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peccato se ten non si fosse distratto a parlare con vegeta forse sarebbe riuscito a finirlo però ora sono propio curioso di vedere cosa escogita vegeta per battere kano ma sono fiducioso mentre per piccolo la vedo male, se non interviene nessuno non sò propio come se la caverà
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EPISODIO 10: CRILIN HA UN NEMICO MORTALE
Intanto, in attesa che i suoi sicari tornassero, plausibilmente trionfanti, dalle missioni omicide da egli affidategli, Ghiller se ne stava pensoso davanti al pannello di comando. Teneva i gomiti appoggiati sul tavolo e le mani giunte con la punta delle dita a contatto con il mento. L’albino fissava con aria distratta un punto indefinito del soffitto, mentre la sua mente tornava al dialogo avuto poco prima con C-18. “In fondo non sono tanto ingenuo da dire che non mi aspettassi una reazione di questo tipo da parte sua… quella ragazza ha sofferto troppo perché possa cogliere la bontà delle mie intenzioni! Penso ci vorrà del tempo prima che possa tornare a fidarsi nuovamente di qualcuno! Dopotutto le uniche persone a parte me con cui ha avuto a che fare siamo state io, suo fratello, il dottor Gero e C-6. Già, C-6… che buffo! Quel rottame mal riuscito non solo è stato l’esecutore di ciò per cui 18 non potrà mai perdonarmi, vale a dire l’omicidio dei suoi genitori, ma è anche colui che ha fatto aumentare ancora di più la diffidenza di lei nei confronti degli altri! Rendendola inarrivabile, e incapace di aprirsi agli altri! Quegli stupidi androidi primitivi erano troppo simili agli esseri umani, e ciò ha spinto C-6 a instaurare un rapporto di amicizia con i due bambini! Però poi quell’idiota ha confessato il suo crimine! E 18 e suo fratello si sono sentiti traditi! Chiudendosi in maniera che ormai è difficilmente reversibile! Se ci ripenso mi verrebbe voglia di ricostruire C-6 soltanto per farlo esplodere una seconda volta! Stupido ammasso di rottami!” pensava tra se a se Ghiller. Ad un tratto un rumore attirò la sua attenzione, un suono monotono e ridondante. “L’allarme?” si chiese Ghiller posando il suo sguardo sul pannello di controllo per poi digitare rapidamente una serie di comandi sulla tastiera per poter visualizzare per mezzo dei satelliti chi si stesse avvicinando all’isola. Sul monitor apparve la figura di Crilin in volo, che si dirigeva a gran velocità in direzione della villa. “Cosa? Crilin? Che diavolo ci fa qui? Che sia riuscito a risalire alle tracce di C-18? Mi domando come ci sia riuscito! Ad ogni modo non può avere la certezza che io la tenga qui! Diciamo che in questo senso la mia buona reputazione mi tornerà utile per togliermi dai piedi questo scocciatore, nell’attesa che Kano, Slyfer o Kelpie lo facciano sparire dalla circolazione…” pensò tra se e se Ghiller, inizialmente sorpreso e per poi denotare soltanto una palese scocciatura. L’albino si alzò per poi uscire dalla sala comandi e recarsi verso la stanza di C-18, nel farlo passò davanti alle finestre e notò come il cielo fosse coperto da nuvole scure, avvisaglia di un temporale. “Uffa… ci mancava solo il tempo! Vuoi vedere che mi toccherà tenermi quel piccolo impiastro in casa finché non smette? Non posso certo fargli capire che ho fretta di mandarlo via! Si insospettirebbe!” pensò tra se e se Ghiller, scuotendo la testa contrariato.
“Oh no! Tra un po’ si scatenerà un diluvio! Meglio sbrigarmi! Per fortuna da quel che ne so quel Ghiller dovrebbe essere una bravissima persona! Penso avrà il buon cuore di tenermi al riparo! Anche se mi domando cosa ci sia andata a fare C-18 da lui…” si chiese il terrestre, per poi avere un sussulto “Potrebbe essersi fermata per starsene per conto suo per un po’… magari non ha nemmeno incontrato il padrone di casa! Dopotutto quell’isola è enorme! In quel caso speriamo che dopo che Baba l’ha individuata non si sia spostata nel frattempo! Uffa! Ma perché deve essere così sfuggevole? Sono davvero maledetto con le donne!” rifletté Crilin che quindi, un po’ per la pioggia incombente e un po’ perché sapeva che più tempo passava e più era possibile che C-18 lasciasse l’isola, aumentò la velocità di volo.
