Io come al solito quando ho tempo me la prendo troppo comoda. >_<
Spero di riuscirci, farò il possibile. :)
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Io come al solito quando ho tempo me la prendo troppo comoda. >_<
Spero di riuscirci, farò il possibile. :)
PREMESSESpoiler:
QUANDO È TROPPO È TROPPO
PROLOGO
La porta d’ingresso si spalancò.
«Ah, finalmente siamo a casa! Entrate, entrate pure!»
Un piccolo cagnolino sgattaiolò vivacemente all’interno dell’abitazione, abbaiando e scodinzolando felice. Saltellava di qua e di là senza sosta, al settimo cielo.
L’uomo scoppiò in una gioiosa risata. «Ti piace questo posto, non è vero? Beh, perlomeno ora hai un tetto sulla testa. Nessuno oserà mettere nuovamente a repentaglio la tua vita finché starai qui con me, piccoletto».
Si voltò verso l’ingresso. «Ehi, e tu che ci fai ancora lì fuori? Vieni, forza!»
«Okay, Satan».
Un grosso individuo rosa comparve sulla soglia. Indossava un minuscolo gilet che lasciava la parte alta del suo corpo quasi interamente scoperta, dei pantaloni bianchi eccessivamente larghi, un lungo mantello color porpora ed una cintura nera con al centro incisa una misteriosa M.
Si trattava di Majin Bu.
Il mostro procedette lentamente, guardandosi intorno con curiosità.
L’atrio era assolutamente immenso. Ogni cosa trasmetteva all’osservatore un’immediata sensazione di lusso e sfarzo, a partire dall’enorme lampadario di cristallo che troneggiava sul soffitto fino ad arrivare alle robuste pareti di candido marmo.
Ma tutto questo a Majin Bu non interessava.
Guardò il suo migliore amico con un sorriso stampato sulle labbra. «Sono molto contento di essere qui con te».
Il campione del Tenkaichi rise nuovamente, imbarazzato. «Oh, ma certo, ma certo! Anche io sono felice che tu sia venuto a vivere nella mia umile dimora, ah ah! Ma ora bando alle ciance, vieni, ti mostro la tua stanza. Scommetto che ti piacerà un sacco!»
Majin Bu trotterellò al fianco di Satan, senza obiettare.
Il cagnolino abbaiò gioioso e saltò addosso al mostro rosa, che lo tenne tra le braccia e lo coccolò grattandogli la nuca.
Majin Bu era felice. “Sono veramente fortunato.
“Ho due amici che mi vogliono bene ed amano giocare con me. Non pensavo che ciò potesse essere più divertente del distruggere e dell’uccidere. Mi sbagliavo, ed è tutta colpa di quei cattivoni di Bibidy e Babidy. Mi han portato sulla cattiva strada, manipolandomi per i loro scopi.
“Ora posso finalmente affermarlo senza dubbi: quella non era vera vita”.
Tutt’a un tratto, qualcuno bussò alla porta.
Satan si arrestò immediatamente, ed assunse un’espressione sconsolata. «Dev’essere lei! Oh, no, speravo se ne fosse dimenticata! E ora che faccio? Che faccio?»
Majin Bu non riusciva a capire cosa stesse succedendo. «Ehi, c’è qualcosa che non va?»
Satan si riscosse e fissò Majin Bu spalancando gli occhi. «Non è niente, Bu! Sta’ tranquillo, è tutto a posto! Va’ pure in fondo a questo corridoio e goditi la nuova camera, io ti raggiungerò subito!»
Sentì nuovamente bussare, questa volta con più forza.
Satan si allarmò. «A-arrivo!»
Corse in direzione della porta d’ingresso e la aprì il più in fretta possibile. Era completamente pervaso dal panico.
“Satan… perché ti comporti così?” pensò la creatura rosa, preoccupata. Decise che la sua camera poteva aspettare e rimase immobile, intento ad osservare la scena.
Una donna attraente, bionda e snella, entrò a passo deciso nell’atrio. Il suo sguardo di ghiaccio vagò per qualche tempo nella stanza, finché si soffermò proprio su Majin Bu.
Le sue labbra si contorsero in un ghigno. «Tsk, ti sei davvero tenuto il grassone allora».
Si voltò verso Satan. «Lo sai che quest’essere ha ucciso Vegeta, ferito gravemente Gohan e annientato un’infinità di terrestri innocenti, non è vero? Per non parlare di ciò che ha fatto il suo alter ego, Super Bu. Tu sai quanto sia pericolosa questa creatura.
«Eppure, lo tieni in casa come fosse un docile animale domestico. Aveva ragione Vegeta; avremmo dovuto annientarlo ore fa, dopo lo scontro con Kid Bu».
Satan non osò rispondere. Rimase in silenzio, ammutolito dalla paura.
La donna osservò di nuovo la maestosità e la ricchezza che la circondavano. «Vedo che ti tratti proprio bene. Deve fruttare parecchio essere il campione mondiale del torneo di arti marziali più famoso del globo, non è vero?»
