Visualizzazione Stampabile
-
Nessuno lo vedeva ne lo sentiva… non poteva fare nulla, e il senso di impotenza non faceva altro che aumentare la sua angoscia. Gohan si scagliò contro Latan, in preda alla furia più cieca, cercando di colpirlo con un pugno, che però venne facilmente fermato dall’angelo caduto, che bloccò il polso del ragazzo con la mano destra. “Cosa pensi di fare, insolente?” lo rimproverò Latan per poi spezzargli il polso con la semplice pressione della sua mano destra. Gohan urlò per il dolore, mentre Latan lo sollevava verso l’alto, tenendolo per il braccio sulla cui sommità la sua mano era oramai inerte e abbandonata, come un quanto di gomma vuoto. “Gohan, no!!!” urlò Goku. “Tu sei l’essere più indegno di questa galassia, Gohan! Uno che possiede una forza come la tua ma che esita a farne uso rappresenta un insulto alla natura e alla legge del mio regno! Uno come te non merita di essere semplicemente annientato! Tu morirai lentamente! Tra atroci sofferenze!” tuonò Latan per poi penetrare con le proprie cinque dita nell’addome del saiyan, il quale spalancò gli occhi e la bocca, troppo sofferente persino per riuscire ad urlare. L’angelo caduto estrasse la propria mano grondante di sangue dal corpo di Gohan, stringendo tra le proprie mani una costola del povero figlio di Goku, brutalmente strappata dalla gabbia toracica. “Prima ti sei arrabbiato, non è vero? Deduco che lo spettacolo della morte dei tuoi familiari non ti è piaciuto! Da adesso non correrai più un tale rischio, visto che non vedrai più nient’altro…” disse l’angelo caduto per poi lasciare il braccio di Gohan, salvo riafferrarlo subito al volo per i capelli. “No Latan!!! Non lo fare!!!” urlò Goku, rendendosi conto dell’inaudita crudeltà del successivo martirio che l’angelo caduto avrebbe inflitto al proprio adorato figlio. Latan strinse nell’altra mano la costola strappata a Gohan, utilizzandola come un accetto acuminato per tranciare di netto gli occhi della propria vittima, la quale provò un dolore indicibile. “Sei un pazzo!!! Maledetto!!! Gohan!!!!” urlò Goku, che si sentì come impazzire innanzi ad un tale sadismo e ad una simile crudeltà. “Lascialo subito andare!!! Mostro!!!” urlò ad un tratto una nuova voce, di qualcuno appena sopraggiunto nel luogo dove si stava compiendo tale massacro. Goku si voltò subito e vide una figura ammantata di bianco, dalla pelle verde, che stava catalizzando il proprio potere in due dita, pronto a scagliare un colpo micidiale contro l’angelo caduto. “Piccolo!!!” lo riconobbe Goku. “Fossi in te non lo farei…” si limitò a dire Latan. Il namekiano, pazzo di rabbia, ignorò le parole dell’angelo caduto. “Makankosappo!!!!!” urlò il namekiano scagliando il proprio colpo verso Latan, il quale però con un gesto lo rispedì al mittente ad una velocità ancora maggiore rispetto a quella con cui era stato lanciato. Il colpo trapassò la fronte di Piccolo perforandogli il cranio da parte a parte, facendolo cadere al suolo, senza vita. “Penoso! Simili insetti dovrebbero girarmi alla larga! E pensare che lo avevo pure avvertito!” commentò Latan con disprezzo. “Piccolo…” mormorò Goku colmo di rabbia e disperazione.
