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Citazione:
Originariamente Scritto da
Final Goku II
“E sai fare la cacca?”
Cough!!! ***GT! Si strangola con le patatine fritte, e il latte che stava bevendo le esce dalle narici***
Bwah ah ahah!!! Oddio mio, con che frasi se ne esce fuori Crilin, avete forse intenzione di uccidermi??!
Final, dimmi che quel manga è Dr Slump e Arale, perchè non posso credere ci siano altri manga con battute così demenziali!
Menomale che 18 l'ha presa sul ridere, va...!
Citazione:
Originariamente Scritto da
Final Goku II
“Non devi!” affermò perentoriamente C-18 portando istintivamente la sua mano su quella del terrestre, appoggiata sul tavolo. Era stato un gesto istintivo e naturale, che fece sussultare Crilin. La stessa C-18 non poteva credere di averlo fatto realmente, e la ritrasse, imbarazzata. Seguirono alcuni istanti di silenzio… di imbarazzo, in cui nessuno dei due riusciva a trovare il coraggio di guardare l’altro negli occhi.
Ullallà! Beh, è così che si comincia: pochi ed insignificanti contatti...e poi di punto in bianco ci si ritrova con una bambina tra le braccia!
La cosa mi garba assai. :ghgh:
Molto tenera come scena! Adoro come il piccoletto sia goffo ed impacciato con l'altro sesso, è una cosa che lo rende quasi adorabile!
Ottima idea finire il capitolo senza lasciare nessun altro dettaglio al merito, lasciandoci solo con una 18 sconvolta da ciò che ha visto!
Che si verrà a scoprire? Non sto più nella pelle!
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E rufy chiese a B...:
"Ma tu la fai la cacca?"
B...:
"Ovviamente"
Oda ringrazia per la citazione :lol:.
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Molto bello questo primo capitolo del 2° special, il primo appuntamento di Crilin con C-18 :lol: anche se nn mi sarei aspettato una domanda così da Crilin !??!?!? :sconvolt: fortuna che C-18 nn se l'è presa :asd:
Sai mi è piaciuta soprattutto la parte dove Criln dice di essere l'umano + forte insieme a Ten
si ho sempre pensato che fosse Crilin (mi è + simpatico :asd: ) ,ma così hai evitato tutti i vari battibecchi sulla questione.... bella scelta
Chi sarà questa volta a rovinare tutto?
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ti prego final posta sono in crisi d'astinenza!!!!!!!!!
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EPISODIO 2: GHILLER
C-18 era rimasta come pietrificata. L’incredulità e lo smarrimento la pervadevano, e la cyborg cadde in un profondo stato di inquietudine ed angoscia. Possibile che un uomo, un comunissimo essere umano, fosse capace di terrorizzare quella donna dall’indomito carattere al punto da renderle insopportabile persino l’idea che questi camminasse sullo stesso pianeta dove viveva lei?
Questi sentimenti si tramutarono in sdegno nell’udire in che termini il conduttore del telegiornale parlava dell’uomo nella foto.
“Si tratta dell’ennesimo servigio che quest’uomo misterioso rende al genere umano! Nessuno conosce il suo vero nome ne le sue generalità, si sa solo che egli si fa chiamare Ghiller! Con la sua genialità e le sue conoscenze in ambito medico ha creato un vaccino contro l’epidemia che ha sterminato innumerevoli persone nell’arcipelago di Vaniastu, salvando così la vita a migliaia di essere umani! Noi tutti gli siamo molto riconoscenti, e ci sentiamo oltremodo sollevati nel sapere che esistano persone tanto generose e prodighe di aiuti nei confronti degli altri!” disse il giornalista.
Nell’udire quelle parole, C-18 fu colta quasi da un senso di nausea. “Ma quale persona generosa? Se lo ha fatto sarà certamente stato per ottenere un tornaconto! Se conoscessi quell’uomo la metà di come lo conosco io, stupido pinocchietto in giacca e cravatta, ti guarderesti bene dal considerarlo una brava persona!” pensò tra se e se la cyborg.
Crilin si rese subito conto di come qualcosa avesse cambiato radicalmente lo stato d’animo della cyborg, e premurosamente le si rivolse chiedendole “Ehm… tutto a posto? Qualcosa non va?”. Le parole di Crilin risvegliarono la donna dal torpore angoscioso in cui era caduta. Lei lo fissò con i suoi occhi azzurri, guardandolo dritto negli occhi, leggendovi una sincera premura ed un desiderio ardente di aiutarla qualsiasi cosa la angosciasse. Del resto, quando si era trattato di aiutarla, Crilin non si era mai tirato indietro. La donna dai capelli biondi aveva ancora negli occhi l’indomito coraggio con cui l’allievo di Muten si era opposto a Cell nel vano tentativo di impedirgli di assorbirla. Sapeva che se si fosse confidata con lui, egli avrebbe dato tutto se stesso per proteggerla. Fu tuttavia proprio tale consapevolezza a spingerla a non farne parola con Crilin. Ghiller aveva fatto del male non solo alla cyborg, ma a tutte le persone che la donna aveva amato nella sua vita. Malgrado gran parte dei suoi ricordi fossero stati rimossi in seguito alla sua trasformazione in cyborg, ella non aveva dimenticato il male che quell’uomo aveva fatto a lei e a suo fratello quando ancora erano degli esseri umani. Senza contare tutti gli altri orrori che tormentavano da sempre i pensieri della donna e di cui Ghiller era il principale se non unico responsabile. C-18 era cosciente che se avesse coinvolto Crilin in quella questione, ci sarebbe stata la concreta possibilità che Ghiller facesse del male anche a lui, e questo la donna dagli occhi azzurri non era disposta a permetterlo, pertanto Crilin sarebbe dovuto rimanere allo scuro di tutto.
