"Consideralo un umile dono da parte di un tuo suddito!”
frase epica dello special :lol: mi è propio piaciuta
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"Consideralo un umile dono da parte di un tuo suddito!”
frase epica dello special :lol: mi è propio piaciuta
EPILOGO
“Capisco! Posso almeno sapere il motivo di questa decisione?” chiese il maestro Muten, prendendo atto della volontà di Crilin di lasciare la Kame House. L’allievo tentennò nel rispondere. Provava un profondo senso di vergogna per il comportamento avuto nello scontro con Ghiller qualche giorno addietro, al punto da essere restio a parlarne. Al contempo egli non trovava però giusto andarsene senza una valida spiegazione dopo che per anni aveva alloggiato in quella casa e il maestro Muten, fosse diventato la sua famiglia, per lui che una vera famiglia non l’aveva mai avuta. Gli doleva tanto lasciare quell’ambiente gioioso che egli considerava ormai la propria casa quanto deludere il proprio maestro confessando le orrende azioni di cui si era macchiato, ma non poteva tirarsi indietro. Aveva il dovere di rendere conto delle sue azioni al proprio maestro, e di prendere atto del fatto di non essere più degno di essere suo allievo. Brevemente, con le parole che a fatica uscirono dalla sua bocca, Crilin raccontò a Muten quanto era accaduto in quella maledetta battaglia. Una volta che ebbe finito, nella spiaggia su cui si trovavano cadde il silenzio. “Sono consapevole di avere tradito tutti gli ideali che hai cercato di trasmettermi, maestro!” riconobbe Crilin. “Devo ammettere di essere sorpreso. Non mi sarei mai aspettato un comportamento del genere da parte tua” rispose con tono neutro l’eremita delle tartarughe. Il suo volto era sorpreso, non sapendo egli stesso cosa pensare. Mai avrebbe pensato che l’allievo potesse arrivare a tanto pur di uccidere un nemico. “Ora capisci? So che non mi consideri più un allievo, bensì un tuo pari ormai da parecchi anni! Tuttavia sento di averti tradito! E il senso di vergogna che provo mi impedisce di fare finta di nulla!” spiegò Crilin. “Hai tutte le ragioni per vergognarti, e per provare biasimo per quanto hai fatto! Il fatto che tu provi questi sentimenti, tuttavia, è una chiara dimostrazione di come la tua natura non sia malvagia, per quanto tu abbia ceduto all’odio comportandoti in maniera deplorevole” commentò Muten, che poi proseguì “Tuttavia… io non mi sono mai trovato in una situazione come la tua, e il solo pensiero di cosa tu possa avere provato in quel momento mi riempie il cuore di angoscia! Forse anche io avrei commesso il tuo stesso errore… ciò tuttavia non giustifica il tuo comportamento, e il fatto che io ti comprenda non azzera le tue colpe! Ormai sei un uomo, dunque non spetta a me decidere il tuo castigo! Se è l’esilio la pena che hai scelto per te, io non ho nulla in contrario” concluse l’eremita delle tartarughe. Crilin annuì “Ok! Spero che il restare da solo mi darà il tempo per riflettere sui miei errori, e per trovare la pace!”. “Non pensi che dovresti anche parlarne con C-18 prima?” chiese Muten, parlando come amico e confidente, dopo che fino ad allora si era pronunciato unicamente come maestro. La prospettiva fece provare a Crilin una forte stretta al cuore. L’idea di affrontarla, di constatare quanto potesse averla delusa e ferita era una prospettiva alla quale avrebbe preferito mille volte una morte atroce. “Tra noi oramai non c’è futuro… ho toccato il fondo dinanzi ai suoi occhi! La mia debolezza mi porta a fuggire questa prova! Spero un giorno di trovare la forza per chiederle perdono” rispose. Detto questo, fece un ultimo cenno di saluto al proprio maestro e si voltò per andarsene, ma questi lo fermò. “Prima di andare voglio che tu mi faccia una promessa” disse Muten. “Qualunque cosa” acconsentì Crilin. “La tua colpa consiste in un crimine che senti di aver commesso contro l’amore! Tanto nei confronti del tuo quanto per quello che provava Ghiller! Dunque nel caso tu ti riconciliassi con l’amore stesso legandoti ad una donna con un sentimento di tale caratura, ti esorto a considerare la tua pena scontata… e di tornare a considerare questo posto come casa tua”. Il piccoletto senza naso sorrise. Quanto diceva Muten era da ritenersi giusto, ma ciò che realmente scaldò il cuore di Crilin era il fatto di percepire nel proprio maestro il desiderio di rivederlo, un giorno o l’altro. “Ok maestro Muten! Accetto la tua offerta! Fino ad allora, abbi cura di te”. “Anche tu, figliolo” rispose il vecchio eremita per poi restare ad osservare il proprio allievo alzarsi in volo e sparire all’orizzonte
