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Bene, bene finalmente scopriamo cosa combina Baby, anche se ancora dobbiamo vedere la sua misteriosa arma segreta che si sta sviluppando da anni :asd:
Ma intanto scopriamo i suoi alleati e vediamo di quali tremendi poteri possiedono
Nuova minaccia in vista, proprio ora che il risveglio di mecha Bu è imminente e che si prospettano altre oscure minacce, dall'ignoto e potente Ryu all'alleanza che Latan vuole creare :asd:
sono 3 fazioni e se tutti e 3 dovessero trovarsi in campo nello stesso momento? Potrebbe essere davvero la fine epr quei poveretti che vogliono difendere l'universo :asd:
Citazione:
ecco un'altro che si crede Dio quando sono già apparsi 4 o 5 personaggi forti quanto lui
Dyamans "Ti dirò, ne ha più diritto un Baby di essere un dio che non un Kaioshin o un re Kaio..."
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wow final quanto tempo!!!!! Adventure?*_*
sembra una telenovela infinta! cmq complimenti per la bravura e i fan sempre numerosi a seguire la tua fic!
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Citazione:
Originariamente Scritto da
C-17
wow final quanto tempo!!!!! Adventure?*_*
sembra una telenovela infinta! cmq complimenti per la bravura e i fan sempre numerosi a seguire la tua fic!
Grazie! :)
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Useresti gli mp per questo genere di cose?
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Finalmente un nuovo capitolo! Spero che vi piaccia! :D
EPISODIO 197: L'ALLEANZA
Mai in vita sua Zeneyu si era trovato tanto in difficoltà. Se tutti gli altri demoni incontrati da Zeneyu avevano denotato un potere di molto superiore a quello che Kaiohshin aveva previsto ciò negli esponenti della famiglia reale assumeva proporzioni al di fuori di qualunque logica. Se una trentina di anni prima la massima espressione della potenza demoniaca era rappresentata da un Darbula a stento capace di competere con un Super Saiyan II, l'avversaria che il guerriero divino si trovava a d affrontare sarebbe stata fuori portata anche per un Super Saiyan IV ben allenato. La crescita di potere dei familiari di Darbula era qualcosa di clamoroso, e certamente non naturale. Zeneyu stava facendo ricorso a tutta la sua determinazione e a tutta la sua capacità tecnica per cercare di tenere testa a quella furia, ma la superiorità della secondogenita di Darbula era purtroppo assolutamente palese. Per quanto il guerriero divino stesse riuscendo a limitare i danni, di certo non sarebbe mai riuscito a venire a capo di quello scontro continuando a subire l'iniziativa di Deiyana. Nondimeno ogni contrattacco di Zeneyu veniva puntualmente frustrato da un'eccellente reattività della donna demone, la quale non abbassava la guardia neppure per un momento, e non dava modo al suo avversario di intravedere nemmeno la più flebile luce di speranza di vittoria. Le sorti dello scontro erano totalmente e incontrovertibilmente nelle mani di Deiyana. “Però! Non ne vuoi proprio sapere di arrenderti! Il tuo attaccamento alla vita è notevole, per quanto inutile!” disse la sorella di Baldaar e Ilian. “Ti sbagli! Non è alla vita che sono attaccato! Ma al desiderio di portare la pace nell'universo! E ciò non potrà essere possibile se morirò qui per tua mano!” rispose Zeneyu. “La pace nell'universo? Tsk! Quanta futile retorica! Non mi interessa il motivo che ti spinge a non accettare la sconfitta! Ciò che so è che questo scontro inizia seriamente ad annoiarmi! Un'artista come me non ama affannarsi in combattimenti lunghi, e questo combattimento è durato sin troppo per i miei gusti! Dunque chiudiamola qui!” fece Deiyana, per poi chiudere gli occhi. Un secondo dopo ella li riaprì di scatto, all'unisono con la propria bocca, dalla quale emise un grido acuto, disumanamente penetrante, capace di stordire completamente l'avversario. L'onda d'urto dell'urlo di