Già! Senno ci espellono!
Bene! Ma visto che hai scelto la nuvola magari sarà il chakra del fulmine!
...Ah ho capito(credo)! Però non parlo sennò gli altri perdono la sorpresa(anche se già si erano fatti accenni al riguardo)!
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Infatti...e noi non vogliamo essere espulsi!
Può darsi che sia il Chakra del fulmine! Magari...mi piacerebbe!
Credo che hai capito a chi mi riferivo...beh se vuoi puoi parlare, appunto perché già c'era qualche accenno ^^!
Neanche a me!
Può darsi! Domani vedrò assolutamente!
Come vuoi...per me puoi farlo comunque ^_^! Apprezzo la tua correttezza, sì ^^!
Diciamo che non è il caso di farci cacciare con sciocchezze come le nostre semplici discussioni su altri interessanti argomenti!
Si non vedo l'ora! Cosi poi ti faccio entrare in Alba!Un'altra donna ci vuole in quel gruppo (che ogni giorno si assottiglia sempre +!)
Be non dico nulla è + giusto!
Già, in fondo noi discutiamo su argomenti interessanti...!
Wow questo sì che sarebbe bello!! Appunto, un'altra donna ci vuole sì!
Va bene... (Ti apprezzo sempre più comunque ^^)!
E' verissimo! E poi è pure divertente :D!
Eh hai ragione...
Spoiler:
Di nulla, è così :)!
A_O, io ora devo andare, però ci sentiamo domani! Ciao ^^!
Sera ragazzi! Scusate per l'enorme attesa, ma non ho potuto postare prima...causa impegni scolastici e altro ^^! Ma proprio oggi ho avuto il tempo e adesso vi posterò il nuovo capitolo...e scusate già il doppio post, dato che dovrò farlo poiché è un po' lungo... Spero vi piaccia, so che potrà sembrarvi statico, ma in seguito non sarà così :D! Non rimane che augurarvi.... Buona lettura!!
Capitolo 36. Il risveglio
La notte buia e silenziosa continuava a regnare sulla grande e rocciosa vallata dove non vi era alcun essere vivente che respirava a fondo quell’aria frizzante e fresca, a parte quattro figure ritte nelle loro fiere posizioni e un’altra stesa sulla terra secca. Gli astri del cielo espandevano la loro soffusa luce su tutto ciò che esisteva in quel luogo silenzioso e solitario, creavano zone d’ombra percorse da invisibili fili argentei che avvolgevano le dure forme delle pietre e quelle morbide degli abiti dei presenti mossi dal soffio della Natura. Fievoli respiri si potevano udire e vedere piccoli e inconsistenti vapori tiepidi evadere attraverso le labbra di chi quella notte non poteva permettersi di riposare, resistendo al dolce richiamo di Morfeo che lentamente e prepotentemente si insinuava specialmente in Goten e Trunks. I due amici stavano in piedi e con i grandi occhi intenti a scrutare ogni impercettibile movimento di colui che già da qualche tempo giaceva malridotto al suolo, mentre nelle loro menti vagavano una moltitudine di pensieri e nei loro cuori numerose emozioni.
Gohan era fermo a soli pochi passi da Piccolo e con le braccia incrociate sul petto continuava a scuotere la testa, e grazie all’ espressione del suo viso si poteva capire quanto la preoccupazione lo stesse assalendo e stringendo come in un abbraccio dal quale non è facile sciogliersi. Nel frattempo il saggio di Nameck osservava attentamente Heizel tenendogli il capo sollevato da quella terra che aveva assorbito poco prima il dolore di quest’ultimo racchiuso nelle cristalline prigioni di due sole lacrime, mentre un’altra goccia d’oro era stata versata sulle sottili labbra percorse da minuscoli rivoli di sangue risplendente al chiarore delle stelle.
-Piccolo, l’ha già inghiottita?- chiese Gohan mormorando.
-Sì, adesso dobbiamo attendere solo che si risvegli- gli rispose il namecciano chiudendo la preziosa boccetta con una mano e continuando con l’altra a sostenere l’immobile e giovane alieno.
-Quanto pensi impiegherà per riaprire gli occhi?-
-Non lo so…dipende dalla gravità delle ferite. Prima però sarà meglio che gli rinnovi gli indumenti- e detto questo gli poggiò delicatamente la testa giù, aprì entrambi i palmi delle mani e chiudendo le palpebre si concentrò fino a quando una luce avvolse totalmente il corpo di Heizel e i vecchi abiti logori e strappati scomparvero, lasciando posto a una maglia purpurea senza maniche, a dei pantaloni larghi neri e stretti all’altezza del ginocchio e a degli stivali colore antracite.