Trascorsero settimane, forse mesi che Crilin passò su un isola sperduta e disabitata, nella più totale solitudine, nutrendosi di ciò che la natura aveva da donargli, allenandosi da solo e meditando lungamente. Ad un certo punto egli avvertì una presenza avvicinarsi al luogo in cui si trovava. Non sapeva se essere contento o meno, dal momento che aveva chiesto tramite il maestro Muten a tutti i suoi amici di rispettare la sua decisione di rimanere da solo, e il fatto che qualcuno stesse contravvenendo a quanto da lui auspicato si scontrava con la voglia che aveva di vedere un volto amico, che rappresentava per lui più martellante delle tentazioni. La sorpresa di avvertire quella presenza per un attimo lo portò a non realizzare di non percepire un’aura da lui conosciuta, anzi, in realtà non percepì alcuna aura. L’arrivo di quella persona non era infatti stato annunciato dalle sue capacità percettive, ma da un fremito irrazionale ed intenso del proprio cuore, che prima dei cinque sensi aveva percepito l’arrivo di colei che lo aveva rubato al legittimo proprietario. “C-18!” disse Crilin nel vedersi davanti la bionda donna dagli occhi azzurri. Bella come non mai, e come mai capace di fargli morire in gola ogni parola. “Ciao Crilin” lo salutò lei. “Sei venuta per uccidermi?” chiese l’uomo. “Non scherzare…” disse seria la cyborg. “Non scherzavo… ne avresti tutte le ragioni! Ho messo a repentaglio la tua vita per i miei scopi…” rispose Crilin con tono colmo di un pentimento profondo alimentato da un dolore che continua a bruciare nel profondo della sua anima. “Lo hai fatto per entrambi! Avrei preferito la morte che essere una bambola nella mani di quel demonio!” rispose C-18. “Vorrei tanto convincermene ed esserne certo! Ma io non sono migliore di colui che definisci demonio! Io…” fece l’umano, che venne però zittito dalla cyborg. “Non aggiungere una parola, razza di idiota! L’amore che lui provava per me non giustifica affatto le azioni che ha commesso! Ha fatto uccidere i miei genitori! Ha condannato me e mio fratello ad un infanzia di paure e privazioni! Mi ha strappato ciò che ogni donna dovrebbe perdere solo con la persona amata! Si è approfittato di me ignorando ogni mia volontà tacciandomi di stupidità perché il suo smisurato ego non contemplava che qualcuno potesse pensarla diversamente da lui senza essere in errore! Dunque… non provare mai più ad equiparare il mio dolore e la mia sofferenza a quello che è stato soltanto un momento di debolezza! E’ come se tu insultassi quello che ho passato e quello che ho provato, sminuendolo! E io non te lo consento”. Gli occhi azzurri della cyborg erano quelli di una belva feroce, e Crilin si sentì gelare il sangue. “Mi dispiace… perdonami” disse. C-18 non rispose, fissandolo con un’espressione che lo diffidava dal commettere ancora l’imprudenza di fare discorsi tanto avventati sul suo passato. “Come mi hai trovato?” chiese poi l’uomo, nel tentativo di alleggerire la tensione, che era diventata tanto intensa da poter essere tranciata con un coltello. “Ho chiesto aiuto a Dende! Con un po’ di pazienza dal palazzo del dio della Terra non è difficile individuare qualcuno che si muove tranquillamente su un isola senza alcuna volontà di nascondersi” rispose la cyborg. “Sai? Anche io ho riflettuto a lungo su quanto è accaduto… per quello mi faccio viva soltanto ora!” aggiunse lei. “E perché sei venuta da me? Hai forse intenzione di perdonarmi?” chiese speranzoso l’umano. “Devo dire che vederti cedere all’odio e il fatto che tu ti sia servito di me mi ha comunque ferita… ci sono rimasta molto male, e tuttora non me la sento di darti la mia fiducia incondizionata!”. Crilin si sentì morire dentro. Come darle torto del resto? “Capisco… direi che hai tutte le ragioni per pensarla così! Neppure io mi fido più di me stesso!” riconobbe lui. “Certo, Ghiller obbiettivamente ti la lasciato poca scelta, mettendoti in una situazione senza uscita! Sarebbe stata la fine di entrambi!” disse poi 18. “Ti ringrazio per il tentativo di darmi un alibi… tuttavia su una cosa quel maledetto aveva ragione, ovvero che scaricare tutta la colpa su di lui è soltanto la via più facile, ma con tutta probabilità non quella giusta! Non mi metterò a posto la coscienza semplicemente auto convincendomi che è stata tutta colpa di qualcun altro” fece l’allievo di Muten. “Beh… ma questo vale anche per me! Te ne sei scordato?” fece C-18, sul cui volto per la prima volta in quel dialogo, apparve un mezzo sorriso. “Tu mi hai troppo idealizzata! Sciocchino! Hai forse dimenticato quanto ero cinica e quanta poca considerazione della vita umana avevo prima dei fatti avvenuti quando è apparso Cell? Avrei ucciso il tuo migliore amico, Goku, solo per divertimento! Ho lasciato morire delle persone mentre combattevo con Vegeta senza curarmene minimamente!” aggiunse la cyborg. “Ma è stato a causa di…” Crilin non terminò la frase, in quanto egli comprese nel pronunciare