Non so cosa ci sia dopo la morte, nè penso potrò mai saperlo con certezza. Ho però una precisa predisposizione di pensiero, di cui ahimè mai potrò testare la veridicità.
Ciò che mi sovviene immediatamente quando si intraprende un discorso sulla morte è l'immancabile cattolicesimo, un tempo da me seguito a causa di influenze familiari e non; quindi anima immortale, paradiso, beatitudine eterna e così via. Purtroppo IMHO nulla in vita potrà mai portarmi a ritenere esistente una cosa del genere per quanto bella e rassicurante possa essere, quindi tendo a non considerare gli elementi forniti dalla religione come una possibile modalità di esistenza ultraterrena.
Detto ciò, spesso tendo a condurre anche un altro tipo di ragionamento: noi uomini, in quanto esseri dotati di un corpo materiale ed influenzati dalle leggi universali della fisica allo stesso identico modo di qualsiasi altro ente naturale (insomma, tutte le innumerevoli cellule che ci costituiscono e i cui messaggi permettono ai nostri muscoli di contrarsi e alla nostra mente di elaborare dati son fatte di materia tanto quanto lo è un comunissimo sasso - per quanto una cellula possa essere molto più complessa nei meccanismi che la caratterizzano rispetto ad un pezzo di roccia, e quindi sia le cellule sia i sassi sottotanno alle stesse medesime leggi), una volta interrotto quel flusso di impulsi elettrici nel nostro cervello che tutti noi chiamiamo vita, semplicemente ci tramutiamo in sacchi di carne, privi di quei meccanismi naturali che ci permettevano di distinguerci dagli oggetti inanimati. Nulla mi fa pensare ad un'anima che sopravvive al corpo, nè riesco ad immaginarmi un qualche motivo plausibile per cui il mio ego dovrebbe vivere in eterno se tutto ciò che ero ora non è più; l'uomo non ha nessuna possibilità di travalicare i limiti imposti dalla natura mentre è in vita, il nostro corpo fa parte del mondo e di conseguenza possiede probabilmente il suo stesso destino, l'oblìo.
Non sono proprio un ottimista da quanto avrete capito (), ma l'esperienza mi porta a pensare ad una vita seguita dal nulla, non posso ignorarlo. Ovviamente non ne posso avere la certezza dato che la morte ancora per fortuna non l'ho sperimentata, quindi mi limito a dire che non posso sapere cosa ci riserverà questo grande abisso cui tutti dovremo giungere prima o poi. Ma, se dovessi puntare dieci euro a riguardo, li punterei sul nulla.