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Originariamente Scritto da
Paolo Vespa
Premesso che neanche io avrei sospeso la partita, ho come l'impressione che qui in Italia vi sia la mentalità del 'lo fanno tutti, non ci scandalizziamo'. Ragazzi, questi sono gesti gravissimi, in 20 minuti sono stati bersagliati tre giocatori diversi per il loro colore della pelle. Questi atti sono ascrivibili a un secolo fa, ma nonostante ciò nelle nostre tifoserie continuiamo a vedere gli stessi odiosi simboli, gli stessi cori, le stesse stronzate. E noi continuiamo a sopportare questi scempi...
Se è per questo allo stadio volano anche i "Tu sei un figlio di" oppure ci sono cori peggiori e striscioni che inneggiano ai morti.
La cultura della lealtà e dello sport la si crea prima di tutto fuori dallo stadio e non all'interno dove invece va in scena uno spettacolo popolare e, sottolineerei, pagato da persone che non hanno certo in mente di vedere gente milionaria che interrompe le partite a piacimento. Fintanto che non si prendono provvedimenti fuori, il pubblico sarà sempre in balia di un manipolo di cretini.
In Inghilterra si fanno solo cori a favore della propria squadra, l'avrò scritto 3000 volte, poi al pub si pesteranno tra loro ma all'interno dello stadio vige la civiltà.
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Eh infatti, rispetto ad Inghilterra e Germania (e non solo) siamo ad un livello bassissimo.
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Beh offese del tipo "tu sei un figlio di" sono sciocchezze se paragonate a insulti razzisti, da bianco probabilmente non potrò mai capire tutto quel che prova una persona quando riceve questo tipo di cori , diciamo che io mi sento già abbastanza offeso nel morale quando vado in giro per l'Europa e vengo preso per il Culo da commessi o passanti per il solo motivo che sono italiano
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Originariamente Scritto da
giacomo90lol
Beh offese del tipo "tu sei un figlio di" sono sciocchezze se paragonate a insulti razzisti
Si ma la matrice è la stessa: offendere/insultare/danneggiare il più efficacemente possibile chi tifa o fa parte della squadra avversaria.
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Dopo i cori, Boateng:
«Bisogna vedere se ha ancora senso giocare in Italia». Kevin-Prince Boateng non esclude l’ipotesi di lasciare l’Italia dopo l’episodio accaduto due giorni fa nell’amichevole che il Milan ha giocato a Busto Arsizio con la Pro Patria. Il ghanese, oggetto di insulti razzisti, ha lasciato il campo, seguito dai suoi compagni. «Non farò finta di niente», dice Boateng al quotidiano tedesco Bild. «Ci dormirò su per tre notti, poi la prossima settimana incontrerò il mio agente Roger Wittmann. Bisogna vedere se ha ancora senso giocare in Italia».
Ma ragazzi, io non ci credo :D
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Beh, se i cori lo hanno davvero destabilizzato lo capisco benissimo. Il punto è che non voglio che questa cosa diventi una scusa...
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Originariamente Scritto da
Paolo Vespa
Il punto è che non voglio che questa cosa diventi una scusa...
Ecco, appunto :D
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Se lo è, è un idolo. :lol:
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la mia preoccupazione principale è che può fare una brutta pubblicità all'estero e farci riconoscere come un paese razzista (come se gli altri non lo fossero poi).