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Allora, quanche errorino qua e là (e io e te sappiamo il xkè... :asd:)
Vegeta che va alla capsule corporation è incredibile! chissà che deve avergli fatto bulma per insegnargli a farlo quando serve! XD
Ma che fa adesso? Le ha dato di volta il cervello?!?
Bulma, piantala subito o ti mando chi so io (una certa V...) a prenderti a mazzate finchè non rinsavisci!!!
Vedo che qui non dorme nessuno... Lourth deve avere in mente una delle sue catastrofiche idee, accidenti!
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Vi immaginate Vegeta hai fornelli ahahahah ^^......cmq mi piace come sempre......mi piace proprio il modo in cui scrivi e racconti gli avvenimenti ^^
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Vegeta sta facendo una vita troppo casalinga:lol: cmnq, buona conclusione del Cap.7. Ah, Yajirobei:ok:
Buon inizio del nuovo capitolo, mi auguro che sia al livello del precedente, nn è facile avere idee nuove:sisi:
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Ringrazio di cuore kz-3. Si, Lourth ha in mente una delle sue terribili idee.
Sheila, davvero grazie. Sono felicissima che ti piaccia. Si, Vegeta ai fornelli e dopo pochi secondi i vigili del fuoco XP
Hai ragione XD Sono felice che ti sia piaciuto. Oh, si scrive così? Grazie mille come sempre. Spero che tu consideri buono questo capitolo.
Specchi e Ricordi
Cap.2 Tradimento
Quella notte una tempesta si era scatenata, inconcepibile se non come acquazzone estivo di inaudita potenza. Si sentiva il ticchettio delle gocce e lo scroscio dell’acqua che scivolava sulle strada della grande città dell’ovest. Una figura femminile, in vestaglia, si era affacciata dal terrazzo per assistere alla magnificenza di quella manifestazione cruenta della natura. Il vento impetuoso sembrava un mare agitato di energia. I polveroni che si alzavano dalla città deserta sembravano onde, i lampi illuminavano a giorno. Eppure in quella casa non entrava, invece di sferzare il viso alla donna, sembrava accarezzarlo muovendo i suoi capelli in lunghe danze. Figlia prediletta di natura arcigna pareva, mentre la lunga veste bianca, nel gioco della tempesta ora aderiva, ora si gonfiava rispetto alle sinuose forme. La donna si volto verso le coltri del letto che aveva abbandonato nel cuore della notte, quasi volesse prendere forza da quella oscurità stravolgente. Nel letto si trovava, placidamente addormentato, un uomo. Un saiyan che mai avrebbe potuto immaginare o scoprire la scena che a pochi passi da lui si stava svolgendo. Lei lo guardava. Se il saiyan avesse visto gli occhi della donna, in uno sguardo congelante come fatto da tanti vetri pronti a infilare il cuore e l’anima lì dove è più fragile, avrebbe provato turbamento. Nessun uomo, nemmeno il più coraggioso, avrebbe esitato a provare sconvolgimento davanti a quegli occhi così azzurri, glaciali e taglienti.
Il giorno seguente Vegeta ebbe un amara sorpresa. Si era alzato come sempre prima del sorgere del sole, verso le sei. C’erano state volte in cui si era alzato alle cinque, ma quel mattino non si sentiva tanto bene. Quando si era voltato non aveva trovato sua moglie. Di solito Bulma non si alzava mai prima delle sette. A che ora si era alzata e perché? Sul comodino c’era un foglietto di block notes in cui era scritto.”Devo uscire per un affare importante. Torno stasera. Firmato Bulma”.
