Io anche, non riuscendo a trovare un progetto
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Io anche, non riuscendo a trovare un progetto
Io sto ancora aspettando l'illuminazione divina.
Anche a me un giorno in più farebbe mooolto comodo.
Ok, visto che c'è gente proprio in alto mare sposto la data di consegna a Venerdi 31.
Ovviamente in sede di giudizio terrò conto in positivo di chi ha consegnato il lavoro per tempo (ovvero entro la vecchia scadenza).
In questo caso, vedrò di darmi una mossa. :lol:
Final Goku è più subdolo di Vegeta. :D
Il problema è stato che i primi giorni ho trovato l'idea ma non mi convinceva pienamente quindi sono andato avanti a rilento a scrivere perchè non avevo voglia di continuare una storia che non gradivo.
Poi ho avuto un ispirazione e ho incominciato ad andare avanti più di buona lena, ieri non ho potuto e oggi farò del mio meglio per finirla ma voglio fare un lavoro semidecente quindi non credo la finirò entro oggi.
Per fortuna che Final mi ha sempre premiato e quindi non mi devo eccessivamente preoccupare della penalizzazione :D
Sono tornato da un paio di giorni dal cammino di Santiago e non son riuscito a connettermi prima. Pensavo di perdere almeno due turni, ma questa proroga cade dal cielo. Se mi viene un'idea entro venerdì partecipo molto volentieri.
Ho approfittato della proroga concessa per godermi l'ultimo fine settimana estivo. A breve posto, e non sarà dragonball.
Bene, ecco qui la shot. Si tratta di un episodio scritto a partire dal manga "Inferno e Paradiso", per la precisione si colloca dopo la prima parte del ventiduesimo volume. L'episodio è completamente originale, nel manga non accade nulla di ciò che viene descritto, tuttavia va a sostituire ed annullare ciò che avviene in seguito, ma non mi pare che questo vada contro la traccia. Il gergo dei personaggi e le descrizioni di alcuni "attributi" sono dovuti alla ricerca della riproposizione dello spirito del manga, dato che l'autore è assai noto per l'uso di fan service sul corpo femminile. Mi rendo conto che, senza conoscere l'opera, possa essere di difficile interpretazione immediata, dunque pongo un piccolo antefatto:
Spoiler:
DISPOSTO A PAGARE IL PREZZO
<< Mitsuomi! >>
Maya Natsume irruppe nel suo ufficio, seminuda come al solito, il grande seno che oscillava ad ogni suo passo.
<< Isuzu mi ha chiamata, dimmi che Bunshichi non l’ha fatto davvero! >>
Mitsuomi Takayanagi si alzò dalla sua grande poltrona in pelle, situata come al solito di fronte al grande stemma della fenice volante, simbolo della sua famiglia.
“Quanto sangue deve essere ancora versato per queste ali?”
<< Ciò che ti ha riferito Isuzu è corretto. Bunshichi si è presentato nella nostra nuova sede questa mattina. Come puoi immaginare nessuna delle mie guardie ha potuto fare nulla per fermarlo – Maya fece un’espressione eloquente, segno che anche lei ritenesse la cosa più che naturale – ha prima fatto irruzione nella divisione informatica, dove ha “convinto” uno dei miei collaboratori a rivelargli l’ultima posizione rilevata di Nagi. >>
La ragazza lo fulminò con uno sguardo.
<< Allora è vero che osservi i movimenti di Soichiro? Credevo che fossi fuori da questa storia. Nagi ha scelto tuo fratello, è lui ora Tsukuyomi. >>
Questa volta fu lo sguardo di Mitsuomi ad indurirsi.
<< Proprio per questo devo osservare ogni movimento di Nagi! Masataka è mio fratello, e quel mostro ha scelto lui per fermarlo quando sarà giunto il momento, quando il dio che ora dimora in lui prenderà il sopravvento sulla sua volontà. Io non ho più il potere di fermarlo, il mio ruolo attivo nella ruota del destino pare si sia esaurito, ma voglio fare tutto ciò che mi è ancora possibile per salvare mio fratello. >>
Maya parve calmarsi a quelle parole.