Inaspettatamente, Satan prese coraggio e si decise a proferir parola. «S-senti, C-18, se sei v-venuta qui p-per i soldi devo avvertirti che n-non…»
18 lo fulminò con lo sguardo. «Che non son giunta fin qui invano, giusto? O volevi forse dire che non puoi darmi ciò che mi spetta? Sai, odio particolarmente chi non tiene fede ai patti e non so quale potrebbe essere la mia reazione se tu non potessi soddisfare la mia richiesta adesso…».
Satan impallidì, e subito indietreggiò d’un passo. Deglutì.
«M-ma certo, lo so bene! Ah ah ah - gulp - ! Ho lasciato i d-dieci…»
«Venti».
«C-certo, i venti milioni di zeny nella c-camera accanto. Ora, se vuoi scusarmi…»
Satan sparì in un lampo dietro una porta a sinistra dell’ingresso. Il cagnolino saltò giù dalle braccia di Bu e seguì l’uomo, probabilmente anch’esso intimorito dalla nuova arrivata.
Nell’atrio rimasero C-18 e Majin Bu, soli.
Il mostro rosa era decisamente arrabbiato. «Ehi, tu, perché infastidisci Satan?»
Il cyborg scosse il capo con fare sprezzante. «Non sono cose che ti riguardano. Io e lui abbiamo fatto un accordo, ed ora deve rispettarlo».
«Ma a Satan non piace quest’accordo. Devi lasciarlo in pace!»
C-18 rise. «A me non interessa ciò che pensa lui. Le possibilità sono due; o mi paga ciò che deve, o io lo decapito. Chiaro? Tu non immischiarti, questo è un affare che riguarda solo me e quello sbruffone».
Majin Bu non voleva che venisse alzato neanche un dito contro Satan. I suoi amici erano intoccabili.
«Se vuoi far del male a Satan, dovrai vedertela con me!»
«No, Bu!»
La creatura si voltò, sorpresa.
Satan aveva fatto capolino dalla stanza in cui era entrato. «L-lei ha ragione, le devo dare ciò che le spetta».
L’uomo si diresse dall’androide con in mano un sacco pieno di mazzette.
«E-ecco. Contali pure, se vuoi».
18 afferrò gli zeny e sorrise. «No, so bene che non stai tentando di fregarmi. In ogni caso, se tornassi a casa e scoprissi che qui manca qualcosa, sai già che cosa succederebbe».
Dopodichè la donna uscì dall’abitazione a tutta velocità.
Satan tirò finalmente un sospiro di sollievo e si appoggiò alla parete, esausto. «Uff, quel cyborg è agghiacciante. È l’unica donna che sia mai riuscita a tenermi testa. Dannazione, venti milioni… Sono rovinato!».
Majin Bu era ancora dubbioso.
Non riusciva a comprendere il comportamento dell’amico. «Perché non hai voluto il mio aiuto, Satan? Potevo sistemarla io. Ho visto come ti sei preoccupato al suo arrivo».
Satan fissò il mostro rosa con sguardo malinconico. «Bu, tu sai quanto io ti voglia bene. Son sicuro che in fondo non vorresti far del male ad una mosca. Ma è passato davvero poco tempo da quando non facevi altro che distruggere città, e... beh, diciamo che in questo caso potevo cavarmela da solo. Certo, quella specie di robot femmina non mi va molto a genio, ma non voglio assolutamente che si faccia del male a causa mia… o tua. Dopotutto è un’amica dei veri eroi della galassia, Goku e Vegeta.
«Io avrò sempre bisogno del tuo aiuto, Bu, specialmente ora che Videl ha deciso di andare a vivere da Gohan. Ma in questo caso semplicemente non era necessario che intervenissi».
Con un sorriso, Satan concluse il discorso e si diresse in camera sua, stanco per tutto ciò che aveva passato negli ultimi giorni e desideroso di una bella dormita.
Majin Bu rimase di sasso. Non riusciva a muoversi, e non sapeva che cosa pensare.
“Satan non si fida… di me?”
PART 1 - UN EROE INCOMPRESO
«Eh eh eh, ho già capito le tue intenzioni».
Vegeta stava riflettendo tra sé e sé a voce alta, osservando la sagoma di Goku allontanarsi velocemente dal ring con il piccolo Ub sulle spalle fino a sparire in lontananza, diretta chissà dove.
Majin Bu era piuttosto incuriosito. «Perché Goku ha detto di voler allenare quel bambino?»
Piccolo rispose, tenendo sempre lo sguardo fisso all’orizzonte: «Avrà capito che la Terra ha bisogno di un nuovo combattente. Oramai noi veterani stiamo invecchiando, Goten e Trunks si sono adagiati su questo lungo periodo di pace ed hanno perso preziosi anni d’allenamento e d’esperienza in battaglia…»
I due giovani si guardarono l’un l’altro, imbarazzati.
