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due capitoli in un giorno dopo tanto tempo, non sono abituato mi è preso un colpo :lol:
veramente ben elaborata questa tecnica dello Dai Shin Ken gli scontri mi stanno piacendo. secondo me il falso cell potrebbe essere una copia dell'originale cmq bella l'idea di bisc
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Uao, bellissimi episodi, il Dai Shin ken é una tecnica veramente straordinaria e piena di risorse. I duelli sono sempre più interessanti e pieni di suspence.
Complimenti e continua così!!
Una domanda, quando tornerai a narrare la saga infernale? sto fremendo
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Citazione:
Originariamente Scritto da
pappa
Uao, bellissimi episodi, il Dai Shin ken é una tecnica veramente straordinaria e piena di risorse. I duelli sono sempre più interessanti e pieni di suspence.
Complimenti e continua così!!
Una domanda, quando tornerai a narrare la saga infernale? sto fremendo
Grazie! :)
Cmq nella dimensione demoniaca dovremmo tornarci tra tre episodi! :)
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EPISODIO 166: LA SUPREMAZIA DELL’ESSERE PERFETTO
Nel frattempo lo scontro tra Pan e Cell continuava ad essere estremamente violento e drammatico. La figlia di Gohan, grazie alla propria trasformazione in Super Saiyan III si stava dimostrando decisamente più potente dell’essere perfetto, ma non riusciva a mettere a segno il colpo della vittoria in quanto la capacità rigenerativa e il teletrasporto dell’androide maculato vanificavano ogni offensiva tentata dalla ragazza. “Non mi sarei mai aspettato che le cose sarebbero andate in questo modo! Mi sto riducendo a cercare di sopravvivere nell’attesa che la mia avversaria esaurisca la propria energia oppure commetta un errore derivante dalla fretta di eliminarmi prima che ciò avvenga! La sua potenza è davvero immensa… è davvero la degna figlia di Son Gohan!” pensò tra se e se un Cell in palese difficoltà, che però in cuor suo provava un senso di esaltazione per il trovarsi di fronte a un avversario tanto divertente e stimolante. In tal senso la sua natura in parte saiyan si faceva sentire. Peraltro, dopo essere stato ucciso al Cell Game molti anni prima da Gohan, in un certo senso la creatura del Dr.Gero era diventata molto più pericolosa, in quanto estremamente più scaltra e cosciente del fatto che potessero esistere esseri viventi capaci di tenergli testa. Se contro Gohan egli era rimasto del tutto spiazzato e aveva ceduto allo smarrimento e alla collera incontrollata, contro Pan non stava commettendo lo stesso errore, giocandosi le proprie carte in maniera assai saggia e consapevole che la vittoria sarebbe potuta giungere ugualmente. “Le cose non si stanno mettendo affatto bene! Ogni mio attacco non ha sortito alcun effetto! La sua rigenerazione di natura namekiana non comporta per lui alcun calo di potenza, in quanto controbilanciato dallo zenkai power tipico dei saiyan! Devo ucciderlo! E devo farlo adesso!” pensò tra se e se la nipote di Goku, per poi scagliarsi contro l’avversario, il quale sorrise compiaciuto. “Molto bene… come immaginavo si sta facendo prendere dalla frenesia! E io non aspettavo altro per approfittarne!” pensò a sua volta l’essere perfetto per poi portare entrambe le mani ai lati delle testa, pronto ad utilizzare il Tayoken. Pan però, a dispetto dell’impeto della propria offensiva, non aveva abbassato la guardia, e la tecnica che l’essere perfetto stava per utilizzare le era sin troppo nota perché potesse farsi cogliere di sorpresa. La ragazza dai capelli neri utilizzò la super velocità portandosi alle spalle dell’essere perfetto nell’istante stesso in cui egli scagliava il colpo, cosa che l’aveva portato a chiudere gli occhi e a non rendersi conto ci come Pan si fosse spostata proprio dietro di lui, utilizzando il corpo dell’essere perfetto come zona d’ombra per non risentire di questo attacco. “Mi dispiace… ma non avresti dovuto cercare di fregarmi con una tecnica che conosco così bene! Non sono io ad aver peccato di irruenza, ma tu! Ti sei fatto ingolosire dalla prospettiva di approfittare di un mio apparente errore utilizzando una tecnica che noi difensori della Terra conosciamo sin troppo bene! E questa leggerezza segnerà la tua fine!” pensò compiaciuta la figlia di Gohan. “Che cosa???” esclamò Cell, finalmente resosi conto di dove fosse la propria avversaria. Era però troppo tardi. Pan portò entrambe le mani sulla schiena dell’essere perfetto per poi colpirlo con una potentissima emanazione d’aura. La schiena dell’androide venne