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EPISODIO 157: DEGLI IMPLACABILI ANTAGONISTI
Toma evitò agilmente un pugno sferratogli da Crilin per poi colpire con violenza il padre di Marron con un destro in pieno viso. Il saiyan sovrastava palesemente il terrestre in potenza e velocità e continuò a colpire il compagno di C-18 con una serie di pugni al torace, senza che questi riuscisse a reagire in alcun modo, faticando oltremodo a rimanere in piedi, sforzo che venne vanificato da una spazzata di Toma, che con la gamba destra colpì quella portante dell’umano facendolo cadere rovinosamente a terra. Senza alcuna pietà il vecchio amico di Bardack si chinò sul corpo riverso dell’allievo di Muten per poi tempestarlo con altri terribili pugni, che facevano schizzare continuamente fiotti di sangue dal corpo straziato di Crilin. Quello scontro si stava rivelando totalmente a senso unico, e il terrestre sapeva che se non avesse fatto subito qualcosa si sarebbe ritrovato ben preso all’altro mondo. Non erano solo velocità e potenza a rendere Toma un formidabile avversario, ma anche la sua attitudine alla lotta tipica dei saiyan, una ferocia difficile da concepire per un umano, e ancor di più da contrastare. Con un guizzo Crilin riuscì finalmente a reagire, portando le mani ai lati del viso e utilizzando un Tayoken, per poi approfittare del conseguente momento di stordimento di Toma per allontanarsi da lui e preparare il contrattacco. Crilin portò le mani al fianco destro ed iniziò a caricare una Kamehameha, per poi scagliarla contro il saiyan, il quale però riuscì ad evitarla con un salto, anche se non aveva ancora riacquistato la vista, cosa che lasciò di stucco l’avversario. Dimostrando totale coscienza di dove Crilin si trovasse, benché l’effetto abbagliante del Tayoken gli precludesse la possibilità di vederlo, Toma si lanciò in picchiata contro l’allievo di Muten per poi colpirlo con un potente calcio rotante in volo scagliandolo lontano con tanta violenza da fargli sfondare una rupe rocciosa senza che il corpo di Crilin smettesse di volare, quindi con la super velocità il saiyan si portò sopra il terrestre e con un pugno in pieno addome lo fece schiantare sul terreno, esercitando una pressione tale da farlo affondare di diversi metri sotto la sabbia. “Percepisce la mia aura! Ecco perché riesce a difendersi anche da cieco! La sua forza non è assolutamente paragonabile a quella di Radish! Devo fare qualcosa, o mi ucciderà!” pensò Crilin tra se e se mentre si contorceva tra gli spasmi del dolore.
“Maledetta! Finiscila di prendermi in giro!” urlò intanto Videl mentre cercava oramai da diversi minuti di colpire Seripa, la quale però si limitava a schivare ogni colpo con facilità. “I tuoi attacchi sono banali! Sei abbastanza forte ma riesco a prevedere ogni tua mossa con anticipo! E’ questa la differenza tra una razza di perdenti come i terrestri e dei guerrieri del calibro di un saiyan!” la canzonò Seripa. “Basta! Chiudi il becco!” urlò la madre di Pan per poi colpire la saiyan con un pugno in pieno viso. “L’ho colpita!” pensò Videl con tono esultante. “E ti sei affannata tanto per poi colpirmi con tanta fiacchezza?” ribatté però Seripa con il pugno di Videl ancora appoggiato sul suo volto. “Cosa?” sussultò Videl, il cui braccio venne afferrato dalla mano destra di Seripa prima ancora che la figlia di Satan avesse modo di realizzare quanto detto dall’avversaria. La saiyan scostò la mano di Videl dal suo volto appena tumefatto, quindi sorrise e sibilò “Ora ti insegno io come si combatte… bambina!”. E così dicendo Seripa tirò a se Videl per poi colpirla con un pugno al seno con la mano libera, un punto certo non vitale ma estremamente doloroso per una donna. Fatto questo Seripa afferrò la moglie di Gohan per i capelli per poi colpirla con una potente ginocchiata in pieno viso, lasciandole andare la mano restando a vedere come l’umana si fosse piegata in due dal dolore portandosi le mani al volto. Decisa a non darle tregua, la donna saiyan si portò in volo sopra di lei con la super velocità colpendola con un calcio alla schiena e facendola stramazzare prona al tappeto. Fatto questo Seripa fece un altro balzo atterrando con le ginocchia sulla spina dorsale di Videl la quale urlò per il dolore straziate. La saiyan la afferrò nuovamente per i capelli e disse “Che delusione! Mi era stato detto che per essere degli esseri umani voi foste in gamba! Evidentemente le mie fonti non erano ben informate!”. Detto questo affondò il volto di Videl nella sabbia, con l’intento di farla soffocare, facendo pagare con una morte lenta e crudele il semplice fatto che l’avversaria non si fosse rivelata all’altezza delle sue aspettative. “Non posso perdere in questo modo! Devo reagire!” pensò tra se e se la madre di Pan, conscia del fatto che il combattimento non fosse ancora finito.