C-18 intanto se ne stava, come in precedenza, sdraiata sul letto, totalmente inerte e del tutto incapace di muoversi. Come sarebbe uscita da quella situazione? Era fuori discussione che ella si arrendesse alle pressioni di Ghiller, e anche che potesse considerarlo un giorno diversamente dal pazzo psicotico e pericoloso che era. Ad un tratto ebbe un sussulto nel sentire la porta della camera spalancarsi e vedere la figura dell’albino materializzarsi nuovamente innanzi a lei. “Mi dispiace ma abbiamo visite! E per quanto non ti ritenga la tipica fanciulla in pericolo che implora l’aiuto degli altri mi vedo costretto a disattivare nuovamente i circuiti che ti consento di parlare!” annunciò Ghiller. Nel sentire che qualcuno stava raggiungendo la villa, un terribile sospetto si insinuò nella mente della cyborg. “Chi?” chiese lei. “Hehehe! Il piccolo Crilin! Quante storie per un bacio! Non ti si stacca più di dosso quello!” ridacchiò Ghiller. “NO!” urlò istintivamente C-18, per poi pensare “Maledetto stupido! Cosa stai venendo a fare qui? Vattene!”. La reazione della bionda non era però sfuggita a Ghiller, e la cosa non aveva mancato di sconcertarlo. “Che reazione… sembra proprio che tu ci tenga molto a lui…” constatò l’albino, il quale dopo aver riflettuto un attimo sulla cosa si infuriò. “No! E’ impossibile! Non dirmi che ti sei innamorata di lui!” la accusò lo scienziato. “No! Ti sbagli!” negò C-18, consapevole che se Ghiller avesse saputo dei sentimenti che stavano nascendo nel cuore della cyborg Crilin si sarebbe trovato in gravissimo pericolo. L’uomo dagli occhi scarlatti era l’ultima persona che fosse consigliabile farsi nemica. Oramai però Ghiller aveva mangiata la foglia, e le parole della bionda non erano riuscite a persuaderlo. La spontaneità della reazione avuta in precedenza l’aveva tradita. L’albino era troppo intelligente per non averlo capito, e a quel punto raggirarlo era diventato impossibile. “Non cercare di farmi passare per stupido! Il tuo sguardo non mente! Non è possibile! Credevo che il tuo rifiutarmi fosse dettato dal fatto che il tuo cuore fosse ormai chiuso ad ogni sentimento positivo, e invece… invece ciò che a me è precluso, ovvero il tuo amore… tu lo provi per quella nullità! Per quell’inetto! Tu preferisci quel mediocre a me! All’uomo più geniale del pianeta!” inveii lo scienziato. Ghiller era letteralmente fuori di se, e il suo volto era una maschera di folle rabbia. C-18 provò a ribattere nel disperato tentativo di togliere Crilin da quella situazione di pericolo, ma si accorse di come Ghiller le avesse tolto nuovamente la possibilità di parlare disattivandole i circuiti. “Possibile che una donna così bella, sensuale e affascinante sia anche tanto stupida? Crilin deve forse tutta la considerazione che nutri nei suoi confronti al fatto di averti riportata in vita? Come se gli fosse costato qualcosa! Lui ha compiuto quel gesto in maniera dichiaratamente disinteressata, ma in realtà l’ha fatto soltanto per far leva sulla tua riconoscenza per averti tutta per se! Lui è soltanto un intrigante…. piccolo ipocrita!” disse l’albino per poi muoversi, con cadenza che tradiva il suo stato di alterazione verso la porta. Lo scienziato si fermò sull’uscio e si rivolse ancora una volta alla propria muta interlocutrice asserendo “La debolezza di quell’uomo si paleserà innanzi a te in tutta la sua lampante evidenza dal suo confronto con me! Lo schiaccerò nella mia mano come un insetto schifoso! Non avrà via di scampo!” le ultime parole di Ghiller furono accompagnate da un violento tuono e da una saetta che illuminò di luce bianca il muro dietro di lui, proiettando la sua ombra sul medesimo e, forse per mera suggestione C-18 avrebbe giurato avesse una forma demoniaca. “Mi spiace per te, Crilin, ma hai elemosinato affetto alla donna sbagliata! Lei è mia, e non consento a nessuno di mettere le mani su ciò che mi appartiene!” mormorò infine l’uomo, pervaso dalla rabbia.
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Intanto Crilin aveva fatto il suo ingresso nel cortile della villa, avendo trovato il cancello aperto, la pioggia battente lo portava a muoversi in maniera sollecita verso la porta d’ingresso dell’edificio. Sebbene infatti Crilin fosse una persona fuori dal comune, e che quindi le possibilità di ammalarsi fossero per lui praticamente inesistenti, l’idea di presentarsi davanti a C-18 bagnato come un pulcino non lo allettava particolarmente. “Strano… non ci sono campanelli da suonare… proverò a bussare!” pensò il piccolo terrestre, fermatosi sotto il porticato che dava al portone d’ingresso. Egli però non ebbe nemmeno il tempo di mettere in atto tale proposito che la porta si aprì da sola, facendo sussultare leggermente l’allievo di Muten. “Questa poi… vabbeh! Meglio così!” bofonchiò Crilin per poi entrare. “C’è nessuno!!!??? E’ permesso!!!???” urlò egli, allo scopo di informare chiunque eventualmente fosse presente nella casa di come non fosse sua intenzione introdurvisi furtivamente come un ladro. Non si udì alcuna risposta. “Forse Ghiller non è in casa… comunque è strano che in una villa così grande non vi siano domestici… mi domando come fa a tenerla pulita!” pensò l’uomo tra se e se mentre si muoveva con circospezione all’interno dell’abitazione, guardandosi intorno nel buio della medesima. “Ma dove sono gli interruttori della luce?” pensò tra se e se Crilin mentre andava a tentoni sulle pareti, salvo poi rinunciare al proposito. “Questa villa è davvero strana!” commentò mentalmente egli mentre avanzava, ignorando come anche il sistema di illuminazione fosse totalmente regolato da Ghiller stesso e dal computer centrale della casa. Le finestre comunque permettevano a Crilin di avere la luce sufficiente quantomeno per orientarsi un pochino. Ad un certo punto egli entrò in una grande sala, plausibilmente il soggiorno. “Mmm… cominciò a pensare che C-18 non sia qui! Forse è meglio che me ne vada!” decise Crilin per poi voltarsi. In quel preciso istante un lampo illuminò la stanza, e l’allievo di Muten vide Ghiller seduto su una poltrona, fissarlo in silenzio con i suoi occhi scarlatti. Crilin ebbe un sussulto, in quanto non si aspettava che vi fosse qualcuno in quella stanza, senza contare che gli occhi dell’albino avevano un che di inquietante, soprattutto se visti all’improvviso. “Oh… mi perdoni! L’ho spaventata?” chiese Ghiller con un sorriso gentile. “Ah! Ma è qui! Hehehe! Salve… no, guardi è lei che mi deve perdonare per essermi introdotto in casa sua… Ghiller, giusto? Comunque mi chiamo Crilin! Piacere di conoscerla!” rispose l’allievo di Muten, imbarazzato. “Si! Molto lieto! Non importa… avevo visto che stava arrivando!” disse l’albino, le cui parole furono accompagnate dall’improvvisa accensione di tutte le luci della sala. “Ah, dunque è per questo che la porta prima si è aperta da sola! Hehehe! Ha usato un pannello di controllo, vero?” chiese Crilin. “Diciamo di si… comunque, cosa posso fare per lei?” chiese il padrone di casa, riuscendo perfettamente a sembrare la persona filantropa e disponibile corrispondente alla propria immagine pubblica. Crilin si rilassò, doveva confessare che la prima sensazione che aveva provato al cospetto di quell’uomo misterioso era stata decisamente sgradevole, ma dopo il primo scambio di battute aveva compreso come Ghiller fosse una persona molto a modo, ed estremamente affabile e disponibile, anche se un tantino riservato. “La ringrazio per la sua disponibilità, e le chiedo anticipatamente scusa per la strana domanda che sto per porle… ma, ecco… quello che volevo sapere era se…” abbozzò Crilin. “Non esiti, la prego!” lo esortò gentilmente Ghiller. “Ecco… io volevo sapere se aveva visto una donna bionda con gli occhi azzurri girare per i suoi possedimenti!!” chiese l’allievo di Muten. L’albino finse sorpresa nell’udire la domanda che in realtà era proprio quella che si aspettava. “Una domanda un po’ bizzarra la vostra! Mi domando cosa mai ci verrebbe a fare la sua amica sulla mia isola! Comunque no, temo di non poterla aiutare!” rispose egli. Crilin assunse un’espressione delusa. A quanto pare C-18 non si era fatta vedere dal padrone di casa. “La ringrazio! E’ stato comunque gentilissimo! Tolgo il disturbo!” disse il l’amico di Goku, intenzionato a congedarsi senza abusare ulteriormente dell’ospitalità dello scienziato. “Come? Se ne va di già? Con questo tempo? Ma no! Resti!” disse Ghiller cercando di dissuadere Crilin dal lasciare la villa. “Hehehe! Non si preoccupi! Sono un tipo robusto io! Non mi faccio certo fermare da due gocce!” rispose l’ospite voltandosi, determinato a non desistere dal suo proposito. Sul volto di Ghiller apparve un sorriso diabolico, e mormorò “La mia non era una richiesta…”. In quel momento risuonò un tuono, che però fu sovrastato da un altro rumore: l’urlo straziato del povero Crilin.
