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““Calmati figliolo. Continuando ad andare avanti e indietro non risolverai niente”sbotto esasperato. Stanotte non ho chiuso occhio perché mia moglie a parlato tutta la notte nervosa. Esattamente come ha fatto la notte prima del matrimonio di Gohan, o come ha fatto la notte prima delle nozze di mia nipote Pan. May ridacchiava, divertita dallo strano comportamento di Chichi. Mentre ora è Goten che mi sta assillando. Ci sono già passato con il mio maggiore, ma il mio secondo genito è anche peggio. Mi ricordo che Gohan cercò di fuggire convinto che Videl non lo amava e che doveva fuggire in Canada cambiando nome e aspetto. Roba da matti. Io e Crilin ci potemmo vedere pochissimo nella cerimonia, perché dovetti controllare tutte le uscite. Almeno Gohan era tornato. Perché la settimana prima delle nozze sparì, ma ovviamente non avvisammo la futura sposa per non preoccuparla e per evitare che la figlia di Mr.Satan aizzasse Majinbu contro mio figlio. Si scoprì che si era rifugiato da quel poveraccio di Junior che passò la settimana peggiore della sua vita ad andargli appreso, per non parlare che si aggiunse il piccolo Trunks scappato di casa per la nascita della sorellina di cui era geloso. La stessa Bra che ora Goten si accinge a sposare. Credevo che la preoccupazione fosse dovuta al padre della sposa. Anche io alle volte ho paura del mio amico Vegeta. No, la paura è dovuta al sentirsi inadatto. “Non sono abbastanza ricco. Con che soldi manderò avanti una famiglia? Che razza di lavoro è fare il barista? Forse sono troppo giovane per fare il padre. Dove andremo a vivere? Lei è abituata al lusso e allo sfarzo. E’ la più ricca del globo con la sua compagnia e rimarrà delusa. Mi lascerà di sicuro”si lamenta senza nemmeno riprendere fiato. Le ho già sentite queste cose. Forse un giorno di tanti anni fa, un ragazzo identico a questo, rompeva la testa al suo migliore amico pelato e senza naso, convinto che una meravigliosa principessa dai capelli corvini non potesse vivere bene con uno come lui. “Per la casa non ti devi preoccupare. Ho costruito la mia e quella di Gohan. Se vuoi posso costruirne una anche per te e la tua futura famiglia”dico sorridendo comprensivo. Lui mi abbraccia e scoppia a piangere. “Grazie papà. Se il migliore!”mi dice riconoscente. Lo abbraccio a mia volta e mi ripeto che stavolta sarò davvero un buon padre. Non me ne andrò più”.
“Che orrore. Goten è uguale a suo padre, Bra a sua madre. Giuro che se Kakaroth oggi si avvicina anche solo lontanamente a Bulma lo uccido. E’ uno strazio. Questo prete parla da ore. Non sono abituato alle cerimonie terrestri. Mia moglie mi stringe la gamba per cercare di calmarmi. Io sto morendo di caldo sempre di più in questo scomodissimo vestito e con il dito mi allento nuovamente il colletto e la cravatta. Vetrunks davanti a me sta soffrendo forse più di me. Povero il mio nipotino. Pan lancia sguardi iracondi alla volta del figlio che non vuole stare fermo e Trunks lo rimprovera a bassa voce per l’ennesima volta. Vorrebbero seguire completamente il matrimonio di quelli che oltre a essere parenti stretti, sono i loro migliori amici. Forse dovrei dargli una mano. Mi piego e mi avvicino all’orecchio di mio nipote. “Comportati bene e domani, oltre ad allenarti, faccio in modo che tuo padre ti porti al parco”. Lui sorride e si mette fermissimo. L’ho convinto. Vorrei che qualcuno facesse la stessa cosa con me. Mi volto verso Kakaroth e ci scambiamo uno sguardo di pura disperazione. Anche lui in quel frack, che invece di essere nero è bianco, sta soffocando. Fuori c’è verde, sole e un enorme spazio perfetto per una bella sfida. Lui però è messo peggio di me. Gli tocca cercare di calmare sua moglie che piange disperatamente. Chichi sa essere molto teatrale e non può accettare che il suo “bambino” si sposi. Io ormai mi sono rassegnato, lei proprio no. Per di più la terza figlia del mio antico rivale, vedendo sua madre piangere, si è messa a piangere anche lei e quel poveraccio di Kakaroth è costretto a cullarla. Non mi piace aiutarlo, ma quando è troppo è troppo. Mi metto in contatto con lui telepaticamente e gli dico di usare May come scusa. Se esce dicendo che deve calmarla e che non può lasciare che la piccola rovini la cerimonia, persino Chichi lo lascerà andare. Funziona e Kakaroth mi lancia uno schifosissimo sguardo riconoscente. Umphf. Di sicuro sotto ha la sua solita tuta arancione e appena è fuori si andrà a fare un giro in volo portandosi dietro la piccola. Sparirà per chissà quanto tempo e al suo ritorno Chichi se lo spolperà vivo. Basta che non si fa ammazzare da sua moglie. Devo ancora sconfiggerlo”.
“E’ finita. Non capisco perché alla fine della cerimonia mia moglie mi ha tappato gli occhi. “Adesso lo sposo può baciare la sposa”. L’ho già sentita sta frase al mio matrimonio. Bò. L’importante è che ora si esce. Io sarò scappato a tutta birra, ma Vetrunks è stato anche più veloce di me. Mio nipote è sparito con Thenshinan e i suoi figli. Lunch si è allontanata con Bulma e Chichi, staranno cianciando di cose futili da donna. Il mollusco si è allontanato con la gallina dopo che è stata lei a prendere il bouquet. Marron è sparita con Uub e Crilin con sua moglie sono andati a cercarli, e secondo me fanno bene. Il namecciano ne ha approfittato per dileguarsi con la sua ragazza. Kakaroth, come pensavo, è sparito con May. Goten, dopo che Trunks gli ha rovesciato in testa un intero pacco di riso, per vendicarsi dello stesso gesto che ha fatto il Son al matrimonio di mio figlio; è andato con Bra nel calesse che i due anno affittato per fare un giro della città da sposini. Perciò, qui, nel grande giardino della Capsule co. dove è stata celebrata la cerimonia, ci siamo solo io, mio figlio e sua moglie. Sembra un giorno perfetto con questo gigantesco sole. Sembra…Eppure capisco che non sarà così fino alla fine. E’ come se l’oscurità fosse andata a oscurare questo bel sole, rendendolo falso, da temere. Ed ecco che sento l’urlo di mia nuora e scatto a correre in quella direzione”.
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a me invece Crilin fa pena... nn lo so xk... Junior invece nnt... prpr mi sa di Vegeta xk hanno lo stesso carattere secondo me... ma è bruttoooooo!! xD
riguardo al capitolo...bella la cerimoniaaaaaaaa!! =) eee Auguriiii!! W gli sposiiii!! xD
mmm... nn so no prpr che cosa possa essere successo... bello bello... =)
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$kҸ ฿ŁΔÇk ϟ, mi fa piacere la sincerità dei tuoi giudizi ^.-. Povero Junior XD. In ogni caso, non c'è sfida per me tra Piccolo e Vegeta. Chissà x ki tifo XP. Spero di riuscire a sviluppare la trama come si deve U_U.