“Prendi questo!” urlò Zangya scagliando una sfera di energia verde contro Zaina la quale si difese semplicemente compiendo un movimento circolare della mano destra, lasciando al passaggio di questa una scia di luce azzurra, al contatto con la quale la sfera di Zangya si dissolse letteralmente. “Cosa? Che fine ha fatto il mio colpo?” si chiese l’ex seguace di Borjack con espressione incredula. “Ora ci provo io!” esclamò Goten espandendo al massimo la sua aura di Super Saiyan 2 per poi scagliare una gigantesca Kamehameha contro la misteriosa donna nemica. Zaina, per nulla turbata, compì un nuovo movimento circolare, stavolta con la mano sinistra, lasciando al proprio passaggio la stessa scia di luce celeste, al contatto della quale la Kamehameha di Goten sparì nel nulla, lasciando come prova della propria precedente esistenza solo una pioggia di polverina azzurra brillante. “Neutralizza ogni attacco con una facilità disarmante! Le basta compiere dei movimenti tanto semplici per dissolvere le nostre onde! Ma si può sapere chi è il nostro avversario?” chiese Zangya, mentre Goten era rimasto letteralmente basito. “E’ inutile! Ve l’ho detto! Voi non potete vincere contro di me! E credetemi quando vi dico che non ho intenzione di farvi del male! A riprova della mia sincerità vi offro ancora una volta la possibilità di rinunciare alla sfera del drago! Consegnatecela e avrete salva la vita!” disse Zaina, con tono che pareva di sincera carità nei confronti dei propri avversari. Zangya e Goten erano troppo pervasi dalla rabbia e dalla determinazione per poter credere alle parole della donna. Del resto, se anche lei avesse avuto realmente un valido motivo per bramare le sfere, lo stesso valeva per loro. “Te lo puoi scordare! Non vi cederemo mai la sfera!” disse Goten, per poi rivolgersi a Zangya “Attacchiamola insieme alla massima potenza! Voglio proprio vedere se sarà capace di difendersi!”. “Ok! Proviamoci!” annuì Zangya. Zaina abbassò il capo e sospirò rassegnata “Razza di stupidi…” pensò ella tra se e se. Il figlio di Goku e la compagna di Zardock iniziarono a bombardare di attacchi energetici l’aliena, la quale però, come intenta ad eseguire una sorta di danza, riusciva a vanificare ogni colpo tramite l’ausilio di quelle scie di luce che accompagnavano ogni movimento del suo corpo. “Anf! Anf! Non serve a nulla! Dannazione!” imprecò Goten nel constatare come Zaina si fosse difesa senza alcuna fatica da ogni offensiva. L’attacco di Goten non era stato tuttavia del tutto inutile, in quanto, in mezzo a quella confusione, Zangya era riuscita a portarsi alle spalle di Zaina, e prima che questa potesse fare qualsiasi cosa, la bloccò con i suoi filamenti di energia, immobilizzandola. “Grande! Bel colpo Zangya!” esultò Goten. Zaina però non fece una piega, e con tono rilassato disse “Non avete ancora capito? Gli attacchi di energia, in ogni loro forma, sono totalmente inutili contro di me!”. A conferire veridicità alle proprie affermazioni, Zaina si liberò dei fili senza il minimo sforzo, come fossero stati stelle filanti, lasciando esterrefatti Zangya e il fratello di Gohan. “Pazzesco! Hai visto cosa ha fatto?” chiese Goten, incredulo. “Certo che ho visto! Non ho mai visto nulla di simile! Non ha nemmeno dovuto forzare! E’ come se i miei filamenti avessero perso ogni energia nell’avvinghiarsi a lei! Questa donna è davvero capace di dissolvere l’energia!” disse Zangya. “Per essere precisi la scompongo… e quella sorta di polverina che compare al posto dei vostri attacchi sono le particelle residue ed inerti che risultano da tale scomposizione! E’ una facoltà che solo io e gli abitanti del mio pianeta conosciamo! Dunque non mi meraviglia che questa abilità vi lasci così sorpresi!” disse Zaina. “Beh… allora non ci resta che affrontarla in un corpo a corpo!” asserì Goten. “Prego… non avete che da provarci!” lo sfidò Zaina.
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“Maledizione!” pensò tra se e se Tenshinhan, sbattuto violentemente al suolo dall’ennesimo attacco di Panbukin. Quel saiyan tarchiato si era dimostrato un combattente formidabile, e aveva messo in crisi Tenshinhan nello stesso modo in cui i suoi compagni avevano fatto con Crilin e Videl. In particolare il treocchi si trovava in una situazione molto pericolosa, in quanto Panbukin stava per scagliare contro il prostrato terrestre un attacco di energia dalla potenza impressionante. In quel momento però una forza invisibile colpì il saiyan facendolo schiantare al suolo, lasciando di stucco Tenshinhan. La stessa cosa accadde a Toma e Seripa, e ciò permise a Crilin e Videl di rialzarsi e di realizzare con incredulità chi fosse stato l’autore di quell’offensiva. Jiaozi se ne stava sospeso nell’aria con entrambe le mani protese in avanti, che rivelavano come l’amico di Tenshinhan si fosse appena prodotto in un potentissimo attacco telecinetico. Poco distante stava il corpo riverso di Toteppo, ritrovatosi lungo disteso per terra senza probabilmente nemmeno rendersi conto di cosa fosse accaduto. Questi, assieme agli altri saiyan, si rialzò e tutti e quattro riconobbero immediatamente nel plasmatore terrestre Jiaozi il loro assalitore. “Ehi! Non mi direte che è stato quel piccoletto a stenderci tutti!” esclamò incredulo Panbukin, per poi scagliarsi contro Jiaozi. “Non sottovalutarlo solo per la statura, Panbukin!” lo avvertì Toma, ma invano. Con un semplice gesto della mano Jiaozi immobilizzò il saiyan per poi scaraventarlo violentemente al suolo innalzando una poderosa colonna di polvere. Seripa provò ad attaccare il piccoletto con un raggio di energia, ma anche questi fu bloccato dalla telecinesi di Jiaozi, che poi lo rispedì al mittente, con la donna che dovette far ricorso a tutti i propri riflessi per evitare di essere colpito dal suo stesso attacco. “Quel piccoletto è pericoloso…” pensò Toma. “Hehehe! A quanto pare stavolta è stato Jiaozi a salvarci tutti! Chi lo avrebbe detto?” commentò Crilin. “Sei grande amico mio! I tuoi poteri sono migliorati un sacco!” disse Tenshinhan con un sorriso. “Bene! Ti ringrazio Jiaozi! Ora possiamo iniziare con il secondo round!” affermò Videl, per poi tirare fuori dalla tasca la capsula contenente il proprio cyber cloth. Imitata da Crilin e Tenshinhan, la figlia di Mr.Satan premette il pulsante della capsula e in breve l’armatura la rivestì. Videl, Crilin e Tenshinhan erano pronti a dare battaglia, facendo ricorso ai loro massimi poteri. L’attacco di Jiaozi aveva però spinto anche i saiyan a fare la medesima cosa. Toteppo e Panbukin, sotto lo sguardo incredulo dei terrestri si trasformarono in due immensi Ohzaru. “Senza la luna? Ma come possono…?” si chiese Crilin, ancor più meravigliato nel constatare come i due scimmioni fissassero il quartetto dei terrestri sghignazzando diabolicamente in maniera sin troppo umana. “Non è possibile! Non solo si sono trasformati senza la luna! Ma sono perfettamente coscienti! Ma non erano saiyan di basso livello!?” chiese Tenshinhan. Il peggio però doveva ancora venire. Allarmati da un bagliore dorato i terrestri si voltarono in direzione ti Toma e Seripa, i quali non si erano trasformati in ohzaru, bensì in Super saiyan. “Pazzesco! Non dovrebbero essere tanto forti da riuscire persino a trasformarsi! Qui c’è dietro qualcosa che va oltre la maledizione di Salzar! Il potere di questi saiyan non è affatto normale!” pensò tra se e se Crilin. La battaglia per la conquista della sfera si presentava ancora più difficile del previsto.
