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  1. #31
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    Ah già scusa, m'era sfuggito.

  2. #32
    Senior Member L'avatar di sssebi
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    Nonostante non abbia mai scritto one shot in vita mia sarei anche disposto a mettermi in gioco. Purtroppo ho 3 esami da dare in questo mese e non riesco proprio a trovare il tempo, seguirò comunque il torneo e mi candido come giudice alternativo nel caso in seguito ce ne fosse bisogno (lo dico perchè in altri precedenti tornei di one shot c'è stata spesso la necessità di ricorrere ad altri giudici).

  3. #33
    Demente precario L'avatar di Final Goku II
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    Citazione Originariamente Scritto da sssebi Visualizza Messaggio
    Nonostante non abbia mai scritto one shot in vita mia sarei anche disposto a mettermi in gioco. Purtroppo ho 3 esami da dare in questo mese e non riesco proprio a trovare il tempo, seguirò comunque il torneo e mi candido come giudice alternativo nel caso in seguito ce ne fosse bisogno (lo dico perchè in altri precedenti tornei di one shot c'è stata spesso la necessità di ricorrere ad altri giudici).
    Ottimo! In caso di forfait di giudici subentri tu!

    Grazie per la disponibilità.

  4. #34
    Obiezione! L'avatar di Light 96
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    Ma non si davano due settimane una volta?

  5. #35
    Demente precario L'avatar di Final Goku II
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    Citazione Originariamente Scritto da Light 96 Visualizza Messaggio
    Ma non si davano due settimane una volta?
    non ricordo. reputo una settimana un tempo ragionevole.

  6. #36
    Obiezione! L'avatar di Light 96
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    IN ASSENZA DI TE

    Era una tranquilla giornata assolata di un Luglio afoso. Una di quelle giornate in cui non si può proprio rimanere a casa e la gente si diverte ad uscire e andare a rinfrescarsi nelle fresche acque del mare,di una piscina o di qualunque posto dove avrebbe potuto sfuggire il caldo torrido. Questo avveniva anche in una tranquilla isoletta in mezzo al mare dove si potevano sentire strepiti,schiamazzi e il rumore degli schizzi d'acqua. Era la Kame House dove il divertimento era totale. Era ormai passato un anno da quando Goku e Junior avevano lasciato per sempre la Terra e l'atmosfera era delle più felici. Si era deciso per sconfiggere il caldo di fare il bagno tutti insieme e infatti i guerrieri Z e le loro compagne stavano sguazzando divertendosi.
    "Non stare troppo in acqua,piccolina" disse Gohan sorridendo disteso sulla sedia a sdraio
    "Papà,guarda che non sono più una bambina" rispose Pan sorridendo e schizzando acqua addosso al sayan.
    "E' veramente una bella giornata...MMMMM" esclamò il Genio fissando con insistenza il seno di Bulma intrappolato nel Bikini.
    "Smettila vecchiaccio pervertito" urlò Bulma mollando un ceffone a Muten mentre il principe dei Sayan lo guardava con espressione malefica.
    "Ok,ok. No problem,nessun problema" disse velocemente l'anziano combattente vedendo l'espressione di Vegeta.
    In questo ambiente mancava qualcuno. Infatti,da solo nella Kame House,vi era Crili che non si stava affatto divertendo.
    Le lacrime colavano copiose sul suo viso bagnando i baffetti dell'ex pelato.
    Il corpo di Crili era sconvolto da gemiti e singulti mentre i singhiozzi aumentavano d'intensità. Nessuno sapeva niente di questa crisi di dolore. Infatti non aveva intenzione di farsi vedere dalla moglie in quello stato, l'avrebbe senza dubbio considerato un debole.
    Il guerriero si era ormai reso conto che molto probabilmente Goku non sarebbe mai più tornato e questo lo rendeva triste e arrabbiato col suo migliore amico. Non riusciva a perdonargli questa sua improvvisa fuga dopo il loro ultimo combattimento. Non riusciva a spiegarsi come fosse stato possibile che il sayan avesse lasciato tutti loro così in quello stato senza più tornare e senza farsi sentire. Li Shenron era morto e davanti a loro si prospettava un periodo di pace e serenità quindi perchè andarsene via in questo modo? Le sfere del drago avevano causato un sacco di guai ma questi guai li avevano sempre superati alle grande e Crili non riusciva proprio a capire perchè il suo migliore amico l'avrebbe dovuto lasciare proprio in un momento così difficile caratterizzato dalla mancanza di dialogo tra lui e la cyborg sua moglie. Crili non era mai stato un debole anzi aveva sempre lottato con coraggio contro ogni sorta di nemico finendo il più delle volte per soccombere ma con la consapevolezza di averci provato. Ma in questo momento dentro il cuore del ragazzo albergavano solo tristezza e rabbia. Lui stesso non riusciva a spiegarsi il perchè di queste forti emozioni quando Gohan,Goten e Chichi erano fuori a divertirsi e avevano superato il trauma iniziale. Certo,loro pensavano che Goku prima o poi sarebbe tornato mentre lui,il suo migliore amico,dopo un iniziale sbigottimento aveva intuito la situazione. Avrebbe dato qualsiasi cosa per poterlo vedere un altra volta,per potergli parlare o anche solo per riempirlo di pugni e sfogare così la sua rabbia.
    "E va bene,ho deciso" disse Crili alzandosi dal tavolo. "C'è solo un modo per raggiungere Goku e per potergli parlare". Alzò la mano verso il cielo e creò un kienzan ma prima di poterlo fare sentì una voce chiara: "NO!"