La donna si alzò in piedi di scatto e disse “Mi dispiace, adesso devo andare…”. Detto questo si voltò, apprestandosi ad uscire dal locale. “Dove vai? Se vuoi ti accompagno…” propose Crilin, che non avrebbe voluto separarsi dalla donna proprio quando tra i due stava iniziando a nascere una certa confidenza. “Insomma! Lasciami un po’ in pace! Non mi soffocare!” ribatté duramente C-18. Le dispiaceva trattare così Crilin, tuttavia sapeva di dover essere convincente per levarselo di torno, a costo di farlo soffrire. Era per il suo bene. “Scusami… ciao eh…” disse Crilin, con tono dispiaciuto per aver fatto alterare la cyborg. La donna non aggiunse altro e uscì, lasciando Crilin seduto al tavolo con sguardo perso, mentre di interrogava in merito a dove avesse sbagliato al punto da spingere C-18 ad andarsene in quel modo.
“Mmmm…” fece nel frattempo, nella propria abitazione, una donna dai capelli blu, mentre fissava la televisione concentrando la propria attenzione sulla stessa foto che tanta sgomento aveva suscitato in C-18. Sembrava estremamente pensierosa, come se quell’immagine gli ricordasse qualcosa, ma al contempo ella non fosse in grado di focalizzare nitidamente nella propria mente dove avesse già incontrato quell’uomo. “Che succede, Bulma?” chiese un uomo dai capelli neri seduto allo stesso tavolo. “Sono diversi giorni che sento parlare di quell’uomo e che la sua foto viene trasmessa ai telegiornali… si tratta di un uomo estremamente misterioso. Si fa chiamare Ghiller, ma nessuno ha informazioni sul suo passato! E’ come se fosse comparso dal nulla qualche mese fa… eppure, io sono convinta di averlo conosciuto… è stato molto tempo fa!” spiegò la donna rivolgendosi all’amico Yamcha. Al tavolo stavano seduti la padrona di casa, Yamcha in qualità di ospite, e Vegeta, il quale però non prestava particolare attenzione alla televisione, in quanto intento a godere della propria ultima scoperta. “I terrestri saranno anche una razza complessivamente mediocre, ma il fatto che abbiano inventato l’abbinamento tra latte e biscotti gli fa guadagnare qualche punto… davvero una buona idea!” pensava il principe dei saiyan mentre si accingeva a svuotare il quinto sacchetto di biscotti da inzuppare nel latte, contenuto non in una tazza come la maggior parte delle persone, bensì in una pentola, in modo da contenerne un quantitativo più conforme all’appetito del saiyan.
In quel momento suonarono alla porta. Bulma uscì dal proprio stato meditabondo e si avviò verso il citofono che collegava l’abitazione alla portineria. “Chi è?” chiese la mamma di Trunks. “Signora Brief, c’è una persona che chiede del signor Vegeta!” disse la portinaia. “Vegeta? Uhm… va bene! Lo mando giù subito!” disse la donna per poi rivolgersi al marito. “Vegeta… chiedono di te!” disse la donna con un’espressione abbastanza sorpresa in volto. La cosa sembrò sorprendere anche il saiyan, conscio del fatto di come fossero ben pochi coloro che conoscevano il suo nome sul pianeta Terra. Chi poteva essere venuto a cercarlo? Generalmente Vegeta non era molto interessato alle visite e al via vai di persone, assai frequente alla capsule corporation, dove Bulma e i suoi genitori ospitavano rappresentati di aziende clienti e filiali, ma il fatto che qualcuno fosse venuto esplicitamente a cercarlo lo aveva oltremodo incuriosito. “Tu hai idea di chi possa essere, Vegeta?” chiese Bulma. “No… sinceramente non ne ho idea!” disse il saiyan alzandosi. “Forse è qualcuno che ti conosce… e in questo caso la cosa non prometterebbe bene! Scusa se te lo ricordo, ma non mi sembra che le tue azioni passate siano quelle che possano rendere una persona particolarmente popolare…” disse Yamcha. “Se la tua voleva essere una frecciata, sappi che hai sbagliato bersaglio! Non rinnego nulla di ciò che ho fatto in passato… se è qualcuno che cerca vendetta mi batterò con lui! Se invece è venuto per parlare con me lo ascolterò… se mi andrà di farlo!” disse il principe per poi uscire dalla stanza. “Vegeta… non cambierai mai…” pensò tra se e se Yamcha.
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Intanto, altrove, vi era qualcun altro che non era rimasto indifferente alla popolarità acquisita da Ghiller negli ultimi tempi. In una piccola casa tra le montagne, un uomo dai capelli neri spense il televisore che stava guardando, quindi si alzò in piedi, prese il proprio cappotto blu, lungo abbastanza dall’arrivargli sino a metà delle gambe, e uscì, scrutando il cielo con i suoi occhi azzurri, identici a quelli di sua sorella C-18. “Tu sai che io e mia sorella siamo ancora in circolazione, vero Ghiller? Questa tua ostentazione, questo tuo mostrarti al mondo intero… è una sfida che ci stai rivolgendo, non è vero, bastardo? Beh… io raccolgo questa tua sfida! Così finalmente potrò prendermi la soddisfazione di ammazzarti con le mie mani! Esattamente come ho fatto con il tuo amico Gero!” pensò C-17, per poi alzarsi in volo. Doveva assolutamente andare in un posto prima di poter mettere in atto il suo piano di vendetta.