<< Tu credi che quell’idiota di Bunshichi sia partito per questo? >>
<< Onestamente non lo so. Dopo aver ricevuto le informazioni, è andato nella divisione dei mezzi di trasporto, ha rubato un elicottero e ha costretto con la forza un pilota ad andare con lui. >>
La giovane iniziò ad andare avanti e indietro per l’enorme ufficio, mordendosi le labbra.
<< Deve essere completamente impazzito! Si è appena rimesso dalle ferite che gli hai inferto il giorno in cui il ragazzino è diventato Susanoo, cosa pensa di fare? Neppure tuo fratello, che Soichiro ha designato come propria Luna, probabilmente sarà mai al livello di ciò che è diventato ora. Non penserà mica di sconfiggerlo? >>
Mitsuomi a quel punto si alzò in piedi, aggirò la scrivania e prese la ragazza per le spalle, bloccandola nel suo incedere. Fissò per un istante la voglia sopra il suo petto, segno che in lei era rinata la dea Amaterasu, poi rivolse lo sguardo ai suoi occhi.
<< Che fai, mi guardi le tette? >>
<< Non essere sciocca. Volevo solo dirti di non dimenticare di chi stiamo parlando. Bunshichi Tawara è l’uomo che due anni fa sconfisse in combattimento tuo fratello mentre usava l’occhio del drago, lo stesso uomo che solo un mese ha sconfitto il capofamiglia degli Shojo dotato del mio corpo e delle mie abilità, per poi lottare contro di me, pur avendolo io preso alle spalle ferendolo alla colonna vertebrale. Avrebbe sconfitto anche me se, come in ogni sua lotta, non fosse stato bloccato dalla ferma intenzione di non uccidere il suo avversario. Tu non hai visto i filmati di sorveglianza, né parlato con coloro che hanno cercato di fermarlo. Osserva. >>
Dall’alto scese uno schermo, e subito apparve la scena di un uomo, attorno ai vent’anni, che abbatteva come birilli decine di uomini in giacca e cravatta che accorrevano a sbarrargli la strada.
Maya era sconvolta.
<< Mio dio, i suoi occhi … >>
Quell’uomo era senza alcuno dubbio Bunshichi Tawara, l’uomo che odiava combattere, eppure aveva qualcosa di completamente diverso. Nel suo sguardo, che Maya aveva imparato ormai a conoscere così bene nel corso degli anni, non c’era più alcuna traccia di pietà.
<< Ragazzino, scusami, ma devo dimostrare a quel bastardo di Shin che aveva torto. >>
L’uomo strinse i pugni e si preparò a lanciarsi all’attacco. Come al solito, non assunse alcuna posizione marziale, né si preoccupò di contrattacchi, o punti scoperti. Lottare gli veniva naturale, e mai un singolo giorno l’aveva speso ad affinare stravaganti tecniche.
Di fronte a lui si ergeva il Dio della Guerra. Pelle nera come l’ebano, bianchi capelli lunghi fino a toccare terra. Indossava ancora la divisa scolastica invernale che usava nella sua vita precedente, quando era ancora un ragazzino di quindici anni, ignaro del suo ruolo nell’ingranaggio del destino.
“E qual è invece il mio ruolo, amico mio? Davvero non posso cambiare ciò che tu hai visto?”
Si avventò sul suo avversario, per la prima volta in vita sua senza frenare i pugni. Quello semplicemente sparì, e una colossale scarica elettrica investì Bunshichi Tawara dall’alto.
“Ma quanti poteri ha? Contro Shin, due anni fa, non ci sono rimasto secco per un pelo, e lui ne aveva solo uno. Se davvero quel tirapiedi di Mitsuomi mi ha detto la verità, ora in questo fesso ci sono più di tremila poteri della maledetta ala rossa dei Takayanagi.”
Scattò all’indietro, seguendo il semplice istinto, tutto ciò che sapeva della lotta, e colpì il suo avversario in pieno volto.
“L’unico potere che però non ha è proprio quello di Shin.”
