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  1. #21
    Senior Member L'avatar di Dragon Slayer
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    I lavori del secondo turno li analizzerò solo in seguito.

    Smallman_647
    Spoiler:
    Introduzione classica ma sempre d'effetto, che non perde tempo e va dritto al punto.

    I contenuti sono sufficientemente esaurienti, visto che traspare la tua esperienza personale senza però ledere l'analisi obiettiva del gioco, e descrivi accuratamente le meccaniche del gioco mostrando doverosa cura per l'arsenale del protagonista e per l'intelligenza artificiale dei nemici. Certo, un piccolo appunto per le aeree segrete potevi pur farlo, visto che rendono l'esplorazione delle location più meticolosa.

    Pollice alto per il comparto tecnico, probabilmente sei stato il più efficace a decantare pregi e difetti della grafica e del sonoro.

    Purtroppo ho trovato un po' disordinata la prima parte della review. Insomma, parti parlando della trama, poi intavoli un discorso sull'aumento progressivo del livello di sfida - e fin qui ci siamo -, per poi riprendere con la trama e concludendo ritornando sulla difficoltà di Wolfenstein citando degli esempi concreti (la frase lunga e contorta è voluta).
    Sistemando un po' questi elementi l'argomentazione sarebbe risultata più solida e compatta, anche perché muove osservazioni interessanti.

    Sul piano linguistico e grammaticale ci siamo, tolto qualche errorino (frutto di distrazione, spero) e qualche leggera ripetizione.
    Devo invece sottolineare l'uso spropositato che fai delle virgole, sono davvero troppe. Ogni frase è spezzettata e tende a frenare il ritmo, molte virgole sono piuttosto superflue se non dannose.
    Ovviamente non mi riferisco agli elenchi, farò qualche esempio.

    Probabilmente, i primi 3 livelli nel castello, sono forse l'aspetto peggiore del gioco.
    Qua dividi soggetto da predicato verbale, errore piuttosto comune ma non per questo leggero.

    Paraddosalmente, facendo un piccolo (forse non così piccolo) spoiler, il "vero boss" lo affronterete circa a metà gioco (il così chiamato uber-soldat), e semplicemente sarà uno dei boss più difficili che avrete mai visto (almeno a livello normale di difficoltà)
    Qua usi una virgola seguita da una coordinata, altro errore evitabile.
    E' possibile far seguire alla virgola una "e" solo quando dobbiamo chiudere una subordinata, ma non è il caso.

    Il sonoro di sottofondo è di alta qualità e varietà (che vi permetterà un'ottima immersione nel ritmo di gioco), unito ad un'ottimo doppiaggio (anche se i dialoghi sono un po' lenti); Tra l'altro, anche la traduzione in italiano è ben fatta, ed i testi sono fortemente esplicativi, ma mai verbosi.
    Questa invece l'ho presa per farti notare il paradosso: leggi ad alta voce le due frasi e nota quanto è incoerente il ritmo.

    Nel complesso il lavoro è buono, ma se gli altri devono imparare ad inserire più pause, tu devi fare il lavoro opposto e dosarle.


    Voto: 7
    Ultima modifica di Dragon Slayer; 20-07-2011 alle 19:38
    M'illumino d'immenso.
    Shepard

  2. #22
    Senior Member L'avatar di Dargil
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    Small

    Lavoro ben, come dire, confezionato e, sicuramente curato, certo che, potevi anche evitare di usare così tanto la punteggiatura, i periodi sono tutti a scatti, in pratica, e ci stanno male, considerando che, a livello di capoversi, avevi fatto un buon lavoro, capace di dare, al testo dico, un buon ritmo, poi, probabilmente, sei quello che, a livello di contenuti, è stato il migliore, visto che ti sei messo a dare informazioni, del gioco dico, molto importanti, e ricercate, per quanto riguarda appunto una recensione intendo, solo appunto, usa meno la punteggiatura, o le virgole in generale, cerca anche di non iniziare, prima dalla trama, per poi dedicarti al gameplay, e subito ritornare alla trama, ci sta male, ed è controproducente, visto che tu stesso hai detto che, non hai scritto tutto, buono, comunque

    7



    *l'ecessiva quantità, di virgole, in questo giudizio, è dedicata al famosissimo fan, di Vanille, Dragon, Slayer*

  3. #23
    Ritorno in grande stile L'avatar di loaldnt
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    Smallman - Wolfenstein

    Una recensione piuttosto lunghetta ed esaustiva, ma trovo che ti sei soffermato troppo spesso nei punti sbagliati. Che la spiegazione della trama si rubi più di metà recensione, per me, non va bene. Non hai saputo concentrarti sui punti focali, a mio parere. I punti focali vengono poi descritti, anche nel modo giusto, ma forse in maniera minore di come meriterebbero. Ma non è troppo grave. Non mi è piaciuto l'uso della punteggiatura, a volte minato da utilizzo eccessivo di virgole (le mette anche tra soggetto e verbo, per dirti, e quello è un errore). Non mi è piaciuta neanche la svolta soggettiva che fai prendere a varie frasi nel corso dell'articolo, come ho detto anche ad altri, preferibilmente da evitare. Fossi in te, mi dilungherei meno su alcune cose secondarie, come un particolare boss imbattibile o una missione stealth fuori luogo. Se dovessi scrivere io la recensione, avrei bollato il tutto con un "anche se il ritmo è altalenante, con boss e missioni a tratti squilibrati", senza dilungarmi per righe e righe e andando più sul vago (visto che, come hai fatto notare anche tu, cadi anche in mini-spoiler). Per il resto niente da dire, lo trovo un pezzo tuttosommato sufficiente. Io non ho mai giocato al titolo in questione, e il fatto che tu mi abbia fatto inquadrare perfettamente il gameplay pur senza che io lo conoscessi, è un lato positivissimo, perno principale di ogni recensione che si rispetti.

