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“No. E’ un incubo. Vabbè, questa storia era un incubo già da prima. Avete però presente cosa vuol dire vivere sotto lo stesso tetto di Kakaroth? No; non l’avete. Kakaroth a colazione, la mattina, a pranzo, a cena. Poco ci manca che lo trovi anche nell’armadio, mentre mi lavo i denti. In fondo ormai c’è pure nei miei sogni. Bello che morto, ma c’è. Soprattutto se il tuo corpo obbedisce apatico, non riuscendo a trovare la forza di volontà. E la tua lingua riesce solo a dire cose così malefiche da farmi orrore da solo. Sono riconoscente ai Son per tutto quello che stanno facendo. Perché io al loro posto mi sarei già fatto fuori. Altro che dare ospitalità a un acido simile. Non pensate male. Sono sempre il solito scorbutico con tutti, ma a Kakaroth lo tratto con i piedi. Sarà che non vuole capire che non voglio mangiare. Praticamente è un combattimento continuo. Per non parlare che l’ultima volta non mi ero addormentato, dopo un intera settimana mica ero andato a dormire. Mi ha semplicemente colpito al collo per farmi svenire. Come è finita? Beh, credo di non averlo mai offeso così. E’ uscito demoralizzato e offeso. Però, nonostante io sia pentito, cerco di stargli lontano. Perché so che sarei anche più malvagio. Perché so che lo invidierei. Ha sempre avuto tutto quello che io non ho potuto avere. E ora lui ha ancora in piedi la sua casa, la sua famiglia e io soffro come un cane quando lo vedo scambiarsi effusioni con sua moglie. Ho ancora i miei figli, ma li fuggo come peste. Non voglio che mi vedano così. Cosa penserebbero di me? Che sono un perdente che non è nemmeno riuscito a proteggere la propria casa, la propria famiglia. Ed ecco che torno a odiare Kakaroth più di quanto facevo un tempo. Allora perché non scappo via? Perché non riesco a ribellarmi, lascio che la mia vita mi scivoli addosso. Mi sono coricato qui vestito, quando fuori si scatena il putiferio. “Voglio vedere mio nonno!!!”urla una voce conosciuta sull’orlo del pianto. “...Caro, ma Vegeta sta riposando”risponde Chichi sbrigativa. “Non mi potete dire quello che posso e non posso fare. Io sono il discende della fiera stirpe dei saiyan”risponde la prima voce. Vorrei poter sorridere, in fondo quella frase mi suona famigliare. “Smettila di fare il moccioso viziato e vieni con me a casa”risponde una voce seria e arrabbiata. Dieci a uno che è scappato di casa. “'Tio' calmati”dice una vocetta spaventata alla volta dell’urlatore solitario. “Si, May scusa”risponde lui abbassando il tono. “Trunks, fallo andare”dice mesto Goku. Evidentemente mio figlio ha annuito perché frettolosamente sento dei passi. Non lo caccerò via. Si è meritato in fondo di starmi accanto, solo che lo deluderò. La porta si apre e una testa lilla a fiamma fa capolino. “Nonno…”dice Vetrunks avvicinandosi. “Posso mettermi accanto a te?”chiede titubante. Faccio un cenno positivo del capo e lui si sdraia a sua volta sul letto. “Ho sentito qualcuno dire che adesso sei tornato come prima, che non ci vuoi più bene”dice sommessamente. Sento la rabbia salire dentro di me. Sapevo che avrebbero detto questo e francamente non mi importa più, ma mio nipote è solo un bambino. “Non è vero. Tu resti sempre il mio nipotino”dico a bassa voce, quasi a non volermi sentire. “Ora però non sono più il tuo unico nipote. Perciò devi cambiare frase”mi dice abbozzando un sorriso. “Ah davvero? Allora non vuoi che ti dica che sei il mio nipote grande preferito. In fondo Goshin è il mio nipote piccolo preferito”rispondo. Avevo quasi dimenticato come si scherza. Se solo l’effetto non fosse rovinato dalla voce roca”.