letteralmente scorticata da quel potente attacco. La pelle venne ridotta in cenere e il sangue iniziò a fuoriuscire copiosamente dal punto colpito. Cell venne sbalzato in avanti, e Pan ne approfittò per afferrarlo per un piede. “Che cosa vuoi fare???” chiese l’essere perfetto, in preda al panico. “Distruggerti!” fu la risposta della nipote di Goku, che poi iniziò a ruotare su se stessa facendo girare in quel modo anche Cell. Letteralmente imprigionato in quella forza cinetica, l’essere perfetto non era nelle condizioni di utilizzare il teletrasporto, e si trovava ad essere del tutto inerme. Quindi Pan scagliò lontano l’avversario, per poi apprestarsi a dargli il colpo di grazia portando entrambe le mani al fianco destro e preparandosi a scagliargli contro la più gigantesca Kamehameha che la figlia di Videl avesse mai eseguito in vita sua, un’onda di energia così potente da ridurre in polvere un nemico della potenza di Majin Borjack come se nulla fosse. “Kaaaaaaaa….. meeeeeeee…. Haaaaaa….. meeeeeee….. Haaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!” urlò Pan per poi scagliare l’onda energetica contro Cell, il quale, sopraffatto dall’inerzia dell’essere stato scagliato via con tanta veemenza e forza dalla propria avversaria, si rese subito conto di non essere nelle condizioni di evitarla con il teletrasporto. Nemmeno la barriera avrebbe potuto salvarlo, in quanto l’attacco di Pan era davvero troppo potente. Quell’ammasso di energia celeste rappresentava per Cell la morte incombente. In preda alla disperazione l’essere perfetto portò entrambe le mani al fianco destro, deciso ad utilizzare anche lui la Kamehameha. “E’ inutile, Cell! Non hai il tempo per creare un’onda di energia tanto potente da contrastare la mia… e forse nemmeno la capacità!” pensò Pan. Del resto, la ragazza aveva utilizzato tutta la propria potenza in quell’attacco, ed essendo lei più forte di Cell tendeva ad escludere che l’essere artificiale potesse scagliare un colpo all’altezza. L’intenzione dell’essere perfetto però si rivelò essere diversa, egli infatti scagliò la Kamehameha verso l’alto, nel disperato tentativo di portarsi fuori dalla traiettoria di quella di Pan. La nipote di Goku ebbe un sussulto, tenendo che questa iniziativa dell’essere perfetto potesse vanificare la sua offensiva, ma in realtà l’attacco della ragazza fu troppo veloce, e Cell venne travolto in pieno e disintegrato da quell’attacco portentoso. Sul volto di Pan apparve un sorriso di gioia: ce l’aveva fatta. Aveva sconfitto Cell. Ben presto però la sua espressione divenne di puro terrore e angoscia. Non soltanto percepiva ancora l’aura dell’avversario, ma si rese conto di come egli fosse diventato persino più potente di prima. La figlia di Videl rivolse lo sguardo verso il basso, con un ringhio di disappunto dipinto in volto, e vide come Cell fosse riapparso come nuovo e come egli la fissasse divertito a braccia conserte. “Sei stata davvero sfortunata Pan! Una frazione di secondo di ritardo e a quest’ora non sarei più cosa di questo mondo! Non sono riuscito a portarmi completamente fuori dalla traiettoria della tua onda, ma perlomeno ho salvato il mio nucleo! E quindi ho potuto rigenerarmi!” spiegò Cell.
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“No… non ci credo! Ci è mancato così poco… così dannatamente poco!!!” urlò Pan, colma di disperazione. “E inoltre…” disse Cell per poi ricomparire un metro davanti a Pan con una velocità tale da far sussultare la nipote di Goku. Era stato talmente veloce che la ragazza non era nemmeno riuscita a seguire i suoi movimenti. “Dal momento che mi hai quasi ucciso, la mia potenza è aumentata grazie alle mie cellule saiyan! Come se non bastasse per scagliare quell’onda hai sprecato moltissime energie! Beh… che dire? Sei proprio nei guai fino al collo, stupidina!” disse con tono provocatorio Cell per poi colpire in pieno Pan con una ginocchiata all’addome. La figlia di Gohan si piegò in due dal dolore, sopraffatta dalla violenza del colpo subito. “Che… che potenza! Che male…” pensò tra se e se la ragazza, la quale aveva avuto modo di scoprire a sue spese quanto più forte fosse diventato Cell. Oramai l’essere perfetto era abbastanza forte da sovrastarla pure se fosse stata in piena forma, dunque in quelle condizioni deficitarie Pan si rese conto di essere totalmente alla sua mercé. “Non è stato carino quello che hai fatto sai? Mi hai fatto molto male, e mi ho temuto per la mia vita! Non si fa!” disse Cell con tono provocatorio per poi sferrare un potente calcio in pieno volto alla guerriera dorata. “Vieni qui!” esclamò l’essere