«…ma il pianeta necessita comunque di un paladino che la difenda a lungo ed efficacemente. E quel ragazzo, essendo la reincarnazione del forte Kid Bu, ha tutte le carte in regola per poter assicurare tranquillità a tutti i terrestri».
Vegeta sorrise a quelle parole. «Pff, è innegabile che quello sciocco di Kakaroth voglia anche confrontarsi con un nuovo avversario alla sua altezza. Allenerà Ub, e poi lo sfiderà. È un saiyan dopotutto.
«Sapete, quel Goku che voi tutti tanto osannate in realtà è solo uno sporco egoista, pronto a mentire pur di realizzare i propri scopi. Tsk, addestrare un nuovo paladino della Terra, ma a chi vuole darla a bere?»
Majin Bu ascoltava tutti quei discorsi rimanendo in silenzio.
Più capiva ciò che Goku aveva fatto, più non riusciva a capacitarsi del perché.
“Ma hanno davvero intenzione di affidare il loro futuro nelle mani di quel… bambino?
“Non mi pare che la sua forza fosse tanto straordinaria. Anzi, in realtà dubito anche che sia davvero la reincarnazione di Kid Bu. Se così fosse, mi aspettavo perlomeno che mettesse in difficoltà Goku, invece il saiyan è riuscito a tenergli testa senza nemmeno trasformarsi.
“E come potrebbe quel piccoletto esser considerato un degno avversario? Probabilmente anche Goten e Trunks potrebbero sconfiggerlo con facilità una volta divenuti super saiyan, figuriamoci i loro genitori. Ed è chiaro che l’allenamento non potrà incrementare di molto la forza di Ub, essendo quest’ultimo un semplice terrestre alla stregua di Crilin o Yamcha.
“Inoltre, la vita di un essere umano ha una durata esigua se confrontata con l’eternità dell’universo. A chi si affideranno quando per quel ragazzino sarà giunta la fine? E se nessun’altro avesse forza sufficiente a ricoprire il ruolo di paladino? I nuovi nemici avrebbero via libera, ed allora per la Terra sarebbe la fine”.
Majin Bu abbassò il capo, triste.
“Nessuno qui mi considera davvero.
“Son dieci anni che Satan non fa altro che assegnarmi compiti ingrati. Cucinare, lavare i pavimenti, far la spesa, accudire il cane. Dannazione, io sono nato per combattere, non per svolgere sciocche faccende domestiche!
“Ma so anche che Satan vuole solo il mio bene. È mio amico, quindi sopporto le sue richieste senza lamentarmi. D’altronde, se lui non avesse supplicato Vegeta di risparmiarmi tempo fa, io non sarei più tra i vivi. Gli devo molto.
“Questo però è troppo. Come possono affidare il destino del pianeta nelle mani di un bambino sconosciuto quando qui c’è un essere immortale, forte ed esperto nel combattimento? Io sarei il paladino perfetto. Immune all’invecchiamento ed alle ferite corporali, capace di una forza superiore a quella di un saiyan, desideroso di nuove battaglie. Posso difendere tutti, e posso farlo meglio di Ub.
“E nessuno s’è degnato anche solo di propormi il compito… Nemmeno Satan, l’unico che davvero s’è sforzato di capirmi in tutti questi anni…”
«Ehi, Bu, mi chiedevo…»
Il filo dei pensieri venne spezzato dalla voce di Satan.
Majin Bu era al settimo cielo. “Ehi, forse ora ha capito!”
Una grande speranza si risvegliò nella creatura rosa. Si rivolse al suo amico con un grande sorriso sul volto. «Dimmi pure, Satan».
Il campione del Tenkaichi si grattò la testa. «Ecco, mi chiedevo se avessi il tempo di andare a prendere un po’ di cibo per Bee. È tutto il giorno che mi salta addosso in cerca di qualcosa, e credo voglia un po’ dei suoi croccantini, ma proprio ieri sono finiti gli ultimi rimasti. Puoi fare un salto al mercato? Fa in fretta, o il tuo scontro comincerà mentre sei via!»
Majin Bu era sorpreso. Un’immensa delusione crebbe dentro di lui.
Senza riuscire a celare la sua tristezza, rispose contrariato: «Certo, vado subito».
***
Majin Bu volava rapido a circa duecento metri d’altezza dal terreno, lontano da quel mondo che tanto lo ignorava. Aveva appena portato un grosso carico di frutta fresca all’affamato Satan, ed ora si stava dirigendo velocemente a casa di Bulma.
“Ora basta. Devo convincere tutti che io posso farcela. Sono io quello giusto per questo compito”.
Giunto a destinazione, Majin Bu si lanciò in picchiata sull’abitazione.
L’impatto provocò un grosso foro sul soffitto e la creatura si ritrovò all’interno di una piccola stanza, circondato da detriti.
Vegeta si trovava proprio lì, a torso nudo, intento ad allenarsi.
