Herobrine, seconda settimana di Ottobre 2012.
Seconda settimana Ottobre 2012.
I giorni successivi all'avvenimento furono accompagnati da un'intensiva ricerca online di una possibile spiegazione ai fatti avvenuti. Bug, cheat, glitch grafici, cercai qualsiasi cosa avesse potuto giustificare ciò che Antonio aveva vissuto. Nel peregrinare tra forum e siti di programmazione mi imbattei quasi per sbaglio in un'immagine. L'immagine in questione ritraeva una normalissima distesa verdeggiante tipica dei primi mondi di Minecraft, ma in lontananza una strana sagoma, semi nascosta nella nebbia, sembrava osservare il giocatore. La cosa impressionante è che questa sagoma lo stava osservando con due orbite completamente vuote in grado di emanare una strana fluorescenza. Il giocatore in questione, così come tanti altri, giuravano di essersi imbattuti, anche in partite offline, in questa strana presenza, ma in tutte essa si limitava a guardare immobile per poi scomparire. Fu così che venni a conoscenza di HEROBRINE. La leggenda narra, che il fantomatico fratello del creatore del gioco, Herobrine, prima di morire, fosse solito usare la skin senza occhi per partecipare alle partite ma che ancora oggi, infesti il codice di programmazione, impaurendo gli ignari giocatori.
Leggermente inquietato ma anche abbastanza divertito non mancai di raccontare le mie scoperte alla combriccola serale e ci facemmo tutti una grassa risata sopra, anche se, sono certo, nessuno aveva scordato la misteriosa presenza nascosta in quel maledetto cunicolo buio. Passarono i giorni ed il mondo veniva di ora in ora plasmato secondo le nostre esigenze. I cubetti divennero case, granai, mulini e le cave diventavano sempre più profonde così come i forzieri più pieni.
Una sera Antonio mi propose di creare dell'ossidiana al fine di costruire il portale in grado di far accedere al sottomondo. La cosa non mi sorprese dal momento che molti materiali importanti si trovano esattamente in questa dimensione e giunge un momento in cui,la complessità dei progetti, richiede questo genere di cubetti. Per creare il portale avevamo bisogno di acqua, facilmente trovabile in giro e di lava, cosa molto più rara dal momento che si trova in laghetti sotterranei spesso ben nascosti. Immediatamente ci venne in mente che, nella costruzione della ferrovia, avevamo incrociato diversi sentieri conducenti alle suddette fonti infuocate e quindi decidemmo, con qualche riluttanza, di scendere nuovamente in quei corridoi freddi e oscuri.
Camminando in fila indiana nello stretto passaggio, seguendo a piedi i binari, raggiungemmo il primo laghetto di lava. Avvicinandoci alle sue rive ribollenti iniziammo a riempire i secchi con il prezioso liquido ma ad un certo punto un avvenimento ci lasciò di stucco. Dal centro della piccola pozza incadescente si accrebbe una colonna lavica. Affascinati io ed Antonio rimanemmo fissi ad osservare questo strano fenomeno fino a quando la crescita della colonna si fermò raggiunta l'altezza di circa 4 quadretti. Era li ferma, e rimase tale per un tempo che a me sembrò un eternità. Nessuno disse nulla, c'era solo il silenzio. Improvvisamente la colonna si riversò di lato, esattamente nel punto in cui io ed Antonio eravamo immobili ad osservarla. Era come se ci avesse visto e ci si fosse scaraventata contro. Un veloce balzo indietro ci salvò dal finire inceneriti e subito, mentre entrambi balbettavamo parole senza senso, per cercare di spiegare cosa stava succedendo, la lava si ritirò ed il laghetto torno piatto e placido. Spaventati decidemmo di comune accordo di tornare indietro.
Come sempre succede in queste occasioni, la lava raccolta non era sufficiente e dopo una breve discussione decidemmo di tornare insieme nella ferrovia. Questa volta però non ci saremmo fermati al primo laghetto, quello dove era comparsa la colonna infuocata, ma avremmo proseguito la camminata inoltrandoci maggiormente nel tunnel, fino a giungere al cuore dello stesso dove si trovava un secondo lago, più vasto e spazioso. E fù così che scendemmo nuovamente quelle fatidiche scale a pioli sprofondando in quegli angusti spazi. Questa volta Antonio andò per primo e partimmo per la nostra destinazione.
Superato il primo laghetto, ed arrivati a circa metà percorso, improvvisamente il colore dell'atmosfera nel tunnel cambiò. Dal classico azzuro-grigio caratteristico dell'ambiente sotterraneo di Minecraft, tutto divenne rosso, un rosso vivo brillante che ricordava dannatamente il colore del sangue. Gli avvenimenti successivi furono veloci e confusi. Un suono vibrò nell'aria, un suono familiare ed inconfondibile. Il rumore di voce strozzata che emette il proprio avatar quando si viene attaccati da qualche cosa. Davanti a me, a qualche cubetto di distanza, Antonio lampeggiava di rosso come se qualcuno lo stesse colpendo ripetutamente e continuava a perdere vita. Improvvisamente esclamò: ''Marco smettila di colpirmi che altrimenti muoio!''. Nel dire queste parole si girò e mentre io protestavo sostenendo che ero troppo indietro per colpirlo lui si rese conto che effettivamente si trovava da solo e nulla intorno a lui si muoveva. Ciononostante la sua vita continuava scendere e l'angosciante voce strozzata rieccheggiava in quei tunnel maledetti. Bastò uno sguardo ed entrambi iniziammo a correre esattamente da dove eravamo arrivati. Pochi secondi dopo l'ambiente tornò a tingersi della classica tonalità azzurra ed Antonio smise di essere colpito.
Uscimmo dalla ferrovia decisi e non tornare mai più.
I giorni passavano e mille domande mi passavano per la testa.
Chi ha colpito Antonio? Cosa ha causato la colonna di lava? Perchè ho sempre l'impressione che ci sia qualcosa con noi in quel mondo? Forse non siamo soli li dentro. O forse stiamo solo lentamente impazzendo e siamo vittime della nostra suggestione. Ma io so cosa ho visto, e questo nessuno può portarmelo via, suggestione o no quella non è una normale partita di Minecraft. Qualcosa ci vuole, e ci vuole morti!
continua... http://gamesurf.tiscali.it/forum/sho...47#post2340647
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Originariamente Scritto da Dragon Slayer