perfetto afferrando Pan per la maglietta tirandola a se, per poi cominciare a prenderla a pugni in pieno volto, che presto rimase tumefatto e pieno di lividi e sangue. La nipote di Goku sentiva la sua scatola cranica vibrare, e temeva che prima o poi uno di quei colpi le avrebbe spappolato il cranio. Più per istinto che per reale confidare che ciò potesse rivelarsi utile per liberarsi, Pan sferrò un calcio in pieno addome a Cell, il quale però non si mosse di un millimetro. “Non sei più alla mia altezza! Non riesci più nemmeno a farmi altro che il solletico! Che delusione!” commentò Cell per poi, con un ultimo, violento pugno, scagliare Pan all’indietro, facendole a pezzi la maglietta lasciandole scoperto solo il corpetto imbottito nero che portava sotto di esso. Quindi con un colpo a due mani l’essere perfetto la schiantò al suolo, generando una colossale voragine nel punto dell’impatto. Quindi Cell atterrò su di lei a gran velocità, da distanza siderale, colpendola in pieno addome. Pan vomitò un copioso fiotto di sangue, e le sue pupille quasi scomparvero per il dolore provato. Era un vero miracolo che nessuna sua costola si fosse rotta, e lo si doveva soltanto al fatto che lei fosse ancora trasformata, ma non sapeva per quanto tempo ancora avrebbe potuto reggere lo status di Super saiyan III. Pan era a terra, ansante e inerme, con la maestosa figura di Cell a troneggiare su di lei. “Le colpe ricadono sui figli! Lo sai? Purtroppo tuo padre non è qui, quindi dovrò accontentarmi di infierire su di te! E di certo sarà molto contento quando tornerà nel sapere che ho massacrato la sua adorata figliola… tra atroci sofferenze!” disse l’androide per poi appoggiare il proprio piede sul seno destro di Pan. “Tsk… voi donne… avete delle zone sensibili così evidenti che farvi del male è sin troppo facile…” commentò l’essere perfetto per poi esercitare una fortissima pressione con il piede, facendo urlare per il dolore straziante la nipote di Goku. “Hahaha!!!! Gohan! Codardo! Dove sei? Dove sei mentre torturo a morte la tua figliola eh???” urlò Cell tra le urla di dolore di Pan. La ragazza, per quanto sopraffatta dal dolore, non poteva permettere che si mettessero in dubbio il coraggio e il valore del suo amato papà. “Mio… mio padre non è un codardo… non ti azzardare… non ti azzardare mai più a parlare di lui in questo modo! Se lui fosse qui… tu saresti… aaaaaaaaah!!!!!” disse Pan tra gli spasmi del dolore, prima che un ennesimo pestone di Cell sulla sua zona inguinale stroncasse con la sofferenza più atroce le sue parole. “Oh… ma che figliola devota! Penso che Gohan non ti meriti! Se fosse veramente indomito come dici abbandonerebbe quello che sta facendo per venirti a salvare! Ma così non avviene! Dunque per quel che mi riguarda può restarsene rintanato come un topo finché gli pare, tanto io lo troverò… e lo ucciderò! Non prima però di avergli raccontato per filo e per segno lo scempio che ho fatto del corpo della sua adorata Pan!” disse Cell per poi sferrare un ultimo, poderoso pestone sull’addome della ragazza, la quale, vinta dal dolore, tornò normale. Aveva provato troppo dolore, ed era troppo debole per rimanere trasformata. Era la fine. Era stata battuta, battuta e umiliata! Malgrado i suoi sforzi e i suoi allenamenti aveva avuto la malasorte di incontrare probabilmente colui che della coalizione era l’elemento più forte e pericoloso, e malgrado questo era andata molto vicina a vincere. Ma andare molto vicini non era mai servito a nulla. Il volto di Pan era solcato dalle lacrime, che si mescolavano al sangue che usciva dalla sua bocca. Cos’era a farla piangere? Il dolore? La delusione per una sconfitta inaspettata? O il fatto di non aver potuto impedire a Cell di ingiuriare in maniera tanto orribile suo padre? Forse l’insieme di tutte quelle cose. “Uhm… sembra proprio che Gohan non verrà… potrebbe anche essere già morto! Chi lo sa… sei stata una valida avversaria Pan! Dunque penso che non ti torturerò più, e ti infliggerò il colpo di grazia… addio!” disse Cell per poi puntare al cuore di Pan il proprio dito indice, pronto ad ucciderla nello stesso modo in cui Freezer giustiziava le proprie vittime. Era dunque giunta la fine per la valorosa nipote di Goku?
LIVELLI DI FORZA
Perfect Cell 1.050.000.000
Pan Super Saiyan III 1.125.000.000
Perfect Cell (Zenkai Power) 1.200.000.000
Pan Super Saiyan III (debilitata dall'uso della Kamehameha) 900.000.000
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Bellissimo episodio, peccato per Pan era così vicina alla vittoria contro un avversario fenomenale come Perfect Cell.
