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Quando l’amore sconfigge anche la morte
Cap.1 Natale
La neve candida aveva avvolto tutto. A ogni passo affondava nel candido manto. Il mondo e i suoi rumori ovattati. Il vento gelido però si faceva udire, mentre gli sferzava la faccia. Il freddo pungente superava le barriere di sciarpa, guanti e cappotto. Chiunque si sarebbe congelato in quel tempo da lupi. Lui però non era chiunque. Strinse più forte il sacchetto contenente i piccoli motivi che lo avevano costretto a uscire. L’intemperie, come molti tra i più terribili avversari, non lo spaventavano. Con il braccio copriva gli occhi dalle sferzate. Pian piano l’urlo del vento si chetò un poco e lui si poté guardare intorno. La città sembrava addormentata. Le luci, le decorazioni ei grandi alberi di Natale rendevano lo spettacolo incantato. Un tempo gli sarebbero sembrate sciocche stupidaggini terrestri. Ora invece guardava quello stupido sasso azzurro e le sue tradizioni e si sentiva in pace. Tra i profili delle tante case, spiccava la sua. Sorrise in quel modo particolare che era tutto suo. La grande cupola color crema con inciso il marchio della C.C. era coperta di neve e decorazioni. Si affrettò nella sua direzione. In poco tempo arrivò alla porta. Essendo calato il vento l’ultimo tratto l’aveva percorso in volo. La luce dell’immenso salone era accesa e vi provenivano canzoni di Natale. Riconobbe varie voci. Quella melodiosa di sua moglie. Quella insopportabilmente cinguettante di sua suocera, che probabilmente era andata a trovarli con il marito. Quella musicale, ma un po’ triste di suo figlio. Sorrise pensando che era uguale alla sua, anche se un po’ più giovane. Solo che nessuno lo avrebbe mai saputo. L’uomo, orgoglioso com’era, non avrebbe mai cantato davanti a qualcuno neanche sotto tortura. Udì anche il duetto allegro e scatenato di sua figlia Bra e della nuora Pan. Ci stava mettendo tanto a entrare perché non riusciva a trovare le chiavi. Le urla di genio gracchianti, che doveva essere già ubriaco, sovrastarono le altre. La ricerca dell’uomo fuori dalla porta, preoccupato dall’apparizione di quel individuo, si fece più frettolosa. Dove le aveva messe quelle cavolo di chiavi? La voce di una cantante abbastanza combattiva, lo tranquillizzò. Se c’era Chichi, il carabiniere per eccellenza, non c’erano rischi. Poco dopo capì che ci doveva essere anche c18, la nemica numero uno di Genio. Questo perché c’era stato l’intervento di un cantante particolarmente stonato, ossia Crilii. In contemporanea le urla per zittirlo di Marron e Ub. Kamy rideva fortissimo, mentre si sentiva quel pagliaccio del fratello Goku che faceva finta di stonare. L’uomo fuori dalla porta sbuffò. In realtà il suo eterno amico-rivale era bravo a cantare quanto a combattere, ma non c’era modo che mettesse un po’ di giudizio. La canzone suonata al pianoforte ogni tanto steccava e seppe con certezza che a suonare era Vetrunks, il figlio di suo figlio. Quel piccolo genio del nipote qualche tempo prima aveva provato a suonare qualcosa con l’aiuto di sua zia Bra e aveva scoperto una dote nascosta. Il difficile ora era staccarlo dallo strumento. Finalmente “la ricerca della chiave perduta” ebbe termine. Uscì il piccolo oggetto e aprendo la porta diede un addio al gelo. All’interno c’era un accogliente tepore. Ogni volta non poteva fare a meno di pensare al confronto tra quel posto caldo e accogliente con l’inospitale e silenzioso spazio profondo. Quella realtà pellegrina tra stelle e pianeti era ormai stata seppellita nel suo passato. Dalla cucina veniva un delizioso odore di cibarie che dovevano essere per il cenone quella sera. Non amava la confusione di quei grandi ritrovi, ma amava il cibo e perciò decise di non defilarsi. Videl, la moglie del figlio di Kakaroth, e Gohan, il cosiddetto figlio di Goku, erano ancora in cucina. La donna stava preparando un caldo budino al cioccolato, che Vegeta infreddolito com’era avrebbe gradito, mentre Gohan difendeva l’operato della moglie da un affamato Majinbu. Mentre il principe dei sayan si scotolava la neve di sopra, un gatto nero inseguito da un cane gli sfrecciò davanti. Era il suo gatto Neko 32 (31) inseguito dal cagnone, ex-cucciolo di Mr Satan. Il sayan sapeva che il cane non gli avrebbe fatto niente e non si preoccupò. Mise i guanti in tasca e appese sciarpa e giacca.
