Che quello del 2003 fosse il livello qualitativo più basso degli ultimi dieci anni è un'evidente forzatura.
Come detto, i bikers succitati non sono di prima fascia; tuttavia, non si può di certo considerarli piloti di risibile caratura, soprattutto se presi in esame relativamente al contesto specifico (che è poi l'operazione effettuata dal sottoscritto).
Nel 2003 Elías era un giovane pilota decisamente promettente (consolidatosi poi, sono d'accordo, in MotoGP), Nieto in quell'annata era il naturale favorito del campionato (se poi vogliamo dire che quello dell'anno precedente fu più che altro un exploit isolato all'interno di una carriera anonima concordo di nuovo, ma è un altro discorso), Porto (il riferimento era errato; nel 2004 l'argentino fu senza alcun dubbio il pilota più veloce della quarto di litro, mentre l'anno successivo effettivamente aveva già imboccato la parabola discendente della propria carriera) e de Puniet saranno i principali avversari di Pedrosa l'anno seguente (e contrariamente al numero 19 dell'Aprilia, il francese darà qualche dimostrazione di estrema velocità pure in MotoGP).
Si tratta tra l'altro degli stessi piloti che nel 2002 si posizionarono dietro a Melandri (con Rolfo al posto di de Puniet), l'oggetto del paragone. Con la differenza che il sammarinese era alla stagione d'esordio...
Sicuro, sicuro ?
Twenty, indeed.
Un azzardo premeditato, ragionato ed azzeccato, in sintesi.
Effettivamente la dipartita di Biaggi (miracoloso vice campione del mondo 2002) ha depauperato enormemente la competitività della Yamaha. Tuttavia, è innegabile che quando la Desmosedici Gp3 staccò il miglior tempo nell'ultimo dei test invernali con Capirossi, l'impressione destata fu enorme.
Il lavoro di Max nei quattro anni di Yamaha, una Yamaha dove al posto di Burgess c'era Fanali , è stato enorme ed i risultati ottenuti nell'ultimo biennio sono frutto del lavoro oscuro dei due anni precedenti (che poi la scelta di cambiare aria fosse aprioristicamente e drammaticamente sbagliata è un'altra questione ). E che il romano sia inconfutabilmente un collaudatore ed un tester di un altro livello rispetto a Capirossi non è un mistero. Però se si è migliorato così tanto (anche perché regredire ulteriormente era impossibile ) il merito non è certo di uno come Checa.
Non è così, in realtà; ed il tuo post implicitamente lo conferma, rivelandosi complementare, e non antitetico, a quello del sottoscritto.
Dopo la stagione d'esordio, il 2007, Stoner non ebbe certo bisogno di alcun supporto da parte di Capirossi (stiamo parlando di un campione del mondo, seppur giovanissimo). Le parole di Suppo erano circoscritte all'arrivo ed alle prime gare dell'australiano (peraltro già mattatore indiscusso), laddove una figura più esperta giocò senza dubbio un ruolo importante (anche se è altrettanto vero che se metti tutti i piloti del Circus su una pista sulla quale nessuno ha mai corso, nella prima mezz'ora Stoner rifila al 100% due secondi a tutti).
Avevi anche individuato nella prematura uscita di scena di Gibernau la principale ragione di una simile asimmetricità di rendimento, mentre invece l'incidente di Catalunya non fece altro che porre fine al calvario di quello che ormai non poteva che essere definito un ectoplasma. Ah, senza andare troppo indietro, abbiamo appena finito di parlare di Stoner, uno che nel 2007 in Ducati non ci doveva nemmeno andare .
Già il solo fatto che per individuare una diminutio o un plusvalore tu attinga a diversi tipi di parametri (lo so, è così che si misura la caratura di qualsiasi biker, è che non sono abituato a confronti impegnativi, mio malgrado ) testimonia la sostanziale sovrapponibilità dell'energia potenziale e cinetica dei due.
BTW, il mio riferimento era relativo all'incidente di Buenos Aires '98 ed al fatto che lo pseudo pilota riminese avesse completamente superato quell'asticella (il mio post era immediatamente successivo alla gara di Le Mans).
Same for me, con la differenza che ormai non ho proprio il tempo di fare altro che esuli dal lavoro .