“E ora torniamo a noi…” disse l’angelo caduto rivolgendosi di nuovo a Gohan, che teneva sempre stretto per i capelli. Goku sapeva che implorare l’angelo caduto di lasciare stare il proprio figlio non sarebbe servito a nulla visto che non poteva udirlo, del resto anche se questi avesse potuto farlo, il saiyan non confidava di poter ottenere misericordia per il proprio figlio da un essere tanto efferato. Senza pietà, Latan portò le mani all’altezza dell’inguine di Gohan, quindi disse “Mmm… non credevo li avessi… sai? Beh, in ogni caso direi che per uno smidollato come te sono superflui, sei d’accordo?” disse l’angelo caduto, per poi strappare brutalmente i testicoli al figlio di Goku. La sofferenza del ragazzo era indicibile, al punto che il ragazzo svenne. “Come si può essere tanto spietati? Latan… giuro che me la pagherai! Gohan… povero figlio mio!” pensò Goku con le lacrime agli occhi. “ Non mi sono controllato! E’ svenuto! Lo avrei voluto far soffrire di più, ma direi che può andare bene così!” e così dicendo Latan lasciò cadere il corpo del giovane saiyan. “Damnation!” tuonò l’angelo caduto. Per disintegrare il corpo di una persona svenuta sarebbe bastato molto meno, e quell’esagerazione era segno del sommo disprezzo di Latan: di un simile essere non doveva restare nemmeno la polvere. Goku era rimasto senza fiato, anche il suo adorato Gohan era morto in un mondo senza aldilà… ed era quindi sparito per sempre. “Levati quel ghigno dalla faccia! Ora ti batterai con me! Specie di uccellaccio!” disse ad un certo punto una voce. Goku sapeva che prima o poi sarebbe arrivato, ma la cosa di certo non lo rendeva felice dal momento che era conscio del fatto che nemmeno lui avrebbe potuto sconfiggere Latan e che sfidandolo si votava a una fine certa. “No… pure tu, Vegeta…” furono le uniche parole che il saiyan riuscì a proferire. “Tu sei Vegeta… il principe dei saiyan! Non sei tenuto a batterti con me! Vorresti metterti dalla mia parte? Sono certo che insieme faremmo grandi cose!” propose Latan. Allo stesso modo di Goku, anche Vegeta rappresentava un essere che l’angelo caduto considerava degno di stima, in quanto persona che viveva per combattere e che ben si adattava al profilo ideale delle persone che dovevano popolare il suo universo. “Tsk! Vuoi scherzare? Io non mi metto dalla parte di nessuno! Io combatto solo per me stesso! Chiaro?” ribatté il principe dei saiyan. “Prima di metterti contro di me, voglio che tu sia cosciente di una cosa! Hai presente quel Goku, o Kakaroth, come lo chiami tu, che tanto brami di superare? Beh, l’ho ucciso! Pensi quindi che avresti speranze contro di me?” disse il guerriero dalle ali nere. Nell’udire queste parole, Vegeta rimase sconvolto… ma presto lo stupore divenne rabbia. Come aveva osato quel perfetto sconosciuto far venir meno l’obbiettivo che il saiyan si era prefisso in tutti quegli anni? Sarebbe dovuto essere lui a sconfiggere Kakaroth, e nessun altro. “Come hai osatoooooooo!!!!???” urlò Vegeta scagliandosi contro Latan, il quale però evitò ogni colpo del saiyan con irrisoria facilità, per poi schiantarlo al suolo con un attacco a due mani. Vegeta provò a rialzarsi, ma Latan gli atterrò con un piede sulla testa, facendogli affondare la faccia nel fango. Goku comprese che l’angelo caduto lo stava facendo apposta per umiliare Vegeta. Affondare con la faccia in quella melma era un affronto per un uomo orgoglioso quale era il principe dei saiyan, e questo Latan lo sapeva bene. “Visto che la fine di Goku ti sta tanto a cuore, ti eliminerò nello stesso modo in cui è morto lui! Ritieniti un privilegiato! Perire sotto Ebonrule non è cosa concessa a molti!” esclamò Latan per poi trafiggere il saiyan alla schiena con la propria spada infernale. Il sangue schizzò da ogni parte come una macabra fontana. Il colpo era stato mortale, e la salma senza vita del principe dei saiyan era immobile al suolo, immersa nel sangue e nel fango. Una morte indegna per un guerriero valoroso come Vegeta. Senza una parola, Latan si alzò in volo sino a giungere nello spazio aperto, nel quale dimostrò di potere resistere senza problemi, quindi con tono di chi emette una sentenza disse “Questo è un pianeta di sovversivi! Non lo voglio nel mio universo! Pertanto preferisco che sparisca per sempre!”. Senza altro aggiungere, Latan scagliò una Damnation di dimensioni colossali, facendo deflagrare l’intero pianeta Terra in un fragoroso boato.
