O.o un piccolo sayan in pannolinoooo! xD che genialata!! complimentiii!! =)
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O.o un piccolo sayan in pannolinoooo! xD che genialata!! complimentiii!! =)
Felice che tu l'abbia vista così $kҸ ฿ŁΔÇk ϟ, ammetto che era un po' azzardato. ^^
Cap. .3 Sun of darkness (sole di tenebra). I° parte
“Dove sono?”mi chiedo spaurita. Questo luogo non lo conosco. E’ tutto così freddo, mentre queste pareti di pietra sembrano trasudare lacrime, in quelle gocce d’acqua. Sono seduta in uno scranno di legno, è così scomodo, ma non riesco ad alzarmi. Vorrei chiedere aiuto, mentre sono bloccata qui, ma l’oscurità mi spaventa e ho paura che a farmi sentire mi succederà qualcosa. Quando vedo un ombra un avanzare verso di me. La riconosco. Il mio cuore batte così forte, ora sono salva, è venuto a riportarmi a casa. Lo vedo apparire dall’ombra, ma in lui c’è qualcosa di diverso. A cominciare da come è vestito. Sembra un principe. Lo conosco quel vestito, è quello che si confà a un principe dei saiyan, è la buttle suit reale. Però c’è qualcosa di innaturale. Spalanco la bocca muta mentre vedo, al di sopra del lungo mantello rosso, due paia di morbidissime ali nere. Amore mio, mi hai sempre chiamata angelo nelle notti d’inverno in cui soli potevi mostrare il lato più dolce e innamorato di te. Stavolta i ruoli si sono invertiti Vegeta, perché quello a sembrare un angelo sei tu. Ti avvicini e ti inginocchi davanti a me, a capo chino. Non capisco, ma l’irrealtà che mi circonda mi fa capire che in tutto questo non potrò mai capire nulla. Non voglio che ti comporti così, non con me. Mi sporgo più che posso, rimanendo però inchiodata in questo scomodo trono. Mi spingo abbastanza da potergli alzare il viso con la mano, accarezzandogli prima la guancia così innaturalmente fredda, alzandogli poi il capo dal mento. Quando i miei occhi incontrano i suoi, non si specchiano in loro come è sempre successo. I suoi occhi di ossidiana sono stinti, lontani, e vi leggo una tristezza infinita. Il mio cuore si spezza, mentre non capisco da dove derivi tutta questa sofferenza che alberga in lui. “Amore…”mormoro, mentre dai miei occhi cominciano a sgorgare le lacrime. Non riesco a fermarle. Lui riabbassa il capo, mentre una lacrima gli attraversa il viso, scendendo pian piano. Non l’ho mai visto piangere, e anche se è una lacrima sola il dolore che mi sta attanagliando il petto cresce. “Perché mi hai abbandonato?”mi chiede quasi in una supplica, e a malapena riconosco la sua voce. Non faccio in tempo a rispondere, a rassicurarlo che non me ne andrò mai, che tutto comincia a vorticare in un cerchio di fuoco, che confonde tutto. Davanti a me ora solo due occhi di brace e l’ululato di un lupo”.
“AAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!”un urlo risuonò la Capsule corp., mille volte più terribile e angosciante di quello che aveva svegliato i vicini il giorno delle nozze della giovane Brief con il secondogenito dei Son. Vegeta si svegliò terrorizzato, mettendosi seduto di colpo, sentendo la sua donna urlare a quel modo. La moglie gli si buttò tra le braccia cominciando a piangere così forte, da tremare tra i singhiozzi. Il saiyan rimase di sasso. La consolò abbracciandola e cullandola come una bambina piccola, ma non era mai successo che fosse lei ad avere un incubo di una simile portata. “Va tutto bene. Era solo un sogno”disse cercando di calmarla, come quando Bra si rifugiava da piccola tra le sue braccia spaventata da un temporale. Vedendo la scena, il resto degli abitanti della casa si dileguarono prima di poter essere scorti o di interrompere. La donna continuò a piangere anche dopo essersi riaddormentata tra le braccia protettive del marito. La pace è la serenità del loro amore sarebbero state compromesse per sempre, questa era la consapevolezza che aveva ridotto in quello stato Bulma, mentre Vegeta non immaginava quello che il giorno dopo si sarebbe scatenato.