Adesso per lei la situazione é molto più che critica, solo un miracolo può salvarla ( ho una idea a riguardo...).
Se ci fosse Gohan, Cell non farebbe tanto lo spaccone.
Alla prossima e continua così, la storia é sempre fantastica ed é sempre più ingarbugliata e piena di suspence.
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E uno degli scontri è finito con la vittoria di Cell e i nostri rischiano di perdere un prezioso elemento(a meno che non arrivi..) complimenti Final sei bravissimo come sempre!XD
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Povero Borjack, nuovamente umiliato! Ci fosse stato lui al posto di Cell avrebbe fatto una brutta fine!
Bene Cell, ottimo, ottimo! Sei proprio un grande! D'altronde, tra i nemici della terra sei uno dei più insidiosi! :asd:
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EPISODIO 167: UNA MISTERIOSA DIVINITA’
“Makankosappo!!!” urlò Piccolo per poi scagliare il proprio attacco perforante contro Ice, che fino a quel momento si stava rivelando un’avversaria totalmente incontenibile per il pur fortissimo guerriero di Namek. Con una glaciale e inquietante calma, la sorella di Freezer e Cooler protese l’indice e il medio in avanti, intenzionata a controbattere l’attacco dell’avversario con il proprio. “Ametist Beam!” esclamò ella per poi scagliare dalle dita un raggio di energia dalla forma appuntita e tridimensionale, simile ad un cristallo di colore viola come l’ametista, da cui il nome del colpo. Il risultato dello scontro tra i due colpi fu di quelli terrificanti. Il cannone di luce di Piccolo venne letteralmente squarciato dall’attacco di Ice, che denotava a quanto pareva un potere perforante incommensurabilmente superiore. Pur attonito innanzi a una tale dimostrazione di potenza e tecnica, Piccolo riuscì ad avere il riflesso di balzare in alto per evitare di essere trafitto al cuore da quel raggio di energia micidiale. “E’ dura da accettare, ma se un guerriero della famiglia di Freezer combina il proprio talento al fatto di essere un vero e proprio genio del combattimento il risultato è terrificante! Una macchina per uccidere perfetta!” pensò tra se e se il namekiano mentre continuava la sua ascesa verso l’alto, che gli aveva permesso di evitare il colpo della changeling. In quel momento, con la supervelocità Ice gli apparve alle spalle per poi protendere entrambe le mani in avanti, con la destra a palmo aperto e la sinistra serrata sul gomito destro. Piccolo ebbe a malapena il tempo di girarsi prima di ritrovarsi rinchiuso in una sfera di energia. Si trattava di una tecnica che aveva già utilizzato Freezer contro Goku nel loro scontro di molti anni prima, e ricordandosene Piccolo maturò la consapevolezza che se la sfera avesse toccato terra sarebbe esplosa, sancendo con ogni probabilità la sua fine. Con un calcio in rovesciata Ice colpì la sfera, facendola precipitare verso il basso. Poco prima del letale impatto, però, il namekiano utilizzò la Shogekiha, generando un’esplosione di energia che gli permise di liberarsi della sfera, contrastando al contempo la deflagrazione della medesima, non comunque senza un cospicuo dispendio di energie. Ebbe a malapena il tempo di rifiatare che l’implacabile Ice gli fu addosso, colpendolo con un calcio volante che sbatté il namekiano al suolo, con un fragoroso boato. “E’ una furia! Mi attacca senza soluzione di continuità! Possibile che non abbia bisogno nemmeno di un istante per recuperare le energia dopo un attacco?” pensò il maestro di Gohan per poi volgere lo sguardo verso l’alto scagliando due raggi di energia dagli occhi, tentando di sorprendere l’avversaria, che però con un riflesso fulmineo riuscì ad evitare il colpo. L’allungamento della traiettoria a cui la changeling fu costretta per evitare di essere trafitta dall’eyes beam di Piccolo però consentì al namekiano di rimettersi in piedi e prepararsi alla controffensiva vera e propria. Il guerriero verde portò entrambe le mani all’altezza dell’addome, pronto a scagliare la sua devastante Gekiretsukodan. Avvertendo il pericolo, ma senza farsi prendere dal panico, Ice iniziò ad arretrare in volo, in modo di avere tempo e spazio per organizzare una controffensiva. Piccolo scagliò la sua immane bomba di luce contro la changeling, la quale continuava ad arretrare ad alta velocità mentre l’attacco energetico del namekiano incombeva su di lei, distruggendo tutto quello che capitava sulla sua traiettoria. “Colpo nova!” esclamò ad un certo punto Ice per poi venire circondata da un alone di luce violacea e scagliarsi senza dimore contro l’onda, in posizione aerodinamica con le braccia protese in avanti. La changeling passò attraverso all’attacco lasciando di stucco Piccolo, che poi venne colpito in pieno addome dall’avversaria alla carica, venendo trascinato da essa fino ad essere schiantato contro una montagna, che gli crollò addosso. Come se quell’attacco non le avesse richiesto alcun dispendio energetico Ice si librò in volo a gran velocità per poi iniziare a bombardare il punto dove si era schiantato il namekiano con una miriade di ki blast, che generarono ripetute esplosioni, finché, avendo saturato l’aura di energia, non ne ebbe luogo una molto più grande delle altre, che sollevò una colossale nube di polvere e detriti. Non appena fu possibile per Ice constatare gli esiti della sua controffensiva, sul volto della changeling apparve un sorriso compiaciuto. “Niente male… davvero niente male! Hai davvero la pelle dura! Non pensavo che saresti sopravvissuto al mio attacco!” esclamò Ice. La parola “sopravissuto” era quanto mai calzante, in quanto il namekiano era ridotto davvero molto male, e faceva un’enorme fatica a rimettersi in piedi. “Temo di dover guardare in faccia la realtà… non posso vincere contro di lei! E’ troppo forte!” pensò tra se e se il namekiano.
