Pagina 31 di 46 PrimaPrima ... 21293031323341 ... UltimaUltima
Risultati da 301 a 310 di 451
  1. #301
    Senior Member L'avatar di Ssj 3
    Data Registrazione
    Sun Oct 2007
    Messaggi
    2,697

    Predefinito

    Letti (e apprezzati) entrambi i capitoli.

    Adesso voglio proprio sapere cosa farà Vegeta. Ha chiuso col suo passato, e dopo Goku è definitivamente alle spalle anche la seconda delle sue ossessioni, la famiglia dei changeling.
    Mi chiedo se inizierà quì il processo di umanizzazione e avvicinamento alla famiglia che nell'opera canonica avviene tra Cell game e Bu.

  2. #302
    il VERO Super Saiyan L'avatar di Vegeth SSJ3 Full Power
    Data Registrazione
    Tue Jun 2013
    Località
    Nel tuo cuore Dragonballiano
    Messaggi
    280

    Predefinito

    Degno finale ad Happy End di una saga a dir poco epica! Dubito si superera` i picchi di e picita` di questa saga con il Continuy,ma non lo reputo impossibile,staremo a vedere.
    Prossimamente... Dragon Ball R.S., il DB alternativo!

  3. #303
    Ho le Palle Piene L'avatar di VirusImpazzito
    Data Registrazione
    Tue Feb 2006
    Località
    Al campo della banda...
    Messaggi
    1,573

    Predefinito

    Grazie per i commenti! Mi fate venire voglia di pubblicare già il prossimo capitolo, ma aspetterò ancora qualche giorno.

    Non so che aspettative abbiate di preciso sul prosieguo (Ssj 3 ha accennato a una tematica che si aspetterebbe di vedere...), ma sono sicuro che ciò che vedrete nel prossimo capitolo sarà una svolta davvero inattesa per voi.

  4. #304
    il VERO Super Saiyan L'avatar di Vegeth SSJ3 Full Power
    Data Registrazione
    Tue Jun 2013
    Località
    Nel tuo cuore Dragonballiano
    Messaggi
    280

    Predefinito

    Beh,io sono disponibilissimo anche ad aspettare un mese per il prossimo capitolo,una storia affascinante come questa merita di essere seguita fino in fondo
    Prossimamente... Dragon Ball R.S., il DB alternativo!

  5. #305
    Ho le Palle Piene L'avatar di VirusImpazzito
    Data Registrazione
    Tue Feb 2006
    Località
    Al campo della banda...
    Messaggi
    1,573

    Predefinito

    Cominciamo con il prossimo capitolo e svoltiamo l'angolo... sta per inniziare il:

    Cap. 46: Tenkaichi!