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episodio tranquillo ma il finale mi ha lasciato di stucco, non pensavo che ghiller agisse così velocemente. chissà cosa è accaduto al povero crilin
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Vai! Ecco il fatidico incontro! Anche se per ora è stata tutta una farsa dell'albino! :asd:
Voglio proprio vedere che ha fatto a Crili (anche se rammento una certa pistola o qualcosa del genere...)
U_u Ghilly geloso! Questo è solo un male per quel poveraccio!
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Final, sono molto contenta di tornare a leggere anche i tuoi capitoli :D!!
Iniziamo dunque con il commentare il 9: Le cose per il nostro Vegeta non sono affatto messe bene, Kano è davvero incredibile, forse non sarà poi un mostro in fatto di forza, eppure ha saputo mettere in ginocchio il principe, che tuttavia sta resistendo egregiamente! Uhm, anch'io non mi sarei aspettata l'intervento improvviso di Tenshinian, che è riuscito a mettere fuori gioco l'androide, almeno per un po'... Anche se poi, se non fosse stato per Vegeta, sarebbe finito infilzato come uno spiedino...Bellissime le parole del saiyan sul merito di un guerriero... Mi sono piaciute davvero :sisi:!
Caspita, Slyfer è a dir poco tremendo! Mamma mia, è riuscito a danneggiare i sensi di Piccolo, nonostante egli sia ricorso all'espediente della mutilazione delle orecchie e alla concentrazione per contrastare l'attacco del nemico. Purtroppo il tempo stringe per Gohan, e il namekiano adesso non ha neppure la possibilità di rigenerarsi...
Bravissimo Final!!! :D
Adesso dedichiamoci al 10: Ecco che rivediamo Ghiller...le sue ipotesi sulla freddezza della bionda cyborg nei suoi confronti mi hanno sorpresa...i suoi sentimenti dunque sono davvero sinceri... Ahi, povero Crilin! C18 ha sbagliato a far trapelare le sue emozioni al solo udire il nome del terrestre! Chissà cosa gli avrà fatto lo scienziato... I tuoni e la pioggia hanno rappresentato uno scenario fantastico, degno dei film più misteriosi e colmi di suspance...
Grandioso!!
Attendo con ansia i prossimi episodi Final :ok:!!
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Bellissimo lo special su ghiller!(cosa sarà successo al povero crillin?)
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EPISODIO 11: DUE COMBATTENTI FORMIDABILI
Un dolore intenso, lacerante, prolungato e ripetuto pervadeva ormai ogni centimetro del corpo di Vegeta. Malgrado la sicurezza ostentata dal principe dei saiyan, lo scontro con Kano stava sempre più assumendo i connotati di un vero e proprio massacro. Per quanto il padre di Trunks resistesse stoicamente, senza stramazzare al suolo dando modo al cyborg di infliggerli il colpo di grazia, erano oramai passati diversi minuti dall’ultimo colpo che il saiyan era riuscito a mettere a segno. Debilitato dalle onde blutz a polarità invertita, il guerriero si trovava ad essere inferiore in tutto alla creatura di Ghiller, complice il fatto di non avere più nemmeno l’energia sufficiente a trasformarsi in Super saiyan. “Come pensi di potermi battere? In questo modo forse?” lo provocò Kano per poi colpire l’avversario con una fulminea ginocchiata in volto il proprio avversario. L’impatto fu terrificante, come deducibile dagli esiti. La faccia di Vegeta era una maschera di sangue. Il setto nasale era stato totalmente devastato dal colpo, e il dolore che pervadeva il principe era inaudito, malgrado questo però, il saiyan alzò di nuovo lo sguardo verso Kano, che assisteva compiaciuto al buon esito del proprio attacco, aspettandosi di aver piegato definitivamente la resistenza di Vegeta. Le parole del marito di Bulma però furono sorprendenti nella loro superba irriverenza. “Non mi ricordavo che questo posto fosse così pieno di insetti! Uno ha avuto persino l’ardire di appoggiarsi sul mio naso!” disse provocatorio Vegeta. Così dicendo il saiyan espanse la sua aura, pronto a scagliare un attacco contro il cyborg, il quale, tuttavia, non ne parve affatto turbato, ne alterato dalla strafottenza del tutto fuori luogo ostentata dal suo avversario. Analogamente al sofferente Vegeta, tuttavia, anche Kano si stava trattenendo. In realtà che quel moribondo con un piede nella fossa si facesse beffe del suo potere lo irritava profondamente, ed era vivo in lui il desiderio di fargliela pagare. “Fai il duro eh? Ma chi credi di impressionare? Sei orgoglioso al punto di non riconoscere la superiorità del tuo avversario nemmeno sul punto di morire? Molto bene! Ti farò a pezzi poco a poco, il tuo corpo e con esso il tuo stupido ego!” disse Kano per poi scagliarsi contro il saiyan tempestandolo di pugni prima ancora che egli avesse il tempo di sferrare la propria offensiva. Il padre di Trunks sentiva le proprie costole vibrare, sul punto di spezzarsi, punto a cui qualcuna peraltro giunse. Kano lo stava letteralmente massacrando. Ad un