“Senti… vorrei farti una proposta! Ma ti prego di ascoltarmi con attenzione!” disse la changeling.
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Piccolo rimase sconcertato. Cosa avrebbe potuto volere Ice da lui? “Non credo di avere molta scelta, vero?” disse il namekiano con sarcasmo. “Parla!” la esortò poi. “Ascolta… tu sei certamente il più forte namekiano che sia mai esistito! E sei un valente guerriero! Pertanto vorrei offrirti una possibilità di salvezza!” disse la figlia di Polaris, per poi esclamare perentoria “Alleati con me!”. Piccolo rimase sconvolto da quella proposta “Come puoi propormi una cosa del genere? Tu combatti per persone malvagie come Cell! Come posso allearmi con qualcuno di tanto sconsiderato da mettere in pericolo l’esistenza stessa di questo universo?” ribatté indignato il namekiano. Per tutta risposta Ice scoppiò a ridere. “Hahahaha! Questo PATETICO universo? Io ci sputo sopra a questo universo! Non mi interessa assolutamente che fine farà! Per quel che mi riguarda può anche sparire in una nuvola di polvere!” disse Ice. “Tu… tu sei folle!” la accusò Piccolo. “Gli ignoranti tacciano di follia il proprio interlocutore quando questi sa più cose di loro!” ribatté la changeling per poi asserire “Questo universo non ha alcun futuro, perché cesserà di esistere quando il mio signore giungerà finalmente tra noi! A quel punto questa realtà imperfetta sarà totalmente annientata, per essere sostituita da un mondo migliore e perfetto! Io sarò salvata! Perché sono stata scelta e ho accettato di sposare la causa del mio benefattore! E se ti alleerai con me io metterò con lui una buona parola affinché anche tu venga risparmiato!”. “Aspetta un momento…” disse Piccolo “Annientare l’intero universo… e ricrearne uno nuovo? Ti rendi conto che nessuno può fare quello che tu dici?”. Ice sorrise, quasi intenerita da quanto il proprio interlocutore fosse ignaro di ciò che a lei era stato svelato. “Chi può farlo? Un dio! Ecco chi! E non parlo di entità patetiche come i re Kaioh o dei Kaiohshin! Parlo di una vera divinità vera! Antica come questo stesso universo! Un essere onnipotente ed eterno! Che un tempo si scontrò con un’altra divinità riuscendo a vincerla, ma a prezzo dell’essere esiliato in una dimensione dislocata dalla nostra! Malgrado questo egli riesce a mettersi telepaticamente in contatto con coloro che egli ha prescelto pervadendoli con il suo spirito e donando loro potere in cambio della loro fedeltà, in attesa di tornare in questo mondo e piegarlo alla propria legge celeste!” rispose Ice. “Piccolo…” disse una voce nella mente di Piccolo. “Dio… che c’è? E’ la prima volta dopo anni che proferisci parola!” rispose telepaticamente il namekiano. “Non mi sono mai intromesso nelle tue azioni… ma le parole di Ice mi hanno turbato profondamente! E’ a conoscenza di cose che ai mortali non è dato sapere! Per favore! Permettermi di proseguire il dialogo con lei!” disse il vecchio supremo della Terra. “D’accordo… te lo concedo!” rispose Piccolo. “Ascoltami Ice…” disse Dio nel corpo di Piccolo, rivolgendosi alla changeling, la quale ebbe un leggero sussulto. “Che è successo alla tua voce? Ah… ho capito… ho sentito dire che i namekiani sono capaci di assimilare i propri simili al proprio interno!” disse Ice divertita. “Sei in grado di dirmi il nome di questo essere divino?” chiese Dio. Ice sorrise “Oh… sembra che rispetto a Piccolo tu sia maggiormente propenso a credermi… comunque il suo nome è…”. Gli istanti di quella pausa furono come eterni per Dio, e il pronunciare quel nome lo fece cadere in un abisso di angoscia e terrore. “Dyamans!”