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Oh mio... ma che è?! L'invasione dei mostri invincibile? Altro che Slug...
Ma sti saiyan che han fatto un corso super intensivo?
Ammettendo che come livello base avessero minomo 300 milioni (dato che Ten e soci sono sui 250), ora che sono diventati Ohzaru non li ammazzano più manco Tzuki o Vegeta?! O_O
Chissà come si sono trasformati!
Cosa molto incredbile è anche il potere di Zaina che, mi complimento, pare davvero interessante e temibile!
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Citazione:
Originariamente Scritto da
AlphaOmega
Ammettendo che come livello base avessero minomo 300 milioni (dato che Ten e soci sono sui 250), ora che sono diventati Ohzaru non li ammazzano più manco Tzuki o Vegeta?! O_O
ma i terrestri le stavano prendendo perchè non avevano indossato ancora i loro cyber cloth quindi Ten aveva 30 milioni.
comunque ora si spiega perchè questi saiyan non si sono meravigliati nel vedere un Super Saiyan (tra loro e i genitori di goku l'unico fesso che non c'è riuscito e turles che ci è rimasto pure secco :asd:) comunque è ovvio che il potenziamento avuto è opera di lady Polaris, che ha quanto pare sarà un gran bella gatta da pelare. sarà per il fatto della forza ottenuta che i saiyan hanno deciso di allearsi con lei?
un commento a parte per jiaozi che finalmente si rende utile, addirittura salva i suoi comapgni e la volta del suo riscatto
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I credevo che i cybercloth oramai li avvessero in tandem! :asd:
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Bellissimo questo episodio!Sembra che per gli eroi siano iniziati i guai!XD
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Accidenti, che potenza che hanno i quattro saiyan O_O! Senza parlare di Zaina, che con quella sua abilità è semplicemente straordinaria! Goten e Zangya non si trovano in una bella situazione...affatto :sisi:. Poveri Crilin e Videl, sono stati colpiti molto duramente, prima del provvidenziale intervento di Jiaozi. Ma, adesso, da donde giungono questi incredibili e misteriosi poteri che hanno permesso agli avversari di trasformarsi?
Attendo il prossimo episodio, sono troppo curiosa di sapere cosa succederà :D!
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EPISODIO 158: LA GRANDE GUERRA PER LE SFERE DEL DRAGO
“Davvero impressionante! Sbarazzarsi con tanta facilità di numero 13 non è certo cosa da poco! Anche se va detto che quell’idiota ha commesso l’errore di lasciarsi sorprendere, cosa che noi non faremo!” disse C-15 rivolgendosi a Black Tiger. C-14 invece era rimasto in silenzio, osservando imperturbabile il gruppetto di amici dell’ex guerriero della Neo Genesis. “Ma non montatevi la testa! Lui era il più debole tra noi androidi! Contro di noi non sarà altrettanto semplice!” continuò l’androidi di bassa statura e dalla pelle violacea, preparandosi ad ingaggiare battaglia con Black Tiger. “Quindi loro sono più forti… bene, quindi forse ci sarà un po’ di divertimento anche per me!” pensò Turble tra se e se, sentendo il proprio sangue saiyan ribollire al pensiero dell’imminente battaglia che stava per avere luogo. Ghiller aveva pensato bene di costruire degli androidi identici a quelli costruiti tempo addietro dal Dottor Gero, ma con rapporti di potenza diversi, per trarre in inganno i guerrieri GT che eventualmente si sarebbero trovati ad affrontarli, ma trovandosi di fronte ad avversari totalmente nuovi l’imbroglio ordito dallo scienziato aveva perso totalmente di utilità. Benché, tuttavia, la sorte non fosse stata favorevole all’albino da questo punto di vista, ciò non toglieva come quegli androidi rappresentassero un’arma estremamente letale a disposizione della malvagia coalizione di cui Ghiller era parte, e che sgominarli non sarebbe stato affatto semplice. “No, numero 15! Del capo me ne voglio occupare io!” disse ad un tratto una voce che attirò l’attenzione di tutti. Altri due androidi erano comparsi, e quello che aveva parlato era un umanoide tarchiato dalla pelle bianchissia, con un piccolo copricapo orientale e vestito di nero con un gilet di colore giallo e dai pantaloni arancioni. Al suo fianco vi era invece un androide di grandi dimensioni, con un’armatura colore verde chiaro. La sua carnagione era quella di un essere umano, dagli occhi azzurri e una cresca di capelli rossi. “Come vuoi, numero 19! Allora noi ci occuperemo degli altri!” annuì C-15. La perfetta imitazione di colui che fu creato come assistente del Dottor Gero si rivolse all’androide che lo accompagnava “Numero 16… a quanto ammonta il livello di combattimento del tizio vestito di nero?”. Nelle pupille del grosso guerriero artificiale comparvero strani segni incomprensibili, frutto del calcolo operato dal rilevatore di energia installato in C-16. L’androide si accigliò e disse “Secondo il rilevatore quel tizio possiede una forza combattiva pari a 10 megaton!”. “Solo 10 megaton? Una rilevazione palesemente fittizia! Anche tenendo conto dell’elemento sorpresa una persona con una forza combattiva tanto bassa non avrebbe mai potuto eliminare numero 13, che aveva una forza combattiva di 520 megaton! Probabilmente egli fa ricorso a qualche strano trucco!” affermò C-19. “Penso che valga lo stesso anche per gli altri! Hanno tutti dei livelli di forza piuttosto bassi! Quello che sembra un saiyan ha una forza combattiva di 18 megaton! Quello vestito di rosso invece ha un potenza pari a 45 megaton! Infine i due gemelli hanno un livello di 35 megaton l’uno!” dichiarò C-16. “Vi consiglio di lasciar perdere quelle rilevazioni! Contro di noi sono ben poco indicative! Comunque mi presento: il mio nome è Black Tiger! Tu invece ti chiami numero 19, da quel che ho sentito!” disse il leader del gruppo rivolgendosi a colui che si era palesato come un proprio avversario. “Esatto! E io a mia volta ti sconsiglio di pensare che con me possa essere facile come contro numero 13! La mia forza è molto superiore! Qualcosa come 760 megaton!” dichiarò l’androide dalla pelle bianca. “Tsk! Non avrei commesso in ogni caso l’errore di sottovalutarti!” disse il terrestre per poi rivolgersi a Lezick “Ehi Lezick! Tu è meglio che torni alla base con la sfera del drago! Qui potrebbero arrivare altri androidi e noi non saremmo capace di rilevarli, dunque prima che la situazione precipiti è meglio che ti allontani e porti la sfera al sicuro!”. Lezick annuì “Va bene! In ogni caso non appena avrò portato la sfera agli altri tornerò a darvi man forte!” e così dicendo si diresse in volo a tutta velocità in direzione della base. “Recuperare la sfera è la priorità! Non possiamo lasciarlo scappare! Disse C-16 per poi lanciarsi all’inseguimento dell’alieno, ma in quel momento gli si parò davanti Turble. “Mi dispiace ma di qui non si passa!” disse il fratello di Vegeta, fermamente determinato ad affrontare il grosso androide. Anche C-14 e C-15 erano stati fermati nel loro tentativo di recuperare la sfera da Abo e Kado.