tratto, però, gli occhi, chiusi per il dolore provato da Vegeta, si spalancarono, come se qualcosa fosse finalmente cambiato. Con un movimento repentino il saiyan afferrò entrambe le braccia di Kano, impedendogli di muoverle. “Ma… cosa è successo?” chiese Kano, nel disperato, quanto vano, tentativo di divincolarsi. Per tutta risposta Vegeta si tramutò in Super saiyan, sotto lo sguardo incredulo dell’androide. “Oh… ma tu guarda! Sembra che io abbia recuperato le forze!” commentò beffardo il saiyan. “No… non è possibile! Tu stai bluffando! Non è possibile che tu possa aver recuperato le forze! Non ho smesso nemmeno per un istante di irradiare le mie onde Blutz a polarità invertita! Non solo non avresti più potuto recuperare le forze, ma mi saresti dovuto crollare davanti praticamente da solo!” disse Kano, il quale non ci stava capendo assolutamente nulla. “Dici? E allora perché non provi a colpirmi?” disse il saiyan con aria di sfida. “Non sfidare la sorte, Vegeta!” urlò il cyborg sferrando un potente pugno al volto di Vegeta, il quale non riuscì ad evitarlo, o perlomeno ciò fu quello che credette Kano. In realtà il saiyan non aveva fatto nulla per evitare il colpo, in quanto esso non si era dimostrato in grado di smuoverlo nemmeno di un centimetro. “Non è possibile! Ma allora… è vero! Hai recuperato le forze!” disse il cyborg, terrorizzato da tale consapevolezza, che andava contro ogni logica. “Il fatto che non mi aspettassi che tu potessi ricorrere ad un’arma del genere, non significa che io non fossi capace di neutralizzarla! Credevi davvero che il principe dei saiyan avesse la consapevolezza di avere un simile punto debole e non avesse fatto nulla per porvi rimedio? Ogni guerriero con un minimo di intelligenza cerca di annullare i propri punti deboli prima ancora che qualcuno tenti di approfittarne! Ma cosa posso pretendere che ne sappia uno stupido ammasso di rottami dell’intelligenza?” disse il saiyan. “Non ti permetto di insultarmi!” urlò Kano con aria minacciosa. Oramai però Vegeta era conscio di come non avesse più nulla da temere contro quel cyborg. “Hahaha! Ma quale insulto? Ho solo detto la verità! Sei venuto qui tutto convinto di potermi far fuori grazie a quel trucchetto senza il quale sei del tutto incapace di tenermi testa! In che altro modo si potrebbe definire uno come te?” lo derise Vegeta. “Come hai fatto? Come hai fatto ad annullare l’effetto?” chiese Kano indietreggiando. “E’ molto semplice! Ho giocato di riflesso! Tutte le volte che palesavo l’intenzione di attaccarvi, senza apparentemente riuscirvi, in realtà utilizzavo la luce della mia aura per invertire nuovamente la polarità delle onde, con un gioco di riflessi e di luci, appunto! Dunque, non solo ho neutralizzato gli effetti negativi delle tue onde, ma li ho sfruttati a mio vantaggio per recuperare le energie!” spiegò Vegeta. “Non… non ci credo!” mormorò il cyborg. “Hahaha!!! E adesso che cosa dici? Vuoi riprendere il nostro scontro?” disse Vegeta con espressione diabolica ed assassina, esaltata ancor di più dal sangue che ancora la ricopriva, in seguito agli attacchi precedentemente messi a segno da Kano. “Ti prego… lasciami andare!” disse Kano, il quale sapeva come contro la potenza massima di Vegeta non avesse possibilità. “Lasciarti andare? Come puoi chiedermelo, idiota? Hai avuto l’ardire di venirmi a sfidare in casa mia? Hai cercato di raggirarmi con un trucco da vigliacchi? Ti sei divertito a insultarmi quando credevi di avere vinto? Come puoi pretendere di essere perdonato?” disse Vegeta avvicinandosi al cyborg, per poi con la super velocità portarsi di fronte a lui ed afferrargli la testa con una mano. “Cosa vuoi fare? Lasciami!” urlò Kano con voce supplichevole, cercando di liberarsi. “Tsk! Basta con queste suppliche senza dignità! Mi fai venire il voltastomaco! Sparisci!” esclamò il saiyan per poi aumentare la pressione sulla testa di Kano, mandandola in frantumi come un cocomero, per poi disintegrare il resto del corpo con un ki blast. Vegeta rimase con le braccia conserte, con lo sguardo fisso nel punto ove poco prima stava il corpo di Kano, con aria pensosa “Dunque c’è qualcuno che mi vuole morto! E che si serve di guerrieri artificiali! Kano diceva che non si trattava del Dottor Gero… tuttavia potrebbe avere un qualcosa a cui spartite con lui! Devo scoprire chi c’è dietro a tutto questo! Probabilmente non sono io l’unico bersaglio, infatti precedentemente l’ho sentito minacciare Yamcha! Se si fosse trattato di un fanatico che ce l’ha con noi saiyan non vi sarebbe stata alcuna ragione di prendersela con lui! L’unica cosa che ci accomuna e appunto l’esserci entrambi opposti al Dottor Gero! E ciò aumenta i miei sospetti!” pensò tra se e se il saiyan, per poi dirigersi in volo verso la capsule corporation, dove si sarebbe incontrato con Yamcha e Tenshinhan, già li, e dove si sarebbe premurato di far radunare anche gli altri.