    Nella primavera che seguì la sconfitta di Cooler, la Terra, assaporando la pace che l’alieno aveva messo a rischio per appena una manciata di ore, si preparava ad un nuovo grande evento la cui portata era rimasta ineguagliata da ormai una decina d’anni: un nuovo Torneo Tenkaichi.
    L’idea era stata proposta di comune accordo dai quattro maestri di arti marziali delle due storiche Scuole della Tartaruga e della Gru. Subito dopo il saluto definitivo agli extraterrestri, il quartetto ricevette una convocazione speciale al King’s Castle, residenza principale ove il Re presiedeva il governo centrale del pianeta Terra. Giunti al cospetto del baffuto canide dalla folta peluria dalla tinta blu-grigia, ricevettero più approfondite spiegazioni sull’invito che li aveva condotti nel palazzo del potere. Fra i guerrieri che si erano battuti per la salvezza del pianeta, individuati nelle riprese video degli scontri, loro quattro erano i più facilmente reperibili; il ragazzino restava anonimo, così come quel soggetto dalla carnagione poco in salute, dall’aspetto truce ma così familiare (fortunatamente non riconosciuto come il Grande Mago Piccolo) e l’altro uomo, quello dal cipiglio corrucciato che indossava un’armatura. Il motivo della convocazione? Il Re della Terra aveva deliberato di conferire premi ed onorificenze alla squadra di salvatori del pianeta, come giusto riconoscimento per il coraggio e il valore eroico dimostrato, pur consapevole che nessun premio materiale sarebbe mai stato sufficiente allo scopo.
    Inizialmente, per più di un motivo i giovani maestri rifiutarono qualsiasi premio ed onorificenza che avreb-bero dovuto ricevere a titolo personale. Per quanto nella lotta contro gli uomini di Cooler avessero dato più del 100%, nulla avevano potuto contro il reale nemico, il potente Re delle Galassie. In fondo, il merito della salvezza andava ascritto a Vegeta, sulla cui vera natura era meglio tacere per non allertare ulte-riormente il popolo della Terra. No, non meritavano alcun premio. Da qui il loro rifiuto… o almeno questa fu la risposta iniziale, senza fornire troppe spiegazioni. Ripensandoci, però, un premio che potevano accettare c’era; ma sarebbe andato principalmente a vantaggio dei loro allievi e di quanti nel mondo coltivavano la passione per le arti marziali. Consultandosi fra loro, i quattro amici si erano resi conto che ai loro allievi mancavano serie occasioni di confronto agonistico: fedeli agli insegnamenti tradizionali dei loro maestri, Crilin e Yamcha, ma anche Tenshinhan e Jiaozi avevano addestrato (e avrebbero continuato ad addestrare) i loro allievi più in gamba a superare i limiti delle capacità umane… ma ciò li rendeva superiori alla media dei competitori nelle gare regionali che pure si tenevano. Malgrado ciò, il Governo centrale aveva sempre rifiutato negli anni le richieste di ripristinare la competizione internazionale, preoccupato non tanto per le opere di ricostruzione che sarebbero state necessarie, quanto per l’incolumità degli spettatori e delle popolazioni civili che avrebbero risieduto sull’isola Papaya. Non era necessario essere giornalisti sportivi o esperti del settore delle arti marziali per ricordare cosa era accaduto alcuni anni prima, quando l'accanimento dello scontro e la potenza distruttiva dei due atleti finalisti avevano creato danni ingenti, e il panorama urbano dell'isola non era più stato ricostituito. La potenza dei concorrenti delle ultime tre edizioni era cresciuto tanto da raggiungere livelli letteralmente devastanti, e il disastro causato dall’individuo noto come Majunior era ancora lì a testimoniare questi dati di fatto.
    Fu Tenshinhan, fra i quattro, ad insistere maggiormente con il Re, che inizialmente si mostrava prudente e titubante per l’incolumità dei suoi sudditi. Memore della gioia provata nel combattere contro Goku, il treocchi fu caparbio, ed infine propose che lui e i suoi tre colleghi – che non avrebbero preso parte agli incontri, essendo noto al mondo quanto fossero ampiamente superiori - avrebbero salvaguardato e supervisionato sotto propria responsabile tutela lo svolgimento delle gare. Al maestro della Gru stava a cuore che qualcuno dei suoi migliori allievi avesse l’opportunità di assaggiare lo stesso fremito di eccitazione e di sportivo confronto con altri esperti. La possibilità di incontrare esperti di tutto il mondo, la determinazione, le esperienze indimenticabili e formative… E poi, quale poteva essere il miglior festeggiamento per consacrare l’arte del combattimento - che, tramite la sconfitta di Cooler e soci, aveva mostrato un’indubbia utilità?
    Raggiunto il compromesso, si diede subito il via ai preparativi. Come accennato, l’isola Papaya non era ancora pronta per accogliere un grande evento sportivo del genere; i lavori di ricostruzione procedevano, è vero, ma non erano ad un punto tale da permettere all’isola di accogliere migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo. Fra le varie possibilità, si scelse di ospitare il torneo presso la piccola isola Amenbo, non troppo distante dalla sede originale, sita a 9 chilometri a sud-ovest dalla costa del continente sulla quale sorgeva la Grande Città del Sud. Era un’isola di per sé poco popolosa, ma si prestava ad ospitare l’evento nel suo grande stadio, che era sufficiente riadattare per le discipline marziali. L’isola offriva un ulteriore vantaggio: mentre i finalisti avrebbero potuto alloggiare negli alberghi dell’isola, gli eventuali visitatori avrebbero albergato nella Città del Sud raggiungendo agevolmente la sede del Torneo.
    Già all’indomani della decisione, la notizia venne subito diffusa da televisioni, radio e giornali in tutto il mondo. Insomma: scelta la sede, c’era la disponibilità del Re, c’era finalmente una grande occasione… adesso spettava agli atleti impegnarsi a fondo, allenarsi degnamente e cogliere la possibilità di dare vita ad un nuovo Tenkaichi appassionante ed esaltante, in linea con le ultime edizioni.