Deiyana aveva mandato completamente in tilt le capacità percettive di Zeneyu, il quale non era preparato ad un attacco tanto improvviso quando micidiale, e versava in uno stato di assoluta vulnerabilità. Con lo stesso sguardo compiaciuto di un felino predatore che vede la propria vittima cadere sulle ginocchia senza la possibilità di rialzarsi, Deiyana sferrò il proprio attacco, scagliando contro il guerriero divino una moltitudine di sfere di energia colore viola scurissimo dai palmi della mani, sottoponendo Zeneyu ad un vero e proprio bombardamento. Il guerriero divino non riusciva a reagire, mentre le deflagrazioni straziavano il suo corpo. Per concludere Deiyana accumulò la propria energia su entrambi i palmi, quindi, con una tecnica che ricordava molto il Final Flash di Vegeta, scagliò una colossale onda distruttiva che travolse completamente Zeneyu, sancendone la fine in un'esplosione di luce abbagliante. O almeno questo era ciò che pensava Deiyana. “Ce l'ho fatta! L'ho tolto di mezzo finalmente!” sorrise compiaciuta la donna demone, la quale però udì alle proprie spalle un'altra voce femminile ammonirla. “E invece hai fallito! Il tuo avversario è ancora vivo!” disse qualcuno che Deiyana conosceva sin troppo bene. “Madre!” esclamò lei voltandosi verso Lilith, giunta in quel momento sul campo di battaglia. Prima ancora che Deiyana potesse chiedere alcunché in merito a tale affermazione, la percezione a parte della stessa dell'aura di Zeneyu in tutta la sua intensità la spinse a voltarsi nuovamente verso il punto del cielo dove ella era convinta che il guerriero divino avesse trovato la morte. La creazione di Dai Kaiohshin era riapparsa innanzi a Deiyana perfettamente incolume, e la sua aura bianca aveva assunto una tonalità maggiormente cupa e minacciosa. Le pupille erano scomparse dagli occhi dello stesso, e la cresta di capelli bianchi del guerriero divino si era tramutata in una lunga chioma, simile a quella di un Super saiyan III che scendeva lungo tutta la sua schiena. “Così potente... eppure così triste!” commentò Lilith. “Hai colto il mio stato d'animo! Che è anche il motivo per cui non ho mai utilizzato questo potere fino ad ora! Nella mia forma originale mi potevo ancora permettere di sconfiggere i miei avversari senza arrecare loro eccessive sofferenze! Tuttavia per vincere ho bisogno di far ricorso a questo potere, per quanto esso comporti l'utilizzo di tecniche in grado di provocare sofferenza e morte! Non avrei mai voluto farvi ricorso! Ma non posso permettere che la vostra incolumità vada a discapito della salvezza dell'universo e conseguentemente della stessa incolumità di un'infinità di viventi!” spiegò Zeneyu. “Oh! Che animo nobile! Pensi tuttavia che bastino queste belle parole a indurre la principessa dei demoni ad esitare? Ok! Sei diventato più forte di prima! Ma ciò non ha nessuna importanza! Perché io ti sconfiggerò!” disse Deiyana. “No, Deiyana! Non ce la puoi fare! Se ti batti contro di lui adesso non avrai alcuna possibilità di vittoria! Lascia che me ne occupi io! Tu devi ritirarti!” la avvertì Lilith. “Stai scherzando spero!” disse la figlia per poi strapparsi di dosso il proprio vestito, rimanendo con la sola corazza a protezione dei seni e della zona inguinale. Con quel gesto Deiyana ostentava tutta la sua determinazione a fare sul serio abbandonando i propri abiti da artista per calarsi definitivamente in quelle di guerriera risoluta e pronta ad ottenere la vittoria con ogni mezzo. “Non ho alcuna intenzione di deludere il nostro signore! E' lui che mi ha ordinato di sbarazzarmi di questo scherzo della natura! E non ho chiesto il tuo aiuto, madre! Perciò stanne fuori!” disse la donna dalla pelle scarlatta. Il volto di Lilith rimase inespressivo, quindi con tono di voce neutro disse “Va bene! Se vuoi morire, fai pure!”. Deiyana ringhiò di disappunto “Grrr! Non sono un'incapace e te lo dimostrerò!”.