    VOTO: 6

    Per quanto riguarda R-107: la sua recensione è la seconda, giusto? Fa parte quindi di un turno successivo? Dobbiamo aspettarne almeno qualcun'altra prima di poter cominciare a valutare il secondo giro di lavori?
    Facebook: Gennaro Davide Ottagono

  4. #24
    Shakalaboom! L'avatar di El Blaze
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    Spyro The Dragon Recensione. Anche io ho cambiato completamente il modo di recensire cercando di seguire un pò i consigli ricevuti.

    Spoiler:
    Spyro The Dragon Recensione.

    Introduzione.

    La PlayStation 1 è stata sicuramente una console gloriosa che diede vita alle numerose saghe che si sviluppano in continuazione nelle nuove console di ultima generazione. I videogiocatori più nostalgici e accaniti ricorderanno sicuramente con gioia il simpatico draghetto viola di nome Spyro, che regalava momenti di spensieratezza e di divertimento non solo per i più piccini.
    Il buon Spyro e tutta la sua combriccola approdarono nel mondo dei videogiochi nel 1998 con il primo capitolo: Spyro The Dragon sviluppato da Insomniac Games con la coproduzione di Universal Interactive Studios.
    Il gioco riscosse un enorme successo grazie alla sua semplicità e al divertimento che offriva al giocatore, tanto da far uscire il secondo e terzo capitolo della serie sempre su Ps1 e da farlo diventare l'emblema del platform. La saga di Spyro continuò su PlayStation 2, non più con Insomniac Games ma solamente con Universal Studios, ma i nuovi capitoli persero un pò la vera "essenza" di Spyro, visto che con The Legend of Spyro il gioco assumeva quasi temi "dark" e non trovavamo più i bellissimi paesaggi colorati del Mondo dei Draghi. Tuttavia i tre capitoli apparsi su Ps1 sono sicuramente dei capisaldi del genere platform, capaci di regalare momenti indimenticabili.

    Trama.

    La pace regna sovrana nel Mondo dei Draghi se non fosse per il cattivo di turno, tale Nasty Norc, che trasforma con un potente sortilegio tutti i draghi in statue di cristallo. Egli è una creatura sgradevole, un orribile gnomo con attegiamenti da orco che invidiava le cinque famiglie di draghi nei loro cinque mondi, le loro gemme splendenti e il loro benestare.
    Nel passato, quando Nasty divenne un grosso problema, egli fu cacciato nell'immondezzaio dei draghi, un posto tutt'altro che accogliente. Ma Nasty ci si trovò molto bene e lo ribattezzò "Il mondo di Nasty" (sai che fantasia ndr.). Iniziò a praticare la magia e quando trasformò tutti i draghi in statue di cristallo, chi sfuggì dalla nefasta magia? Bravi, siete perspicaci: niente di meno che il nostro adorato Spyro!
    Nasty quindi trasformò tutte le gemme che riuscì a trovare in sudditi tutt'altro che amichevoli pronti ad obbedire a qualsiasi ordine e pronti a fermare Spyro a qualsiasi costo.
    Da qui inizia la nostra avventura, nella quale Spyro dovrà attraversare i sei mondi dei draghi, compresa la zona industriale di Nasty, liberare tutti i draghi intrappolati nel cristallo, trovare tutte le gemme e naturalmente sconfiggere Nasty. Un'impresa non proprio semplice.

    Gameplay.

    Il bello di Spyro è proprio la sua semplicità. Il gameplay infatti è immediato e sopratutto divertente. Potremo utilizzare i comuni poteri di un drago con la pressione di un semplice tasto: potremo sputare fiamme o caricare i nemici con le appuntite corna di Spyro; ma attenzione: ci saranno alcuni nemici che saranno immuni a certi tipi d'attacco, quindi sta a noi trovare il punto debole dei nemici o capire quale tipo d'attacco utilizzare e metterli nel sacco!
    Ma non è finita qui! Durante la partita potremo imbatterci in delle "sfide" che consistono nel volare attarverso dei cerchi volanti o eliminare tutti i nemici per accumulare numerose gemme, indispensabili per finire il gioco.
    Spyro però potrà volare liberamente solo durante queste sfide: infatti essendo un drago ancora giovane e non avendo le ali completamente sviluppate, Spyro non riuscirà a volare, ma potrà planare. Planare è utilissimo per raggiungere zone altrimenti inacessibili solamente con il salto, e ci aiuterà tantissimo per trovare draghi intrappolati nascosti o altre gemme, anche se ci imbatteremo in alcune fasi del gioco dove verrà testata in modo sovraumano la pazienza del giocatore.
    Durante la nostra avventura, ci accompagnerà un fidato amico, il migliore amico di Spyro: Sparx la libellula. Egli ha un ruolo fondamentale: se Sparx è fuori combattimento, noi siamo fuori combattimento. Infatti i colpi che riceviamo, si ripercuotono in Sparx che cambierà di colore a seconda del suo stato. Per ripristinare la salute di Sparx, dovremo eliminare dei piccoli animaletti che troveremo durante il gioco per far "apparire" delle farfalle, cibo del nostro amichetto. Subito Sparx si precipiterà verso la farfalla, e la mangierà ripristinando la salute.
    Quindi sarà meglio tenere sotto controllo il nostro amichetto se non vogliamo fare una brutta fine!

    Longevità.