    Nella Nuova Scuola della Tartaruga, frequentata da un ampio numero di appassionati, indovinate chi furono le atlete selezionate come candidate al Torneo? Sembrerà scontato, ma a furor di popolo vennero scelte proprio le tre sorelle Soya, Kaya e Ganja, che avrebbero seguito un allenamento più intensivo nei mesi che precedevano l’inizio delle gare. Tutti sapevano che erano loro le più forti e le più appassionate, al di là del legame affettivo con i due Maestri, ed erano le veterane. Del resto, Yamcha e Crilin erano abbastanza onesti: conoscevano le capacità di tutti i loro allievi, nonché i loro interessi e i loro impegni quotidiani; se avessero potuto optare per altri discepoli più in gamba, lo avrebbero fatto senza esitare. La candidatura delle tre ragazze voleva essere anche un riconoscimento dell’interesse profuso in quel periodo di frequentazione durato oltre un anno e mezzo; tutti erano sicuri che la scuola non avrebbe sfigurato, con tre rappresentanti del genere.
    Quanto alla nuova Scuola della Gru, Tenshinhan propose la partecipazione a Ramen e Ivanovich, che accettarono con entusiasmo. Durante i fatti di Zambookah, Ramen era rimasto magnetizzato e galvanizzato dai combattimenti del Maestro a cui aveva assistito coi propri occhi. Il treocchi era ormai il suo idolo totale; seguendo il suo esempio, si sarebbe allenato più che severamente in vista del torneo, ancor più di quanto avesse mai fatto in vita sua: lo spettacolo offertogli dal maestro Tenshinhan e dai suoi amici era diventato per lui un ulteriore stimolo. “Quanto potrò migliorare ancora crescendo?? Quanto può migliorare un essere umano per diventare il più forte del mondo…?” Ogni tanto, durante i suoi esercizi, si interrogava sulle sue capacità e si sentiva sollecitato a svilupparle sempre di più. Ivanovich era meno profondo di lui: se Ramen era il numero uno, lui era il numero due e avrebbe voluto scalzarlo presto dal trono. Non era affatto un ragazzo cattivo… Più che la passione genuina di Ramen, lo muovevano la gelosia e l’istinto di rivalità. Oltre tutto, Jiaozi aveva annunciato loro che uno degli aspetti più entusiasmanti del torneo sarebbe stato il riproporsi del confronto tra le due scuole avversarie. Cosa cosa?? Allora c’era una possibilità di rivedere le due gemelle, constatò Ivanovich! In particolare… “Forse ci sarà quella topa di Kaya… Dio mio, quanto mi facevano impazzire i suoi capelli lunghi!” esclamò mentalmente, quando con sguardo ebete arrossì proprio mentre si stava allenando in palestra con l’amico-nemico. Quest’ultimo si mise a ridacchiare.
    «Che cavolo ti ridi, scemo?!» replicò stizzito il biondo.
    «Guardati, che faccia da demente che hai!» lo derise Ramen.
    «Sono contento che partecipiamo entrambi al Tenkaichi! Non vedo l’ora di umiliarti in pubblico, su scala internazionale!» ribatté Ivanovich.
    «Forse perché dai per scontato che vincerai tu. Ad ogni modo, anche io sono contento… spero che, al di là di tutto, daremo vita ad un bel combattimento!» concluse sportivamente il rosso. Era un’amicizia strana, la loro: ma sicuramente una bella amicizia, al di là dei carezzevoli insulti che si rivolgevano.

  6. #306
    Ho le Palle Piene L'avatar di VirusImpazzito
    Data Registrazione
    Tue Feb 2006
    Località
    Al campo della banda...
    Messaggi
    1,573