“Nonno Gohan mi ha regalato un libro di favole, ma sono tutte noiose. Mi racconti una favola?”supplicò il bambino. Vegeta era nei guai, ma come dirgli di no? “C’era una volta un potente guerriero…”. Iniziò. Attesa, arrivò la prima interruzione. Ormai aveva fatto pratica quando Trunks e Bra erano piccoli. “Più forte di te e Goku?”. Vegeta sorridendo rispose: “Nessuno è più forte di noi due. Ora non interrompere più o smetto di raccontare”. “Ok”disse il bambino ubbidiente. “Il potente guerriero viveva in un castello. Era tanto solo. Un essere malvagio aveva fatto fuggire tutti gli abitanti del suo regno”. “Il cattivo si chiamava Freezer?”chiese il bambino eccitato. Essendo un piccolo furbetto, voleva mettere la storia su un tono biografico. Vegeta ci riflette e non trovò niente in contrario. “Si. Era una lucertola aliena gigante, con il cervello più bacato mai esistito. Puzzava come formaggio ammuffito. Aveva una coda pericolosa, ma un amico del guerriero l’aveva sconfitto”. “Se aveva un amico perché era solo? Ops, scusa. Da adesso sto zitto”. Vegeta sorrise. “Non fare il furbo e lasciami proseguire”disse il principe dei saiyan stancamente. “Ok, nonnino”rispose il bambino abbracciandolo. In quel momento si accorse che qualcosa non andava. “La tua fronte scotta nonno!”. Notò preoccupato. “Lo sai che la mia temperatura è sempre più alta del normale”rispose Vegeta. Era vero, ma quella volta sapeva che era diverso. Anche se non l’ho aveva detto a nessuno, erano un paio di giorni che non stava bene. “Tu hai la febbre”ribattè serio il più piccolo. Vegeta aveva perso la parvenza, la maschera che lo celava e non riusciva a non mostrare le sue vere condizioni. Il volto arrossato, il naso chiuso e gli occhi gonfi furono una chiara conferma alle parole del bambino. “I saiyan non si ammalano”mormorò affaticato, tradendosi da solo. “No, non è vero. Nonnino cerca di guarire. Ho paura”mormorò confuso il piccolo. “Di cosa?”chiese Vegeta confuso, senza accorgersi che i suoi occhi così spenti agitavano di più il nipote. “Non te ne andare come la nonna”. A quelle parole, senza farlo a posta scoppiò in lacrime. Vegeta lo abbracciò. “Non me ne andrò”mormorò in risposta. “Scusa…scusa se piango, ma…ma io…”. L’orgoglio del piccolo rimordeva. “Non ti devi scusare. Anzi è meglio se ti sfoghi. Non preoccuparti, resta un segreto fra noi due”. Vegeta non voleva che suo nipote commettesse i suoi stessi errori. Lui doveva crescere normale, senza fisime come il temere di sfogarsi. “S…sì. Però me la finisci di raccontare questa favola?”domandò Vetrunks per sviare il discorso. Vegeta rimase sorpreso. Non si aspettava una simile richiesta. Tenendo il nipote ancora stretto a sé continuò il racconto. “Mi hai chiesto perché non era più solo? Semplice. Perché finché siamo capaci di provare affetto non saremo mai veramente soli, ci sarà sempre qualcuno accanto a noi, solo che magari non ce ne accorgeremo. Lo stesso valeva per il guerriero. Perché aveva perso al cosa più importante. Tu non lo fare mai. Non perdere la speranza”disse Vegeta stringendolo un po’ più forte. Le emozioni si stavano impossessando di lui ed era in balia di esse nuovamente. “Nonno. Se non perderò la speranza tutto andrà a posto? Il guerriero si salverà?”chiese titubante il piccolo uomo. “Si, certo”rispose incerto Vegeta. “Allora non la perderò”detto questo si sciolse dall’abbraccio, si asciugo le lacrime con la piccola manica della tuta di combattimento verde e corse da suo padre che lo cercava. Il principe dei saiyan rimase solo e immobile. Quasi quelle parole che aveva pronunciato avessero compiuto qualcosa di strano”.