“Eccomi! Chi sei, e cosa vuoi da me?” chiese Vegeta, recatosi all’ingresso della capsule corporation per incontrare chi aveva chiesto di lui. Il suo aspetto era quello di un comune terrestre, di sembianze piuttosto piacenti. Era poco più alto di Vegeta, e il suo fisico era piuttosto muscoloso, anche se ben proporzionato. La sua carnagione era leggermente abbronzata, e i suoi capelli biondi, portati lisci e corti. Fissava il saiyan con i suoi occhi di un intenso colore blu, ed il suo volto era solcato da un’espressione che palesava tutto il suo compiacimento di trovarsi di fronte a colui che stava cercando. Anche Bulma e Yamcha assistevano alla scena da poco distante, incuriositi dalla comparsa di quel misterioso personaggio. “Non ho idea di chi possa essere… ma la sua aura è quella di un comune essere umano! Cosa vorrà da Vegeta?” si chiese Yamcha, condividendo i propri pensieri con Bulma, la quale rimase in silenzio, ansiosa di sapere cosa volesse quell’uomo da suo marito. “Tu sei Vegeta, il principe dei saiyan, non è vero?” chiese il biondo. Vegeta rimase oltremodo sorpreso del fatto che un terrestre sapesse così tante cose sul suo conto. Anche nel caso in cui si fosse trattato di qualcuno che lo aveva riconosciuto dalle poche immagini riportate dalla televisione quando lui e Nappa avevano invaso la Terra molti anni prima, ciò non bastava a spiegare come potesse essere a conoscenza del suo lignaggio di principe. Il saiyan, tuttavia, non diede a vedere quanto fosse rimasto sconcertato dalla domanda del proprio interlocutore e chiese con tono provocatorio e sicuro “Si sono io… quanto a te, piuttosto, nessuno ti ha insegnato che ci si presenta quando ci si reca in casa di altre persone?”. Il misterioso essere umano ridacchiò sommessamente e, di rimando, rispose con lo stesso tono canzonatorio usato dal saiyan “Oh… ma quanto siamo educati! Sei diventato proprio un bravo abitante del nostro pianeta, eh, Vegeta?”. Ancora una volta Vegeta non si lasciò innervosire dalle parole di quell’uomo e disse “Cambiare discorso non ti servirà a niente! Mi hai voluto dimostrare come tu sappia molte cose sul mio conto allo scopo di impressionarmi? Beh… hai perso il tuo tempo! Dunque smettila di fare il misterioso e dimmi chi sei!”. Il terrestre annuì ed esclamò “Bene… veniamo al dunque! Il mio nome è Kano, e sono qui per chiederti di batterti con me!”. Bulma e Yamcha rimasero allibiti da tale asserzione. Un comune terrestre aveva avuto l’ardite di sfidare apertamente il principe dei saiyan. Vegeta stavolta non riuscì a celare il proprio stupore. “Hehehe… chiunque sia è certamente un mitomane! Come può pensare di sfidare Vegeta?” commentò Yamcha, convinto di trovarsi in presenza di un folle. Bulma sospirò, e intervenne per dissuadere quell’uomo da ingaggiare una battaglia da cui difficilmente sarebbe potuto uscire vivo. Vegeta era molto migliorato nel rispettare la vita degli esseri umani, ma non avrebbe messo la mano sul fuoco sul fatto che suo marito avrebbe risparmiato qualcuno che si stava dimostrando tanto insolente nei suoi confronti. “Ehm… scusami se mi intrometto, ma non so cosa tu sappia di Vegeta, tuttavia non credo che tu possa ritenerti in grado di…” abbozzò la donna avvicinandosi amichevolmente a Kano, il quale però si voltò di scatto verso di lei, fulminandola con lo sguardo e dissuadendola dall’avvicinarsi ulteriormente. Bulma sentì un brivido correre lungo la sua schiena… non avrebbe saputo spiegare la sensazione che aveva provato nel guardare negli occhi quell’uomo, ma le era stato chiaro di come si trattasse di un individuo pericoloso. “Sono a conoscenza del potere del Super saiyan, e del fatto che Vegeta sia in grado di sfruttare al cento per cento tale potere! Ma nonostante questo io mi ritengo in grado di sconfiggerlo!” ribatté Kano, estremamente sicuro di se. “E sentiamo… quale sarebbe il motivo che ti spinge a volerti battere con me?” chiese Vegeta, il quale dubitava comunque che un normalissimo essere umano potesse tenergli testa, anche se non poteva escludere che in quel momento Kano non stesse mostrando tutto il proprio potere. L’uomo si rivolse a Vegeta e sorrise, quindi candidamente affermò “E’ molto semplice, caro il mio Vegeta! Io ti voglio uccidere!”.
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Accidenti, bello questo 2° capitolo del tuo special. :bravo: Devo complimentarti sopratutto la descrizione dei sentimeni di c-18. Hai reso vermanete l'odio nei confronti di questo "fantomatico" Ghiller. :ok:
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Intaressante! Ecco dunque che Ghiller si è presentato al mondo come grande "benefattore", ostendando la sua presenza ai 2 cyborg che, evidentemente, sapeva sarebbero caduti nella sua rete!
Wo.. wow! E mò sto Kano chi è? E come può pensare di battere Vegeta Ssj (si presuppone FP)?
Hmm! Che abbia a che vedere con...
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grazie per aver ascoltato la mia supplica final :lol:
capitolo moooolto interessante chissà cosa vorrà quest'individuo da vegeta,
che lo abbia mandato ghiller?
che sia una specie di cyborg?
ma soprattutto cosa stà tramando ghiller?
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Un secondo episodio superbo, Final!! Davvero meraviglioso :bravo: :D!
E così il "buon Ghiller" ha scoperto un potente vaccino contro la pericolosa epidemia che stava falciando molti umani...però C18 non si è affatto lasciata incantare da quest'ammirevole e senz'altro nobile azione! E credo che i suoi dubbi non siano per nulla infondati, come del resto la voglia di irrefrenabile vendetta del fratello, C17. Povero Crilin, un po' mi è dispiaciuto per come è stato trattato dalla cyborg...ma se è per avere salva la sua vita, ben vengano le maniere rudi!
