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  1. #111
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    Io ho un problema di ordine diverso: è mostrusamente lunga.

  2. #112
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    Io sto facendo le capriole carpiate per farci stare tutto in quattro post, come ti capisco.

  3. #113
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    La mia semplicemente non ci sta. Magari influirà sul giudizio, ma mi è uscita così e così la posterò. Appena terminata.

  4. #114
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    PURAMENTE MALVAGIO

    << Maestro, i risultati delle analisi sono “inusuali”. >>
    << Lo immaginavo, nulla di quest’essere sembra essere ci&#242; che appare al di fuori. >>
    I due uomini stavano immobili a fissare l’oggetto dei loro studi. Il pi&#249; giovane si sistem&#242; gli occhiali sul viso, e ricontroll&#242; i fogli che aveva in mano. I dati erano incredibili.
    “Non ho mai visto un essere simile. Sembra umano, eppure ha decisamente qualcosa di anomalo. Non vedevo il maestro cos&#236; eccitato da tempo.”
    L’uomo dai lunghi capelli neri osservava soddisfatto la creatura sul tavolo. Un vero colpo di fortuna che l’avessero trovata priva di sensi e ferita nella foresta, a seguito di quella tremenda esplosione nel cielo. Sarebbe stato imperdonabile lasciare nelle mani di potenziali avversari quell’incredibile essere che aveva di fronte.
    Il ragazzo con gli occhiali osserv&#242; preoccupato il suo mentore e padrone.
    “Se questi risultati sono giusti, ora non ha solo il potere di distruggere la Foglia. Potrebbe annientare persino Alba.”
    Prese la sua borsa e si prepar&#242; ad uscire.
    << Dove stai andando, Kabuto? >>
    << A controllare il terreno per la trappola. Tra non molto ci sar&#224; l’incontro con Sasori sul ponte Tenchi, e non voglio certo trovarmi impreparato. Sar&#224; l’occasione perfetta per liberarsi di lui. >>
    L’uomo sembrava aver perso ogni interesse per la cosa, completamente catturato dal suo nuovo giocattolo.
    << Bene, vai, ma torna qui il prima possibile. Non voglio perdere un istante per penetrare tutti i segreti del nostro amico. Inoltre avr&#242; bisogno di te per far divertire un po’ Sasuke. Sai quanto sia irritabile quando viene lasciato solo troppo a lungo, e qui ci siamo solo noi tre. >>
    Fece saettare la lunga lingua da un lato all’altro della bocca, in un modo che fece venire i brividi a Kabuto.
    “Quello sul tavolo non sar&#224; umano, ma lui non lo &#232; poi molto di pi&#249;.”
    << Come desidera, maestro Orochimaru. >>

    << Dai Neji, salta su, voglio allenarmi come il maestro Gai con il maestro Kakashi! >>
    << Ti ho gi&#224; detto che puoi scordartelo. Continua a correre, abbiamo ancora parecchia strada da fare prima di arrivare al villaggio. >>
    Tre ragazzi e due ragazze avanzavano correndo su di un’arida distesa. Il pi&#249; alto del gruppo, con un singolare taglio a caschetto, continuava ad importunare il compagno pi&#249; vicino a lui, chioma nera e fluente, il quale ormai si limitava a guardarlo in malo modo con i suoi incredibili occhi completamente bianchi.
    Dietro il gruppo, avanzando in un modo inquietante, c’erano due uomini, uno sulle spalle dell’altro.
    << Gai, ti prego, preferisco avanzare carponi che continuare cos&#236;. >>
    << Zitto Kakashi, non hai la forza di muoverti, e la condivisione del dolore e della fatica altro non &#232; che il segno dell’amicizia che lega due uomini! >>
    Il gruppo giunse al limitare di una macchia di alberi, di fronte alla quale Neji si blocc&#242; improvvisamente.
    Una delle due ragazza, con i capelli rosa scossi dalla lieve brezza, si avvicin&#242; al giovane dagli occhi bianchi.
    << Neji, che succede? C’&#232; qualcosa tra gli alberi? >>
    << Potrai non crederci, Sakura, ma c’&#232; un cratere pi&#249; in l&#224;, nella boscaglia. Disteso al centro vedo un uomo, sembra ferito … aspetta un momento, cosa significa?! >>
    Il terzo ragazzo s&#236; fece avanti, la sgargiante tuta arancione che contrastava con gli abiti bianchi dell’altro.
    << Che succede, guai? >>
    Sembrava gi&#224; pronto a scattare all’attacco, come se dovesse scrollarsi di dosso una violenta rabbia che non aveva potuto sfogare. Anche gli altri erano in attesa di una risposta.
    Alla fine, Neji parl&#242;:
    << Non so come spiegarlo, ma non c’&#232; traccia del sistema circolatorio del chakra in lui. Il suo corpo sembra pervaso completamente da qualcosa, forse chakra stesso, ma non ne sono affatto sicuro. In sostanza, non sono certo che sia un uomo quello che sto guardando. >>

    << Naruto, sei certo di volerlo portare in spalla? Non sappiamo chi e neppure cosa sia, potrebbe svegliarsi e attaccarti! >>
    “Senza contare che cos&#236; sei inquietante come il maestro Gai con Kakashi …”
    Sakura si era lamentata con il proprio compagno di squadra sin da quando si era intestardito a portare con loro lo sconosciuto della foresta. Lei, Neji e Ten Ten, l’altra ragazza del gruppo, si erano opposti, affermando che al massimo avrebbero potuto attendere l&#236; che si riprendesse e in caso interrogarlo. Il biondo e Rock Lee, il giovane dai capelli a caschetto, erano invece fermamente convinti della decisione di portare l’uomo al villaggio della Foglia, specie quando Sakura aveva dichiarato che, vista la sua stranezza anatomica, non poteva rischiare di utilizzare le arti mediche in un luogo come quello, dove non avrebbe avuto modo di rimediare ad eventuali problemi.
    Alla fine erano intervenuti i due maestri, affermando che, in ogni caso, abbandonare un ferito al proprio destino non sarebbe stata un’azione degna, e comunque non sembrava affatto in condizione di nuocere. La stessa Sakura, del resto, per quel poco che si era azzardata ad esaminare, aveva constatato come le ferite non sembrassero mortali, ma certamente serie.
    L’uomo era praticamente nudo. Giusto pochi lembi di uno strano tessuto blu ricoprivano appena l’inguine, lo stinco destro e la spalla sinistra. Il corpo era ustionato in pi&#249; punti, con varie ecchimosi sparse un po’ ovunque. Non poteva essere molto pi&#249; alto di Naruto, ma dall’aspetto doveva avere almeno l’et&#224; dei loro maestri. Il suo fisico asciutto e scolpito era coperto di cicatrici, segno inequivocabile di una vita di violenza, dato che Sakura, in qualit&#224; di medico, aveva accertato come si fossero formate quasi tutte in momenti diversi. La pi&#249; singolare era la cicatrice circolare nella regione sacrale, cui la ragazza non sapeva proprio dare spiegazione.
    I suoi lunghi capelli neri, incredibilmente dritti sulla testa, si muovevano al ritmo dei salti di Naruto, dando la curiosa impressione che annuisse costantemente mentre avanzavano.
    Sakura era preoccupata. Erano sopravvissuti a stento a Sasori e Deidara, e, escluso Naruto, nessuno di loro era in condizioni ottimali. Se quella si fosse rivelata una trappola, sarebbero stati in seria difficolt&#224;.
    “Non possiamo permetterci passi falsi. Grazie a Sasori siamo incredibilmente vicini a scoprire dove siano Sasuke e Orochimaru. Abbiamo solo dieci giorni per prepararci all’incontro con la spia al ponte Tenchi, non dobbiamo commettere errori. Perch&#233; deve essere sempre cos&#236; testardo?”
    << Bene, fermiamoci un momento a riposare. Naruto, tu, Neji e Lee siete al momento quelli in condizioni migliori, dunque farete voi i turni. Mi raccomando, non perdete mai di vista quest’uomo. >>
    Il maestro Kakashi aveva ben poco della figura autoritaria, appollaiato sulle spalle del suo autoproclamato rivale, ma tutto il gruppo esegu&#236; immediatamente i compiti necessari all’allestimento del campo.
    Sakura effettu&#242; nuovamente un controllo sul loro ospite.
    “Non morirai stanotte, a meno che tu non sia cos&#236; idiota da attaccarci.”
    Cercando di ignorare questi pensieri, la ragazza si prepar&#242; a coricarsi.