L’alba del giorno dopo sulla Terra, non corrispondeva per niente all’ombra che regnava sul mondo personale di Lourth. Il malvagio aveva seguito con interesse la vicenda di Odion e poi di Broly. Ora finalmente sapeva quali erano i poteri migliori che quell’universo aveva da offrirgli, due prede appetitose, ma forse ancora embrionali. Le voleva dispiegate appieno. Aveva perciò deciso di trovare un avversario che risvegliasse completamente il “potere del drago” e il “potere reale”, portandoli ai loro estremi limiti. Solo a quel punto, se nessuna delle sue creature sarebbe riuscita a ucciderli portandoglieli, sarebbe andato lui direttamente a prenderseli. Per fare ciò era sceso a patti con una creatura atavica e malvagia, che covava un odio pari a quello di Odion, ma mille volte più potente. Aveva dovuto cercare parecchio per riportarla alla luce e faticare ancora di più per ridargli la vita, ma ora forse se ne pentiva. Una volta scatenata quella creatura, c’era il rischio che niente sarebbe stato più come prima. Lourth però sapeva aspettare e non dava mai conclusioni affrettare, avrebbe visto gli sviluppi e avrebbe agito di conseguenza.
“Credo di essermi addormentato. Lo sto fissando con sguardo assente, ma in realtà non lo vedo, e la sua fastidiosa voce ripetitiva mi sta cullando come una ninna nanna. Chi me lo doveva dire che sarei diventato il nuovo campione del mondo e che Mr.Satan si sarebbe messo a darmi lezioni? Più che un combattente, si comporta come un pubblicitario. Un sacco di parole sull’aspetto, su come si convince la gente, su come si affascina, su come si sorride, su come si parla, su come si imbroglia a fin di bene, su come ci si fa amare e soprattutto su come si entra in scena. A me non piace il palcoscenico e nemmeno la luce della ribalta. Vorrei essere a casa a cullare la mia piccola Ely, a preparare il pranzo per quando la mia stanca consorte Marron tornerà a casa da lavoro. Però devo resistere. Tutto i soldi che mi entrano mi permettono di sfamare il mio numeroso villaggio e addirittura di aiutare tutti quelli vicini per archi di km. Soprattutto ora che ho stretto un accordo con l’anziano e saggio capo del villaggio più potente tra noi, anche perché loro hanno un macchinario che gli consente di avere l’acqua. (E’ quel combattente, che pareva un incrocio tra un indiano e un abitante del deserto, con cui Goku si è sfidato a uno dei primi tornei. Non me ne ricordo il nome. NdA). Mi gratto la testa e sbadiglio. Sono felice di essermi scisso da Majinbu, ma oggi più del solito, perché quel simpatico grassone sta cucinando delle cose sfiziose e io ne sento l’odore fino a qui. Sempre che il cagnone di Satan non faccia cadere il vassoio e si sbafi tutto come l’altra volta. Una giornata noiosa, di quelle che credi che non cambieranno mai, credi, perché all’improvviso tutto comincia a tremare e Mr. Satan a urlare dopo essersi riparato sotto il tavolo”.