Goku spalancò gli occhi e si ritrovò disteso al suolo, nell’aldilà. Era stato tutto un incubo? No, non avrebbe saputo dimostrarlo ma in cuor suo il saiyan sapeva che era stato un presagio. In qualche modo aveva avuto una finestra sul futuro. Quello sarebbe stato esattamente quanto sarebbe avvenuto se Latan avesse trionfato. E sapeva anche che non avrebbe mai potuto permetterlo. “Non ho idea di come farò… Latan!” pensò tra se e se Goku, mettendosi a sedere. “Ma io ti fermerò! Non permetterò mai che quanto ho appena visto si realizzi! Non mi interessa se sei invincibile o immortale! Io ti fermerò! Lo giuro!” mormorò il padre di Gohan alzandosi in piedi. Latan rimase sorpreso nel vedere Goku rialzarsi e disse “Ma tu… non muori mai?”. Goku assunse un’espressione determinata “Certo che morirò… ma tu non sarai qui per vedermi morire Latan! Perché io ti annienterò!!!”.
-
Meraviglioso! Fantastico! Unico! Divino! (già che ci siamo :asd:)
La crudltà e la potenza di Latan in questo episodio sono risaltati come non mai! Un vero mostro infernale!
Per Gohan mi è spiaciuto moltissimo (O_o ma quasi castrarlo cosi! :asd:)!
Pure Junior e Vegeta sono finiti male! Soprattutto il principe umiliatissimo! Va detto: Latan è un diabolico sadico senza pari! Wow!
Proprio una visione atroce! (chissà da dove è venuta?! :asd:
Ora Goku si rialza! Ma che farà? Arier è già stato assorbito!
-
Bel capitolo, cruento, ma niente male. Forse stai usando un po' troppe volte la formula "goku cade, goku si rialza più forte di prima", ma il tuo stile mi permette comunque di apprezzarne ogni utilizzo. Nel capitolo "coloro che fanno tremare il cielo" hai forse un po' esagerato con frasi pompose (una di arier, in particolare, l'ho trovata fin troppo ricercata ed elaborata), tuttavia per il resto è stato tutto ampiamente sui tuoi livelli. Ormai non resta che attendere la fine.
-
Hehehe! Grazie a tutti!
X Majin Broly: Per Goku si, ho dovuto ricorrere molte volte a questo espediente, ma diciamo che volevo accentuare la sua incrollabile determinazione, una delle sue caratteristiche peculiari (anche se praticamente adesso che si è riazato è pura "forza d'animo che cammina")
Per quanto riguarda la pomposità dei dialoghi eh... è un pò il mio stile, anche se a parziale giustificazione sta il fatto che effettivamente Latan e Arier sono dei personaggi di un lignaggio tale che parlare in questo modo non risulta strano in bocca loro! :asd:
-
Wow, un capitolo semplicemente formidabile! Però, devo ammettere che in certe scene mi sono sentita gelare il sangue...nelle scene della crudele, spietata e sadica tortura del malcapitato Gohan!! Mamma mia, ad ogni cosa che Latan gli faceva (fino a quando lo ha....evirato), mi veniva quasi da piangere! E Goku che assistiva impotente...
Concordo con A_O, Latan qui ha dato dimostrazione della sua malvagità più pura...non avevo mai visto tanta sadicità >_<!