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Cap. 1 Il matrimonio di Bra e Goten II° parte
“All’inizio il terrore mi ha immobilizzato, ma è stato solo un attimo. Il sangue ricomincia a pompare più velocemente di prima, mentre inizio a correre. La mia Pan, la mia piccola e coraggiosa Pan riversa a terra. Ha sbattuto violentemente la testa e del sangue sta scendendo lentamente sui neri corvini che le coprono il volto. Accanto a lei una figura che sembra un incrocio tra un incubo vivido e un ombra irreale. Da un vortice di fuoco fa capolino l’immensa testa di una creatura che lontanamente potremmo catalogare come gigantesco serpente, ma non è niente di simile a qualunque cosa io abbia visto in vita mia. Sembra fatto di fuoco, ma un fuoco più simile all’energia di un aura, di un onda, piuttosto che a fuoco reale, eppure tutto intorno brucia come un forno. Sta fissando la mia Pan pronto ad attaccare ancora. Urlando gli lancio uno dei miei attacchi più potenti. Lo attraversa e lui apre la bocca sfoderando due enormi denti a sciabola, come fiammelle affilate, una contraddizione in termini che però mi si presenta davanti. Non so che fare, possibilmente non c’è niente che io possa fare. Prima che l’essere sferri il suo attacco micidiale, mi lascio guidare dal sentimento, da quello che dice il mio cuore. Mi lancio urlando, l’afferro e rotoliamo lontano mentre il serpente si deve accontentare di mordere terra, mentre zolle d’erba e terriccio volano da tutte le parti e per un attimo mi accecano. Mi riprendo abbastanza per correre con mia moglie in braccio, ma un ruggito di quello, con successive onde sonore di potenza inaspettata, mi fanno cadere a terra. Ormai è troppo vicino, non c’è la faccio a rialzarmi, non ci riesco a correre via. Chiudo gli occhi e la stringo pronto all’inevitabile.
“Non toccare mio figlio!”un urlo, un aura protettiva davanti a me. Socchiudo gli occhi e vedo una figura che protegge me e la mia amata. Non ho bisogno nemmeno di sforzarmi, può essere solo una persona. E’ sempre stato il mio eroe, vittorie o fallimenti per me non sono mai contati, sapevo sarebbe arrivato. Stringo di più Pan e spero che per una volta la fortuna non volti le spalle a mio padre, perché sarà anche bendata, ma sa bene a quale porte non bussare. Papà sei il più forte, fallo fuori a quel mostro di fuoco”.
“Ho ancora la mano tesa, ma fin’ora i miei attacchi lo hanno attraversato. Sebbene lui ci possa attaccare, i nostri colpi lo attraversano come se fosse fatto di fumo. Non so cosa fare, ma non gli permetterò di far del male a mio figlio e a mia nuora. In fondo anche se la piccola Pan non fosse ormai parte integrante della mia famiglia, questo glielo dovrei comunque. Anni fa, contro Superc17, fu lei a salvare me, evitando che quel pezzo di latta mi lanciasse un colpo energetico mortale. Mio figlio, non credo che debba spiegare cosa vuol dire essere padre, anche perché ora ho una gatta da pelare ben più grossa e infuocata. Devo riflettere. Nell’ultimo periodo tutte le volte che ci siamo trovati davanti a fenomeni strani erano legati a poteri insoliti come quello Reale o quello del Drago. Perciò questo enorme serpente di fuoco, dagli occhi di brace, deve essere la manifestazione di un qualche potere, come lo è il drago dorato di Kakaroth. Se almeno ci fosse quell’imbecille a darmi un mano. Non c’è mai quando serve. Io non posso fermarlo. Nonostante possieda il potere reale non lo so controllare, non ho potere su di esso. Al massimo è lui ad avere potere su di me. Devo provarci ugualmente. Questa creatura si avvicina strisciano. Quanto odio le cose che strisciano, ma questo non è il momento. Cerco di ricordarmi il momento preciso in cui ho accettato definitivamente questo potere, la prima volta che l’ho manifestato. Ricordo le emozioni precise e sono così vivide forse perché in questo momento le sto rivivendo. Lo cerco dentro di me, cerco la sua energia, se ci riesce Kakaroth ci posso riuscire anch’io. Non sono inferiore a quella terza classe, io sono il principe dei saiyan e posso riuscirci. Sono diventato supersaiyan quando seguendo la leggenda doveva esisterne uno solo. Sono riuscito a trovare la rabbia per ricoprirmi d’oro, a maggior ragione devo riuscire a gestire questo potere. Potrà essere pure una maledizione, ma se è veramente un potere che si manifesta per amore, dovrà rispondere alla chiamata. Perché è per amore che sto combattendo, per proteggere la mia famiglia. Sto mettendo tutto il mio essere in questa ricerca, mentre comincio a sentire l’odore di zolfo delle fauci del serpente. Ed ecco nell’oscurità del mio essere un fioca luce che brilla e pian piano, mentre mi concentro sulle immagini dei momenti più belli con la mia famiglia, diventa sempre più forte. Quando esplode come un piccolo sole riapro gli occhi. La mano ancora tesa, Trunks ancora i miei piedi che abbraccia sua moglie Pan ancora svenuta, mentre il mio primogenito è ripiegato su se stesso e con gli occhi chiusi non può vedere. Tutto uguale, solo il serpente ormai è a un soffio da me. Eppure non riesco a vedere il mondo intorno a me. E’ come se ci fossimo solo noi e a circondarci l’oscurità dello spazio trapuntato di stelle. Meraviglioso come spettacolo, se non ci fosse il freddo siderale a entrarti nelle ossa. Non dovrebbe esserci ossigeno, ma in fondo mi sento a casa, è qui che sono vissuto per buona parte della mia vita. Sotto di me non vedo la terra, ma una specie di specchio nero riflettente. Posso specchiarmi, ma non mi riconosco. Il simbolo del potere reale sulla fronte, gli occhi di pura luce che non ricordano nemmeno lontanamente i miei, l’aura del supersaiyan, ma un energia azzurra che si diparte da me è sembrano fiamme di ghiaccio che lambiscono ciò che voglio proteggere nascondendolo alla vista del serpente di fiamme. Nel mio palmo appare quella che assomiglia a una sfera di energia azzurra. Oserei dire che assomiglia alle mie tecniche normali, ma questo piccolo sole azzurro è fatto della stessa sostanza di energia azzurra che mi circonda, è qualcosa di uguale e diverso dai soliti attacchi energetici. Un po’ come il pugno del drago, o meglio, come lo deve vedere Kakaroth il suo pugno del drago. Perché è lui stesso che si trasforma nella sua mossa e forse succederà anche a me quando l’avrò lanciata. Lascio che sia il potere reale a parlare per me, perché lui sa cosa sta succedendo e io no.
“Colpo della Fenice!!!”. E’ questo l’urlo che risuona mentre una splendida fenice dalle ali nere esce dal mio colpo e trapassa il serpente. Il vortice da cui è uscito si estingue. I suoi occhi di brace si spengono diventando bianchi e, soffocato dalle zampe e dalle ali della fenice, scompare. Pian piano anche la creatura che rappresenta il mio potere svanisce. Mi chiedo perché proprio una fenice. Avrei preferito qualcosa di più maschile se devo essere sincero. Di sicuro Kakaroth mi prenderà in giro. La fa facile lui, tanto ha un drago. Abbasso lo sguardo. Il mondo torna alla normalità, o forse sono io che sto tornando alla normalità. Riesco nuovamente a distinguere la terra sotto di me, i resti della festa intorno a me. L’importante e che mia figlio e sua moglie stiano bene. Sono riuscito a salvarli. Tutto si fa nero e sento ogni cosa svanire”.