“Dove mai se ne deve essere andata per tutto il giorno? Tsk, quella donna si sta prendendo troppe liberta. Si prospetta la necessità di dover cucinare da solo, se non voglio morire di fame. Non che sia un problema per me, nella mia vita ho mangiato le cose più terribili, resisterò anche a questo. La cosa che mi da sui nervi è il comportamento di mia moglie. E’ la prima volta che se ne va senza avvertire, di solito mi ripete in continuazione le regole quasi fossi alla stregua di uno dei nostri mocciosi e poi prima di andarsene ha continui ripensamenti e finisce sempre per essere in ritardo. Per di più non mi ha mai lasciato morto di fame, cosa che sto costatando. Nessun cibo precotto in forno, il frigo è semivuoto, ma non ho nessuna intenzione di andare in quel luogo orribile pieno di terrestri chiassosi che è il centro commerciale. Che le sta succedendo? Risposte terribili mi si affacciano alla mente, ma le scanso tutte, mi sto facendo troppi problemi. Anzi forse la sua idea è proprio questa, si vuole rendere importante e necessaria. Vado ad allenarmi, non ho intenzione di darle questa soddisfazione.”
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Anche se quel giorno era distratto, cercò lo stesso di allenarsi. Corse così il rischio di far saltare in aria la Gravity Room, perché dal nervosismo aveva esagerato. Nemmeno una doccia gelata riuscì a calmarlo. Mangiò molto meno rispetto al suo solito. Cercò più volte di chiamare Bulma al cellulare, ma non rispondeva. Nell’agenda l’appuntamento non era segnato. Un altro fatto insolito visto che Bulma era sempre precisa nell’appuntarsi gli incontri di lavoro. Quando finalmente tornò, aveva l’aria stanca. Non rispose a nessuna domanda. Vegeta assunse un cipiglio serio e a sua volta si chiuse in un completo mutismo. Entrambi saltarono la cena e andarono a letto abbastanza presto. Anche se erano nello stesso letto, dormirono girati di spalle. Non era mai successo prima. Vegeta si era chiuso nel suo orgoglio, ma dentro ci stava rimanendo male. Che cos’era successo all’improvviso? Un sospetto si radicò nel suo cuore, qualcosa che non avrebbe mai voluto ammettere. “Non sia mai che il principe dei saiyan si debba abbassare a preoccuparsi per una sciocca donna terrestre, per quanto mi riguarda non mi interessa cosa fa”disse con rabbia. Le sue parole però furono tradite dal suo gesto di stizza. Strinse così forte la lattina che teneva in mano, che il liquido schizzò fuori, macchiandogli di aranciata la maglietta. Fortuna che ne aveva tantissime, quasi tutte simili.
A casa di Goku la giornata era andata molto diversamente. Goku sentiva sempre quella sensazione di minaccia incombente, che sembrava aumentare. Cercava però di non farlo vedere. Si era alzato più presto del solito ed era andato a pescare. Da quello Chichi aveva capito che qualcosa non andava. Ogni volta che Goku andava a pesca non era un buon segno. Per il coraggioso saiyan era una sorta di allenamento. Se si allenava senza un apparente motivo e da solo, voleva dire che c’erano guai in vista. Goku tornò a casa con un pesce gigantesco. C’era di che sfamare anche più di un saiyan affamato. Chichi ne tagliò una fetta e dopo averla tagliuzzata e aver tolto le lische la mise nel frullato, trasformandola in una specie di omogeneizzato. May era ancora molto piccola, ma già mostrava una fame terribile. Visto che Chichi stava cucinando, toccò a Goku tener d’occhio la figlia. La piccola non mostrava particolari poteri, però era affamata come lui. Goku scacciò la sensazione che lo inquietava e passò una tranquilla serata in famiglia. Anche se in certi momenti avrebbe voluto che anche la moglie e la figlia fossero partite con gli altri. Le avrebbe volute al sicuro. I suoi cupi pensieri furono allontanati quando Chichi si sedette sulle sua gambe, ponendogli davanti un bel piatto stracolmo di pesce ben cotto. “Ora decidi. Voglio vedere se preferisci il cibo a me come l’altra volta ha detto genio”disse la donna ridacchiando. Goku la guardò confuso, grattandosi il capo. Sorrise poi sornione. “Io ho sempre fame, ma non sempre di cibo…”disse Goku avvicinando le labbra della moglie a se. Chichi ridendo si presto felicemente, ma il loro bacio non poté concludersi. La piccola May comincio a ridacchiare, con i versetti tipici dei neonati, mettendo in imbarazzo i due innamorati. “Non davanti alla bambina”disse Chichi alzandosi e Goku fu costretto a trovare rimedio strafogandosi di pesce.