-Wow, hai un buon gusto!- esclamò Goten allargando un sorriso e avvicinandosi per appurare che a ciò che aveva appena assistito fosse davvero realtà.
-Ti ringrazio, ma ho solo pensato a qualcosa di comodo e pratico per un guerriero del suo livello- ammise Piccolo voltando di lato il capo per non mostrare il suo lieve imbarazzo.
-Bene, dunque non ci resta che prepararci ad un altro possibile scontro, vero?- domandò piuttosto serio il primogenito di Goku.
-Non esattamente, come ti ho già detto non credo che sia totalmente malvagio…l’hai percepito anche tu, o sbaglio?-
-Non sbagli affatto, ma non mi fido ancora: ha pur sempre cercato di farci fuori tutti senza il minimo ripensamento-
-Anche questo è vero, ma spesso ciò che appare non è ciò che realmente è-
-Senti, ora come ora non mi va di risolvere gli strani indovinelli che ti saltano in mente, sono nervoso-
-Capisco…ma ricordati che il tuo cuore sa quello che ho appena detto. Non sbarrare alla conoscenza le porte d’oro del tuo animo, non continuare ad odiare qualcuno solo perché prima ha tentato di ucciderti… L’odio non porta a nulla, se non all’ignoranza-.
Il moro a quelle parole pronunciate dal saggio con tanta fermezza e serietà non seppe controbattere poiché ne aveva sentito l’estrema veridicità, ma era troppo difficile accettare ciò che era Heizel seppure solo all’apparenza: un essere spietato e senza alcuna traccia dei buoni sentimenti che aveva pure provato anni addietro. Dunque egli si accostò al goldwariano e fissandolo per qualche secondo si sedette nei suoi pressi su un grigio e possente masso, mentre Piccolo e gli altri due saiyan si allontanarono da Gohan che continuava a riflettere sugli insegnamenti del namecciano che lo avevano sempre accompagnato fin dalla più tenera età. Adesso però non si trattava di allenamenti a livello fisico bensì al morale e alla profondità, questa era per il ragazzo la vera sfida con se stesso e le fatiche che aveva dovuto compiere in passato gli parevano nulla in confronto ai mille pensieri che gli affioravano alla mente.
“Perché è tanto complicato riscoprire la purezza nel mio nemico? Che prima di incontrarlo poteva pure non essere tale… Cos’era realmente tempo fa? Non credo risponderà mai a queste mie domande, è troppo orgoglioso e malvagio. Ma io ho percepito in lui qualche segno di antica bontà, di affetto! Sono io ora ad essere spietato non con le azioni, piuttosto con gli atteggiamenti ostili… Eppure ho visto con questi miei occhi il cambiamento di esseri che non si potevano certo definire angeli…o i miei occhi in realtà sono coperti da una patina che offusca la vista? Non riesco ancora a fidarmi di lui, anche se ha un’espressione pacifica. Non mi resta che attendere, ascoltare e guardare…” e con questo pensiero sospirò a lungo godendosi la brezza che gli scompigliava le ciocche ribelli e color ebano, accarezzandogli poi il viso e trasportando lontano le sue incertezze e le sue paure. Improvvisamente però un lieve lamento gli fece voltare la testa e abbassare lo sguardo verso il guerriero dorato che stava iniziando a muovere una mano, affondando le dita nella terra e stringendo quei granuli corposi. La sua fronte si corrucciò leggermente e le palpebre cominciarono ad aprirsi lasciando evadere riflessi ramati da quelle iridi che chissà come avevano intrappolato la luce del tramonto, e adesso più vive che mai stavano nuovamente scrutando il mondo con le nere pupille. Le labbra furono percorse da un tremito schiudendosi un po’ e dei bianchi denti talmente perfetti che parevano essere stati scolpiti sul marmo più forte e bello si intravidero, i muscoli delle braccia si gonfiarono e riacquistarono il loro tono vivente così come quelli delle cosce e delle gambe. Dopo avere sollevato la schiena dal nudo e scuro suolo poggiandosi sui gomiti piegò gli arti inferiori e facendo forza su questi e su una mano si alzò completamente ergendosi di fronte al saiyan che ancora non riusciva a credere come si fosse ripreso tanto bene.