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Red
Se parliamo di Europa degli ultimi anni, vince chi arriva alle fasi ad eliminazione diretta, e da lì in poi riesce a portare il proprio calcio ad un livello fisico e mentale tale da fare più o meno tutto meglio degli altri, sbagliando il meno possibile. Sembrerà ancora più banale, ma è per questo se negli ultimi anni non c'è stata una squadra simile all'altra a vincere la Champions, persino il Chelsea aveva qualcosa di più rilevante degli altri (il culo). Anche per questo è stata una brutta finale, che stava per essere vinta da una squadra che non ha fatto un solo tiro in porta e che alla fine ha comunque pagato (in un modo o nell'altro poco importa) tutti i suoi errori di valutazione.
Saremmo OT, comunque la storia del calcio a livello economico è caratterizzata da un crescente indebitamento soltanto negli ultimi 30 anni, con la progressiva entrata in scena delle televisioni, la migliore comprensione di tutto lo sport professionistico come industria, e la caduta dei meccanismi (per certi versi medioevali) che di fatto regolavano le carriere dei giocatori. Prima di allora, dubito che una società piena di debiti avesse altre opzioni che il fallimento...
Questo è ovvio, rimanere in corsa su più fronti al giorno d'oggi necessita di rose ampie e giocatori di qualità che ti decidono con una singola giocata le partite più problematiche.
Comunque, fatturato e debito sono due cose completamente diverse nella pratica: l'aumento del fatturato al giorno d'oggi presuppone politiche finanziarie moderne, specie se non si ha il blasone delle squadre più forti (tipo Real e Barça che sono le due squadre per eccellenza in Spagna) che permette di estendere ancora più in là il credito (già enorme) che possiedono; l'indebitamento per le altre diventa insostenibile molto prima, e costringe spesso a manovre finanziarie al limite: l'esempio classico è la celebre contabilità creativa dell'Inter di Moratti, con operazioni come la vendita del marchio a sè stesso. Ma anche l'Atletico, sommerso dai debiti, che senza operazioni sui fondi di investimento (su cui anche alcune italiane si stanno gettando, su tutte il Milan con Galliani) non aveva neanche i soldi per piangere, figuriamoci per farsi una rosa decente con cui costruire quello che sembrava essere (e che in parte è stato) il loro anno.