. Quel nome rimbombò nella mente di Dio come un tuono, il quale rimase ammutolito. Ciò che temeva era dunque veritiero! “Dunque è quello che temevo… il leggendario dio Dyamans esiste veramente… e non ha rinunciato al suo proposito di soverchiare l’ordine dell’universo per imporre il proprio! Uno come lui non si muoverebbe con tanta spavalderia senza avere l’assoluta certezza che un giorno potrebbe tornare! E’ vero che ciò potrebbe accadere anche tra millenni, però il fatto che si torni a pronunciare il suo nome in questo universo rappresenta un segnale sinistro! E anche la vicenda dello scettro di Salzar assume connotati ancora più inquietanti!” pensò Dio. “E’ così tremendo?” chiese telepaticamente Piccolo. “Non conosco il suo reale potere! I racconti su di lui sono tramandati di generazione in generazione tra le divinità! Viene descritto come un essere onnipotente e invincibile! Però bisognerebbe trovarselo di fronte per capire quanto veramente è forte, visto che molti esseri nella storia si sono fregiati di questa nomea! Certo però che qualcuno che è in grado di creare un universo da zero… debole non è di certo!” rispose Dio. “Prima hai detto che la questione dello scettro di Salzar potrebbe essere collegata a questa faccenda? In che modo?” chiese Piccolo. “E’ una leggenda… ma si dice che sia stato lo stesso Dyamans a creare quello scettro come castigo per l’universo… però la maledizione che si è scatenata con la sua distruzione mi porta a pensare che in qualche modo questo sia collegabile ad un suo ritorno imminente!” rivelò Dio. “Questo spiegherebbe come un semplice artefatto possa aver scatenato una maledizione tanto potente!” constatò Piccolo.
“Beh? Che succede? State facendo un consulto interiore? Volete rendermi partecipe della vostra conversazione?” disse Ice con tono provocatorio. “Stai zitta…” disse Piccolo, riprendendo controllo totale del proprio corpo e della propria facoltà di parlare. “Chiudi quella bocca! Come hai osato propormi di diventare seguace di qualcuno che con le sue trame ha portato alla morte di tanti innocenti? Sappi che non mi alleerò mai con voi! Anzi, il giorno in cui questo Dyamans tornerà in vita io mi opporrò a lui con tutte le mie forze!” esclamò perentorio il namekiano. Ice sospirò “A quanto pare ho valutato bene la tua forza ma ho sopravvalutato il tuo buon senso… non ti rendi nemmeno conto di che cosa stai rifiutando, povero infelice! In questo caso non mi lasci altra scelta!”. La changeling espanse la sua aura al massimo dicendo “Ora che sei a conoscenza del segreto del mio signore non mi è consentito lasciarti in vita perché tu possa raccontarlo a tutti! Nulla di personale, ma preparati a morire!”. Piccolo si mise in posizione di guardia. Come avrebbe potuto tenere testa a quella furia scatenata divenuta ancora più decisa ad eliminarlo?
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Evviva! Quest'episodio resterà tra i miei preferiti di tutta la seconda serie! :asd:
Però, la superiorità tecnica di Ice è ineccepibile! Se anche Freezer o Cooler si fossero allenati credo proprio che non sarebbero stati sconfitti cosi "facilmente" dal Ssj!
Piccolo... hai sbagliato! Non ci si può opporre al dio supremo! U_U
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Eccezionale!!!
che colpo di scena, Dyamanas é veramente un'essere invincibile, se torna é la fine per tutti.
Al posto di semplificarsi, la situazione per i nostri eroi é sempre più complessa e di difficile risoluzione, anche dopo 167 episodi riesci sempre a sorprendermi con delle trovate veramente geniali
Continua cosi!
P.S che ritmo di postaggio... così mi piaci! eheheh...
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Cavoli che episodio!Non mi aspettavo niente del genere (sulla divinità che ha segregato Dyamanas ho già un ideuzza!XD)
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Citazione:
Originariamente Scritto da
XD forever
Cavoli che episodio!Non mi aspettavo niente del genere (sulla divinità che ha segregato Dyamans ho già un ideuzza!XD)
Sentiamo :roll:
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Nel primo special Latan voleva assimilare con Ebonrule uno dei nostri(acc. non mi ricordo il nome!) e aveva affermato a una divinità
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Arier, che per altro, rileggendo lo special, sappiamo che tale divinità è Dyamans stesso! :asd:
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Dyamans: ho i miei difetti! Ma non sono tanto scemo da imprigionarmi da solo... mi avete scambiato per saiyan?