“Proprio oggi che avevo deciso di lavorare di mattina per passare il pomeriggio con May. La piccola voleva essere portata al parco. Sta cominciando a manifestare i primi poteri e voleva andare a giocare con me. Aveva scelto un posto così lontano, nonostante avesse gli interi Monti Paoz per giocare, perché ama utilizzare la nuvola speedy e inseguirmi mentre volo. Chichi ovviamente ha paura a farla andare da sola, ma con me è più sicura. Ora andrà tutto a monte. Afferro la sedia, come a voler fermare almeno lei, mentre sudo freddo. No, non può essere. Tutto a pezzi, tutto. Per ripagare questo disastro ci vorranno anni e anche se lo fa la proprietaria c’è il rischio che la bottega resti chiusa a lungo. Perderò il mio lavoro, che con alti e bassi, ormai mi ci ero affezionato. L’unico posto in cui non mi avrebbero licenziato, anche perché ormai avevo ingranato, avevo dimostrato di saperci fare. A me non succederà niente, nemmeno se mi cade il tetto in testa, ovviamente. Cosa vuoi che sia un terremoto per me? Purtroppo quelli che cadono come neve sono i prodotti. Il pane cade nel detersivo infracidendosi. Le uova sembrano un bombardamento insieme alle lampadine, andando I mobiletti e gli scaffali cadono come tessere del domino. La casa si ripiega su se stessa. Ho fatto appena in tempo a salvare l’incasso. Belli i tempi in cui credevo che quei biglietti verdi fossero verdura. Guardo con occhi sgranati, con una smorfia tra paura – denti stretti – rabbia, ma che assurdamente ricorda lentamente quello che i miei amici definiscono “sorriso ebete”. Devo smettere di stringere così forte, ho si spezzerà anche la sedia. Correrei in giro a salvare il salvabile, ma sto cercando di usare la mia aura per tenere insieme il villaggio ed evitare che la gente rischi la vita, purtroppo questo non vale per gli oggetti. Il drago del mio potere è stato categorico, la fa facile lui. Alle volte è insopportabile quando fa il saccente, ma almeno posso chiacchierare e importunarlo quando nessuno vuole starmi a sentire. Mi risponde perfino quando faccio domande a cui gli altri non hanno il coraggio di rispondere, io non capisco perché restino a guardarmi sconvolti o non credano che io abbia domandato davvero una cosa così apparentemente facile, alle volte si scordano che sono un alieno. Avevo avuto la mezza idea di uscire e teletrasportare tutti in un posto sicuro, ma questo sisma sta scuotendo l’intero pianeta. Cosa sta succedendo alla mia amata terra? Una minaccia? Un nuovo pericolo o avversario da affrontare? Allora perché non percepisco auree? Ed ecco che tutta la sezione delle scatolette comincia a fioccare e vedo una donna bruna che abbraccia la figlia piccola, così simile a lei, mentre tutto continua a tremare. Posso proteggerli, ma non posso evitare che abbiano paura, visto che nemmeno io sono calmissimo. Non sentivo un terremoto così forte da quando la Terra esplose a causa del drago rosso delle sfere dalla stella nera. Ovviamente è un segno nefasto e temo non sia stato il primo, in questo periodo sono successe parecchie cose strane.
Sono distrutto. Non è una ragazza, è un arpia. Avrà lavorato anche lei, ma sono io che ho sgobbato per tutto il giorno. Con la scusa che ho i super poteri mi ha fatto praticamente riparare l’intero villaggio, compreso il negozio a me. Mi ha lasciato i soldi lasciati in cassa come paga. Avevo ragione a pensare che resterà chiuso per un po’ lo spaccio, deve trovare nuove merci e trovare un modo per ripagare alle vendite di tutti i prodotti da buttare che non potremo più vendere. Sono tornato tardi a casa, è pomeriggio inoltrato. Ero preoccupato potesse essere successo qualcosa, anche se per tutto il tempo ho controllato le auree dei miei cari. Goten e Gohan stanno riparando le loro case e vedendo com’è ridotto il mio piccolo rifugio bianco, sono convinto che la mia giornata di riparazioni sia solo all’inizio. Chichi ha l’aria stanca, ma il cipiglio combattivo di chi ha gestito i lavori egregiamente tutto il giorno. Quanto la amo quando fa così. May che le sta in braccio, scende e corre da me. Io prendo la mia piccola tra le braccia e le scompiglio i capelli. Lei ridacchia e io mi sento rinfrancato. Almeno so che mi vogliono bene. Certo che la mia bimba ama le metamorfosi. Da piccola sembrava la sua mamma sputata, fino a non troppo tempo fa aveva un aspetto ben buffo perché portava i neri capelli lunghi tenuti in aria con un laccetto e stavano diritti sulla testa, mentre ora che porta i suoi neri capelli corti e a caschetto assomiglia assolutamente a Pan piccola. “Mentre c’era la terra che tremava io non ho avuto paura. Ho tenuto con me Goshin”si vanta orgogliosa. “La mia piccola guerriera”gli dico io stringendola un po’ più forte. “Ora vado a salutare la tua bellissima mamma…”comincio a dire mentre la metto a terra. Chichi si è avvicinata e ha sentito le mie ultime parole. Ci scambiamo un fugace bacio a fior di labbra, mentre May mima qualcuno che si sta sentendo male, mentre poi dolcemente Chichi mi dice: “Ora il mio eroico salvatore rimonterà il nostro castello”. E’ dolcissima e mi guarda con due occhi meravigliosi e profondi, ma mi sta incastrando come al solito. Mi conviene farlo subito, così alla fine avrò in premio coccole e cibo, altrimenti si trasforma in un drago sputa-fuoco e mi becco rimproveri e padellate. Sigh. Mi chiedo se questa stancante giornata avrà fine”.