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Silenzioso, come il mercenario che era stato, entrò nella stanza non visto. Voleva godersi quella scenetta familiare senza essere notato. Non tutti stavano cantando. Thenshing e Laura giocavano a carte con un seccato Crilii, loro figlia Latys e un vincente Junior. Vincente finché Elly non si intromise convincendo il suo verdognolo fidanzato a lasciar vincere la bambina. Gorin, l’altro figlio del tocchi, giocava con il robottino Gill. Poco più in là, precedente vittima del bambino, stava nascosto uno spaventato Pual. Yirobait e Balzar stavano spiegando a un annoiato Goten perché il raccolto dei fagioli magici quell’anno fosse stato scarso. Entrambi surriscaldati, Rif e Oscar stavano litigando sulla politica. Mr Satan, senza accorgersene, passò davanti al canta albero. Quando quest’ultimo si mise a cantare, quel terrestre codardo si prese un collasso. Poi accorgendosi dell’errore scoppiò a ridere. Yamcha, purtroppo Vegeta ancora non riusciva totalmente a sopportarlo, era al telefono con l’ex di Crilii, Marion, ora sua ragazza. Stanchi di cantare, tutti quanti decisero di fare una tombolata. Al gioco però non volerlo partecipare Gorin e Vetrunks. Il bambino dai capelli a fiamma lilla aveva convinto il suo migliore amico a partecipare a un suo piano. Si posizionarono con la macchina fotografica vicino a una porta con il vischio. Appena una coppia si baciata, ZAC una foto ricatto. Il radar interno di Bunny Brief captò il povero sayan, che si stava godendo quegli attimi. “Tesoro è tornato a casa quel “bel fusto” di tuo marito”. “Era l’ora. Cominciavo a preoccuparmi”disse la donna dai capelli turchini fingendosi severa. “Buon natale amico!”disse festoso Goku. “Buon Natale. Sia però ben chiaro che non sono tuo “amico!”sbottò Vegeta in risposta. “Papino!!”urlò Bra saltandogli al collo. “Buon Natale principessa”rispose Vegeta, ricevendo in riposta un bel po’ di gridolini felici.