Il giorno successivo per Vegeta fu anche peggio.
“Un giorno passi, ma due no. Dove sarà mai andata mia moglie? Ho sorvolato l’intera città, ma non riesco a trovarla. La scusa dell’impegno d’affari puzza sempre più di bugia. Ora torno a casa è l’aspetto. Anche se dovesse tornare tardi mi troverà alzato. Si sta comportando peggio dei una bambina”.
Quando Bulma ritornò quella sera trovò un incavolatissimo principe dei saiyan. Vegeta non aveva quell’intenzione, ma fece lo stesso una scenata di gelosia. Bulma non rispose, si limitò a fissarlo con quegli occhi di ghiaccio. Era uno sguardo terribile. Era la seconda volta in due giorni che lo guardava in quel modo. Uno sguardo che non sembrava avere niente d’umano, vibrante d’odio, ma Vegeta continuava a ripetersi che fosse solo un ira repressa da parte di lei a causarlo. Il saiyan si sentiva male a litigare così con lei, ma non demorse. Se c’è l’aveva con lui almeno glielo doveva dire. Si mise a urlare, ma continuava a non ricevere risposta. Alla fine, esasperato, uscì in giardino. Lei richiuse la porta e salì in camera. Vegeta invece si sdraiò sull’amaca. Essendo estate poteva anche dormire all’aperto. Anche se non aveva voglia di dormire. Ci mancava solo un'altra notte di incubi. Si ritrovò a guardare il cielo nero senza stelle. Non sopportava di mostrarsi sentimentale. Questo però non fermò l’ondata di ricordi. Un comportamento come quello di Bulma quella notte, si poteva aspettare da un tipo come lui in passato. Negli anni era cambiato, ma in passato era una vera testa calda. Come aveva fatto Bulma a sopportarlo i primi tempi? Adesso capiva la risposta. C’era riuscita perché lo amava. Era riuscita a perdonarlo anche quando era partito per diventare supersaiyan. Il sayan si ritrovò a ripensare al tempo passato insieme. Almeno i loro figli erano lontani. Come avrebbero preso quella situazione? Lui e sua moglie al massimo battibeccavano. Però quelle baruffe nascevano proprio perché si volevano bene. Il cambiamento di Bulma era stato eccessivamente repentino. Tra i ricordi e i pensieri la notte scorreva veloce. L’alba arrivò e si mostrò in un incredibile splendore, ma Vegeta non era dell’umore adatto per accorgersene. In quel mentre la porta della Capsule e co. si aprì cigolando lievemente. Bulma stava uscendo. Non si accorse del marito e proseguì nel suo proposito. Vegeta decise di seguirla. Voleva sapere dove era sparita negli ultimi due giorni. Non avrebbe voluto farlo, ma doveva sapere. Seguirla senza farsi scoprire fu più difficile del previsto. Bulma camminò a piedi per un lungo tratto. Poi entrò in un vicolo, e credendo di non essere vista, spiccò il volo. Il sayan restò interdetto. Da quando sua moglie sapeva volare? Cos’altro gli aveva nascosto? Vegeta mise da parte le domande e proseguì l’inseguimento. Se a terra era stato difficile non farsi vedere, in volo lo fu anche di più. Volarono per una buona mezz’ora. Arrivati a un grande spazio desertico lei atterrò. Vegeta fece lo stesso. Si nascose poi dietro un enorme masso. Poco dopo arrivarono dei brutti ceffi con delle auree incredibilmente negative, anche se non troppo potenti. Il saiyan stava già per attaccare. Se pensavano di torcere anche un solo capello a Bulma si sbagliavano. La situazione però si rivelò ben diversa. Non solo lei li conosceva, ma sembravano quasi amici. Gli avvenimenti si facevano sempre misteriosi. Quegli esseri non erano sicuramente terrestri ed emanavano cattiveria. Anche se era qualcosa di personale, Vegeta decise che aveva bisogno di rinforzi. Se ne andò non visto come era arrivato. Volò a tutta velocità verso la casa di Goku. Avrebbe preferito poter essere aiutato da qualcun altro, ma Goku era l’unico di cui si poteva fidare.
