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in base a come l'hanno presentato sarebbe stata deludente pure la trilogia del padrino.
è deludente o brutto?
in trance, con vincent cassell e quellochehafattosiawantedchexman che non mi ricordo come si chiama.
thriller piuttosto complicato, strizza un po' l'occhio a inception, nel senso che se provi a seguire il regista diventi scemo. ed è proprio il bello di 'sto thriller.
non so se mi sia piaciuto tanto o se mi abbia solo colpito. fatto sta che mi ha colpito.
parla di un colpo ad una casa d'aste dove viene rubato un quadro da 25 milioncini. chi l'ha nascosto ha subito un trauma cerebrale e ha rimosso il ricordo... e tanto perché in un film non può mancare la bellissimaficaditurno cercano di fargli tornare la memoria tramite trance ipnotica.
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Ottima regia, McQueen rimane coerente con il suo stile freddo e dissezionante, con piani sequenza lunghi e deterioranti che mettono a dura prova la psiche dello spettatore. Purtroppo però la sceneggiatura è mediocre, non ha veramente niente da dire, personaggi scritti male, dialoghi mosci dove si fa solo prese sulla parola "negro", interpretazioni deludenti al di là di Fassbender.
Zimmer ha un momento in cui propone uno stile molto diverso dal suo, però per il resto è la solita patina pomposa che c'azzecca davvero poco con McQueen.
Voto: 6.5
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http://upload.wikimedia.org/wikipedi...2002poster.jpg
Come prendere uno dei romanzi più belli che abbia mai letto e trasformarlo in una merda. Ridurre una storia che parla dell'Altro nel modo più genuino che ci sia e ridurla ad una scialba storia d'amore perduto e desiderio di redenzione. Con tanto di "ma alla fine cosa è la Realtà?" finale. Passato del protagonista inventato di sana pianta (e banalizzato a livelli inverecondi). Colpo di scena finale perché tanto un film che non abbia un finale in grado di darti una parvenza di soluzione non può funzionare. Abbandoniamoci a facili risposte come "l'amore vince su tutto", dimentichiamoci del fatto che si dovrebbe parlare di un tentativo di contatto che è impossibile, di un oceano (ma tanto questo Solaris sembra più una stella che un pianeta) che è soggetto invece che oggetto di studio, del problema della coscienza e di tutte le menate filosofiche di questi russi che tanto non portano da nessuna parte. Poi leggi il nome di Cameron tra i produttori esecutivi e le cose un po' si spiegano. Non so se Soderbergh di solito faccia film del genere, ma questo è un crimine.
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Guardati quello di Tarkovskij se non l'hai ancora fatto, fantastico.
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Certo che Tarantino con Death Proof deve essersi divertito da morire.
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Siamo di fronte a un giallo/thriller ben fatto. Mi è piaciuto molto il fatto di organizzare il film come racconto di un sospettato interrompendo qua e là il racconto di quanto accaduto con le scene di interrogatorio. E’ stato veramente molto bravo Kevin Spacey ad interpretare il suo ruolo, specialmente nelle sequenze di interrogatorio. Però non sono riuscito ad apprezzare completamente il film perché manca quell’atmosfera pesante tipica di film come Seven, solo a sprazzi e solo da metà film in poi, quando viene introdotta la figura di Keyser Soze, che la storia inizia ad ingranare sul serio e farsi veramente interessante culminando poi nel finale, ahimè, già spoilerato da Caparezza. Voto: 7.5
Mi sono approcciato al film senza conoscere veramente nulla a riguardo se non il fatto che fosse tratto dalla graphic novel di Frank Miller. Potete immaginare la mia sorpresa quando mi sono trovato davanti un film in bianco e nero dove solo alcuni particolari, spesso disgustosi, hanno colore, un film violento che mette in mostra tutti i problemi della città del peccato e la sua logica spietata. Un buon film, aspetto il sequel per vedere quali altri storie ci riserverà. Voto: 7
Il film è volto a sviscerare la psiche del protagonista, di giorno un uomo d’affari con le sue strane manie e le su abitudini, di notte un serial killer. Il ritratto psicologico è fatto molto bene ed è intrigante, ma a parte quello il film non ha molto da offrire, non c’è una vera e propria trama e non vi è nessuna evoluzione nel personaggio (anche a causa di avvenimenti irrealistici). Film discreto che poteva però dare di più. Voto: 6.5
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Aspettate. Sono ancora indeciso se ridere o piangere dopo sti Oscar
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Direi ridere perché avresti voluto darlo alla Lawrence.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Buddha94
Il film è volto a sviscerare la psiche del protagonista, di giorno un uomo d’affari con le sue strane manie e le su abitudini, di notte un serial killer. Il ritratto psicologico è fatto molto bene ed è intrigante, ma a parte quello il film non ha molto da offrire, non c’è una vera e propria trama e non vi è nessuna evoluzione nel personaggio (anche a causa di avvenimenti irrealistici). Film discreto che poteva però dare di più. Voto: 6.5
Non sono strane, sono VACUE. Vuote, rituali ripetuti ad nauseam. E sono le abitudini di tutti. Tutti vogliono andare al Dorsia, tutti fanno la gara del cazzo più lungo per dei biglietti da visita che a noi paiono praticamente identici. E' quello il punto del film, criticare la figura dello yuppie, in generale dell'arrivista. Bateman viene costantemente confuso per altre persone, e lui fa lo stesso con gli altri perchè sono tutti uguali, maschere facciali e pellicole, e dietro solo "vaghe idee" di persone. Bateman ne è consapevole e pensa che il suo essere segretamente un depravato omicida sia la sua forma di liberazione, l'unico modo per autodefinirsi, per darsi un'identità, e man mano che va avanti il film, comincia sempre di più a dubitarne, come fa lo spettatore. I delitti sono veri, o sono immaginari? E' davvero un serial killer? E il finale chiude perfettamente il tutto: confessa e non viene creduto. Piuttosto, non viene proprio ascoltato, tanto vapide e vuote sono le persone di cui si circonda, i suoi migliori amici, il suo stesso avvocato. Ed è lì che arriva alla conclusione che per quanto si sforzi, si impegni in depravazione, crudeltà, che non ha alcun modo di confermarsi, di trovare la propria identità, visto che quelli intorno a lui non hanno alcuna intenzione di starlo a sentire persino mentre confessa l'omicidio, e che si può considerare davvero un mostro solo se gli altri lo accettano in quanto tale. E comprende che è ininfluente se quello che ha fatto sia avvenuto realmente o meno, perchè è il mondo stesso intorno a lui a privarlo di quella catarsi, di quell'affermazione di individualità a cui lui tanto anela. Ha compreso che in realtà è veramente identico a tutti gli altri, ed è questa realizzazione la sua "pena", il "dolore" che vuol condividere con tutti. Alla fine, tutte le sue azioni si sono rivelate completamente superflue.
Che film hai visto, scusa?
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Ho capito qual è il messaggio del film ed è anche molto interessante, ma quello che volevo dire (non mi sono espresso bene prima) è che secondo me non è veicolato bene. Ho trovato il film troppo irreale e ciò non me l'ha fatto apprezzare come si deve. Se ne avrò l'occasione darò un'occhiata al romanzo, magari ciò che non mi ha colpito con le immagini potrebbe farlo attraverso la scrittura.