“Buon Natale”disse Goten imbarazzato. “Anche a te”borbottò Vegeta insofferente. Goten si illuminò. Il principe dei sayan si pentì della sua risposta. Perché Goten e Bra l’avevano presa come il via alle loro smancerie di fidanzatini. Quasi quasi massacrava di botte l’erede della famiglia son. “Buon Natale Vegeta”dissero in coro Crilii, Junior (mi sa che ha solo mosso le labbra NdA) e tutti gli altri. Vegeta, stufo di rispondere, disse: “Grazie. Buon Natale anche a voi. Ma chi altro mi farà gli auguri riceverà come regalo un BING BENG ATTACK”. “Nemmeno io nonnino?”disse Vetrunks con due occhioni da cerbiatto ferito. “Tu puoi farmeli sempre”. Vetrunks sorrise. Il resto della serata passò festosa. Tanti fidanzatini furono costretti a cedere il budino ai bambini per avere in cambio foto compromettenti. I sayan, l’inaspettato Crilii, i mezzisayan, Uub e Majinbu mangiarono con voracità. Ci fu addirittura una sfida a chi mangiava di più. Majinbu fu estromesso per evitare che nella furia di vincere qualcuno venisse trasformato in dolce. Tra gli uomini le seguenti vittorie:1) Goku e Vegeta pari merito; 2)Crilii, sempre più inaspettatamente; 3)Goten; 4)Gohan e ultimi Trunks e Vetrunks. Tra le donne: 1) Pan; 2)Bra. 18 e Junior, come ogni volta, rimasero scioccati. Dopo cena giocarono a mercante in fiera, a carte e si divertirono un po’ tutti. Goku fu come sempre l’anima della festa. Anche i più musoni, come Vegeta, si divertirono. Verso mezzanotte i bambini crollarono addormentati con la speranza dell’arrivo di Babbo Natale. Pian piano molti se ne andarono. Per i più giovani e per i più ritardatari la festa durò fino alle 3 di notte. Alla fine tutti si salutarono tornando a casa loro. “Dai andiamo a dormire…A proposito buon Natale scimmione”disse Bulma al marito. Erano rimasti solo loro nella casa ormai addormentata. Poi la donna si avvicinò al sayan. Sulle loro teste il vischio e nessun bambino con macchina fotografica in giro. I due si guardarono negli occhi. Dopo tanti anni ancora innamorati. Gli occhi color del mare di lei si fusero in quelli di ossidiana di lui. Un bacio lento e appassionato. Era uno speciale “Buon Natale”, perché da sempre tra loro il non parlare significava scambiarsi le parole più belle. Si staccarono dopo un paio di minuti. Bulma si avviò per le scale mentre Vegeta usciva i piccolo oggetti che aveva comprato quella sera affrontando la tormenta. Erano dei piccoli regali per la sua famiglia. Poi, dopo averli posizionati sotto l’albero, prese a salire le scale. Fu improvviso. Fu come prendere la scossa elettrica. Durò un attimo, in cui si illuminò come se fosse stato un ssj. Scombussolato da quell’esperienza dolorosa e poco piacevole, anche se breve, su guardò intorno spaesato. “Che cavolo è stato?”pensò. Troppo stanco per rifletterci, decise di andare a dormire come se niente fosse successo. Sua moglie si era già coricata ed era tra le braccia di Morfeo. Vegeta fu attento a non svegliarla per non doverle spiegare l’accaduto.
Il giorno dopo la casa fu svegliata dal chiassoso rumorio di Vetrunks che proclamava l’arrivo di Babbo Natale. Graziosi pacchetti furono scartati in allegria, poiché tutti erano allegri e gioviali. Ttti tranne uno. Bulma si accorse che Vegeta aveva un aria stanca e depressa. Fingendo di intavolare una discussione, tentò di estrapolargli il motivo. Il principe dei sayan rispondeva a monosillabi, ma Bulma non si dava per vinta. “Dormito bene stanotte?” “Umpf”. Fu a quel punto del discorso che Bulma seppe qual’era il problema. “Questo perché non hai sognato la tua bellissima mogliettina. Altrimenti avresti fatto bei sogni”. Se prima era ombroso, a quelle parole divenne più nero della notte. “Tsk!” rispose voltandosi dall’altra parte braccia conserte. Bulma, che ormai riusciva a leggergli dentro, lo interpretò come un campanello d’allarme. Dovevano essere stati veramente terribili. “Me li racconti?”. “No”. “Almeno me li accenni?”. “No”. “Perché?”. “Fatti miei”. “In che senso?”. “Nel senso che non ti devi immischiare”. Bulma non sapeva più come tentare. Utilizzò la sua carta migliore dopo il ricatto. Si finse arrabbiata e disse:”Non è che hai sognato un’altra?”