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Goku era seduto a tavola. Chichi stava preparando la colazione. Il saiyan era abbastanza stanco. Non era convinto che quel lavoro alla bottega facesse per lui, ma non aveva trovato altro. Durante il pomeriggio precedente era stato messo a dura prova. Una signora cicciona e altezzosa era entrata proprio dove lui lavorava. Era una tipa con la puzza sotto il naso. Gli aveva chiesto i prezzi di tutto, lamentandosi di ogni cosa. Lo aveva poi fatto correre da una parte all’altra. Alla fine se ne ra andata senza comprare nulla. All’uscita della megera, Goku aveva esclamato: “Uffa, che tipa. Meno male che se ne andata. Ora mi toccherà rimettere in ordine tutte le cose che ho tirato fuori per niente”. La donna infatti aveva voluto vedere un bel po’ di prodotti solo per criticare. Una volta sistemato tutto entrò il cliente successivo. Un tipo altrettanto tremendo. Era un signore anziano completamente sordo. Goku era stato costretto a usare i gesti. Il vecchietto non lo capì nemmeno quando Goku aveva urlato a pieni polmoni. Alla fine il vecchio aveva deciso cosa comprare. Solo che aveva cominciato a pagare solo con un migliaio di monetine che aveva contato con tutta la calma possibile, centesimo per centesimo ammontandoli in piccole torrette di monete. Si era così formata dietro di lui una lunga fila rumoreggiante e arrabbiata. Goku aveva dovuto fare il possibile per recuperare il tempo perduto con l’anziano. Non voleva che tutta quella fila di clienti cambiasse negozio. Gli ultimi clienti della bottega furono il gran finale. Erano una donna con il figlio. La madre masticava rumorosamente una chewing gum e guardava i prodotti con aria annoiata. Il figlio, che la teneva per mano, cominciò a frignare perché voleva comprato del cioccolato. La madre gli aveva risposto che a casa ne aveva una scorta. Il bambino arrabbiato aveva cominciato a scaraventare a terra tutte le uova della bottega. Goku aveva cercato di fermarlo. Il bambino allora aveva cominciato a urlare così forte da far tremare i vetri del negozio. Goku per calmarlo gli aveva regalato un lecca-lecca. La madre, invece di scusarsi, aveva guardato torva Goku. Poi aveva preso in braccio il suo piccolo viziato e se n’era andata. Il bambino lo aveva salutato con una rumorosa pernacchia. Goku aveva dimostrato un grande senso dell’autocontrollo. Aveva pulito per terra e poi aveva chiuso la bottega per tornare a casa. Non aveva però resistito a dire con aria truce: “Urca, che sfortuna!. Il prezzo delle uova e del lecca-lecca me lo sottrarranno dalla paga”. Dopo un pomeriggio così, era difficile non capire l’umore nero del saiyan. Almeno quello era il suo giorno di riposo. Anche May era giù di corda. Era nel passeggino che Goku spostava avanti e indietro soprappensiero. La piccola sentiva la mancanza delle boccacce di Goten e del suo compagno di giochi Vetrunks. In quel momento qualcuno bussò alla porta. Era piuttosto insistente. Goku lasciò andare il passeggino e si alzò in piedi. Una volta aperto si ritrovò davanti Vegeta. L’eterno rivale aveva un aspetto stravolto. Sembrava sconvolto e aveva delle profonde occhiaie.