    Predefinito

    Passarono sicuramente sei mesi, anche qualcosa in più: sopraggiunse l’attesa data del 9 maggio.
    L’isola Amenbo era un tripudio di palloncini, festoni, decorazioni; abbondavano bancarelle, giostre e luminarie, che arricchivano la fiera nelle ore serali, quando le gare atletiche tacevano; l’animato ed allegro vociare delle persone convenute completava un quadro che Bulma riconobbe come familiare. Sembrava che ben poco fosse cambiato rispetto alle manifestazioni dei tempi andati; l’atmosfera era la stessa. Per quanto lei fosse bellissima – o almeno tale si reputava, secondo i suoi modesti canoni – gli anni erano passati, quasi scivolandole addosso, e modificandole solo l’acconciatura, ora a caschetto fino alle spalle, e l’abbigliamento, ormai adatto ad una donna adulta; stavolta, però, spingeva avanti a sé il passeggino con a bordo suo figlio, il piccolo Trunks. Era un paffuto neonato con alle spalle pochi mesi di vita. Pur di indole placida, il piccolo non voleva sentire ragioni all’orario dei pasti: il suo appetito vorace era sicuramente un retaggio Saiyan, assieme alla coda da scimmietta, subito recisa per evitare trasformazioni indesiderate, e allo sguardo truce che richiamava quello di suo padre Vegeta. Uno sguardo truce che non smetteva di preoccupare Bulma, mentre la nonna materna non smetteva di considerarlo un accenno del giovane fascinoso e tenebroso che sarebbe divenuto; per non dire dell’indubbia intelligenza che si rispecchiava in quegli occhietti, di cui Bulma si attribuiva il merito genetico. Per proteggergli la testolina dal sole, sua madre gli faceva indossare un cappellino blu con due cornetti sulla sommità, da cui faceva capolino un ciuffetto di capelli violacei, altra eredità di parte materna. Quanto al Principe dei Saiyan… Bulma non aveva più vissuto un periodo intenso di rapporti con Vegeta come quello che aveva portato al concepimento del bambino; così, col senno di poi la donna si ritrovava a pensare che quella era stata un’epoca d’oro che quasi sicuramente non sarebbe più tornata, salvo miracoli. Perché le cose belle devo sempre finire, e per di più così presto? Ormai passavano giorni interi senza che lo vedesse; a volte lo intravedeva quasi fosse un fantasma che si aggirava fugace per la Capsule Corporation. Dove sparisse, dove fosse sparito proprio in quel periodo, era un interrogativo a cui nessuno avrebbe saputo rispondere, e a cui egli stesso non avrebbe mai dato risposta. Era un testardo, un cafone, un ingrato, ma… non riusciva a detestarlo come avrebbe voluto fare, per rispetto di sé stessa. Poi però sopraggiungeva l’orgoglio, quasi lo spirito di ricomporsi per sé e per il bambino, per il quale una madre cupa e perennemente pensierosa non sarebbe stata un adeguato supporto. Fortunatamente, in caso di malumore, quella coppia bislacca di nonni che Trunks si ritrovava era dotata di allegria a vagonate.
    Il piccolo sbadigliò sonnacchiosamente. «Ti stai annoiando, Trunks?» chiese amorevolmente la mamma. «Dai, un po’ di pazienza… fra un po’ arriveranno gli altri. Magari sono già in giro, ma non è facile incontrarsi in mezzo a questa folla…»
    «Ehi, Bulma! Buongiorno!» La giovane donna si sentì chiamata da una voce familiare. Voltatasi, riconobbe il Maestro Muten ed Olong: il primo indossava l’abito del giorno di festa appoggiandosi al suo bastone, il secondo una camicia a maniche corte, un panciotto e dei pantaloni scuri.
    «Guarda, Trunks! Il nonno Tartarughina e lo zio Porcellino!»
    «Tartarughina…» «Porcellino…» mormorarono i due, avvicinandosi sviliti.
    «Come va? Finalmente un’occasione per riunirci tutti insieme!» osservò Bulma.
    «Già… non ti avevamo ancora visto nei panni della mammina responsabile. Dimmi… lo allatti ancora alla mammella?» chiese Muten, con sguardo ingrifato, allungando una mano verso il seno generoso della neo-mamma.
    «Giù le mani, depravato!» urlò la donna allungandogli un ceffone sul viso.
    «Sai, Bulma? Conoscendoti da anni come una figlia di papà viziatella, è strano vederti nei panni di una brava mamma responsabile…» commentò Olong ironico.
    «Ma allora hai anche tu tutto questo gran desiderio di essere preso a botte…» ringhiò la ragazza sempre più infuriata, sollevando un pugno.
    «Avete già cominciato a bisticciare?» li interruppe una nuova voce: Crilin, in completo formale blu e guscio viola da tartaruga. Era proprio il vero leader della scuola della Tartaruga! Con lui, erano appena arrivati tutti gli esponenti della scuola della Tartaruga: Soya a braccetto con il suo amato pelatino; Yamcha, con i suoi spinosi capelli a spazzola e le sue cicatrici, anche lui in completo ma senza guscio, con Pual appollaiato sulla spalla; infine Kaya e Ganja che, rispetto a quando si erano iscritte in palestra, apparivano cresciute di qual-che centimetro ed irrobustite muscolarmente, senza mai perdere la grazia femminile del loro aspetto. Muten e Olong si scambiarono uno sguardo complice d’intesa, leggendosi nel pensiero: “Quante fighe…” Tutti gli amici si salutarono; alcuni saluti furono più caldi ed affettuosi, altri meno… e quello tra Yamcha e Bulma fu parecchio gelido ed indifferente.
