversa mentalità che porta anche a confronti sociali ben diversi: è per esempio molto più pressante e importante per loro un tema ecologista piuttosto che una questione politica, anche per una cultura tendenzialmente molto più improntata alla stabilità e all'isolarsi in sé stessi. Da cui derivano anche il loro senso civico, le loro correnti filosofiche e i loro contributi alle arti.
Ma è un discorso molto lungo e, come già detto, ci sono stato troppo poco a mio parere per arrogarmi la pretesa di parlarne come chi invece proprio ci vive e lavora.