    Il gioco sarà capace di impegnarci per molto tempo prima di portarlo a termine. Oltre al fatto che dovremo liberare tutti i draghi (circa ottanta ndr.) e prendere tutte le gemme (in un mondo ce ne sono a bizzeffe, immaginate in cinque ndr.), dovremo completare tutte le sfide presenti nei vari mondi. Se poi pensiamo che in ogni mondo ci sono diversi "sotto mondi" da liberare dai scagnozzi di Nasty, non sarà facile finirlo subito.
    La longevità inoltre è arricchita dai cinque mondi dei draghi esplorabili.
    Per ogni mondo troveremo una specifica tipologia di draghi:

    -Artigiani: Draghi molto socievoli che forniscono prodotti artistici molto raffinati. Sono i draghi più colti e amano vivere nelle colline rigogliose. La nostra avventura inizierà proprio nel mondo degli Artigiani.

    -Pacificatori: Sono i draghi più potenti e possenti, e il loro compito è quello di far rispettare la legge. Vivono in canyon, caverne di ghiaccio o deserti.

    -Stregoni: Sono dei draghi molto timidi e riservati, che forniscono agli altri draghi oggetti magici. Vivono sulle vette innevate delle montagne.

    -Domatori: Questi draghi hanno il compito di introdurre nuove specie di animali nel Mondo di Draghi. Vivono spratutto nelle paludi o in delle palafitte costruite su delle pianure fangose.

    -Tessisogni: I draghi che abitano questo mondo hanno il compito di impedire a degli incubi di turbare il sonno degli altri draghi. Vivono in isole fluttuanti tra le nuvole.

    -Mondo di Nasty: In questo mondo, ovviamente non vivono dei draghi, ma solamente fantasmi e lo stesso Norc.

    Grafica.

    Dal punto di vista tecnico, Spyro The Dragon è davvero buono. Tenendo conto che è un gioco apparso su PlayStation 1, la grafica sarà sempre colorata e varia, anche si il numero di poligoni non è eccezionale ma sufficente per definire i personaggi.
    Le musiche che ci accompagneranno durante l' avventura saranno appropriate per il generale tono fiabesco/comico del gioco, ma a lungo termine possono risultare un pò ripetitive e abbiamo una buona varietà di effetti sonori ed effetti speciali
    In sostanza Spyro The Dragon è un buon titolo dal punto di vista tecnico, non il massimo ma comunque lo sappiamo, la grafica non è tutto, o no?

    Commento finale.

    Spyro The Dragon è un vero capisaldo del genere: semplice, immediato e sopratutto divertente. Un gioco che resterà nella storia e sopratutto nel cuore di noi videogiocatori nostalgici, che risulta alla pari con quel Crash Bandicoot 3: Warped che usciva in quel tempo.
    Meglio giocare alla serie Spyro The Dragon, e lasciare perdere la serie su Ps2 The Legend of Dragon.
    Un vero capolavoro, e simbolo della generazione della PlayStation 1.

    Pro:
    -Gioco simpatico e divertente
    -Grafica colorata
    -Ottima longevità
    -Icona del genere platform

    Contro:
    -Nonostante la grafica colorata, dal punto di vista tecnico non è il massimo
    -Doppiaggio non proprio fantastico
    -Alcune fasi possono risultare un pò frustranti
    Ultima modifica di El Blaze; 21-07-2011 alle 21:00


    "La guerra è affascinante per chi non l'ha mai davvero provata" - Erasmo

  5. #25
    Shakalaboom! L'avatar di El Blaze
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    Ragazzi, volevo solo avvertire che ho apportato delle modifiche alla mia recensione.


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  6. #26
    Senior Member L'avatar di generaleborio
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    Recensione di Call of duty 2 (versione pc)
    Spoiler:
    Nel momento del bisogno i veri eroi si riconoscono facilmente perché sono i primi ad accendere i loro pc e console pronti a sgominare per l’ennesima volta la macchina bellica nazista, che come ben sappiamo ha invaso tutta l’Europa continentale, tuttavia con Call of Duty 2 sarà assai divertente e originale, merito delle innovazioni che i ragazzi di IW hanno saputo apportare a questa tipologia di fps, che ha completamente riempito il mercato.

    La particolarità di CoD 2, come già accennato in precedenza, è la varietà di situazioni che ci saranno proposte nel corso della campagna single player che si compone di quattro fronti differenti: combatteremo in russia a Stalingrado, Mosca e Leningrado con il soldato Vasili Koslov; in nord africa e poi in Normandia con il sergente inglese John Davis a fianco dell’intramontabile capitano Price; in Libia per sole 2 missioni impersoneremo il carrista britannico David Welsh; infine vestiremo i panni del caporale Bill Taylor del corpo dei Ranger durante lo sbarco a Utah Beach e negli scontri nell’entroterra francese. La varietà dei fronti non è certo una novità dato che già nel primo capitolo di questa serie erano tutti già presenti, tuttavia i compiti che ci saranno assegnati sono molto innovativi e complessi rispetto a prima, difatti se nel primo episodio spesso dovevamo avanzare da un punto A ad uno B eliminando ogni fonte di resistenza, ora abbiamo molti più obbiettivi da conseguire nel tragitto, inoltre potremo addirittura optare in alcune missioni in che ordine portarli a termine.