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Nel frattempo, nella stanza del trono, Baldaar sedeva immobile e silente. All'apparenza egli era solo in quella stanza, in realtà il signore dei demoni aveva avvertito la presenza di colui che si era introdotto nella sua stanza prima ancora che questi varcasse le porte del castello. Stanco di quella stucchevole farsa Baldaar tuonò “Lo so che sei qui! Rivelati affinché possa darti il benvenuto che si conviene a chi pretende di entrare impunemente nella mia stanza del trono”. Una lieve risata di divertimento, lungi dall'essere irriverente, preannunciò l'apparizione da dietro una delle colonne della sala della figura di Latan, l'angelo caduto. “Colgo una vena di irritazione nella tua voce! Re Baldaar! In generale le intrusioni da parte di estranei al castello ti divertono! Forse a inquietarti è il fatto che io non sia un demone?” disse il nuovo venuto camminando lentamente verso Baldaar. Il re dei demoni sorrise maligno “Non ti sopravvalutare! Chiunque tu sia! Semplicemente mi sorprende che un individuo tanto potente sia potuto giungere nella mia dimensione senza che io me ne sia mai reso conto! E non mi piace che in questo reame accadano cose di cui io non sono al corrente”. Le ultime parole erano state pronunciate da Baldaar con un tono di minaccia neanche sin troppo velata, e Latan era troppo intelligente per non rendersi conto che sarebbe stata una pessima idea girare troppo intorno alla questione e rischiare di indispettire quell'autentico mostro di cattiveria e di potere malvagio. “Non hai motivo per avercela con me! Io sono un tuo alleato! E sono venuto qui per farti una propos....” prima ancora che potesse finire di parlare, Latan si ritrovò schiacciato a terra da una forza irresistibile. Un guerriero dalla forza pari a quella di Li Shenron alla massima potenza si trovava a strisciare a terra come un verme dalla forza telepatica del più forte demonio di ogni tempo, ennesima riprova di quanto la forza di Baldaar fosse a dir poco spaventosa. “Frena! Frena! Hahaha! Cosa ti da l'arroganza di definirti un mio alleato? Neppure mia madre ai miei occhi è qualcosa di più di una schiava! Nessuno e ripeto nessuno può avere l'ardire di trattarmi come un suo pari!” disse Baldaar. “Sono venuto qui per farti una proposta che ti permetterà di estendere il tuo potere anche sul regno della luce!” disse a fatica Latan mentre lottava contro la pressione telepatica che lo schiacciava, sino al punto da fargli scricchiolare le ossa . Gli occhi di Baldaar furono attraversati da un lampo di interesse, e l'angelo caduto sentì la pressione finalmente allentarsi, permettendogli di risollevarsi in ginocchio. “Continua...” lo sollecitò il signore dei demoni. “Io ho un piano che ci permetterà di avere accesso alla dimensione della luce! Ci riusciremo grazie all'aiuto di qualcuno di molto potente!” disse Latan. “Di molto potente dici? E di chi stai parlando? Io stesso ho provato a usare tutta la mia potenza per aprire un varco dimensionale per poter invadere l'altro mondo, ma senza esito!” fece perplesso Baldaar. “Nessuno meglio di me conosce la tua potenza, Baldaar! Credimi!” disse l'angelo caduto, il quale evitò di rivelargli come fosse stato egli stesso a permettere al figlio di Darbula di ottenerla. Con tutta probabilità non sarebbe stato creduto, e anche se lo fosse stato una simile asserzione sarebbe stata considerata da Baldaar un atto di superbia e di vanto nei suoi confronti. Del resto poco cambiava cosa avesse portato a quella situazione. Tutto ciò che importava era che in quel momento Baldaar era molto più forte di Latan, e l'angelo caduto era obbligato a fare buon viso a cattivo gioco. Del resto senza la forza del signore dei demoni il suo piano era destinato a fallire. “Se te lo dicessi adesso non avrei nessuna credibilità! Prima di tutto voglio dimostrarti la serietà delle mie intenzioni facendoti dono di qualcosa che so che stai cercando da molto tempo! Come tutti i demoni che ti hanno preceduto del resto! Questo per farti capire che non hai a che fare con un venditore di fumo o un propinatore di false promesse!” e così dicendo schioccò le dita, gesto al quale seguì l'ingresso di Minossia e Kabal nella stanza. I due trasportavano un'enorme roccia, nella quale era conservato uno scheletro fossile la cui vista spinse Baldaar a sporgersi dal trono per lo stupore. “Non posso crederci!” sussultò il sovrano. Quello che Latan aveva portato con se erano i resti di colui che era considerato il