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Vegeta cercò di ritrovare il controllo. Aveva volato alla massima velocità e ora aveva il fiatone. Non aveva voglia di spiegare la faccenda davanti a Chichi per due motivi: uno perché era già abbastanza spiacevole rivelarlo a Goku, due perché Chichi essendo grande amica di Bulma si sarebbe preoccupata. Perciò Vegeta disse soltanto:”Kakaroth seguimi. Ti spiego tutto mentre andiamo”. Goku lo aveva seguito. Però prima aveva saluto moglie e figlia e aveva mangiato al volo la colazione. Un uovo fritto e un infinita colonna di frittelle. Vegeta stava letteralmente morendo di fame, ma non si fermò nemmeno a mangiare. Cominciò a volare a velocità incredibile. Avrebbe usufruito del teletrasporto di Goku, ma così quei tipi li avrebbero scoperti. Mentre volavano Vegeta spiegò a Goku la difficile situazione. Quest’ultimo era molto preoccupato e pensieroso. Non disse nulla, ma Vegeta lo sentì mormorare:”Urca”. Ad arrivare allo spazio dove si trovava Bulma, ci misero relativamente poco. Si nascosero dietro il masso che Vegeta aveva già usato. Il gruppetto poco raccomandabile si era infoltito nel frattempo. Ora stavano tutti di fronte a una montagna. La donna era la prima. Alzò le braccia e mormorò alcune parole che i due saiyan non riuscirono a sentire. La montagna vibrò. Quella infatti era una finta montagna, perfettamente identica a quelle vere sparpagliate in quel luogo desertico. La finta parete di roccia si aprì. Era l’entrata di un rifugio segreto. Goku e Vegeta si scambiarono uno sguardo sconcertato. Si chiedevano se rivelarsi o rimanere nascosti. Mentre la donna rimaneva indietro, i loschi figuri dalle auree malvagie sparirono oltre l’entrata. Bulma rimaneva indietro come aspettasse ancora qualcuno prima di entrare e sigillare il rifugio. Passarono un paio di minuti. Poi arrivò quel qualcuno volando. L’aura sembrava familiare ai due saiyan, che però non riuscirono a capire chi fosse. L’uomo era incappucciato. Atterrò di fronte a Bulma. Lei gli sorrise e il nuovo venuto si tolse il cappuccio. Si trattava di Yamcha (chiedo perdono, ma il mollusco è l’unico abbastanza fetente per poter fare quello che sarà fatto nella storia NdA).. Goku si lasciò sfuggire un esclamazione di sorpresa che i due spiati non udirono. Vegeta invece era come pietrificato. Gli sembrava che un suo incubo terribile e inconfessabile avesse preso vita. Il suo cuore sembrava aumentare sempre di più i battiti, quasi fino a scoppiare, mentre quei due si avvicinavano. Anche Goku, nonostante la sua ingenuità, aveva capito crudamente quello che di lì a poco sarebbe successo. Quando Yamcha baciò la donna, Vegeta urlò. Disperazione, rabbia, frustrazione, gelosia si mescolarono quasi in follia. Vegeta non capì più nulla. Lanciò alle ortiche la prudenza e lanciò verso il nemico. Si era trasformato in supersaiyan senza nemmeno accorgersene. Nella sua mente c’era solo un pensiero: Vendetta!!!!! Yamcha non capi nemmeno cosa lo colpì. Ebbe appena il tempo di rendersi conto di essere stato colpito da un pugno fortissimo, poi una carica di pugni altrettanto forti lo investì. Il ragazzo si fece uno scudo di energia e arretrò. Davanti a lui c’era Vegeta. Il principe dei saiyan era arrabbiato come non mai, a tal punto da essere irriconoscibile. Il volto stravolo dalla rabbia. Era incredibilmente forte, ma aveva la mente annebbiata. Yamcha ebbe paura, ma cercò di mantenere il sangue freddo. Il terrestre poi andò incontro a Vegeta per riprendere il combattimento. Yamcha sapeva che le sue onde di energia non potevano certo contrastare quelle del saiyan, perciò optò per un combattimento vecchia maniera. Inoltre decise che era meglio che attaccasse lui. Non sarebbe resistito molto a parare quei colpi così potenti, purtroppo per lui, Vegeta parava abbastanza bene. Se avesse avuto la mente lucida si sarebbe accorto che il terrestre era stranamente forte. Yamcha non aveva mai combattuto a quei livelli. Il terrestre e Vegeta combatterono a ritmi sostenuti per parecchi minuti. Alla fine il terrestre cominciò a sentirsi sempre più stanco. Decise allora giocarsi il tutto per tutto. Alzò un gran polverone con una serie di sfere di energia, che come attacco non erano gran che. Utilizzò il diversivo per arrivare alle spalle di Vegeta non visto. Poi lo