    "NO!" Questo urlo era risuonato forte nella testa di Crili. Il baffuto sussultò. Conosceva benissimo quella voce. Era Goku.
    "Che cosa intendi fare, Crili? Non fare stupidate. Suicidarti non servirà a niente! Perchè lo stai facendo? Non sei il tipo da fare queste cose." disse il sayan facendogli rimbombare il cervello.
    "Goku!" urlò il piccoletto con violenza.
    "Silenzio,sennò ti scambiano per pazzo!" gli disse Goku ridendo. Poi il suo tono di voce tornò serio: "Ora mi devi proprio spiegare che cosa diavolo ti passa nella testa. Tu non sei mai stato un debole o un idiota. E ora ti vedo così triste e sconsolato."
    "Ho litigato con C18" disse freddo Crili.
    "Oh beh, mi dispiace. Credo di essermi perso quel momento. Sai,da quassù posso vedere tutto quello che succ..."
    "Esatto,te lo sei perso! E ti sei perso anche tutto il resto. Dov'eri quando Goten nasceva e cresceva? Dov'eri quando mi sono sposato? Dov'eri quando è nata mia figlia? Dov'eri quando...." Il cervello di Crili stava esplodendo. Sentiva che lo odiava ma in fondo di cuor suo sapeva che non era così.
    "Sai...direi che ho salvato la terra. Mi sono perso molti momenti belli delle vostre vite ma quei momenti non ci sarebbero mai stati se Cell avesse fatto saltare in aria il pianeta,non trovi?" chiese Goku
    "Beh,potevi tornare sulla terra. Potevi farti resuscitare già ai tempi. Invece di stare ad allenarti lassù. Tanto non è stato il tuo SSJ3 a salvare il mondo."
    "CRILI,ADESSO SMETTILA IMMEDIATAMENTE DI DIRE SCIOCCHEZZE! Sei amareggiato e triste per quello che è successo tra te e C18 e quello ti ha fatto capire che io non tornerò più dal mio viaggio con il drago Shenron ma non per questo te la devi prendere con me!" rispose il sayan
    "VATTENE,NON TI VOGLIO PIU' VEDERE O SENTIRE! ORMAI E' TROPPO TARDI. TI SEI PERSO TUTTI I MOMENTI PIU' BELLI DELLA MIA VITA E DI QUELLA DEI TUOI FIGLI ED E' TROPPO TARDI PER RIMEDIARE"
    "Stupido! Io ho dato me stesso per salvare la terra e tu parli così? Non ti capisco,non fare stupidaggini oppure falle se vuoi,arrangiati" e con questo Goku sparì.

    Anche Crili non capiva. Non capiva niente del suo comportamento e si era pentito delle frasi che aveva detto ma non l'avrebbe mai ammesso. Aveva litigato col suo migliore amico e di sicuro non gli avrebbe dato ragione.
    Tutto perchè quel giorno era triste. E poi lui e C18 avevano litigato per una stupidaggine. Potevano anche fare pace come avevano sempre fatto. Aveva perso il suo migliore amico ma almeno questo evento gli aveva fatto capire quanto teneva alla sua moglie se questo lo aveva portato a dire delle così grandi cattiverie. Aveva deciso. Sarebbe uscito a scusarsi con sua moglie e l'avrebbe baciata per fare pace e poi...beh,forse un giorno si sarebbe scusato anche con Goku. Non riusciva proprio a litigare col suo più grande amico.
    Crili si avvicinò alla porta della KameHouse e mise la mano sulla maniglia. All'improvviso una forte luce lo abbagliò. Il terrestre chiuse gli occhi,accecato,e quando li riaprì vide ai suoi piedi un piccolo oggetto rotondo. Crilì strabuzzò gli occhi. "Una sfera del drago!" esclamò. Non era possibile. Le sfere del drago erano andate perse quando erano state assorbite da...
    Crili sorrise. Aveva capito. Prese in mano la sfera e dentro potè giurare di aver visto per un attimo il sorriso di Goku. Avevano fatto pace. Il suo migliore amico si era assicurato di essergli sempre vicino. Uscì dalla KameHouse e la luce del sole gli provocò un sorriso. "Grazie!" pensò Crili sottovoce guardando verso il cielo.
    "Papaaaaaa" Marron gli venne incontro. "Che ne dici se facciamo un bel bagno?" chiese la bella ragazza che un tempo era la piccola e dolce Marron
    "Ma certo,cosa potrebbe andare storto?" disse Crili sorridendo.
    Nell'acqua del mare vide C18 che lo guardava. Un piccolo sorriso si delineava sul viso della cyborg.
    Crili corse verso il mare e si tuffò. Ora era veramente felice.