Dalla parte opposta del pianeta, nel frattempo, stava avendo luogo un altro scontro terrificante. Pan e Cell si stavano fronteggiando in un violento corpo a corpo in volo. L’allenamento nella stanza dello spirito e del tempo sostenuto da Pan stava mostrando i propri straordinari risultati, permettendo alla figlia di Gohan, trasformata in Super Saiyan III di tenere testa ad un nemico dalla forza non dissimile a quella di quel Borjack che tanto filo da torcere aveva dato ai guerrieri GT il giorno prima, al punto da costringerli a ricorrere alla portentosa sfera Genkidama. Cell cercò di colpire la figlia del suo arcinemico con un calcio in rotazione, ma la ragazza parò il colpo con un fulmineo movimento dell’avambraccio. Stizzito da quell’opposizione, Cell sferrò altri colpi nel tentativo di vincere la resistenza della combattente dorata, la quale però parò con decisione e risolutezza ogni pugno e ogni calcio dell’essere perfetto. Ad un certo punto Pan con un guizzo schivò l’ennesimo attacco di Cell per poi colpire il guerriero maculato con un potente destro all’addome, facendolo piegare in due dal dolore, per poi farlo precipitare al suolo con un colpo a due mani ben assestato. La creatura di Gero si schiantò in un fragoroso boato, facendo crollare su di lui una montagna intera, tanto era stato violento l’impatto. Furibondo Cell scattò subito in piedi, espandendo la propria aura e spazzando via tutte le rocce e i detriti che erano caduti su di lui. Volgendo lo sguardo verso l’alto Cell vide Pan gettarsi in picchiata su di lui tentando di colpirlo con un altro violentissimo destro, al quale il mostro artificiale oppose l’avambraccio, ma una frazione di secondo prima dell’impatto, la ragazza aprì la mano, afferrando l’arto di Cell, utilizzandolo come perno, per eseguire una fulminea rotazione e colpire il nemico con un calcio in rotazione in piena testa. L’impatto fu violentissimo e lasciò stordito l’essere perfetto, cosa di cui Pan fu lesta ad approfittare, atterrando a pochi metri da Cell per poi scagliargli una colossale Kamehameha. Esattamente come aveva fatto suo nonno Goku decine di anni prima, la ragazza polverizzò la parte superiore del corpo del nemico, tanto era stato devastante l’attacco della giovane Super Saiyan III. Memore di quanto le era stato raccontato dal nonno, quando da bambina pendeva letteralmente dalle sue labbra perché le raccontasse delle propri avventure, Pan aveva la consapevolezza del fatto che il proprio avversario fosse capace di rigenerarsi, motivo per cui non era il caso di abbassare la guardia, ne tantomeno di perdere tempo. La ragazza spiccò un balzo ad altezza siderale, decisa a sferrare un altro potente attacco a quello che rimaneva di Cell, al fine di chiudere definitivamente la questione. Pan fece ricorso ad una delle prime tecniche che aveva appreso da ragazzina: una pioggia di sfere di energia concentrate ed estremamente potenti, ma decisamente più letale rispetto a come era stata concepita in origine in quanto effettuata in versione Super Saiyan III. Una moltitudine di globi di luce dorata del diametro di un metro e mezzo ciascuno si abbatté sul luogo dove si trovava Cell. Nel caso l’attacco fosse andato a segno, per l’essere perfetto non ci sarebbe stato nulla da fare.
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Terminata l’offensiva Pan rimase immobile nella posizione in cui si trovava, con aria torva e colma di disappunto; Cell era ancora vivo. La ragazza si voltò di scatto e scagliò dal palmo della mano un raggio di energia in una direzione apparentemente casuale, che però si dimostrò non essere tale in quanto, proprio lì, apparve la figura di Cell, il quale, sorpreso, evitò di essere colpito con un repentino movimento del busto. “E’ riuscita a capire dove sarei riapparso con il teletrasporto! Impressionante!” pensò tra se e se Cell. “Niente da fare! La sua rigenerazione è troppo rapida! Il tempo che mi serve per accumulare l’energia per un secondo attacco gli è sufficiente per rigenerarsi, e a quel punto riesce ad evitare il colpo con il teletrasporto! L’unica soluzione è distruggerlo con un solo colpo! Ma è una parola! L’unica possibilità sarebbe utilizzare lo Ryuken, ma sarebbe troppo rischioso! Non è un colpo che padroneggio alla perfezione, e richiederebbe l’impiego di tutte le mie energie! Se lo manco sono finita! E le probabilità che ciò avvenga sono fin troppo elevate considerando che è capace di teletrasportarsi! Dunque questa è una strategia da scartare!” pensò a sua volta la ragazza scagliandosi nuovamente contro Cell, cercando di colpirlo nuovamente con un pugno. Stavolta però l’essere perfetto riuscì ad evitare l’attacco dell’avversaria, per poi contrattaccare sferrando una gomitata in pieno volto alla nipote di Goku. Esattamente come accaduto in precedenza all’essere perfetto, la ragazza rimase stordita dall’attacco. Cell, sorrise compiaciuto, pregustando l’occasione di portare a segno l’attacco decisivo. Egli portò due dita in prossimità della fronte, accumulando energia per un Makankosappo da distanza ravvicinata, pressoché impossibile da evitare. Infatti Pan non lo evitò, ma reagì prontamente espandendo la propria aura e creando attorno al proprio corpo una barriera di energia di forma sferica, proteggendola dall’attacco dell’essere perfetto. “Una barriera?” si chiese sorpreso Cell. “Fiuu… ci è mancato un pelo! Meno male che nella stanza dello spirito e del tempo ho messo a punto qualche tecnica nuova, altrimenti me la sarei davvero vista brutta!” pensò la ragazza, per poi accigliarsi e pensare “A questo punto speravo di avergli inflitto più danno… man mano che passa il tempo il potere del Super Saiyan III diminuisce, dunque più a lungo si protrae lo scontro, più le mie possibilità di vincere diminuiscono! Se solo non fosse capace di rigenerarsi e di evitare i miei attacchi con il teletrasporto sarebbe tutto più semplice… purtroppo da questo punto di vista Cell è un avversario terrificante! Dovrò mettercela tutta!”. Cell invece sembrava molto più tranquillo, anzi, di più, compiaciuto, ma del resto ciò era insito nella sua natura in parte saiyan. “Non avrei mai pensato di divertirmi tanto! Sei veramente un’avversaria divertente, Pan! Sarà molto gratificante sconfiggerti!” affermò l’essere perfetto. “Ti sbagli! Tu non mi sconfiggerai, Cell! Farò tutto ciò che è in mio potere perché ciò non accada!” ribatté Pan, espandendo la propria aura, pronta a riprendere la lotta.