    Nella prima campagna, quella sovietica,impersoneremo il soldato Vasili Koslov, che dovrà respingere l’offensiva tedesca in ogni modo possibile e sin dall’inizio possiamo notare la situazione disperata dei Russi, quando dovremo esercitarci al lancio delle granate con delle misere patate, tuttavia la scarsezza dei mezzi e compensata dall’eroica condotta di molti uomini e donne, come sono soliti raccontare i commissari di partito; comunque in queste prime fasi di gioco le missioni sono ben diversificate, per esempio dovremo infiltrarci in una ferrovia passando per i tubi del gas, dovremo riparare i cavi telefonici distrutti nei combattimenti o piazzare cariche esplosive per eliminare degli edifici difficilmente espugnabili. Nel corso della campagna britannica con il sergente Davis prenderemo parte ad azioni di sabotaggio e schermaglia, tipiche dei “ratti del deserto”, ma anche classici assalti frontali verso le trincee nemiche nella sanguinosa battaglia di El Alamein, mentre la parte ambientata in Francia avrà uno stile più classico, sebbene in alcune missioni potremo scegliere noi l’ordine degli obbiettivi. Infine abbiamo le due brevissime missioni da carristi, carine per spezzare un po’ la ripetitività, che si svolgono sempre in Nord Africa, ma soprattutto nella parte conclusiva del gioco vi è la campagna con l’esercito statunitense, certamente la più bella ed avvincente che trae ispirazioni da capolavori cinematografici come “Salvate il soldato Ryan”, “ Il giorno più lungo” e “Band of Brothers”, sapendo ricreare perfettamente quell’ambiente segnato sia da cinica brutalità che da sano cameratismo, che contribuirà a dare quella sensazione di sforzo corale in cui ogni uomo combatte fieramente per conseguire il proprio obbiettivo.

    Il reparto multiplayer di Call of duty 2 è molto valido, sebbene la struttura sia sempre molto classica e semplice rispetto agli ultimi capitoli della saga, riesce ad intrattenere e svolge correttamente la sua funzione di divertimento spensierato proprio per il fatto che non ci sono punti, ricompense uccisioni, titoli e via dicendo. Inoltre è motivo di lode la grande varietà di mappe, più di 20 quelle ufficiali, più le svariate mod create dagli utenti, le quali vi stupiranno per la loro originalità e varietà.

    Analizzando tecnicamente questo sparatutto, balza agli occhi soprattutto il comparto grafico che per l’anno di pubblicazione (2005) è sbalorditivo, grazie anche ai piccoli particolari come il fumo generato dalle granate fumogene oppure la fedele riproduzione di tutte le armi presenti sui vari fronti, inoltre sebbene manchi un motore grafico, tutte le interazioni dei corpi con le esplosioni sono state realizzate a mano e quindi vedremo verosimilmente volare un cadavere, risentendo degli effetti delle esplosioni. Il comparto sonoro è assai pregevole con musiche degne dei migliori film di guerra, con i suoni delle armi e delle battaglie perfettamente ricreate, non come nei capitoli successivi ( ogni riferimento a CoD WaW non è casuale). Infine grande motivo di vanto per questo gioco è l’intelligenza artificiale, davvero eccellente, sia quella dei nostri avversari, sia quella degli alleati; entrambi comunicheranno tra di loro utilizzando il Battle Chatter System, che sceglierà per loro le frasi più adatte al contesto.

    COMMENTO FINALE

    Call of duty 2 per molti è l’ennesimo sparatutto ambientato nel secondo conflitto mondiale, mentre io lo considero innanzitutto il primo fps tra quelli aventi questa ambientazione, questo per via della sua campagna, così ricca di situazioni ed eventi ricreati perfettamente dalle testimonianze dei reduci di guerra, oppure per la pregevole riproduzione delle armi, delle uniformi e dei mezzi, ma soprattutto per via delle sue meccaniche mai ripetitive, che consentono di immedesimarci in quei ragazzi che hanno fatto la storia, mettendo a repentaglio le proprie vite combattendo in prima linea per liberare il mondo intero dal giogo dell’oppressione, inoltre questo videogioco contribuirà in parte a tramandare il ricordo di quegli eventi, sebben romanzati, nella memoria delle nuove generazioni, stimolando magari la loro curiosità ad approfondire questa pagina della storia umana.

  7. #27
    San Andreas Videogames L'avatar di ObsCorey89
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    Predefinito Recensione Portal - PC

    Spoiler:
    Portal.. Come si cataloga un capolavoro? Se vogliamo definirlo FPS, allora sappiate che Portal è la mosca bianca in una generazione caratterizzata sempre più spesso da giochi di questo genere. Portal non sarà la solità esperienza “sparacchina”, ma un gioco unico nel suo genere. Rompicapo? Senz’altro, vi ritroverete ben presto a dover fare i conti con le leggi della fisica, ma procediamo con ordine.

    Come nel caso di “Saw”, film che ha rivoluzionato il mondo del cinema horror solo pochi anni fa, Portal viene partorito dalle menti brillanti di alcuni studenti universitari. Nel 2005, Valve, software house americana, posa gli occhi sul freeware “Narbacular Drop” e decide di mettere sotto contratto i giovani che l’hanno prodotto. Ottime potenzialità e mezzi appropriati, la combinazione non poteva essere più azzeccata, solo 2 anni dopo l’Orange Box vedrà la luce e verrà acclamato dalla critica, perché oltre a Portal, già un capolavoro in sé, conterrà Half Life 2 e Team Fortress 2.