    Bene,ora che l'ho scritta posso notare che è più corta di quanto mi sembrava. Perfetto

    PS: lo so,il comportamento di Crili è irragionevole. Nella fanfic infatti ho cercato di far notare che pure lui stesso non riesca a capire cosa gli stia succedendo. Non cassatemi per questo, la conosco la psicologia dei personaggi solo che mi veniva comodo così

  7. #37
    Senior Member L'avatar di Majin Broly
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    DOLORE DI MADRE

    Bianco e rosso.
    Una piccola chiazza su di un candido pavimento fra le nuvole.
    “È tutta colpa mia …”
    Tratteneva a stento le lacrime, forse aiutata dal fatto di non averne più ormai.
    “Se solo non le avessi detto quelle cose, se me ne fossi stata zitta, non sarebbe accaduto.”
    Ma era accaduto.
    La sua migliore amica, l’unica donna al mondo ad aver condiviso con lei l’incredibile esperienza del rapporto con un uomo venuto dalle stelle, era morta, e nel modo più assurdo che qualcuno potesse concepire.
    Bulma non si dava pace, continuava a tornare con la mente ai minuti precedenti a quell’insensata tragedia, alle urla, ai pianti e alla rabbia.
    Com’era iniziata?
    Ricordava l’arrivo di quell’orribile creatura, lo spavento, Piccolo che cercava in qualche modo di prendere tempo, mentre lei pensava solo al destino che attendeva suo figlio e tutti loro. Poi le luci illuminarono il cielo. Lei aveva semplicemente ammirato, ammutolita, quell’incredibile quantità di comete rosate nella volta celeste che volavano verso terra, ignara del loro significato. Ma non sarebbe mai stata capace di dimenticare il dolore sul volto di Dende, quel ragazzo che lei aveva accudito e che ora tutti loro chiamavano Dio, che sembrava provare sul suo corpo la sofferenza di ogni singola vita spenta dal quel macabro e splendido spettacolo.
    Tutto era finito in un istante, e il mostro, con estrema semplicità, si limitò ad informarli che non era più rimasto vivo un solo essere umano sul pianeta.
    I suoi genitori erano morti.
    Non ce l’aveva fatta a restare lì, era corsa all’interno del santuario, lontano dall’assassino della sua famiglia.
    L’aveva trovata lì, seduta e abbracciata alle proprie ginocchia, lo sguardo fisso.
    "Chichi?”
    Lei aveva sollevato leggermente lo sguardo, per poi scoppiare in lacrime.
    “Q-quello è l’assassino di mio figlio! Me lo ha portato via! Ora sono sola con Goten, di nuovo sola a crescere un bambino …”
    Per un istante Bulma ebbe la tentazione di consolarla in qualche modo, ma poi un improvviso moto di rabbia s’impadronì di lei.
    Come osava disperarsi in quel modo? Suo figlio era morto una sola volta, sarebbe tornato in vita se tutto si fosse risolto. Lei invece non avrebbe mai più rivisto Vegeta.
    “Ma si può sapere per quale assurdo motivo stai piangendo?! Tuo figlio se ne sta tranquillo in Paradiso con suo padre, aspettando beato di essere riportato in vita! Come ti permetti di crollare così, quando il tuo piccolo Goten ha bisogno di vederti forte per affrontare l’assassino di suo fratello!”
    Chichi la fissava esterrefatta. Quelle parole sembravano averla trafitta dritta al cuore, trasformando la sua tristezza in furia. Scattò in piedi e, con una rapidità che Bulma riuscì a stento a seguire, le fu ad un palmo dal naso, gli occhi arrossati e lividi.
    “Cosa vuoi saperne tu della perdita di un figlio? Tu, che hai sposato un lurido assassino, un essere che, cercando di prendersi questo mondo, ha ucciso tutti i nostri amici, il tuo fidanzato, ha paralizzato mio marito e massacrato di botte mio figlio? Che vuoi saperne del dolore di essere costantemente separata dalla creatura cui hai dato la vita, quando, all’arrivo dei cyborg, hai avuto il coraggio di portarti Trunks dietro solo per la curiosità di vedere come erano fatti? Io ho sempre cercato in ogni modo di tenere Gohan lontano dal mondo di suo padre, lontano dalla morte, dal dolore, tu hai sbattuto tuo figlio in mezzo a tutto questo quando non aveva neppure un anno, e hai scelto come padre il più infido e bastardo assassino con cui fossi capace di accoppiarti. Scommetto che se Cell fosse stato attraente ti saresti fatta anche lui, e immagino che Freezer fosse veramente un mostro, altrimenti adesso Goten si starebbe allenando con un piccolo tiranno galattico sperando di sconfiggere quel coso rosa lì fuori!”
