Il grugno di Vegeta indusse il professore a riformulare la domanda:
Saresti disponibile a collaudarla? Credo che tu sia la persona più indicata. Puoi reggere sotto sforzo le elevate gravità che la macchina può raggiungere; naturalmente potrei attrezzarla di tutti gli strumenti ginnici che ritieni utili. Inoltre tu conosci in parte questa tecnologia, mi pare; e per di più hai viaggiato a lungo nello spazio, e in caso di emergenza sapresti giostrarti meglio di chiunque altro.
Il pensiero di Vegeta corse allo spazio, a Freezer e ai pensieri tormentosi di sempre. E poi... Kakaroth! Era vero, Kakaroth era ancora vivo! Lo aveva detto il Dio Drago namecciano, il giorno in cui avevano cercato di riportare Goku in vita – Goku non poteva essere riportato in vita perché era già vivo, e non poteva essere trasferito sulla Terra perché si era opposto a questo desiderio. Quindi doveva essere ancora in giro per lo spazio, magari ad allenarsi chissà dove, magari chissà di quanto era migliorato, magari stava cercando altri modi per surclassare la potenza di chiunque e di lasciare Vegeta indietro, sempre più...
- Accetto. - rispose Vegeta, prima ancora di rendersi conto era atterrito dal pensiero che Goku diventasse... irraggiungibile. - Quando si parte? - L'espressione di Vegeta, normalmente accigliata, sembrò in quell'istante diventare ancora più truce.

A poche centinaia di metri di distanza dall'hangar, nella cucina della casa di Bulma, la ragazza stava sfogandosi con il suo fidanzato per i modi scortesi del Principe dei Saiyan. Certo, per Yamcha sarebbe stato piacevole poter fare colazione in pace leggendo in silenzio le notizie sportive. Il giovane, però, non aveva dimenticato che l'ultimo periodo era stato a dir poco tempestoso per la loro relazione, tra litigate e sfuriate, allenamenti nell'aldiqua e nell'aldilà, trapassi a miglior vita ed invasioni aliene; lui era caduto combattendo in prima linea, lei era partita nello spazio aperto per riportarlo in vita... Il semplice fatto di essere tornato alla placida vita quotidiana lo rendeva soddisfatto malgrado il carattere pepato e difficile della fidanzata, e gli permetteva di tollerare col sorriso gli sfoghi di Bulma, quegli sfoghi che erano stati causa dei loro famosi tira e molla. E poi era vivo da troppo poco tempo per potersi lamentare; e comunque, al di là di questo, quasi quasi gli piaceva aver davanti la sua Bulma, poterla vedere coi suoi occhi a pochi metri di distanza e poter godere della sua compagnia, anche quando dava di matto.
- Capisci che fastidio che mi dà?! Non riesce ad apprezzare nemmeno il talento di mio padre, la sua abilità universalmente riconosciuta! Non sono mica io, la sola a dire che è un genio!
- Beh, cara, non vorrei sembrare l'avvocato del diavolo, anche perché sai quanto lo odio... - il ragazzo voleva arginare con la diplomazia l'ira della sua amata. - Però molte delle cose che a noi sembrano delle comodità tecnologiche super avanzate, forse per lui sono tecnologia obsoleta... chissà con quali aggeggi evolutissimi avrà avuto a che fare! Ricorda che voi avete viaggiato a bordo di navicelle provenienti da altri pianeti e fra l'altro nemmeno nuovissime... immagina quelle che avrà usato lui. È difficile impressionarlo sul terreno tecnologico!
- Sì, lo capisco... - Bulma sembrò per un momento mostrarsi comprensiva. Poi ripartì: - Però, questo non lo autorizza ad essere sgarbato con me! Non pensi che potrebbe chiamarmi col mio nome di battesimo, anziché terrestre o donna?? Mah!
Sì... certo, cara. - Yamcha accolse l'obiezione con un leggero sospiro.
Lo dici con convinzione o solo per darmi il contentino?? - chiese lei insoddisfatta, con uno sguardo sospettoso. Era in questi momenti che Yamcha si rendeva conto di quanto la sua innamorata fosse proprio femmina fino in fondo.
- No no, sono convinto... sei tu la padrona di casa, e fai già tanto per lui, ospitandolo! Anzi... - aggiunse con convinzione il giovane - quando ti deciderai a buttarlo fuori? Credo che sarebbe una liberazione per tutti!
- Non dire scemenze... lo sai che non è cortese! E poi per il momento un ospite in più non è di troppo disturbo: considerato che casa mia è piena di un centinaio di namecciani, la presenza di Vegeta quasi non si sente... sta tutto il tempo in camera sua, oppure esce senza dire nulla e senza farsi sentire! Se non altro, siamo sicuri di tenerlo sotto controllo affinché non danneggi il nostro mondo.
- E tutta quella tirata che hai appena fatto sulla sua maleducazione? Dovresti provare a dargli una lezione di bon ton...
- Se vuoi puoi dargliela tu una lezioncina... - chiuse con un sorriso malizioso, insinuando che nemmeno Yamcha era in grado di impartirgli quella famosa lezione. Povero Yamcha, colpito e affondato.
Fortunatamente, entrò la madre di Bulma a stemperare gli animi.
- Buondì, ragazzi! Non crederete mai alla novità del giorno! Ho incontrato Vegeta e l'ho invitato per un giro in centro a fare shopping... e lui ha accettato! Uh, come sono contenta! E poi gli farà bene stare un po' in mia compagnia mentre andiamo in giro per negozi... è sempre così serio e musone...!
I due fidanzati trattennero a stento le risate, al solo pensiero che quella scena potesse divenire realtà.