Fortuna che tutto si è rivelato una terribile visione...e il nostro eroe si è rialzato!!! Mitico Goku!!!
-
Prima di ogni altra cosa,sono in lutto per i testicoli di Gohan!
I Pain Olympics a te non fanno bene, ti proibisco seduta stante di guardarli ancora! Sono ispiratrici di idee malsane a carico di poveri giovani! :lol:
Dio mio, se Latan è così sadico, come sarà l'amico Ghilly?! Orrore! Non oso immaginare!....tuttavia la cosa mi stuzzica parecchio!
Bene! Sarà finalmente la resa dei conti, dopo innumerevoli cadute e rialzate? :lol: Speriamo! Forza Final, stupiscici come solo tu sai fare!
-
questi ultimi due capitoli sono stati così emozionanti che nn riesco a trovare le par descrivere le sensazioni che ho provato nel leggerli. Forse la frase è un pò banale ma mi hanno sul serio lasciato col fiato sospeso.
-
final,dopo questo capitolo puoi fare anche una fanfic horror :lol:
Comunque,a parte gli scherzi,molto bello!Goku riesce sempre a trovare quella forza che ha solo lui.Chissà cosa succederà adesso...
-
EPISODIO 25: LA NASCITA DI UNA NUOVA LEGGENDA
“Sembra che la rabbia gli abbia ridato vigore e determinazione! Quello che ha visto deve essere stato realmente terribile!” disse una figura, in un luogo totalmente diverso rispetto a quello dove si stava svolgendo la battaglia, che stava seguendo l’andamento dello scontro da una sfera di cristallo. “Kakaroth mi sembra profondamente turbato! Mi dispiace che soffra tanto, ma immagino non vi fosse altro da fare!” aggiunse una voce femminile al fianco di quella che aveva parlato in precedenza. “Mi piacerebbe andare a dargli una mano! Erano anni che non mi sentivo prudere tanto le mani! Non hai idea di quanta voglia avrei di far abbassare la cresta a quel farabutto con le ali! Purtroppo non vi è modo di uscire da qui e raggiungere il Paradiso!” disse l’altra voce, che era quella di un maschio. “Non rammaricartene troppo, Bardack! Intendiamoci, anche a me piacerebbe andare ad aiutare nostro figlio… ma oggettivamente neppure noi potremmo fare molto contro Latan! L’unico che avrebbe delle possibilità è Ananke… si, lui potrebbe farcela, ma analogamente a noi, egli non può lasciare il Limbo!” rispose la propria interlocutrice Mellon, sua moglie. “Tsk… e dov’è adesso quello stupido vecchio mentre nostro figlio combatte per la salvezza della galassia? A farsi un sonnellino! Ma quanto diamine dorme quel vecchio rincoglionito?” disse con sarcasmo Bardack. “Beh… non potendo intervenire di fatto sarebbe stato come un leone in gabbia, considerando poi come lui e Latan si conoscano e i rapporti che li legano siano reciprocamente non idilliaci…” osservò Mellon. Bardack per un attimo provò ad immaginare la scena, e nella sua mente si materializzò l’immagine di Ananke che calciava via la sfera di cristallo in un impeto di rabbia urlando “Latan! Sei il solito idiota! Quando la smetterai di correre dietro alle tue cause idiote? Ti ritieni una grande e imbattibile divinità eh? Vieni qui e prenditela con me se ne hai il coraggio! Ti prendo quella spada della malora e te la ficco su per il c…”. Bardack ridacchiò sommessamente, per quanto egli fosse totalmente preso dalla sorte del figlio doveva riconoscere che quella sarebbe stata una scenetta assai divertente. Ad un certo punto Bardack cadde in ginocchio, respirando affannosamente, come se stesse risentendo di un enorme sforzo. “Non agitarti, Bardack! Trasmettere la tua abilità di precognizione a Kakaroth, sia pure per pochi minuti, da una dimensione isolata come questa a dove si trovava nostro figlio ha richiesto uno sforzo disumano da parte tua!” disse con tono apprensivo Mellon. La donna saiyan tornò a fissare la sfera. Loro avevano fatto quello che potevano, e poco importava se il loro figlio non avesse mai saputo che quell’aiuto era giunto nientemeno che da suo padre… ora tutto dipendeva da Kakaroth, ovvero Goku.