quelle stesse parole dove volesse portarlo a ragionare C-18. “A causa di Ghiller? E che diritto ho di riversare tutta la colpa su di lui o il Dr.Gero quando tu ti precludi questa possibilità come atto di coscienza? Lui ha fatto del male ad entrambi, portandoci a cedere alle nostre debolezze! Ma io mi assumo tutte le responsabilità per il mio comportamento, come te le assumi tu!” disse la cyborg. “Hai ragione! Direi che abbiamo entrambi qualcosa da perdonare a noi stessi! Entrambi necessitiamo ancora di crescere per diventare delle persone migliori!” concordò lui. “Ti andrebbe se ci aiutassimo a vicenda a crescere insieme, su questa isola?” propose C-18. Crilin sentì il suo cuore battere come un tamburo. La sua amata 18 gli stava proponendo di convivere con lui su quell’isola. Egli annuì, con la faccia divenuta rossa come un pomodoro. “Però sia ben chiaro! La notte io dormo su un lato dell’isola e tu dall’altra parte! E’ una collaborazione per crescere interiormente! Non un fidanzamento!” disse la bionda con tono d’imperio. “Ehm... certo! Certo! Come vuoi tu!” acconsentì Crilin. Gli sarebbe convenuto rispettare le condizioni della cyborg. Non era il caso di sfidare troppo la sorte. Tuttavia, c’era un’ultima cosa che l’uomo intendeva dirle, giusto perché tra i due non vi fossero segreti. “Ehm… solo una cosa!” abbozzò l’umano. “Dimmi” fece 18. “Io e Marion… quando ero prigioniero di Ghiller…” fece lui. “Ho visto tutto!” tagliò corto lei. “Comunque apprezzo che tu me lo abbia voluto dire personalmente! Non pensarci più! Del resto non siamo una coppia!” disse lei. Avrebbe potuto dire che aveva intuito come Crilin fosse stato drogato, essendo Ghiller un esperto in quel genere di cose, tuttavia la sua vanesia natura la portò a pensare che se l’uomo non l’avesse saputo sarebbe stato uno stimolo per essere ancora più abnegato e disponibile con lei. “Eh si… non sono proprio una santa!” pensò C-18 ridacchiando.
Trascorsero quasi tre anni da quel giorno. Come Muten aveva previsto, era giunto il giorno in cui Crilin aveva fatto ritorno, finalmente riconciliato con l’amore e con la donna della sua vita al suo fianco. “Lo sapevo che alla fine vi sareste ritrovati! Siete fatti l’uno per l’altra! E vedo che il vostro amore ha già dato uno splendido frutto!” disse Muten notando la bimba di appena un anno che Crilin teneva tra le braccia. “Marron! Saluta nonno Muten!” disse teneramente Crilin avvicinando al viso del proprio maestro il proprio più grande tesoro, la sua adorata bambina. “Ma come sei carina! Blublublbu!” fece il vecchio eremita producendosi in una serie di smorfie che provocarono le tenere e celestiali risatine della pargola. “Dove vivete adesso?” chiese poi Muten rivolgendosi a Crilin. “Non appena abbiamo avuto Marron abbiamo preso un appartamento in affitto in città…” rispose. “Che ne dite di vivere da me? C’è spazio per tutti… e in più l’aria di mare farà bene alla bimba!” propose l’eremita. “Mi sembra una buona idea! Tu che dici?” fece Crilin interpellando la moglie. “Beh, non dovremo più tirare fuori soldi per l’affitto, dunque perché no?” rispose lei, non celando il proprio pragmatico attaccamento al denaro . “Ehm… hehe! Ok allora! Da oggi questa sarà anche casa vostra!” asserì Muten. E fu così che i quattro vissero in armonia, con qualche buffo incidente per le iniziative ardite del vecchietto allo scopo di cogliere qualche scorcio delle belle nudità di C-18 ma in un contesto di sostanziale serenità che si sarebbe protratto negli anni a venire. Almeno fino al giorno in cui la Terra sarebbe nuovamente piombata nelle tenebre emanate dall’ombra oscura di Majin Bu.
e siamo giunti alla conclusione. devo dire che mi è dispiaciuto parecchio per lo stato d'animo del nostro Crilin, ma come si dice in questi casi: tutto è bene ciò che finisce bene
spero solo che prima di prenderti un'altra pausa ci delizierai con qualche altro capitolo della storia principale
E anche il secondo special si é concluso, sei riuscito a spiegare come si é sviluppata la
relazione fra Crili e C-18.
Questo special, mi é piaciuto soprattutto per l'approfondimento sulla psicologia di Crili, spesso considerato molto superficiale e poco riflessivo
adesso si prospetta un nuovo duello fra i due rivali in amore, avanti così!!
Bene bene, dunque ecco giungere la parola Fine in questo special.
Molto belli questi ultimi due capitoli.
Il penultimo capitolo ci ha regalato una visione del lato "oscuro" di Crilin, disposto a compiere una vera vigliaccheria pur di sconfiggere il rivale, mettendo in pericolo perfino la persona amata.
Ciò mi riporta indietro a quando il nanerottolo era ancora un bambino, ed era molto più avvezzo a questo tipo di meschinerie.
Vigliaccheria, comunque, che si è rivelata davvero l'unica chance per vincere.