    Bulma aveva ascoltato attonita ogni parola. Era davvero questo che Chichi pensava di lei? Davvero la riteneva una donna facile, priva di ogni istinto o capacità materna? Aveva sempre pensato di condividere con quella donna un legame speciale, figlio della natura dei rispettivi compagni. Scoprire che quella sensazione appartenesse solo a lei e non fosse minimamente ricambiata fu un piccolo shock.
    Ma Chichi aveva osato troppo.
    “Non lo capisco? Infatti mio figlio non è la fuori in attesa di lottare con quel mostro, non è vero? Ma non hai capito davvero nulla, non riesci davvero ad arrivare al motivo per cui non sopporto che tu sia crollata così: nella peggiore delle ipotesi, la tua famiglia sarà tutta bella riunita in Paradiso! Se quel Majin Bu ci ammazza tutti, tu sarai eternamente giovane e circondata dai tuoi cari. Io no, cazzo,lo vuoi capire! Ho perso per sempre mio marito, e Trunks non rivedrà mai più suo padre! C’eri anche tu quando ho chiesto a Piccolo di Vegeta. Lui è all’Inferno, sarà purificato, dimenticherà ogni cosa e rinascerà in un nuovo corpo. Come puoi capire tu la mia sofferenza quando, alla fine, ogni strada ti porta all’eterna felicità con tutta la tua famiglia?!”
    Chichi fece un passo indietro. Forse quelle ultime parole l’avevano fatta riflettere.
    Speranza vana.
    La tristezza, il dolore, i rancori passati, in quel momento tutto stava scaturendo in un unico movimento di rabbia, e la bocca della donna era già pronta a riaprirsi per sputare veleno.
    “E perché credi che tuo marito sia all’Inferno, eh? Dimmi, quando te lo sei portato a letto non hai vagamente pensato che aveva ucciso miliardi di esseri viventi? Gohan mi ha detto cosa è successo su Namec, a te lo ha mai raccontato? Ha seppellito decine di namecciani, vecchi e bambini, tutti massacrati da quell’uomo che non accetti sia all’Inferno!”
    “È cambiato! Ora è un padre amorevole, ha dato la sua vita per tutti noi!”
    “Bella prova, ha impedito a Goku di salvare mio figlio, ha messo in pericolo tutti noi solo per dare sfogo alla sua frustrazione! Cazzo Bulma, ci ha mancato per sbaglio al Tenkaichi, te ne rendi conto! Per Trunks è solo un bene non avere più per padre un essere simile!”
    Bulma non proferì parola, alzò semplicemente la mano per sbatterla in faccia a Chichi.
    Pessima mossa.
    Si era completamente dimenticata che quella donna era enormemente più forte di lei, tanto forte da arrivare alle finali di un Tenkaichi assurdo, con in gioco il futuro del pianeta.
    Con estrema semplicità Chichi si spostò leggermente indietro, mandando lo schiaffo a vuoto, per poi darle un lieve colpo alla spalla, forte comunque a sufficienza da mandarla al tappeto.
    “E ti sei anche permessa di venirmi a dire di essere forte. Ecco cosa sei tu, una debole, del tutto incapace di difendersi da sola. Ti sei innamorata del primo ragazzotto robusto che hai incontrato, e l’hai scartato non appena ne è arrivato uno più forte. Se a quel Tenkaichi non avessi chiesto a Goku di sposarmi, sicuramente ti saresti fiondata su di lui. Vuoi che sia di esempio ai nostri bambini? Molto bene, farò ciò che tu non avresti mai il coraggio o la forza di fare!”
    La scavalcò e uscì dalla stanza in cui si era rifugiata poco prima. Bulma, ancora intontita, impiegò alcuni istanti ad alzarsi e rendersi conto del senso di quanto Chichi aveva detto. Era quasi all’esterno quando udì il chiaro suono di uno schiaffo.
    Non poteva crederci. Chichi aveva appena colpito il mostro.
    “Majin Bu, coma hai osato uccidere il mio Gohan?! Restituiscimelo! Restituiscimi Gohan!”
    Bulma neppure si accorse di Yamcha e del padre di Chichi alle sue spalle, era troppo sconvolta. Vide Majin Bu sollevare lievemente il capo per capire chi o cosa osasse infastidirlo. Poi, con totale noncuranza, pronunciò tre parole che, al momento, Bulma pensò di aver udito male.
    “Trasformati in uovo!”
    Chichi era rimasta inebetita per un istante, poi al suo posto era comparso un piccolo uovo di gallina.
    Col rispetto che si riserva ad un insetto, Bu si era semplicemente alzato e aveva calpestato l’uovo.
    “È solo colpa mia”
    Bulma si voltò, e vide Piccolo bloccare un Goten furioso, sull’orlo delle lacrime.
    “Ora gli sono rimasta solo io. Il guerriero che affronterà Majin Bu avrà solo me al mondo. Chichi, che tu l’abbia fatto volutamente o no, hai appena dato a Gotenks la rabbia che gli servirà per lottare. Io non sono una guerriera, non lo sono mai stata, ma cercherò comunque di fare la mia parte. Tu sei la madre che vorrà vendicare. Io darò tutta me stessa per essere la madre da cui vorrà tornare, in modo che resti vivo qualcosa di noi a questo mondo.”
    Ultima modifica di Majin Broly; 05-07-2012 alle 12:25