Chi vivrà vedrà a chi si deve il suo "esilio"! :asd:
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Già!Non vedo l'ora!XD
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EPISODIO 168: LA BAMBINA DEMONE
“Mi domando che fine abbiano fatto Kaiohshin e gli altri! Ci siamo addentrati insieme nella nebbia, eppure li ho persi di vista! Come se non bastasse non riesco nemmeno a percepire le loro aure… sento le mie capacità sensoriali come annebbiate! Sembra che un’immensa forza interferisca con la mia mente! Meglio stare in guardia!” pensò Zeneyu mentre continuava ad attraversare quel bosco spoglio e tetro, ignaro delle terribili battaglie che stavano affrontando i suoi compagni. Ad un tratto una voce di bambina fece sussultare il guerriero dei Kaiohshin. Non aveva percepito la presenza di nessuno avvicinarsi, ed era stato colto di sorpresa. Non ci era abituato, e la cosa non gli piaceva. “Ciao! Lo sai che sei antipatico?”. Zeneyu sollevò lo sguardo e vide, in piedi sul ramo di un albero una bambina graziosa, malgrado il colorito della sua pelle e i suoi lineamenti tradissero la sua natura di demone. Aveva la pelle di colore viola chiaro, un visino liscio e tondo su cui risaltavano due grandi e vivi occhi neri. Sulla sua fronte si intravedevano due minuscoli corni, in parte coperti da ciocche di capelli neri, lunghi e lisci che gli scendevano lungo la schiena. La sua figura minuta, da bambina di 6 anni circa, era coperta da un elegante e principesco vestito di un bianco candido e immacolato, che le dava un alone di irrealtà in quel luogo nebbioso e niente affatto pulito. Sotto il braccio destro teneva un peluche di un animale sconosciuto, probabilmente tipico della dimensione demoniaca, che nell’aspetto ricordava un tirannosauro terrestre. “Ciao piccola! Come ti chiami? Perché dici che sono antipatico?” chiese Zeneyu con un sorriso. Nutriva dei sospetti in merito all’identità della bambina, ma sia che essi fossero fondati o meno ciò non toglieva che sempre con una bimba egli avesse a che fare. “Io mi chiamo Ilian e sono una principessa! E tu sei antipatico perché non hai paura di niente!” disse la piccola. “La figlia di Darbula… aveva ragione! E’ proprio una bambina nell’aspetto! Darbula non mi ha saputo dire nulla sul suo carattere e i suoi eventuali poteri, ma se l’incanto che avvolge questo bosco è opera sua di certo non conviene sottovalutarla! Forse comunque riesco a risolvere la faccenda senza combattere!” pensò il guerriero divino per poi rivolgersi gentilmente a Ilian dicendo “Io mi chiamo Zeneyu! Sei proprio una bella bambina Ilian! Ma cosa vuoi dire quando dici che non ho paura di nulla?”. La sorella di Baldaar sorrise “Sei gentile! Grazie! Però sei lo stesso antipatico! Perché i miei nightmares non possono giocare con te!” disse lei. “I tuoi nightmares?” ripeté perplesso Zeneyu. “Si! Sono i miei amici! Aspetta! Ti faccio vedere cosa stanno facendo adesso! Sai? Stanno sistemando degli uomini cattivi che vogliono attraversare il mio spazio di gioco!” disse la bimba. “Il suo spazio di gioco? Intende questo? Un po’ tetro a dire il vero… ma probabilmente per lei non è così! Dopotutto è un demone!” pensò il guerriero divino. Con uno schiocco di dita Ilian fece comparire nell’aria delle proiezioni visive, che mostravano Kaiohshin, Darbula e Pai Ku Han combattere contro quelle che agli occhi di Zeneyu erano soltanto delle ombre nere e informi, che stavano letteralmente massacrando di colpi i suoi compagni. I nightmares erano creature senza volto ne fisionomia, che avevano la capacità di incarnare le peggiori paure dei rispettivi avversari, assumendo l’aspetto delle persone che più avevano temuto nella loro vita, riproducendone perfettamente tutte le caratteristiche, aura compresa, cosa che però non avevano potuto fare con Zeneyu, che nella sua breve esistenza non aveva avuto di che temere alcun avversario, l’unico avversario che lo aveva davvero impegnato era stato Ananke, ma era riuscito a tenergli testa senza problemi, dunque non rappresentava un’entità in grado di provocargli paura. Per tale ragione quelle creature diaboliche avevano girato al largo dal guerriero divino, rinunciando all’idea di attaccarlo. Al contrario, coloro che agli occhi e alle altre percezioni di Kaiohshin, Pai Ku Han e Darbula apparivano rispettivamente come Tzukin, Latan e Ananke si nutrivano letteralmente della paura provata dai tre avversari, riuscendo per quello ad avere abbastanza potenza da schiacciare letteralmente i compagni di Zeneyu. “Ilian! Fermali per favore! Loro non sono persone cattive! Sono miei amici!” disse il guerriero divino con tono gentile, cercando di convincere la giovane demone a richiamare le creature da lei stessa plasmate. Ilian assunse un’espressione pensosa, portando il dito indice in prossimità delle labbra, quindi fece una linguaccia a Zeneyu, per poi ancheggiare bambinescamente dicendo “No, perché mi sei antipatico! E poi io mi sto divertendo a guardare!”