    Come mai si trovava l&#236;?
    Non riusciva a ricordare come o perch&#233; ci fosse arrivato.
    “Devo trovare la donna, la stanza &#232; di nuovo guasta.”
    I sotterranei di quella casa erano davvero enormi, e stipati di macchinari assurdi. Aveva scelto saggiamente, solo lei e suo padre avrebbero potuto dargli ci&#242; di cui aveva bisogno. Soprattutto lei …
    << Sono felice tu sia passato, non ti fai mai vivo! >>
    Voci. La donna era con qualcuno. Rabbia.
    Aveva deciso che era sua, il suo svago, nessuno poteva averla tranne lui. Chi osava portarla qui, forse quello stupido umano?
    Troppa la rabbia per tale affronto, tale da farlo cercare alla rinfusa tra quei corridoi fatti di tecnologie stipate alla rinfusa, senza neppure pensare di percepire dove o con chi fosse.
    << Eh, lo sai, non possiamo certo distrarci troppo, mancano solo due anni all’arrivo dei cyborg. Comunque era felice anche Gohan, adora i dolci di tua madre e gli animali di tuo padre, ah ah ah. Cosa volevi mostrarmi? >>
    La voce, la Sua voce. Dunque era proprio lui che osava? Avrebbe distrutto ogni cosa se non fosse stato per la donna. Aveva ancora bisogno di lei.
    << L’idea mi &#232; venuta l’anno scorso, vedendo quel ragazzo con il nostro stemma e la sua macchina del tempo. Ho iniziato a costruirne una! >>
    Dov’erano? Li sentiva di fronte a lui, ma quel luogo era un labirinto.
    << Non ci credo! Sembra uguale a quella di Tr … Del ragazzo del futuro! Si pu&#242; usare? >>
    << Ancora no, anzi, &#232; estremamente pericolosa. Non sono ancora riuscita a stabilizzare la deformazione del continuum spazio-temporale e … cio&#232;, in pratica non so dove si potrebbe finire o se addirittura ci si possa arrivare vivi. >>
    << Ah, capito. >>
    Dovevano essere vicini. Procedeva lentamente, trattenendo l’aura. Non doveva sapere che lui era l&#236; fino a che non fosse stato troppo tardi.
    << Ecco, ti faccio vedere l’intern … Oh! >>
    Spostamento d’aria, si era mosso in fretta. Dovevano essere dietro l’angolo.
    << Presa al volo, ah ah ah! Bada a dove metti i piedi. >>
    Eccoli. Dunque era vero, si era spinto sino a tal punto. Doveva sempre avere ci&#242; che era suo di diritto di nascita o conquista. La donna che lui aveva scelto, la sua concubina, la compagna del Principe, tra le braccia di un guerriero di sangue inferiore. Come osava insudiciare con le sue mani colei che aveva il compito di donargli piacere?!
    << Kakaroth! >>
    Part&#236; all’attacco.
    << Vegeta? >>
    La parola usc&#236; all’unisono dalle bocche di entrambi. Scagli&#242; la donna lontano e si prepar&#242; a incassare l’attacco.
    << Fermi, brutti imbecilli! Se l’attivate per sbaglio … >>
    Gli fu addosso, e l’impatto li spinse entrambi contro la macchina alle spalle di lui.
    Ci fu un lampo, poi pi&#249; nulla.
    Ultima modifica di Majin Broly; 16-07-2012 alle 03:00

  5. #115
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    << Kakaroth! >>
    Naruto si voltò di scatto, giusto un istante prima di essere spazzato via. Si ritrovò incastrato in un albero a non meno di venti metri dall’accampamento, di cui non rimaneva nulla. Sacchi e tende erano sparsi in tutta l’area circostante, così come i suoi compagni, svegli e increduli almeno quanto lui.
    << Che diavolo è successo, non stavi montando la guardia, razza di cretino?! >>
    Sakura era balzata verso di lui. Era scossa, ma sembrava stare bene.
    << Sei ferito? >>
    << No. >>
    << Bene, vado dagli altri, ma non pensare di essertela cavata così. >>
    Nel giro di alcuni minuti avevano fatto il punto della situazione. Stavano tutti bene, anche il maestro Kakashi, nonostante le sue condizioni non ottimali. L’equipaggiamento non sembrava danneggiato.
    Al centro dello spiazzo che era stato l’accampamento giaceva l’uomo, inerme e addormentato come l’avevano lasciato. Tutto attorno, nel raggio di almeno quindici metri, c’era solo terra, ogni pianta, erba compresa, era stata spazzata via.
    << Cos’è successo? >>
    Il maestro Gai si avvicinò con espressione seria a Naruto, il quale osservava ancora sbigottito la scena.
    << Non ne ho davvero idea. Stavo facendo la guardia, controllavo il perimetro, quando ho sentito quel tizio urlare qualcosa. Mi sono voltato e ho visto che si era seduto di scatto e aveva aperto gli occhi. Poi ho percepito un chakra stranissimo e mi sono ritrovato incastrato in quell’albero. Non so altro, maestro. >>
    Si sentiva responsabile. Aveva insistito per portarlo con loro e quello aveva fatto una cosa simile proprio mentre era lui di guardia.
    Dal giaciglio su cui era stato poggiato, si levò la voce di Kakashi.
    << Non ti preoccupare, nessuno poteva prevedere una cosa simile. Comunque ora sembra di nuovo svenuto, ma qualunque cosa sia accaduta potrebbe avvenire di nuovo. Lee, fai molto attenzione, prendilo e portalo almeno ad un centinaio di metri dal campo. Ten Ten, vai con lui e piazza trappole attorno al luogo in cui lo posate, così eviteremo guai sia da lui che per lui. >>
    I due eseguirono il compito e tornarono al campo.
    << Ben fatto, ora tornate a riposare. Sembra proprio che ci siamo imbattuti in qualcosa di più interessante di quanto immaginassimo. >>