  8. #38
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    IL SEGRETO DI VEGETA

    «Mamma, i cartoni animati, non ci sono più i cartoni animati!»

    Ora interrompiamo le trasmissioni per comunicarvi una notizia straordinaria. I misteriosi individui apparsi tre anni fa nei pressi della Città del Sud, dopo un lungo periodo di inattività che diede a molti di noi la parvenza di una ritrovata pace, proprio oggi in poche ore hanno messo a ferro e fuoco decine di piccoli paesini dell’ovest. Gli attacchi si sono interrotti pochi minuti fa e, come potete ben vedere alle spalle della nostra inviata speciale, tutto ciò che han lasciato al loro passaggio è un cumulo di macerie. Per ora non è stato individuato alcun superstite, ma le ricerche procedono spedite e senza sosta.
    Il movente di tale crudeltà e le modalità di simili atti rimangono ancora un completo mistero. Le ipotesi condotte negli ultimi anni riguardo all’identità dei due individui sono delle più disparate, da alieni supertecnologici che vogliono sottomettere l’intero globo a umanoidi geneticamente modificati sfuggiti al nostro controllo. Nessuna però pare minimamente verosimile, né è stata accertata dagli esperti che a lungo han tentato di fare un po’ di luce sulla faccenda.
    L’esercito si sta preparando per concentrare tutte le proprie risorse nella distruzione dei due esseri, e pare che un grosso contingente si stia già dirigendo nella Città dell’Est, probabile prossimo obiettivo della misteriosa coppia. Infatti è proprio in quella direzione che questa si è diretta dopo aver
    - *click*

    Bulma spense la televisione. Aveva ascoltato abbastanza, ed il bambino non doveva sentire certe cose.
    «Forza, vieni Trunks, è ora del pisolino pomeridiano»
    «No, mamma, prima voglio finire i cartoni…»
    «Forza, non fare storie! I cartoni animati son finiti, non vedi? Ora andiamo, obbedisci»
    Il piccolo non fece altre storie. Bulma lo prese per mano, lo condusse nella sua camera e gli rimboccò le coperte prima di dargli un bacio sulla fronte. Dopodichè uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
    Solo allora si concesse il lusso di scivolare sino a terra, sconvolta.
    «No… non è possibile… sono… sono ancora vivi… e stanno venendo qui. Vegeta, che diavolo hai combinato?»
    Dovevano scappare da lì. Subito.
    “Prima però devo accertarmi di una cosa…”
    Si precipitò in fondo al corridoio e spalancò la porta sulla destra.
    In fondo alla stanza, arredata spartanamente e provvista solo di un letto, un armadio e un piccolo televisore posto su un basso sgabello, c’era un ragazzo affacciato alla finestra. Questo subito si voltò, preso alla sprovvista dall’irruzione di Bulma.
    «Gohan, ho urgente bisogno del tuo aiuto. Hai ascoltato anche tu il notiziario di poco fa?»
    Il giovane parve non capire. «No, io non…»
    «I cyborg stanno venendo qui!»
    Gohan impallidì.
    «Quindi… quindi dobbiamo di nuovo trasferirci?»
    «Sì. Tutta la città ormai starà già facendo le valigie, quindi dobbiamo muoverci se non vogliamo rimanere senza un posto libero in cui stare. Abbiamo avuto la fortuna di trovare questo appartamentino dopo che C-17 ha raso al suolo la nostra casa insieme alla sede della Capsule Corporation, ma questa volta potrebbe essere ancor più difficile riuscire a… riuscire a…»
    Bulma si interruppe. Ripensò agli ultimi anni trascorsi, ed ai cyborg. Era stanca, stanca di dover continuare a fuggire, stanca di dover a tutti i costi difendere la vita di suo figlio da una minaccia senza senso. Era da circa diciotto mesi che gli androidi non si facevano più vedere e l’incubo le sembrava passato.
    Si sbagliava di grosso.
    Le lacrime le riempirono gli occhi.
    Gohan cercò di rincuorarla. «Farò tutto ciò che riterrai necessario per aiutarti. Sai, dopo…»
    Fece una piccola pausa. «…dopo la morte dei miei genitori, tu sei stata l’unica ad avermi ospitato. Tutta la mia famiglia era morta, e tu mi hai dato la possibilità di avere un tetto sulla testa senza chiedere nulla in cambio. Sarò eternamente in debito con te per questo, lo sai, quindi chiedimi ciò che ti pare e stai certa che lo farò volentieri»
    Il discorso riuscì a strappare un sorriso a Bulma. “Che caro ragazzo”, pensò.
    «Grazie mille, piccolo. Purtroppo, sono davvero costretta a contare su di te, Gohan. Il tempo stringe, i cyborg potrebbero arrivare da un momento all’altro. Sai bene quanto siano veloci quei maledetti.
    «Ricordi cosa successe circa un anno e mezzo fa?»
    Gohan socchiuse gli occhi, pensieroso. «Uhm… ti riferisci al fatto che gli attacchi di C-17 e C-18 terminarono all’improvviso?»
    «No, non precisamente. Ricordi cosa ha fatto Vegeta?»
    «Ah, sì, andò a combattere i cyborg da solo. In effetti pensavo che li avesse sconfitti, dato che proprio pochi giorni dopo la sua partenza non si sentì più parlare delle due creature»
    «Sì, lo pensavo anch’io. Lo pensavamo tutti. Vegeta non ne ha mai fatto parola con noi, ma lo davam per scontato. È così scontroso che non ho osato chiedergli nei dettagli come andò il combattimento. Chissà cos’è accaduto realmente…»
    Gohan si alzò in piedi. «Non resta che chiederglielo di persona. Giusto?»
    Bulma sorrise di nuovo. «È proprio ciò di cui volevo parlarti. Gohan, mentre io e Trunks iniziamo a prepararci per la fuga, che ne dici di andare a fare una visita a Vegeta? Avremo bisogno anche del suo aiuto purtroppo, e credo che sia anche ora di sapere la verità. La verità che si cela dietro gli avvenimenti di diciotto mesi fa»