Difficile dire se l'esitazione di Ghiller sia nata da un effettivo sentimento per 18, o semplicemente per l'inaspettatezza del gesto da parte di Crilin...una cosa è certa, ora il redivivo scienziato potrà tacciarlo di codardia, e da parte sua il piccoletto, che avrà senza dubbio avuto tempo per farsene una ragione, potrà affrontarlo a testa alta conscio dei suoi errori.
La dipartita dell'angelo è stata un po' confusionaria, e la spiegazione scrupolosa di Gohan non ha certo aiutato le cose.
Ma nel bene e nel male credo che Ghiller avrà sfortunatamente modo di imparare dai suoi errori...
L'epilogo, interamente centrato su Crilin, mi è garbato assai.
18 ha mantenuto il suo tipico carattere, e il loro incontro non è finito ne in modo troppo smielato, ne in modo eccessivamente agro.
Certo...l'isola doveva essere piuttosto ridotta, visto che uno da un lato e una dall'altro piano piano, rotolando nel sonno una certa notte si saranno ritrovati inspiegabilmente appiccicati! :rotfl:
Effettivamente l'espressione di 18 mi ha fatto scappare una risatina..."Collaborazione per crescere ulteriormente"...eh già. :rotfl:
Mi spiace che a molti la trovata dell'angelo non sia andata a genio. Volevo trovare una "immortalità" che fosse superiore a quella di Cell ma al contempo meno "sgrava" di quella di Majin Bu! Quindi essendo Ghiller uno che ha sempre privilegiato l'astuzia alla forza ho pensato ad un stratagemma di stampo scientifico-tecnologico.
Mi spiace sia risultato poco riuscito'^^
Per il resto ringrazio tutti per i commenti e i complimenti! :)
L'idea dell' "immortalità" dell'angelo a me é piaciuta, ma forse non sei riuscito a spiegarla bene, é un po' confusa
Yeah finito di leggere ^^
anche questo special mi è piaciuto molto anzi l'ho trovato addirittura corto ^^
per quanto riguarda la sconfitta dell'angelo l'ho trovata geniale, infatti io mi aspettavo che fosse come metal cooler (tanti cloni ma con il corpo principale altrove), ma ancora una volta sei riuscito a sorprendermi.
altra cosa che mi è piaciuta moltissimo è.... WOW PICCOLO CHE FA UN DISCORSO LUNGHISSIMO!!!! O_O sono stupefatta in genere nelle fan fiction sembra quasi muto, ma qui ha battuto il suo record personale di parlantina ^_^
prossimo obbiettivo: fargli dire una bella parolaccia :p
ancora complimenti
baci baci ♥
Seguo la tua splendida storia da qualche anno ormai ma non ho mai commentato perché non ero registrato, ma devo dire che questa è la miglior fan-fiction che abbia mai letto, sia la saga principale che gli specials!
Mi sono registrato solo ora perché avevo una domanda riguardo il secondo special: perché mancano i livelli di potenza? Hai intenzione di aggiungerli in un secondo momento? Grazie in anticipo!
Sono contento che la storia ti piaccia! :)
Guarda, la questione dei livelli di potenza è al momento da ritenersi in sospeso dal momento che ho intenzione di rifarli tutti, aggiungendovi anche quelli che reputo "Ufficiali" nella serie regolare, rendendoli coerenti con quelli dell'adventure! :)
Ed ecco a voi il terzo Special di Dragon Ball Adventure. Stavolta ambientato nella prima serie!
Il titolo è: COLPEVOLI E INNOCENTI
PROLOGO
Nel bel mezzo del più vasto deserto del pianeta Terra, tre impavidi esperti di arti marziali avevano deciso di tornare a casa attraversando di corsa quel luogo inospitale. Originariamente era parte del gruppo anche una ragazza dai capelli azzurri, la quale però aveva ben presto desistito e se ne era andata con un mezzo di trasporto che provvidenzialmente si trovava in una delle capsule hoi-poi che portava con se. Un buffo animaletto dal pelo blu con muso e addome marroncini era invece rimasto con loro, ma aveva ben presto finito con l'appollaiarsi sulla spalla di colui che tra i tre era il più alto di statura, che era peraltro il suo migliore amico. Questi era Yamcha, combattente di assoluto valore che si era classificato ai quarti di finale dell'ultimo torneo tenkaichi, e che era appena stato preso come discepolo dal celebre maestro Muten, il quale peraltro era parte del terzetto, completato da un altro dei suoi allievi: Crilin. I tre avevano deciso di intraprendere quella massacrante traversata dopo aver visto in azione il loro amico Goku contro i guerrieri di Sibilla, la più grande veggente del mondo e sorella dello stesso Muten. Yamcha e Crilin avevano compreso come tra loro e Goku si fosse creato un autentico abisso, e che avrebbero dovuto lavorare sodo, se non per colmare, almeno per ridurre quel gap siderale. Lo stesso eremita delle tartarughe era consapevole di come il nipote del suo ex allievo Gohan fosse un avversario del tutto fuori portata per lui nelle scadenti condizioni di forma in cui si trovava, e ciò lo aveva spinto a ricominciare ad allenare anche se stesso, oltre ai sopracitati discepoli.