    Centro di arricchimento di aperture science. Una stanza di pochi metri quadri, un timer e una voce fredda e computerizzata. Basta questo a Portal per catapultarci in un'altra dimensione. Il giocatore in pochi passaggi si ritroverà avvolto in una situazione quanto mai kafkiana, cosa più unica che rara nel mondo videoludico. La meta sarà la stanza 19, l’ultima di un percorso predefinito. Obiettivo farsi strada nelle varie camere tramite veri e propri portali, che noi stessi posizioneremo con un paio di “Portal Gun”, cercando di avere la meglio su trappole, rifiuti tossici, torrette e forza di gravità. Sembrerebbe tutto semplice e lineare, beh non lo sarà, potete starne certi. Il percorso spesso e volentieri ci riserverà sorprese più o meno gradite e colpi di scena inaspettati, mettendo anche a rischio la nostra stessa vita virtuale. Ma c’è il punto forte, ad accompagnarci durante il gioco ecco una vocina stranamente indefinibile. Amichevole? Disponibile? Sinistra? Angosciante? Difficile dare un aggettivo a GLaDOS. E’ un computer, una voce registrata, ma stranamente mai inespressiva che porterà il giocatore a porsi belle domande. Ha davvero dei sentimenti? Beh state tranquilli, non siete diventati pazzi… I suoi monologhi esprimeranno affetto e rabbia, incoraggiamento e meschinità, felicità e paura costringendovi a ragionare e talune volte a strapparvi un sorriso. E’ GLaDOS, il primo paradosso in Portal, il primo di una lunga serie. Si, una lunga serie, infatti non sarà l’unico, oltre a GLaDOS, avremo l’onore di incrociare torrette di sorveglianza, aggressive e spietate almeno fino a che non le avremo messe fuori uso, quando per l’appunto si faranno tutt’un tratto amichevoli, facendoci sapere che non provano rancore con diverse citazioni, caratterizzate da una voce consolatoria e infantile, ancora una volta una miscela tra l’oggetto freddo e inanimato che può essere un robot e parole calorose da cui traspaiono sentimenti genuini. Ecco perché il gioco, nonostante un unico personaggio effettivo (esclusa la protagonista) non peccherà in caratterizzazione. Questo insieme di situazioni al limite e di paradossi, mischiato a un esilarante autoironia robotica, ad un humour coinvolgente, a una serie assuefacente di livelli e ad un finale appassionante rende Portal un piccolo capolavoro.

    Fatte queste premesse, c’è davvero bisogno di approfondire il lato tecnico? Beh buttiamo giù due righe. Il gameplay è semplice e diretto. La struttura è quella tipica degli FPS, visuale in prima persona e arma al braccio, i movimenti e il motore fisico risultano realistici, i portali “immagazzineranno” persino la forza impressa nel vostro corpo nel momento in cui ci entrerete, per poi rilasciarla al momento dell’uscita. La grafica è curata sufficientemente. Le ambientazioni spente “da laboratorio” avranno un cambiamento radicale col proseguire del gioco, comunque il contrasto con l’atmosfera fornirà un buon risultato. Il sonoro non eccelle durante il gioco, tuttavia la colonna sonora ”Still Alive”, divertente e orecchiabile, è un po’ la ciliegina sulla torta, infatti risulterà azzeccatissima, calzando come un guanto il tema del gioco. La perfezione non esiste, quindi eccovi il tallone d’Achille, la longevità. Il gioco vi porterà via più o meno 3 ore, però i livelli bonus e gli achievements riusciranno, in parte, a rimediare a questa lacuna.

    Portal.. Come si cataloga un capolavoro? A questo punto la definizione perfetta è “must have”. Originalità e ironia con un buon gameplay e tante piccole “chicche” abbinati a un comparto tecnico sopra la media lo rendono un titolo da avere a tutti i costi. I monologhi di GLaDOS valgono da soli il prezzo del biglietto e vi accorgerete che niente è più appagante di infrangere i piani di un computer. Buona torta!

    “This was a triumph, i’m making a note here, huge success” ♬ (cit. Still Alive – Portal OST)
    ObsCorey89
    Citazione Originariamente Scritto da Phantasmagoria detto "Milf Hunter" Visualizza Messaggio
    è chiaro che la descrizione "milf hunter" è puramente goliardica, serve solo non essere handicappati per capirlo

  8. #28
    Crystal Blue Persuasion L'avatar di Uloz
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    Predefinito Recensione Portal - Xbox360

    Possibili SPOILER

    Spoiler:
    RECENSIONE : PORTAL XBOX360
    Portal è un titolo sviluppato da Valve che faceva parte inizialmente dell’Orange Box. In seguito ad un ottimo successo il gioco venne anche pubblicato come titolo a sé sul pc e sul marketplace di Xbox Live.

    Portal è un gioco che offre un’interessante variante ai soliti fps che girano sul mercato, infatti nel corso del gioco non si dovrà mai ammazzare alieni con delle armi “superpompate” come già si è abituati a fare, ma si dovrà semplicemente risolvere una serie di puzzles per giungere alla fine del gioco.

    Il gioco è quindi classificabile come un fps/rompicapo, poiché la telecamera e l’impostazione di base è quella di ogni fps, mentre l’obbiettivo del gioco è quello di “rompersi il capo” con dei Puzzles non sempre facili.
    All’inizio del gioco la trama è appena accennata: il giocatore si trova in un laboratorio e l’unica voce che si sente e che si sentirà per tutto il resto del gioco è quella di Glados, un’intelligenza artificale che coordina le operazioni all’interno dei Laboratori di Aperture Science. Glados ci informerà che dovremo essere sottoposti ad un test che consiste nel risolvere degli enigmi e che avremo come premio finale……….una torta. Questo è tutto ciò che viene rivelato all’inizio del gioco, proseguendo, la trama si infittirà e il giocatore scoprirà la verità su quello che sta succedendo ai laboratori di Aperture Science.

    GAMEPLAY
    Nel corso del gioco il giocatore impersonificherà Chell, una “cavia umana” di cui non si sa nulla che sarà costretta a risolvere i vari enigmi nel corso del gioco. Chell è dotata di due protesi metalliche attaccate ai polpacci che le consentiranno di non farsi male durante le cadute; ciò non toglie il fatto che sarà possibile morire durante il gioco.

    Durante il gioco il giocatore dovrà cimentarsi con 19 camere test (in poche parole ci sono 19 livelli), in ogni camera il giocatore dovrà risolvere un rompicapo che permetterà l’apertura del passaggio verso il livello successivo. Per risolvere i test Chell verrà dotata di un’ “arma” che spara dei portali. Esistono due tipi di portali : uno rosso e uno blu. Se si passa attraverso il portale blu si uscirà dal portale rosso e viceversa (per esempio se si spara il portale blu su una parete e quello rosso sul soffitto e si sceglie di entrare in quello blu, allora si entrerà in una parete e si cadrà dal soffitto nel punto dove c’è il portale). Questo fatto permette di accorciare le distanze a piacimento, (non sarà più necessario percorrere interamente una distanza), dando vita ad uno stile di gioco che non si era mai visto in precedenza. Attraverso quest’arma si potrà anche sollevare degli oggetti per spostarli a nostro vantaggio.

