Eccomi come promesso. XD
Dunque, la storia in questione è incentrata sulla coppia Yamcha/Bulma, con Yamcha che narra in prima persona in cinque momenti differenti della storia di Dragon Ball. Chiarisco la questione sull’aderenza alla traccia: è vero che Toriyama in un certo senso ci mostra come loro due si mettono insieme, ma è anche vero che da alcuni loro atteggiamenti fa capire chiaramente che sono una coppia molto instabile (d’altronde nasce come storia comica, quindi non c’è alcun intento di approfondire seriamente la questione). Ho dato quindi per scontato di poter liberamente partire da uno dei tanti salti temporali dell’opera per immaginarmi che loro due si siano lasciati (non ancora in maniera definitiva) e che poi tornino insieme. Tenendo conto che Bulma nel manga si lamenta spesso della loro relazione e fa capire che è un continuo “tira e molla”, non è poi così strano pensarlo.
Da lì in poi ho cercato invece di seguire fedelmente il manga, provando anche a interpretare i motivi che stanno dietro l’atteggiamento dei vari personaggi (non so se ci sono riuscita, ma devo ammettere che a volte Toriyama sembra proprio farli comportare a caso tanto per far andare avanti la trama XD). L’unica ispirazione filler che mi sono concessa è la madre di Bulma dopo Freezer, semplicemente perché non è in contraddizione con niente e anzi mi è sempre parsa azzeccata.
Ci sono alcune frasi che ho citato dal manga, vi dirò alla fine da che punti le ho prese.
Altra cosa: alcuni dialoghi sembrano non tenere del tutto conto di alcuni eventi/personaggi/situazioni; questo non perché non conosca bene Dragon Ball, ma perché se mi fossi messa a fare le pulci su tutto avrei scritto un mega tomo che con l’amore non c’entrava nulla. XD So benissimo quindi che anche Goku ha in gran parte merito/colpa di alcune situazioni, so che anche Trunks è fondamentale in altre, ho solo evitato di allungare il brodo.
Ultimo appunto per i più curiosi: “Usagi-sama” potete tradurlo “Sua Altezza il Coniglio”, mentre “Neko-chan” sta all’incirca per “Gattina”. Con i nomi sono una frana, quindi fatevene una ragione. :asd:
BUONA LETTURA!
Nelle mani del mio assassino
Parte prima.
La giovane sorseggiò la granita e mi prese a braccetto camminando sulla strada in terra battuta.
Era una bella sensazione, dopo tanto tempo passato a guardare le gambe delle ragazze senza mai riuscire a rimorchiare. Pual continuava a rimproverarmi per questa mia abitudine, diceva che stavo diventando maniaco come il maestro Muten e che per questo non mi sarei mai sposato, ma quel giorno le cose stavano andando diversamente.
Pual non c’era, e io avevo un appuntamento.
Alla faccia di quando vedere una donna mi faceva tremare le gambe.
«Yamcha» mi disse la ragazza. «Che ne dici di andare fuori dal villaggio di Usagi-sama? C’è un bellissimo bosco, voglio fartelo vedere.»
«Ma certo, Neko-chan!» risposi io, e le sorrisi.
Quanto mi piacevano i suoi occhi. Erano grandi, luminosi e tentatori.
Ma soprattutto, erano azzurri.
Il mio cuore sussultò.
Quelle iridi, me ne resi conto solo in quel momento, erano il vero motivo per cui stavo in sua compagnia. Perché, per quanto non volessi ammetterlo, mi ricordavano lei.
«A cosa pensi?» mi chiese Neko-chan.
«Eh?» risposi, e iniziai a grattarmi la testa. «Ah, no, a niente, figurati!»
La giovane inarcò un sopracciglio. «Hai ancora paura che quel demone possa attaccarci?»
«Come? Piccolo, dici? Ma no, ormai sono passati due anni da quando il mio amico Goku l’ha sconfitto. Spero che in tutto questo tempo abbia smesso di infastidirci!»
Neko-chan sorrise. «Beh, se ci attaccherà tu mi difenderai, vero?»
Io sbiancai. «C-certo, certo, farò tutto il possibile.» L’avrei difesa, d’accordo, ma l’idea di trovarmi di fronte a quel mostro verde non mi piaceva per niente.
La giovane scoppiò a ridere. «Farai come il principe della leggenda di Usagi-sama?» mi chiese.
Io la fissai, mentre svoltavamo in una via sulla destra. «Di che parli?»
Lei continuò a farsi trasportare dalle risate. «Niente, è una roba sdolcinatissima che raccontano a tutti i bambini di questo villaggio! Di solito le ragazzine ci credono, ma io la trovo una cosa troppo zuccherosa per i miei gusti!»
Proseguimmo la nostra passeggiata, mentre le case di legno si facevano sempre meno fitte.
«Me la racconti?» domandai a un certo punto.
«Eh?»
«La leggenda» dissi. «Ormai mi hai incuriosito.»
Neko-chan si portò dietro l’orecchio una ciocca di capelli biondi. «E va bene, ma promettimi che non ti metterai a vomitare.»