“Maestro Muten! Stavo pensando...” disse ad un certo punto Crilin mentre continuava a correre. “Parla! Ti ascolto!” lo esortò l'eremita. “Alla fine Sibilla si è dimostrata non essere una persona cattiva! Un po' troppo inquietante forse! Ma ciò che ha fatto per Goku e suo nonno è stato davvero un bellissimo gesto!” disse il ragazzino pelato. “Si, si... la mia sorellina è un po' burbera e un po' troppo attaccata ai soldi...” le ultime parole furono pronunciate dal vecchio con un tono abbastanza aspro, segno di come non gli fosse ancora andato giù il rifiuto di Sibilla nel concedergli un prestito “...tuttavia la conosco, e non è cattiva come vuole sembrare!”. “Allora come ha potuto farci rischiare la vita in quel modo nel water diabolico? Per fortuna non è successo, ma se uno di noi fosse caduto nel veleno ci avrebbe lasciato le penne senza se e senza ma!” chiese Crilin. Prima ancora che Muten potesse rispondere, fu Yamcha ad avanzare un'ipotesi “Per me era tutta una montatura...”. “Una montatura? In che senso?” sussultò incuriosito il pelato. “Secondo me il water diabolico non era altro che una grossa scenografia imbottita di effetti speciali creati ad arte! In realtà se uno di noi fosse caduto di sotto non sarebbe successo nulla! Anche la dimostrazione della bistecca era una messa in scena! Sibilla deve averci lavorato molto, e il risultato era estremamente credibile, tanto che pure io ci sono cascato!” disse il ragazzo di Bulma. “Che prove hai per dirlo?” chiese Crilin, un po' dubbioso in merito a quanto l'amico stava dicendo. “Ti ricordi quando il penultimo dei suoi guerrieri, Akkuman, ha utilizzato il suo colpo mortale contro Goku? Li Sibilla si è spaventata e ciò l'ha spinta a tradirsi, cercando di far desistere il proprio guerriero dall'utilizzare quella tecnica! Se ci pensi si tratta di un comportamento curioso! Dopotutto... che differenza ci sarebbe stata se Goku fosse morto per il colpo di Akkuman piuttosto che cadendo nel veleno? Del resto ne lui ne Mirra hanno mai tentato di scagliare direttamente di sotto me e Goku*! Hanno solo badato a non finirci loro per non far scoprire l'inganno di Sibilla!” spiegò Yamcha. “Oh!” esclamò stupito Crilin, constatando come il discorso dell'amico quadrasse in tutto e per tutto. “Complimenti ragazzo mio! Sei sveglio! Ci hai preso su tutta la linea!” disse Muten. L'ex predone del deserto ridacchiò imbarazzato ma al contempo tronfio di orgoglio. “A proposito di Akkuman... non credo che mia sorella avrà particolarmente gradito la sua iniziativa...” commentò il vecchietto.
Dal palazzo di Sibilla risuonavano urla di dolore strazianti. Non si trattava certamente di una cosa insolita, visto che i suoi guerrieri di certo non ci andavano leggeri quando si trattava di farsi valere contro i clienti che cercavano di ottenere le prestazioni della veggente senza pagare l'astronomica cifra in denaro richiesta. In quel momento però il palazzo della sorella di Muten era chiuso al pubblico, in quanto Sibilla era impegnata a sistemare una faccenda “interna”. Legato per i polsi da una corda in lega di metallo incredibilmente resistente, e con le ali bloccate allo stesso modo, Akkuman stava venendo colpito ripetutamente da violente scariche elettriche ad alto voltaggio che la sua padrona emetteva dalla propria sfera di cristallo. Si trattava di un colpo troppo lento e con tempi di caricamento troppo lunghi perché potesse essere considerata un'arma da battaglia, nondimeno era l'ideale come strumento di punizione. “Non hai idea di quanto tu mi abbia deluso!” disse Sibilla con tono grave mentre Akkuman accusava il dolore per le ripetute scariche a cui era stato sottoposto. “Ma... ma perché solo io? Anche... anche gli altri sono stati...... aaaaaaaaargh!!!” una nuova, potente scarica di energia si abbatté sull'inerme guerriero, facendogli morire le parole in bocca. “Non ti azzardare a fare il finto tonto con me! Lo sai perfettamente che non è per la sconfitta che sono delusa... ma perché hai tentato di uccidere quel ragazzino! E meno male che il suo cuore era puro! Altrimenti saresti riuscito nel tuo intento! Ormai ero convinta di potermi fidare di te! Ti ho addirittura permesso di partecipare a due tornei tenkaichi per farti divertire! E li hai vinti senza uccidere nessuno! Si può sapere cosa ti è preso?” lo rimproverò la vecchia dai capelli rosa. “Io... io non lo so...” rispose Akkuman. “Beh... avrai tutto il tempo per pensarci! Rimarrai chiuso qui finché io non deciderò di tornare a darti fiducia! Nel frattempo chiederò a Re Enma di mandare qualcuno per sostituirti! Dopo che ti sei comportato in quel modo non posso permettermi di rischiare che tu ci riprovi... tu mi capisci, vero?” disse Sibilla, “Si... io credo di si...” rispose il demone. Senza dire un'altra parola, la vecchia lasciò la stanza assieme al suo assistente, a Draculman, Suke e Mirra, che avevano assistito alla scena.