Erano nella camera gravitazionale.
Il saiyan rimase allibito. «Tu… che ci fai qui!? E perché sei entrato in questo modo?»
Majin Bu si scrollò, alzandosi dal punto in cui era precipitato. «Devi allenarmi».
Vegeta strabuzzò gli occhi. «Io… cosa!? E ti pare questo il modo migliore di presentarti per chiedermi un favore?»
«Voglio dimostrarvi il mio valore. Anche io posso difendere la Terra, non c’è bisogno di affidarsi a quell’Ub. Quindi voglio allenarmi, diventare più forte, e so che tu puoi aiutarmi in questo».
Il saiyan si infuriò. «Ma se hai appena danneggiato la camera, come pensi che potrei aiutarti ora?! Anche solo una fessura nella parete disattiva l’attrazione gravitazionale, dato che potrebbe rivelarsi pericolosa. Ora ci troviamo solo in una comunissima stanza, ed è tutta colpa tua! E chissà quanto tempo richiederà la riparazione!
«Inoltre, come credi che una creatura come te possa aumentare il proprio livello combattivo? Noi saiyan, così come i terrestri, siamo organismi dotati di muscoli, ossa, vene, cervello, ed è in questo che risiede la nostra forza spirituale. Con l’allenamento riusciamo ad incrementare la capacità massima esercitata dalle nostre funzioni naturali. Noi nasciamo piccoli ed indifesi per poi crescere e fortificarci in età adulta. Il miglioramento del corpo è nelle nostre corde.
«La tua forza spirituale invece deriva direttamente dalla magia di Bibidy, ed è probabilmente immutabile. Tu non sei un soggetto in crescita; rimarrai in eterno identico a come sei nato, a meno che non ricorri a quella dannata tecnica d’assorbimento che tanto ci ha fatto penare in passato. Non possiedi muscoli da allenare, ossa da irrobustire, né un cervello da affinare. Tutto il tuo essere deriva dalla magia, e solo tramite essa potresti diventare più forte. Peccato che Babidy e Bibidy siano ormai morti e non possano aiutarti.
«È per questo che Kakaroth confida in Ub. Quel ragazzino può facilmente migliorarsi pur possedendo già in sé le enormi potenzialità di Kid Bu. Se ben addestrato potrebbe raggiungere una forza inimmaginabile, a differenza tua, che sei invece destinato a non mutare in eterno.
«Io non posso allenarti. Rassegnati».
Quelle parole colpirono Majin Bu con la forza di un ciclone. La nuda, crudele verità gli si parò dinnanzi agli occhi limpida come l’acqua.
Egli era divenuto inutile ormai, relegato al compito di mero servetto di Satan. L’addestramento avrebbe facilmente portato gli altri combattenti a superarlo, e questo limite lo rendeva un individuo di secondo piano nel disegno di difesa del pianeta.
Ma Majin Bu si rifiutò di arrendersi all’evidenza. La sua forza era sufficiente, non era necessario possederne di più, ed inoltre la sua vita eterna sarebbe stata un vantaggio non indifferente.
La creatura rosa fulminò Vegeta con lo sguardo. «Dovrei essere io il paladino della Terra! Come fate ancora a non capirlo? Come potete ignorarmi così?»
Con un misto di ribollente rabbia e cupa malinconia nell’animo, Majin Bu volò in alto passando attraverso l’apertura sul soffitto, per poi scomparire nella volta celeste.
Vegeta abbassò il capo. «Tsk, illuso».
PART 2 - LA STORIA SI RIPETE
La porta d’ingresso s’aprì lentamente, e Majin Bu entrò nell’abitazione.
Bee gli corse subito incontro e pose le zampe anteriori sulla morbida pancia della creatura, scodinzolante. Sembrava avesse voglia di giocare, ma Majin Bu non era proprio in vena.
Un rumore di passi affrettati risuonò nell’atrio, proveniente da chissà quale zona dell’immensa casa. Lo scalpiccio si faceva sempre più vicino, sempre più deciso.
Poco tempo dopo, Satan arrivò nell’atrio. Aveva lo sguardo furente.
«Bu! Dannazione, che fine avevi fatto? Devi avvisarmi quando vuoi uscire di casa! Quante volte dovrò ripetertelo, eh?»
Sbuffò. Poi, respirando profondamente, cercò di darsi una calmata.
«Senti, perché ora non vai a fare un po’ di spesa? Tra poco ceneremo, e nella dispensa non c’è nulla».
Majin Bu stava tremando. Dense volute di fumo fuoriuscivano dai fori della sua pelle, ed un fischio acuto penetrò le orecchie dei presenti.
«Bu…?»
Il braccio della creatura rosa si allungò, rapidissimo. Un pugno raggiunse il volto di Satan e lo colpì, riducendo la sua testa ad una nera poltiglia. Fiumi di sangue sgorgarono dal collo dell’uomo, sporcando il pavimento lucido di cera.