. Lo conosceva è un accusa del genere lo avrebbe messo in imbarazzo, costringendolo a tradirsi. Vegeta divenne rosso come un pomodoro girandosi per risponderle male. Grave errore. Si ritrovò a guardare i grandi occhi color mare di lei che lo guardavano imploranti. Come poterle rifiutare qualcosa in quei momenti? “Finché non te li dico non mi lascerai in pace vero?”. “Non mi arrendo fnchè non cedi”rispose lei decisa. Vegeta sbuffò. Perché doveva sempre vincere lei? “Ho sognato di tornare malvagio”disse in un borbottio a bassa voce. L’uomo si mise a fissare intensamente le sue scarpe, senza tuttavia realmente vederle. Bulma sorrise. Sapeva quanto dire una cosa del genere glie era costato. “Non preoccuparti. Hai fatto abbastanza cavolate da malvagio da non esserci rischio” disse abbracciandolo per un attimo. Vegeta divenne rosso,(Dopo tutti questi millenni di matrimonio ancora diventi rosso. Nd Bulma) (Posso fare quello che mi pare. Io sono il principe dei sayan Nd Vegeta) (Uff Nd Bulma) ma si rincuorò vedendo che nessuno li aveva notati. Bulma aveva ragione. Avevano passato già troppi guai per tutte le volte che era tornato alla parte sbagliata. Perfect Cell, Majin-Vegeta e il risveglio di Majinbu. Si sentiva colpevole, anche se quella volta non era stata colpa sua, anche per quello che aveva fatto sotto il controllo di Baby. Doveva dimenticare il passato per vivere il presente. “Hai ragione. Il passato e passato e i sogni sono solo sogni. Non mi lascerò sciupare i miei bei momenti con la nostra famiglia”disse il sayan alla moglie. Bulma ebbe l’ennesima prova di quanto fosse cambiato e maturato dai tempi in cui era al servizio di Freezer. So solo si fosse mostrato così saggio e loquace anche con gli altri, e non solo con lei.
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bello bello bello ....lo so son ripetitiva ma non trovo parola più semplice per farti capire che mi piace sempre tanto come scrivi!!!! ^^
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Ub nijaM ti ringrazio. Sono sempre lieta di ricevere pareri nuovi.
Sheila ti dico che io sono ripetitiva. Perchè non so mai come ringraziarti. In ogni caso, per qualsiasi errore o cosa che non va bene, sn sempre pronta ad ascoltare. Mi hai seguito fin qui, per me è una cosa meravigliosa **
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cap.2 Il significato dei sogni
La sua risata malvagia riempì l’aria. Atterrato con la sua navicella ora si guardava in giro. Un colpo solo, come quello che utilizzava sempre Nappa, e l’intera città sarebbe saltata per aria. Però se avesse ucciso subito quegli insulsi insetti si sarebbe perso il divertimento. Perciò cominciò a lanciare onde in giro. Godendo delle facce spaventate e delle urla di terrore. Aveva dimenticato il sapore del sangue e il brivido nel sentirsi il più potente. Certo era divertente vedere quei codardi che si calpestavano, abbandonando i più deboli, solo per salvarsi la vita. Soltanto gli sarebbe piaciuto qualche combattimento vero. Poco male, più tardi sarebbe andato a eliminare quegli insulsi guerrieri che difendevano quello stupido pianeta. Era atterrato nel centro della città, ma la sua meta era di fronte a lui. I suoi stivaletti bianchi scricchiolavano sull’erba. Con la mano destra caricò un onda. La porta andò in pezzi. Entrò nella casa. Troppo pulita e ordinata. Ci voleva un po’ del suo “tocco”. Aumentò l’aura facendo volare via tutto. Sorrise nel vedere gli oggetti a terra distrutti. Calpestò un portafotografie che conteneva un immagine della famigliola felice. Dei passi frettolosi. Ecco era lei. Sapeva che sarebbe arrivata. Con la sua fine si sarebbe chiusa quella breve parentesi. La donna, con il viso sconvolto da terrore, gli si aggrappò al braccio. “Ti prego torna in te! Ti scongiuro!”urlò lei tra le lacrime. Con un movimento del braccio la fece volare via. La donna cadendo si graffiò il volto. Dalla ferita uscirono gocce di sangue color rubino. L’uomo nel suo delirio di onnipotenza non si accorse che in quell’attimo di panico era comunque bellissima. I capelli turchini in disordine le incorniciavano il viso. I grandi occhi azzurri sembravano imploranti. Alzò la mano pronto a lanciare un onda. “E’ la tua fine sibilò l’uomo”sorridendo sadico.