“Mi dispiace molto... è inutile che io tenti di spiegarti cosa è accaduto nel water demoniaco! L'ultima cosa che avrei voluto è tradire la tua fiducia! Dopotutto se sono vivo lo devo soltanto a te! Un tempo ero un demone malefico e spietato, finché non arrivò tuo fratello Muten a sconfiggermi, e se non fosse stato per il tuo intervento mi avrebbe certamente ucciso, anche perché probabilmente era quello che mi sarei meritato! Da quel momento ti sei presa cura di me dandomi una casa, e provvedendo a tutto ciò di cui avevo bisogno, e in cambio io sono stato ben lieto di combattere per il tuo diletto! Sei sempre stata attenta alle mie esigenze, comprendendo come in me la volontà di battermi fosse sempre viva e ardente, e per questo mi hai permesso di partecipare al tenkaichi! Ovviamente il premio l'ho dato a te... Come ho potuto tradire così la tua fiducia? Non sono mai stato uno stinco di santo... tuttavia la voglia di non contrariarti mi ha sempre spinto a non desiderare mai la morte di nessuno! Quel ragazzino però... non lo so... forse semplicemente nessuno dopo Muten mi aveva mai messo così tanto in difficoltà, e allora ho perso la testa! Probabile... ma c'è dell'altro! Io non sono originario di questo mondo... per tutta la vita ho tentato di capire gli esseri umani confrontandoli con me! Per questo, cosa a cui nessuno ha sembrato percepire, ho capito che quel Goku era diverso da tutti gli altri! Una sensazione mi pervade... quella che Goku non sia un essere umano! Forse la consapevolezza che al mondo vi fosse qualcun altro oltre a me che non era originario dello stesso mi ha fatto sentire minacciato! Forse però mi sto sbagliando, perché non ho prove di quanto sospetto... dunque è meglio che tenga tale pensiero per me! E poi ormai non ha più importanza! Tutto ciò che importa è che ho Sibilla non ha più fiducia di me, e chissà quando tornerà ad averne...”. Akkuman chinò il capo, inerte e solo, solo con il peso della sua colpa.
Da allora trascorsero tre anni.
“Che cosa??? Il Grande Mago Piccolo!??” trasalì Akkuman, atterrito e colmo di incredulità. “Si, proprio lui... e a quanto pare persino Goku e il fratello di Sibilla sono stati eliminati!” disse Mirra, informando il proprio collega di quanto aveva udito. “Non mi meraviglia! Ne ho sentito molto parlare, e da quel che si racconta su di lui deve essere potente oltre ogni immaginazione...” commentò il demone. “Come se non bastasse ha persino ucciso il drago delle sette sfere! Dunque non sarà possibile resuscitarli...” continuò la mummia. Akkuman sospirò rammaricato “Povera Sibilla... malgrado quelle poche volte che lo vedeva non perdessero occasione per battibeccare io so che era molto affezionata al fratello! Ma questo delitto non resterà impunito! Sarò io a uccidere il Grande Mago Piccolo! Vendicherò il fratello della mia benefattrice e mi riabiliterò definitivamente ai suoi occhi!”. “Cosa? Vuoi sconfiggere il Grande Mago Piccolo??? Ma sei impazzito? Nemmeno...” sussultò Mirra, le cui parole vennero interrotte dal demone “Nemmeno Goku è riuscito a ucciderlo? E' vero! Ma io possiedo un arma di cui quel ragazzino non disponeva! Il Grande Mago Piccolo è tanto potente quanto malvagio! Non importa se è infinitamente superiore a me! Se lo colpisco con il mio raggio Akumite, lui muore all'istante! Su questo non ci piove!”. “Beh si... effettivamente non hai torto...” mormorò la mummia. “Il Grande Mago Piccolo mira alla conquista del mondo intero, dunque certamente avrà fatto rotta per il palazzo reale! Lo intercetterò prima che lo raggiunga!” asserì Akkuman per poi spiccare il volo, rendendo vana ogni possibile ulteriore obiezione da parte di Mirra la quale comunque si ritrovava ad essere del tutto a corto di argomenti che potessero far desistere il primo tra i guerrieri di Sibilla.