afferrò alla gola da dietro in una presa terribile. Nella presa gli aveva anche immobilizzato le braccia. Vegeta, che già si sentiva come un animale in gabbia, cominciò a divincolarsi. Tenerlo fermo, era come cercare di tenere una belva inferocita. Il saiyan si piegò sulle gambe e poi saltò come una molla in una specie di capriola in aria. Yamcha si ritrovò a terra schiacciato con forza da Vegeta. Il terrestre, non resistendo a quella pressione, lasciò la presa. Il saiyan si rialzò in piedi poi prese la mira per lanciare un potente Bing Beng Attack. Yamcha, ormai privo di forze, era incapace di reagire. Solo che prima che Vegeta potesse scagliare l’onda, fu a sua volta colpito. Un attacco di energia l’aveva colpito alle spalle, più precisamente alla spalla destra. Furente Vegeta si voltò per vedere l’aggressore. Voltandosi vide solo Bulma. Quello sguardo di gelo e le mani unite protese in avanti. Non poteva essere stata lei. Era arrivato a tanto il suo tradimento? Vegeta fece un passo verso di lei. La donna colpì di nuovo. Quest’onda era decisamente più forte della prima. La rabbia di Vegeta, che era montata tanto in fretta, alla stessa velocità stava sfumando. Tornò normale e la guardò. L’ira aveva lasciato il posto a una nera disperazione. Quando la chiamò per nome sembrò un incrocio tra un gemito e una supplica. “Bulma, ti prego”. Non aveva mai avuto un crollo del genere. Il suo orgoglio ferito rimordeva, ma lui ormai non ci dava più peso. Sembrava che tutto si fosse svuotato. Niente aveva più senso o valore. Lei continuò a guardarlo gelida, nel volto un espressione di puro disgusto. Con una voce così terribile da sembrare metallica, disse:”E’ finita”. Vegeta cadde in ginocchio. Lo sguardo a terra. Bulma sferrò il colpo finale. Quella sfera di energia sarebbe stata fatale. All’ultimo momento però, un onda energetica la dirottò contro una montagna. L’esplosione fu terribile, ma non ebbe conseguenza. Goku era rimasto dietro una roccia pronto a intervenire se la situazione avesse degenerato, stava già partendo per evitare che Vegeta commettesse sciocchezza. Durante il combattimento tra Vegeta e Yamcha però sapeva che cercare di fermare il suo eterno rivale sarebbe stato inutile. La situazione era però diventata pericolosa. Di certo il saiyan non aveva intenzione di far male a Bulma, che conosceva da una vita. Lei sapeva la pericolosità di Goku e decise di non sfidarlo. Si mosse con incredibile velocità. Corse verso Yamcha. Lo afferrò per un braccio. Con un salto felino volò oltre l’apertura mentre la finta montagna si chiudeva dietro di lei e al terrestre svenuto. Goku si inginocchiò di fronte all’amico. Sembrava che quest’ultimo avesse perso ogni volontà. Goku non lo aveva mai visto così abbattuto. Pensò se si fosse trovato lui in quella situazione. Immaginò Chichi al posto di Bulma. Il solo pensiero lo fece tremare. Aiutò Vegeta ad alzarsi. Poi gli disse:”Ascoltami un attimo. Non credo che la situazione sia come sembri. Facciamo così. Ora sfondiamo l’entrata del rifugio e li seguiamo”. Con voce arrabbiata, similare a un basso ringhio, Vegeta gli rispose:”Umpft. Che vuoi saperne Kakaroth”. Sentì la rabbia salire di nuovo. Aveva voglia di distruggere tutto, ma non aveva nemmeno la forza di stare in piedi. Avrebbe voluto fare a pezzi la calma di Goku. In fondo quella distesa desertica e senza vita dove si trovavano rispettava a pieno il suo stato d’animo. Vegeta avrebbe voluto fare a pezzi il mondo, anche se Goku temeva non solo in senso metaforico. Però le uniche cose che erano a pezzi erano i suoi sentimenti e il suo orgoglio di principe dei saiyan. Goku decise di far leva su quest’ultimo. Avrebbe voluto lasciarlo ai suoi pensieri, lasciarlo sfogare, ma sarebbe stato controproducente. “Va bene. Evidentemente ti sei rammollito. Hai paura di lottare per le cose a cui tieni. Fosse stata mia moglie, avrei lottato per riconquistarla”. Le parole ebbero l’effetto sortito. Vegeta aveva ritrovato la grinta. Se gli sguardi potessero uccidere, Goku sarebbe stato incenerito all’istante. “Tu non ti arrendi mai vero Kakaroth?” “Non mi sembra che tu sia meno cocciuto. Per di più conosco Bulma da quando ero bambino. E’ stata una specie di sorella maggiore per me. Ci deve essere qualcosa sotto. Mi sembra impossibile che ti abbia fatto una cosa simile”.