    << Non ho mai visto nulla di simile. >>
    Dopo il rapporto delle due squadre, la Quinta Hokage, capo del villaggio della Foglia, aveva ordinato l’isolamento di un’ala dell’ospedale, così da mettere in sicurezza il personale.
    << Come aveva detto Neji, maestra Tsunade. Nessun sistema circolatorio del chakra. Tuttavia sembra dotato di un’energia simile ad esso che pervade tutto il suo corpo. Non sembra molta, ma Naruto afferma di averne percepita tantissima quando si è svegliato per un istante, e Naruto non è un ninja con spiccate abilità sensoriali. >>
    Shizune, prima allieva dell’Hokage, la stava assistendo nell’analisi assieme a Sakura e Inoichi, capo della squadra dei sensitivi.
    << No Shizune, non capisci, non è questo, o almeno non ora, a preoccuparmi. Sto usando il bisturi di chakra con un’intensità spaventosa, eppure riesco a stento ad intaccare il suo corpo, nonostante sia perfettamente rilassato e inerme. Così non riesco a capire se è o meno ferito all’interno dell’organismo. >>
    Inochi era immobile in un angolo della stanza. La sua abilità consisteva nel prendere possesso dei corpi altrui, e stava mettendo in pratica una particolare versione delle sue capacità per controllare e sedare la mente di quel singolare paziente. La cosa assurda era che si trovava in pesantissima difficoltà nonostante avesse a che fare con un uomo addormentato.
    << Basta, sono al limite. >>
    Le tre donne si voltarono a fissare l’uomo alle loro spalle. Era pallido e coperto di sudore
    << Che succede? >>
    << Chiedo perdono, Hokage, ma ho quasi esaurito il chakra, e lui continua a respingermi, tenerlo è uno sforzo incredibile. >>
    Tsunade assunse un’espressione seria a quelle parole.
    “Un corpo incredibilmente resistente, un’energia sconosciuta e una mente indomabile. Con che cosa abbiamo a che fare?”
    Un leggero movimento sul letto la distolse dai propri pensieri. Stava aprendo gli occhi.
    << Presto, tenete pronte le squadre Anbu che ho preposto, non sappiamo cosa stia per accadere! Sarà anche ferito, ma non abbiamo idea di cosa sia capace! >>
    L’uomo spalancò le palpebre e iniziò a guardarsi intorno. La sua espressione era indefinibile, poteva essere confuso come furioso. Infine aprì la bocca.
    << E voi chi sareste, donne?! Cosa state facendo al Principe dei saiyan?! >>
    Cercò di alzarsi, ma era visibilmente dolorante.
    << Piacere di conoscerla, Vostra Maestà. Io sono Tsunade Senju, Quinta Hokage e comandante delle forze ninja del villaggio della Foglia. Alcuni dei miei uomini l’hanno trovata ferita e priva di sensi in una foresta durante una missione, e l’hanno condotta alle mie cure. Il vostro nome? >>
    Si sentiva a disagio con quell’uomo. Non aveva mai sentito parlare di un popolo chiamato saiyan, ma vista la misteriosa natura del suo interlocutore e il modo in cui si era presentato, sembrava saggio non contrariarlo a meno che non fosse necessario.
    << Come se avessi bisogno delle cure di miseri umani! Dov’è Kakaroth?! Dove nascondete quello sporco bastardo?! >>
    “Questa discussione non ha alcun senso, è ora che prenda l’iniziativa.”
    << Non ho ancora sentito il suo nome, e non idea di chi o cosa sia questo Kakaroth. Sto cercando di essere il più gentile e ospitale possibile, veda di non farmi perdere la pazienza. Mi pare ovvio che in questo momento non sia in condizione di muoversi, quindi eviti toni simili. >>
    Sakura, poco lontano, notò il pulsare sulla tempia della propria maestra, segno che la rabbia stava crescendo. Iniziò a temere per l’incolumità di quell’ignaro sconosciuto.
    << Il mio nome è Vegeta, donna, e non può fregarmene di meno della tua pazienza. Ora portatemi dell’acqua, ho sete. >>
    Tsunade fece cenno a Shizune di fare come detto, e la ragazza uscì dalla stanza.
    << Dove mi trovo, sono sulla Terra? >>
    “Che razza di domanda sarebbe?”
    << Ti trovi nel villaggio della Foglia, cuore del potere militare del Paese del Fuoco. Che ti è successo? >>
    Sakura notò subito che la maestra era passata ad una forma molto più diretta di colloquio, segno che la sua volontà di essere educata e formale con quel tizio si stava davvero esaurendo, tuttavia l’altro sembrò non farci neppure caso.
    << Mai sentito, ma tanto non so e non mi frega nulla della geografia di questo pianeta. Tra poco sarò certamente in piedi, e allora me ne andrò e cercherò Kakaroth. Comunque non sono un irriconoscente, dunque come premio per avermi curato prometto di non farvi alcun male. >>
    Shizune entrò con l’acqua, che Vegeta bevve avidamente.
    << Ma siete davvero umane? Avete un’aura strana. E tu sei decisamente forte. >>
    “Più parla meno lo capisco.”
    << Dovrei chiederlo io a te. Tutti a questo mondo hanno un chakra, escluso te a quanto pare. Hai una strana energia in tutto il corpo, mi piacerebbe che mi spiegassi cosa sei. >>
    Vegeta aggrottò le sopracciglia, azione che gli conferì un’espressione particolarmente arcigna.
    << Chakra? Dunque è così che chiamate la forza combattiva in questo luogo? Come vi pare, ma comunque il vostro è davvero strano, diverso da quello degli altri umani. Comunque cosa sono non è affar tuo. Ora sono stanco, lasciatemi riposare. >>
    Con più domande che risposte, Tsunade decise di lasciar perdere e tornare agli altri suoi impegni. Doveva pianificare una missione contro il suo antico compagno, e non era certo questo il momento di distrarsi.

  6. #116
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    Naruto era stanco di ricevere dei no.
    Da quando erano rientrati, il giorno prima, non aveva fatto altro che cercare di reclutare un compagno per la missione al ponte Tenchi. Fino ad ora non aveva avuto fortuna.
    << Mi spiace, ma devo rifiutare pure io. Sarà una seccatura, ma devo seguire gli esami dei Chunin fino alla fine. >>
    A quanto pareva, anche Shikamaru era un buco nell’acqua.
    “Peccato, uno come lui mi avrebbe fatto comodo ora che non c’è Kakashi. Certo che il maestro ci finisce davvero troppo facilmente in ospedale.”
    Dei passi alle sue spalle richiamarono la sua attenzione.
    << Allora ti aiuto io. >>
    Era Chouji, il grasso compagno di squadra di Shikamaru. Era decisamente cresciuto nei tre anni di assenza di Naruto dal villaggio, ed ora era incredibilmente simile a suo padre.
    << Sai bene che hai già una missione, dunque evita di proporti per cose che non puoi fare. >>
    << Ma Shikamaru, non posso lasciare Naruto nei guai senza fare nulla, c’ero anche io quando ci siamo lasciati sfuggire Sasuke, quando mi ricapita di rimediare? >>
    Naruto sfoggiò un largo sorriso.
    << Grazie Chouji! Certo che sei diventato ancora più gra … >>
    In un istante Shikamaru lo afferrò e lo buttò a lato, mentre Chouji, con un pungo enorme, metteva fuori combattimento uno strano animale che, all’impatto, si dissolse in una macchia d’inchistro.
    << Che accidenti era? >>
    << Non ne ho idea, ma è stato sicuramente lui. >>
    Shikamaru indicò una figura su di un tetto. Sembrava un ragazzo, ed indossava il corpifronte della Foglia. Dal quaderno che aveva in mano scaturirono altri esseri simili a quello distrutto da Chouji un attimo prima.
    Corsero lungo la strada, pronti ad attaccarli, quando una figura si frappose fra loro e i ninja che li aspettavano.
    Naruto comprese al volo chi aveva davanti, i capelli erano inconfondibili.
    << Miserabili creature, come osate sbarrarmi la strada! >>
    Colpì gli esseri con una velocità incredibile, spargendo inchiostro su tutte le mure. Un istante dopo, almeno tre squadre Anbu lo circondavano.
    << L’Hokage ha ordinato che lei non deve lasciare l’ospedale. Torni al suo letto, la prego. >>
    Il suo corpo era coperto da bendaggi e fasciature, eppure dava una decisa impressione di forza.
    << Sarò anche ferito, ma se pensate di potermi portare indietro per seguire gli ordini di quella donna, allora non avete davvero idea di con chi avete a che fare. >>
    L’uomo si mosse con estrema rapidità, e mise al tappeto in pochi istanti quattro dei suoi inseguitori. Stava per colpire il quinto, quando si bloccò all’improvviso.
    << Ma quanto è forte quel tizio?! >>
    Shikamaru, alle loro spalle, aveva agganciato la sua ombra a quella di Vegeta, bloccandone i movimenti.
    << Assurdo, sto usando quasi tutto il chakra e lo tengo a stento, non ho mai provato nulla si simile! >>
    I pochi istanti che Shikamaru diede ai cinque ancora in piedi furono però sufficienti. Colpirono nei punti in cui sapevano esserci le ferite più gravi, e Vegeta andò dolorante al tappeto.
    << C-che diavolo è successo? >>
    Shikamaru si avvicinò al saiyan, riallacciando l’ombra ora che sembrava non avere più la forza per reagire.
    << Controllo dell’ombra, finché le nostre ombra sono congiunte, dovrai per forza seguire i miei movimenti. >>
    << Grazie Shikamaru, non l’avremmo mai bloccato se non ci avessi dato quello spiraglio. >>
    << Figurati. Ma chi è? >>
    Naruto si affiancò a lui.
    << Posso dirtelo io. L’abbiamo trovato al ritorno dall’ultima missione. Ha una forza assurda, vero? Dovrei chiedere a nonna Tsunade se posso portarlo con noi nella prossima missione. >>
    << Te lo puoi scordare. >>
    La voce di Tsunade echeggiò nella via. Era scortata da un ninja che Naruto non aveva mai visto, con capelli castani e un coprifronte con bande metalliche che scendevano ai lati del volto.
    << Allora, Principe, la promessa di non fare del male alla gente del villaggio che fine ha fatto? >>
    Shikamaru si mosse in maniera tale da far sedere Vegeta, il quale sembrava molto debole.
    << Mi pare che siano ancora tutti vivi, no? Posso muovermi ora, ed esigo andarmene. Credimi, non vorrai avermi costretto a restare qui quando avrò recuperato anche solo una parte della mia forza. >>
    Tsunade sembrò colpita da quell’affermazione.
    << Che fretta avresti, meglio per te restare qui il più a lungo possibile e rimetterti in forze. Non siamo una minaccia per te. >>
    Naruto non poteva che ammirare quello strano uomo seduto di fronte a lui.
    “È incredibilmente forte e veloce, almeno quanto il maestro Kakashi, nonostante sia coperto di ferite. Mi chiedo se anche io riuscirò mai a diventare così forte. Se lo fossi, portare via Sasuke da Orochimaru non sarebbe così difficile.”
    << Ho avvertito per un istante l’aura di Kakaroth, e stavo andando da lui. Ora è scomparsa di nuovo, se non mi aveste bloccato adesso sarei più vicino e forse riuscirei a trovarlo di nuovo. Tu, ragazzino, lasciami immediatamente! >>
    Vegeta ebbe un fremito, e Shikamaru tremò visibilmente.
    << Non sforzarti così, non è necessario, lascialo pure andare. >>
    << Come ordina, madamigella Tsunade. >>
    Il ninja rilasciò la tecnica tirando il fiato. Sembrava stremato.
    Vegeta continuava a fissare una direzione, quasi a volersela imprimere nella memoria. A Tsunade la cosa non sfuggì.
    << Sarebbe quella la direzione che intendevi seguire? >>
    << Perché, se così fosse? >>
    Tsunade si voltò verso il ninja al suo fianco, che era rimasto immobile fino a quel momento.
    << Yamato, se non sbaglio per di là si raggiunge il ponte Tenchi. >>
    << Sì, Hokage. >>
    Per un istante la donna parve riflettere su diverse possibilità, e infine disse:
    << Molto bene, Naruto, va a cercare Sakura e raggiungetemi nel mio ufficio. Yamato tu prendi Vegeta a raggiungici lì. Ho deciso di aiutarti, Principe. >>
    Poi, per lo stupore di Naruto, aggiunse.
    << Già che ci sei, recupera anche quel ragazzino che ci spia dal tetto. Direi che sia il caso che Naruto e Sakura conoscano il loro nuovo compagno, non trovi? >>