“Apro gli occhi spaventato, tenendo sempre stretta la mia Pan. Ho sentito papà urlare qualcosa, nel modo in cui chiama le sue mosse migliori. Eppure è una mossa che non conosco. Avrò sentito male, papà non chiamerebbe mai così una tecnica. Del serpente non c’è più traccia siamo salvi. Quando girandomi vedo una figura svenuta e immobile a terra. “Papà!!!”urlo riconoscendola”.
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Bellissimooooo!! *.* Colpo Della Fenice... ma xk qualcosa di più maschile?? nn è mica femminile.. mmm... bello mi piace come nome =)
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Che ti devo dire $kҸ ฿ŁΔÇk ϟ. Io adoro le fenici, ma Vegeta evidentemente lo considera un uccellaccio troppo cresciuto e poco virile XD. Sono felice che ti piaccia. ^^ Spero gradirai anche il proseguito della storia.
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Cap.2 Goshin I° parte [L’arrivo di 3 piccoli bimbi]
La sala d’aspetto dell’ospedale di Satan City era gremita. L’intero gruppo NA riunito. Quel giorno avevano deciso di nascere ben tre bambini. Goku faceva fare vola-vola alla piccola May di due anni che rideva come una matta. Chichi, Bulma e Videl chiacchieravano animatamente. C18 inseguiva tutti i dottori che passavano, minacciando pur di avere notizie. In fondo sua figlia Marron lavorava in quell’ospedale come infermiera e, ora era lei che era in sala parto,meritava più attenzioni. Ub e Goten stavano scavando un solco a furia di andare avanti indietro per il corridoio. Goten preoccupato per sua moglie Bra, Ub per la consorte Marron. Vegeta cercava di rilassare Piccolo, cioè, a modo loro, in silenzio guardandosi torvi. Vegeta però ghignava leggermente, segno che capiva esattamente lo stato d’animo dell’altro guerriero. Il namecciano era troppo nervoso. Pensava a Elly. La sua saiyan terrestre, sua moglie da così poco, era lì dentro a soffrire. Trunks e sua moglie Pan guardavano loro figlio Vetrunks, di sette anni giocare con il suo miglior amico, il figlio di Laura e Tenshing, Gorin. La sorella gemella di Gorin, Latys, era addormentata tra le braccia della madre. Laura era tranquillamente seduta su una delle sedie della sala d’aspetto. Entrambe avevano i capelli blu e un temperamento mite, ma se avessero starnutito, si sarebbero trasformate in due bionde assassine. Laura, con il suo strano carattere, aveva finalmente smesso di fare la ladra, ed era diventata una famosa giornalista d’assalto. Crilin era sull’orlo di uno svenimento. Solo il suo rinnovato sangue saiyan ci pensava a donargli la parvenza di un orgoglio, ripeto parvenza, che gli impediva di crollare a terra. Tenshinan, Yamcha, Jaozy e Pual parlavano animatamente. Gohan arrivò tutto trafelato. Era andato a prendere il pranzo. Era infatti ora di mangiare. Aveva corso per evitare di far inferocire ulteriormente i futuri padri. Ricordava quanto era stato nervoso lui in quei frangenti. Sia quando Videl aspettava Pan, sia quando era toccato a sua figlia andare in sala parto. Goten si avventò sul cibo più voracemente del solito, al contrario Ub non toccò cibo dal nervoso. Nemmeno Piccolo mangiava, ma per lui era normale, anche se in compenso beveva. C’era già un’intera piccola spazzatura vicino a lui stra-colma di bottigliette vuote. Vegeta sapeva che era normale. Quel namecciano in fondo gli assomigliava. Lo aveva capito col tempo, ma aveva cominciato a comprenderlo un giorno tanti anni prima. Dopo che avevano sconfitto i cyborg costruiti il computer del dottor Gero, quando si erano trovati da soli sperduti in mezzo al polo nord. Erano entrambi silenziosi guerrieri, con le braccia incrociate in una posa da duro, con un cipiglio poco amichevole. Però se era la loro donna a stare male, cadevano in preda al nervoso o al panico. In aiuto arrivò il “veterano”, ossia Goku. May si era addormentata tra le braccia del padre e adesso era con Chichi. Ovvero era stata Chichi a prenderla in braccio, consigliano a Goku di tranquillizzare i neo-padri. Goku aveva seguito il consiglio. Suo figlio Goten era troppo nervoso per parlare, il suo allievo Ub aveva lo sguardo vacuo e pareva non sentire. Era andato allora da Piccolo, e come Vegeta, aveva quasi sorriso vedendo uno dei guerrieri più forti della galassia in quello stato. Goku ripensò mentalmente al panico provato alla nascita dei figli. Era stata sua moglie a soffrire e aveva cercato di non far vedere che era lui ad aver paura. Ripensava che i problemi però cominciavano prima. Gli sbalzi d’umore, la fame sproporzionata e le voglie. Non sapeva proprio cosa avrebbe fatto senza superpoteri. Ripensava quando in pieno inverno Chichi aveva avuto un’incredibile voglia di anguria. Per evitare un sicuro disastro era andato a cercarla. Per trovarla era dovuto andare fino all’altra parte del mondo. Era definito il “veterano” in quei momenti perché era stato il primo ad essere padre e quello con più figli. Alla nascita di Gohan si era sentito troppo giovane, con Goten aveva esasperato Re Kaio, a May si era sentito troppo vecchio. Il tempo scorreva lento e la situazione era sempre più insostenibile. Poi finalmente i “padri” furono chiamati. Il resto del gruppo preferì restar fuori.
Ub entrò silenziosamente nella bianca stanza d’ospedale, dietro di lui titubanti Goten e Piccolo. Le tre nuove mamme erano sdraiate in tre letti diversi, uno vicino all’altro. Avevano l’aria affaticata, ma sembrava belle come sempre. I tre si scusarono per non aver voluto stare con loro, invece di aspettare fuori, ma le loro mogli sapevano che sarebbe crollati se ci avessero provato. Tranne Marron, che teneva il figlio in braccio, gli altri due piccoli erano nelle culle accanto al letto. Ub si avvicinò alla moglie e guardò da vicino il neonato. Era una bambina, la sua bambina, identica alla madre a quell’età. Aveva però preso anche dal papà, perché quando con la manina strinse il dito al padre, quasi glielo stritolò. Anche gli altri due neonati non erano esattamente normali. Il figlio di Junior era sveglio e si agitava nella culla. Il namecciano ricordava se stesso da piccolo. Essendo nato da un uovo, era stato piccolo, brutto ed era cresciuto ad un incredibile velocità. Al contrario i namecciani nati come suo figlio, crescevano alla giusta velocità e se da grandi erano belli lo erano anche da piccoli e il contrario. Suo figlio però non aveva caratteristiche namecciane. Guardava con due occhini azzurri spalancati il mondo intorno a lui. Aveva un ciuffetto di capelli biondi, ma aveva due orecchie a punta come il padre. Suo padre lo prese tra le braccia e lo guardò a lungo. Lo teneva delicatamente, quasi avesse paura di romperlo. . Goten non poté vedere subito suo figlio. Dovette prima convincere Bra che nelle condizioni in cui era doveva riposarsi, visto che lei aveva già intenzione di alzarsi. Poi il ragazzo andò a vedere suo figlio. Il piccolo era placidamente addormentato. I medici erano rimasti sorpresi nel vedergli la coda, quasi quanto vedere le orecchie del figlio di Elly. Anche Goten rimase sorpreso, ma non per la coda. Si ricordava che lui era la fotocopia di Goku, che lo stesso Goku e Turles erano identici a loro padre Bardack. Vedere però l’aspetto di suo figlio gli fece effetto. Sembrava un piccolo Goku neonato.