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Intanto Piccolo si trovava ancora alle prese con Slyfer. Sapeva che doveva cercare di sbarazzarsi di quell’androide assassino il più in fretta possibile per portare in salvo Gohan, il quale aveva urgentissimo bisogno di cure a causa dell’avvelenamento patito una volta distrutto Kelpie. Le cose per il namekiano, tuttavia, non si stavano mettendo bene, in quanto egli risentiva ancora dell’effetto delle onde sonore dell’androide. Come se non bastasse egli aveva perso un braccio, scoprendo nel modo peggiore come le lame del nemico fossero impregnate di una sostanza tossica che precludeva al guerriero vestito di viola la possibilità di rigenerarsi. Il combattente nato dalla ricongiunzione tra il figlio di Piccolo Daimao e di Dio, tuttavia, non era disposto ad arrendersi, e aveva pianificato un attacco con cui mettere definitivamente fuorigioco il terribile rivale. Il namekiano portò le braccia innanzi a se, formando una croce, portando la propria concentrazione ai massimi livelli, per poi triplicarsi. Ora innanzi a Slyfer vi erano tre copie del proprio avversario, cosa che però non sembrò preoccupare l’androide, il quale parve, anzi, assai divertito dalla cosa. “Hahaha! Cosa pensi di ottenere con quella tecnica? Sono perfettamente consapevole che ricorrendo a quella tecnica hai diviso in tre la tua già compromessa forza originale! Devi essere davvero disperato! Far ricorso ad una mossa di così dubbia efficacia rappresenta il classico raschiare il fondo del barile! Smettila di umiliarti così e abbi la dignità di dichiararti sconfitto!” lo derise Slyfer. “Voi androidi siete dei gran chiacchieroni! Dovrò parlarne con il vostro creatore! Posso comprendere che dobbiate giocoforza compiere azioni malvagie, ma perlomeno ritengo non sia necessario rendervi tanto petulanti e fastidiosi!” risposero in coro i tre Piccolo con sarcasmo per poi scagliarsi contro Slyfer, il quale si preparò a difendersi in tutta tranquillità. Anziché sferrare un attacco frontale, i tre iniziarono a girare attorno all’androide, circondandolo. Prima che la creatura di Ghiller avesse il tempo di rendersi conto di cosa le copie volessero fare, esse scagliarono ciascuna un attacco di energia verso il terreno, alzando una densa nuvola di polvere, in modo da precludere la visuale a Slyfer, sfruttando la sua incapacità di percepire le aure per sferrare un attacco a sorpresa, complice il fatto che, essendo in tre, almeno uno dei Piccolo avrebbe potuto tenere d’occhio la posizione del bersaglio. Slyfer non si fece prendere dal panico, consapevole che, se fosse rimasto in guardia, sarebbe riuscito a difendersi dall’attacco del nemico. Poco dopo, infatti, per mezzo dei propri sofisticati sensori, egli avvertì delle vibrazioni dell’aria da tre distinte direzioni. Improvvisamente, infatti, da quelle direzioni apparvero tre Makankosappo, i quali si sarebbero abbattuti da tre direzioni diverse sull’androide, prendendolo in mezzo. Con una reazione fulminea la creatura artificiale riuscì a deviare con tre colpi di falce tutti gli attacchi di Piccolo senza alcuna difficoltà. “Lenti e per nulla potenti! Davvero pensavi di cavartela con così poco, stupido namekiano?” esclamò stizzito Slyfer per poi scagliarsi contro le tre copie di Piccolo, le cui posizioni erano state tradite dalle direzioni da cui provenivano gli attacchi. In breve tutte e tre le copie vennero messe al tappeto, ricongiungendosi all’originale. “Sei finito!!!” urlò l’androide gettandosi in picchiata contro il namekiano, deciso a infliggergli il colpo di grazia. Sul sorriso del maestro di Gohan apparve però un sorriso di trionfale derisione. “No, sei tu a essere finito!” ribatté Piccolo. Slyfer rimase sorpreso da quelle parole, ma la veridicità delle medesime fu chiara all’androide nel sentire altre vibrazioni nell’aria, che però stavolta provenivano da ogni direzione. Guardandosi attorno la creatura artificiale si rese conto con orrore di essere totalmente circondato da decine sfere di energia che sfrecciavano verso di lui, senza dargli alcuna possibilità di fuga. A quel punto tutto gli fu chiaro: i Makankosappo erano stati solo uno specchio per le allodole. Il vero motivo per cui Piccolo aveva precluso a Slyfer la possibilità di vedere era per riempire il cielo di sfere di energia, per mezzo dell’Hellzone Granade senza che l’androide si potesse rendere conto di essere in trappola, rendendo così impossibile una reazione di quest’ultimo. La cosa andò secondo i piani del namekiano, e prima che Slyfer potesse cercare di difendersi, le sfere conversero su di lui facendo scempio del corpo dell’androide. “No!!! Maldetto!!! Aaargh!!!” urlò l’androide sparendo in una deflagrazione violentissima. “Ce l’ho fatta…” pensò Piccolo, il quale non riuscì a gioire totalmente per la vittoria, in quanto non aveva più nemmeno la forza di rialzarsi. Come avrebbe potuto portare Gohan in salvo in quelle condizioni? Come se le cose non fossero già state abbastanza critiche, il namekiano udì una voce che gli fece gelare il sangue. “Huhuhu! Ci è mancato davvero poco!” disse la voce che Piccolo riconobbe subito. “Slyfer? E’ impossibile!” disse il namekiano, il quale sollevò lo sguardo e vide l’androide, oramai ridotto ai minimi termini, strisciare verso di lui. “Non credo che potrò sopravvivere ancora per molto! I circuiti che collegano la mia batteria di alimentazione al resto del corpo sono irrimediabilmente danneggiati! Però se completerò la mia missione il padrone mi ricompenserà ricostruendomi!” disse Slyfer, avvicinandosi sempre di più a Piccolo, il quale non riusciva a muovere nemmeno un muscolo. Ad un tratto però un raggio di energia proveniente dal nulla si abbatté sull’androide, mandandolo in mille pezzi. “Mi dispiace per te, brutta sottospecie di insetto… ma senza la scheda di memoria collegata al cervello non si può ricostruire un androide!” disse una voce che Piccolo, anche stavolta, riconobbe come familiare. “Toh guarda chi si rivede! C-17!” constatò il namekiano. “Salve muso verde! Immaginavo che fossi tu! Quando ho visto tutte quelle sfere sparse per il cielo mi sono ricordato che per poco tu una volta non mi hai ucciso con una tecnica del genere! E a quanto pare ho fatto bene a venire a controllare!” disse il cyborg. “Sei venuto ad aiutarci?” chiese Piccolo, il quale non sapeva fino a che punto ci si potesse fidare di quel cyborg. Aveva appurato come non fosse malvagio, ma non era nemmeno qualcuno che egli considerasse un amico. C-17 fu colpito da quel “ci”, e solo allora si accorse come non fosse presente solo Piccolo in quel campo di battaglia. “Ehi… ma quello è Gohan! Cosa gli è successo?” chiese C-17 avvicinandosi al ragazzo. “E’ stato avvelenato!” spiegò Piccolo. “Maledetto Ghiller!” imprecò il fratello di C-18 prendendo il corpo di un sofferente figlio di Goku tra le braccia. “Sono in debito con questo ragazzo! Se non avesse sconfitto Cell a quest’ora non sarei qui! Comunque sia non è solo per questo che vi aiuterò! Ma vi spiegherò tutto più tardi! Gohan ha bisogno di cure! Non c’è più tempo da perdere!” disse il cyborg per poi rivolgersi a Piccolo. “Ascolta! Tu sai parlare telepaticamente vero? So che vorresti portarlo al palazzo del dio della Terra, ma ti chiedo di dirgli di venire alla capsule corporation! In quanto io mi sto recando li!” disse il cyborg. Piccolo annuì, concordava col cyborg in merito al fatto che non vi fosse tempo per le domande, quindi, mentre il cyborg portava lui e Gohan verso la dimora di Bulma, contattò Dende chiedendogli di raggiungerli là.
