Ah io non ho visto il film, però stesso in questo topic molti degli utenti hanno più volte ripetuto che Kubrick ha praticamente tirato il meglio dal libro di King e ne ha aggiunto altro.
Opinioni decisamente contrastanti, vedo.
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Ah io non ho visto il film, però stesso in questo topic molti degli utenti hanno più volte ripetuto che Kubrick ha praticamente tirato il meglio dal libro di King e ne ha aggiunto altro.
Opinioni decisamente contrastanti, vedo.
Ah quindi neanche l'hai visto. Ok
No, infatti avrei dovuto continuare a scrivere (figura di merda, lo ammetto). Ma pensando che fosse oggettiva la superiorità del film (e non solo qui l'ho letto, eh), avevo pensato fosse una di quelle verità assolute del mondo del cinema. Leggerò di nuovo i post passati con cognizione di causa, anche se di Kubrick ho molto altro da recuperare.
Da quel che so Shining (film) stravolge ciò che c'è nel libro mettendo in risalto la distruzione del nucleo familiare e prendendosi alcune licenze, ma non avendo letto il libro parlo per sentito dire e quindi il mio è un giudizio incompleto, non ho mai capito quali delle due opere fosse migliore dell'altra. So di alcune tensioni che si erano generate tra King e Kubrick, dove lo scrittore affermava che il regista si era preso troppe libertà andando a cambiare il senso dell'opera, Kubrick poi, essendo una persona piuttosto irruente e che non si teneva NIENTE, si pose veramente male nei confronti dell'affermazione di King
Il libro è uno dei tanti libri di King, andato eccessivamente in risalto per le critiche nate da una bambinata di Kubrick all'epoca
I film possono essere superiori ai libri, l'idea che il libro sia sempre migliore è un luogo comune dovuto al fatto che c'è chi ancora considera il cinema di serie B rispetto alla letteratura.
A parte il fatto che la frase stessa è una cazzata (concordo con Feleset), com'è che tu continui a tirare in ballo i libri quando ho detto chiaramente che manco li ho presi in considerazione?
Se realizzi un film tratto da un libro di merda (vedi Twilight) e ti viene altrettanto di merda, è colpa di chi ha scritto il libro oppure di te che hai accettato il ruolo? Mica te lo ha ordinato il dottore, è una tua scelta, che lo hai fatto perché sei un fan del romanzo, perché avevi bisogno di soldi, perché avevi voglia di una vacanza in Scandinavia... non ha importanza, il regista è un lavoro prima di tutto di responsabilità.
Io per struttura a episodi parlavo chiaramente di serie tv, quindi se mi parli di film no, non ci sarà un un serial o un telefilm.Citazione:
La struttura ad episodi ci sarà, ci sono altri due libri e, di conseguenza, altri due film.
L'autore meditava su una serie di 12 volumi ma è morto durante la stesura del quarto.
E allora forse avremo due film decenti, a differenza del primo mediocre e dozzinale.Citazione:
Negli altri film si svilupperanno meglio le vicende amorose dei protagonisti e la loro psicologia, nonchè si scoprirà di più sul loro passato.
Ah, il paragone tra il Shining di Kubrick e quello di King ha rotto le palle, sono due opere con messaggi diversi, che vanno contestualizzate in modo altrettanto diverso, tra l'altro Stanley con quel film ha reinventato l'horror cinematografico piaccia o meno, quindi che sia migliore o peggiore del romanzo rimane una pietra miliare.
Letteratura e cinema sono arti diverse, che stuzzicano sfere sensoriali differenti e si presentano con altre tecniche. Concetti come la fedeltà all'opera originale sono sopravvalutati, l'importante è il fine ultimo del quadro.
Ho recuperato Blood Diamond.
Di Caprio con questo film ebbe la nomination al posto di una eventuale per The Departed, e a ragione visto che se lo vedete in originale l'attore usa per tutto il tempo un dialetto africano, essendo, per ruolo, proveniente dalla Rhodesia. Un grandissimo attore, non mi stanco mai di dirlo.
Il film di per sè è ottimo sotto tutti gli aspetti, nulla da dire anche in questo caso.
Piccola maratona horror in questi giorni: The descent di Neill Marshall e le prime due opere del caro Rob Zombie, La casa dei 1000 corpi e The Devil's rejects.
Domani butto giù qualche riga.
Cosmopolis di D. Cronenberg
Ultima fatica del famoso regista canadese, che negli ultimi anni ha abbandonato il cosiddetto body horror per gettarsi nel cinema sociale, mantenendo però fedele ai propri canoni stilistici. La storia parla di Eric Packer, un miliardario ventotenne apatico che viaggia a passo d'uomo nel cuore di Manhattan all'interno della sua limousine all'avanguardia, il quale assiste al crollo del suo impero finanziario per via di alcune manovre finanziarie sbagliate.
Dissezionare un film di Cronenberg non è mai semplice, in quanto si tratta di un regista molto attento al lato psicologico e che dà forte risalto ai dialoghi, elementi che difatti ritroviamo molto accentuati anche in questo Cosmopolis. Packer si ritroverà a discutere con i suoi vari collaboratori, ognuno dei quali si occupa di un determinato settore della sua azienda e gli offrirà un determinato tipo di consulenza, inoltre avrà anche qualche incontro con la moglie, che metterà in risalto il loro distacco emotivo e l'incapacità del protagonista di trovare un vero punto di incontro nelle conversazioni. Un aspetto che risalta subito è l'incredibile mole di battute presenti nel film, tutte riguardanti temi come l'economia, il futuro e la sicurezza, forse risultando troppo invadenti e lasciando un po' stordito lo spettatore, che può trovare difficoltà a focalizzare il punto chiave della narrazione.