Ora quei tre pargoli avevano bisogno di un nome. La bambina fu chiamata Ely, un nome scelto da Marron e approvato da Ub. Il nome del piccolo namecciano era stato scelto dal padre con il consenso di Elly. Era un nome carico di significati per chi sapeva comprendere. Il piccolo fu chiamato: Jaden, che in namecciano voleva dire “luce nuova”. Il terzo nome lo scelse Bra. Visto la somiglianza scelse: Goshin. Dopo un po’ arrivarono i trepidanti nonni. Goku, a dire la verità era addirittura bisnonno, anche se di Vetrunks, ma era ugualmente emozionato. Vegeta quasi si sentì male a vedere la sua “bambina”. la sua piccola principessa così affaticata e bianca come un cencio. Crilin camminava appoggiandosi al muro. C18 si mise di guardia alla figlia e alla nipote e se solo pesava che avessero bisogno di qualcosa, mandava su e giù il povero Ub. Goku, vedendo quei tre adorabili piccoli, disse un commosso:”Urca!”. Dende arrivò in quel momento. Sia Piccolo, che Elly non avevano genitori (O meglio quelli di Elly non sono considerabili tali), ma il giovane Supremo non aveva voluto mancare. Chichi prese in braccio il nipotino ancora addormentato. Bulma si avvicinò al marito, temendo una catastrofe imminente. Vedendo suo nipote, Vegeta vide realizzarsi uno dei suoi peggiori incubi. Il suo nipotino, sangue del suo sangue, era una piccola fotocopia di Kakaroth. Si appoggiò alla moglie e cominciò a fare dei lunghi respiri. In fondo Vetrunks assomigliava a Vegeta come una goccia d’acqua, solo che i capelli dalla stessa strana capigliatura erano lilla. Uno all’uno. Una volta ripreso, si decise che doveva voler bene a suo nipote, come voleva bene al resto della famiglia. Proprio allora Goshin si svegliò. Fu in quel momento che si notò la sua discendenza dalla famiglia Brief. Aveva un cipiglio e uno sguardetto omicida degno del discendente del principe dei saiyan. Vegeta non poté non lasciarsi sfuggire:”Questo è mio nipote” e sfoggiò un bel sorriso, anche se era un sorriso leggermente inquietante. Vegeta era al massimo della felicità. Non avrebbe avuto problemi ad affezionarsi a quel moccioso.
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ahahah xD fantastico! spero prpr che Goshin abbia lo stesso caratterino di Vegy... xD ti prego fallo testardo come luiii! >.< ho sempre desiderato un Vegeta in miniatura xD
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$kҸ ฿ŁΔÇk ϟ, per me c'è già il piccolo Vetrunks che è un Veggy in miniatura XD. Quel bambino è buono e calmo sono con il nonno XP. In ogni caso, come vedrai nemmeno Goshin è calmo e tranquillo hihi.
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Cap.2 Goshin II° parte (Un supersaiyan in pannolino)
Il sole splendeva su una tranquilla giornata sui monti Paoz. Quando un esplosione fece tremare la terra. Forse non era esattamente tranquilla quella mattina. Era domenica e come ormai d’abitudine, Goku e Vegeta si stavano allenando. I loro allenamenti erano alquanto movimentati. Se un povero sventurato fosse stato così pazzo da avvicinarsi troppo, avrebbe rischiato di essere colpito da una Kame-hame-ha o da un onda energetica. Se fosse stato proprio sfortunato si sarebbero aggiunti un paio di ki-blast conditi da colpi ben più massicci. Quel giorno, l’oramai gigantesca famiglia era riunita. Con tutto quel assembramento di saiyan, c’era bisogno di un incredibile quantità di cibo. Nella piccola cucina di Chichi; c’erano Bulma, Pan, Videl e Bra intente a cucinare. Chichi doveva allo stesso tempo apparecchiare e dare un occhiata a Vetrunks, di sette anni e mezzo, come lui ricordava a tutti, che giocava con la piccola May. Goten teneva in braccio Goshin e in tanto parlava con l’amico di sempre, Trunks. Gohan stava aiutando nel cucinare. O meglio, stava facendo una gustosa grigliata al barbecue. Sia Goten, che Trunks non avevano mai visto nessuno così pratico. Se avessero saputo che Gohan aveva imparato in un particolare allenamento quando era piccolo, cucinando code affettate di dinosauro. Dopo un po’ Trunks vide suo figlio corrergli incontro. Chichi aveva visto che May sbadigliava e, lasciando perdere la tavola, era andata a metterla a letto. Vetrunks si era quindi diretto dal padre. Aveva una faccia seria e stava a braccia incrociate. In quei momenti Trunks si stupiva di come suo figlio, a parte il suo stesso colore di capelli, fosse simile a Vegeta. “Papà ci alleniamo? Me l’avevi promesso”sbottò annoiato. Il destino però voleva diversamente. In quel momento Bulma urlò che il pranzo era pronto. Vetrunks però non si diede per vinto. “Vado io ad avvertire il nonno e Goku” e in poco tempo era già partito. Si divertiva un mondo ad allenarsi con i due adulti. Erano i migliori. Certo anche suo nonno Gohan, i genitori, Goten e gli altri erano degli ottimi guerrieri. Anche se solo terrestri anche Nonna Videl e Chichi sapevano dimostrarsi delle dure. Però Goku e suo nonno Vegeta erano considerati come dei grandi eroi potentissimi, dal bambino. Era stato il suo nonnino a insegnargli a diventare supersaiyan e lo aveva allenato da sempre. Mentre Goku gli aveva insegnato un sacco di tecniche. Sapeva che Goku era il suo bisnonno, ma preferiva chiamarlo per nome.
