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Io la vedo diversamente, soprattutto perchè un fenomeno di massa come WoW, più che al mondo dei videogiochi lo assimilerei al mondo dei social network, per diffusione e per induzione di dipendenza.
WoW a mio avviso ha poco a che fare col mondo dei videogiochi, anche se ne condivide taluni aspetti.
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Comunque, non voglio assolutamente aprire un dibattito su questo argomento eh, sarebbe davvero fuori luogo :)
Posso capire il punto di vista di Luana, WoW ha reso felici presumibilmente gli ultimi giorni di NIcco, e questo deve essere stato impagabile per una madre che sta per distaccarsi dal figlio.
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Ho pensato parecchio a come esprimere la mia solidarietà ma tutto risulta davvero "troppo basso" per la situazione.... La ammiro veramente tanto per la sua forza.
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Ciccio, prima di chiudere, dice chiaramente che si rende conto che un gioco del genere in effetti per qualcuno rappresenta una droga, ma è ovvio che ci siano dei problemi a monte, indipendenti dal gioco. Anzi, ti invito a comprarti il libro per avere qualche testimonianza su come abbia permesso davvero a tanta gente di sentirsi veramente parte di qualcosa, di una "famiglia" laddove quella naturale manchi per tanti motivi. Magari ne parliamo in un'altra occasione :)
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Bell'articolo, complimenti. Un abbraccio a Luana
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Bell'articolo, mi ha colpito molto la storia del povero Niccolò.
La madre è davvero una persona forte.
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Bellissima quest'intervista, mi ha stupìto come la madre ha parlato per tutta l'intervista immergendomi in tutte le sue emozioni....A parte il gioco rimane il forte dispiacere per queste vite così giovani spezzate da delle malattie....E' bruttissimo e tristissimo sentire di storie così ma allo stesso tempo è così calorosamente bello ascoltare la testimonianza calda e materna di una madre come questa...
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Un forte abbraccio a Luana e condoglianze per il suo Niccolò, questo è uno dei pochi casi dove i videogames non sono inquadrati solo come ''divertimento'' o ''brucia cervelli''.Complimenti anche a Luca Gambino per l'ottimo articolo.
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Come voialtri sono rimasto positivamente colpito dal carattere forte di questa donna. Mi fa piacere anche che J Ax abbia dato come poteva la sua collaborazione.
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veramente un bel articolo Si, perché nel gioco si trova sempre qualcuno con cui parlare e soprattutto, si è tutti uguali. Non ci sono distinzioni.* parole sante*