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*-* ammoreee sembra un bimbo Vegeta.. *-* che ducio Vetrunks tutto suo nonno xD
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Cap.6 Home unfamiliar (casa sconosciuta) II° parte
““La smetti di starmi alle spalle come un avvoltoio? Sembri demente e brutto del solito”. Ed ecco che avanzi e ti siedi accanto a me capo chino. “Scusa”mormori confuso. “Non sai fare altro che scusarti, ma da te che pretendo? Non hai un briciolo di sale in zucca”. Ok,. Qualcuno mi tiri un pugno o mi tappi la bocca. Imponetemi di stare zitto. Kakaroth, ma come mi sopporti? Piove. Novità. Praticamente qui vi faccio piovere sempre. E’ diventata peggio della foresta amazzonica. Si, ho capito che sono io a causare la pioggia. Orma anche un cieco se ne sarebbe accorto. A saperlo prima. Potevo vendere i miei servizi ai meteorologi. Eppure continuo ad amare vedere la pioggia che cade. Lo so solo io. Non l’ho detto a nessuno. Quante cose non sapevo ancora di te? Quante cose non ho fatto in tempo a dirti di me? Hai sentito cosa hanno detto di me vero? Di nuovo. Dopo tutti questi anni ancora e al piccolo Vetrunks per giunta. Io sono quello cattivo, forse solo perché sono lontano e distante. Tsk, a te non è mai importato. Tu vedevi quello che ero realmente. Dicievi che ero troppo bambino per essere veramente malvagio. Dove sei ora? Non lo so. Quando Kakaroth lancia un urlo. “Che ti prende?!”chiedo astioso. Mmm, mi ci vorrebbe un traduttore. Volevo dire ben altro. Mi guardo alle spalle. Nessun nemico. Abbasso il capo e capisco. Una strana luce azzurra si diparte luminescente dal mio petto. Metto la manica nella tuta e tiro fuori il medaglione che porto al collo. E’ l’unico ricordo che conservo di mio padre. L’unica cosa che quel mostro ha risparmiato di lui. Un piccolo segreto che per causa di forza maggiore ormai conoscono tutti. Riluce sotto queste gocce di pioggia. La pietra si è illuminata. La guarda stupita a bocca aperta. Non era successo mai. “ Il tuo medaglione...emana una luce.....bluastra…è magia”dice terrorizzato Kakaroth. “Ma che dici troglodita?! Ci sarà una spiegazione!”. Non l’ho detto davvero. Ma se pensavo la stessa identica cosa? Quand’è che la mia lingua ha cominciato a muoversi senza attaccarsi al cervello? “....ahhh....è vero!fantastico...ci mancava anche il mistero del medaglione!”sbotto esasperato. Ecco. Così va meglio. “Io me lo toglierei”dice Goku allontanandosi. Non è un idea malvagia. Lo metto a terra e mi allontano. Mentre il terrore e lo sgomento mio e di Goku salgono, dalla luce comincia a uscire una figura. Ed ecco davanti a noi un mio sosia. Con due piccole alette blu, un aura intorno di fuoco. Dallo sguardo, dai capelli che ricordano leggermente delle piume e quella strana veste mi ricorda paradossalmente una fenice. Ha una cicatrice che gli attraversa un occhio e perciò mentre uno è nero, quello è azzurro chiarissimo, quasi bianco. Ha un sorriso fin troppo amichevole e ebete, fa concorrenza a Kakaroth. Alza il viso verso l’alto e sbuffa vedendo che una pioggia torrenziale lo sta bagnando completamente. “Certo che come discendente sei troppo serio”mi dice ridacchiando e grattandosi la testa. Ho sempre pensato che più di Gogeta non ci potessero essere Fusion tra me e Goku, evidentemente mi sbagliavo. Mio aspetto, suo cervello, un mix perfetto, sigh.. “Piacere sono Vargas”dice e Kakaroth cade a terra sconvolto. Io invece sono furente. “Fammi indovinare. Il serpente rappresenta il simbolo dell’antenato di Freezer che ha tentato di uccidermi. Quegli occhi di fuoco non sono una mia paranoia. Perché veramente quel potere mi da la caccia da quando sono nato, la cara lucertola che mi ha rovinato la vita è il suo esponente principale. Ora si è risvegliato. Giusto?!!!!!”urlo esasperato e parto all’attacco. Ovviamente