    continua...
    Ultima modifica di TOB; 04-07-2012 alle 14:42

  9. #39
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    ...continua

    Gohan volava con tutta la sua forza, senza badare al dispendio d’energia. Non c’era un minuto da perdere, non poteva permettere che i cyborg arrivassero da Bulma e Trunks prima del suo ritorno.
    Un turbinìo di pensieri si scatenò all’improvviso nella sua mente.
    “Vegeta… che cosa è successo? Un anno e mezzo fa, dopo aver attaccato i cyborg, non sei più tornato dalla tua famiglia. Trunks sta iniziando a dimenticarsi di te. Credevo che tutto ciò fosse conseguenza della tua testardaggine, del tuo disprezzo nei nostri confronti, o del tuo stupido orgoglio, ma ora che gli androidi son tornati non posso fare a meno di pensare che sia successo qualcosa durante quel combattimento. Qualcosa che ti ha indotto ad isolarti da noi. Ma cosa potrebbe mai essere!?”
    Il giovane fu costretto ad arrestare il flusso di pensieri; era arrivato a destinazione.
    Vegeta viveva su una rupe distante circa cento chilometri dalla casa di Bulma. Era un enorme blocco di roccia, privo di verde e di fauna. Sulla sua cima v’era una piccola catapecchia di legno, probabilmente costruita dallo stesso Vegeta.
    Gohan era piuttosto stupito. “Non ero mai venuto a trovarlo fino ad ora, anche perché me lo avrebbe impedito. Ma davvero abita in una casa del genere? Perché abbassarsi a tanto?”
    Scese in picchiata fino a decelerare in prossimità del suolo. Atterrò dolcemente sulla dura pietra, di fronte alla porta d’ingresso dell’abitazione, dopodiché si apprestò a bussare.
    «Gohan, che diavolo ci fai qui? Non voglio vedere nessuno di voi idioti, credevo d’esser stato chiaro!»
    Gohan sussultò. La voce proveniva dall’interno della casa. “Acc, mi son dimenticato di trattenere l’aura. Stupido, stupido!”
    Deglutì per prendere coraggio. «Ehm, signor Vegeta, le devo parlare con urgenza.»
    «Va’ via, prima che perda la pazienza!»
    Gohan chinò il capo, rassegnato all’idea di dover già tornare indietro. Non si poteva ragionare con un uomo del genere.
    Poi, però, ripensò a Bulma e alle ultime parole che si erano scambiati. “No, non posso andarmene a mani vuote. Devo sapere la verità, a qualsiasi costo!”
    Gohan decise di rischiare. Convogliò parte della sua energia nella mano sinistra, dopodiché distese il braccio, allungò le dita e sparò un debole colpo contro la porta, quel tanto che bastava ad abbatterla.
    Vegeta si voltò in direzione dell’esplosione, e Gohan finalmente lo vide.
    Era mezzo nudo, coperto di stracci strappati dalla cintola in giù. Sedeva per terra, sulla nuda roccia. L’abitazione era priva di qualsiasi tipo d’arredamento e le pareti legnose s’erano riempite di muffa e funghi.
    Uno schifo di posto, insomma.
    “E tu ti vantavi di essere un principe? Dovresti guardarti adesso” pensò Gohan.
    «Ehm, s-signor Vegeta, è davvero urgente ciò che ho da dirle» disse il ragazzo, cercando di mantenere ferma la voce con scarsi risultati. Era davvero imbarazzato per ciò che aveva appena fatto.
    Vegeta lo squadrò. Il suo sguardo era di ghiaccio, ma il saiyan non aprì bocca.
    Gohan pensò di poter proseguire. «I cyborg stanno arrivando nella Città dell’Est, e, ehm… beh, io e Bulma, sa, ci chiedevamo se… ehm, perché… sa, un anno e mez-»
    «Vuoi sapere perché sono ancora vivi, giusto?»
    Gohan rimase a bocca aperta, perplesso. “Sembra che non abbia perso la sua lucidità durante l’isolamento. Non a caso mio padre aveva molta stima di lui, potrebbe davvero esserci d’aiuto…” pensò speranzoso.
    Annuì. «Esatto, signore. Ho bisogno di sapere»
    Sul volto di Vegeta si stampò un ghigno.
    Si alzò da terra, scrollando dalla polvere gli stracci con cui s’era abbigliato. Rimase una manciata di secondi a capo chino, senza muovere un muscolo. Infine trafisse Gohan con un’occhiataccia. Il giovane distolse lo sguardo; non riusciva a reggerne il peso.
    Finalmente, Vegeta si decise a parlare. «Beh, in realtà, prima della scomparsa degli androidi che avvenne un anno e mezzo fa, mi ero già allenato a tal punto da poterli distruggere facilmente. Dei rottami come quelli non potranno mai uccidere un super saiyan» disse, concludendo con una sonora risata.
    Gohan rabbrividì a quelle parole, e se ne domandò il motivo.
    Deglutì di nuovo. «M-ma allora, perché ora sono tornati? Non li ha… distrutti?»
    «No, li ho lasciati andare»
    Gohan ebbe un tuffo al cuore. “E questo che diavolo significa!?” pensò.
    «Lei… lei cosa!?»
    «Sì, hai capito bene. Ho lasciato andare gli assassini dei tuoi cari amichetti defunti.
    «Ricordi quando hanno squarciato il collo di Crilin, due giorni dopo la loro prima comparsa nella Città del Sud? Uno spettacolo impagabile. Quella testaccia pelata rotolava come una palla da bowling. E quello stolto di Kakaroth, pur di non dover ammettere di non essere all’altezza del nemico, s’è suicidato inventandosi la storiella della malattia al cuore. Bah, è sempre stato un codardo, non è mai stato degno d’esser parte della razza saiyan. È un bene che sia crepato, anche se avrei voluto ucciderlo io stesso»
    Gohan tremava vistosamente. Da dove proveniva tanta cattiveria? E come poteva parlare così di suo padre? La malattia al cuore era tutt’altro che una bugia!
    Vegeta parve accorgersi di aver ferito il ragazzo, e il suo ghigno s’allargò.
    Proseguì, senza pietà. «Anche la fine di Yamcha è stata uno spasso. S’è trasformato in poltiglia non appena C-18 l’ha colpito. Ed aveva anche il coraggio di definirsi un combattente, che nullità»
    Gohan era allibito. “Avevo molto rispetto per Vegeta, pensavo che ci avesse salvato dai cyborg. Invece è solo un infame, un incredibile bastardo”
    Lacrime di rabbia iniziarono a scivolargli sul viso. Cominciò a gridare. «Non parlare così dei miei amici!»
    Le sue mani iniziarono a sanguinare. Aveva affondato le unghie nella carne senza rendersene conto, stringendo i pugni.
    Vegeta si lasciò andare ad un’altra risata.
    All’improvviso tornò incredibilmente serio. «Sai, Gohan, quegli androidi m’han riportato alla mente i bei vecchi tempi in cui distruggevo pianeti. La mia natura non è quella del tranquillo terrestre, a cui piace spassarsela sulle spiagge d’estate e in discoteca il sabato sera e tanto gli basta. Io voglio soggiogare popoli, radere al suolo intere civiltà, mostrare all’universo la mia infinita potenza. Non sono come voi stupide formiche, inconsapevolmente schiave della vostra routine. Siete delle nullità, brave solo ad essere sottomesse. Io invece son nato per essere padrone della realtà, nient’altro potrebbe giustificare l’immensa forza che possiedo»
    Gohan si sentiva ribollire il sangue.
    L’uomo che aveva di fronte a sé non era il Vegeta che ricordava. Quelle che sentiva non erano le parole di un orgoglioso saiyan. Erano le parole di un folle. Aveva lasciato liberi i cyborg, la fonte di tutti i lutti, di tutti gli incubi che lo assillavano. Vegeta, pur essendo in grado di sconfiggerli, aveva deciso che fosse meglio non farlo. La morte di ogni suo vecchio amico non era ancora stata vendicata. E per colpa della pazzia di quello stolto, probabilmente non lo sarebbe mai stata.