guai in vista come al solito eh?? ... bello il sogn... cioè l'incubo di bulma... cè prpr una bella atmosfera xD
Sì $kҸ ฿ŁΔÇk ϟ. Nuovi guai in arrivo, o forse sono già arrivati e i nostri eroi non lo sanno U_U. Atmosfera che andrà a peggiorare. vedrai.
Cap. .3 Sun of darkness (sole di tenebra). II° parte
“Aveva avuto fine questa stancante giornata…almeno sembrava. Morente di sonno cerco di infilarmi i calzini dopo aver già messo gli stivali. Ho tutta l’intenzione di ricoricarmi e dire addio a chiunque sia. Chichi fa finta di dormire e nessuno l’alzerà dalle calde coperte, May nell’altra stanza ha un sonno ancora più pesante del mio. Mi tocca a me. Miracolosamente, dopo aver rischiato di scendere in boxer, riesco a rivestirmi. Con gli occhi semichiusi, accendo la luce della scala e scendo lentamente le scale. Più che camminare mi trascino ondeggiando, mentre il sonno tenta di avvincermi nuovamente. Sto letteralmente dormendo in piedi. Chi bussa alle tre di notte? Chi a quest’ora non è nel meglio sonno? Il mio cervello è troppo stanco per riuscire a riflettere. Per un attimo crollo appoggiato alla parete e mi riaddormento. Soltanto che pian piano scivolo e ruzzolo giù dalle scale tirando una capocciata memorabile. Credete che il dolore mi abbia risvegliato? Macchè, non sento nemmeno il piccolo bernoccolo pulsante che mi sarà nato tra i capelli. Raggiungo il piano di sotto, chiudo la luce della scala e accendo quella del soggiorno. Passo vicino alle stanze buie e vuote della casa, silenziose almeno a quest’ora, nella mia movimentata dimora. Ed ecco arrivato alla meta. Apro la porta e rimango allibito”.
“ “Vegeta!”urlo per l’ennesima volta. Il cielo notturno, forse più pungente stanotte, mi gela fin dentro le ossa. Forse non è un emozione esterna, forse è interna. Flasch della mia infanzia, momenti particolari un tempo felici, portano questo freddo glaciale della morte. Avrei voluto restare con la mia Chichi in lacrime, consolare quelle facce serie e tristi, quei volti disperati a cui mi univo. A sorpresa mia moglie mi ha guardato quasi con rabbia. “Cosa ci fai ancora qui?!!”mi ha chiesto, mentre negli occhi velati di lacrime e nella voce spezzata leggevo un accusa. Ho piegato la testa di lato. Non ho capito. “Normalmente quando un tuo amico è nei guai, vai ad aiutarlo”mi ha detto e io ho spalancato la bocca non riuscendo però nemmeno a balbettare. Da quando in qua è lei a dirmi certe cose? Forse perché le ho dato fiducia. Sa che io sono sempre con lei, che se vuole sono pronto a consolarla, che non scapperò via. E’ una sensazione strana, come ne ho provate poche volte, la consapevolezza che sebbene lontani siamo sempre insieme, uniti come una sola persona. Mi conosce a tal punto da sapere meglio di me quali sono i pensieri che non ho il coraggio di formulare. Eppure faccio un minimo di resistenza. “Se ci vado adesso come minimo cerca di uccidermi dicendomi le peggiori cattiverie dell’universo”dico serio. Lo sguardo che mi lanciano mi fa riflettere della cavolata appena formulata. Questo lo farebbe comunque a essere sinceri. Lo ha sempre fatto e invece di scoraggiarmi mi ha trasformato in una piattola, lo so io e lo sanno loro. Mi gratto la testa imbarazzato. “Vado”dico semplicemente. Tutti abbassano il capo come a incoraggiarmi, mentre Junior mi apre anche la porta. I piccoli stanno dormendo tutti, tranne Vetrunks che sta seduto in un angolo con gli occhi spalancati, lo sguardo smarrito. E’ troppo orgoglioso per piangere e se i suoi genitori cercano di consolarlo li allontana. Eppure le loro attenzioni lo rincuorarono, si legge la gratitudine nelle sue iridi nere. In piccolo è quello che toccherà fare a me. Certo che ci assomiglia davvero tanto a suo nonno, fin troppo. L’aura di quel cocciuto è annullata, impossibile trovarlo con il teletrasporto. Il potere reale però non può nascondersi a quello del drago. Ho seguito la traccia dell’energia del suo potere, ma l’ho persa in questo deserto. Ora è da un po’ che giro. “Dov’è andato?”mi chiedo a bassa voce. Sono supersaiyan, lo stato che più agevola le caratteristiche di questo strano potere acquisito da poco rispetto al resto. Questi vestiti sono scomodissimi. Nel sonno non ho afferrato la mia amata tuta, e si che ne ho almeno duecento nell’armadio, ma uno dei pochi vestiti da terrestre che mi ha comprato Chichi. Questi orridi pantaloni grigi di tela che permettono perfettamente al freddo di penetrare. Che fanno coppia perfettamente con questa sottilissima e fin troppo stretta camicia nera senza bottoni dal collo fino a metà.