Uhm, adesso chi sarà questo misterioso e temerario Kano?! Parecchio azzardata la sua ultima affermazione nei riguardi di Vegeta, che poverino si stava godendo tranquillamente una pentola di latte e biscotti :lol:!!
Sono proprio curiosa di vedere cosa deciderà il nostro principe dei Saiyan!
Bravissimo come sempre Final ^^!!
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Povero Crilin, se la prendono sempre con lui :asd: ed i sentimenti di c-18 sono descritti perfettamente, almeno Crilin rimarrà vivo ,per il momento
Ghiller ha fatto il suo ingresso nella ff e sia c-18 che c-17 stanno andando a cercarlo per vendicarsi, molto interessante
WoW! chiedono di Vegeta... e ammò chi sarà questo Kano?!?! cosa crede di fare contro il Principe dei Sayan?? anche se nn me la racconta giusta...
Sono davvero curioso di sapere cosa deciderà di fare Vegeta...che dico..... accetterà ,allora meglio dire cosa succederà?!?!? :D
GRANDE FINAL!!
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Ghiller irrompe nella storia e spezza tutti gli equilibri.Come se non bastasse,appare anche il misterioso Kano.che sia un cyborg?
Bell'episodio,final...
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EPISODIO 3: L’AIUTO DI PICCOLO
“Devo assolutamente scoprire dove si trova Ghiller! E’ giunto il momento che quel mostro paghi per tutto quello che mi ha fatto!” pensava tra se e se C-18 mentre camminava a passo risoluto verso il grattacielo, sede di Tele Z, l’emittente televisiva che aveva trasmesso il notiziario vedendo il quale la cyborg aveva scoperto come Ghiller fosse ancora vivo. La donna dai biondi capelli sapeva come quella fosse l’unica pista che potesse seguire per scoprire dove vivesse l’uomo che stava cercando. Il notiziario aveva parlato di Ghiller come di una persona molto riservata, che non aveva voluto che fosse rivelata la locazione della sua abitazione, e ciò aveva portato C-18 ad escludere la possibilità di poter risalire all’informazione che cercava facendone domanda alla gente comune. Gli unici che potevano sapere qualcosa erano gli stessi giornalisti che avevano riportato la notizia, visto e considerato che erano comunque in possesso di una foto dell’uomo. Con questa consapevolezza la donna fece il suo ingresso nell’edificio, e si diresse verso le scale, allo scopo di raggiungere i piani alti. Onde evitare di girare troppo a vuoto, era meglio puntare direttamente sul direttore, anche perché la cyborg era cosciente che creare un certo trambusto sarebbe stato pressoché inevitabile. C-18 non fu infatti per nulla sorpresa del fatto che un intralcio già si presentasse innanzi a lei. In quanto una delle emittenti televisive più importanti del pianeta, era logica conseguenza che tele Z potesse contare su un buon numero di sorveglianti. “Ehi signorina! Si fermi! Lei non può Salire!” fece uno dei sorveglianti appoggiando la mano sulla spalla della donna allo scopo di esortarla a fermarsi. Per tutta risposta ella afferrò la mano dell’uomo e, malgrado questi fosse un uomo piuttosto nerboruto, lo scagliò via facendolo volare contro una parete, lasciando di stucco i presenti. Intimoriti ma comunque ben decisi a compiere il loro dovere, altri tre individui si frapposero tra la donna e le scale. Erano anche questi tre degli uomini piuttosto robusti. “Non statemi tra i piedi!” esclamò C-18 per poi puntare il palmo della mano verso di loro e concentrarvi la propria energia distruttiva. I tre sembrarono disorientati da quello strano bagliore, del resto non era consueto che un essere umano potesse fare una cosa del genere. La cyborg dai biondi capelli era fermamente intenzionata a non perdere tempo, e a sbarazzarsi di quegli intralci con la rapidità e la facilità consequenziali all’incommensurabile divario di potenza che la poneva al di sopra degli avversari. In quel momento però le parole di Crilin le tornarono alla mente. Cosa stava facendo? Lui era stato l’unico ad aver sempre avuto fiducia nella sua bontà d’animo, e lei come stava ricambiando tale fiducia? Spazzando via le vite di tre esseri umani con la fredda naturalezza con cui si rimuove un velo di polvere da uno scaffale? No, lei non era quel genere di cyborg. Forse sarebbe potuta diventarlo, ma ormai ella aveva maturato la consapevolezza di non voler essere nulla di nemmeno vagamente simile a quanto Gero e Ghiller avevano desiderato che lei diventasse. C-18 abbassò la mano, quindi con la super velocità si portò alle spalle dei tre sorveglianti e li mise tutti al tappeto con un colpo a testa sferrato dietro la nuca. Fatto questo salì rapidamente le scale. Vista la rapidità della cyborg non ci volle che il tempo di un battito di ciglia perché lei raggiungesse l’ultimo piano, facendo così irruzione nell’ufficio del direttore.
Vegeta inizialmente non ebbe alcuna reazione all’asserzione di Kano, che aveva appena rivelato di essere venuto a sfidarlo unicamente allo scopo di ucciderlo. Bulma e Yamcha invece erano rimasti impietriti. La sensazione che aveva avvertito sulla pelle la moglie del principe dei saiyan si era rivelata essere più che legittima, e Kano si stava rivelando una persona assai pericolosa, quantomeno nelle intenzioni. “Che cosa? Vuoi uccidere Vegeta? Ma perché?” chiese Yamcha, che non riusciva a capacitarsi della naturalezza con cui il misterioso individuo aveva manifestato le proprie intenzioni. Prima ancora, però, che Kano potesse rispondere, ammesso e non concesso che avesse l’intenzione di farlo, fu Vegeta a parlare. “Non serve che tu risponda a questa domanda! Accetto la tua sfida! Però ritengo sia il caso che tu sappia che anche io ho tutte le intenzioni di ucciderti! E’ questa la fine che tocca a chi ha l’ardire di venire a sfidare il principe dei saiyan!” rispose con tono freddo il padre di Trunks. “Ragazzi! Vediamo di calmarci! Per favore! Qui si sta parlando di ammazzarsi! Non potete prendere la cosa alla leggera! Perché non cercate di…” disse Yamcha, inorridito dalla facilità e dalla naturalezza con cui Vegeta e Kano parlavano della possibilità di privare l’altro della vita. “Yamcha…” lo interruppe Kano. L’uomo ebbe un leggero sussulto nel constatare come Kano conoscesse anche il suo nome. “Farai meglio ad entrare quanto prima in quest’ordine di idee… perché dopo Vegeta, il prossimo che ho intenzione di eliminare sei proprio tu!” disse l’uomo dai biondi capelli. “Che cosa?” ringhiò Yamcha. “Non vi è ragione perché tu te la faccia addosso come tuo solito… perché sarò io ad uccidere Kano!” lo tranquillizzò, a suo modo, Vegeta. “Bene… allora è deciso! Vuoi seguirmi, Vegeta?” propose Kano. “Seguirti?” ripeté Vegeta con aria leggermente sospettosa. “Certamente! Non vorrai forse combattere in piena città con il rischio di farci andare di mezzo degli innocenti tra cui tua moglie e tuo figlio? Io intendo eliminare solo le persone che voglio… non ho alcun interesse a compiere stragi!” asserì il biondo. “A dire il vero non me ne importa un bel niente di chi possa andarci di mezzo se io e te combattiamo, tuttavia facciamo come vuoi tu! Per me non cambia nulla!” rispose il saiyan, lasciando di stucco Yamcha. Possibile che per Vegeta la vita di sua moglie e di suo figlio non contasse nulla? Kano sorrise sornione, quindi condusse Vegeta fuori dalla porta. I due spiccarono il volo e si allontanarono dalla capsule corporation per andare a combattere altrove. “Non ci posso credere! Hai sentito cosa ha detto, Bulma?” fece Yamcha volgendosi verso la donna dai capelli blu, la quale però era perfettamente tranquilla, con un sorriso dipinto sulle labbra. “Tu non lo conosci… in realtà Vegeta ha risposto in quel modo proprio perché pensava a noi! Se avesse dimostrato a Kano che teneva a noi, questi in un secondo momento avrebbe potuto prenderci di mira per ricattare Vegeta! Invece fingendosi indifferente ha voluto dissuadere quell’uomo dal compiere iniziative future in tal senso!” spiegò Bulma, che ormai aveva imparato a comprendere come ragionasse il proprio compagno. “In effetti… Vegeta è sembra stato molto bravo a bluffare! E’ davvero un guerriero scaltro! E’ una fortuna non averlo più come nemico!” commentò Yamcha.
Nel frattempo, per volere di Chichi, peraltro assecondato con somma gioia dall’interessato, a Gohan era stato concesso di passare del tempo sa solo con Piccolo, colui che, di fatto, era il suo migliore amico. Il namekiano non aveva voluto giungere subito al sodo, mettendo eccessiva pressione al giovane amico, che egli considerava come un figlio, ma aveva deciso di lasciargli briglia sciolta, in modo che affrontasse la cosa con i suoi tempi. Lo stimolo ad affrontare l’argomento che tanto tormentava il giovane, doveva venire da Gohan stesso. Per quanto comunque la reale motivazione di tale “gita” fuori programma non fosse stata rivelata al figlio di Goku, Gohan sapeva che tanto la madre quanto Piccolo stavano cercando di aiutarlo, e la cosa contribuiva a scaldargli il cuore, e a non farlo sentire solo o abbandonato. D’altra parte, però, questo aumentava anche il suo senso di colpa, in quanto sentiva di starsi appoggiando nuovamente sulle spalle degli altri. Cosa avrebbe dovuto fare, del resto? Sapeva che Piccolo e Chichi gli volevano bene, e non gli avrebbero permesso di rimanere a consumarsi nella propria malinconia. Decise dunque di aprirsi totalmente con colui che era stato il proprio maestro, cercando di trovare, non tanto un conforto che non era certo di meritare, quanto una risposta a tutti i dubbi che lo attanagliavano.