Il suo corpo, oramai senza vita, cadde a terra con un tonfo sordo.
Il fischio si spense. Il fumo si diradò. Nella stanza cadde un silenzio di tomba, rotto solo dai tristi guaiti del cane.
Majin Bu osservò la propria mano. Era macchiata di sangue.
“Che… che cosa ho fatto?”
Bee era scosso da tremiti. Fissava spaventato l’assassino di Satan, senza spostarsi di un centimetro.
Majin Bu sentì qualcosa scivolargli sulla guancia. Si toccò il viso, e la sua mano si bagnò.
Era una lacrima. “Sto… piangendo?”
La creatura rosa guardò ancora una volta il corpo inerme dell’amico.
Era un incubo. Un orrendo incubo.
“Negli ultimi mesi che abbiam passato insieme, ho iniziato a dubitare di te. Strane idee hanno assalito la mia mente. Il sospetto che tu non mi considerassi più un compagno, ma semplicemente un tuttofare, s’è rafforzato sempre più fino a trasformarsi in un’ossessione.
“La vecchia vita da combattente e da distruttore, in cui ero io il protagonista, ha continuato a farsi spazio nei miei pensieri. Dopo dieci lunghi anni passati solamente con te e con Bee ho iniziato a sentirmi inutile, emarginato ed ignorato. Un antico ed oscuro desiderio di violenza m’ha involontariamente investito.
“La mia natura è malvagia quanto quella del mio creatore. Non son riuscito a trattenere la mia indole, sebbene lo volessi con tutto il cuore.
“Quel Goku… come ha potuto ignorarmi? Come ha potuto considerare quel bambino più capace di me? E Vegeta, tramite quali assurdi motivi ha cercato di giustificare l’addestramento di un terrestre a difesa del pianeta! E quali giustificazioni ha apportato solo col fine di non allenarmi, incentrato egoisticamente ed unicamente sul proprio corpo!
“Quei due saiyan hanno liberato il mio desiderio d’attenzione, rimasto sopito per tutti questi anni. Hanno risvegliato la mia ira, la mia indole distruttiva, il mio odio. Se solo m’avessero preso in giusta considerazione, tutto ciò non sarebbe mai accaduto.
“Satan… sono arrivato ad ucciderti a causa loro. Non avevo motivo di dubitare di te. Sei il mio migliore amico, e lo rimarrai per sempre.
“Vendicherò la tua morte, stanne certo. Quei saiyan non la passeranno liscia!”
Majin Bu proruppe in un angoscioso grido di dolore e rabbia. I gettiti di fumo provenienti dal suo corpo si fecero ancora più intensi di prima, ed il fischio ancor più acuto.
Bee fuggì a gambe levate in un’altra stanza.
Majin Bu liberò lentamente la propria ira, e sentì le proprie forze venir meno. Finché, esausto, si accasciò al suolo, ansimante.
Tutt’a un tratto, preoccupato, alzò lo sguardo.
Il fumo s’era raggruppato sul soffitto in una sorta di piccola e densa nube nera. Questa si muoveva e contorceva continuamente, quasi fosse un essere vivente.
“…Non di nuovo!”
In pochi istanti, la nube assunse le sembianze di uno strano individuo grigio. Indossava degli abiti identici a quelli di Majin Bu, ma era estremamente più magro di quest’ultimo.
Egli lo conosceva bene. Quello era Evil Bu. «Ciao! Ci rivediamo, grassone!»
Majin Bu cadde in preda alla più profonda delle angosce.
“No, questo non doveva accadere!
“Sono arrivato ad incolpare i saiyan per la mia inettitudine, come sono sciocco! I miei pensieri più malvagi probabilmente si son trasferiti nel mio alter ego, quindi ora avrà intenzione di uccidere Goku e Vegeta!
“L’unico da incolpare per la morte di Satan… sono io. L’ho ucciso con le mie mani. Ho ancora il pugno macchiato del suo sangue… il sangue del mio migliore amico”.
Iniziò a piangere, ormai privato di ogni speranza.
Evil Bu era troppo forte. Non gli restava che arrendersi.
La creatura grigia atterrò, fissando il grassone con un ghigno sul volto.
«Questa volta non correrò il rischio di assorbirti di nuovo. La tua ingenuità non può far altro che male, quindi mi limiterò a disintegrarti».
L’ultima cosa che Majin Bu vide fu il braccio disteso di Evil Bu, la sua mano spalancata di fronte al volto.
Sorrise. “Mi dispiace molto, Satan. Spero di incontrarti, nell’aldilà”.
Un lampo di luce, poi tutto si fece nero.
Il nulla.
***
***
«Forza, figliolo, puoi fare di meglio!»
«*anf anf* Sto già dando il massimo, papà!»
Vegeta e Trunks stavano allenandosi in una prateria lontano da casa lottando senza esclusione di colpi. Il ragazzo non aveva alcuna voglia di combattere, ma da quando la camera gravitazionale fu danneggiata da Majin Bu Vegeta non aveva alternative, così si serviva del figlio in attesa del completamento delle riparazioni.