Se per Pan la lotta si stava rivelando estremamente dura, per Piccolo le cose stavano andando ancora peggio, in quanto Ice lo stava letteralmente massacrando nel corpo a corpo. Se Freezer e Cooler erano da ritenersi dei veri e propri mostri dalla spiccata attitudine alla lotta, risultava facile immaginare di cosa fosse capace qualcuno che, come Ice, aveva coltivato tale talento con un allenamento costante. Velocità, tecnica e potenza! Erano tutte e tre doti che la figlia di Lady Polaris incarnava alla perfezione. Piccolo non era certo uno sprovveduto, anzi, eppure le capacità combattive di quella changeling l’avevano lasciato del tutto annichilito. “Mi sta umiliando sul piano della pura abilità! Non sta mettendo tutta la forza nei colpi! Questo è solo il riscaldamento! Eppure si sta già dimostrando una spanna abbondante sopra di me! Che mi trovi al cospetto di una predestinata?” pensò Piccolo, in ginocchio con espressione visibilmente sofferente. “Che ti succede, Piccolo!? Non eri così remissivo quando ti sei battuto contro Borjack! Sembra quasi che io ti metta in soggezione! Sei dunque un pusillanime? Tsk! Namekiano! Sai? Forse mio fratello quella volta non ebbe una brutta idea a voler sterminare la tua gente! La galassia non avrebbe certo rimpianto l’estinzione di una simile stirpe di codardi!” disse l’aliena con tono colmo di disprezzo mentre se ne stava sospesa in aria con le braccia incrociate. La provocazione di Ice diede la scossa a Piccolo, il quale si fece coraggio, attingendo a piene mani alla propria grinta per trovare la forza per contrastare quell’avversario impressionante. “Ti farò rimangiare quello che hai detto! Strega!” ringhiò minaccioso Piccolo. Ice sorrise “Bene… sono riuscita a scuoterlo un po’! E ora su, mostrami qualcosa di interessante, muso verde!” pensò compiaciuta la sorella di Freezer.
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Ma è... MOSTRUOSO!
Che diav... Pan che è diventata? La dea saiyan della lotta? Che cavolo... smebrava il massacro operato da Superc17 contro Goku, qullo che la mocciosa ha fatto contro Cell! Fortuna che l'essere perfetto ha infinite risorse! Ma cavolo---
Intanto Ice vuole divertirsi!
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Accidenti che scontri!!Ice è molto più forte di Piccolo!
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episodio 155:
Capitolo descrittivo, ma molto interessante in quanto si viene a conoscenza di come é strutturata la dimensione demoniaca. Il tentativo di rovesciare il trono di Baaldar é molto audace ma pare che quest'ultimo abbia la situazione sotto controllo e voglia solo divertirsi.
episodio 156:
La dimensione demoniaca é diventata talmente desolante che persino l' ex sovrano Darbula é sconcerato. Bellissimo l'attacco di Zeneyu che "elimina" i demoni e li trasforma in altre persone trasferendole in altri mondi.
episodio 157:
Si ritorna sulla Terra, i terrestri più Zangya e Goten si trovano in grossa difficoltà contro i rispettivi avversari ma per i terrestri il vero duello deve ancora cominciare ( anche per i Sayan). La battaglia si preannuncia molto interessante.
episodio 158:
Anche per gli altri componenti della squadra Z la battaglia si preannuncia tosta anche se il gruppo capitanato da Black Tiger pare avere la situzione sotto controllo; differente la situazione di Pan e Piccolo che per vincere conto i 2 formidabili avversari che hanno di fronte dovranno sudare sette camicie.
In conclusione come sempre bellissimi capitoli, che al posto di semplificare la vita ai nostri eroi la rendono sempre più difficile e ingarbugliata creando sempre più suspence.
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Alla fine avevo ragione.. Ice si è dimostrata superiore a Piccolo.. ora vedremo come finirà per Pan con Cell che si sta dimostrando formidabile... attendo il prossimo capitolo!!!
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e chi l'avrebbe mai detto che ghiller avrebbe modificato i rapporti di forza dei cyborg. comunque non sembra un problema. un grosso problema sembrano averlo piccolo e pan dato che uno le sta prendendo di santa ragione e l'altra se non si sbriga a finire l'incontro rischia di fare la stessa fine.
bel capitolo veramente.