    << Per chi mi hai preso, non facci da balia ad un gruppo di ragazzini, ho i miei obbiettivi, dovresti già essere grata del fatto che non abbia raso al suolo questo tuo stupido villaggio! >>
    Vegeta pareva furioso. Era seduto su di un divano nell’ufficio dell’Hokage, e sembrava pronto a balzare da un momento all’altro.
    << Proprio perché sospetto che tu sia davvero capace di una cosa simile ti chiedo questo. Al momento comunque non esagerare, ho capito quanto tu sia indebolito, dunque vedi di andare piano con le minacce. Devo inviare una squadra nella stessa zona che intendi raggiungere. L’unica cosa che ti chiedo è di aiutarli nel caso qualcosa vada storto in ciò che devono fare. Del resto andare con loro è un vantaggio anche per te. Conoscono il territorio e c’è un ninja medico, Sakura, nella squadra. Si occuperà di te nel caso tu abbia ancora problemi con le tue ferite. Il fatto è che non so a quali problemi possano andare incontro, e tu, anche in queste condizioni, resti straordinariamente forte. Vedilo come uno scambio. >>
    Sakura era molto dubbiosa sulla situazione. L’idea dell’Hokage non le piaceva. Già Naruto e Sai, il nuovo membro, avevano iniziato a litigare, e ciò comportava non pochi problemi. Inoltre non riusciva a scrollarsi di dosso l’idea che il nuovo Jonin a capo della squadra, Yamato, la mettesse a disagio. Sommare a tutto questo quello spaventoso sconosciuto le pareva un’idea degna di quella sconsiderata della sua maestra, ma ormai lei poteva farci poco.
    << Allora donna, andrò con loro, ma se troverò cosa cerco prima che giungano a destinazione, li lascerò al loro destino, sono stato chiaro? >>
    << Mi sta bene. Yamato, tu resta, voi andate pure. Vegeta, all’ospedale mi hanno detto che hai un ottimo appetito, ti ho fatto preparare un buon pranzo al piano di sotto, mangia pure quanto vuoi. >>
    Uscirono tutti, e il saiyan parve compiaciuto da quell’ultima informazione.
    << Hokage, è certa che sia una buona idea? Non sappiamo nulla di lui, e io devo già occuparmi di Naruto e dei piano che la Radice potrebbe avere su Sai. >>
    << So che è rischioso, ma non posso trattenerlo al villaggio. Hai visto anche tu in che condizioni è, eppure avrebbe facilmente sconfitto tra squadre Anbu. Non voglio assolutamente rischiare di averlo contro al pieno delle forze, e non posso evitare che vada dove state andando voi. Preferisco allora che sia legato a voi e capisca che non ha motivo per farvi del male. Ne ho parlato con gli anziani mentre venivate, e anche loro sono convinti che non ci sia altro da fare, se vogliamo cercare di ottenere le informazioni su Orochimaru. Non possiamo ritardare la partenza. Ora vai a mettere in riga la squadra. >>
    Yamato scomparve dall’ufficio, e a Tsunade non restò che sperare che tutto andasse nel migliore dei modi.