    «Così adesso non vivi più con il vecchio maniaco… meglio per te.» accennò Bulma a Crilin.
    «Ehi, un po’ di rispetto per questo anziano! Sono sempre un venerando maestro!» protestò il vecchio eremita.
    «Beh... insomma, dopo lo scontro con Cooler, io e Soya abbiamo capito che non ammettere apertamente come stavano le cose era solo una perdita di tempo... giusto, cara?» spiegò teneramente imbarazzato Crilin.
    «Già...» aggiunse Soya, con la sua consueta soavità. «Ci giravamo intorno da troppo tempo... »
    «E così ora vivo con Soya e le gemelle nella Città dell’Ovest, anche se ultimamente non ho mai avuto il tempo di venirti a trovare.» Gli ultimi mesi erano stati talmente intensi ed impegnativi che quella era la prima volta che Crilin trovava il tempo di scambiare due chiacchiere in tranquillità con l’amica.
    «Le avrai allenate al meglio… Gareggerete tutte e tre, Soya?» continuò Bulma.
    «Beh… senza falsa modestia, io credo che non abbiano nulla da invidiare a come eravamo io e Yamcha ai vecchi tempi, anzi!» Poi si inginocchiò davanti al passeggino e salutò il neonato: «Tu saresti Trunks… vero, piccolino? Che carino… sei arrabbiato? Guarda lo zio Crilin come ti fa le linguacce…» e cominciò a dar vita ad una buffa esibizione di pernacchie, linguacce e sberleffi. Il bebè divenne l’attrazione del momento: anche le gemelle e i due depravati si affollarono attorno a lui.
    «Comunque non è esatto dire che parteciperemo tutte e tre… per stavolta io mi tengo fuori dalle gare.» disse Soya.
    «Come mai?» chiese perplessa Bulma.
    «Diciamo che… fra qualche tempo, Trunks non sarà l’unico neonato del nostro gruppo!» disse Crilin, rialzandosi dalla posizione inginocchiata.
    Bulma li ascoltava sbigottita, osservandola con tanto d'occhi: «Non vorrete mica dirmi che...»
    «Sì!» esclamò Crilin entusiasta, tenendo per mano Soya. «Pare che avremo un figlio!» completò, cantile-nando come se fosse una filastrocca infantile.
    «O una figlia!» volle precisare Soya.
    «Non c'è bisogno di puntualizzarlo... lo sai che per me non fa differenza, anzi...!»
    «Maschio o femmina non importa, ciò che importa è che assomigli il più possibile alla mamma e il meno possibile al papà!» disse Yamcha ridendo, spiritoso.
    «Quanto sei simpaticone, tu! Però non posso darti torto...» commentò Crilin portandosi la mano al meno.
    «Beh…» iniziò a fantasticare Soya. «… e se ereditasse il tuo colore di capelli? Il nero non è male in fondo...»
    «Grazie per avermi ricordato che del mio aspetto fa schifo tutto, tranne il colore dei capelli… che peraltro mi rado, tesoro mio!» rispose ironicamente Crilin, ridendo.
    «Figa, che palle oh… ora ricominciano a fare i loro progetti tipo nido d’amore.» si lagnò Ganja.
    «Sarai una mamma rompiballe! » esclamò Kaya, per stuzzicare la sorella maggiore che, di fatto, negli anni successivi alla morte dei loro genitori, aveva assunto per loro le veci di una madre, alla quale le gemelle – nonostante fossero due scapestrate – erano grate di tutto. E se quel giorno erano al torneo, lo dovevano sicuramente anche a Soya.
    «Ah, sì?? Io spero che non prenda nulla dalle sue stupide zie!»
    «Ehi… e se venissero due gemelli? Del resto c’è già uno splendido precedente in famiglia!» disse allora Kaya; poi le due gemelle rivolsero a Yamcha varie impazienti domande sullo svolgimento del torneo, mentre Crilin tornò a fare le boccacce al piccolino, insieme a Muten, Pual ed Olong. In occasioni simili, i neonati hanno la singolare caratteristica di diventare le superstar della situazione.
    «Dunque questa volta la Tartaruga sarà rappresentata dalle tue sorelle.» Aggiunse Bulma a bassa voce, parando con Soya. «Non so se si può fare affidamento su quelle due...» La madre di Trunks ricordava che erano state quelle due che lei considerava poco di buono ad indurla alla rottura con Yamcha.
    «So che hai una scarsa considerazione per loro e posso capirti, visto il passato. Però sul loro impegno per questo Torneo non c'è nulla da discutere: si sono date da fare, si sono impegnate parecchio. Mi azzarderei a dire che sembrerebbero cambiate… anche se so che mi pentirei di averlo detto…» Abbassando il volume della voce, Soya soggiunse: «Sai che ti dico? Ho sempre sostenuto che avrei toccato il cielo con un dito il giorno in cui avrei potuto partecipare a questo benedetto torneo… ma, ora che sto con Crilin e aspetto un figlio, so che mi sbagliavo... è proprio vero che la felicità non arriva mai quando uno la cerca, e sempre quando non se l’aspetta!»
    Bulma ridacchiò. «Ahah… già… anche se hai dovuto rinunciare al tuo amato torneo, sei felice lo stesso...»
    «Dopo il parto mi rimetterò in forma, e poi si vedrà...!» concluse convinta la donna di Crilin. Conoscendola, possiamo affermare che avrebbe mantenuto la parola.