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EPISODIO 159: IL SIGNORE DEL MALE
“Oh… cosa vedono i miei occhi! La créme della créme della dimensione demoniaca si è riunita per farmi visita! Suppongo di dover considerarmi profondamente onorato da questo fatto!” disse Baldaar, adagiato comodamente sul proprio trono, come a voler ostentare la propria sicurezza e la propria coscienza di essere, dal proprio punto di vista, l’unico degno di ricoprire la carica di coloro che sin dai tempi antichi avevano avuto il diritto di posarvi le proprie membra: quello di unico sovrano della dimensione demoniaca. Il trovarsi di fronte a coloro che con tutta probabilità erano i più valenti guerrieri degli otto casati che ancora gli si opponevano non aveva turbato minimamente il figlio di Darbula, che anzi si rivolgeva ai propri visitatori con assoluta arroganza, deridendoli con formali convenevoli pronunciati con un tono falso che presagiva la provocazione che di li a poco sarebbe seguita. “Peccato che io non sia mai stato avvezzo alle formalità, e dunque io non riesca a vedere in voi nulla di diverso da un’insignificante colonia di scarafaggi!” disse il demone dalla pelle scarlatta. Le parole di Baldaar quasi non giunsero alle orecchie di Modasia, la quale era rimasta pietrificata alla vista di colui che era conscia essere il suo mortale nemico, ma che prima di allora non aveva mai visto in faccia. Colei che tra i demoni simil-uomini si distingueva come la più forte, astuta ed impavida non poteva fare a meno che tremare innanzi a quella presenza. Forse la sua acutezza e la sua consapevolezza le permettevano di cogliere meglio di tutti gli altri la forza oscura incarnata nel malefico usurpatore. “Non riesco nemmeno a mantenere il controllo delle mie gambe! Mi è impossibile dominare il senso di paura che provo nei confronti di quell’essere. Da quando mio fratello è stato ucciso, vendicarmi di Baldaar è diventata la mia ragione di vita! Mi sono allenata duramente unicamente in funzione di questo per anni! Per quanto tuttavia sia forte il mio odio nei confronti di quel bastardo, ora mi sento come inerme di fronte a lui! Non fuggirò… ma il solo vederlo ha ucciso in me ogni speranza di vittoria. Non so spiegare cosa mi porti a pensarlo! E’ un sentore irrazionale, ma sento di trovarmi di fronte ad un’entità superiore, a qualcosa di molto più grande di me, e fuori dalla mia portata!” pensò la sorella di Vessegor. Nagger, il piccolo demone telecineta non disse nulla, limitandosi a sudare freddo e a sospirare, come avesse trovato conferma di qualcosa che in cuor suo si aspettava. “Come immaginavo… la profezia di è realizzata! E l’ironia della sorte è che è proprio colui che fu profeta ad affiancare il condottiero della profezia” pensò tra se e se Nagger volgendo il proprio sguardo e incontrando quello del malvagio veggente, quasi come l’inquietante figuro dai bianchi capelli provasse un insano piacere nel leggere negli occhi dell’anziano lo smarrimento e il senso di impotenza nel vedere la profezia realizzarsi. Era stato lo stesso Yusaku a preannunciare la nascita di un condottiero demoniaco che sarebbe assorto a somma divinità della dimensione, arrogandosi il diritto di vita e di morte su tutti gli abitanti grazie al proprio smisurato potere. Quel condottiero era Baldaar, e colui che ne aveva annunciato la venuta imminente sedeva alla sua destra, fissando con compiaciuto senso di superiorità lo sgomento di coloro che si sarebbero rivelati impotenti vittime del volere dell’oscuro signore. “Non so perché tu abbia voluto rivelarmi questo segreto, Yusaku! Forse il tuo è stato un atto di pietà? Speravi forse che l’angoscia di un’imminente disgrazia stroncasse il mio vecchio cuore prima che questa avvenisse? No, non credo! Attribuirti un sentimento come la pietà sarebbe mera illusione! Dietro le tue buffe cantilene si cela un animo nero e imperscrutabile! Per quanto lunga sia stata la mia vita e grande l’esperienza da me accumulata neppure io riesco a comprendere i tuoi disegni!” pensò Nagger. “Gorya! Amore mio!” urlò una voce di donna, richiamando l’attenzione di colui che primeggiava tra i demoni nerboruti. Gorya si voltò di scatto in direzione delle danzatrici, riconoscendo la propria consorte, una leggiadra donna dalla pelle di un colore giallo arancio simile a quella del marito e dai lunghi capelli corvini. “Kornelia!” esclamò Gorya, sorpreso e felice di rincontrare la propria compagna da lui creduta scomparsa, malgrado la drammaticità della situazione. “Gorya! Ascoltami! Devi andartene! Baldaar è un mostro terribile! Non puoi affrontarlo! Non pensare a me! Se resti moriremo entrambi!” urlò la donna con tono di supplica. Gorya avrebbe voluto ribattere, ma un bagliore accecante lo portò istintivamente a portarsi l’avambraccio davanti agli occhi per ripararsi. E quando lo tolse per tornare a vedere, la scena che gli si presentò innanzi fu agghiacciante. In un macabro coro di urla strazianti i corpi delle danzatrici si dimenavano avvolti dalle fiamme che le stavano ardendo vive. “Non mi piace che in casa mia qualcosa distolga da me l’attenzione dei miei ospiti… la reputo una grave mancanza di buona creanza!” fu la puerile e volutamente provocatoria giustificazione di Baldaar per quell’atto di assurda crudeltà, che aveva portato quelle povere donne ad una morte orribile e dolorosa oltre ogni limite. Pazzo di rabbia Gorya si voltò verso il figlio di Darbula per poi scagliarsi verso di lui con un poderoso balzo urlando “Ti ucciderò!!! Maledetto bastardo!!!”. “No, Gorya! Non da solo! Aspetta!” urlò Mafisi, ma invano in quanto oramai la furia del demone nerboruto si era scatenata, e nulla avrebbe potuto placarla. Ad un tratto, tuttavia, Gorya si ritrovò nell’impossibilità di avvicinarsi ulteriormente a Baldaar. Il demone sovrano se ne stava comodamente seduto sul trono, con espressione totalmente rilassata, mentre il proprio assalitore era rimasto bloccato a mezz’aria, come se una misteriosa forza lo stesse respingendo. “Telecinesi!” esclamò Elspeth, stringendo con disappunto la propria lancia. Se Baldaar aveva davvero la capacità di difendersi con tanta facilità da colui che della compagnia poteva vantare la più sviluppata forza fisica, ciò significava che per i ribelli le cose stavano prendendo una piega estremamente preoccupante. La realtà, però, era persino più spaventosa di quanto la demone armigera pensasse, e le parole di Baldaar gettarono l’intero gruppo di avversari in uno stato di sconforto e incredulità. “No… nessuna telecinesi! Posso avvalermene, è vero, ma non ne sto facendo uso in questo momento! E’ semplicemente il flusso della mia aura che tiene Gorya lontano da me! E parlo della mia aura in uno stato di riposo, commisurata al mio semplice atto di respirare! Questo penso vi renderà chiara l’abissale differenza di potenza che esiste tra me e voi!” disse il figlio di Darbula e Lilith. “Non ci posso credere! Ha avuto ogni ragione di definirci scarafaggi! Rispetto a lui siamo come degli insetti! Come? Com’è possibile che quel maledetto possa essere tanto potente? Da dove deriva tutta questa forza?” pensò tra se e se un’allibita Kaita.