attraverso il mio nemico, se così vogliamo chiamarlo. Perché in fondo è colpa sua. Se i suoi nemici li avesse sconfitti ai suoi tempi senza strani poteri magari ora ero una persona felice, fortunata e con mia moglie ancora viva. “Come vedo sei sempre un ottimo stratega. Ti seguo da sempre”mi dice lui mentre Goku rialzandosi farfuglia cose senza senso. Evidentemente non ha capito molto di quello che sta succedendo. “Perché sei qui?”dice riuscendo finalmente a mettere insieme una frase di senso compiuto. “Per dare un consiglio a Vegeta che potrà salvarvi tutti. Dovevo dirvelo di persona, il serpente controlla tutto”dice Vargas serio. Io non mi fermo. Continuo nell’opera di un tentativo di massacro che non potrà avvenire né ora né mai. “Quando ti chiederanno ancora quale sia il tuo animale simbolo tu non rispondere fenice, ma lupo. Ti crederanno. La peculiarità di diventare lupo con la luna rossa è solo tua. Mi raccomando. Questo vi porterà alla salvezza”dice serio e registro l’informazione. Anche Kakaroth ha l’aria di qualcuno che si sta concentrando. Alla fine il mio antenato scompare e il ciondolo torna ad essere quello di sempre. Io atterro. Ormai non ho nemmeno più l’illusione di potermi vendicare sulle spalle di qualcuno. “Assurdo…”dice Goku stropicciandosi gli occhi. Sarà convinto di avere sognato. Io riprendo il ciondolo e lo rindosso, nascondendolo nuovamente sotto la tuta. “Zitto idiota”. Ok, ho capito perché me la sono presa così tanto con Vargas. Volevo massacrare me stesso e visto che gli assomiglio come una goccia d’acqua avevo trovato il perfetto capro espiatorio”.
Junior rideva. Aveva preparato la trappola perfetta. Aveva rapito degli amichetti di Goku e aveva lasciato un messaggio di sfida per lui e per Vegeta. Sarebbero caduti in trappola. Era al colmo della felicità, mentre guardava adorante l’enorme serpente di fuoco che si stagliava davanti a lui.
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ma yeah!! ecco spiegato la trasformazione in lupo di quel capitoletto... nn avevo potuto capire a che servisse xD
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Sì, quel capitoletto serviva a dare le informazioni importante nella storia che non potevo inserire nella narrazione diretta.
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aaaaah cpt =) in effetti mi aveva incuriosito quel capitolo =) hai fatto bene ;)
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Cap.7 Worm I° parte
“Sua madre C18 era scomparsa. Non riusciva a trovarla nessuno. Quando aveva appreso la notizia i suoi occhi si erano fatti vitrei, ma non spenti, solo vitrei. Aveva reagito in modo molto diverso da com’era successo le altre volte che aveva perso il sui “strano, ma amato” Crilii. Il suo sguardo si era fatto freddo e duro e voltandosi se n’era andata. Era sparita. Ora lei stava seduta sulla spiaggia, da sola. Suo padre. Ai suoi occhi era stato sempre un uomo incredibile. Sempre pronto a farti sorridere, sempre pronto ad aiutare e ora anche un guerriero coraggioso. Era così strano. Era sempre convinta che lui ci sarebbe stato per aiutarla a crescere la sua Ely. Quel giorno la sua bambina era dai genitori di Uub, i nonni paterni l’avevano voluto prendere con se sapendo il disastro che era successo. Ub in casa si stava vestendo per andarla a riprendere. Quando a un certo punto sentì un aura alle sue spalle. Non era eccessivamente ferrata, ma la riconobbe. Ai portò le mani alla bocca in un urlo silenzioso, mentre Ub usciva di corsa dall’abitazione. “Buona sera signorina”aveva detto ridendo. Lei non ci aveva visto più dagli occhi. “Tu…tu…”aveva mormorato mentre dai grandi occhi azzurri scendevano lacrime. “Hai ucciso mio padre!!!”urlò con tutta la sua voce partendo all’attacco. Sentì suo marito, dietro di lei, volare vero il nemico nello stesso momento”.