    Nel corso del gioco la protagonista non incontrerà mai dei nemici veri e propri, ma soltanto degli ostacoli che Glados ha posto per rendere più difficile la risoluzione dell’enigma. Unica pecca in questo sistema di gameplay è la scarsa varietà di puzzles, in genere sono tutti improntati sulla stessa formula e non esiste una gran varietà di situazioni di gioco. La varietà degli ostacoli è limitata.

    La difficoltà risulta ben calibrata, le prime camere test sono semplici e consentiranno di familiarizzare con i controlli, proseguendo nel gioco diverranno via via più difficili. Altro aspetto negativo del gioco è la longevità, 19 camere test si risolvono velocemente, considerando che le prime sono facili. Sarà possibile per un giocatore medio completare il gioco in 2 ore 30 minuti circa.

    Una nota positiva è l’atmosfera che Valve è riuscita a ricreare. Gli ambienti di Aperture Science sono ordinati, puliti, perfetti e ogni cosa è al suo posto. Questo fatto dà inizialmente un senso di tranquillità, ma proseguendo il gioco tutto ciò che all’apparenza è normale diverrà inquietante e darà un senso di ansia. Questa nuova sensazione è ricreata grazie a ciò che il giocatore incontrerà nel corso dell’avventura: l’indimenticabile umorismo nero di Glados strapperà qualche risata al giocatore ma rivelerà anche la sua perversione e i suoi reali intenti, gli ostacoli che verranno posti sono in grado di uccidere rivelando che ciò che si affrontano sono più che semplici test, dietro l’apparente perfezione delle camere test si nasconde l’abbandono, infine i messaggi nascosti che il giocatore troverà daranno l’impressione che all’interno di Aperture Science è successo qualcosa.

    GRAFICA
    La grafica risulta fluida, pulita e senza sbavature. Gli ambienti di gioco sono volutamente vuoti, simili tra loro e poco dettagliati per accentuare il senso di vuoto e claustrofobia. C’è una netta differenza tra la realizzazione delle camere test (pulite,ordinate, e perfette) e la realizzazione degli ambienti di lavoro ( prevale la sporcizia, la ruggine, ci sono segni di abbandono).

    SONORO
    La voce di Glados è doppiata alla perfezione (la voce è in inglese ma ci sono i sottotitoli in italiano), ciò che dice è sempre permeato da una sorta di umorismo sadico nei confronti di Chell. Il giocatore si sentirà minacciato ma non potrà fare a meno di ammirare l’arguzia delle sue battute. I suoi repentini sbalzi di umore allarmeranno il giocatore.

    Infine la colonna sonora ai titoli di coda è qualcosa di superlativo, una sorpresa. La canzone Still Alive è una trovata geniale, quasi un premio per i giocatori che sono riusciti a completare il gioco.

    COMMENTO FINALE.
    Portal è un esperimento ben riuscito. Un fps atipico con un gameplay unico e originale. La grafica è nella media dei giochi di quel periodo, mentre il doppiaggio è uno dei migliori di questa generazione. Se siete in cerca di un’esperienza diversa da quella dei soliti fps allora Portal fa al caso vostro. La risoluzione degli enigmi, soprattutto quelli più difficili, è appagante.

    PREGI
    Gameplay originale
    Atmosfera ben ricreata
    Doppiaggio e colonna sonora ai massimi livelli
    DIFETTI
    Scarsa longevità
    Ambienti troppo simili tra loro e poco vari

  9. #29
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    Predefinito Prince of Persia PS2

    Recensione Prince of Persia- Ps2
    Parte1

    Spoiler:

    L’alba dei tempi:
    Quando si parla di Prince of Persia la memoria di qualunque videogiocatore di vecchia data non può che tornare indietro nel tempo, e bearsi dei bellissimi ricordi legati al capostipite di questa amatissima e longeva saga.
    La creazione di Jordan Mechner, rilasciata sul finire degli anni ’80, fu un vero e proprio capolavoro per l’epoca: un gameplay innovativo (su tutto, la necessità di completare l’avventura in real time), un’atmosfera magica e tanti piccoli accorgimenti che ne decretarono il successo, al punto da scolpirlo a forza nell’immaginario collettivo del grande pubblico.
    I successivi capitoli, rilasciati negli anni a venire, non riuscirono però ad emulare la magnificienza raggiunta dall’originale. A dir poco fallimentare il terzo episodio, “Prince of Persia 3D”, che anzichè decretare l’entrata trionfale della serie nel nuovo mondo delle tre dimensioni, fu stroncato da critica e pubblico a causa di una lista chilometrica di problemi (bug, caricamenti secolari, eccessiva sudditanza verso Tomb Raider, IA inesistente).
    Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo nasce da queste premesse, e si presenta nel 2003 alla folla di fans del Principe come l’ennesimo tentativo di dare, a distanza di 15 anni, un degno erede al deus ex-machina della serie.