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Vegeta si trasformò in un supersaiyan. I due cominciarono a cercare di far saltare l’entrata, ma i loro colpi rimbalzavano. Dopo parecchi tentativi infruttuosi, Goku incominciò a caricare al massimo la sua aura. Quella non doveva essere la giornata giusta per le onde troppo potenti. Goku infatti fu interrotto da Vegeta. “Che cavolo stai combinando Kakaroth?! Vuoi far saltare tutto?!. C’è mia moglie dentro!!”. Goku era abbastanza imbarazzato. Cercò di scusarsi, ma Vegeta non lo ascolta già più. Si era infatti ricordato che a casa sua avevano un marchingegno in grado di aprire ogni porta automatica. Goku teletrasportò entrambi alla Capsule e co.. Il Dottor. O’Brief fu ben lieto di aiutare il genero. Non capendo tutta quella fretta, si mise lo stesso a cercare il marchingegno. Vegeta ne approfittò per andarsi a mettere la tuta da combattimento. La sua maglietta era da buttare, ma i jeans avevano resistito. Goku intanto aveva dovuto accettare a forza il thè della signora O’Brief. “Siete stati fortunati a trovarci. Io e mio marito siamo tornati un ora fa e tra un po’ ripartiamo. Ormai viaggiamo molto. Siamo in pensione e abbiamo moltissimo tempo. Certo ogni tanto la nostra presenza è richiesta…”. Goku non trovava vie d’uscita. La signora O’Brief era partita a parlare e nessuno ormai la poteva più fermare. Ogni secondo parve trasformarsi in terribili ore. Quando ormai Goku era stato messo K.O. da tutte quelle chiacchiere e la donna aveva cominciato a raccontare i suoi viaggi nei minimi particolari, arrivò la salvezza. In questo caso la salvezza impersonava i panni del Dottor. O’Brief con il marchingegno. Poco dopo scese anche Vegeta. Con il teletrasporto furono in pochissimo tempo di nuovo allo spiazzo desertico. Vegeta non aveva capito niente della spiegazione data da suo suocero. Non capiva niente di tecnologia. Sempre meglio di Goku. Entrambi però erano almeno capaci di pilotare una navicella. Vegeta decise di affidarsi al suo istinto, che di solito non sbagliava. Schiacciò un bottone a caso. La fortuna, in quella giornata da incubo, decise di assisterli. Il passaggio nella montagna si aprì. All’interno era completamente buio. Una volta entrati il passaggio si chiuse dietro di loro. Lasciandoli nella più totale oscurità. Doveva esserci un modo per accendere le luci, ma loro non lo conoscevano. Si trasformarono entrambi in supersaiyan. Goku non era nuovo a quel genere di cose. Dove abitava lui ogni tanto una tempesta particolarmente forte sradicava i pali della luce. Abitando fuori mano, potevano volerci settimane prima dell’arrivo degli operai incaricati di ristabilire la corrente. Goku allora diventava SSJ per illuminare al posto dell’impianto elettrico. Chichi allora lo soprannominava:”la mia lampadina”. Quella volta non ci fu bisogno a lungo. Dopo pochi minuti si accese tutto automaticamente. I due saiyan tornarono al loro vero aspetto. Delle luci al neon illuminarono una stanza. Al centro c’era un passaggio chiuso. Sia a Goku che a Vegeta quel luogo ricordò sub-consciamente la navicella di Babidy, ma nessuno dei due lo disse. Ai lati c’erano due porte. Di fronte un volto di pietra con un grande orologio sulla fronte. Accanto la mappa del rifugio. L’edificio