Trunks cercò di bloccare i pugni del padre, ma uno fu troppo rapido e lo colpì in pieno viso.
Cadde a terra, solcando il terreno per qualche metro prima di fermarsi.
Tentò di rialzarsi, tastandosi il viso. «Dannazione, papà! Lo sai che sono fuori allenamento, non posso sopportare colpi del genere!»
Vegeta sbuffò. «Non fare la femminuccia, Trunks! Forza, combatti!»
Il giovane sputò a terra, indispettito. «Io me ne torno a casa. Sono stanco, e non capisco nemmeno perché ti ostini a fare tutto questo. Cavatela da solo».
«Tu… che cosa?»
Trunks volò via a tutta velocità, senza fornire ulteriori spiegazioni.
Vegeta era stupito. “Non pensavo mi avrebbe disobbedito così spudoratamente. Tsk, è un illuso se pensa che mi dimenticherò di questo torto. Una bella punizione non gliela toglie nessuno”.
Il saiyan si sedette per terra, pensieroso. «Ed ora come mi alleno?»
«Puoi sempre sfidare me, principe dei saiyan».
Vegeta si alzò di scatto e si voltò in direzione della voce.
Ciò che vide fu sconcertante. «Tu…!»
Di fronte a lui c’era Evil Bu.
Il mostro sorrise. «Sì, sono proprio io.
«Quanto tempo è passato dall’ultima volta che ti sei ritrovato a combattere una minaccia? Non sai più neanche come si percepisce l’aura di un nemico in avvicinamento?»
Vegeta non riusciva a credere ai propri occhi. “Ma come diavolo è potuto accadere? Perché lui è qui? Questo Bu è quello uscito dal corpo di…»
Un atroce sospetto lo folgorò. «Dov’è finito il grassone? Che ne hai fatto?»
Evil Bu scoppiò in una sonora risata. «L’ho fatto fuori, è ovvio. Sai già che dopo la separazione mi porto via quasi tutta la forza del Majin originario, quindi è stato molto semplice eliminarlo.
«Proprio come sarà semplice eliminare te».
Vegeta fu colpito da quelle parole.
Ricordava ancora molto bene come fu surclassato da Majin Bu, e come fu costretto a dare la vita per tentare di ucciderlo. Ma nemmeno quello sforzo tanto estremo riuscì ad abbatterlo definitivamente.
Il saiyan si infuriò. «Son passati lunghi anni da quel momento! Ora sono molto più forte di prima!»
«Ne sei sicuro?»
Vegeta zittì. Non sapeva come controbattere.
Evil Bu ne approfittò per proseguire.
«Il potenziamento derivante dal controllo di Babidy diede i suoi frutti. Riuscisti a raggiungere il livello di Son Goku in un batter d’occhio. Ma quella forza non fu comunque sufficiente a sconfiggermi.
«E adesso credi davvero di esser riuscito a superare il livello di quel Bu utilizzando solamente la camera gravitazionale? Ormai sei giunto al limite delle tue capacità da tempo, mio caro. Senza contare il fatto che in questo lungo periodo di pace sicuramente le tue sessioni d’allenamento sono diventate molto più brevi.
«Mi sbaglio, forse?»
Vegeta restò a bocca spalancata, incredulo. «M-ma tu hai solamente parte del potere di Majin Bu, e sicuramente ora la mia forza supera di gran lunga la tua!»
Un ghigno si stampò sul volto di Evil Bu. «Beh, verifichiamo subito».
Vegeta iniziò a provare timore. Si trasformò in super saiyan. «Maledizione!»
Evil Bu si lanciò alla carica.
Con un calcio spedì l’avversario in volo a molti metri di distanza. Poi, senza dare il tempo a Vegeta di riprendersi, gli fu addosso ed un pugno bastò per scaraventare il saiyan di nuovo verso terra.
Vegeta precipitò al suolo creando una grande voragine all’impatto.
Non riusciva più a rialzarsi. Era già sfinito.
Evil Bu atterrò al suo fianco. Piegò le ginocchia, finché il suo volto non incontrò gli occhi del saiyan disteso a terra.
«Sei patetico. Sai solo darti arie, ma è quando entri in azione che dimostri davvero di che pasta sei fatto.
«Per dieci, lunghissimi anni, io, il grande Majin Bu, l’essere destinato sin dalla nascita a dominare l’intera galassia con la paura ed il terrore, sono stato ignorato da una patetica combriccola di idioti. Satan non ha fatto altro che sfruttarmi come un qualsiasi schiavo, e sia Goku che voialtri avete affidato il vostro futuro ad un piccolo, insulso terrestre chiamato Ub invece di ricorrere alla mia infinita potenza. Beh, ora ne ho abbastanza.
«Uhm… vediamo se riesci ad ignorare anche questo».