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E così anche Kano e Sylfer sono stati annientati dall'astuzia di Vegeta e il provvidenziale arrivo di C-17,ma qualcosa mi dice che non sono gli ultimi cyborg!XDUn bellissimo episodio bravo!
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Mi sa che Ghilly ha sottovalutato un filino i nostri! Pur conoscendo i loro punti deboli forse avrebbe cmq potuto costruire delle macchine un filino più sveglie! :asd:
Vegeta ha neutralizzato e poi ribaltato lo svantaggio contro Kano in modo davvero superbo e anche Junior merita i complimenti per la genialità! Però fortuna che c'era C17! Ora dovrà spiegarci un bel pò di cose...
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Oh, finalmente Vegeta è riuscito a ribaltare completamente a suo favore la situazione nello scontro con Kano, che effettivamente stava concedendosi troppe libertà nell'insultare e sbeffeggiare il principe... Però, una tecnica fine quella del nostro saiyan, quella di riacquistare energia mediante il riflesso delle onde sull'aura! Fantastico! Tutto ottimamente descritto!
Anche per Piccolo la battaglia non è stata facile da vincere, quando con le tre copie aveva creduto di aver ucciso Slyfer, eccolo ch'era tornato, pur se malridotto! Meno male che C17 è giunto provvidenzialmente eliminando il malvagio cyborg, e portando in salvo Gohan e il namecciano stesso!
Adesso dovrà spiegare tutto agli altri, così che possano conoscere l'avversario con cui hanno a che fare!
Bravissimo Final :bravo: ^_^!
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EPISODIO 12: PICCOLO IPOCRITA
Una percezione di pulsante dolore alla testa sancì il preludio del risveglio di Crilin, dopo che egli aveva perso i sensi in seguito all’improvvisa e violenta aggressione subita nella villa di Ghiller. Come una fenditura che squarcia l’oscurità più assoluta, gli occhi dell’allievo di Muten si aprirono lentamente rivelando allo stordito malcapitato dove egli si trovasse. Era un ambiente buio e chiuso, senza finestre, illuminato solo da delle tenue luci di lampade installate sul soffitto, dello stesso freddo colore metallico delle pareti e del pavimento. Non appena lo stato confusionale del terrestre gli permise di avere percezioni diverse dalla violenta emicrania che saturava per intensità le percezioni di Crilin, l’amico di Goku si rese conto di essere legato al soffitto con delle corde in acciaio per le mani, penzolando a una decina di centimetri dal suolo. Il fatto che si trovasse in quella condizione da diverso tempo gli aveva fatto perdere quasi totalmente la sensibilità agli arti anteriori, una sensazione oltremodo sgradevole. Come se non bastasse, egli si rese conto di come la sensazione di freddo che egli provava non fosse figlia solo dell’aspetto metallico e asettico della stanza, ma anche del fatto di essere a torso nudo. La confusione dell’allievo della scuola della tartaruga aumentò; come poteva essere finito in quella situazione? Ad un tratto una voce che egli non riconobbe immediatamente richiamò la sua attenzione. “Ben svegliato! Piccolo ipocrita!” disse la figura, presentandosi innanzi a Crilin. Non vi era di che stupirsi del fatto che l’uomo non avesse immediatamente riconosciuto la voce di quel Ghiller, che aveva conosciuto per la prima volta poco prima, visto che la percezione di quanto avvenuto poco prima della propria perdita di sensi era stata compromessa dal fatto stesso di essere stato aggredito tanto violentemente. “Ghiller?” mormorò sommessamente Crilin, confuso ma al contempo messo a disagio dallo sguardo dell’albino. I suoi occhi rossi erano accigliati in un’espressione di profondo disprezzo, ma il portamento dello scienziato non era quello di una persona consumata dall’odio, ma di qualcuno che manifestava il proprio sdegno partendo dal presupposto che colui che era oggetto del medesimo fosse qualcuno di troppo inferiore per farsi venire il sangue amaro. Istintivamente Crilin provò a liberarsi dalla costrizione delle corde, ancor prima di domandarsi se a ridurlo in quelle condizioni fosse stato Ghiller, cosa che peraltro era a quel punto abbastanza ovvia, e perché lo avesse fatto. I suoi sforzi furono però vani, con somma sorpresa di quello che era considerato con Tenshinhan il più forte essere umano del pianeta. “Mi dispiace per te, Crilin! Ma non potrai utilizzare la tua aura, in quanto mentre eri nel mondo dei sogni ti ho iniettato una sostanza di mia invenzione che te lo impedisce! Normalmente sarebbe possibile combatterla per qualcuno forte come te, ma avendotela iniettata mentre eri incosciente, è oramai irreversibilmente entrata in circolo! Dunque rassegnati al fatto di essere in mio potere!” disse l’uomo dai bianchi capelli. “Perché l’hai fatto?” chiese Crilin, la cui brama di sapere perché quell’emerito sconosciuto provasse un risentimento nei suoi confronti tale da spingerlo a ridurlo in quella situazione di umiliante impotenza, prevalse sul desiderio di capire in che modo Ghiller fosse riuscito a metterlo al tappeto. “Perché non tollero che qualcuno metta le proprie mani su qualcosa che mi appartiene! E men che meno sono disposto a sopportare che a farlo sia una nullità della tua risma!” rispose lo scienziato. Crilin assunse un’espressione aggressiva. La situazione gli piaceva sempre di meno, e l’atteggiamento di Ghiller non faceva che aumentare la sua insofferenza. “Ma tu si può sapere chi diavolo sei e che cosa vuoi da me!!?? Io non ti conosco! Non ho mai avuto nulla a che spartire con te! Lasciami andare immediatamente altrimenti…” disse Crilin con tono deciso e alterato, ma una risata di Ghiller e ciò che egli disse in seguito fecero morire in gola tutte le restanti parole che l’allievo di Muten avrebbe voluto dire. “Hahaha! Altrimenti… cosa? Chiamerai il tuo amico Goku perché accorra a salvarti? Del resto non hai mai