era formato da 13 stanze. Loro erano nella prima. Dieci stanze erano in verticale una sull’altra scendendo sempre più sotto terra. Alla decima stanza in verticale si attaccavano le ultime tre in orizzontale. In tutto la costruzione aveva l’aspetto di una grande elle. Le due porte si aprirono. Uscirono due esseri identici che sembravano fatti di fumo. Cominciarono ad avanzare, non camminando, ma galleggiando pochi centimetri dal suolo. I due esseri erano grigio cenere e non se ne distinguevano i contorni. Si fermarono davanti ai due saiyan e cominciarono a ripetere un discorso all’unisono. La loro voce monotona risuonava come se quello fosse stato un discorso imparato a memoria. Vegeta non potè fare a meno di chiedersi da quanto tempo sua moglie tramasse in segreto. C’era voluto di sicuro tantissimo tempo per organizzare tutto quello. “E’ inutile attaccarci. Noi siamo ologrammi. Vi trovate in una stanza dalla quale è impossibile cercare di uscire. Per passare alla stanza successiva dovrete aspettare. Dovrete sconfiggere un avversario o uno ciascuno per ogni stanza. Dovrete farlo prima dello scoccare dell’ora. Infatti quando l’orologio batterà i rintocchi dell’ora, un raggio partirà dalla sua bocca di pietra aperta. Il raggio colpirà la botola o la porta, a seconda della stanza. Il passaggio resterà aperto per un limitato quantitativo di tempo. Poi si richiuderà e voi rimarrete bloccati”. Detto questo i due ologrammi si spensero. “Ora ci toccherà aspettare i comodi di questi “avversari”. “Questa storia Kakaroth piace meno a me, che a te. Mi chiedo piuttosto come Bulma abbia trovato tutti questi materiali”. “Non ha a disposizione l’intera Capsule e co.?”. “Niente qui dentro ne ha il marchio. Inoltre io e Trunks ci saremmo accorti se all’inventario fosse mancato qualcosa”. La storia non quadrava. Nel petto di Vegeta si riaccese un barlume di speranza. Il tic-tac dell’orologio iniziò a scandire l’attesa. Le lancette giravano e il tempo passava, ma nessuno arrivava. Quell’attesa a Vegeta ricordava tanto quella che aveva dovuto partire aspettando Darbula. Odiava aspettare con le mani in mano esattamente come allora. Solo che con gli anni aveva capito che realmente la pazienza è la virtù dei forti. Goku era stanco di aspettare in piedi, ormai era passata quasi mezz’ora. Propose allora di aspettare seduti. Goku cercò di avviare la conversazione, ma Vegeta era come sempre silenzioso. Alla fine il saiyan più giovane disse sorridendo:”Per colpa tua e di Junior, io e Crilin passiamo per i più grandi chiacchieroni dell’universo”.
Fine 2 Puntata
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Cavolo, ma quanti capitoli hai messo insieme??? 0.o
L'hai fatto, vero? Se non fossi partita avresti diviso questo pezzo enorme, spero... altrimenti sarebbe stato impossibile per i lettori starti dietro!
Comunque... ecco, già non mi ricordo più l'inizio :lol:
Yamcha sei uno schifoso!
Ma tanto quella non è Bulma, ci scommetto quel che ti pare...
Certo che chiunque abbia costruito 'sta roba ne aveva, di tempo da perdere! XD
Coraggio saiyan, aspettate pazienti e poi fateli fuori tutti!
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Hai fatto forse un pò troppo lungo il cap.?XDScherzi a parte non vedo l'ora di vedere cosa succede dopo!