“Muori, Goku! La tua buona stella ti ha concesso di salvarti dal primo colpo di Ebonrule, ma il prossimo sarà quello che stroncherà definitivamente la tua esistenza!” disse Latan, sollevando la propria arma leggendaria. Goku sapeva che l’angelo caduto aveva ragione. Non avrebbe potuto sopravvivere ad un secondo colpo ed egli stesso aveva la forza per sferrare solo un ultimo attacco. In che modo avrebbe potuto tuttavia attaccare? Lo Ryuken e la Kamehameha si erano rivelati del tutto inefficaci e non vi era tempo per ricorrere alla Genkidama, ammesso e non concesso che si potesse rivelare risolutiva. Ad un tratto però, il saiyan si pose una domanda, formulando un’ipotesi di punto debole che l’angelo caduto avrebbe potuto avere. “E’ stato realmente il desiderio di non imbrattare di sangue la propria arma a spingere Latan a non ricorrere ad Ebonrule fino ad ora? Lo trovo plausibile, ma… se così non fosse? Se la sua remora a farne uso fosse figlia del fatto che essa rappresenta la sua fonte di forza ma, al contempo, il suo punto debole? Non posso avere la certezza che quanto penso sia esatto, ma è l’unica soluzione che mi viene in mente! Devo spezzare quella spada!” pensò tra se e se il saiyan. Goku aveva deciso, avrebbe tentato, del resto presto la lama violacea di Ebonrule si sarebbe abbattuta su di lui, dunque non aveva tempo di pensare ad altro. Il padre di Gohan si trasformò in Super saiyan III e raccolse tutta la propria energia in un pugno. I suoi occhi erano grondanti di lacrime, tanta era la determinazione che lo animava. Il suo animo era una supplica al fato, un’implorazione che l’idea che aveva avuto fosse quella giusta e che, soprattutto, il saiyan avesse avuto la forza per metterla in pratica. Gokuscagliò contro Latan nell’istante esatto in cui egli aveva iniziato ad abbassare la propria spada. Vi fu un’esplosione di luce accecante. Il pugno di Goku e la lama di Ebonrule collisero l’uno contro l’altra. “Cosa stai cercando di fare, Goku?” chiese sorpreso Latan, il quale poi pensò “Che abbia dunque compreso?”. Goku colse l’inquietudine nella voce dell’angelo caduto. Non vi erano dubbi. Era proprio Ebonrule il punto debole di Latan, e spezzandogliela il saiyan avrebbe ottenuto la vittoria. Ad un tratto però sul volto del malvagio apparve un sorriso di scherno, Goku sentì una forza incredibile schiacciarlo verso il basso, provò un dolore lancinante, e fiotti di sangue schizzarono da ogni parte del suo corpo. La pressione della spada demoniaca aveva ulteriormente aperto le innumerevoli ferite riportate dal saiyan. Il figlio di Bardack urlò per l’agonia che pervadeva ogni membra del suo corpo. “Povero idiota! Eri davvero convinto di poter spezzare la mia spada con la tua ridicola forza? Neppure Ananke, l’unico guerriero capace di sconfiggermi ai tempi delle grandi