Shin Natsume, il suo migliore amico. L’uomo che più di ogni altro l’aveva ferito e sconvolto in tutta la sua vita. Tawara non l’avrebbe mai dimenticato, né avrebbe mai dimenticato cosa i suoi occhi gli mostrarono in quel maledetto giorno.
“Il mio occhio del drago vede ogni cosa, vede continuamente i genitori che ho ucciso, vede la mia morte, e ciò che accadrà in seguito.”
In quel momento, mentre Shin trascinava la sua anima tra le pieghe del tempo, Bunshichi aveva finalmente capito perché mai il suo migliore amico fosse impazzito.
“Avere il potere di conoscere ogni cosa, di vedere ogni cosa, eppure non essere capaci di carpirne il significato o di modificare gli eventi. Questa è la mia maledizione, Bunshichi. Ma la tua sarà peggiore.”
Mentre continuava a lottare, poteva quasi vedere lo spettro di Shin alle spalle del suo avversario. Non era mai riuscito a comprendere se quelle visioni fossero frutto del suo senso di colpa oppure una reale presenza che godeva nel tormentarlo.
“Tu ora conosci gli eventi, e, al contrario di me, possiedi il potere di cambiare il futuro. Tutti gli altri non sono che ingranaggi della ruota del destino, me incluso, incluso persino il fratello di Mitsuomi. Solo tu, tu che non sei nessuno, tu che non eri previsto in nessun piano, potresti evitare quanto deve accadere. Ma non ho bisogno dell’occhio del drago per sapere che questo non succederà mai. Dimmi, Bunshichi, cos’è peggio, voler cambiare le cose ma essere privi del potere di farlo, o possedere tale forza ma mancare della volontà necessaria?”
Un pugno colpì l’uomo in pieno petto. Almeno quattro costole erano andate.
“Lo so, Shin. So perché non hai scelto me per fermarti, me l’ha detto anche quell’idiota di Mitsuomi, prima di spedirmi all’ospedale. Io non sono capace di uccidere. Avrei potuto impedire tutto questo decine di volte, fermarti ed impedirti di distruggere la vita di Takayanagi, fermare lui, andare a cercare quel bastardo di Sohaku Kago prima che si impossessasse del corpo di questo ragazzino per far nascere questo fottutissimo dio. Non era il mio pugno ad essere debole. Ero io.”
Due dita, nere come la notte, perforarono il suo pettorale sinistro. Bunshichi avvertì chiaramente il sangue entrargli nel polmone.
“Ma adesso sono qui. Ironia della sorte, sono qui proprio ora che la mia forza potrebbe non essere più sufficiente ad impedire il futuro che mi ha mostrato. Quando ti affrontai ero disposto a morire, ma non ad ucciderti. Ora sono pronto a fare entrambe le cose. Io sognavo solo una vita normale, una vita in cui a scuola non fosse necessario ammazzare i propri compagni. Ho seguito Mitsuomi per due anni solo allo scopo di impedire a chiunque di uccidere e morire. Ma non ero realmente disposto a pagarne il prezzo.”
<< Assaggia il Double Impact, stronzo! >>
Tawara colpì rapidamente il suo avversario con entrambi i pugni, scaraventandolo contro un muro di cemento, il quale non arrestò minimamente il volo di Soichiro Nagi.
“Ho sacrificato più vite non uccidendo nessuno di quante ne avrei spente io stesso fermando la persona giusta al momento giusto. Shin, se per salvare quella dannatissima tettona di tua sorella dovrò ammazzare questo ragazzino, allora lo farò. Il futuro che tu non hai potuto impedire, il destino in cui tutti voi deficienti delle ali dei Takayanagi sembrate imprigionati, lo sgretolerò con questi miei pugni.”
<< Ehi, Nagi, sei lì dentro, vero? Io non sarò Takayanagi Junior, non sarò la fottuta Luna che ti sei scelto, ma non posso lasciarti quel finale. Neppure tu vorresti pagarne il prezzo! Ce ne andiamo insieme, ti va? >>
L’espressione del suo avversario cambiò per un istante. Tawara vide il duro volto del dio sgretolarsi, lasciando il posto a quello sorridente del ragazzino.