“NOOOOOO!!!!!!!”urlò svegliandosi. Sudato, si accorse con sollievo che era stato solo un incubo. Attorcigliato completamente nelle coperte, non riusciva quasi a muoversi. Ci mise qualche attimo per ricordarsi dov’era. La sua camera da letto non gli era mai sembrata un luogo così protetto, ma qualunque luogo lo sarebbe stato rispetto al suo incubo. Si voltò e si ritrovò faccia a faccia con un bel viso, anche se non più giovanissimo, ma sempre stupendo. Lo stesso viso del suo incubo. Solo che stavolta non era spaventato, semmai preoccupato. Lo scrutava cercando di capire perché mai si fosse messo a urlare in quel modo alle 5 del mattino. “Un altro incubo?”chiese centrando il problema. Vegeta non rispose. Sembrava che la sua capacità di parlare fosse momentaneamente bloccata da un nodo in gola. Bulma cercò di avvicinarsi, ma il sayan la scostò. “Come posso solo toccarti quando il mio animo guerriero potrebbe mettere in atto quello che i miei sogni mi mostrano?”pensò lui mentre compiva quel gesto. La donna, incurante dell’atteggiamento del marito, tentò nuovamente di avvicinarsi. “Come faccio ad aiutarti se ti isoli?”chiese lei comprensiva. Aveva ormai da tanti anni capito che per arrivare a quello che l’uomo era davvero, bisognava prima superare i muri che lui stesso ergeva. “Ti prego fatti aiutare”. Quelle parole: “Ti prego” le stesse del suo sogno fecero crollare tutte le sue intenzioni. Non voleva farla soffrire. Già aveva dovuto passare tanti brutti momenti a causa sua. “Era solo un brutto sogno”le disse baciandola. Bulma sapeva che era qualcosa di più. E quel bacio, dato con la stessa foga che ha un assetato che trova dell’acqua da bere nel deserto, ne fu una conferma. “Raccontamelo”disse con dolcezza, ma con nella voce un intonazione decisa di un ordine. Vegeta si voltò verso la finestra. La luce della luminosa luna illuminava la stanza. La luna, a dir la verità il plenilunio, la meravigliosa luna piena era il simbolo della potenza dei sayan. Poteva ancora sentire il grido dell’Oozaru inferocito in cui più volte si era trasformato distruggendo intere città. In fondo un sogno era solo un sogno e lui invece aveva fatto cose terribili nel mondo reale. Perché vergognarsi di qualche cosa che non aveva commesso? “Sicura?”. “Certo, altrimenti perché chiedertelo. In fondo perché muoio nei tuoi incubi non vuol dire che devo necessariamente morire davvero”disse lei seria. Vegeta, per l’ennesima volta nella sua vita, si chiese se sapesse leggere nei suoi pensieri. In fondo non voleva raccontarglielo proprio per quello. Così sotto lo sguardo vigile dell’astro lucente fuori dalla finestra cominciò a narrare le sue paure.
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Con la canna da pesca in mano si chiedeva perché mai si era fatto fregare in quel modo. Bulma si era convinta che avesse bisogno di distrarsi. Lo aveva perciò obbligato a passare una giornata con il suo “amico” Kakaroth. Avrebbe tanto, ma tanto volentieri eliminato quella calamità di disastri che sulla terra chiamavano Goku. Poi si ricordò che si era fatto convincere da una gigantesca torta al cioccolato che lo aspettava al suo ritorno.