guerre demoniache è riuscito mai nemmeno ad incrinare la lama di Ebonrule! Hahahaha!!!” tuonò Latan. Ad un tratto però la lama dell’infernale arma iniziò a risplendere di una luce intensissima. “Cosa? Che sta succedendo? E’ la prima volta che vedo Ebonrule emanare una luce di questo tipo!” sussultò Latan. L’arma dell’angelo caduto iniziò a vibrare, come scossa da una forza misteriosa, lasciando sempre più incredulo il malvagio dalle ali nere. “No… sono i Re Kaioh! E Arier! Stanno agendo dall’interno della spada! Non può essere! Chiunque venga assorbito dalla mia spada cade in uno stato di catalessi da cui è impossibile risvegliarsi!” pensò Latan per poi volgere il suo sguardo a Goku. Il suo occhio era traboccante di odio. “Tu!!! Sei stato tu! Come hai fatto!? Dannato!!!” urlò l’angelo caduto. Il saiyan non rispose, sembrava che non si stesse rendendo conto nemmeno lui di quanto stava accadendo. Non era stato qualcosa di volontario, era stata unicamente la forza di volontà del saiyan, che andava aldilà di oltre limite umano, a svegliare le divinità e lo zefiriano all’interno della spada. Ora Ebonrule subiva forti sollecitazioni tanto dall’interno quanto dall’esterno, e ben presto accadde l’incredibile: una crepa apparve sulla lama della spada. “Nooo!!! Non può essere vero!!! E’ assurdo!!! Smettila subito!!!” urlò Latan, per la prima volta realmente in preda al panico. Goku per tutta risposta emise un urlo disumano e con un ultimo sforzo spezzo in due la leggendaria spada demoniaca! Il miracolo era avvenuto. La forza d’animo di Goku era stata tale da risvegliare le divinità rinchiuse nell’arma infernale, ciò aveva reso possibile la sconfitta di Latan. Non vi erano dubbi: il figlio di Bardack non era una persona qualunque, il suo potere interiore era quello di una persona a cui era data la facoltà di compiere dei miracoli, e l’angelo caduto l’aveva scoperto nel modo peggiore. Un bagliore intensissimo venne emanato dal petto del malvagio essere, il quale aveva realizzato come fosse giunta la sua fine. “Impossibile!!! Il mio corpo si sta disintegrando assieme alla spada!!! Nooo!!! Gokuuu!!!!! Che tu sia maledetto!!!!!!!! Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaarg!!!!!” in un’esplosione colossale, simile a quella di una stella, l’angelo caduto scomparve, senza lasciare più nulla a testimonianza della sua precedente esistenza. Stavolta non era mera illusione, il trionfo delle forze del bene era realmente avvenuto, e Goku era riuscito a salvare l’universo intero da un pericolo fatale, e anche se nel mondo dei vivi nessuno sarebbe venuto a conoscenza dell’impresa da lui compiuta, i Re Kaioh, Arier ed Elore, Pai Ku Han, e tutti coloro che vivevano nel Paradiso sapevano che l’aver sconfitto Latan aveva consacrato il figlio di Bardack come un nuovo eroe leggendario.