I due saiyan non si risparmiavano. Provavano un immenso piacere a sfidarsi. La lotta era nel loro sangue. Era una mattina che combattevano. Erano troppo stanchi per livelli più alti, perciò erano entrambi SSJ2. Goku aveva lanciato una serie di Ki.blast per depistare l’avversario e coglierlo di sorpresa col teletrasporto. Vegeta però se lo aspettava e mentre Goku appariva, lo colpì con una gomitata in piena pancia. Goku incassò il colpo, ma ne risentì. Vegeta, ansimando dalla fatica, gli disse provocatorio:”Sei già stanco?”. Goku, anche lui affaticato, rispose:”Parla per te. Io sono pronto a ricominciare”. Ripresero a combattere scambiandosi colpi in volo. Ognuno dei due parava calci e pugni dell’avversario, cercando di colpire a sua volta. Entrambi non videro arrivare una potentissima onda verso di loro. Una luce accecante e un incredibile esplosione. I due saiyan furono scaraventati contro una montagna, che dal colpo si sgretolò. Quando riemersero dalle macerie, Vegeta si voltò verso Goku e gli disse:”Kakaroth chi è stato?”. “Non lo so. Però quest’aura mi sembra familiare”. Una voce conosciuta disse:”Avete visto che forza?!”. I due saiyan si voltarono all’unisono. Davanti a loro Vetrunks, con un aria furbetta, e le mani dietro la testa. Non avrebbero mai smesso di stupirsi della potenza di quel bambino. Aveva lanciato un onda abbastanza potente da dar del filo da torcere a due SSJ2, senza nemmeno diventare supersaiyan. Il bambino vide i volti dei due adulti e capì di averla combinata grossa. Per calmarli gli disse: “Nonna Bulma dice che è pronto”. Detto questo volò via a tutta velocità per evitare una sfuriata dai due. I due saiyan adulti dimenticarono l’accaduto, concentrando tutta la loro attenzione sul pensiero del pranzo. Lo stomaco di Goku fece un sonoro gorgoglio. Anche Vegeta si sentiva incredibilmente affamato. Arrivarono così velocemente, anche senza teletrasporto, che gli altri ancora non si erano seduti a tavola. Il pranzo fu nella più totale confusione. Chiacchieravano, divoravano e si divertivano. Quando furono tutti sazi, ossia innumerevoli portate dopo, si divisero. Per premiare le premurose mogli, che avevano dovuto cucinare tutta quella roba, furono i mariti a offrirsi volontari per sparecchiare e lavare i piatti. Le mogli decise di approfittarne e di andare tutte insieme al lago a prendere il sole. Era una giornata speciale. Non dovevano lavare, lavorare e i figli erano con i mariti.
Goku, dopo aver fracassato un paio di piatti, era stato messo a controllare i piccoli. Non avevano molta fiducia in lui, perché avevano chiesto a Vegeta di controllare i piccoli e Goku stesso. Il principe dei saiyan aveva detto testualmente: “Mi hanno incastrato a fare da balia, tsk, sperate che non faccia saltare tutto”. In realtà era felice di passare del tempo con i nipoti e gli andava anche bene controllare May, che sembrava trovarlo simpatico. La piccola infatti già correva e chiacchierava e nell’inquietante periodo “E pecché?” aveva cominciato ad assillarlo. Gohan lavò piatti, bicchieri e posate a velocità sostenuta, mentre Trunks li asciugava allo stesso ritmo. Goten aveva sparecchiato in un lampo. Anche se aveva la predisposizione ad essere maldestro come Goku, con il suo locale era diventato un esperto. May era tra le braccia di Goku e gli tirava gli strani capelli, sparando come al solito domande. Vetrunks faceva i compiti. Era un vero piccolo genio, ma amava essere aiutato da Vegeta. Il saiyan sapeva che il nipote bleffava, ma faceva finta di non capirlo. Essendo tutti occupati, nessuno si accorse che nella sua piccola culla, Goshin aveva aperto gli occhi. Era entrata dalla finestra una farfalla. Come tutti i componenti della famiglia Son, era attirato dalla natura. Perciò vedendola allungò le manine cercando di prenderla. Era infastidito dal fatto che era troppo lontana, ma non si diede per vinto. Per essere un neonato. il suo orgoglio e la sua forza di volontà erano incredibilmente smisurati; da far concorrenza allo stesso Vegeta. La sua forza inoltre era incredibile. Fu in quel momento che successe una cosa impensabile. Tutti si voltarono sentendo all’improvviso una potentissima aura. Dal lettino proveniva un'aura dorata. Si avvicinarono e videro che Goshin era diventato SSJ. Il neonato vide che la sua farfalla era volata via. Tornò normale e iniziò a piangere. Non sapendo che aveva lasciato tutti ammutoliti. Interiormente erano tutti felici, ma un pensiero inquietante sfiorò Vegeta. “Se fosse un presagio?”si chiese.
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O.o un piccolo sayan in pannolinoooo! xD che genialata!! complimentiii!! =)
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Felice che tu l'abbia vista così $kҸ ฿ŁΔÇk ϟ, ammetto che era un po' azzardato. ^^
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Cap. .3 Sun of darkness (sole di tenebra). I° parte
“Dove sono?”mi chiedo spaurita. Questo luogo non lo conosco. E’ tutto così freddo, mentre queste pareti di pietra sembrano trasudare lacrime, in quelle gocce d’acqua. Sono seduta in uno scranno di legno, è così scomodo, ma non riesco ad alzarmi. Vorrei chiedere aiuto, mentre sono bloccata qui, ma l’oscurità mi spaventa e ho paura che a farmi sentire mi succederà qualcosa. Quando vedo un ombra un avanzare verso di me. La riconosco. Il mio cuore batte così forte, ora sono salva, è venuto a riportarmi a casa. Lo vedo apparire dall’ombra, ma in lui c’è qualcosa di diverso. A cominciare da come è vestito. Sembra un principe. Lo conosco quel vestito, è quello che si confà a un principe dei saiyan, è la buttle suit reale. Però c’è qualcosa di innaturale. Spalanco la bocca muta mentre vedo, al di sopra del lungo mantello rosso, due paia di morbidissime ali nere. Amore mio, mi hai sempre chiamata angelo nelle notti d’inverno in cui soli potevi mostrare il lato più dolce e innamorato di te. Stavolta i ruoli si sono invertiti Vegeta, perché quello a sembrare un angelo sei tu. Ti avvicini e ti inginocchi davanti a me, a capo chino. Non capisco, ma l’irrealtà che mi circonda mi fa capire che in tutto questo non potrò mai capire nulla. Non voglio che ti comporti così, non con me. Mi sporgo più che posso, rimanendo però inchiodata in questo scomodo trono. Mi spingo abbastanza da potergli alzare il viso con la mano, accarezzandogli prima la guancia così innaturalmente fredda, alzandogli poi il capo dal mento. Quando i miei occhi incontrano i suoi, non si specchiano in loro come è sempre successo. I suoi occhi di ossidiana sono stinti, lontani, e vi leggo una tristezza infinita. Il mio cuore si spezza, mentre non capisco da dove derivi tutta questa sofferenza che alberga in lui. “Amore…”mormoro, mentre dai miei occhi cominciano a sgorgare le lacrime. Non riesco a fermarle. Lui riabbassa il capo, mentre una lacrima gli attraversa il viso, scendendo pian piano. Non l’ho mai visto piangere, e anche se è una lacrima sola il dolore che mi sta attanagliando il petto cresce. “Perché mi hai abbandonato?”mi chiede quasi in una supplica, e a malapena riconosco la sua voce. Non faccio in tempo a rispondere, a rassicurarlo che non me ne andrò mai, che tutto comincia a vorticare in un cerchio di fuoco, che confonde tutto. Davanti a me ora solo due occhi di brace e l’ululato di un lupo”.
“AAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!”un urlo risuonò la Capsule corp., mille volte più terribile e angosciante di quello che aveva svegliato i vicini il giorno delle nozze della giovane Brief con il secondogenito dei Son. Vegeta si svegliò terrorizzato, mettendosi seduto di colpo, sentendo la sua donna urlare a quel modo. La moglie gli si buttò tra le braccia cominciando a piangere così forte, da tremare tra i singhiozzi. Il saiyan rimase di sasso. La consolò abbracciandola e cullandola come una bambina piccola, ma non era mai successo che fosse lei ad avere un incubo di una simile portata. “Va tutto bene. Era solo un sogno”disse cercando di calmarla, come quando Bra si rifugiava da piccola tra le sue braccia spaventata da un temporale. Vedendo la scena, il resto degli abitanti della casa si dileguarono prima di poter essere scorti o di interrompere. La donna continuò a piangere anche dopo essersi riaddormentata tra le braccia protettive del marito. La pace è la serenità del loro amore sarebbero state compromesse per sempre, questa era la consapevolezza che aveva ridotto in quello stato Bulma, mentre Vegeta non immaginava quello che il giorno dopo si sarebbe scatenato.
L’alba del giorno dopo sulla Terra, non corrispondeva per niente all’ombra che regnava sul mondo personale di Lourth. Il malvagio aveva seguito con interesse la vicenda di Odion e poi di Broly. Ora finalmente sapeva quali erano i poteri migliori che quell’universo aveva da offrirgli, due prede appetitose, ma forse ancora embrionali. Le voleva dispiegate appieno. Aveva perciò deciso di trovare un avversario che risvegliasse completamente il “potere del drago” e il “potere reale”, portandoli ai loro estremi limiti. Solo a quel punto, se nessuna delle sue creature sarebbe riuscita a ucciderli portandoglieli, sarebbe andato lui direttamente a prenderseli. Per fare ciò era sceso a patti con una creatura atavica e malvagia, che covava un odio pari a quello di Odion, ma mille volte più potente. Aveva dovuto cercare parecchio per riportarla alla luce e faticare ancora di più per ridargli la vita, ma ora forse se ne pentiva. Una volta scatenata quella creatura, c’era il rischio che niente sarebbe stato più come prima. Lourth però sapeva aspettare e non dava mai conclusioni affrettare, avrebbe visto gli sviluppi e avrebbe agito di conseguenza.
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“Credo di essermi addormentato. Lo sto fissando con sguardo assente, ma in realtà non lo vedo, e la sua fastidiosa voce ripetitiva mi sta cullando come una ninna nanna. Chi me lo doveva dire che sarei diventato il nuovo campione del mondo e che Mr.Satan si sarebbe messo a darmi lezioni? Più che un combattente, si comporta come un pubblicitario. Un sacco di parole sull’aspetto, su come si convince la gente, su come si affascina, su come si sorride, su come si parla, su come si imbroglia a fin di bene, su come ci si fa amare e soprattutto su come si entra in scena. A me non piace il palcoscenico e nemmeno la luce della ribalta. Vorrei essere a casa a cullare la mia piccola Ely, a preparare il pranzo per quando la mia stanca consorte Marron tornerà a casa da lavoro. Però devo resistere. Tutto i soldi che mi entrano mi permettono di sfamare il mio numeroso villaggio e addirittura di aiutare tutti quelli vicini per archi di km. Soprattutto ora che ho stretto un accordo con l’anziano e saggio capo del villaggio più potente tra noi, anche perché loro hanno un macchinario che gli consente di avere l’acqua. (E’ quel combattente, che pareva un incrocio tra un indiano e un abitante del deserto, con cui Goku si è sfidato a uno dei primi tornei. Non me ne ricordo il nome. NdA). Mi gratto la testa e sbadiglio. Sono felice di essermi scisso da Majinbu, ma oggi più del solito, perché quel simpatico grassone sta cucinando delle cose sfiziose e io ne sento l’odore fino a qui. Sempre che il cagnone di Satan non faccia cadere il vassoio e si sbafi tutto come l’altra volta. Una giornata noiosa, di quelle che credi che non cambieranno mai, credi, perché all’improvviso tutto comincia a tremare e Mr. Satan a urlare dopo essersi riparato sotto il tavolo”.
“Proprio oggi che avevo deciso di lavorare di mattina per passare il pomeriggio con May. La piccola voleva essere portata al parco. Sta cominciando a manifestare i primi poteri e voleva andare a giocare con me. Aveva scelto un posto così lontano, nonostante avesse gli interi Monti Paoz per giocare, perché ama utilizzare la nuvola speedy e inseguirmi mentre volo. Chichi ovviamente ha paura a farla andare da sola, ma con me è più sicura. Ora andrà tutto a monte. Afferro la sedia, come a voler fermare almeno lei, mentre sudo freddo. No, non può essere. Tutto a pezzi, tutto. Per ripagare questo disastro ci vorranno anni e anche se lo fa la proprietaria c’è il rischio che la bottega resti chiusa a lungo. Perderò il mio lavoro, che con alti e bassi, ormai mi ci ero affezionato. L’unico posto in cui non mi avrebbero licenziato, anche perché ormai avevo ingranato, avevo dimostrato di saperci fare. A me non succederà niente, nemmeno se mi cade il tetto in testa, ovviamente. Cosa vuoi che sia un terremoto per me? Purtroppo quelli che cadono come neve sono i prodotti. Il pane cade nel detersivo infracidendosi. Le uova sembrano un bombardamento insieme alle lampadine, andando I mobiletti e gli scaffali cadono come tessere del domino. La casa si ripiega su se stessa. Ho fatto appena in tempo a salvare l’incasso. Belli i tempi in cui credevo che quei biglietti verdi fossero verdura. Guardo con occhi sgranati, con una smorfia tra paura – denti stretti – rabbia, ma che assurdamente ricorda lentamente quello che i miei amici definiscono “sorriso ebete”. Devo smettere di stringere così forte, ho si spezzerà anche la sedia. Correrei in giro a salvare il salvabile, ma sto cercando di usare la mia aura per tenere insieme il villaggio ed evitare che la gente rischi la vita, purtroppo questo non vale per gli oggetti. Il drago del mio potere è stato categorico, la fa facile lui. Alle volte è insopportabile quando fa il saccente, ma almeno posso chiacchierare e importunarlo quando nessuno vuole starmi a sentire. Mi risponde perfino quando faccio domande a cui gli altri non hanno il coraggio di rispondere, io non capisco perché restino a guardarmi sconvolti o non credano che io abbia domandato davvero una cosa così apparentemente facile, alle volte si scordano che sono un alieno. Avevo avuto la mezza idea di uscire e teletrasportare tutti in un posto sicuro, ma questo sisma sta scuotendo l’intero pianeta. Cosa sta succedendo alla mia amata terra? Una minaccia? Un nuovo pericolo o avversario da affrontare? Allora perché non percepisco auree? Ed ecco che tutta la sezione delle scatolette comincia a fioccare e vedo una donna bruna che abbraccia la figlia piccola, così simile a lei, mentre tutto continua a tremare. Posso proteggerli, ma non posso evitare che abbiano paura, visto che nemmeno io sono calmissimo. Non sentivo un terremoto così forte da quando la Terra esplose a causa del drago rosso delle sfere dalla stella nera. Ovviamente è un segno nefasto e temo non sia stato il primo, in questo periodo sono successe parecchie cose strane.