Goku pescava in silenzio demoralizzato. Aveva organizzato tutto per passare al meglio quella giornata con quello che considerava un fratello maggiore. L’idea iniziale era di fare un bel combattimento a squadre. Lui e Vegeta contro Crilii e Junior. Solo che il neo-sayan, migliore amico di Goku, era andato con Marron e C18 a conoscere la famiglia di Uub. Mentre Junior aveva promesso a Elly che sarebbero andati a fare shopping insieme e in quel momento il poveraccio doveva essere bloccato in qualche centro commerciale sommerso da pacchi e pacchetti. Vegeta sarebbe stato ben felice di combattere contro Goku per chiudere quel “vecchio conto”. Goku però aveva avuto un idea che per lui era geniale. Aveva recuperato la vecchia barca di legno di suo nonno Gohan e aveva convinto il principe dei sayan ad andare a pescare con lui, in modo “tradizionale”. Il piano aveva fatto acqua da tutte le parti, nel vero senso della parola. La barca aveva una falla e aveva cominciato a imbarcare acqua. Bagnati fradici erano arrivati a riva e si erano asciugati con le loro auree. Goku era però riuscito a placare le ire del sayan più grande. Avevano deciso di continuare a pescare seduti sulla riva del fiume. Solo che Goku aveva tirato fuori delle esche vive, che avevano fatto una brutta fine a opera di una serie di ki-blast. Si era dimenticato dei problemini che Vegeta aveva con i vermi. Il povero Goku era arrivato sull’orlo delle lacrime (Requiem alle esche ex-vive Nd Autrice) e il principe dei sayan, per evitare che un componente della gloriosa razza guerriera si mettesse a frignare come un poppante, si era seduto ricominciando a pescare come se niente fosse successo.
Vegeta si voltò nuovamente a guardare di sottecchi Kakaroth. Ora che la rabbia era passata, stava cominciando a sentirsi in colpa. In fondo l’altro non combinava tutti quei disastri apposta. Per di più nelle battaglie si dimostrava molto più intelligente, meno goffo e imbranato che nella quotidianità. Poi, aveva sperato che tornasse tanto mentre era via con il drago, e ora lo trattava così. Non era giusto. Pensò intensamente a un argomento di cui parlare per distrarlo. Il buon umore del sayan più giovane sarebbe tornato da se. Soltanto che Vegeta non aveva poi tanta voglia di parlare. L’incubo di quella notte ancora gli frullava in mente. Bulma era riuscita a sdrammatizzare. Prima lo aveva confortato e poi aveva fatto delle battute per tirarlo su di morale. Cose del genere: “Io che imploro uno scimmione come te? Manco fossi l’ultimo dell’universo. Semmai mi preoccupo per la mia vita. Quante donne intelligenti e attraenti come me esistono nel mondo?”oppure “Tu distruggere la casa? Se hai combattuto contro quel brutto muso di Hildegard perché ce l’aveva distrutta”. Immerso tra questi pensieri la domanda uscì da sola. “Kakaroth tu hai mai fatto degli incubi da essere così realistici da sembrare veri?”. Subito dopo se ne pentì. Che razza di domanda era?