Le deduzioni di Akkuman si rivelarono giuste, e non gli fu difficile raggiungere la nave volante del Grande Mago Piccolo, che si era già sbarazzato di Pilaf e i suoi scagnozzi e si dirigeva con tutta calma verso il palazzo del re dove avrebbe reclamato il titolo che egli sentiva spettargli. Sfortunatamente per Akkuman, il malvagio non era solo, e ad accompagnarlo non era purtroppo solo il pressoché innocuo Piano, ma anche chi nelle sue intenzioni originarie doveva essere colui che gli avrebbe aperto la strada sino a giungere al cospetto del re, dal momento che sapeva che ogni avversario che avrebbe incontrato lungo il tragitto non sarebbe stato altro che un tedio contro cui non sarebbe valsa la pena sprecarsi a combattere: un altro mostro da lui creato. “Sembra che qualcuno intenda intralciarci! Che aspetto curioso! Ad ogni modo non vale la pena di alzarsi dal trono per schiacciare un simile insetto! Oboe! Pensaci tu!” ordinò il Grande Mago Piccolo. Come taglia, corporatura e carnagione, Oboe era del tutto simile a Tamburello. Ciò che lo differenziava sostanzialmente dall'assassino di Crilin era la testa: aveva infatti un lungo becco color verde chiaro e una cresta nel mezzo della testa. “Agli ordini!” disse il nuovo strumento del malvagio sfrecciando fuori dalla navicella e scagliandosi contro Akkuman. “Accidenti no! Levati dai piedi, maledetto!” ringhiò il demone, il quale sapeva che se voleva sperare di cogliere di sopresa il Grande Mago Piccolo doveva agire in fretta e dunque la presenza di Oboe consisteva un intralcio non di poco conto. Il guerriero dalle ali nere si scagliò contro lo strumento deciso a chiudere lo scontro alla svelta, purtroppo le sue pretese erano del tutto fuori luogo. Oboe evitò facilmente gli attacchi di Akkuman per poi colpirlo con un pugno sotto il mento, seguito da un diretto che sbalzò il guerriero di Sibilla indietro di molti metri, quindi lo strumento si abbatté su di lui con un calcio volante facendolo schiantare al suolo. “E'... è un mostro! Dopo tre colpi sono già con un piede nella fossa! Purtroppo non ho scelta! Se non lo faccio mi ucciderà!” pensò vedendo Oboe scagliarsi in picchiata su di lui per finirlo. “Sei lento e debole! Tutto troppo facile! Hahahaha!” fece lo strumento fissando l'ormai prossima vittima con sguardo assassino. “Raggio Akumite!!!” urlò Akkuman protendendo entrambi gli indici in avanti scagliando il suo colpo segreto. L'ignaro Oboe non poteva essere a conoscenza delle proprietà di quella tecnica, così come non lo era il suo creatore, e si difese da esso come avrebbe fatto da un qualunque attacco aureo. “Con la tua misera potenza non puoi sperare di farmi un graffio! Fermerò il tuo ridicolo colpo con una mano!” disse lo strumento protendendo il palmo della mano in avanti. Non appena però il raggio Akumite entrò in contatto con la mano di Oboe, il corpo di quest'ultimo venne totalmente avviluppato da un alone di luce violacea. “Che cosa sta succedendo?” sussultò lo strumento fermandosi a mezz'aria. Anche sul volto del Grande Mago Piccolo apparve un'espressione sorpresa. “Male! Mi sento male! E' come se il mio corpo stesse per esplodere! Noooooooooo!!!!!” urlò Oboe esplodendo, ucciso dalla sua stessa malvagità. Malgrado la vittoria Akkuman sapeva di essere nei guai. Il suo più grande vantaggio era che il Grande Mago Piccolo non conosceva la sua tecnica, ma ora che le cose stavano diversamente tutto sarebbe stato molto più complicato. “Una tecnica decisamente spaventosa! E' la prima volta dopo la Mafuba che ne vedo una che possa rappresentare un vera minaccia per la mia incolumità!” commentò Piccolo, alzandosi. “Tuttavia, ora che so come mi devo comportare, non ho più nulla da temere! Una tecnica è inutile se non riesci a portarla a segno! Non hai speranze! Ti conviene arrenderti!” disse il malvagio mentre usciva a sua volta dalla navicella, pronto ad affrontare un Akkuman, già malconcio per la pur breve colluttazione con Oboe. Il demone non rispose, limitandosi a sollevarsi in piedi a fatica per poi iniziare a volare lentamente verso l'alto per portarsi all'altezza del nemico. “Malgrado il fatto che siamo entrambi dei demoni non me la sento di proporti un alleanza! Non posso rischiare il tradimento da parte di qualcuno dotato di una tecnica tanto letale! Dovrei trascorrere la vita a guardarmi le spalle, e sinceramente non credo ne valga la pena!” continuo il Grande Mago Piccolo. “Tsk! Ti sbagli! Io non sono come te! Io sono un demone! Tu no! Sei soltanto una creatura totalmente pervasa dalla negatività! Uno scherzo della natura! Un pessimo scherzo se posso permettermi!” rispose Akkuman con tono di scherno. “E dimmi un po'... se davvero tu sei un demone come dici, perché mi combatti? Vuoi contendermi il controllo della Terra?” chiese incuriosito il malvagio. “Nulla di tutto questo! Lo faccio per una persona!” rispose il demone. “Hahaha! Per un umano? Ridicolo! Se essere un demone implica voler buttare la propria vita per un essere inferiore, beh, sono contento di non esserlo! Comunque ho sentito abbastanza! Preparati a morire!” disse il Grande Mago Piccolo. Fu sufficiente un colpo ben assestato per permettere al cattivo dalla pelle verde di sbarazzarsi dell'avversario, una singola gomitata dall'alto verso il basso sferrata all'altezza delle spina dorsale di Akkuman che precipitò cadendo in un fiume. “Il mio colpo gli ha rotto tutte le ossa... se non lo ha ucciso morirà annegato a breve dal momento che non si può nemmeno muovere!” pensò il Grande Mago Piccolo, per nulla preoccupato dal fatto che avesse perso di vista il proprio nemico, che comunque era stato sconfitto aldilà di ogni ragionevole dubbio. “Possiamo andare! Il palazzo reale ci aspetta!” annunciò il malvagio rientrando nella nave volante. “Vuole creare un altro strumento per piegare la resistenza degli umani?” chiese Piano. “No non ne vale la pena, ormai mi sono scaldato, dunque farò tutto da solo!” disse il Grande Mago Piccolo andando incontro al suo destino, ben lungi dall'immaginare che sarebbe stato quello di morire per mano di Goku.
