Recensione PS3 - Ni no Kuni: la Minaccia della Strega Cinerea

[Drebin]

Spoiler:

Dhoulmagus è una marionetta, e come tale non può avere personalità né carisma, è semplicemente Rhapthorne sotto altre spoglie. Può piacerti il suo design, può piacerti il suo modus operandi, ma dire che ha carisma mi sembra una sciocchezza, senza offesa.
Che poi il carisma non è neanche fondamentale nella buona riuscita di un villain, prendi Kefka per esempio (jester anche lui, guarda caso ), non è assolutamente carismatico, eppure ad oggi è considerato con merito uno dei migliori nemici mai ideati. Semplicemente, Dhoulmagus (e quindi Rhapthorne) non ha nessuna vera qualità riconoscibile e questo fa di lui un villain insulso.

Per quanto riguarda il tema del viaggio, anch'io ho preferito l'inseguimento costante alla ricerca del metodo per sconfiggere il nemico di turno, ma anche qui i meriti del giullare rasentano lo zero.

Shadar e Cassiopea a mio modo di vedere sono villain più che discreti, specialmente il primo.
Il perché è semplice, hanno entrambi un background più solido e studiato rispetto a quello di Rhapthorne (mi riferisco a lui perché stiamo confrontando DQVIII e NnK, ma il discorso funziona anche in senso assoluto), nonostante i loro scopi siano pressoché gli stessi. Ripeto, nulla di originale, ma certamente funzionale.

Il vero punto forte di DQVIII è l'esplorazione. Il mondo è immenso, i segreti da scoprire molteplici.
Ma sotto il punto di vista di trama (per carità, sempre gradevoli e fiabesche) e villain nessun DQ ha saputo regalare al mondo dei jrpg qualcosa di nuovo e strabiliante, ottavo capitolo incluso. Ni no Kuni neanche, ma si difende egregiamente.

Sul piano delle emozioni percepite non voglio né tantomeno posso esprimermi, è il fulcro della soggettività.

In conclusione, credo che il voto più giusto sia l'8,5. A parità di mappa molto probabilmente avrei preferito NnK, così come stanno le cose leggermente DQVIII. Ma certamente non per trama e villain.

Cmq sì, il metodo è proprio quello

E' piuttosto semplice. Come di certo saprai, la maggior parte dei famigli ha in serbo tre oggetti, uno comune e due rari.
In ogni combattimento ciascun famiglio può cedere uno solo di questi oggetti, grazie alle capacità malandrine di Arsuino o come bottino a fine battaglia. Sperare nei drop è abbastanza ingenuo, ergo prendiamo in considerazione la prima opzione.

Nella stragrande maggioranza dei casi Arsuino con l'abilità Rubasparo sottrarrà al nemico il primo oggetto, il più comune. Per far sì che riesca a rubare uno degli altri due è sufficiente utilizzare la sua abilità speciale (di cui adesso non ricordo il nome, sorry), sbloccabile tramite la raccolta di una sfera dorata. Queste sfere vengono droppate dai famigli abbastanza di rado e randomly, ma a quanto pare la magia Onda d'urto di Oliver aumenta le possibilità di riuscita dell'operazione.

Quindi:
- Imposta i gambit di tutti i personaggi su "Non fare nulla", in modo da evitare che sconfiggano i nemici prima del tempo;
- Attacca i nemici esclusivamente con Onda d'urto finché questi non droppano la sfera;
- Passa immediatamente il controllo ad Arsuino, fagli raccogliere la sfera ed utilizza il suo comando finale sul famiglio desiderato.

Spero di essere stato chiaro

Spoiler:

Io mi riferivo a Dhoulmagus senza scinderlo da Rhapthorne, anche se viene controllato dallo scettro, il connubio jester(aspetto estetico)-demone(Rhapthorn) nella sua totalità, fa comunque di lui un villain che, ai miei occhi, ha suscitato un certo fascino, per presenza scenica e azioni compiute, tanto che per me la trama di DQVIII, comincia a calare dopo la sconfitta del giullare. Anche secondo me ciò in cui DQVIII eccelle non é certo la storia, dico solo che nonostante questo, a livello narrativo, Ni No Kuni mi è piaciuto ancora meno, mi ha lasciato di meno, ho trovato che Lucciconio sia un personaggio fastidioso, che Ester, Arsuino e Calidonio siano abbastanza impalpabili e che Shadar e Cassiopea, nonostante abbiano un background più "profondo" rispetto a Dhoulmagus(Rhapthorn), sono calati in un contesto che a me non ha detto nulla, che non mi ha strappato né un sorriso né una lacrima, troppo buonista e banale. Opinione puramente soggettiva.