“ “Amore, devi reagire”mormorò Goten comprensivo. “Secondo te Goshin stara bene in questo momento?”rispose lei cambiando discorso. “E’ con nonno Yuma, starà benissimo”rispose il Son. “Mi manca mia madre e mi fa male vedere mio padre in quello stato”mormorò lei abbattuta. “Andrà tutto bene”disse invece il solare marito. Aveva ereditato l’incrollabile ottimismo paterno. Le prese il delicato viso tra le mani e le regalò un bacio a fior di labbra. “Non credere di comprarmi così”rispose lei in sfida ricambiando al bacio con passione. “Scusate piccioncini…”mormorò una grosse voce scura. I due si voltarono all’unisono e rimasero basiti vedendo chi gli stava in fronte. “…dovete venire con me”terminò. “Te lo scordi!!!”urlò Goten partendo all’attacco. Bastò un pugno ben assestato allo stomaco e il giovane si afflosciò sul braccio muscoloso del nemico. Bra non ci vide più dagli occhi. Il suo sangue di nobile saiyan le ribollì nelle vene. Urlando partì all’attacco, mentre i capelli avevano l’oro del supersaiyan. Il combattimento durò di più, ma purtroppo l’avversario era troppo forte e conosceva le tecniche della giovane. Un colpo ben assestato al collo, e mentre i capelli ritornati lunghi e azzurri le ricadevano davanti al viso, crollava incosciente”.
Marron, Uub, Goten e Bra. Ecco chi si era portato via Junior. Goku aveva trovato un messaggio, un pezzo di carta scritto con del rosso che sembrava sangue. Il saiyan aveva deciso di andare da solo. Di nascosto era partito di notte. Convintissimo di andare da solo, si era accorto troppo tardi di essere stato seguito. “Oh, no!!! Cocciuto che non sei altro!!!!!!”aveva urlato inferocito quando l’inseguitore aveva voluto scoprirsi. Perché se avesse voluto nella sua bravura a restare nell’ombra silenzioso come un mercenario, il saiyan più giovane non se ne sarebbe mai accorto. “Me ne frega di quello che vuoi tu decerebrato. Io non permetterò che mi portino via anche Bra”aveva risposto Vegeta. “Ma come pensi di fare, visto che non ti reggi in piedi? Sembri uno scheletro”Aveva mormorato Goku. “Un po’ di azione mi farà bene. Non dicevi tu che ero amebico? O forse il tuo cervelletto dimentica troppo presto quello che dice?”rispose sarcastico il principe dei saiyan. “Non ti sopporto più”sbottò il più giovane continuando a mugugnare a ciclo continuo. Non si era accorto nessuno, che quella volta si era offeso sul serio.
Il biglietto riportava le indicazione del nascondiglio, perciò era fin troppo ovvio si trattasse di una trappola. Si stupirono scoprendo che il grande edificio, che sembrava un castello da film dell’orrore, non aveva guardie o eserciti ad aspettarli. Nel silenzio e nell’ombra erano riusciti a entrare.
“Io dico che dobbiamo andare di qua”disse Goku convinto. “Allora sei tonto Kakaroth. E’ ovvio che si va dall’altra parte”rispose Vegeta incrociando le braccia. Un bivio, ecco cosa può scatenare un litigio coi fiocchi. “Io dico di là invece”ribadì Goku. “Sei un cocciuto e un testardo. Dobbiamo andare di qua”replica nuovamente Vegeta. “Allora questo dimostra che sono un saiyan”ribatté Goku spiazzando il maggiore. Da quando era così sagace? No, c’era qualcosa di più grosso sotto. “Allora io vado di qua e tu di là”disse Vegeta deciso a prendere la strada che riteneva giusta. Gli sembrava di averla già vissuta una scena così. Si, era successo nel corpo di Majinbu. Doveva vedere se era solo un problema di strada o c’era qualcos’altro. Bastava ripetere le frasi di allora e rendersi conto se le reazioni di Goku erano le stesse di allora. Anche se le frasi precise mica se le ricordava. “Quando siamo insieme me ne capitano sempre di tutti i colori. Magari se ci separiamo…”disse, ma gli mancò la decisione che le aveva caratterizzate quel giorno di tanti anni prima. Forse perché allora la speranza che Bulma fosse viva, e in quel caso anche degli altri, non gli era mancata mai, mentre in quel momento sapeva la verità. Vegeta attese. Sperando che Goku gli dicesse qualcosa come: “Non sei affatto simpatico”, “Li ritrovo io, in barba a te Vegeta” o almeno gli facesse la solita linguaccia che sanciva che più che un vero litigio era di quelli che si fanno da bambini tra amici, di quelli che basta ritrovarsi cinque minuti dopo per far pace. Era la prima volta che “Kakaroth” ce l’aveva davvero con lui e si che gliene aveva sempre fatte di tutti i colori. La risposta che arrivò fu molto diversa, ripiena di astio e rabbia repressa. “Guarda che sei tu che porti sfortuna. Hai una cattiva stella da libri di storia. I guai ti succedono che io ci sia o no, mentre prima di conoscerti a me non capitava mai niente”. Goku si rese conto della durezza delle sue parole solo dopo averle dette e per la prima volta sperimentò il “senso di colpa”. Bruciava nel petto e lo faceva vergognare. Avrebbe voluto chiedere scusa all’altro, lì in quell’istante, ma Vegeta si voltò e prese la sua strada, prima che lui riuscisse a mettere insieme le parole giuste. “Adesso di sicuro mi odia”si disse Goku, prendendo la via che aveva portato alla discordia. Prendendo due strade diverse si divisero, anche se in quel momento anche se fossero stati vicini, mentalmente li avrebbero divisi migliaia di km. Era la prima volta che Goku sperimentava cosa vuol dire litigare “sul serio” con un amico. Esperienza che si ripromise di non sperimentare mai più.
