Come promesso ecco la prima lezione de "L'apprendista scrittore".
Avviso già che essendo l'inizio del tutorial scriverò cose che potrebbero sembrarvi ovvietà, ma state tranquilli: c'è sempre qualcuno che non le sa. Detto ciò, si parte!


Spesso nella vita si sente dire che la fretta è cattiva consigliera. Ebbene, nel mondo della scrittura non c'è niente di più vero: più uno è impaziente di scrivere, più è probabile che il suo lavoro sia una schifezza. Certo, nei racconti può essere più facile salvarsi in corner, ma più la lunghezza dello scritto aumenta più scrivere a casaccio diventa altamente sconsigliato. Che cosa occorre dunque fare per ritrovarsi già pronti quando si è colti dall'ispirazione?


Prima di tutto, leggere. Questa è la massima che si sente dire da qualunque scrittore famoso e non. Sembra una cosa scontata, ma vi assicuro che non lo è, almeno in Italia. Difatti si sente spesso dire in giro per il web "tra gli italiani ci sono più scrittori che lettori". Ho sempre pensato che fosse un'esagerazione, e probabilmente lo è veramente, ma con il passare del tempo mi sono accorta che non si discosta poi tanto dalla realtà attuale. Perché, pensandoci, pare che ormai a chiunque salti in mente di buttare giù una storia, anche se l'unico libro che ha letto è stato il primo Harry Potter o qualcosa di obbligatorio per la scuola. Mi sono chiesta più di una volta come mai alle persone venga in mente proprio di scrivere romanzi e non per esempio di diventare regista, fumettista o sceneggiatore di anime. Poi mi sono risposta da sola: mancanza di materie prime. Insomma, scrivere è facile: prendi un computer, apri Word e premi le dita sulla tastiera; in alternativa usi carta e penna. Ma il regista come lo fai? Come disegni delle tavole se non sei capace di ricalcare neanche un omino stilizzato? Come puoi creare un anime in Italia? Beh, le soluzioni sono due: o uno si informa e fa in modo di avere gli strumenti che gli servono sotto mano, o si dà alla scrittura. Ma visto che la gente è pigra e di informarsi non ne ha voglia, sceglie sempre la seconda. Eppure io mi chiedo: cosa si scrive a fare se poi non si ama leggere? Ha senso che un musicista non ami ascoltare musica? Chissà perché alcune cose scontate in realtà non lo sono.


Leggere tanto vi farà diventare automaticamente bravi scrittori? No. Ci sono tantissimi lettori forti che scrivono da cani e resteranno negati per tutta la vita. Quindi qualcuno potrebbe dire: "Ma cosa leggo a fare allora? Tanto se non sono portato non diventerò mai bravo!"
Ebbene, la mia risposta è questa: se non leggi niente SICURAMENTE non sarai mai bravo, mentre leggere ti darà la possibilità di diventarlo. Questa possibilità, però, va creata e coltivata. Ed è per questo che si deve passare alla seconda fase: leggere ciò che si vuole scrivere. Insomma, prima di buttare giù un'opera è necessario conoscere altri esempi dello stesso genere. Leggereste mai un giallo di un autore che afferma di aver avuto come unico punto di riferimento il telefilm del commissario Rex? O un racconto horror di uno che crede che "Il gatto nero" sia un quadro? O un fantasy spacciato per "innovativo" che ha per protagonista un giovane orfano predestinato con la cicatrice in fronte che scopre di avere degli strani poteri, deve recuperare degli oggetti magici, viaggiare in mezzo agli elfi e portare un anello su un vulcano prima che il "signore oscuro" lo uccida?
Se non si legge il genere che si vuole scrivere, al di là delle pessime figure che si può fare in giro, non si impara a scrivere bene. Guardare film, telefilm o anime può aiutare ad avere IDEE per la trama, ma non vi insegnerà COME scriverle. Senza contare che non conoscere le storie più famose significa anche non conoscere i cliché del genere che sono da evitare (e basta con 'sti giovani orfani predestinati, insomma).
Purtroppo devo confessare che stavolta nella totalità degli autori di best seller c'è chi potrebbe non darmi ragione. Sebbene tutti gli scrittori confermino di leggere molto, infatti, alcuni di loro hanno però ammesso di aver scritto opere di successo pur non conoscendo il genere. In particolare Licia Troisi ha scritto "Le Cronache del Mondo Emerso" avendo letto come unico fantasy "Il signore degli anelli", mentre Stephenie Meyer ha scritto "Twilight" senza aver mai letto un libro sui vampiri. Ora, io non ho ancora letto nessuna delle loro opere, quindi eviterò di esprimermi a priori perché non lo ritengo giusto. Dico solo che in giro per il web mi sono spesso trovata in mezzo a fan del fantasy classico che vorrebbero la morte di Nihal e a fan di Dracula che taglierebbero la testa a Edward.
C'è comunque un dato di fatto di fondo: "libro di successo" non è sinonimo di "libro valido".