Evil Bu prese tra le mani la testa di Vegeta.
Inerme, il saiyan non poté evitare che il suo cranio andasse in frantumi, schiacciato dalla morsa della creatura.
Il Majin lasciò andare il corpo. «Bu due, Vegeta zero».
ENDING
«Bene, per oggi può bastare».
Ub si asciugò la fronte col braccio, affaticato dall’estenuante allenamento impartitogli da Goku.
Erano giorni ormai che il ragazzino assecondava le richieste del saiyan senza ancora comprenderne bene le ragioni. Goku gli aveva spiegato quanto fosse importante per la Terra un paladino forte e di buon animo, ma Ub credeva ancora di non essere all’altezza di un tale fardello.
“Devono aver sbagliato persona. Ma finché quest’uomo gentile mi aiuta negli allenamenti quotidiani non avrò di che lamentarmi; ho bisogno di più potere possibile se voglio difendere il mio villaggio” pensava.
Goku sorrise. «Sei un vero portento! Quanti anni hai detto di avere?»
Ub arrossì. «Dieci…»
«Wow! Alla tua età ero ben poca cosa rispetto a te, e mi ero già allenato per anni! Sei un talento nato, non a caso possiedi lo stesso spirito di Kid Bu».
Il bambino aggrottò la fronte. «E chi sarebbe questo… Bu?»
Il saiyan aprì la bocca per rispondere, ma subito si bloccò.
Aveva avvertito qualcosa.
All’improvviso, un’ondata di strano gel rosa apparve alle spalle di Goku e lo ricoprì completamente, oscurandolo alla vista di Ub.
Il ragazzino si preoccupò per il maestro. «Signor Goku!»
Poco distante, a qualche passo da Ub, un essere grigio con degli strani pantaloni eccessivamente larghi atterrò poggiando lentamente i piedi al suolo. La massa gelatinosa che aveva avvolto Goku volò in direzione dell’individuo fondendosi con esso.
Il maestro era sparito nel corpo di quell’essere.
Ub gridò. «Goku!»
Gli abiti della creatura iniziarono a mutare, e diventarono identici a quelli indossati dal saiyan appena assorbito. Le sue mani furono dotate di cinque dita, ed un naso gli crebbe dove prima non c’era altro che uno spazio vuoto tra gli occhi e la bocca.
Il mostro osservò il suo nuovo corpo, ridendo.
«Goku è davvero un portento! Se mi fossi scontrato con lui, probabilmente non sarei riuscito a farla franca. Quanta potenza!
«E ora come dovrei esser chiamato? Evil Bu non mi pare appropriato. Uhm… magari Saiyan Bu?»
Ub, ancora incredulo per ciò che si stava verificando davanti ai suoi occhi, ricordò le parole che poco prima aveva scambiato con Goku. “Quindi sarebbe questo il Bu di cui il maestro parlava?”
Evil Bu stava ancora ridacchiando, quando improvvisamente assunse un’espressione seria.
Fissò Ub dritto negli occhi.
Il ragazzino si sentì raggelare il sangue.
La creatura grigia iniziò a parlare: «E così tu sei il famigerato Ub, il nostro salvatore, non è vero? Mi aspettavo qualcosina di più dalla reincarnazione di Kid Bu. Tu sei un normalissimo terrestre, Goku deve aver preso un enorme granchio».
Ub non riusciva a reagire. Quell’essere aveva annientato il suo maestro in un batter d’occhio, come avrebbe potuto lui anche solo sperare di sopravvivere?
Evil Bu continuò. «Ma forse sono io a sbagliarmi. Forse tu sei davvero l’essere più forte dell’universo, ed io dovrei inchinarmi al tuo cospetto. In tal caso, non ti dispiacerà una piccola zuffa tra amici, non è vero?
«Non fare sul serio con me, non voglio morire».
La creatura esplose in una risata.
Poi, si lanciò all’attacco.
***
«Pensi che dovremmo ricorrere nuovamente alle sfere di Neo Namek?»
«Sì, è necessario. Dovremo resuscitare Vegeta ed estrarre Goku dal corpo di Bu. La loro esperienza non potrebbe rivelarsi più preziosa di ora. Inoltre non possiamo ignorare il fatto che Bu potrebbe…»
«Sst, s’è svegliato!»
Ub aprì gli occhi. Era intontito, ma stava bene.
Si rialzò senza sforzo. Tutte le ferite che aveva subito sembravano scomparse.
Incuriosito e sorpreso, si guardò intorno.
Si trovava in un’immensa prateria punteggiata qua e là da alture rocciose. L’atmosfera era estremamente tranquilla e silenziosa, e tutto trasmetteva all’osservatore una piacevole sensazione di serenità.
Ad un certo punto, il suo sguardo cadde su due strani individui.
Uno era alto e snello, l’altro anziano e con la schiena curva. Entrambi possedevano due orecchie a punta e dei vestiti inusuali. Non sembravano umani.