più potente e malvagio demone di ogni tempo. Un essere talmente terrificante che quando fu sconfitto il suo spirito venne sigillato per sempre nelle sue stesse ossa in quanto il Kaiohshin di quel tempo temeva che la sua malvagità sarebbe stata tale da prendere il comando delle anime dei dannati e sovvertire con la sua potenza le leggi stesse dell'aldilà se lo si fosse incautamente spedito negli inferi. A riprova di ciò un'inquietante coltre di fumo violaceo aleggiava attorno alle sue spoglie che a stento contenevano tanta malvagità. Era delle stesse dimensioni di Baldaar ma di costituzione maggiormente longilinea, come si poteva evincere dalle ossa. La sua caratteristica che lo diversificava da ogni altro demone erano le sue tre corna, uno dritto sopra la testa e altri due che si estendevano perpendicolarmente ai lati della stessa. Il suo teschio era tondeggiante e mostruoso, con una dentatura estremamente pronunciata e orrenda. “Il leggendario demone Norgal! Un elemento di sicura utilità per il tuo esercito...” commentò Latan. “Come lo hai trovato?” chiese Baldaar. L'angelo caduto sorrise e con un cenno del capo indicò Minossia per poi dire “Grazie a lui!”. “Spiegati!” lo esortò il sovrano dei demoni. “Vedi... il Kaiohshin che sigillò Norgal non era stupido... e pur essendo costretto a sigillarlo in questa dimensione creò un sortilegio che rendesse impossibile agli altri demoni captare la sua presenza! Nondimeno sarebbe stato difficile per chiunque trovarlo visto che si trovava sottoterra! Per tutti meno che per un cercatore...” fece Latan.
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“Un cercatore?” ripeté Baldaar. Latan annuì “Ogni 1.000 anni su un pianeta chiamato Connuts, che si trova tuttora nello stesso sistema planetario dove si trovava il pianeta dove un tempo viveva la mia razza, prima della sua distruzione, nasce un bambino dotato di capacità particolarmente sviluppate nella percezione di aure e di presenze anche molto nascoste e ben celate! Beh, Minossia è uno di questi bambini!”. “Capisco! E come lo hai portato qui?” chiese Baldaar. “Grazie agli evocatori... una razza reietta di Connuts dotata di una forza trascurabile ma di poteri di evocazione molto forti! Le loro capacità permettono loro persino di comunicare con persone che si trovano in altre dimensioni... come questa! E di essere contattati a loro volta!” disse Latan. “E dunque ti sei accordato con loro per farti mandare l'anima di uno di questi cercatori!” dedusse Baldaar. “Esatto! Io grazie ai miei poteri ho potuto creare un corpo in cui rinchiudere lo spirito di Minossia che poi ha assunto tutte le caratteristiche dell'originale!” annuì l'angelo caduto. “Notevole... ma immagino che gli evocatori non ti abbiano aiutato senza chiedere qualcosa in cambio!” disse il sovrano. “Naturalmente... il fatto è che loro stavano cercando dei carillon da ben mille anni! In quanto dentro di loro erano rinchiusi proprio Minossia e suo fratello, da quel che mi hanno detto! Io gli ho semplicemente detto dove potevano trovarli!” spiegò l'ex guerriero del Paradiso. “E come potevi saperlo?” chiese Baldaar. “Semplicemente perché gli esponenti della mia razza sono capaci di rilevare con una certa facilità la presenza nell'universo del materiale usato per costruire i carillon... dal momento che eravamo stati proprio noi a costruirli e a donarne due a Connuts come segno di amicizia tra i nostri popoli! Infatti quel materiale esisteva soltanto nel nostro pianeta, prima che questi venisse distrutto durante una guerra che portò all'estinzione della mia razza! Grazie al contatto telepatico con quel tale Hoi l'ho potuto aiutare a trovare entrambi i carillon e ad evocare un mostro con cui avrebbe voluto conquistare l'universo. Non credo ci sia riuscito, ma questo non è certo un problema mio!” concluse Latan. “Sei certamente una persona che sa come muoversi! Mi hai dimostrato di potermi essere potenzialmente utile! Dunque ascolterò la tua proposta!” fece Baldaar. Latan sorrise. Era riuscito a stringere un'alleanza con il signore dei demoni. Da quel momento avrebbe potuto contare sulla sua potenza, fattore fondamentale per la riuscita del suo piano che oramai era da considerarsi del tutto in discesa.
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Latan ha troppe amicizie per i miei gusti :lol: comunque non pensavo ci fosse tutta questa differenza di forza tra lui e Baldaar.
beh ora non farci aspettare troppo per il prossimo capitolo, sono curioso di conoscere il piano di Latan