. Il guerriero celeste si accigliò, alterato. Trovava riprovevole che una persona, per quanto giovane e infantile, provasse divertimento nel vedere gli altri soffrire senza alcuna vera ragione, e quasi istintivamente assunse un tono perentorio ed aggressivo. “Fare del male alle persone non è un gioco! E’ terribile! Falli smettere subito! Capito!?” disse Zeneyu con fermezza e severità. Ilian sgranò gli occhi, sorpresa dalla reazione violenta del proprio interlocutore. Mai nessuno si era mai permesso di sgridarla, ad eccezione di sua madre Lilith e detestava che qualcuno lo facesse. I suoi occhi divennero umidi, e la sua bocca si contorse in un broncio, chiaro segnale di come la bambina stesse per mettersi a piangere “Non mi sgridare…” gemette la piccola, per poi strillare espandendo la propria aura, estremamente grande a dispetto delle scarse dimensioni. “NON MI PIACE ESSERE SGRIDATA! TI ODIO!!! ADESSO TI AMMAZZOOOOO!!!!!!” urlò Ilian, dai cui occhi iniziarono a sgorgare lacrime che caddero copiose sul terreno. “Che forza terrificante! Non è minimamente paragonabile agli altri demoni che ho incontrato finora! Temo di non potermi permettere di prenderla alla leggera!” pensò Zeneyu. Non appena le lacrime della bambina entrarono in contatto con la terra, questa reagì. Dal suolo iniziarono ad uscire delle radici dalla forma tentacolare di colore nero, completamente ricoperte di spine. “Certo che quando fai i capricci li fai sul serio, eh Ilian?” commentò Zeneyu, con disappunto ma al contempo con una certa ironia. I rovi, come dotati di vita propria, iniziarono a guizzare contro il guerriero divino come tante serpi. Zeneyu iniziò ad evitarli, impresa per nulla facile, visto che si muovevano con grande velocità, inoltre il fatto che fossero intrisi dell’essenza stessa di Ilian, in quanto frutto delle sue lacrime li rendeva estremamente pericolosi in quanto resistenti e difficili da distruggere persino per un guerriero del suo calibro. Il guerriero divino maturò immediatamente la consapevolezza che se fosse stato anche solo sfiorato da quei letali rovi le sue carni ne sarebbero state straziate per l’enorme velocità con cui si muovevano e per il loro potere perforante, che consentiva loro di polverizzare letteralmente gli alberi e trapassare il terreno come se avesse avuto la consistenza della panna montata. Con una serie di movimenti fulminei Zeneyu riuscì a schivare tutte le radici e a portarsi a pochi metri da Ilian, apprestandosi a colpirla. Quando però ella alzò i suoi occhi, ancora umidi di lacrime, fissandolo con la stessa aria stupita e innocente di qualsiasi bambina, il buon guerriero divino non ebbe il coraggio di sferrare il colpo. Dopotutto era soltanto una bambina capricciosa, e non era colpa sua se gli enormi poteri di cui era dotata la rendevano tanto pericolosa. Come poteva fare del male ad un essere tanto puro e innocente? Il conflitto interiore che attanagliava il cuore di Zeneyu lo rese vulnerabile, in quanto Ilian non si fece alcuno scrupolo ad attaccare con piena potenza il proprio avversario. “Brutta cattivo! Prendi questo!” esclamò la piccola per poi spalancare la bocca e scagliare una fiammata colossale di colore giallo contro il guerriero divino che, colto alla sprovvista, ne venne travolto in pieno. Non essendosi difeso adeguatamente, Zeneyu patì gli effetti devastanti di quell’attacco. Il suo corpo era ricoperto di ustioni estremamente dolorose, a riprova di come Ilian fosse così potente da riuscire a fargli del male, cosa che rasentava l’incredibile. Sofferente e stordito, il guerriero divino non poté far nulla per evitare che i rovi si attorcigliassero lungo tutto il suo corpo, immobilizzandogli braccia e gambe, infliggendogli numerose ferite con le loro spine. “Il fato mi pone di fronte ad una prova durissima! Potrei battere Ilian! Ne sono sicuro! Ma come posso trovare nel mio cuore il coraggio di fare del male a una bambina?” si rimproverò Zeneyu, il quale però era cosciente del fatto di dover reagire, altrimenti sarebbe stata la fine, non solo per lui ma anche per i suoi compagni, ancora alle prese con i terribili nightmares.