Ub si mise in guardia, sospettoso. «Chi siete voi due?»
L’individuo anziano sorrise. «Io sono il Sommo Kaiohshin, e questo che vedi alla mia destra è invece Kibitoshin, nato dall’unione del Kaioshin dell’Est e Kibith, suo fedele assistente».
Ub strabuzzò gli occhi. «La… unione!?»
Il vecchio sospirò. «È una storia lunga. Lasciamo stare.
«Sappi che ora ti trovi in un luogo sacro, normalmente precluso agli esseri umani come te così come a qualsiasi altro abitante della galassia che non faccia parte della famiglia Kaiohshin. Ti trovi qui ora perché non sei un comune terrestre, ed il tuo compito in questo mondo non è ancora stato terminato».
Ub era scettico, e non credeva ad una sola parola di ciò che gli era stato detto.
Si tastò il corpo, in cerca delle ferite ricevute poco prima.
Sparite, senza lasciare traccia. «Ehm, voi… dove mi avete trovato? Sono certo di non aver perso i sensi in questo posto, quindi dovete avermici portato. E come mi avete curato così in fretta?».
Ora fu Kibitoshin a parlare. «Uno dei miei poteri consiste nel guarire i danni del corpo, e rendere le carni nuovamente integre. Ti ho guarito appena mi son teletrasportato qui con te, ma sei rimasto incosciente ed abbiamo aspettato che ti svegliassi. Probabilmente eri ferito troppo gravemente per poterti subito rimettere in piedi, eri in fin di vita dopotutto».
Ub guardò i suoi interlocutori.
Poi, proruppe in una sonora risata.
Si tenne la pancia con le mani, e lacrime d’ilarità gli scesero dagli occhi. «Potere di guarigione… teletrasporto… luogo sacro…»
Il Sommo Kaioshin si spazientì. «Senti, piccolo insolente, se noi due non t’avessimo trovato quando Bu ti lasciò quasi senza vita nei pressi del tuo villaggio, ora non potresti più parlare tra i vivi. Chiaro? Quindi abbi un po’ di rispetto!»
Ub tornò immediatamente serio.
Ricordava di esser stato picchiato da quella creatura grigia, e di essersi sentito morire. Tutto il corpo gli faceva male e non riusciva a muovere un solo muscolo, finchè tutto si oscurò. Pensava fosse la fine.
Invece eccolo lì, a chiacchierare con due tizi dalla pelle viola sotto un cielo dotato di innumerevoli lune.
Dopotutto, forse non stavano mentendo.
Ub chinò il capo. «Chiedo scusa, ho esagerato. Vi ringrazio per avermi salvato ed avermi portato qui.
«Ma… perché l’avete fatto?»
L’anziano Kaioshin sorrise. «Goku aveva ragione.
«Il tuo immenso potenziale ed il tuo buon cuore fan di te il miglior candidato per il ruolo di paladino terrestre. Anzi, che dico, paladino galattico!
«Da oggi, vivrai sotto la nostra tutela ed imparerai a combattere come un vero guerriero. Sarai addestrato da Kibitoshin nelle arti marziali e, una volta ottenuta una forza sufficiente, verrai mandato a sconfiggere Majin Bu, tornato nuovamente a terrorizzare i terrestri».
Ub si intimorì.
Era solo un bambino, non voleva tali responsabilità. «Non credo che ne sarò capace…»
Kibitoshin si avvicinò.
Appoggiò una mano sulla spalla del bambino. Poi, guardandolo negli occhi, disse: «Questa sarà la tua seconda occasione, Kid Bu. Non deluderci».
the end
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Domani dovrei chiudere anche io.
Tanto il termine è sempre mezzanotte.
Al massimo accelero un po'.
Sono in vacanza e il mio tempo di scrittura è scandito dalla mia batteria del portatile perchè la zona wi-fi del campeggio non dispone di prese elettriche.
Molto probabilmente potrebbe servirmi una piccola proroga se non dovessi consegnare oggi l'elaborato.
Nella prossima manche potrei avere dei problemi a postare la shot, dato che domani parto per dieci giorni di mare. Mi porto comunque dietro il portatile ed una chiavetta internet, ma le occasioni che avrò per controllare il topic saranno ben poche.
Cercherò comunque di controllare almeno una volta al giorno per leggere la traccia e provare a scrivere la shot nei tempi morti della giornata, ma come potete ben capire non posso garantire nulla.
Spero di farcela. Magari, ma forse chiedo troppo, si potrebbe allungare un pochino il periodo concesso ad una decina di giorni invece di sette. Ovviamente ciò potrebbe creare qualche problema agli altri utenti, e se così fosse (ripeto: ovviamente) non considerate nemmeno la mia richiesta.
EDIT: anche perchè, se allungaste il periodo a dieci giorni, non potrei comunque garantirvi che farei in tempo. Potremmo farlo SOLO se per nessuno comportasse neanche il minimo problema. ;)