<< Ci sto vecchio, fai fuori questo stronzo, se ne sei capace! >>
Si lanciarono di nuovo uno contro l’altro, pronti ad affrontare per la prima volta un futuro non scritto.
<< Fratello, li ho trovati! >>
Masataka osservava i due, serrando i pugni fino a farli sanguinare. Tawara era riverso sulla schiena, il braccio destro strappato, il sinistro stringeva al petto Nagi, che ormai non aveva più l’aspetto di Susanoo. L’uomo stava fumando.
Maya e Mitsuomi furono subito da lui, facendosi strada fra le macerie.
Quando la ragazza li vide, calde lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi.
<< Bunshichi … brutto idiota! Perché l’hai fatto?! Avevamo un piano, sapevo come fermarlo, come ti è saltata in mente una pazzia simile?! >>
L’uomo rivolse lo sguardo verso di lei, mentre avvertiva la vita che lo lasciava.
<< Brava ragazza, se devo morire, l’ultima cosa che voglio vedere prima di andarmene sono proprio le tue tette. >>
Anche Masataka stava piangendo.
<< Senpai Tawara, per favore, non parlare. Possiamo ancora fare qualcosa. >>
Sollevò la testa verso il fratello, il quale si limitò a scuotere il capo con espressione grave. Anche lui si avvicinò al suo vecchio amico, chinandosi al fianco di Maya.
<< Dimmi Bunshichi, perché sei giunto a questo? >>
Un sorriso si dipinse sul volto dell’uomo, mentre le labbra serravano ancora la sigaretta.
<< Perché non potevo permettere a voi bambocci di morire. Ora leva quella tua brutta faccia dalle sopracciglia biforcute, ho già detto qual è l’ultima immagine che voglio portare con me. >>
“Esatto Shin, sto per venire da te. Ho impedito a tua sorella di ammazzarsi, e mi è costato solo la mia vita e quella di questo ragazzino. Ora potrai perdonarmi per non averti fermato?”
Dietro la ragazza, Bunshichi vide nitidamente la figura del suo vecchio amico, assai più definita del mondo che invece sbiadiva attorno a lui. Stava sorridendo.
“Che hai da ridere?”
“Non pensavo ti saresti mai sporcato le mani di sangue. Hai infranto il futuro che i miei occhi avevano visto, e l’hai pagato con due sole vite. Mi hai decisamente umiliato.”
Bunshichi strinse più forte il corpo del ragazzino col braccio che gli restava. Sentì il volto premere contro il suo petto.
<< Maya, di a tua sorella che mi dispiace. So che si era scelta questo piccoletto come fidanzato, ma me lo sono dovuto portare via. Dille che avrò cura di lui nel luogo in cui stiamo andando. >>
Le lacrime scendevano orami come un fiume dagli occhi di Maya e Masataka. La ragazza si girò e affondò il volto nel petto di Mitsuomi, il quale non distolse neppure per un istante lo sguardo dal suo vecchio amico.
<< Non fate quelle facce, bambocci. Io e il ragazzino vi abbiamo donato un futuro nuovo. Tu e quello sgorbio di tuo fratello farete felici le due Natsume, sono stato chiaro? Altrimenti il mio Double Impact vi colpirà anche dall’inferno. >>
La sigaretta si spense e cadde a terra.
“Una vita normale, degli amici normali, una famiglia normale. Faccio dono a voi dei miei sogni.”
Due mani lo sollevarono. Una apparteneva a Shin, l’altra a Soichiro.
<< Ehi vecchio, sei sicuro che così il capoclub non morirà? >>
<< Me lo auguro. A partire da quell’imbecille platinato al tuo fianco, siamo morti in tre per salvare Maya e il suo balcone. >>
Shin sorrise. Neppure la morte poteva cambiare Tawara. Diede un ultimo sguardo a sua sorella e Mitsuomi. Finalmente poteva lasciarli andare.
Takayanagi si voltò di scatto, mentre ancora stringeva Maya. Sotto la pioggia, fu certo di vedere tra figure allontanarsi. Il cielo era nero, eppure in quel momento, per lui, il mondo non era mai stato più pieno di luce.