“Chi se ne importa di quel deficiente? Chi se ne frega di quel babbeo, tonto, scimunito? Chi se ne importa di lui, misera terza classe, rifiuto universale? Allora perché cavolo continuo a rimuginarci su? Forse perché me lo sono meritato. Da quando è iniziata questa storia lui si è fatto in quattro per me, ha fatto di tutto per aiutarmi e io gli ho sputato in faccia. Oh Bulma, guarda come mi hai rammollito. Un tempo cose del genere non mia avrebbero nemmeno toccato. Donna ti sei divertita a ridurmi così e poi mi hai lasciato solo. Se fossi qui so cosa mi diresti. Farò pace con Kakaroth, ok, ma prima gli tiro un pugno perché mi ha mancato di rispetto. E’ da parecchio che cammino e tutto tace. Almeno fino adesso. Perché poi vedo una creatura davanti a me. Non ci vuole molto a capire che quella è l’aura di un mostro, di un nemico. Mi metto in posizione e lo vedo avvicinarsi. Continuo a vedere solo la sua ombra, ma deve essere immenso visto che muovendosi fa tremare tutto. Quando lo vedo il mondo si blocca. No, perché questo a me? Ha ragione Kakaroth riguardo alla mia fortuna. Forse è meglio che lui non sia qui. Non voglio portare altre persone a cui tengo alla rovina, la morte sembra aver portato via già tutte le persone a me care, anche la donna che amavo, forse è venuta a portarsi via anche me. Però non me ne andrò senza lottare. Anche se qualcosa mi dice che nessuno dei miei colpi avrà effetto contro il mio avversario.”
“Vicolo cieco, sono finito in un vicolo cieco. Aveva ragione Vegeta, questa strada era sbagliata. In fondo è meglio così. Adesso avrò qualcosa da dire per cominciare a scusarmi. Basterà poi puntare sul suo orgoglio, ammettere che ha sempre ragione lui anche se non è vero e sarà pace fatta. Almeno sarebbe stato bello fosse andato così. Perché capisco che non andrà così quando sento l’aura di Vegeta incrementarsi fino al secondo livello, sentire l’urlo della trasformazione, mentre già corro in quella direzione a tutta velocità. Più mi avvicino, più sento come tutto trema, sento l’eco dei colpi, Vegeta sta dando il meglio di se. Allora perché l’aura nemica non varia praticamente per niente? Possibile che non si stanchi nemmeno? Mi blocco per un attimo quando sento quell’urlo e la trasformazione di Vegeta cessa in quello stesso istante.”
"“Sei a terra, non riesci a muoverti. Ti striscia addosso e la sua enorme massa ti schiaccia al suolo. Lo senti viscido, senti il suo fiato che ti alita addosso, il suo calore sul collo. Vorresti chiudere gli occhi, ma il terrore ti immobilizza a tal punto che non riesci a muoverti minimamente. Osservi con orrore la lunga chiostra di denti insanguinati. Li vedi avvicinarsi a te. Cominci a muoverti, a tentare di scappare, anche se a rallentatore, ma è tutto inutile. Li senti poi, i denti che affondano nella tua pelle e il tuo sangue caldo che cola mischiandosi alla sua bava". Solo che stavolta è vero. Non ci sarà nessun risveglio, non ci sarà la mia “Donna” ad attendermi, non ci sarà niente. E’ freddo, è tutto così freddo. Buio, sto precipitando nel buio.".