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“Non riesco a credere che questo sia lo stesso pargoletto che camminava attaccato al mantello di suo padre Darbula! Il suo aspetto, la sua potenza! Non possono essere frutto del naturale ordine delle cose! Come hai fatto, Baldaar? Qual è il tuo segreto?” pensò Ryumac, ringhiando per la frustrazione e il senso di impotenza. Ad un tratto, però, Gorya riuscì a vincere la resistenza rappresentata dall’aura di Baldaar e a colpire in pieno volto il sovrano, tra lo stupore di tutti i presenti. “Ce l’ha fatta!” esultò Leonia. L’unico che non sembrava sorpreso era Yusaku, sul cui volto apparve un sorrisetto divertito. Il motivo dell’atteggiamento del veggente fu presto chiaro ai demoni coalizzati, in quanto essi si resero conto con sgomento di come il colpo di Gorya non avesse inflitto il minimo danno all’avversario. “Ti ho permesso di colpirmi per saggiare la tua forza… diciamo che il risultato è stato alquanto pietoso, malgrado la collera che ti pervadeva! Una zanzara mi avrebbe arrecato più fastidio!” fu il commento sprezzante di Baldaar, il quale poi aggiunse “Salutami l’inferno, inetto!”. Prima ancora che Gorya avesse il tempo di realizzare cosa intendesse Baldaar con quella frase, il demone nerboruto si rese conto con orrore di come il suo corpo stesse cominciando letteralmente a disintegrarsi, malgrado il figlio di Darbula non si fosse profuso in alcun contrattacco. “Degli esseri così deboli non dovrebbero avere l’ardire di avvicinarsi tanto alla mia persona! Chi non è abbastanza forte da resistere al mio potere viene disintegrato dalla mia negatività! Basta entrate in contatto con una parte del mio corpo perché il mio potere oscuro pervada il corpo del mio avversario, distruggendolo poco a poco, come un potente acido!” asserì Baldaar mentre, tra disperate urla di atroce dolore, la figura di Gorya svaniva letteralmente nel nulla. Lo spettacolo era stata terrificante, e gli altri sette cospiratori rimasero pietrificati dall’orrore per quella dimostrazione di potenza e malvagità. La prima ad avere una reazione vera fu Leonia, che mosse alcuni passi all’indietro per poi voltarsi di scatto e fuggire. Benché lei non fosse notoriamente una codarda, la presa di coscienza della potenza di quell’inarrivabile avversario l’aveva fatta cadere in uno stato di panico totale. “Leonia! Dove vai!?” esclamò Kaita. “Da nessuna parte!” si limitò a sancire Baldaar con un tono che suonava come una condanna. In seguito alle parole del demone sovrano, Leonia rallentò la propria corsa fino a fermarsi. “Che… che cosa mi stai facendo, maledetto!? Sento come se fossi schiacciata da un peso incommensurabile! Non riesco a muovermi! Mi schiaccia!” si lamentò un’atterrita Leonia. “Un peso incommensurabile dici? Che esagerazione! Ho solo creato un cono di pressione gravitazionale su di te!” affermò sadicamente divertito Baldaar. “Ti prego! Lasciami andare!!!” lo supplicò Leonia. “Sono davvero desolato ma, come ti sarai resa conto tu stessa… qui può entrare chi vuole, ma se ne va solo chi voglio io! E tu da qui non esci viva, sciocchina!” disse il demone sovrano con un tono lascivo, con l’ultimo epiteto pronunciato con una dolcezza sinistra e sadica. “Per… per favore…aaaaaaaaaargh!!!!!!” urlò Leonia mentre le giunture delle sue gambe si spezzarono facendola stramazzare al suolo, schiacciata da quella gravità smisuratamente aumentata sopra di lei. La demone mutaforma venne letteralmente schiacciata sul pavimento della sala del trono, il quale, proprio in quel momento, iniziò a cambiare colore, assumendo una tonalità simile a quella del magma. Baldaar aveva scelto per Leonia una morte davvero orribile. La pressione della gravità schiacciava la malcapitata su un pavimento che stava raggiungendo temperature altissime, al punto che la sua pelle e le sue carni si stavano letteralmente carbonizzando, con lei ancora viva. La morte giunse dopo minuti di atroce agonia, come un sollievo. “E’ un mostro!” pensò Mafisi, atterrito. “Riesce a manipolare a suo piacimento la gravità… e il calore! E come se non bastasse avvicinarsi a lui significa votarsi a morte sicura! Le sue facoltà sono illimitate! Nessuno di noi può sperargli di tenergli testa!” pensò a sua volta Ryumac. Modasia cadde in ginocchio. Purtroppo la demone simil-uomo non si era sbagliata; Baldaar non era avversario contro cui vi fosse la possibilità di competere. Ad un tratto però accadde un fatto inatteso: la sorella di Vessegor sentì il suo potere aumentare in maniera smisurata, come se qualcuno fosse giunto in soccorso suo e dei suoi compagni in quella battaglia. “Che… che cosa è successo?” si chiese Modasia osservandosi le mani “Io mi sento improvvisamente fortissima! Che sia un’illusione?”. “No, non è illusione! E’ pura realtà! Anche io avverto l’enorme aumento di potenza in te e in tutti gli altri! Nonché in me stesso!” rispose incredulo Nagger. “Qualcuno ci sta aiutando! Non so chi sia, ma il nostro potere è incomparabilmente cresciuto! Forse se uniamo le forze possiamo farcela!” esclamò Elspeth. “Beh! Non ci resta che provare!” annuì Modasia espandendo il massimo la propria aura, imitata dagli altri cinque demoni. Ciascuno espanse la propria aura fino a che queste non si unirono in una sola, quindi ognuno dei cinque fece ricorso al proprio colpo migliore, che unito a quello degli altri avrebbe dato vita ad un unico attacco di incomparabile potenza. “Forma pensiero suprema! Fenice dorata!!!” urlò Kaita, alle spalle della quale apparve la figura di un uccello di dimensioni enormi, composto interamente di luce fiammeggiante. “Supremo ruggito ferale!” fece Mafisi per poi spalancare le proprie fauci di tigre sparando un raggio di energia verde smeraldo. “Maremoto demoniaco!” si associò Ryumac plasmando una enorme quantità di acqua condensandone tutta la forza d’urto in un unico, devastante getto. “Raggio di pressione dimensionale!” fece Nagger scagliando un raggio di energia nera, che altro non era che l’energia di un buco nero condensata, con lo stesso potere distruttivo della pressione esercitata appunto da un buco nero. “Sacra lancia! Affondo che uccide!” urlò Elspeth brandendo la propria arma, dalla cui punta partì un raggio di luce dorata dall’incomparabile potere perforante. “Onda