“Sei un idiota!!!” inveii Sibilla rivolgendosi a Mirra. La sorella di Muten era su tutte le furie. “Mi dispiace... mi perdoni! E' che ho sbirciato nella sfera di cristallo, e mi sono limitato ad esporre i fatti ad Akkuman! Dopotutto le sue argomentazioni sembravano convincenti...” cercò di giustificarsi la mummia. “Dimmi una cosa.... cosa esattamente del mio GOKU SALVERA' IL MONDO non hai capito?” inveii la vecchia dai capelli rosa. “Ma... se Goku è morto...” tentò di ribattere Mirra. “Vuol dire che in realtà non è morto! Potevi chiedermelo visto che vado da Re Enma praticamente tutti i giorni! Se hai il dubbio in merito al fatto che qualcuno sia morto o meno devi venire da me e sincerartene!” disse Sibilla che poi aggiunse. “E per colpa tua... probabilmente non rivedremo mai più Akkuman...” sospirò triste la sorella di Muten. “Beh, potrebbe chiedere a Re Enma di...” cercò di confortarla Mirra. “Re Enma un corno! Ragiona, razza di somaro! Il Grande Mago Piccolo è un demone, e le sue vittime finiscono in un limbo di dolore e sofferenza eterne che sono parte integrante della dimensione demoniaca! E sai cosa succede se un demone come Akkuman ci finisce dentro?” chiese ringhiando Sibilla. “Non ne esce più... tuttalpiù, se si riuscirà in qualche modo a ripristinare le sfere del drago, resusciterà, ma nella dimensione demoniaca...” disse la mummia. “Ci sei arrivato finalmente!” disse con tono stizzito Sibilla. “E ora sparisci! Non avrò molta voglia di averti tra i piedi nel prossimo periodo dopo quello che hai combinato!”. Mirra non lo aveva fatto con cattive intenzioni, e alla fine la vecchia veggente lo avrebbe perdonato, tuttavia in quel momento preferiva rimanere da sola, nell'attesa che la profezia si compisse e che le persone care uccise dal Grande Mago Piccolo tornassero in vita, con la consapevolezza però, che ne sarebbe mancata una all'appello.
* Questo Special si basa pressocché totalmente sul manga. Nell'anime c'è una scena in cui Mirra avvolge Goku nelle bende e minaccia di gettarlo nel veleno. Il calore scioglie le bende e lo scontro continua. Questa scena (che sfalserebbe la mia teoria) non esiste nel manga, e nemmeno in questa fanfiction dunque.
L'immagine da cui ho preso spunto per la descrizione di "Oboe" (non molto importante, ma quando abbiamo riferimenti precisi è bello darli!)
Spoiler:
Un nuovo e inaspettato special! Bene, bene, bene :asd:
Chissà cosa si profila all'orizzonte, per ora vediamo diverse vicende improvvise legate alla trama della prima serie, ma suppongo che il vero fulcro si ritroverà a un periodo più futuro (anche se forse non ancora nello Z)
Non sapevo che ci fosse in preparazione un nuovo special, me lo godrò proprio... questo prologo fra l'altro affonda le radici in una parte della storia non molto discussa e affrontata dai fans, quindi è doppiamente apprezzabile. Mi è piaciuto come hai ricostruito le contraddizioni all'interno della minisaga di Baba (riconducibili a una Baba che non avrebbe mai voluto la morte di uno dei suoi sfidanti). Sono curioso di andare a vedere dove andrai a parare e a cosa ti ricollegherai della saga canonica e di quella di Adventure... per il momento il primo facile collegamento che si può intuire è quello alla dimensione demoniaca e alla saga di Darbula e Kaioshin, in cui compariva qualche demone che usava il raggio Akkumite (non ricordo se proprio Akkuman, o sto facendo un'impropria associazione mnemonica).
Comunque troppa grazia, sant'Antò: tre capitoli in due giorni! E' un modo per dirci che ci terrai a stecchetto per i prossimi 3 mesi? :rotfl:
No! Akkuman non si vede in Adventure...
A usare la sua tecnica dovrebbe essere un parente di Lilith, forse lo zio Baldaar, non ricordo bene, cmq era di sicuro un demone del casato oscuro!
Sì, ora che me lo dici mi pare di ricordare che fosse il fratello della moglie di Darbula, quindi suo cognato (quello con dentro il bitume XD )...