  7. #117
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    Yamato aveva dei forti dubbi sulla coesione del gruppo.
    Sai era esattamente ciò che si aspettava da un ragazzo cresciuto in seno alla Radice, il gruppo di addestramento della squadra speciale. Nessuna capacità interpersonale, il vuoto completo in quanto a facoltà di relazionarsi. Aveva già dovuto separarlo da Naruto due volte per via dei suoi commenti su Sasuke, ma quello che più lo aveva stupito era Sakura. Dopo gli insulti di Sai al ninja traditore l’aveva colpito in maniera così inaspettata che neppure lui era riuscito ad anticiparla. Il biondo e la ragazza erano evidentemente affiatati, farli lavorare insieme non sarebbe stato complesso, ma Sai era una totale incognita.
    Eppure non era lontanamente preoccupante come lo straniero che viaggiava di fronte a loro.
    Vegeta procedeva saltando a circa una ventina di metri del resto del gruppo. Gli era stata fornita un’uniforme da Chunin, e le sue bende era quasi invisibili, si potevano scorgere solo su mani, collo e fronte. Sakura le aveva già cambiate una volta dalla loro partenza. Lui non l’aveva degnato di uno sguardo o di una parola.
    Yamato avvertiva chiaramente che la strana energia in suo possesso era in lieve ma costante aumento.
    In ogni caso, eccezion fatta per i controlli di Sakura, tra lui e il resto della compagnia non c’erano altri contatti, e il capitano non aveva certo intenzione di incoraggiarli. Sperava solo che arrivasse il prima possibile alla sua meta, così da avere una preoccupazione in meno.
    << Molto bene, si sta facendo buio, e non lontano c’è una locanda. Ci fermeremo lì questa notte. >>
    Con sua sorpresa, il primo a rispondere fu Vegeta.
    << Bene, iniziavo ad essere stufo di portarvi a spasso. Tu, ragazza, vedi di dare una sistemata alle fasce sulla spalla destra. >>
    Si diresse all’istante verso la locanda, senza che Yamato l’avesse indicata. Senza pensare, il capitano gli si accostò.
    << Come sai che la direzione è questa? >>
    Quello lo guardò per un istante, poi con un ghigno rispose:
    << Allora siete davvero più incapaci di quegli umani con cui ho avuto a che fare. Avete aure strane, ma sempre aure sono. Là ci sono parecchi umani, ed è l’unico gruppo che sento nelle vicinanze, ovvio che sia là. >>
    Detto questo, balzò più avanti, lasciando Yamato decisamente turbato.
    “Riesce ad avvertire la presenza di persone comuni dal chakra non sviluppato, ha delle abilità sensoriali davvero notevoli. Sapere di averlo dalla nostra parte in una missione rischiosa come questa è effettivamente rassicurante, Tsunade ha previsto tutto. Se fosse partito per conto suo avrebbe potuto incontrare la spia e rivelare informazioni, oppure ucciderla. Il fatto che Sakura lo tenga legato a noi ci permette di mantenere la missione nei giusti binari.”
    Una volta nella stanza Sakura sistemò le bende allentate sulla spalla.
    << Dovrebbe muoversi più piano, le sue ferite sono in via di guarigione, ma se muove troppo le bende l’unguento con cui le cospargo non viene assorbito dalla pelle. >>
    Yamato osservava attentamente la scena. Non avrebbe lasciato nessuno dei suoi sottoposti da solo con quel tizio. Aveva detto ai ragazzi di non essere come Kakashi, di non essere disposto a rischiare tutto per la loro incolumità, ma aveva mentito. Non si sarebbe perdonato se fosse accaduto loro qualcosa che lui poteva impedire.
    << Vedi di non annoiarmi con le raccomandazioni. Pensa solo a fare ciò che quella donna ti ha ordinato, ovvero curarmi. >>
    Il capitano notò come il tono di voce dell’uomo fosse lievemente meno aggressivo rispetto alla prima volta che lo aveva incontrato. Certo, restava sempre minaccioso, ma ora sembrava più di facciata che altro.
    Naruto pareva molto interessato al loro inaspettato compagno, e lo perdeva di vista solo per litigare con Sai.
    << Ehi, zio Vegeta, puoi dirmi come fai ad essere così forte? >>
    L’uomo si voltò di scatto, fulminandolo con lo sguardo.
    Naruto neppure ci fece caso, ma Yamato fu subito alle spalle del ragazzo e lo prese in disparte, sussurrandogli in un orecchio.
    << Naruto, quello non è un amico, o una persona con cui si possa scherzare. So che arrivi persino a chiamare l’Hokage “nonna”, o il sommo Jiraya “eremita della perversione”, ma questa persona è diversa da loro, non è un tuo amico né un tuo caro, quindi cerca di controllarti. >>
    Il biondo lo fissò per un attimo con aria confusa, poi annuì.
    << Ehm, mi scusi, signor Vegeta, potrebbe dirmi come fa ad essere così forte. >>
    Yamato si mise una mano sul volto. La posa e il tono di Naruto erano così formali da sembrare una presa in giro, ma all’altro sembrò sufficiente che non lo chiamasse “zio”.
    << Stupido umano, io sono un saiyan, il Principe dei saiyan. Sono così forte perché è destino che nell’universo non ci sia nessuno più potente di me. >>
    Naruto si sedette di fianco a lui, gambe incrociate e capo in avanti.
    << L’hai detto altre volte, ma cos’è un saiyan? >>
    Yamato tese le orecchie. Tsunade aveva desistito dall’insistere e cercare di capire di cosa avesse parlato quell’uomo al villaggio, ma ora poteva essere un momento perfetto per raccogliere informazioni e, soprattutto, per capire come mai definisse tutti loro “umani”.
    << I saiyan sono la razza guerriera, i più temuti combattenti dell’universo. Più combattiamo, più veniamo feriti, e più diventiamo potenti. Un semplice umano come te non potrà mai sperare di essere anche solo lontanamente al mio livello. >>
    Pronunciò le ultime parole con un sorriso malevolo. Aveva perfettamente capito dove Naruto voleva andare a parare. Il ragazzo ignorò del tutto l’ultima affermazione, e proseguì con le domande.
    << Accidenti, siete fortissimi! Ma dove vivete, avete un villaggio da qualche parte? Non vi ho mai sentiti nominare. >>
    L’espressione dell’uomo si accigliò.
    << Villaggio? Ma per chi mi hai preso? Io ero il principe di un intero pianeta che portava il mio nome! Ora il mio mondo non esiste più, ma non importa. Io basto e avanzo per portare avanti il nome del popolo saiyan! >>
    Nella stanza l’espressione di tutti era indefinibile. Sakura aveva smesso di spalmare unguento sulle bende, Sai fissava Vegeta con aria interessata. Naruto era a bocca aperta. Yamato non sapeva cosa pensare.
    “Quest’uomo deve essere completamente pazzo, è convinto di provenire da un altro mondo.”
    Alla fine. Naruto sembrò riacquisire la facoltà di parola.
    << Ma allora sei un alieno?! Questa cosa è fortissima! Hai una nave che viaggia nel cielo? Io pensavo aveste le antenne! Ma dimmi … >>
    Yamato raggiunse il ragazzo e gli posò una mano sulla spalla.
    << Basta così. Sakura deve finire di medicarlo, e viaggiare per tutto il giorno con quelle ferite deve averlo affaticato, lascialo riposare. >>
    Nessun altro aprì più bocca. Sakura terminò il suo lavoro ed infine andarono tutti a letto.

  8. #118
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    << Allora, vediamo di cosa siete capaci voi due. >>
    Naruto partì all’attacco. Era pronto a dimostrare al maestro di non aver bisogno di Sai. La sua copia, opportunamente trasformata nel proprio compagno, gli era accanto.
    << Attacca con più convinzione. >>
    Se era questo che il capitano voleva, l’avrebbe accontentato. La mano del clone trasformato in Sai si preparò ad accogliere il rasengan mentre lui gli dava forma.
    Ma Yamato fu più rapido. Rami uscirono dal terreno bloccando sia lui che il clone.
    Aveva abboccato.
    Il vero Naruto saltò fuori dal proprio nascondiglio, alle spalle dei cloni, e atterrò il maestro. Improvvisamente, quello che appariva come un serpente di inchiostro li avvolse.
    “Che accidenti fa Sai? Perché quello stupido blocca anche me?”
    La risposta non tardò ad arrivare, quella legata con lui non era che una copia di legno. Yamato aveva scoperto che quello che lo attaccava non era il vero Sai, ed aveva eluso la trappola conscio della presenza di un avversario nascosto.
    Il suo “compagno” uscì dagli alberi poco dopo. Aveva catturato Yamato.
    Naruto era su tutte le furie. Raggiunse Sai e lo afferrò per il bavero.
    << Tu conosci la parola compagno?! >>
    Il ragazzo sembrò sul punto di replicare, ma a sorpresa a rispondere fu Vegeta, che aveva assistito alla scena seduto,con la schiena appoggiata ad un albero.
    << Di che ti lamentio, idiota? Se non sai cavartela da solo, puoi avercela solo con te stesso per essere debole. La prossima volta cerca di usare meglio quelle poche capacità che hai e non accusare gli altri. Quel Sai l’ha capito e ha vinto lo scontro. Tu non sai fare altro che piangere. >>
    Sakura scattò.
    << Naruto ha ragione invece, se si è compagni bisogna coprirsi le spalle a vicenda! >>
    Il saiyan si sciolse in una sonora risata.
    << Un compagno è inutile se è solo un impiccio. Quello stupido deve considerarsi fortunato che questo fosse gioco e che il suo compagno non fossi io. Al posto di Sai io l’avrei semplicemente spazzato via insieme all’avversario che non era neppure riuscito a prendere. Poi cos’era quell’attacco? Una sfera di energia? Mai visto nulla di così goffo. >>
    A quel punto Yamato decise di intervenire.
    << Vegeta, Naruto ha sbagliato nel momento in cui mi ha rivelato l’assenza di Sai usando una propria tecnica col clone, tuttavia non è necessario essere così duri. >>
    Il capitano sì voltò percependo un forte chakra alle sue spalle. Naruto aveva creato un rasengan completo, chacka vorticante perfettamente compresso in una sfera nel palmo della sua mano. Era decisamente alterato.
    << Questo per te sarebbe un attacco ridicolo? È una tecnica creata dal quarto Hokage, io starei attento a sottovalutarla se fossi in te. Non hai idea di quanto sia faticoso impararla. >>
    << Cosa vorresti fare, attaccarmi? Prego, fai pure. Sarò pure ridotto ai minimi termini, ma se pensi che un attacco simile possa farmi effetto anche in queste condizioni sei solo un illuso. Avanti, spara! >>
    Naruto restò interdetto.
    << Spara? >>
    Vegeta lo guardò basito per un istante. Lo sguardo di Yamato saettava tra i due, cercando di capire se fosse o meno il caso di intervenire.
    << Certo, spara, cosa vuoi farci con quella sfera di energia, venire qui e sbattermela in faccia a mani nude? >>
    L’aggressività di Naruto venne improvvisamente sostituita da un’espressione mista di confusione e imbarazzo.
    << Beh, veramente … sì, la tecnica funziona così. >>
    Vegeta iniziò a ridere in una maniera tale che nessuno dei presenti avrebbe creduto capace.
    << Ah ah ah ah, no, sul serio, mi stai dicendo che sei così incapace da non saperla neppure lanciare? Oddio, voi umani siete assurdi, già solo per questo vale la pena lasciarvi in vita! >>
    Yamato stava cercando di capire la situazione. Già la creazione e l’uso del rasengan erano un risultato eccezionale, e la tecnica era tremendamente complessa da controllare. Per quanto ne sapesse lui, lanciare una sfera di chakra come quella mantenendo la coesione a distanza era un’impresa quasi inconcepibile. Eppure Vegeta aveva reagito come se la cosa fosse assolutamente naturale.
    All’improvviso, il saiyan si alzò in piedi, protese verso l’alto il palmo della mano destra, e da quello scaturì una sfera di energia luminosa, di colore azzurro.
    Naruto era allibito.
    << Non ci credo, sembra un rasengan! >>
    Con estrema naturalezza, Vegeta stese orizzontalmente il braccio alla propria destra, e la sfera partì a velocità incredibile tra gli alberi. Esplose circa cinquanta metri più avanti, distruggendo tutto nel raggio di almeno cinque metri.
    “L’ha lanciato! Io riesco a stento a crearlo con un clone, e lui con una sola mano ne ha creato uno e l’ha lanciato via, e aveva la potenza di una carta bomba! Io riesco a stento a sviluppare quel potere avendo il rasengan attaccato al palmo della mano. Ma come ci riesce?”
    << Ecco cosa devi fare con una sfera di energia. Come puoi impensierire un avversario con un colpo che, alla fine dei giochi, può essere schivato come si schiva un pugno? Un nemico teme l’avversario che può attaccarlo da lontano. Avete poteri strani, ma in certe cose siete persino più incapaci degli amici di Kakaroth. >>
    Si voltò e si andò a sedere alcuni metri più in là, segno che per lui la conversazione era durata sin troppo.
    << Capitano Yamato, posso davvero lanciare il rasengan? >>
    L’uomo fissò Naruto per qualche istante, incerto sulla risposta.
    << Sarò sincero, non ho idea di come si possa fare una cosa simile. Forse l’energia che possiede è più semplice da controllare rispetto al chakra, oppure lui ha semplicemente un talento assurdo. Posso solo dirti che non conosco praticamente nessuno capace di creare una sfera come il rasengan e poi lanciarla, tranne … >>
    Smise improvvisamente di parlare, ma Naruto ormai aveva sentito.
    << Tranne chi, maestro? >>
    Era inutile nasconderglielo, avrebbe continuato a chiedere fino allo sfinimento, e alla fine, se anche lui fosse stato in silenzio, avrebbe trovato qualcuno disposto a dirglielo.
    << I cercoteri. Solo i demoni con le code sono capaci di creare una sfera come quella e lanciarla. Non conosco nessun altro che sia in grado di fare una cosa simile. Ora però basta Naruto, vatti a preparare, la strada è ancora lunga, e mi aspetto che tu e Sai dimostriate alla fine di essere i ninja che spero siate. >>