  7. #307
    Ho le Palle Piene L'avatar di VirusImpazzito
    Data Registrazione
    Tue Feb 2006
    Località
    Al campo della banda...
    Messaggi
    1,573

    Predefinito

    Ecco finalmente arrivare Tenshinhan e Jiaozi, accompagnati dai fedeli discepoli Ramen ed Ivanovich. Mentre i due maestri indossavano i classici abiti simili a quelli che furono dell’eremita della Gru, i due allievi avevano viaggiato in abiti casual. La pubertà aveva cominciato ad agire sul loro aspetto fisico: rispetto a sei mesi prima, entrambi erano cresciuti in altezza, benché Ivanovich continuasse a essere più alto dell’amico-rivale. Inoltre, mentre ad Ivanovich erano spuntati i primi peletti biondi sul petto e sul mento, accenno di barbetta, Ramen esibiva un accenno di basette rossicce ai lati del viso, che facevano il paio con il suo sorriso serioso.
    «Scusate il ritardo!» esordì Tenshinhan anche a nome dei suoi. Jiaozi, Ramen ed Ivanovich salutarono il resto del gruppo. «Spero che abbiate rispettato la vostra parte dell’accordo…»
    «Certo…» replicò Yamcha. L’accordo a cui si riferiva il treocchi consisteva nel divieto di rivelare ai rispettivi allievi quello che sapevano sulle tecniche speciali della scuola rivale. Tutto ciò, al fine di rendere i duelli più interessanti, come lo erano stati i loro incontri giovanili, quando ancora praticamente non sapevano nulla delle rispettive tecniche.
    «Gohan e gli altri non vengono?» domandò allora Bulma.
    «Gli altri, chi? Piccolo e Chichi?» rise Yamcha. «E poi Gohan deve studiare… tre giorni di vacanza sono trop-pi, secondo Chichi… Oltre tutto, Gohan non ama combattere, e la sua presenza in un torneo di normali esseri umani sarebbe fuori luogo.» Essendo presenti tutti i componenti del gruppo, subito ci si organizzò: le iscrizioni per quell’edizione erano già state completate in anticipo rispetto alla data d’inizio della competizione, quindi per i combattenti non restava che recarsi nell’area destinata alle eliminatorie. Il gruppo si divise: Bulma con Trunks, Soya, Muten, Olong e Pual sarebbero andati insieme ad ingannare l’attesa, aspettando e sperando di ricevere notizie positive sulle qualificazioni. I quattro allievi, seguiti dai quattro maestri, invece, si recarono entusiasti ed eccitati verso le grandi tensostrutture adibite a spogliatoio degli atleti e sede delle eliminatorie.
    Appena entrati, i quattro ragazzi provarono grande emozione nel vedere oltre un centinaio di lottatori radunati attorno a quattro tappeti di combattimento, in attesa dell’inizio dei primi incontri. Dal vivo era ancora più entusiasmante di come se lo erano immaginati; in particolare, Ivanovich provò una stretta allo stomaco, quasi un senso di vuoto davanti all’imminenza delle prove che lo aspettavano.
    «Emozionato?» chiese Jiaozi con tenera vocina.
    «Giusto un poco…» mormorò il biondo.
    «Ragazzi!» Tenshinhan apostrofò i due giovani allievi. «In questa fase preliminare non c’è nulla di cui preoccuparsi. Oltre tutto, in base i numeri a cui siete stati abbinati, per il momento non ve la vedrete con le allieve della Tartaruga.»
    «Beh, a voi due non mi pare che occorrano incoraggiamenti…!» esclamò Crilin, rivolgendosi alle gemelle che, più che in ansia, sembravano elettrizzate. «Poiché il Maestro Muten ci spronava sempre a superare i limiti dell’uomo comune, noi abbiamo cercato di inculcarvi lo stesso insegnamento… sono convinto che la maggior parte degli atleti qui presenti non potrà nulla contro di voi! Quindi non serve che vi affatichiate troppo, per adesso!»
    «… e mi raccomando!» sussurrò Yamcha sornione. «Non sfoderate le vostre tecniche migliori fin da subito! Non ne vale la pena… e non risulterebbe nemmeno un gran bello spettacolo con queste mezze calzette, se vi interessa!» concluse, facendo leva sull’indole esibizionista delle due ragazze.
    Dopo alcuni minuti di attesa, una voce microfonata interruppe il brusio di sottofondo e il chiacchiericcio degli allievi. Un cerimoniere di mezza età in tunica arancione stretta in vita da una cinta di tessuto color marrone, con un basso cappello cilindrico nero, prese la parola. «1-2-3-prova. Bene, il microfono funziona…! Buongiorno a tutti, miei cari atleti! A nome dell’organizzazione, vi do il benvenuto alla ventiquattresima edizione del Torneo mondiale di arti marziali Tenkaichi! A distanza di anni, è nuovamente concessa agli atleti di tutto il mondo l’opportunità di dimostrare la propria forza ed abilità! Quest’anno, gli iscritti sono oltre un centinaio, precisamente…» pausa per cercare il rigo giusto