Come ultimo punto vorrei affrontare la questione della documentazione. Purtroppo tra gli aspiranti scrittori è molto facile trovare scritti che contengono errori pesanti dovuti alla scarsa conoscenza di un determinato argomento. Il punto è questo: o si scrive solo ciò che si conosce bene, o ci si documenta. Se un liceale vuole scrivere un racconto ambientato in una scuola superiore, probabilmente riuscirà a farlo senza doversi informare su chissà cosa; ma mettiamo che a questo stesso liceale venga in mente di raccontare la storia di un attacco aereo nella Seconda Guerra Mondiale. Non è proprio una cosa su cui si può improvvisare, no?
Ora qualcuno di voi potrebbe dire: "Va beh, ma io non ho mica voglia di leggermi interi volumi sugli aerei di settant'anni fa!"
Allora scrivi un'altra storia. O qui c'è qualcuno che vuole parlare di battaglie aeree perché gliel'ha detto il medico?
Gli errori di documentazione sono fastidiosi. E sono fastidiosi in qualunque genere, non solo nei romanzi storici. Se in un thriller il protagonista si butta dal ventesimo piano e atterra sull'asfalto senza un graffio, viene da chiedersi il perché. Oppure si getta il romanzo dal ventesimo piano, ma quello purtroppo potrebbe veramente restare incolume.
L'errore più frequente di solito lo fanno gli autori di fantasy. Difatti chi scrive romanzi storici di solito sa benissimo che si deve documentare, mentre chi scrive fantasy è convinto che non sia necessario. Non per niente in giro per il web viene spesso usata la frase "tanto è fantasy!" come presa in giro agli aspiranti scrittori (se mi passate il termine, "bimbiminkia") che riempiono pagine e pagine di cavolate convinti di aver scritto qualcosa di sensato perché "è tutto inventato". Ora, pensateci seriamente: ma secondo voi Tolkien ha scritto le battaglie a caso? Ha inventato lui gli elfi? Ha contato i giorni necessari al viaggio leggendo i numeri del lotto? Suvvia, poche cavolate.


Per chi non fosse ancora convinto che documentarsi serve, vi lascio un testo creato da me che vi mostra come potrebbe essere un ipotetico romanzo ambientato nel Medioevo scritto da un ignorante. Non vi dirò dov'è l'errore, spero che ci arriviate da soli:

Mentre il cavaliere fuggiva in groppa al suo destriero si ritrovò oltre i confini del regno. Ormai era convinto di aver seminato i briganti, ma non si sentiva abbastanza tranquillo a fermarsi, così continuò a galoppare lungo il sentiero deserto con il vento che gli scompigliava i capelli.
Quando si fermò aveva già raggiunto il mare. Bloccò il cavallo vicino alla riva, scese a terra e senza mollare le redini avanzò verso la spiaggia. Lì, stesa vicino all'acqua, c'era una giovane fanciulla dai lunghi capelli biondi. Il suo bikini azzurro era stato in parte bagnato dalle onde. Il cavaliere rimase immobile, incantato da quella visione. Era la principessa.

La lezione finisce qui. Per questa volta non ci saranno compiti scritti, dato che non siamo ancora arrivati alla fase di scrittura vera e propria. L'unico consiglio che vi do è questo: se nella vostra vita vi è capitato di scrivere qualcosa (o avete intenzione di farlo) provate a pensare:
- a quali libri dello stesso genere avreste dovuto leggere (o dovreste leggere);
- su quali argomenti vi sareste dovuti informare (o dovreste informarvi).


Spero che la lezione abbia offerto spunti di riflessione interessanti. Alla prossima!