    Il ponte Tenchi. Solide funi e cavi d’acciaio a sostenere travi di legno, unico collegamento tra le due zone della foresta separate del profondo canyon scavato dal fiume. Un uomo incappucciato, coperto da una lunga e pesante veste bianca, era in attesa al centro del ponte.
    Yamato era pronto. Aveva indossato la replica di Iruko, la mostruosa marionetta dentro la quale era solito nascondersi Sasori, il padrone della spia. Sakura lo guardò percorrere il ponte, sperando che tutto andasse bene. Era nascosta assieme agli altri due dietro un masso situato sopravento, in modo che i loro odori non potessero essere colti dall’uomo sul ponte e da ipotetici suoi alleati dall’altro lato. Non sapeva dove fosse Vegeta, era scomparso dalla sua vista quando Yamato aveva ordinato loro di non farsi vedere.
    “Ormai sta decisamente meglio, le ferite sono in via di completa guarigione. Mi auguro solo che non faccia sciocchezze, se restasse di nuovo ferito non saprei cosa fare, usare le arti mediche sul suo corpo si è rivelato davvero difficile.”
    Yamato era ormai di fronte alla spia. Quella parve salutarlo, poi si scopri il capo.
    Sia lei che Naruto trattenero a stento un verso di stupore. Era Kabuto Yakushi, il braccio destro di Orochimaru che tre anni prima aveva ingannato tutti loro e aveva quasi ucciso Naruto.
    Yamato iniziò a parlare con lui, ma dal punto in cui si trovava Sakura non era capace di capire cosa si stessero dicendo.
    In un istante, la situazione precipitò.
    Un enorme serpente uscì dagli alberi alle spalle di Kabuto, e quest’ultimo evitò per un pelo di essere stritolato, abbandonando il mantello tra le sue spire.
    Orochimaru comparve sul ponte.
    << Orochimaru! >>
    Sakura si voltò. Naruto era palesemente agitato, ma Sai li richiamò entrambi all’ordine.
    << Non fate una mossa, attacchiamo solo su ordine del capitano. >>
    La ragazza rimase ferma ad osservare la scena, che peggiorò ulteriormente. Senza alcun motivo apparente, Kabuto attaccò Yamato, distruggendo la falsa Iruko. Solo la sua misteriosa capacità nell’uso dell’arte del legno permise al capitano di sfuggire, tramite una tecnica di sostituzione, alle serpi che uscivano dal copro del terribile ninja leggendario di fronte a lui.
    A quel punto Orochimaru disse qualcosa e guardò nella loro direzione.
    “Ci ha scoperti!”
    Yamato fece loro un cenno, segno concordato di uscire allo scoperto. Ora erano tutti sul ponte, pronti all’imminente scontro. Tutti tranne il misterioso uomo che l’Hokage aveva inviato con loro per scongiurare una situazione come quella.

  9. #119
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    Yamato non impiegò molto a capire quanto la situazione fosse critica.
    Non appena era arrivato sul ponte, Naruto era immediatamente caduto vittima delle provocazioni di Orochimaru riguardo Sasuke. La prima ondata di rabbia e la prima coda erano bastate già per incrinare la struttura del ponte, oltre allo spazzare via Orochimaru. Ma sperare che questo avesse al tappeto il ninja era come augurarsi di abbattere una balena con una fionda. Il maestro di Kabuto era tornato di nuovo sul ponte, e aveva nuovamente provocato la forza portante della volpe a nove code, il più potente dei cercoteri.
    L’arrivo della terza coda aveva distrutto completamente il ponte e spazzato via tutto ciò che si trovava su di esso. Kabuto fu sbalzato via con una violenza immane, dato che, avendo cercato di attaccarlo, era quello più vicino a Naruto. Sai e Yamato erano riusciti a mettersi al riparo, ma Sakura, distratta dal cambiamento che il demone rinchiuso nel biondo stava causando nel suo compagno, non era stata altrettanto rapida. Mentre un Naruto completamente fuori di sé stava inseguendo un divertito Orochimaru nel folto della foresta, la ragazza stava inesorabilmente precipitando priva di sensi nell’immenso baratro. Sai evocò un falco di inchiostro e vi saltò sopra.
    “Bene, i miei timori sul quel ragazzo erano infondati allora.”
    << Sai, aiuta Sakura! >>
    I suoi timori invece avevano solide basi. Pur avendo tutto il tempo di trarla in salvo, Sai la ignorò completamente, e si fiondò all’inseguimento di Naruto e Orochimaru.
    << Maledizione! >>
    Pregando di fare in tempo, Yamato si preparò a salvare Sakura attraverso l’arte del legno, ma a quanto pareva, non sembrava più necessario.
    “Non ci credo, non è possibile.”
    La ragazza era al sicuro tra le braccia di Vegeta, che fluttuava tranquillamente nell’aria. Con un’incredibile rapidità, il saiyan si portò di fronte al ninja, e posò Sakura di fronte a lui su quanto rimaneva del ponte.
    << G-grazie. Non credevo che fossi capace di una cosa simile. >>
    << Io non credevo che quel cretino avesse un’aura simile. Ma non è questo ad interessarmi. Su quei due ho sentito il puzzo di Kakaroth, e intendo proprio andare a scoprire cosa hanno a che fare con quel rifiuto. Ho salvato la ragazza, quindi ora siamo pari. >>
    Così dicendo, si alzò in volo e si diresse verso il luogo in cui infuriava lo scontro.
    << Sakura, svegliati! Ti senti bene? >>
    Al suono della voce del capitano, la ragazza riprese i sensi.
    << Ahi! Devo aver battuto la testa nell’urto. Che cosa è successo? >>
    << Naruto ha liberato tre code della volpe e ha inseguito Orochimaru. Sai ci ha traditi, non so cosa abbia in mente, ma è andato dietro a quei due, così come Vegeta, dopo averti salvata.
    Sakura lo fissò stupita.
    << Vegeta mi ha salvata? >>
    << Sì, a quanto pare è anche capace di volare. >>
    Mentre Sakura elaborava quell’informazione, Yamato creò una propria copia lignea che assunse in tutto e per tutto le sue sembianze, per poi inviarla a seguire lo scontro.
    Pochi secondi dopo ci fu l’esplosione.