sul foglio «…centosedici. In aumento, rispetto alla scorsa edizione! Sembra che in questo decennio molti appassionati abbiano continuato a praticare le arti marziali. Come per ogni edizione, abbiamo suddiviso gli iscritti in quattro batterie, contrassegnati dalle lettere A, B, C e D. Ogni atleta è pregato di presentarsi al ring associato al proprio numero; un ritardo superiore ai tre minuti comporterà per il suo sfidante una vittoria per abbandono. Le qualificazioni per i quarti di finale avverranno mediante una serie di brevi incontri della durata massima di dieci minuti; in caso di parità, spetta all’arbitro l’ultima parola. Riepiloghiamo le regole degli incontri, che sono rimaste pressappoco invariate rispetto alle consuete tradizioni: è vietato l’uso di armi e di oggetti rigidi usati come corpi contundenti o strumenti di protezione. Perde l’incontro chi resta al tappeto per un tempo superiore ai dieci secondi, chi cade dal ring o chi si arrende. È squalificato chiunque uccida l’avversario o lo ferisca mortalmente. Il Torneo è un’occasione di divertimento, abilità e spirito sportivo, non dimenticatelo!» si raccomandò, con un velato riferimento agli esiti dell’ultima, violentissima edizione. «Con queste raccomandazioni, mi sembra di aver concluso. Detto ciò, diamo il via alle eliminatorie! Auguri e… che vincano i migliori!»
    Gli atleti si disposero vicino ai rispettivi incontri, e i nostri quattro beniamini – ai quali erano fortuitamente assegnati ring diversi – attesero il loro momento; ognuno di loro supportato da uno dei maestri. La prima dei quattro a salire sul ring fu Kaya. “I prossimi concorrenti saranno il numero 7, la signorina Kaya, contro il numero 8, il signor Nattydread!” declamò un arbitro. La ragazza dai lunghi capelli verdi salì sul ring: primo incontro ufficiale, con tanto di uniforme rossa e ideogramma Kame sul petto e sulla schiena. Il suo avversario era un aitante atleta nero a torso nudo e in pantaloni multitasca, con le mani fasciate di tessuto chiaro, la testa piena di fitte treccine lunghe fino al collo e dei radi baffetti neri sopra le spesse labbra.
    «Ditemi che è uno scherzo! Aspetto con ansia di combattere, e mi trovo davanti questa fighetta??»
    «Ahò! Guarda che la fighetta qui presente ha due palle più grosse delle tue!» si infuriò la ragazza.
    «Ahah, questo torneo è diventato una farsa! Ci metterò due secondi a eliminarti dalla gara… io quelle come te le castigo a letto, ma con un altro tipo di corpo a corpo…!»
    «È arrivato lo stallone, ragà!» lo schernì Kaya girandosi verso il pubblico che la guardava da sotto il ring.
    «E-ehm… Signori partecipanti, devo sollecitarvi combattere… altrimenti sarete squalificati entrambi…» li ammonì il giudice di gara.
    «Certo! Non servirà nemmeno fare uso della tecnica della Tartaruga, con te… userò il karate metropolita-no!»
    «E che stile sarebbe?» domandò Nattydread.
    «È lo stile “Ti-spacco-l’ano!”» Con un paio di balzi in avanti, la ragazza gli si portò davanti a sorpresa, poi alle spalle; gli afferrò il braccio da dietro, e senza eccessivo sforzo glielo torse dietro le spalle. Il nero lanciò un urlo di dolore lancinante; con sommo sforzo cercò di liberarsi, ma non ne fu in grado. «Forza, maschio, di’ che ti arrendi!»
    «N-no… mai…» si rifiutò d’istinto l’avversario stringendo i denti. Kaya, divertita, girò il suo avambraccio con maggior vigore: «Dillo!» «A-Aaaahh… m-mi arrendo… hai vinto t-tu!!» disse lui spalancando la bocca al massimo del dolore; sembra che non sia il massimo sentire il proprio braccio sul punto di spezzarsi. «Vince la signorina Kaya.» dichiarò l’arbitro, mentre i due concorrenti scendevano dal tappeto, l’una soddisfatta, l’altro adirato massaggiandosi il braccio. “Non sapevo che ora le ragazzine le facessero così forti ed agili, accidenti a lei…”
    “Troppo facile” commentò fra sé Crilin, sorridendo sornione.
    Ed era solo l’inizio. Presto arrivò il turno degli altri ragazzi, ed ognuno non tardò a fare bella figura, seguen-do naturalmente il proprio stile. Così, Ganja si comportò all’incirca come sua sorella: all’udire l’insinuazione che le arti marziali non sarebbero uno sport da donne, rispose spedendo l’avversario fuori dal ring con un calcio al mento. Ramen fu sbrigativo e quasi taciturno, al punto da mettere a tappeto il contendente con tre pugni potenti e un calcio all’addome; Ivanovich, invece, preferendo non usare troppa forza, incalzò con una serie mista di pugni; l’avversario arretrò, e, per via di un calcio basso del biondo, rovinò fuori dal ring.