Sono distrutto. Non è una ragazza, è un arpia. Avrà lavorato anche lei, ma sono io che ho sgobbato per tutto il giorno. Con la scusa che ho i super poteri mi ha fatto praticamente riparare l’intero villaggio, compreso il negozio a me. Mi ha lasciato i soldi lasciati in cassa come paga. Avevo ragione a pensare che resterà chiuso per un po’ lo spaccio, deve trovare nuove merci e trovare un modo per ripagare alle vendite di tutti i prodotti da buttare che non potremo più vendere. Sono tornato tardi a casa, è pomeriggio inoltrato. Ero preoccupato potesse essere successo qualcosa, anche se per tutto il tempo ho controllato le auree dei miei cari. Goten e Gohan stanno riparando le loro case e vedendo com’è ridotto il mio piccolo rifugio bianco, sono convinto che la mia giornata di riparazioni sia solo all’inizio. Chichi ha l’aria stanca, ma il cipiglio combattivo di chi ha gestito i lavori egregiamente tutto il giorno. Quanto la amo quando fa così. May che le sta in braccio, scende e corre da me. Io prendo la mia piccola tra le braccia e le scompiglio i capelli. Lei ridacchia e io mi sento rinfrancato. Almeno so che mi vogliono bene. Certo che la mia bimba ama le metamorfosi. Da piccola sembrava la sua mamma sputata, fino a non troppo tempo fa aveva un aspetto ben buffo perché portava i neri capelli lunghi tenuti in aria con un laccetto e stavano diritti sulla testa, mentre ora che porta i suoi neri capelli corti e a caschetto assomiglia assolutamente a Pan piccola. “Mentre c’era la terra che tremava io non ho avuto paura. Ho tenuto con me Goshin”si vanta orgogliosa. “La mia piccola guerriera”gli dico io stringendola un po’ più forte. “Ora vado a salutare la tua bellissima mamma…”comincio a dire mentre la metto a terra. Chichi si è avvicinata e ha sentito le mie ultime parole. Ci scambiamo un fugace bacio a fior di labbra, mentre May mima qualcuno che si sta sentendo male, mentre poi dolcemente Chichi mi dice: “Ora il mio eroico salvatore rimonterà il nostro castello”. E’ dolcissima e mi guarda con due occhi meravigliosi e profondi, ma mi sta incastrando come al solito. Mi conviene farlo subito, così alla fine avrò in premio coccole e cibo, altrimenti si trasforma in un drago sputa-fuoco e mi becco rimproveri e padellate. Sigh. Mi chiedo se questa stancante giornata avrà fine”.
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guai in vista come al solito eh?? ... bello il sogn... cioè l'incubo di bulma... cè prpr una bella atmosfera xD
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Sì $kҸ ฿ŁΔÇk ϟ. Nuovi guai in arrivo, o forse sono già arrivati e i nostri eroi non lo sanno U_U. Atmosfera che andrà a peggiorare. vedrai.
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Cap. .3 Sun of darkness (sole di tenebra). II° parte
“Aveva avuto fine questa stancante giornata…almeno sembrava. Morente di sonno cerco di infilarmi i calzini dopo aver già messo gli stivali. Ho tutta l’intenzione di ricoricarmi e dire addio a chiunque sia. Chichi fa finta di dormire e nessuno l’alzerà dalle calde coperte, May nell’altra stanza ha un sonno ancora più pesante del mio. Mi tocca a me. Miracolosamente, dopo aver rischiato di scendere in boxer, riesco a rivestirmi. Con gli occhi semichiusi, accendo la luce della scala e scendo lentamente le scale. Più che camminare mi trascino ondeggiando, mentre il sonno tenta di avvincermi nuovamente. Sto letteralmente dormendo in piedi. Chi bussa alle tre di notte? Chi a quest’ora non è nel meglio sonno? Il mio cervello è troppo stanco per riuscire a riflettere. Per un attimo crollo appoggiato alla parete e mi riaddormento. Soltanto che pian piano scivolo e ruzzolo giù dalle scale tirando una capocciata memorabile. Credete che il dolore mi abbia risvegliato? Macchè, non sento nemmeno il piccolo bernoccolo pulsante che mi sarà nato tra i capelli. Raggiungo il piano di sotto, chiudo la luce della scala e accendo quella del soggiorno. Passo vicino alle stanze buie e vuote della casa, silenziose almeno a quest’ora, nella mia movimentata dimora. Ed ecco arrivato alla meta. Apro la porta e rimango allibito”.
“ “Vegeta!”urlo per l’ennesima volta. Il cielo notturno, forse più pungente stanotte, mi gela fin dentro le ossa. Forse non è un emozione esterna, forse è interna. Flasch della mia infanzia, momenti particolari un tempo felici, portano questo freddo glaciale della morte. Avrei voluto restare con la mia Chichi in lacrime, consolare quelle facce serie e tristi, quei volti disperati a cui mi univo. A sorpresa mia moglie mi ha guardato quasi con rabbia. “Cosa ci fai ancora qui?!!”mi ha chiesto, mentre negli occhi velati di lacrime e nella voce spezzata leggevo un accusa. Ho piegato la testa di lato. Non ho capito. “Normalmente quando un tuo amico è nei guai, vai ad aiutarlo”mi ha detto e io ho spalancato la bocca non riuscendo però nemmeno a balbettare. Da quando in qua è lei a dirmi certe cose? Forse perché le ho dato fiducia. Sa che io sono sempre con lei, che se vuole sono pronto a consolarla, che non scapperò via. E’ una sensazione strana, come ne ho provate poche volte, la consapevolezza che sebbene lontani siamo sempre insieme, uniti come una sola persona. Mi conosce a tal punto da sapere meglio di me quali sono i pensieri che non ho il coraggio di formulare. Eppure faccio un minimo di resistenza. “Se ci vado adesso come minimo cerca di uccidermi dicendomi le peggiori cattiverie dell’universo”dico serio. Lo sguardo che mi lanciano mi fa riflettere della cavolata appena formulata. Questo lo farebbe comunque a essere sinceri. Lo ha sempre fatto e invece di scoraggiarmi mi ha trasformato in una piattola, lo so io e lo sanno loro. Mi gratto la testa imbarazzato. “Vado”dico semplicemente. Tutti abbassano il capo come a incoraggiarmi, mentre Junior mi apre anche la porta. I piccoli stanno dormendo tutti, tranne Vetrunks che sta seduto in un angolo con gli occhi spalancati, lo sguardo smarrito. E’ troppo orgoglioso per piangere e se i suoi genitori cercano di consolarlo li allontana. Eppure le loro attenzioni lo rincuorarono, si legge la gratitudine nelle sue iridi nere. In piccolo è quello che toccherà fare a me. Certo che ci assomiglia davvero tanto a suo nonno, fin troppo. L’aura di quel cocciuto è annullata, impossibile trovarlo con il teletrasporto. Il potere reale però non può nascondersi a quello del drago. Ho seguito la traccia dell’energia del suo potere, ma l’ho persa in questo deserto. Ora è da un po’ che giro. “Dov’è andato?”mi chiedo a bassa voce. Sono supersaiyan, lo stato che più agevola le caratteristiche di questo strano potere acquisito da poco rispetto al resto. Questi vestiti sono scomodissimi. Nel sonno non ho afferrato la mia amata tuta, e si che ne ho almeno duecento nell’armadio, ma uno dei pochi vestiti da terrestre che mi ha comprato Chichi. Questi orridi pantaloni grigi di tela che permettono perfettamente al freddo di penetrare. Che fanno coppia perfettamente con questa sottilissima e fin troppo stretta camicia nera senza bottoni dal collo fino a metà.
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Giro e rigiro, quando mi accorgo che alcune rocce le ho già viste. “Ma, questo posto…” mi sfugge, mentre il volto perde un po’ di colore. I deserti sono tutti uguali, mi dico, ma il deijavù è enorme. Riconosco sempre più dettagli. Deve essere sconvolto, se è venuto proprio qui. Seguo la memoria, seguo i ricordi e riesco a sentire perfino le voci della battaglia che si svolse allora. Le parole precise il tempo se le è portate, ma quelle sono emozioni che restano, che segnano. Nei miei ricordi si affaccia il volto di un guerriero. In realtà non è altro che un ragazzo, come lo ero io, ma allora già ci sentivamo uomini e del mondo non sapevamo niente. Un giovane dai capelli neri a fiamma; dall’espressione triste, seccata e pericolosa; l’armatura che lo caratterizza come mio avversario; una coda a sottolineare come sia stato solo il caso a darci due vite diverse. Ed ecco una montagnola. Quanti anni sono passati, da quando un saiyan mi accusò e mi schernì dall’alto di quella roccia convinto che avrebbe distrutto la terra? Di sicuro tanti, visto quello che ho davanti adesso. Scendo pian piano in procinto di atterrare e guardo di spalle quell’uomo così diverso, ben poche cose lo ricollegano alla figura del mio ricordo. E’ seduto, ripiegato su se stesso, è aleggia un dolore intorno a lui così palpabile da ferire anche me. Sembra schiacciato da chissà quale peso. Perduto in pensieri tali, nel suo sguardo vacuo che guarda senza vedere il paesaggio davanti a sè , che nemmeno si è accorto di me. “Vegeta”dico mentre appoggio un piede a terra. Si rizza immediatamente, interrotto in un momento in cui credeva di essere solo. Immediatamente rimette la maschera dell’orgoglio, si fa più avanti e si mette a cavalcioni proprio sul bordo dello spuntone, le gambe a penzoloni sul precipizio. “Sai…ho saputo…”comincio e sento gli occhi pizzicare. Faccio qualche passo in avanti e quasi mi affianco e mi rendo conto che adesso riesce a tenere le spalle dritte solo perché con le mani fa leva sul terreno. Mi ignora, mentre cerca di fare un volto indifferente e seccato, ma esce davvero male. Arrenditi, stavolta non riuscirai a trasformare il tuo viso come vuoi come hai sempre fatto, te lo si legge in volto che stai soffrendo come un pazzo. Non credere. Forse il tuo sarà il dolore più grande, ma ora siamo un po’ tutti a soffrire, persino io. “…Bulma…era anche mia amica”dico e stavolta una smorfia credo stia increspando anche il mio di volto. No, quello che ho detto è troppo lontano da quello che provo. Bulma non era un amica. Era la mia sorella maggiore, una pazza che con una folle idea mi ha cambiato la vita, che mi ha cresciuto quando ero piccolo, che mi ha sostenuto come eroe quando sono cresciuto. In me ha continuato a vedere un fratello, nonostante il suo amore per te le facesse alle volte sperare che a trionfare tra noi due in combattimento fossi tu, ma me lo ha detto. Non è stata ipocrita. Sai, non ti ha cambiato in meglio solo lei, anche tu l’hai migliorata. Hai tirato fuori la ragazza buona, sincera, disinteressata che alle volte quando era ancora una infantile ragazzina di quindici anni vedevo solo io. Ora se n’è andata, magari nemmeno consapevole del vuoto che ha lasciato. Tu lo sai, agli inizi eri anche geloso che lei fosse amica mia, geloso che qualcuno potesse portartela via anche solo per un attimo. Ed è per questo che almeno queste parole non le puoi ignorare. “Vattene!”ordini con una voce che dire sepolcrale è poco. Mi aspettavo di peggio, ma devo ancora aprirlo il vaso di Pandora. Non tornerò a casa con le ossa intere, non di certo. “Se me ne vado, tu torni a casa?”chiedo, in un modo forse un po’ infantile. Ed ecco che tu torni a ignorarmi. Devo stare attento, cammino su un terreno minato. “Bene. Allora resto qui seduto finché non ti decidi”dico più serio possibile e mi siedo. Ed ecco la via del ricatto. Di sicuro a te non te ne fregherà niente, non stavolta. So essere cocciuto quanto te, in fondo lo hai tirato fuori tu il saiyan dentro di me, ora ne paghi le conseguenze. Resterò anche tutta la notte se necessario, e non importa se con questi vestiti morirò congelato. Non credo che a te interesserà se a causa tua mi ammalo, ma ti darà fastidio la mia presenza in un momento in cui vorresti restar solo. Se invece deciderai di continuare a ignorarmi, avrò ugualmente raggiunto il mio scopo. Non ti avrò lasciato solo in un momento in cui avresti potuto fare sciocchezze, in un momento in cui avevi bisogno di un conforto. Tu non lo ammetterai mai orgoglioso principe dei saiyan. Anche se temo il momento in cui l’orgoglio verrà meno, il momento in cui sarai in balia dei sentimenti, perché stavolta succederà perfino a te che non hai capito che un cuore di ghiaccio sempre così insensibile va in pezzi più facilmente. Non hai mai visto cosa succede al ghiaccio che cade? Si spezza più facilmente del cristallo. Non so quante ore siamo stati seduti, ma almeno so cosa guardavi. Un lembo di cielo nero e vuoto, con accanto due soli. Un tempo non capivo, ora penso che facendo così ti fai solo più male. Non assimilare le due cose. Non farlo. Perfetto, avevo dimenticato gli effetti di quando hai l’umore nero. Presto saremo entrambi fradici e la tua amata buttle suit blu non ti proteggerà da un febbrone da cavallo, esattamente come questi vestiti non mi serviranno a nulla. Alzi la testa e lascia che la pioggia scivoli giù. Rivoli scendono sul tuo viso e suoi tuoi capelli. Ti ricordi poi che ci sono anch’io e capisco che stai valutando l’idea di non fare nemmeno questo gesto. Devi averlo fatto tante volte, deve essere l’unico modo che hai per depurare e dimenticare. Decido allora di imitarlo. E’ istantaneo, torni a dimenticarti di me. Ti do ragione Vegeta, funziona davvero, ma non è nemmeno lontanamente liberatorio come piangere veramente. Le lacrime bruciano, ledono l’orgoglio, ti scuotono il corpo, ma alla fine ti lasciano vuoto anche dal dolore, alla fine stai meglio. La pioggia fredda e dolce, non si può paragonare al fuoco vivo e al sapore salato del dolore che esprimono le gocce di pianto”.
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mi dispiace per Vegeta ma... io ho sempre pensato che Bulma fosse una eh-ehm... una put... insomma quello... in effetti mi sta tremendamente sulle scatole... -.-"
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Beh $kҸ ฿ŁΔÇk ϟ, Vegeta è un grande. Se si è scelto una donna, vuol dire che valeva a mio parere XD. Ammetto che a me la Bulma di Db dava sui nervi e anche quella degli inizi di DBZ. Invece poi è maturata. E' diventato un bel personaggio, soprattutto nella saga di Majinbu dove ha continuato ad avere fiducia in lui, nonostante le apparenze. E poi questi due insieme sono una bella coppia, anche se non sono esattamente l'esempio del romanticismo XP.