In realtà questa è solo un'analisi superficiale di ciò che Cosmopolis presenta. La vera anima del film sta nell'introspezione psicologica del personaggio interpretato da Pattinson, un flusso di coscienza gelido e meccanico, che sprigiona tutta la sua potenza tramite l'atarassia del protagonista e nella verbosità sfiancante e martellante che sussegue per tutta la durata della pellicola. I vari attori che interagiscono con esso sono semplicemente metafore, varie sfere della sua psiche che disquisiscono dei tanti aspetti del capitalismo americano, anzi, potremmo dire che lo stesso Pattinson rappresenta questo modello economico e che questi dialoghi siano appunto un'analisi della propria integrità e dei propri principi, del proprio potere e dei propri limiti. Pattinson quindi mostra attraverso la sua ossessione per il controllo medico e la sua sicurezza il bisogno del controllo capitalistico, la sua necessità di "aggiustare il taglio" o il desiderio di acquistare la cappella come l'assolutezza dei propri obiettivi; un po' enigmatico invece il pianto alla morte del musicista, forse che l'arte possa scalfire la risolutezza di questo sistema rigido? Non sono molto sicuro, ma la cosa davvero interessante è che tutto questo viaggio avviene all'interno di una limousine hi tech, simbolo di un futuro lontano, mentre le persone all'esterno, qua rappresentate in una rivolta di ratti, gridano il loro dissenso ad un'economia distante dal loro mondo, che parla di teorie astratte e tecniche. E il malcontento per le strade cresce sempre di più, è scontro tra due realtà poste su piani differenti. Si arriva alla più pura provocazione in certi casi, come l'uccisione della guardia quasi a voler eliminare il soggetto inutile dalla società, una sorta di spietata legge Darwiniana.
La pellicola ha un punto di rottura che provoca squilibrio nella mente di Packer, portandolo ad azioni inspiegabili. Nel lungo dialogo finale tra lui e la sua nemesi, lo stalker, allegoria del reazionario estremista, che preferisce ricorrere alla violenza piuttosto che affrontare davvero il problema, si coglie tutta l'essenza di questo Cronenberg, che come ho detto poc'anzi dipinge in modo originale questa frattura. I temi riassumono un po' tutto il percorso del plot, si parla dell'alienamento del capitalismo e della perdita d'identità dell'uomo comune, aumentando la disparità tra ricchi e poveri. Viene abilmente trattato il tema del dolore, mischiando l'approccio visivo a quello psicologico, d'altronde un'economia perfetta non può esistere senza i sacrifici dei cittadini, sacrifici che non possono concretizzarsi in cibo senza un'industria che lavori tale materia prima.
"Tu dovevi salvarmi." La supplica rabbiosa dell'uomo sull'orlo della crisi che giunge all'atto estremo.
Questa non è una pellicola semplice, non solo sul piano puramente interpretativo ma anche sotto un aspetto registico. Poco scorrevole e chiara a una prima visione, contiene però una critica moderna di indiscutibile coerenza e lucidità, trattando temi sulla bocca di tutti i giorni sotto un profilo interiorizzato. Se Dangerous Method era deludente perché lento e distaccato, questo Cosmopolis è lento e distaccato perché reale, in tutta la sua crudele distopia.
Voto: 7,5/10
esattamente quello che penso, è un paragone che non ha alcun senso, le due opere sono entrambe ottime, ma sono esperienze che danno sensazioni completamente differenti. Del resto la miniserie TV prodotta più di recente e con adattamento rivendicato dallo stesso Stephen King, che manco a farlo apposta riprende il romanzo quasi pedissequamente, è davvero un prodotto mediocre. Allo stesso modo in teoria da uno scritto mediocre non è detto che un grande sceneggiatore o un regista non riescano a trarre una Pellicola di livello, proprio rielaborando o addirittura sovvertendo il plot originale.
no, ma io ho capito quello che intendi .. è che a mio parere quel senso di "normalità" e attesa iniziali sono proprio funzionali e a sostegno dello smarrimento e del senso di minaccia che pervadono i protagonisti (e lo spettatore .. ma riconosco avete avuto la "sfiga" di vederlo quando dello xenomorfo si sa ormai tutto) per tutto il resto del Film.
Ma non solo, in quella prima parte c'è lo Space Jockey la cui visione è indimenticabile
D'altronde Lynch ha diretto Eraserhead con circa 20 pagine di script.
Neanche Drive penso superi tal numero.
http://1.bp.blogspot.com/-qZRsxafhQ5...alposter03.jpg
Ho appena finito di vedere Funeral Party.
Deciamente divertente, uno humour inglese e nero decisamente ben congeniato. Nella seconda parte non ho smesso di ridere :lol:
Dinklage bravissimo.
7,5
Oh santo cielo. Pensate ancora dopo cinque anni che io sia un deficiente?
Se mi parli di difetti a livello di trama, di personaggi e di sceneggiatura in un film tratto da un libro, mi sembra logico risponderti che può essere colpa del libro non del regista.
Fino a prova contraria, non esistono film migliori dei libri da cui sono stati tratti.
Puoi essere il regista più bravo del mondo ma sei hai un libro di merda, non ci puoi fare molto.
Citazione:
Se realizzi un film tratto da un libro di merda (vedi Twilight) e ti viene altrettanto di merda, è colpa di chi ha scritto il libro oppure di te che hai accettato il ruolo? Mica te lo ha ordinato il dottore, è una tua scelta, che lo hai fatto perché sei un fan del romanzo, perché avevi bisogno di soldi, perché avevi voglia di una vacanza in Scandinavia... non ha importanza, il regista è un lavoro prima di tutto di responsabilità.
Psycho.Citazione:
Fino a prova contraria, non esistono film migliori dei libri da cui sono stati tratti.