  8. #308
    Ho le Palle Piene L'avatar di VirusImpazzito
    Data Registrazione
    Tue Feb 2006
    Località
    Al campo della banda...
    Messaggi
    1,573

    Predefinito

    ************************
    L’ANGOLO DELL’AUTORE.
    Altra svolta inaspettata… un nuovo Torneo, a cui i nostri eroi non partecipano direttamente; lasceranno spazio ai loro allievi – che stavolta non faranno le semplici spalle comiche. Naturalmente, Crilin e gli altri non scompariranno, anzi! :-) Premesso ciò, alcune considerazioni!
    - Su “Crilin+Soya”: posto che il nostro pelatino ha realizzato il sogno della sua vita, c’è da dire che gli ho fatto usare le stesse parole che nel manga usa per raccontare a Goku del suo rapporto con 18: “viviamo insieme”. Ho usato questo verbo perché non ho mai capito come funziona nel manga di Dragon Ball il matrimonio: nell’anime funziona con il velo bianco della sposa, il prete, la chiesa ecc. A leggere il manga, però, quando Goku ha appena finito di sconfiggere Piccolo, Muten gli fa gli au-guri perché “si è appena sposato”; più avanti Crilin dice che lui e 18 “vivono insieme alla Kame House”. Sembrerebbe quasi che per sposarsi nel loro mondo basta decidere di voler vivere insieme e andare a farlo, senza ulteriori cerimonie(beati loro!). Nell’incertezza, diamo per assodato che Crilin e Soya fanno gli sposini, o meglio vivono come tali (anche perché non mi andava di farli aspettare ancora). :-D
    - Sul Tenkaichi: dal manga sappiamo che nell’universo principale viene “ripristinato” solo da Cell (a modo suo), e da lì in poi si è tenuto quasi regolarmente (se ne svolgono due in 7 anni, il primo vinto da Satan, il secondo all’epoca del risveglio di Majin Bu); da come si svolge il secondo, direi che è tutta una manovra di Satan per farsi figo davanti al pianeta. :-D Dell’altro universo, ossia quello in cui si svolgono i fatti che vi sto narrando, non si è mai detto che il Tenkaichi sia tornato in auge, ma nulla vieta di pensare che possa essere accaduto secondo lo svolgimento dei fatti di questa storia.
    - Sui nomi: Natty Dread è (come Kaya) il titolo di un album e canzone di Bob Marley. :-)
    - Infine, la battuta di Kaya sul karate metropolitano è di Eddie Murphy (dal film “Il Professore Matto”).

  9. #309
    Senior Member L'avatar di Ssj 3
    Data Registrazione
    Sun Oct 2007
    Messaggi
    2,697

    Predefinito

    Letto subito! Ammetto che non mi aspettavo il salto temporale immediato, così come il tenkaichi.

    A proposito, proprio un'ottima location per un torneo di arti marziali.
    9 chilometri a sud-ovest della città del sud, primi di maggio quando non è nè troppo caldo nè troppo freddo, non riesco proprio a pensare a cosa possa andare storto

    Non farci aspettare troppo per il prossimo capitolo

    Premio idolo del giorno al solito maestro Muten, ingrifato come nel primo capitolo di DB

  10. #310
    il VERO Super Saiyan L'avatar di Vegeth SSJ3 Full Power
    Data Registrazione
    Tue Jun 2013
    Località
    Nel tuo cuore Dragonballiano
    Messaggi
    280

    Predefinito

    WOW! Non me l'aspettavo il Torneo Tenkaichi! Davvero Ottimo come capitolo,Muten e Olong son sempre i soliti (XDXD),ed ho trovato molto affascinante dove sono andati a finire Crilin e Soya (la gravidanza). Sevbene abbia molto apprezzato certe gag,sono dell'idea che disegnate vengono meglio. Oivviamente questa e' solo una mia constatazione,anche su testo scritto funzionano,se il lettore le sa immaginare.
    Solo una domanda,infine: Vegeta comparira' in questo Tenkaichi (ovviamente come spettatore,non essendosi iscritto)?
    Prossimamente... Dragon Ball R.S., il DB alternativo!

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •