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Ciò che mi ha contraddistinto da sempre dai miei compagni è stato il mio alto senso dell'ambizione, accompagnato, mio malgrado, da un altrettanto forte senso di pigrizia.
Mi piace rischiare, benché la fortuna non giri propriamente a mio favore, ma credo che provare a costruire qualcosa con le proprie mani ed assumersi pertanto le proprie responsabilità, anche in caso di "sconfitta" rappresenti un punto di crescita, qualcosa da cui partire per non ricommettere ancora il medesimo errore.
Chiaramente bisogna considerare il valore del rischio, ma grosso modo mi sarei comportato come Alessandro: meglio essere sconfitti da vincitore, che vincere da sconfitti.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Davyl
Ciò che mi ha contraddistinto da sempre dai miei compagni è stato il mio alto senso dell'ambizione, accompagnato, mio malgrado, da un altrettanto forte senso di pigrizia.
Mi piace rischiare, benché la fortuna non giri propriamente a mio favore, ma credo che provare a costruire qualcosa con le proprie mani ed assumersi pertanto le proprie responsabilità, anche in caso di "sconfitta" rappresenti un punto di crescita, qualcosa da cui partire per non ricommettere ancora il medesimo errore.
Chiaramente bisogna considerare il valore del rischio, ma grosso modo mi sarei comportato come Alessandro: meglio essere sconfitti da vincitore, che vincere da sconfitti.
Hai ragione, anche a me piace rischiare anche se sono in una situazione non favorevole. Mi sarei comportato come Alessandro. Davyl mi ha proprio tolto le parole di bocca :sisi:
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Come Alessandro.
Mi piace rischiare per avere di più.
Sempre che il rischio non sia troppo alto, in tal caso sarebbe da scemi.
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Io quasi sempre tendo a rischiare, ma a centinaia di milioni di euro non si puo' rifiutare e sinceramente credo che nessuno li rifiuterà :sisi:
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Io mi accontento molto facilmente. Non ho particolari ambizioni è voglio solo vivere bene. Per questo avrei fatto come Parmenione.
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Io mi accontento speso,ma quando un guadagno è facile da raggiungere senza rischi,mi impegno.
Quindi,un pò come tutti e due a seconda dei casi,ma più per Parmenione.
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Qui la state mettendo un po' tutti sul piano personale ma in realtà la scelta toccava le sorti di intere popolazioni.
La domanda da porsi è diversa dall'interrogarsi sulla mera ambizione, ma assomiglia molto di più al chidersi: è migliore una buona pace o un'ottima guerra?
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Kabu
Qui la state mettendo un po' tutti sul piano personale ma in realtà la scelta toccava le sorti di intere popolazioni.
La domanda da porsi è diversa dall'interrogarsi sulla mera ambizione, ma assomiglia molto di più al chidersi: è migliore una buona pace o un'ottima guerra?
Vero...
Tutti abbiamo preso il fatto storico e lo abbiamo paragonato a situazioni diverse, distaccandoci dal fatto storico.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Majin Broly
Il topic non fa menzione comunque della valutazione sulle forze in campo, del territorio, del peso delle forze alleate e nemiche. Posta così la questione, sembra che alessandro abbia tirato a indovinare, cosa che non è stata.
Alessandro si stava addentrando in territorio nemico, un territorio vasto e sconosciuto, e per giunta combatteva contro un nemico che era molto superiore come numero, si pensa che nella battaglia di Gaugamela l'esercito Persiano fosse 5 volte più numeroso, e aveva gli elefanti che i greci non avevano.
Il merito delle vittorie di Alessandro dipese dalla sua superiorità tecnica oltre che in alcuni casi dalla fortuna (si pensi a quando in India rischiò di morire, o al fatto che nella battaglia di Isso riuscì a catturare la famiglia di Dario III), certo le probabilità di vittoria erano buone ma ci volle comunque un bel coraggio, soprattutto quando la Macedonia iniziò a diventare sempre più lontana, credo siano stati questi i fattori che spingevano Parmenione ad essere prudente
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L'esercito persiano era superiore, e di molto numericamente, ma proprio grazie alle vittorie precedenti, che infusero fiducia e certezza di primeggiare, Alessandro nno deve aver considerato molto lo strapotere numerico dei persiani. Piuttosto è giusto il pensiero di Kabu: non personalizzate nè rednete personale tale scelta, Alessandro era un condottiero ma anche re di molte persone, aveva anche responsabilità.