-
Svuotato di ogni energia, il corpo esanime di Goku precipitò verso il suolo, ma prima che potesse schiantarsi, Arier, appena liberatosi dalla spada, lo afferrò al volo. “Sei stato grande Goku! Goku!?” lo chiamò lo zefiriano, il quale si rese conto con orrore di come l’amico non respirasse più. “No!!! Goku!!! Non puoi lasciarci proprio adesso!!! Goku!!! “ urlò Arier cercando di scuotere il corpo del saiyan, il quale però non dava segni di vita. Anche i cinque Re Kaioh si radunarono attorno al corpo dell’eroe, che non aveva esitato a dare tutto se stesso, consumandosi fatalmente pur di sconfiggere il nemico. “Figliolo ti prego! Di qualcosa!!!” lo implorò Re Kaioh del Nord portandosi al capezzale dell’allievo. Sul volto del buffo essere sgorgavano copiose lacrime di dolore all’idea di perdere per sempre quel ragazzo straordinario. “Gokuuuuu!!!!” urlò Elore trascinandosi verso il corpo dell’amico. La bella zefiriana strisciava nella polvere e nel fango, ma non le importava, ora tutti i suoi pensieri erano rivolti alla sorte in cui era incorso colui che aveva sconfitto Latan. Arier la raggiunse celermente aiutandola a rialzarsi. In quel momento tutti i presenti percepirono delle aure avvicinarsi, e in esse riconobbero gli altri guerrieri del Paradiso. “Voi qui?” chiese sorpreso Arier. “Si! Pai Ku Han ci ha detto di aspettare poco distante da qui, ma ora non percepiamo più l’aura malvagia di Latan!” disse Olibu per poi volgere il proprio sguardo verso Re Kaioh del Nord, assumendo un’espressione sollevata “ Signore! Siete lib…” ma prima che potesse finire di parlare, si accorse dell’espressione disperata sul volto della divinità, quindi volse lo sguardo e vide il corpo di Goku orribilmente ferito in molti punti, e che non dava segni di vita. “Oh no… Goku…” mormorò egli con un filo di voce. “Spostatevi!” urlò una voce. La massa di guerrieri del Paradiso si aprì lasciando passare un uomo di bell’aspetto dalla pelle verde, e dai lunghi capelli color arancio. “Zardock!” lo riconobbe Pai Ku Han, rialzandosi in quel momento. “Chi è? Lo conosci?” chiese Elore rivolgendosi ad Arier. “Ne ho sentito parlare… è un alieno del pianeta Zard, il penultimo sovrano ad essere salito al trono prima della distruzione di quel pianeta, ad essere precisi, si dice che sia il curatore più abile dell’aldilà! Forse lui sarà in grado di salvare Goku!” rispose egli. Lo zardiano si piegò su Goku e assunse un’espressione allibita. “Non posso credere che qualcuno possa essere sopravissuto dopo aver riportato tutte queste ferite! La sua tempra è incredibile!” constatò egli. “Puoi salvarlo?” chiese Elore. “Si… posso farlo! Modestamente sono piuttosto bravo! Una persona deve essere morta perché io non riesca a curarla!” rispose lo zardiano. Egli alzò lo sguardo e vide che tutti lo vedeva perplessi “Vabbeh, morta una seconda volta! Quanto siete pignoli!” borbottò egli. Dimostrando la propria maestria, Zardock iniziò a curare il saiyan con la sua tecnica del tutto particolare, basata sull’utilizzo di filamenti di energia dai poteri terapeutici. “E’ una tecnica molto particolare… non ho mai visto nulla di simile! Sta utilizzando quei filamenti per chiudere le piaghe, anche quelle interne, rigenerando con la loro energia positiva il tessuto mancante… quest’uomo sarebbe letteralmente capace di ricostruire un corpo da zero…formidabile!” pensò sorpreso Arier. Il volto di Zardock era una maschera di concentrazione, sapeva che un minimo errore sarebbe stato sufficiente a compromettere irrimediabilmente la sopravvivenza della persona che stava curando. Neppure un ricostituente del calibro dei senzu sarebbe stato sufficiente a salvarlo, in quanto il corpo di Goku era impregnato della negatività a causa della ferita inflittagli da Ebonrule. A riprova di questo, durante l’operazione di Zardock, del liquido nero sgorgò dal corpo del saiyan. “Che cosa orribile! Questo ragazzo sarebbe stato spacciato se si fosse sottoposto solamente a cure ordinarie! Qualunque cosa gli abbia inflitto questa ferita doveva avere un potere maligno incommensurabile! Non riesco davvero a credere che abbia combattuto con questa negatività in corpo! “ pensò lo zardiano. Dopo diversi minuti in cui tutti aveva seguito l’operazione con il fiato sospeso, Zardock si alzò. Tutti rimasero silente in attesa di un suo responso. Zardock fece un profondo respiro e disse con un sorriso “Ce l’ho fatta! E’ salvo!”. Un boato di urla gioiose accolse la notizia. “Sono davvero contento per lui! E’ un tipo davvero in gamba! Ci ha salvati tutti!” esclamò Dai Kaioh passandosi l’avambraccio sulla fronte, sudata per la tensione. “Vostra eccellenza, mi permetta di consigliarle di farsi fare un controllo da me, più tardi! E come lei tutti quelli che sono entrati in contatto con quella spada! Non si sa mai!” disse Zardock avvicinandosi alla divinità. “Grazie per il consiglio! Verrò certamente!” annuì Dai Kaioh. “Ti ringrazio dal più profondo del cuore per aver salvato il mio amico Goku!” disse Arier avvicinandosi allo zardiano. “Lo stesso vale per me!” si aggiunse Pai Ku Han. “Figuratevi! Non mi dovete ringraziare! Sono un curatore! Era mio dovere farlo! Sono anzi io ad essere contento di permettere a qualcuno che ha compiuto un impresa leggendaria come sconfiggere l’angelo caduto di continuare ad esistere!” rispose Zardock.