    Il tempo: un mare in tempesta
    La trama alla base PoP:Sands of Time per una volta evita i clichè dei suoi antenati: niente principessa da salvare. Qui è tutta una questione di Tempo. Al malvagio Visir Zervan ne è rimasto poco, in quanto prossimo alla morte. Pur di salvarsi, tradisce il suo padrone, il Marahjah, vendendone l’enorme palazzo all’esercito persiano di Re Sharaman. Quest’ultimo, affiancato in battaglia per la prima volta dal figlio, il Principe di Persia, entrerà tanto facilmente quanto trionfalmente nel palazzo, ne soggiogherà gli abitanti (compresa Farah, figlia del padrone di casa), e ne saccheggierà le immense ricchezze.
    E la ricompensa di Zervan? Semplice, la possibilità di scegliere uno qualunque dei tesori contenuto nel palazzo. Scelta che il Visir vorrebbe far ricadere sul misterioso ed antico Pugnale del Tempo, uno strano artefatto capace di donare il controllo totale sul Tempo a chiunque lo possieda, e quindi anche l’immortalità tanto agognata dal visir. I suoi piani sono destinati però a fallire miseramente: il Principe di Persia sarà lesto ed abile nel trovare il pugnale per primo, e si rifiuterà di cedere al Visir il suo primo souvenir di guerra.
    Al Visir non resterà che attendere un’occasione più propizia, che si presenterà all’interno del sontuoso Palazzo del Sultano D’Azad presso cui i Persiani si sono recati per festeggiare la vittoria sul Marahjah, nonchè per recare, quale dono in amicizia, la magnifica Clessidra del Tempo, secolare prigione delle temibili e pericolose Sabbie del Tempo. I cui poteri sono sconosciuti a tutti, ma non a Zervan, che con l’inganno spinge l’ingenuo Principe ad usare il pugnale per rompere la Clessidra, e liberare le Sabbie. Una volta fuori, le Sabbie porteranno distruzione nel Palazzo e trasformeranno tutti i presenti in orribili creature di sabbia.
    Unici superstiti il Principe, Farah e Zervan, risparmiati dalle Sabbie per via di tre oggetti in loro possesso.
    I due giovani fuggiranno per evitare che Zervan sottragga loro il Pugnale del Tempo.

    PoP: Le Sabbie del Tempo è un action/adventure in terza persona con una fortissima componente platform, dove il giocatore si troverà a guidare il Principe di Persia nella difficile missione di esplorare l’immenso Palazzo del Sultano d’Azad, caduto in rovina a causa delle Sabbie ma pur sempre magnifico ed enorme, superare ostacoli e trabocchetti vari, e disfarsi dei fastidiosi mostri di sabbia, al fine di raccogliere tutte le Sabbie del Tempo perdute, e riporle infine nella Clessidra, in modo da rimediare al pasticcio combinato all’inizio del gioco. Destinazione finale Torre Aurora, luogo in cui Zervan ha nascosto la Clessidra.

    Lo schema di gioco risulta piuttosto lineare, e questa mancanza di libertà rappresenta forse l’unico vero difetto del titolo. Il Principe dovrà affrontare di volta in volta stanze, saloni, giardini all’aperto, piscine regali, grotte, sotterranei, torri o costruzioni da scalare, in generale varie ambientazioni del palazzo, con lo scopo di trovarne l’uscita per completare il livello e passare al successivo. In alcuni casi questi luoghi saranno privi di nemici, e la vostra unica fatica sarà quella di far funzionare la materia grigia di cui vi ha fatto dono il Signore, onde identificare la strada per raggiungere l’uscita. In altre occasioni invece, gli ambienti di gioco saranno infestati dalle creature di sabbia, che cercheranno di farvi la pelle. Quindi, prima di capire come uscirne, dovrete pensare a distruggerli, per poi dedicarvi alla fase esplorativa.
    Sebbene non abbiate chiesto il suo aiuto, la bella Farah vi accompagnerà in quasi tutte le fasi del gioco, e in più frangenti saprà rendersi utile e darvi una mano concreta per proseguire nel vostro viaggio.
    Laddove il Principe resterà bloccato nel suo cammino, Farah troverà una fessura, un pertugio o un cunicolo dove infilarsi grazie al suo corpo sinuoso ed aggraziato, e, sbloccando leve o bottoni, vi aprirà una nuova strada.
    Nel corso dei combattimenti vi darà supporto con il suo arco, senza però provocare molti danni, ed anzi sarete voi stessi a doverla proteggere dai nemici, impedendone la morte. Pena, il game over.
    Molto interessante l’evoluzione del rapporto fra i due giovani, inizialmente freddo e basato su una totale mancanza di fiducia reciproca, salvo poi sfociare in un sentimento profondo ben al di là di una semplice amicizia.
    Oltre alla necessità di cooperare con Farah, sono due i punti fermi del gameplay. Innanzitutto l’estrema agilità ed atletismo del Principe, di cui potrete rendervi conto fin dalle prime fasi di gioco. Già nel breve tutorial potrete familiarizzare con tutta una serie di salti, capriole, corse sui muri, e camminate in quilibrio, degne del miglior ginnasta al mondo.
    Il tutto facilmente padroneggiabile con la pressione del tasto dorsale L1 per le fondamentali corse sui muri, ed X per i salti.
    Queste abilità sono un’ingrediente fondamentale dell’avventura, senza le quali il protagonsita non riuscirebbe a muovere nemmeno un passo all’interno di tutte le insidie che lo aspettano. Sarà fondamentale effettuare delle combo di salti e piroette, in modo da raggiungere altezze altrimenti inarrivabili.
    Bellissimo il campionario di mosse, che vede il principe effettuare scalate improbabili rimbalzando da un muro all’altro, oppure dandosi lo slancio per raggiungere appigli e cornicioni.