Giro e rigiro, quando mi accorgo che alcune rocce le ho già viste. “Ma, questo posto…” mi sfugge, mentre il volto perde un po’ di colore. I deserti sono tutti uguali, mi dico, ma il deijavù è enorme. Riconosco sempre più dettagli. Deve essere sconvolto, se è venuto proprio qui. Seguo la memoria, seguo i ricordi e riesco a sentire perfino le voci della battaglia che si svolse allora. Le parole precise il tempo se le è portate, ma quelle sono emozioni che restano, che segnano. Nei miei ricordi si affaccia il volto di un guerriero. In realtà non è altro che un ragazzo, come lo ero io, ma allora già ci sentivamo uomini e del mondo non sapevamo niente. Un giovane dai capelli neri a fiamma; dall’espressione triste, seccata e pericolosa; l’armatura che lo caratterizza come mio avversario; una coda a sottolineare come sia stato solo il caso a darci due vite diverse. Ed ecco una montagnola. Quanti anni sono passati, da quando un saiyan mi accusò e mi schernì dall’alto di quella roccia convinto che avrebbe distrutto la terra? Di sicuro tanti, visto quello che ho davanti adesso. Scendo pian piano in procinto di atterrare e guardo di spalle quell’uomo così diverso, ben poche cose lo ricollegano alla figura del mio ricordo. E’ seduto, ripiegato su se stesso, è aleggia un dolore intorno a lui così palpabile da ferire anche me. Sembra schiacciato da chissà quale peso. Perduto in pensieri tali, nel suo sguardo vacuo che guarda senza vedere il paesaggio davanti a sè , che nemmeno si è accorto di me. “Vegeta”dico mentre appoggio un piede a terra. Si rizza immediatamente, interrotto in un momento in cui credeva di essere solo. Immediatamente rimette la maschera dell’orgoglio, si fa più avanti e si mette a cavalcioni proprio sul bordo dello spuntone, le gambe a penzoloni sul precipizio. “Sai…ho saputo…”comincio e sento gli occhi pizzicare. Faccio qualche passo in avanti e quasi mi affianco e mi rendo conto che adesso riesce a tenere le spalle dritte solo perché con le mani fa leva sul terreno. Mi ignora, mentre cerca di fare un volto indifferente e seccato, ma esce davvero male. Arrenditi, stavolta non riuscirai a trasformare il tuo viso come vuoi come hai sempre fatto, te lo si legge in volto che stai soffrendo come un pazzo. Non credere. Forse il tuo sarà il dolore più grande, ma ora siamo un po’ tutti a soffrire, persino io. “…Bulma…era anche mia amica”dico e stavolta una smorfia credo stia increspando anche il mio di volto. No, quello che ho detto è troppo lontano da quello che provo. Bulma non era un amica. Era la mia sorella maggiore, una pazza che con una folle idea mi ha cambiato la vita, che mi ha cresciuto quando ero piccolo, che mi ha sostenuto come eroe quando sono cresciuto. In me ha continuato a vedere un fratello, nonostante il suo amore per te le facesse alle volte sperare che a trionfare tra noi due in combattimento fossi tu, ma me lo ha detto. Non è stata ipocrita. Sai, non ti ha cambiato in meglio solo lei, anche tu l’hai migliorata. Hai tirato fuori la ragazza buona, sincera, disinteressata che alle volte quando era ancora una infantile ragazzina di quindici anni vedevo solo io. Ora se n’è andata, magari nemmeno consapevole del vuoto che ha lasciato. Tu lo sai, agli inizi eri anche geloso che lei fosse amica mia, geloso che qualcuno potesse portartela via anche solo per un attimo. Ed