    << Mi piace … questo ragazzo. >>
    Orochimaru era a terra, il corpo completamente distorto dopo la tremenda onda che era seguita alla quarta coda di Naruto. Vegeta osservava la scena dall’alto. Quanto stava avvenendo lo incuriosiva.
    “ A quanto pare il terrestre biondo si trasforma, chi l’avrebbe mai detto? La sua aura però è strana, è come se fossero in due dentro quel corpo. In ogni caso ha una potenza davvero considerevole, probabilmente è forte quasi quanto Kakaroth la prima volta che l’ho conosciuto, mentre lottava con quell’idiota di Nappa. Anche l’altro comunque non è male, anche se lo trovo decisamente disgustoso. Credo proprio che mi godrò per un po’ lo spettacolo e poi interverrò, anche se devo fare attenzione. Sto meglio, ma sono ancora mostruosamente debole.”
    Lo scontro tra i due ninja continuava con una sequenza di colpi che Vegeta non poteva che trovare assurdi. L’uomo con i capelli neri non faceva che evocare serpenti, allungare i propri arti e lasciare in giro pezzi del proprio corpo, mentre il ragazzino, che ora somigliava più ad un grosso animale rosso con quattro code, continuava ad estendere le proprie braccia cercando di afferrare il suo avversario.
    “Però, niente male per degli umani. Eppure lo scouter non segnalava forze simili quando Radish è arrivato sulla Terra, né io ho mai avvertito nulla nel periodo in cui sono stato qui. Inizio a non capire dove siamo finiti io e Kakaroth dopo l’esplosione nei sotterrani di Bulma. Oh …”
    Il combattimento distolse Vegeta dai propri pensieri. Naruto aveva appena creato una sfera di energia rossa.
    “Forse ha deciso si mettere in pratica quello che gli ho detto.”
    Il saiyan si accorse che Orochimaru sembrava preoccupato, e ne intuì il motivo. Se la sua forza era quella che aveva mostrato sino a quel momento, un colpo di quella potenza lo avrebbe certamente ucciso. Con sorpresa di entrambi tuttavia, Naruto non lanciò la sfera, ma la ingoiò, gonfiandosi in maniera grottesca.
    “Ma cosa pensa di fare? Avevo capito fosse idiota, ma davvero fino a questo punto?”
    All’improvviso però, il giovane ninja vomitò fuori tutta l’energia che aveva divorato con la sfera in un colpo dalla potenza immane. Vegeta pensò che per il moro fosse finita, e si preparò ad intervenire. Doveva sapere il luogo in cui si trovava Kakaroth. Stava per scattare e deviare il colpo, quando dal nulla, di fronte ad Orochimaru, comparvero tre porte immense, fatte di metallo. Il colpo di Naruto impatto violentemente contro di esse, spazzandole via e alzando una gigantesca nube di polvere.
    “Spero non l’abbia ucciso, è l’unica traccia che ho per trovare quell’idiota. Ah, no, sento ancora la sua aura, non è morto. Devo ammettere che usano dei poteri davvero singolari.”
    Una volta che la polvere fu scomparsa, il corpo di Orochimaru fu nuovamente visibile. Aveva la testa conficcata nel terreno, e gli tutti gli arti sembravano spezzati. Ma la sceneggiata non era sufficiente ad ingannare Vegeta.
    “La sua aura è esattamente identica a prima, deve aver fatto come con i colpi precedenti, lasciando un corpo fasullo indietro. Ah, eccoti.”
    La lama di una spada comparve improvvisamente dal terreno di fronte a Naruto. Il ragazzo sarebbe stato certamente colpito, ma Vegeta si parò di fronte a lui afferrando la lama, per poi strattonarla violentemente verso l’alto. Quel gesto fece uscire allo scoperto la testa di Orochimaru, la cui lingua si era tramutata in un serpente che stingeva tra le fauci l’elsa della spada. Con un gesto fulmineo, Vegeta afferrò il ninja per il lungo e deforme collo, ancora attaccato al corpo martoriato decine di metri più in là.
    Il serpente sì ritirò nella gola assieme alla spada, mentre il maestro di Karbuto guardava interdetto il nuovo arrivato.
    << Tu chi diavolo saresti? >>
    << Chi sono io non deve interessarti, dimmi solo dove si nasconde Kakaroth, e forse ti lascerò in vita. >>
    Quello lo fissò con aria divertita.
    << Sai, temo che dovrai metterti in coda. Dietro di te c’è già qualcuno che vuole uccidermi per riavere il suo amico, e non sembra molto felice della tua interruzione. >>
    Vegeta si spostò rapidamente di lato, lasciando andare il ninja.
    Naruto lo aveva attaccato, ed era stato più veloce di quanto il saiyan si aspettasse. La testa si ritirò nel terreno e scomparve alla vista.
    << Vuoi giocare anche con me, ragazzino? Ve bene, ma non pensare che io sia tenero come quel rettile che hai affrontato fino ad ora. >>

    << Maestro, si sente bene? >>
    La testa di Orochimaru era spuntata di nuovo fuori tra gli alberi, nascosta alla vista dei due avversari al centro del cratere, e aveva vomitato un nuovo corpo, per poi stramazzare al suolo, priva di vita.
    Kabuto era di fronte a lui, perfettamente guarito dopo il colpo subito da Naruto poco prima.
    << Sì, ma penso di aver esagerato, questo corpo inizia a darmi dei problemi. Piuttosto, sono molto interessato all’uomo che ha interrotto il mio gioco con il ragazzino, tu ne sai qualcosa? >>
    Kabuto fissò il proprio maestro confuso, non comprendendo il senso della domanda, poi capì che il suo maestro stava fissando un punto alle sue spalle.
    << Sono un sottoposto dell’onorevole Danzo, non sono un vostro nemico. Desidero parlarvi. Ho un messaggio da parte sua. >>
    << Danzo eh? Quel vecchio rudere è ancora vivo dunque. >>
    Sai mise una mano sotto il proprio vestito, estraendo qualcosa. Kabuto gli fu addosso prima che potesse fare una qualunque azione, sbattendolo violentemente a terra.
    << Cosa avevi intenzione di fare? >>
    L’impatto aveva fatto cadere al suolo l’oggetto che sai aveva in mano, una busta sigillata. Orochimaru la raccolse e lesse il contenuto, passandosi poi la lingua sulle lebbra.
    << Kabuto, lascia andare il ragazzo. Sembra che per un po’ avremo un ospite. Ora andiamo, ho la netta sensazione che presto questo luogo sarà un inferno. >>
    I tre scattarono, con Orochimaru in testa al gruppo. Per il momento nessuno pareva essersi accorto del clone di Yamato alle loro spalle.