Sorrisi. «Promesso.»
La ragazza sorseggiò di nuovo la granita, poi la gettò nel cestino alla sua sinistra, mentre un piccolo gatto nero attraversava la strada. «La leggenda parla dell’ultimo principe della dinastia di Usagi-sama, di cui non è provata in alcun modo l’esistenza. Questo principe si era innamorato di una fanciulla, ma non poteva sposarla perché lei non era nobile. Un classico, insomma.»
Il sole si fece largo tra le nubi, donando riflessi dorati ai suoi capelli.
«Sì, ci sono molte storie di questo genere» dissi.
«Già, è la solita leggenda dell’amore proibito. Lui e lei si incontravano di nascosto, e si amavano così tanto che iniziarono a sperperare il denaro per poter organizzare al meglio i loro incontri segreti. Un giorno, però, un terribile mostro attaccò il villaggio di Usagi-sama.»
«Non forte come quelli che ho incontrato da quando conosco Goku, immagino.»
Lei sorrise. «Beh, la leggenda dice che era potentissimo, ma sai come sono le storie. Magari avresti potuto ammazzarlo con un colpo.» Raggiungemmo l’inizio del bosco, respirando a pieni polmoni l’aria della natura. «Comunque niente, il mostro attaccò la casa della fanciulla mentre lei era nella foresta insieme al principe. Non appena i due furono avvertiti del pericolo, il principe partì per proteggere il suo villaggio e la sua amata, ma il mostro lo uccise.»
«Mmm,» dissi, «non è che per caso alla fine ci sono le sfere del drago o qualcosa del genere?»
Neko-chan inarcò un sopracciglio. «Le sfere del che?»
«Niente, niente, era solo per sapere se era davvero una storia tragica o no.»
«Beh, lo è» disse la giovane, e si sedette sotto un albero. «La leggenda dice che la fanciulla, rimasta sola nel bosco, avvertì un brutto presentimento.» Si bloccò, portandosi le mani alla bocca. «Oh, per carità, vuoi davvero che vada avanti?»
Io mi sedetti di fianco a lei. «Perché no? A me piace.»
Lei divenne rossa come un pomodoro. «Ma è una cosa sdolcinatissima, dai!»
«Ormai hai iniziato, voglio sapere come finisce.»
Neko-chan sbuffò. «E va bene» mormorò. «Il dolore che la fanciulla avvertì era il segno dell’amore profondo che la univa con il principe di Usagi-sama, che era morto per proteggerla. In seguito, anche lei fu uccisa dal mostro, ma prima che lui potesse sottomettere il villaggio fu ammazzato dall’esercito alleato. In onore dei due amanti fu eretta una statua, che ancora oggi è il simbolo di Usagi-sama. La leggenda dice che da allora, ecco, tutti gli abitanti della Terra…» si fermò, con il volto ora incandescente.
«E dai! Non riesco a capire se sei imbarazzata o schifata!» la presi in giro.
Lei si coprì il viso. «Entrambe le cose.»
Le misi una mano sulla spalla. «Credo di aver capito: da allora tutte le persone innamorate furono in grado di avvertire l’una il dolore dell’altra?»
La giovane annuì. «Nauseante, vero?»
Io sbattei le palpebre. «Perché? A me sembra una cosa molto romantica, invece. Sono sicuro che questa leggenda ha qualcosa di vero» dissi, e avvicinai la mano alla sua gonna.
Lei ritrasse la gamba di scatto e mi schiaffeggiò. Non provai dolore, anzi fu lei a farsi male, ma quel gesto mi fece comunque sussultare.
«Che intenzioni hai?!» esclamò Neko-chan. Il suo volto era ancora rosso, ma stavolta non sembrava più timidezza.
Sbattei le palpebre. «In che senso? Mi hai chiesto tu di venire da soli nel bosco!»
Lei si alzò di colpo e fece due passi indietro. «Ma che cos’hai capito?! Io volevo solo fare una passeggiata e rilassarmi sotto gli alberi!»
Mi grattai la testa. Avevo davvero frainteso?
«S-scusa» mormorai. «Non lo faccio più, promesso. Possiamo continuare a camminare se vuoi.»
Ma lei mi incendiò con lo sguardo. «Come sarebbe a dire?! Ormai l’hai fatto, non posso certo dimenticarmene! Non ti voglio più vedere!» esclamò, e si mise a scappare verso il villaggio.
«Ehi, aspetta!» esclamai io, ma lei se n’era già andata. Pensai di inseguirla, ma capii che ormai l’avevo combinata troppo grossa.
Aveva ragione Pual.
Per quanto mi sforzassi, non sarei mai riuscito a trovare una donna. E dire che perfino Goku era riuscito ad averne una! Possibile che fosse così difficile?
Sbuffai, mentre il mio sguardo si andò a posare su un monumento poco lontano. Decisi di raggiungerlo, mentre una lieve brezza mi scompigliava i capelli. La statua, a grandezza naturale, rappresentava un nobile in armatura, ferito da una spada, e una fanciulla a terra con la mano sul petto. Feci un passo avanti, affascinato da quell’opera d’arte.