Non ho mai sentito in tutta la mia vita da cattolico una moglie che tenta di obbligare il marito o il figlio ad andare in chiesa... Trovo sia una cosa piuttosto "americana..."
Insomma ti sposi con..
Non ho mai sentito in tutta la mia vita da cattolico una moglie che tenta di obbligare il marito o il figlio ad andare in chiesa... Trovo sia una cosa piuttosto "americana..."
Insomma ti sposi con..
Il marito un po' meno ma il figlio si.
Altrimenti che lo battezzi a fare.
Idem pe ril catechismo.
E quando il padre non ci va pure al figlio vengono dubbi.
Nemmeno un "Su andiamo a messa" "Ma ci sono i cartoni!" "Li guardi dopo"?
Beh è un po' come quando i bambini non vogliono andare a scuola e li si manda "a forza".
Solo che là si fa bene.
Non per dire ma mia madre e mio padre non mi facevano guardare mediaset sino a quando un mio amichetto voleva guardare "Goku"
Avevano ragione.
Bhe, ma non è detto che non cattolico significhi necessariamente ateo. Francamente se fossi stato coinvolto da una qualche religione in modo significativo mi avrebbe fatto molto male il pensiero di aver ricevuto il sacramento di un altro credo. Comunque sia, sarebbe troppo complicato cercare di trovare un fondamento razionalmente valido all'ingiustizia della scelta da parte dei genitori. Chi crede davvero nel battesimo non può fare a meno di dare tale sacramento al figlio.
Io non credo nel battesimo, trovo pericolosa e moralmente inefficace la dottrina cattolica, non sono un simpatizzante della chiesa e non intendo dare loro consensi tramite pratiche di questo tipo. Ergo, non solo non battezzerei mio figlio ma nemmeno permetterei alla mia compagna di farlo. Tuttavia il problema non si pone perché non penso che avrò mai uno o più figli..
Sul piano teoretico penso due cose e non penso che tra loro siano facilmente conciliabili.
-La prima è che il bambino dovrebbe avere una totale libertà di culto. Il battesimo di fatto non è semplicemente un'indicazione ma è un'iniziazione. C'è quindi una qualche forma di costrizione.
-La seconda è che la fede è una cosa personale, ma che nell'essere personale implica dei doveri e delle convinzioni. Sarebbe assurdo che un credente davvero convinto evitasse al figlio il primo sacramento, proprio perché credente. Nel credere egli crede (appunto) di fare del bene al figlio col battesimo e ciò è inevitabile in quanto una possibilità diversa implicherebbe il dare spazio a un non-credere (affidarsi quindi al valore della libertà piuttosto che a quello del comandamento).
Eh il problema è tutto lì... è una scelta che spetta al genitore... Magari non battezzando un figlio poi si scopre che invece gli sarebbe piaciuto. A parer mio conviene decidere per il figlio, stando poi attenti a non condizionarlo...
Boh non la vedo così... Alla fine il fatto che non significhi niente non vale solo per gli atei, ma anche per qualunque altra fede... Per chi non è cattolico è solo acqua e catenine d oro... Insomma non ricordo altri riti di iniziazione similari, ma se mi avessero iniziato all islam ad esempio, e ciò poi non avesse inciso sulla mia libertà, non me ne sarebbe fregato niente...Sul piano teoretico penso due cose e non penso che tra loro siano facilmente conciliabili.
-La prima è che il bambino dovrebbe avere una totale libertà di culto. Il battesimo di fatto non è semplicemente un'indicazione ma è un'iniziazione. C'è quindi una qualche forma di costrizione.
Beh certamente nessuno battezza il figlio per fargli del male... sostanzialmente è tutto a fin di bene-La seconda è che la fede è una cosa personale, ma che nell'essere personale implica dei doveri e delle convinzioni. Sarebbe assurdo che un credente davvero convinto evitasse al figlio il primo sacramento, proprio perché credente. Nel credere egli crede (appunto) di fare del bene al figlio col battesimo e ciò è inevitabile in quanto una possibilità diversa implicherebbe il dare spazio a un non-credere (affidarsi quindi al valore della libertà piuttosto che a quello del comandamento).