è per questo che almeno queste parole non le puoi ignorare. “Vattene!”ordini con una voce che dire sepolcrale è poco. Mi aspettavo di peggio, ma devo ancora aprirlo il vaso di Pandora. Non tornerò a casa con le ossa intere, non di certo. “Se me ne vado, tu torni a casa?”chiedo, in un modo forse un po’ infantile. Ed ecco che tu torni a ignorarmi. Devo stare attento, cammino su un terreno minato. “Bene. Allora resto qui seduto finché non ti decidi”dico più serio possibile e mi siedo. Ed ecco la via del ricatto. Di sicuro a te non te ne fregherà niente, non stavolta. So essere cocciuto quanto te, in fondo lo hai tirato fuori tu il saiyan dentro di me, ora ne paghi le conseguenze. Resterò anche tutta la notte se necessario, e non importa se con questi vestiti morirò congelato. Non credo che a te interesserà se a causa tua mi ammalo, ma ti darà fastidio la mia presenza in un momento in cui vorresti restar solo. Se invece deciderai di continuare a ignorarmi, avrò ugualmente raggiunto il mio scopo. Non ti avrò lasciato solo in un momento in cui avresti potuto fare sciocchezze, in un momento in cui avevi bisogno di un conforto. Tu non lo ammetterai mai orgoglioso principe dei saiyan. Anche se temo il momento in cui l’orgoglio verrà meno, il momento in cui sarai in balia dei sentimenti, perché stavolta succederà perfino a te che non hai capito che un cuore di ghiaccio sempre così insensibile va in pezzi più facilmente. Non hai mai visto cosa succede al ghiaccio che cade? Si spezza più facilmente del cristallo. Non so quante ore siamo stati seduti, ma almeno so cosa guardavi. Un lembo di cielo nero e vuoto, con accanto due soli. Un tempo non capivo, ora penso che facendo così ti fai solo più male. Non assimilare le due cose. Non farlo. Perfetto, avevo dimenticato gli effetti di quando hai l’umore nero. Presto saremo entrambi fradici e la tua amata buttle suit blu non ti proteggerà da un febbrone da cavallo, esattamente come questi vestiti non mi serviranno a nulla. Alzi la testa e lascia che la pioggia scivoli giù. Rivoli scendono sul tuo viso e suoi tuoi capelli. Ti ricordi poi che ci sono anch’io e capisco che stai valutando l’idea di non fare nemmeno questo gesto. Devi averlo fatto tante volte, deve essere l’unico modo che hai per depurare e dimenticare. Decido allora di imitarlo. E’ istantaneo, torni a dimenticarti di me. Ti do ragione Vegeta, funziona davvero, ma non è nemmeno lontanamente liberatorio come piangere veramente. Le lacrime bruciano, ledono l’orgoglio, ti scuotono il corpo, ma alla fine ti lasciano vuoto anche dal dolore, alla fine stai meglio. La pioggia fredda e dolce, non si può paragonare al fuoco vivo e al sapore salato del dolore che esprimono le gocce di pianto”.
mi dispiace per Vegeta ma... io ho sempre pensato che Bulma fosse una eh-ehm... una put... insomma quello... in effetti mi sta tremendamente sulle scatole... -.-"
Beh $kҸ ฿ŁΔÇk ϟ, Vegeta è un grande. Se si è scelto una donna, vuol dire che valeva a mio parere XD. Ammetto che a me la Bulma di Db dava sui nervi e anche quella degli inizi di DBZ. Invece poi è maturata. E' diventato un bel personaggio, soprattutto nella saga di Majinbu dove ha continuato ad avere fiducia in lui, nonostante le apparenze. E poi questi due insieme sono una bella coppia, anche se non sono esattamente l'esempio del romanticismo XP.