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Gohan e Piccolo si trovavano seduti sull’erba verde, in riva ad un fiume, fissandosi negli occhi. Entrambi sapevano che quello sarebbe stato un dialogo importante, ed ognuno dei due era nello stato d’animo di chi deve cogliere e comprendere ogni parola pronunciata dall’altro. Fu Gohan a porre la domanda da cui poi si sarebbe articolata l’intera conversazione. “Piccolo… secondo te, io ho sbagliato durante la battaglia contro Cell?” chiese il ragazzo. Piccolo ebbe un cenno di assenso “Si Gohan… io penso che tu abbia sbagliato!” rispose il namekiano. Gohan doveva ammettere di non aspettarsi una risposta tanto diretta e di condanna da parte del proprio maestro, ma del resto era la stessa risposta che egli si era sempre dato ogni volta che se lo era chiesto. Il figlio di Gohan chinò il capo, desolato. Piccolo, tuttavia, non aveva finito. “Hai sbagliato come abbiamo sbagliato tutti! Ha sbagliato tuo padre! E ho sbagliato anche io!” continuò l’alieno dalla pelle verde per poi cominciare a spiegare come egli vedesse la situazione. “Tu hai indubbiamente sbagliato contro Cell… ti sei fatto pervadere dal senso di onnipotenza dovuto alla tua trasformazione in quel Super saiyan spaventoso! Non devi tuttavia dimenticarti che sei ancora un ragazzino, Gohan! Il fatto che tu abbia iniziato, tuo malgrado, a combattere con degli adulti sin dalla più tenera età, forse te lo ha fatto dimenticare. La tua sensibilità e la tua maturità sono certamente superiori a quelle dei tuoi coetanei… ma resti sempre un ragazzino! Dunque è perfettamente normale che tu possa sbagliare! In questo ha sbagliato tuo padre… non ha saputo comprendere sino in fondo come sei fatto dentro, e questo ha provocato delle inaudite sofferenze anche a te! Il suo errore consisteva principalmente nel vederti come proiezione di se stesso, pensando tu fossi come lui, quando in realtà voi due siete profondamente diversi. Questo mi ha portato ad adirarmi profondamente con lui! Non ero nel giusto nemmeno io, però! Tuo padre sbagliava, è vero! Ma esisteva un’alternativa a tale sbaglio? Se ripenso alle idiozie che gli ho detto! Gli ho chiesto se aveva discusso della strategia con te! Come se poi tu ti potessi arrabbiare a comando! Se Goku non avesse agito in quel modo… Cell ci avrebbe uccisi tutti! Ora mi rendo conto di come quella situazione fosse un concentrato di sbagli inevitabili, e di come il risultato non potesse essere diverso da quello che è stato. Ecco… la colpa forse è del destino. Il destino che ha fatto si che il potere di annientare Cell albergasse nel corpo di qualcuno che non poteva e nemmeno doveva essere pronto ad un’età quale è la tua, Gohan! Tutti noi possiamo legittimamente avere dei rimorsi per quanto avvenuto in quella battaglia maledetta, ma nessuno di noi può farsi carico di tutte le colpe. Si può solo cercare di crescere! Non solo te, ma tutti noi! In modo che al verificarsi di una situazione simile in futuro, non ci si trovi più in situazione come quella contro Cell! In questo devi certamente cercare di essere come tuo padre! Nella volontà di crescere! E non parlo di allenamenti o aumenti di potenza, ma a livello di carattere e di spirito! Devi maturare, Gohan! Passo per passo! Solo così il campo di battaglia sarà solo luogo di vittoria e di annientamento nel male, e non più una triste e desolata valle di lacrime!” disse Piccolo. Gohan fu molto colpito dalle parole dell’amico. L’alieno di Namek aveva ragione su tutta la linea… continuare a piangersi addosso sarebbe stato solamente un continuare a sbagliare. Gohan sarebbe dovuto crescere, per evitare che nuovi errori si aggiungessero a quelli vecchi. “Ti ringrazio Piccolo… le tue parole sono molto sagge! E so che solo tu potevi dirmele… mia madre ha avuto proprio una bella idea a farmi parlare con te!” disse Gohan con un filo di voce. Provava un senso di calore e di conforto e finalmente si sentiva perdonato perlomeno dalle persone che lo circondavano. Vi era tuttavia un qualcosa che ancora lo affliggeva: l’abbandono del padre, e sperava che Piccolo potesse fargli una spiegazione anche sul perché Goku avesse deciso di non tornare in vita con le sfere del drago, in modo da poter escludere la possibilità che tale decisione fosse figlia del fatto di non voler più avere nulla a che fare con un figlio del genere. Nel sentirsi porre questo quesito Piccolo non rispose, chiuse gli occhi e con tono grave disse “Gohan… non me la sento di mentirti! Goku è un saiyan… e si comporta da saiyan! Io non posso entrare nel merito su quelle che sono le sue decisioni nel suo rapportarsi con te, quindi mi spiace… ma questo è un punto su cui non ti posso aiutare!”. “Capisco… grazie ugualmente, Piccolo! Sto comunque meglio grazie a te!” rispose il ragazzino, con un sorriso. In quel momento, però l’attenzione di entrambi fu attirata dall’avvertire una presenza anomala. Proveniva dal fiume. “Hai sentito anche tu, Gohan?” chiese Piccolo, volgendo il proprio sguardo verso l’acqua. “Si… non ha l’aria di essere un animale, o perlomeno non un animale che io conosca!” annuì Gohan, alzandosi in piedi e preparandosi al peggio. “Stiamo in guardia!” concluse Piccolo, alzandosi a sua volta. Cosa stava accadendo in quel luogo che sino a quel momento era stato un oasi di pace e tranquillità per i due amici?
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episodio incentrato sul discorso tra Piccolo e Gohan :sisi:
Ma adesso queste riflessioni andranno in secondo piano perchè c'è un nuovo nemico da sconfiggere :sisi:
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B ce l'hai fatta a scriverlo in breve! Ed è uscito benissimo!
Complimenti! Mi è molto piaciuto il dialogo! E le parole di Piccolo non potrebbero essere più veritiere! Speriamo che ora Gohan superi la crisi...
U_u la famosa rete Z (che trasmise il Cell game tra l'altro :asd:) potrà dare utili informazioni alla cyborg?
E Kano come se la caverà?
Hmm... il bluff di Vegeta ha ingannato anche me! :asd:
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finalmente gohan si è tirato un pò sù maora da una parte vegeta con kano e dall'altra gohan e piccolo con un'altro ostacolo misterioso e infine 18 all'azione nelglie studi televisivi credo propio che il prossimo capitolo sarà molto attivo e coinvolgente
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Un capitolo molto bello e pieno di sentimento, nel saggio e veritiero discorso di Piccolo al giovane e ancora spiritualmente inesperto Gohan...mi ha colpito parecchio, sai? Ho letto tutte le singole parole, davvero sublimi e in certe parti anche soavi. Bellissimo, sul serio :sisi:.