Galactica!!!” fece infine Modasia portando entrambe le mani sopra la testa per poi protenderle in avanti scagliando un colossale raggio di energia purpurea. I sei attacchi si unirono in un solo, pronti ad abbattersi in tutta la loro potenza su Baldaar. Il demone sovrano, tuttavia, non fece altro che protendere il braccio in avanti, fermando quell’impressionante attacco con il semplice palmo della mano, senza alcuno sforzo. Ai sei cadde letteralmente il mondo addosso. Nemmeno con quell’aumento di potenza e unendo le forze erano riusciti, non solo a distruggere Baldaar, ma nemmeno a metterlo minimamente in difficoltà. “Oh… dovete scusarmi! Delle volte io stesso tendo a sottovalutare il mio potere! Ho provato a conferirvi lo stesso potere che ho donato ai demoni del mio casato, ma a quanto pare battersi con delle nullità come voi non è soddisfacente nemmeno in questo modo!” disse Baldaar con tono tediato. “Dunque sei stato tu a potenziarci! Fino a questo punto ci mortifichi?” disse Elspeth, talmente umiliata che pocò mancò che scoppiasse in lacrime. “E sia… non siamo più disposti a essere il tuo diletto! Uccidici subito e facciamola finita!” asserì Nagger chinando il capo. “Torturaci pure se ciò ti aggrada, ma noi non faremo più nulla per il tuo divertimento!” lo appoggiò Kaita. Gli altri quattro annuirono, prostrandosi in segno di resa. “Uccidervi dite? No, non sarebbe divertente, e anche di torturarvi mi annoierebbe alla lunga! Ho un altro gioco per voi… si chiama “compiaccio il mio re e salvo il mio casato!”“. Le parole del sovrano catalizzarono l’attenzione dei sei superstiti. “Cosa intendi dire? Ci offri una possibilità di salvare il nostro casato?” chiese Mafisi. Baldaar annuì “Lieto di aver acceso il vostro interesse! Comunque, si… esatto! Se farete una cosa per me io farò qualcosa per voi… risparmiare il vostro casato, appunto!”. “E cosa dovremmo fare?” chiese Nagger. Baldaar fece un gesto di negazione con l’indice “Mi rincresce dirvelo, ma siete un po’ in troppi per giocare a questo gioco! Tre di voi devono morire!” disse il demone con la stessa naturalezza con cui si spiegano le regole del nascondino. I sei sudarono freddo. Su chi di loro si sarebbe abbattuta la furia omicida di quell’autentico dio del male? Ancora una volta, però le parole di Baldaar denotarono una perfidia tale da atterrire persino l’animo di un demone. “Non sarò io ad eliminare i tre concorrenti in eccesso! Sarete voi a battervi in un combattimento mortale… e solo coloro che sopravvivranno potranno partecipare al gioco!” disse il sovrano fregandosi le mani pregustando lo spettacolo. “Tu… tu sei pazzo!” mormorò con orrore Modasia. “ I casati dei tre che verranno sconfitti saranno sterminati! Se invece vi rifiutate di battervi vi eliminerò tutti, e nessuno dei vostri casati vedrà l’alba del nuovo giorno! Avete visto di che cosa sono capace, dunque dubito che abbiate dei dubbi sul fatto che farò sul serio! Quanto ai casati di Gorya e Leonia, beh… quelli pagheranno il comportamento dei loro rappresentati, e la loro sorte è segnata in ogni caso!” disse Baldaar.
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Modasia non ebbe nemmeno il tempo di riprendersi dallo shock che avvertì un sibilo alle sue spalle. La sorella di Vessegor dovette far ricorso a tutta la propria prontezza di riflessi per evitare di essere trafitta dalla lancia della propria assalitrice. “Elspeth…” mormorò Modasia riconoscendo colei che l’aveva attaccata. “Mi dispiace Modasia! Non ho nulla contro di te! Ma non posso permettere che il mio casato venga sterminato!” disse la demone armigera, dal cui sguardo si poteva intuire il profondo dolore che la attanagliava il cuore, ma al contempo la consapevolezza di non avere alternative. “Ti capisco… beh, nemmeno io! Niente di personale…” asserì Modasia preparandosi alla battaglia, mentre anche gli altri quattro demoni si prepararono a concentrarsi. La perversione di Baldaar non conosceva limite. Con un ricatto senza uscita aveva costretto dei compagni a battersi tra loro in un angosciante combattimento mortale. Chiunque avesse vinto si sarebbe imbrattato le mani del sangue di un proprio amico, e proprio quella consapevolezza mandava in estasi l’animo malvagio oltre ogni immaginazione del sovrano della dimensione demoniaca. “Una trovata geniale, mio signore! Le faccio i miei complimenti con tutto il cuore!” disse Yusaku, anch’egli divertito da quello spettacolo terribile. “Ti ringrazio Yusaku!” disse compiaciuto Baldaar, col volto solcato da un malvagio e perverso sorriso.
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CAPITOLONE!!!!!!! in tutti i sensi addirittura tre post e di certo non sono stati un peso da leggere anzi.
ma Baldaar fà propio schifo!!! è un mostro ma quant'è forte??!!!
i migliori demoni tutti assieme potenziati non lo hanno fatto neanche alzare dalla sedia. non ti dico quante volte me lo sono già immaginato mentre le prende da Super Gogeta :asd: (sempre ammesso che non batta pure lui a questo punto)
Comunque ora abbiamo capito come mai tutti i demoni incontrati di kaioshin e gli altri erano così forti rispetto ad un tempo. però ora dobbiamo scoprire come ha fatto baldaar ad acquisire tutti questi poteri.
ed infine ha avuto una trovata spietatissima, far lottare tra di loro i demoni solo per il gusto di vederli uccidersi fra amici. tanto sono sicuro che se voleva le avrebbe potuti usare tutti è 6 per i suoi scopi.
e bravo Final:ok:
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Uao, che potenza Baaldar!! al suo cospetto i demoni degli altri casati sono assolutamnte inermi. Il tiranno della domensione demoniaca sembra assolutamente invincibile.
Un bellissimo episodio che rende molto bene la malvagità e la sadicità del come da te definito "signore del male"
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O_o che episodio! Potenza, malvagità, genialità... Baldaar è davvero tremendo! Ho come l'impressione che per i nostri eroi, quando arriveranno, sarà una gran brutta gatta da pelare! Temo che nemmeno Zeneyu potrebbe batterlo! Devono solo pregare o che Baldaar li risparmi o che Latan li salvi nuovamente (visto che si vantava di poter annichilire persino questo mostro)
Cmq davvero stupendo! Solo hai fatto qualche errore di ripetizione e battitura!