Goku sorrise. Se gli rivolgeva la parola voleva dire che non era poi così arrabbiato. La domanda era particolare, ma una volta tanto che poteva intavolare un discorso non se lo sarebbe lasciato sfuggire. Mise in moto tutti i suoi neuroni. Sul suo viso apparve una smorfia pensierosa. Si morse la lingua e cominciò a grattarsi la testa. “Ora che mi ci fai pensare…Sì. Due volte, che mi ricordi. L’ultima volta è stata prima di Cell. Ti ricordi quando ero a letto per colpa della malattia cardiaca?”. Un grugnito di Vegeta fu una risposta positiva. Goku sorrise sotto i baffi. In fondo aveva ragione. Non era stato esattamente un momento felice. “La prima?”chiese ancora il più grande. “Sul serpentone, mentre andavo da Re Kaio. Una pazza scatenata (Sissi the princess NdA) mi aveva incantato per potermi mangiare o intrappolare, non l’ho capito. Soltanto che il suo sogno magico è stato interrotto da questo incubo terribile. Mi sono svegliato di colpo”. “Non mi hai detto cosa hai sognato”fece notare Vegeta. “Se mi lasci finire te lo dico”disse Goku che aveva notato in Vegeta una certa attenzione. “In entrambi i casi ho sognato degli avversari che non aveva mai visto, ma che ho incontrato successivamente. Nel sogno più recente c’erano c18 e c17 che attaccavano casa mia. Provavo a difendere senza successo Gohan, Chichi e anche tuo figlio Mirai Trunks. Ogni volta che provavo a colpire i 2 cyborg li trapassavo. Non mi ricordo bene, ma mi sembra che ci fosse anche Crilii, non so. Il sogno finiva nel momento in cui li vedevo eliminare un altro me stesso, quello reale, addormentato nel letto in preda alla malattia. Nel primo sogno vedevo sempre Gohan e Chichi attaccati, solo che essendo precedente Gohan e Chichi sono diversi, e io non c’ero”. Goku poi cominciò a dilungarsi sulla sua fuga dalla principessa Sissi. Vegeta capì che l’altro stava appositamente cercando di saltare una parte. “Non mi hai detto chi era il nemico del primo sogno”gli fece notare. Goku sorrise ebete, facendo finta di non capire. “Allora?”incalzò Vegeta. “Bhe ecco. Tu e Nappa”disse Goku mostrando un sorriso a 32 denti. Vegeta sorrise sarcastico. “Di che ti preoccupi? In fondo io sono venuto realmente per scopi tutt’altro che filantropi”. “Che vuol dire fali…fili…flintropi”. Vegeta si passò una mano sul volto. “Filantropi. Vuol dire altruisti, generosi, buoni”spiegò. “Ooooohhhhhh”disse Goku visibilmente stupito.
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Complimenti Veggy:ok: tralascio la parentesi natalizia (io avrei aspettato il Natale 2010 per proporla:lol:).
Il cap.2 "Il significato dei sogni" mi è piaciuto parecchio: Vegeta è tormentato più che mai, Bulma sta invecchiando anche nel carattere e Goku non è mai cambiato...
Per un personaggio complicato come Vegeta, gli incubi dovrebbero essere all'ordine del giorno, soprattutto per il Vegeta ravveduto, quello dal dopo Cell in poi, tanto per intenderci...mi chiedo però se non ci sia lo zampino di Lourth anche in questa "agitazione del sonno notturno"...mah...
Questa evoluzione di Piccolo mi pare un pò forzata. Non riesco a ricordare la storia di Elly.
Ancora, complimenti.
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Ancora complimenti Veggy ...e si ti ho seguita fin qui e non smetterò di farlo .....bello bello complimenti ^^
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Ti ringrazio come sempre Nappa. Ammetto di essere un pò fuori tempo per, emh, Natale XD.
Sì, normalmente Lourth porta problemi 'notturni', ma in questo caso era il subconscio dello stesso Vegeta che lo metteva in guardia.
La storia di Elly è solo tratteggiata, essendosi svolta mentre Goku era con il drago. Hai ragione nel dire che forse Piccolo appare un pò forzato; ma purtroppo il Gt da cui parto aveva violentato apertamente questo meraviglioso personaggio. Mi riprometto, grazie per avermelo fatto notare, in futuro di riscoprirlo totalmente. Al momento temo di conoscerlo troppo poco per tratteggiarlo come vorrei, in questa storia vorrei lasciare lo spazio ad altri personaggi e situazioni.
In ogni caso sono davvero felice di vederti, le tue recensioni sono sempre tra le più gradite.
Sheila, davvero, sei una presenza costante. Ti ringrazio.