Uhm, Kano è determinato a eliminare il principe dei Saiyan e dopo anche...il povero Yamcha?? Caspita, capisco appieno il suo terrore! Spero proprio che Vegeta riesca a fare qualcosa contro il biondo! Splendide pure le parole di Bulma che ha compreso l'apparente indifferenza del marito...incantevole!
Wow, l'appuntamento di C18 con Crilin è stato davvero utile affinché lei potesse riscoprire un briciolo di umanità!
Sono curiosa di vedere Kano in azione e soprattutto...la presenza nell'acqua del fiume!
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EPISODIO 4: INCONTRO CON GHILLER
C-18 volava a grande velocità sopra l’oceano, allo scopo di raggiungere l’isola dove ella aveva scoperto essere ubicata l’abitazione di Ghiller.
Non era stato difficile per una persona dotata delle capacità persuasive della cyborg riuscire a ottenere l’informazione dal direttore di Tele Z. In particolare questi si era rivelato particolarmente loquace quando la donna lo aveva tenuto sospeso fuori dalla finestra, con la minaccia di gettarlo dal grattacielo. Non era mai stato nelle intenzioni della donna mettere in atto tale minaccia, tuttavia non si poteva certo dire che la futura moglie di Crilin difettasse nel risultare credibile in tali circostanze. Certi suoi sguardi sarebbero stati capaci di mettere in soggezione anche il più coraggioso degli uomini.
C-18 era dunque venuta a sapere come Ghiller vivesse in una villa situata su un’isola dell’arcipelago Nimbe, che si trovava a Nord Ovest rispetto al continente, e la cyborg era fermamente intenzionata a giungervi il prima possibile, cosa peraltro non difficile per qualcuno dotato di una velocità come la sua.
Non ci volle molto prima che la sorella di C-17 avvistasse l’isola in questione. Le sue dimensioni erano considerevoli, ed era quasi completamente coperta da una lussureggiante foresta. Al centro del lembo di terra, spiccava tuttavia uno spazio non ricoperto da alberi, sul quale si ergeva una maestosa villa, la probabile dimora di Ghiller.
“Sono arrivata! Presto io e te faremo i conti, Ghiller!” pensò tra se e se la cyborg per poi atterrare nel vasto cortile della magione. La donna dai biondi capelli si guardò intorno con circospezione, per verificare l’eventuale presenza di sorveglianti o di qualsivoglia sistema di allarme. Ella tuttavia, realizzò come tutto fosse tranquillo, forse persino troppo tranquillo. “Possibile che sia stato così facile entrare? Mi sembra così strano che un individuo scaltro come Ghiller non abbia preso alcuna precauzione per difendere la propria dimora! E’ meglio non abbassare la guardia!” con questo pensiero nella mente, C-18 iniziò a camminare lentamente lungo il viale alberato che conduceva all’ingresso della casa.
La villa aveva l’aspetto di un piccolo castello, dalla base rettangolare ai lati della quale si ergevano delle piccole torri dal tetto della classica forma conica tipica delle regge delle fiabe. Le mura erano di un colore bianco candido, mentre il tetto era di un’accesa tonalità azzurra. “La modestia non è mai stata una caratteristica di Ghiller… ma addirittura costruirsi un castello! A quanto pare il trascorrere del tempo non ha lenito in alcun modo il suo profondo ego! Nulla mi toglie dalla testa che, anche se ora tutte le creature costruite da lui e dal Dottor Gero, tranne me e mio fratello, sono state distrutte, Ghiller continui a rappresentare una minaccia per l’intero pianeta! Una ragione in più per toglierlo di mezzo quanto prima!” pensò tra se e se C-18 mentre saliva la scalinata che conduceva alla porta d’ingresso della villa, situata in posizione sopraelevata. La cyborg non ebbe nemmeno il tempo di considerare l’eventualità di fare irruzione nel maniero sfondando la porta che questa si aprì da sola innanzi a lei, facendo sussultare la donna dai capelli biondi. “Si è aperta da sola di fronte a me… che si tratti di una porta automatica? Mi sembra oltremodo strano che l’ingresso di un’abitazione si apra indistintamente quando qualcuno vi giunge davanti…” rifletté la cyborg, la quale comprese finalmente come stavano le cose. “Non c’è alcun dubbio… Ghiller mi sta osservando! E ha cominciato a farlo nel preciso istante in cui sono atterrata su quest’isola, se non prima! Probabilmente dalla propria stanza egli controlla ogni meccanismo della villa… per questo ha aperto la porta! Il suo è un invito ad entrare! Non avevo sbagliato ad interpretare il suo sguardo nella foto apparsa a Tele Z! La sua è stata sin dall’inizio una sfida rivolta a me e a mio fratello!” realizzò la cyborg. “Ghiller! Ho compreso le tue intenzioni! E sappi che accetto la tua sfida! So che puoi sentirmi! Non sperare di sfuggirmi! Maledetto!” urlò la cyborg, certa di come colui che l’aveva sfidata potesse in qualche modo sentirla.
La cyborg mosse quindi un passo all’interno della costruzione, posando il piede sul tappeto rosso che formava una vera e propria strada, diramandosi lateralmente verso le due porte ubicate agli estremi dell’enorme salone d’ingresso e salendo su per la scalinata che conduceva al piano superiore. Ancora una volta C-18 non ebbe nemmeno il tempo di interrogarsi sul da farsi che il tappeto sotto di lei iniziò a scorrere a mo di tapiroulant. La cyborg comprese subito di come anche quella fosse opera di Ghiller, intenzionato ad indicarle come raggiungerlo. La donna dai biondi capelli decise dunque di lasciarsi trasportare sino alla destinazione, rimanendo comunque in guardia, in modo da farsi trovare pronta nel caso si fosse trattato di una trappola.