  10. #120
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    << Capitano, cosa sta succedendo? >>
    Yamato e Sakura avevano raggiunto il luogo dello scontro, ma ciò che avevano trovato non era certo quello che si aspettavano. Naruto, ancora nella forma di demone a quattro code, continuava ad incalzare Vegeta, il quale si limitava a schivare gli attacchi del ninja, per poi volare quando quest’ultimo si faceva troppo vicino. A questo il ragazzo rispondeva allungando mostruosamente le proprie mani, graffiando il cielo cercando di afferrare quello sfuggente avversario.
    << Non ne ho idea, Sakura. Il mio clone sta seguendo Orochimaru, che pare abbia portato Sai con sé, ormai è certo che ci abbia tradito. Ma per quale motivo Vegeta stia lottando con Naruto, mi è onestamente oscuro. >>
    “E non capisco neppure come quell’uomo riesca ad affrontare in quelle condizioni un mostro quale è Naruto in questo momento. Persino il sommo Jiraya ha rischiato la vita contro il suo allievo in queste condizioni, eppure Vegeta, per quanto ferito, sta tenendo a bada il suo avversario senza fatica. Mi chiedo quali siano le sue reali abilità.”
    Vegeta tornò di nuovo a terra, e questa volta fu lui a passare all’offensiva. Diede a Naruto un violento pugno al volto, forte al punto da farlo volare via per decine di metri. Prima ancora che potesse toccare terra, gli fu alle spalle, e con un colpo a due mani lo sbatté al suolo.
    << È incredibile, sembra più potente di Naruto, emette un’energia spaventosa! >>
    Naruto sembrava allo stremo. Le sue forze erano evidentemente insufficienti a contrastare l’avversario, e le sue capacità rigenerative servivano solo a rallentare la sconfitta. Tuttavia lo scontro non sembrava affatto essere deciso. Il ragazzo lanciò un urlo disumano, e l’abbozzo di una quinta coda comparve di fianco alle quattro già esistenti.
    Vegeta era colpito.
    << Però, il suo potere sta aumentando ancora, è davvero sorprendente. L’avrei già fatta finita, ma guarisce con una rapidità incredibile. In condizioni normali avrei potuto dargli il colpo di grazia in un istante, ma così, se la sua forza aumentasse ancora, persino io potrei essere in pericolo. Devo mettere fine a questa farsa e cercare Kakaroth. >>
    Protese la mano verso Naruto ed iniziò ad accumulare energia.
    Yamato capì subito quello che stava per succedere, e doveva sventare entrambi gli epiloghi. Se quel colpo avesse investito Naruto prima del termine della mutazione, l’avrebbe sicuramente ucciso, e non era certo del fatto che anche lui e Sakura potessero sopravvivere, mentre con la quinta coda ultimata Naruto avrebbe potuto essere troppo anche per Vegeta, e lui non sarebbe mai stato in grado di invertire la mutazione, una volta arrivata a quel livello.
    << Fermati Vegeta, ti prego, posso farlo tornare normale! >>
    Si frappose tra il saiyan e Naruto, pronto alle conseguenze del suo gesto. Il fatto di non essere morto immediatamente gli fece pensare che l’altro l’avesse ascoltato.
    << Tsk, fai quello che vuoi allora, ma se fallirai lo ucciderò. >>
    Yamato impose le mani e sperò che non fosse troppo tardi. Grandi rami avvolsero Naruto e lo bloccarono al suolo.
    << Colpo della soppressione! >>
    Un fascio di luce partì dalla mano del ninja e si diresse verso in cuore di Naruto. Yamato ritrasse la mano, come per strappare qualcosa, e la mutazione del ragazzo iniziò lentamente a regredire.
    Anche Sakura era giunta sul posto, e osservava sconvolta la scena.
    << Santo cielo, la sua pelle è stata completamente bruciata dal chakra del demone! >>
    Yamato aveva avuto successo. Naruto giaceva a terra, privo di sensi, mentre Sakura si apprestava a curarlo. La pelle aveva già iniziato a guarire da sola, grazie ai poteri che la volpe forniva al ninja, ma l’aiuto di Sakura velocizzò notevolmente il processo.
    << Capitano Yamato, la prego, può insegnarmi la tecnica che ha utilizzato su Naruto? Voglio essere capace di aiutarlo come ha fatto lei! >>
    Mentre parlava calde lacrime sgorgavano dai suoi occhi. Era stanca di sentirsi inutile.
    << Mi spiace Sakura, ma è impossibile. Non dovresti saperlo, ma io sono il risultato di un terribile esperimento che Orochimaru effettuò su alcuni bambini prima di abbandonare il villaggio. In me è impiantato il codice genetico del Primo Hokage, dunque possiedo anche le sue abilità di controllo dei cercoteri e l’arte del legno, anche se non sono neppure lontanamente potente come lo era lui. >>
    Sakura rimase stupita da quell’informazione, ma si limitò ad annuire.
    << Capisco … >>
    << Ehi, ragazzina, si può sapere perché non hai curato me come stai facendo con lui? A quest’ora avrei potuto stendere questo imbecille in un attimo e avuto le informazioni da quel viscido umano, se solo fossi stato più in forze! >>
    Vegeta sembrava furioso, e completamente incurante delle condizioni di Naruto.
    Sakura lo guardò con un misto di rabbia e paura. Aveva visto quale fosse il suo potere, ma non riusciva a tollerare che parlasse del suo compagno in quel modo.
    << Non ti ho curato perché non ho idea di come funzioni il tuo corpo! Non hai un sistema circolatorio del chakra, ma solo una grande energia che scorre ovunque. Le mie abilità potrebbero non funzionare o addirittura ferirti o ucciderti, sempre posto che riuscissi ad intervenire su quella pellaccia dura che ti ritrovi! Per te ho fatto tutto quello che potevo e che non mettesse a rischio la tua vita! >>
    Vegeta parve spiazzato dall’energia di quella ragazza.
    << D’accordo, mi sta bene, ma vedi di muoverti a rimettere in piedi il biondino. Non voglio perdere le loro tracce. >>

    Naruto si era svegliato da circa un’ora, e si sentiva abbastanza in forze da proseguire. Yamato gli aveva spiegato quanto era successo, e quanto fosse stato vicino all’essere ucciso da Vegeta.
    << Non puoi aggrapparti a quella forza per salvare Sasuke, devi usare le tue sole abilità. Quando lo porterai indietro, vorrai farlo guardandolo negli occhi, e non osservandolo attraverso quelli della volpe. D’ora in avanti bloccherò qualunque tuo tentativo di accedere a quella forza, quando sarò con te. Sei d’accordo? >>
    Naruto sembrava sinceramente rattristato, e stava per rispondere al suo maestro, quando il saiyan, visibilmente irritato per l’attesa, s’intromise.
    << Che razza di sciocchezze. Questo ragazzo ha un potere che nessuno di voi possiede, e tu gli avresti detto di non usarlo? Tipico degli umani, ora capisco come Kakaroth abbia potuto ridursi ad una larva sentimentale. Voglio darti un consiglio, ragazzino. Usa quella forza, mostrala al mondo, e vedrai che otterrai ciò che vuoi. Chi è forte ha, ricordalo sempre. Io sono stato per anni al servizio del più potente di tutti, e grazie a ciò che era aveva ogni cosa. Avresti fatto a pezzi quel tizio di cui avevate tutti il terrore se solo fossi stato capace di domare il tuo potere. >>
    << No, Vegeta, quel potere è pericoloso, e lo consumerà. Non è la sua forza, ma quella del demone che è sigillato dentro di lui. >>
    Vegeta ghignò.
    << Allora mi sono sbagliato, quel poco di rispetto che sentivo non era per il biondino, ma per quella povera creatura costretta a vivere dentro uno smidollato simile. Muovetevi ora, vi ho attesi sin troppo. Tu, col potere del legno, hai detto che puoi rintracciarli con precisione assoluta, non è vero? >>
    << Sì, l’altra notte ho nascosto nel pasto di Sai un seme infuso col mio chakra, so esattamente dove si trova. Non è molto lontano, saremo lì in breve tempo. >>
    << Me lo auguro, ora che riesco nuovamente a volare è frustrante stare al vostro passo. >>
    Naruto divenne improvvisamente ancora più interessato alla conversazione.
    << Tu voli?! >>
    Vegeta gli voltò le spalle e si sollevò da terra.
    << Mi hai seccato con le tue domande, alzati e mettiti a correre. Il tempo dei giochi è finito, dobbiamo trovare quell’Orochimaru. >>

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