“Ce l’ha fatta!” esclamò Mellon con un sorriso compiaciuto, non era da saiyan lasciarsi andare a scene di felicità incontenibile, ma il suo cuore ero gonfio di gioia per la salvezza di suo figlio. “Sono orgoglioso di te, figlio mio! Certo, hai una discutibile adorazione per esseri insulsi quali sono i terrestri, ma è un difetto che ad un guerriero del tuo calibro si può perdonare!” pensò tra se e se Bardack. Nella mente del saiyan cominciarono a materializzarsi immagini in rapida successione. Vide Goku, con le braccia sollevate al cielo, plasmare una sfera di energia di dimensioni gigantesche e scagliarla contro un mostro di piccole dimensioni ma dalla forza terribile, la cui pelle era rosea e i suoi occhi scarlatti e malvagi, vincendo una prima resistenza trasformandosi in super saiyan e facendo deflagrare quel colpo in un’esplosione che disintegrò totalmente il nemico. Lo vide poi trasformato in Super saiyan III, scagliarsi contro un mostro gigantesco che stava distruggendo la città, trapassandolo da parte a parte con lo Ryuken e polverizzandolo completamente. Stentò a riconoscerlo nell’immagine che seguì, con quella chioma leonina color d’ebano e la peluria scarlatta che ne circondava gran parte del corpo, mentre scagliava una Kamehameha di potenza inaudita contro un Ohzaru dorato, facendolo stramazzare al suolo, sconfitto. Non avrebbe saputo spiegarsi perché, nella successiva visione, suo figlio gli apparve come un bambino, e lo vide scagliarsi in mezzo ad una moltitudine di raggi energetici, e utilizzando ancora una volta il proprio pugno del drago, trapassare da parte a parte quello che aveva tutta l’aria di essere un cyborg, per poi finirlo con una Kamehameha. Infine, come nella prima visione, lo vide generare una sfera di energia ancora più grande di quella vista in precedenza, e scagliarla contro un essere mostruoso dalla pelle bianchissima, dalle sembianze draconiche. Bardack sorrise e pensò “Si… tu compirai ancora molte imprese, figlio mio! Che mi renderanno sempre più fiero di te!”.
“Guardate! Sta aprendo gli occhi!” disse Elore. Tutti si avvicinarono all’eroe che aveva sconfitto Latan e videro il saiyan risvegliarsi lentamente. “Goku! Ciao!” gli sorrise Elore. “Mmmm…” gemette Goku. “Che c’è figliolo, vuoi dirci qualcosa?” chiese Re Kaioh del Nord avvicinandosi. “C.. che c’è per cena?” chiese il saiyan. I presenti rimasero interdetti per qualche istante, per poi scoppiare una risata collettiva. Goku non sarebbe mai cambiato, e tutti erano al settimo cielo per riaverlo tra loro esattamente com’era.
E nella prossima "puntata", l'epilogo di questo special! :)