saputo fare altro che nasconderti nella sua ombra!” affermò sarcastico l’uomo dalle pupille scarlatte. Crilin rimase di stucco. Come poteva quell’uomo inquietante sapere così tante cose sul suo conto? “Oh, dimenticavo! Il nostro caro amico scimmione ha lasciato per sempre questo mondo! Un vero peccato, no?” sibilò Ghiller. Il piccolo pelato fu pervaso da un senso di profonda inquietudine. A quanto pare Ghiller sapeva praticamente ogni cosa riguardo l’allievo della scuola della tartaruga, al contrario di Crilin che invece di colui che aveva di fronte conosceva a malapena il nome. Determinato a dissipare l’alone di mistero che circondava il proprio misterioso ed ostile interlocutore egli si sforzò di mantenere la calma, in modo da non dare modo a Ghiller di trovare divertimento nel provocarlo ulteriormente. “Ho capito che sai molte cose su di me! Potrei sapere a cosa devo tutto questo interesse nei miei confronti? Hai forse delle particolari inclinazioni sessuali?” disse Crilin, giocando la carta della provocazione per spingere Ghiller a scoprire la propria identità e le proprie intenzioni. L’uomo dai capelli bianchi sorrise divertito “Toh guarda… il piccolo ipocrita, pur nella sua totale impotenza ha l’ardire di fare dello spirito! Comunque sia ti accontenterò! Anche perché non ho alcuna intenzione di mantenere segreta la mia identità a qualcuno che non vedrà mai più la luce del giorno!” affermò Ghiller, le cui ultime parole fecero deglutire l’amico di Goku, il quale una volta di più si rese conto di come fosse capitato nelle mani di un folle, e di come la sua vita fosse in grave pericolo.
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“Mmm… penso che sia inutile dilungarsi in spiegazioni, quando mi basta mostrarti una cosa per farti rendere conto di come stanno le cose!” e così dicendo Ghiller spostò una piega del camice bianco che indossava, mettendo in bella mostra uno stemma che il piccolo terrestre conosceva sin troppo bene. “Il Red Ribbon??? Tu appartieni al Red Ribbon???” chiese sconvolto Crilin, il quale si era convinto che quell’organizzazione criminale fosse andata distrutta per sempre, e che nessun suo esponente fosse ancora a piede libero. Ghiller sghignazzò sommessamente quindi rispose “Reputo opinabile il fatto che qualcuno possa essere ritenuto appartenente ad un’organizzazione che non esiste più! Comunque sia si, in un certo senso sono stato parte del Red Ribbon, o perlomeno loro si sono sempre convinti di ciò!”. Crilin non provava particolare interesse nel verificare in quale misura l’uomo dai capelli bianchi si sentisse fedele all’organizzazione, in quanto la malvagità del soggetto non era assolutamente in discussione. L’amico di Goku fissava Ghiller con profondo disprezzo. Il Red Ribbon era stato la causa di tutte le sofferenze della sua amata C-18, anche se egli non poteva nemmeno immaginare fino a che punto l’albino fosse coinvolto nella vicenda. Non sarebbe tuttavia passato molto tempo prima che la terribile realtà divenisse nota a Crilin, in quanto Ghiller aveva tutte le intenzioni di rivelargli ogni cosa, proprio per il gusto di vedere quale reazione avesse avuto. “Oh… ma che sguardo cattivo! Perché mi disprezzi così tanto? Eppure sono stato proprio io a costruire quei giocattoli che ti piacciono tanto!” lo canzonò Ghiller. “Cosa?” chiese Crilin con un nodo alla gola, temendo di sapere dove l’albino volesse andare a parare. “Vedo che cominci a intuire… ebbene si, il Dottor Gero non ha costruito da solo i cyborg! Quelli che ha costruito da solo sono stati degli autentici fiaschi, come numero 8! La cui potenza non aveva nulla a che vedere con i cyborg di nuova generazione, creati con la mia collaborazione, ovvero quelli dopo il numero 11!” spiegò Ghiller. “Dunque è colpa tua se C-18 si è trasformata in un cyborg!” ringhiò Crilin. “Ah! Colpa! Io parlerei di merito! Io l’ho trasformata in un essere superiore! E poi risparmiami la tua vergognosa ipocrisia! Tu sei stato il primo ad approfittare della sua condizione!” ribatté indignato l’albino. “Cosa vorresti insinuare?” si inalberò l’allievo di Muten. “Pensi veramente che se tu non ti fossi atteggiato ad eroe esprimendo il desiderio di rimuovere la bomba dal corpo di C-18 lei avrebbe mai potuto provare qualcosa per te? Tu stai soltanto giocando sulla sua riconoscenza per farla tua, visto che altrimenti nessuna donna al mondo si sognerebbe mai di stare con uno come te! Sei brutto, basso e codardo! Pensi davvero che qualcuno potrebbe innamorarsi sinceramente di una persona come te? No! E tu lo sai! Per questo non esiti a ricorrere a certi mezzucci pur di legare a te una persona!” lo accusò Ghiller. “Tu non hai alcun diritto di fare insinuazioni sulla forza dei miei sentimenti!” esclamò perentorio Crilin. “Hahahaha! La forza dei tuoi sentimenti? Ma se basta qualche coccola ed un bacio per far nascere quello che tu chiami sentimento? Il tuo è solo mero e volgare desiderio carnale di possesso! Del resto, prima di desiderare C-18 ti ho visto scodinzolare come un cagnolino dietro a C-12!” lo derise Ghiller.”C-12??? Di cosa stai parlando???” chiese Crilin. “Ma come cucciolo? Non ti ricordi nemmeno di me?” disse una voce che l’allievo di Muten riconobbe subito. “Non… non è possibile…” biascicò l’uomo mentre dalla penombra emerse la figura di una donna dai lunghi capelli azzurri e dai grandi e dolci occhi blu. Il suo fisico estremamente piacente e formoso era risaltato dalla tutta aderente di colore rosa metallizzato che indossava. Nel vederla Crilin per qualche istante non riuscì nemmeno a proferire parola, restando imbambolato con la bocca aperta per lo stupore. “Hihihi! Che buffo! La stessa reazione di quando ci siamo visti la prima volta!” commentò la donna, divertita. “Marion!!! Si può sapere cosa diavolo ci fai qui?” chiese Crilin, disorientato dall’improvvisa apparizione