    continua...
    Ultima modifica di TOB; 04-07-2012 alle 14:47

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    ...continua

    “Papà… Piccolo… perché, perché siete morti? Perché mi avete lasciato?”
    Un’energia incredibile crebbe all’interno di Gohan. Sentiva che la sua rabbia stava per esplodere. «Per quale dannato motivo hai fatto una cosa del genere? Perché non li hai uccisi, brutto bastardo!?»
    Vegeta questa volta non parve divertito dalla reazione del giovane. «Che cosa avrei dovuto fare secondo te, eh? Che cosa avrebbe dovuto fare un orgoglioso saiyan di fronte alla scelta di poter tornare a distruggere pianeti invece di rimanere in eterno su questo letamaio che chiamate Terra?»
    Gohan non riusciva davvero a capire di cosa stesse parlando. Per un attimo pensò che fosse dovuto alla rabbia che lo pervadeva, quindi tentò di darsi una calmata.
    Respirò a fondo. «Ma quale scelta? Tu non hai scelto di tornare un distruttore di pianeti, hai solamente scelto di non uccidere quegli androidi!»
    «Tu non capisci» disse Vegeta. «I cyborg, prima che infliggessi loro il colpo di grazia, m’hanno riferito di poter sfruttare ancora il genio del dottor Gelo»
    Gohan davvero non riusciva a seguire il filo del discorso. Decise comunque di rimanere in silenzio, con una voglia matta di fare a pugni col suo interlocutore.
    Vegeta proseguì. «Come ben sai, fu proprio lui a creare gli androidi. Ma ciò che non sai è che, prima di svegliare C-17 e C-18, tramutò il suo stesso corpo in macchina»
    Gohan non comprese subito le parole del saiyan. «Vorresti dirmi che anche Gelo era un…»
    «Sì. Era un cyborg.
    «Ottenuta la vita eterna, lo scienziato fu ironicamente ucciso dalle sue stesse creature. O perlomeno così credevo. In realtà i due androidi conservarono al sicuro la testa ancora funzionante di Gelo, pensando che in qualche modo in futuro avrebbe potuto rivelarsi utile. Ed avevano ragione.
    «I due androidi mi promisero che, se li avessi lasciati vivere, avrebbero costruito l’astronave più veloce di sempre con l’aiuto di Gelo affinché io potessi tornare ad essere un conquistatore di galassie. La prospettiva era allettante, così accettai e diedi loro un anno e mezzo di tempo per costruirla. I diciotto mesi son terminati proprio oggi, e la mia astronave è stata finalmente completata»
    Gohan improvvisamente capì com’erano andate le cose. Provò una forte sensazione di disgusto guardando quell’uomo, che prima teneva in alta considerazione e che ora era caduto tanto in basso da tradire l’intera umanità. E con essa anche Bulma e Trunks.
    La rabbia tornò a prendere il sopravvento sul giovane. «Vegeta, sei solo un lurido bastardo! Come hai potuto - come diamine hai potuto venderci in questo modo al nemico? Dimmi dov’è quest’astronave, così che io possa distruggerla per sempre! Non riuscirai ad averla vinta!»
    Vegeta tornò a sogghignare. «E per quale motivo dovrei dirti dov’è la mia unica via di fuga da questo insignificante pianeta?»
    Gohan era sul punto di mollargli un pugno.
    Poi però improvvisamente un pensiero balenò nella sua mente.
    Stavolta fu Gohan a sorridere. «Se hai già ottenuto quest’astronave, perché non sei ancora partito? E perché in questi anni non hai iniziato a soggiogare la Terra al tuo volere, se davvero non tieni ad essa e ai suoi abitanti?»
    Vegeta strabuzzò gli occhi, sorpreso. Non rispose.
    Gohan proseguì, raggiante. «Io conosco la risposta. E, in fondo, la conosci anche tu.
    «In realtà tieni ancora a Bulma. Non vuoi ammetterlo, ma ti sta a cuore il suo destino. Ed anche quello di Trunks, tuo figlio. Ti sei allontanato da loro, rintanandoti su questa rupe, solo per non cedere alla tentazione di lasciarti andare a questa vita da terrestre. Qui sulla Terra ci sono persone che ti amano, Vegeta, ma il tuo orgoglio di saiyan ti rende completamente cieco alla verità»
    Vegeta assunse un’aria rabbiosa. Il suo sguardo lampeggiò, e per un attimo la sua capigliatura brillò di giallo. Le parole di Gohan parvero averlo quasi portato ad una trasformazione involontaria.
    “S’è arrabbiato sul serio, il bastardo” pensò Gohan.
    Vegeta sbraitò. «Tu non sai cosa significhi essere un vero saiyan! Sei solo un lurido meticcio, figlio di uno scarto per di più! Prima che i tuoi genitori morissero vivevi sottomesso a quell’immondizia di tua madre, e sei addirittura più incapace di quella mezza calzetta di tuo padre. Sei un fallito, non potrai mai comprendere la vera missione della nostra razza. Tu piangi alla morte dei tuoi inutili amici, mentre dovresti esser felice che esseri inferiori abbiano ciò che si meritano! C-17 e C-18 son più forti di tutti voi, ed è giusto che vi sottomettano. È questa la legge che governa il mondo»
    Vegeta ansimava, ma la sua ira non era ancora stata appagata.
    Continuò a provocare Gohan. «Quanto piacere ho provato quando il sangue sgorgò a fiotti dal cuore di Tenshinhan, e quale piacere ho avvertito nell’assistere alla morte del tuo mentore, Piccolo. Quell’orribile alieno verdastro sarebbe dovuto scomparire molto tempo prima, grazie al cielo gli androidi han rimediato al danno»
    Il saiyan sputò per terra. «Lurida feccia, dovete crepare. E di te mi prenderò cura io. Adesso»
    Vegeta alzò il braccio. La sua mano si illuminò, ed un’enorme sfera d’energia fluttuò nel suo palmo.
    Iniziò a ridere. «Non ho nemmeno bisogno di trasformarmi per eliminare un insetto come te!»
    Gohan stava tremando di nuovo. La rabbia repressa iniziò a riemergere.
    “Piccolo... Perché sei morto…
    “Se Vegeta non avesse pensato a sé stesso, ora saresti stato vendicato. Invece quei cyborg sono sopravvissuti. E io non sono in grado di batterli. Sono troppo debole. Sono un inetto. Mio padre avrebbe risolto la situazione. Sì, mio padre ce l’avrebbe fatta.
    “Nessuno può osare offenderlo. Nessuno può offendere la mia famiglia ed i miei amici e sperare di passarla liscia. Nessuno, Vegeta! Piccolo… papà… Vi vendicherò io!”
    In quel momento, qualcosa si ruppe all’interno di Gohan.
    Il giovane non riuscì a trattenere un furioso grido di rabbia. La sua mente si offuscò. Un’energia incredibile lo pervase, trattenuta a stento e pronta ad esplodere da un momento all’altro.
    Vegeta era incredulo. I suoi occhi si spalancarono completamente, ed il colpo energetico rimase ancora immobile sul palmo della sua mano. «Anche tu... Super… Saiyan!?»
    Gohan non riuscì più a contenere quell’energia.
    Un lampo di luce circondò l’intero campo visivo del ragazzo, che sentì le sue forze venir meno. Per qualche secondo Gohan resistette, poi, stremato, cadde al suolo.
    Ma l’intera rupe era scomparsa.
    Continuò a cadere nel vuoto, incapace di muoversi, fino a sbattere la testa sulla dura pietra di un'enorme conca. Allora, affaticato, perse i sensi - poco dopo aver scorto una mano senza vita.

    continua...

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