    Il Principe brandisce nella mano destra una scimitarra (quadrato per attaccare, R1 per parare) ma la pressione becera dei tasti non vi basterà per avere la meglio sui vostri avversari. Generalmente le creature di sabbia vi attaccheranno in gruppo, cercando di mettervi all’angolo, e per poterli sconfiggere dovrete cimentarvi in salti ed evoluzioni aeree sfruttando l’ambiente che vi circonda (rimbalazando su mura, colonne ed altro) che vi permetteranno di colpire e finire i vostri nemici alle spalle. Nemici non certo dotati di I.A. stellare, ma capaci comunque di piazzare parate ed affondi in momenti chiave dello scontro.
    Nella mano sinistra il Principe inpugna invece il misterioso Pugnale, che vi garantirà il controllo totale sul Tempo, vero protagonista del gioco.
    Inanzitutto il Principe potrà tornare indietro nel tempo a suo piacimento, in modo da rimediare ad eventuali errori del giocatore che possano aver decretato il game-over. Esempio? Avete spiccato un salto da una colonna altissima, ma anzichè atterrare su un balcone, vi siete sfracellati al suolo? Poco male. Tenendo premuto L1 farete tornare il Principe indietro sui suoi passi fino al punto di partenza, ma PRIMA che commetta l’errore. Con la possibilità di ritentare il salto, stavolta con cognizione di causa. Pensate ad un combattimento. Una creatura vi sferra una martellata in testa, e vi uccide. Tornate indietro al punto giusto, e potrete non solo schivare la martellata, ma contrattaccare il nemico e finirlo.
    L’uso di questo potere sarà fondamentale, in quanto la fretta di salire su un cornicione o di saltare sull’asta di una bandiera sarà tale, da farvi commettere immacabilmente qualche sbaglio, a cui dover rimediare. Ed il modo per porvi rimedio è geniale.
    Gli altri poteri offerti dal pugnale saranno il bloccaggio temporaneo dei nemici a schermo, nonchè l’opzione scenografica ma scarsamente utile di rallentare l’azione nel corso di certe fasi.
    Non cantate vittoria troppo presto però, in quanto l’uso di tutti i poteri del Tempo è limitato al quantitativo di sabbia da voi raccolto nel corso dell’avventura. Sarà bene quindi monitorare in modo puntuale l’indicatore delle sabbie raccolte (subito sotto alla barra dell’energia), centellinandone l’uso per situazioni delicate.
    Se da un lato riuscirete a salvarvi molto spesso da situazioni disperate manovrando sapientemente il corso temporale degli eventi, dall’altro vi capiterà a volte di gioire troppo presto rendendovi conto che la sabbia accumulata non vi basterà per rimediare ad un vostro svarione.

  10. #30
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    Parte2

    Spoiler:

    Tecnicamente il gioco è una meraviglia: ogni ambiente è ben disegnato, con un’attenzione spasmodica per ogni dettaglio. Mura crepate, drappi colorati svolazzanti, vetrate, palme altissime, fontane d’acqua, cascate, cornicioni, saloni lussureggianti, grotte sotterranee. Ce n’è per tutti i gusti, ma la grafica fa sempre il suo dovere e lascia il giocatore a bocca aperta, soprattutto per l’enormità degli spazi in cui si muove il Principe. Una volta entrati in un nuovo livello, vedrete l’inquadratura allargarsi per catturare il paesaggio intero...impressionante. Il Principe rimane un puntino sullo sfondo, un’inezia all’interno di uno spazio così grande e fedelmente riprodotto. La sensazione inziale sarà sempre di impotenza, “come fare per raggiungere l’uscita che sembra lontana anni luce?”. Pochi attimi, e l’azione vi travolgerà, e in poche mosse sarete in cime a strutture che vi sembravano indomabili.
    Questo è il senso di magnificienza grafica del titolo, e vi accompagnerà per tutta la durata del gioco con alti e bassi, in cui ad ogni modo lo stupore rimarrà sempre al vostro fianco come terzo incomodo fra voi e Farah.
    Il sonoro è perfettamente in armonia con lo stile di gioco, musiche e refrain di stampo orientale, mai invasive se non in alcuni momenti in cui tendono a coprire la voce del Principe. Voce narrante che ci accompagnerà per tutta la durata del gioco, spiegando al giocatore (e non solo a lui) quali fatti straordinari gli siano capitati.
    Difficoltà del gioco media, ma ben calibrata a crescere nel corso dell’avanzamento, con checkpoint di salvataggio frequenti, rappresentati da coni di luce, posti ad inizio di molti livelli, che rendono l’eventuale morte meno frustrante. In più attraversando il cono di luce, il giocatore avrà una breve visione del futuro, un “flash” improvviso, in cui potrà visualizzare ciò che lo attende a breve, nonchè qualche suggerimento su come affrontarlo.

    Commento finale:
    Prince of Persia ha trovato finalmente un valido erede, un degno successore capace di riportare la saga del Principe ai fasti di un tempo. Ci sono giochi che ci divertono, altri che ci divertono molto, e poi ci sono capolavori come questo, talmente riusciti in tutto e per tutto, che non ti permettono di staccarti dalla console finchè non l’hai finito tutto d’un fiato.
    Grafica e tecnica da soli non sono niente, d’altronde la potenza è nulla senza controllo. Ma a questo le Sabbie del Tempo aggiunge stile e personalità, ma non tanto del protagonista, che in fondo, in certi momenti (perlomeno a inizio avventura) risulta perfino irritante. E’ proprio lo stile di gioco ad avere carisma, il gameplay incentrato sulla manipolazione del tempo e sulle acrobazie dell’eroe a sprizzare originalità da ogni poro.
    Un gioco adventure/action in cui le fasi di combattimento per quanto ultra-coreografiche e spettacolari, potrebbero perfino essere saltate a piè pari senza nulla tolgiere al giudizio finale sul prodotto.
    Atmosfera mediorientale, splendide ambientazioni e un pizzico di stupore ad ogni stanza incontrata, incolleranno il giocatore al pad per accompagnare il Principe nel mare tempestoso del tempo, alla ricerca della redenzione dal proprio peccato originale e al coronamento del proprio destino in un mondo misterioso in cui tutto può accadere. Anche dover accettare inevitabilmente che la donna che hai capito di amare non ricorda nemmeno chi tu sia. Scherzi del Tempo, che rendono quest’avventura speciale.

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