La creatura sorrise, mentre la vittima si accasciava inerme sotto di essa. E poi…
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E POI??? ... ci sn rimasta male con quel "e poi..." :(
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Scusa $kҸ ฿ŁΔÇk ϟ, mi sa che interromperlo così è stato un po' antipatico XD. Solo che poi la storia prende un po' un'altra piega e quindi ci stava U_U.
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Cap.7 Worm II° parte
Un colpo normale o un colpo energetico non possono fare niente contro un mostro simile, ma esistono colpi al di fuori della normalità e punti vulnerabili. Sprecare un pugno del drago in sciocchezze non è una cosa che aveva mai fatto, ma vedere quella scena lo aveva sconvolto. Aveva qualcosa di terribile insito in se, forse il fatto che non è normale che le più grandi paure di qualcuno si realizzino e anche se non erano le proprie, era ugualmente a conoscenza della più grande paura dell’amico. Fortuna che le siringhe giganti non se ne vanno in giro ad attaccare la gente, anche se Goku avrebbe preferito non avventurarsi mai in un ospedale per scoprirlo. La fortuna, prerogativa del saiyan più giovane, sembrò realmente utile, visto che andò a colpire l’unico punto debole del verme. Ci sono alcuni vermi che se colpiti esattamente a metà si dividono in due e danno vita a due esseri, altri proprio in quel punto si spaccano morendo. Ecco perché i due saiyan si ritrovarono ricoperti di una schifosissima sostanze blu-viola maleodorante e appiccicaticcia. Solo che Goku non aveva tempo per pensarci. Corse invece dall’amico che se ne restava incosciente per terra. “Vegeta”lo chiamò cominciando a scuoterlo, ma il principe dei saiyan non dava segni di vita. Si lasciava percuotere senza reagire. “Dai, amico, dai”lo chiamava ancora Goku, ma niente. Normalmente lo avrebbe minacciato dicendo: “Kakaroth stammi lontano. Se mi metti ancora le mani addosso ti uccido”. Stavolta invece niente. “Guarda che non dicevo sul serio quando ho detto che non ero più tuo amico”disse Goku. Sembrava una cosa stupida da dire in quel momento, per lo meno fuori contesto, ma il saiyan più giovane aveva paura. Aveva paura che le ultime cose dette all’amico fossero state quelle di quella terribile litigata. Era colpa sua. Se gli avesse dato retta. L’unica volta che si era fatto guidare dal suo orgoglio saiyan aveva semplicemente portato alla rovina l’ultimo saiyan rimasto oltre a lui. “E’ vivo, respira ancora, perciò è vivo”pensò tra se e se, cercando di non perdere la calma. Di solito era il saiyan maggiore che perdeva la calma e si che allora ne succedevano di guai. Goku si caricò l’amico in spalla, sperando che si riprendesse più tardi, forse i denti del verme erano intrisi di qualche sostanza soporifera, o almeno sperava.
““Aspettami un attimo qui”mormoro a Vegeta ancora inerte. Lo appoggio delicatamente alla parete, anche se non reagisce. Sono sempre più preoccupato, ma ora ho altro a cui pensare. Davanti a me sta un gigantesco mostro. Erano anni che non ne vedevo uno così brutto. Non sarà difficile batterlo, mi aspettavo di meglio. O mi stanno sottovalutando vergognosamente, o c’è sotto qualcosa. Magari non si sono accorti ancora della nostra presenza, sarà meglio non utilizzare troppa energia. Senza nemmeno trasformarmi in sueprsaiyan parto all’attacco. Il mostra cerca immediatamente di colpirmi con enormi e giganteschi pugni. Io schivo a velocità sostenuta senza nemmeno sforzarmi. Andiamo avanti per qualche minuti, anche se mi sto sinceramente annoiando. “Ora mi sono stufato”dico e con la supervelocità lo raggiungo con un potentissimo pugno allo stomaco. Quello si piega in due da dolore. L’ho battuto così semplicemente, quando comincia a ridere. Era un trucco, una magia! Si dissolve e diventa una specie di nebbia. Non riesco a muovermi. Mi ha immobilizzato e sotto di me si pare un gigantesca voragine. Non riesco a volare. Non ci riesco. Sembra che questo buco nero mi stia risucchiando in esso. Comincio a precipitare. E’ la fine”.