della propria prima fidanzata, per poi associarla alle parole pronunciate da Ghiller. “No, non può essere… tu saresti… C-12?” chiese l’incredulo amico di Goku. “Mmm… ammetto di preferire Marion come nome! Decisamente meno freddo! Però si… a rigore io sono l’androide numero 12 costruito dal maestro Ghiller!” spiegò Marion con il suo classico tono dolce, del tutto stonato con la situazione. Crilin non riuscì a ribattere, del tutto spiazzato da quella rivelazione. “Posso comprendere il tuo stupore Crilin! Non avresti mai immaginato che la ragazza che ti ha regalato mesi di spensierato divertimento altri non fosse che un mio androide spia, non è vero? Del resto, non ho ancora avuto modo di dirti come la mia intenzione non sia mai stata quella di seguire scrupolosamente il piano del Dottor Gero, bensì quello di strumentalizzarlo per portare a termine un piano tutto mio! Proprio per questo ho portato avanti delle attività di spionaggio del vostro gruppo parallele a quelle congiunte con il caro dottore! Questo androide è stato costruito infatti all’insaputa del dottore stesso!” spiegò Ghiller. “Infatti! Quando poi me ne sono andata con il primo pretesto, in quanto avevo raccolto tutti i dati che mi servivano su di te e gli altri umani, ho continuato a spiare Goku, Vegeta, Piccolo e Gohan durante gli allenamenti fino all’arrivo di nonnino Gero e di quel bel ciciottone di C-19! Scusa se ti ho preso in giro cucciolo… e scusami anche per averti picchiato prima!” aggiunse Marion, alias C-12, con un dolce e disarmante sorriso. Le parole dell’androide, oltre che spiegare a Crilin come Marion l’avesse ingannato, gli fecero capire come fosse stata lei ad attaccarlo alle spalle nella villa, facendogli perdere i sensi. “Schifosa tro…” ringhiò Crilin, il quale però non ebbe nemmeno il tempo di terminare la frase che Marion gli mise una mano sul volto, affondando le unghie della mano nelle sue guance, e impedendogli di parlare mettendogli il palmo davanti alla bocca. “Non si dicono queste brutte parole, tesoruccio! Quando facevo le cose carine con te ti piacevo tanto… e adesso invece mi tratti così male… non devi fare così! Ci divertiremo ancora, sai?” mormorò lasciva la ragazza nell’orecchio dell’uomo. “Dicevi, piccolo ipocrita? Ti sei innamorato di un essere come C-12, del tutto incapace di provare sentimenti! Questo perché tu in una donna non vedi altro che un ammasso di feromoni ambulante! Il tuo non è amore, è solo desiderio carnale, per soddisfare il quale saresti disposto a fare di tutto! Pure legarti a una persona svampita e superficiale come C-12… o approfittare del senso di gratitudine di una persona che ha sofferto, come C-18!” asserì Ghiller. Crilin avrebbe voluto rispondere, ma la mano di Marion non glielo permetteva. Peraltro la donna aveva cominciato a leccargli lascivamente la guancia, mentre con la mano libera si era intrufolata nei pantaloni di un Crilin troppo debole per poter reagire in qualsiasi modo. “E presto anche C-18 si renderà conto di questa verità” concluse l’albino.
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Oh....Dio...Oh Dio...Oddio...Oddio...ODDIO!!! ***GT! si mette le mani nei capelli e inizia a rotolare per terra istericamente***
Questo capitolo, seriamente, mi ha sconvolto e parecchio!
E credo sarà a lungo classificato tra i più sconvolgenti dell'intero Dragonball Adventure, forse alla pari del famigerato capitolo futuro della saga "Regno demoniaco".
Pur essendo la "padrona" di Ghilly, e sapendo già in parte cosa intendesse fare e cosa abbia già fatto in passato, il colpo di scena dell'Androide 12 mi ha lasciato senza parole!
Che intreccio incredibile! Che shock!
Ahem... ***cerca di darsi un contegno*** :lol:
Non so che dire Final, davvero.
Ora mi hai dato un altro motivo per odiare il suddetto personaggio. Se odiavo quell'oca frivola prima, ora ciò che provo è un odio ancora più profondo!
Il finale di questo capitolo mi ha fatto mettere una mano tra i capelli: dove diavolo tocca??!Che fanno??! Oddio no!!! Non oso pensarci!
...Al di là del fatto che io credo fermamente che il povero Crilin non abbia combinato granchè nemmeno con Marion (semplicemente non credo che quel tontolone ne sia capace, e Marion nemmeno cerebralmente convinta)
questa visione non rende felice me e ,mi sa, nemmeno il piccoletto nonostante tutto.
Non oso immaginare che succederà nel prossimo ^__^"
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Bellissimo capitolo, come sempre, Final.. Ma la storia principale ke fine ha fatto?
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Heheehe! Ricorda sempre GT! Tu hai un rapporto privilegiato con gli spoiler ma ti tengo SEMPRE allo scuro di qualcosa.
Altrimenti che gusto c'è? :D
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Kal-el 95
Bellissimo capitolo, come sempre, Final.. Ma la storia principale ke fine ha fatto?
Eh beh! Mi dividono un pò tra le due storie! Un pò l'una e un pò l'altra! :)
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Ah ah ah.. Tzukin e Vegeta saranno messi seduti su una roccia ad Alzeryot ke aspettano te x combattere!!!!! Adrius li avrà già fatti fuori da un pezzo....................
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Ma guarda tu quante cose interessanti si scoprono. Questo capitolo spiega:
- da dove sia saltata fuori Marion (e tutti pensavamo che fosse un'invenzione della TOEI tanto per perdere tempo!);
- che Crilin ha inzuppato il biscotto! E bravo! Certo che ultimamente se ne scoprono di tutti i colori su 'sti nani pelati... battono chiodo alla grande... :sex:
Al di là delle sconvolgenti scoperte, ora sappiamo che le donne a Crilin non la danno perchè è brutto, basso e codardo...
Comunque ti consiglio vivamente di correggere la seguente frase:
“Ben, svegliato! Piccolo ipocrita!” in “Ben svegliato, piccolo ipocrita!”.... rende meglio. :)