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La sorella di C-17 non dovette attendere molto prima di giungere a destinazione, trovandosi in una stanza dal pavimento in porfido, con l’intera parete sinistra costituita da vetrate che offrivano una visuale completa dell’esterno, e dalle quali filtrava la luce del sole che rendeva quella, con tutta probabilità, la stanza più illuminata della casa. Quello che però attirò l’attenzione della cyborg fu la presenza di una scrivania, proprio innanzi a lei, nella parte opposta della stanza. Dietro la scrivania era situata una poltrona, rivolta nel senso opposto rispetto all’ingresso del locale. “Sapevo che saresti venuta… cara numero 18!” disse ad un certo punto una voce proveniente proprio dalla poltrona. Il corpo di C-18 fu attraversato da un brivido. Erano anni che non sentiva quella voce, lasciva, vanesia e profondamente sgradevole, eppure l’aveva riconosciuta immediatamente. Colui che sedeva sulla poltrone si voltò, trovandosi così faccia a faccia con la donna dai biondi capelli. I suoi occhi scarlatti fissavano senza ombra di esitazione ne di incertezza quelli azzurro glaciale della cyborg, e il suo volto era quasi deformato da un sorriso feroce e folle. Un uomo inquietante, conscio della propria capacità di gettare gli altri in un profondo stato di soggezione e timore nel trovarsi innanzi a lui. La cyborg tuttavia non si lasciò intimorire. Del resto ella era conscia di come Ghiller non possedesse la forza di farle del male. Qualcosa tuttavia non le tornava: come era possibile che, pur essendo senza dubbio conscio della forza della cyborg, Ghiller le si presentasse innanzi senza alcuna precauzione, con il serio rischio di essere eliminato dalla donna nel breve spazio di un istante? Era tutto davvero molto strano, e ciò a C-18 piaceva sempre di meno. “Ghiller… mi sorprende che tu sia così tanto contento di vedermi! Dovrebbe esserti ben chiaro come io desideri più di ogni altra cosa spedirti all’altro mondo!” disse la donna dai biondi capelli con tono quasi canzonatorio, come a voler mettere in chiaro sin da subito come Ghiller non fosse più in grado di metterla in soggezione. “Huhuhu! Come sei ostile, tesoro! Dopo tutti i bei momenti che abbiamo passato insieme…” rispose Ghiller, per nulla impressionato dalla dimostrazione di freddezza della cyborg. “Tsk! Solo un folle come te può considerare gli abusi che hai compiuto nei miei confronti quando ancora ero un essere umano come dei bei momenti! Aspetta che ti metta le mani addosso e ti sarà chiara l’idea che ho di te! Tuttavia, prima di ammazzarti, mi piacerebbe sapere dove sei stato tutto questo tempo! Il dottor Gero ci ha detto che eri morto! Per quale ragione ci ha mentito?” chiese la cyborg. “Huhuhu! Non sono certo che accusare il caro dottore di essere un bugiardo sia giusto! Dopotutto egli è sempre stato realmente convinto di avermi eliminato!” rispose Ghiller. “Cosa intendi dire?” domandò perplessa C-18. “E’ una questione un po’ lunga e complessa da spiegare! Per aiutarti a capire direi che è il caso di partire dal principio! Ti ricordi di Trunks, il ragazzo venuto dal futuro?” chiese Ghiller. “Certamente! Ma cosa centra Trunks adesso?” chiese la donna la quale non riusciva a capire dove Ghiller volesse andare a parere. “E’ molto semplice! Nel suo tempo tu e tuo fratello siete diventati due persone molto diverse rispetto a come siete in questo tempo! Nel futuro dove Trunks ha vissuto voi vi siete rivelati degli autentici mostri! Degli esseri sadici e spietati che hanno sterminato gran parte della popolazione terrestre senza alcuna ragione! Premesso che anche tu e C-17 non siete certo degli stinchi di santo, pensate che sareste capaci di compiere simili nefandezze? Io direi di no!” spiegò Ghiller. C-18 si rese conto di come il ragionamento di Ghiller non facesse una grinza, sebbene non le fosse ancora chiaro dove volesse arrivare il proprio interlocutore dai bianchi capelli, dunque decise di seguire il suo discorso. “Per qualche motivo ci deve essere stata una divergenza, che ha portato la nostra trasformazione in cyborg ad avere diverse influenze sulla nostra personalità!” disse la donna. Ghiller annuì “Esattamente! E sappiate che se non siete diventati dei mostri come quelli del tempo di Trunks lo dovete unicamente a me!”. C-18 sussultò. Davvero doveva ringraziare Ghiller se non era diventata un mostro di crudeltà? No… era qualcosa di troppo assurdo e difficile da credere. “Stai mentendo! Per quale motivo avresti dovuto fare una cosa del genere?” chiese la donna. “Se nel futuro di Trunks Gero ha agito di testa sua tramutandovi in due autentici demoni è stato unicamente perché quel bastardo mi ha tradito ed assassinato! In questo senso le parole di Trunks, che ho potuto ascoltare per mezzo dei miei robot spia, si sono rivelate delle preziosi rivelazioni! Comprendendo come nel futuro le cose fossero andate in maniera totalmente differente rispetto a quanto avevo pianificato, ho capito come Gero stesse pianificando di pugnalarmi alle spalle! A quel punto non ho dovuto fare altro che anticiparlo! L’ho conciato per le feste riducendola all’impotenza, e a quel punto l’ho trasformato contro la sua volontà nel cyborg numero 20! Cancellando i suoi ricordi e portandolo a credere di avermi ucciso e che quella di essere tramutato in cyborg fosse stata una sua idea! Per rendere la cosa più credibile ho persino costruito un androide di nome C-19, che si sarebbe spacciato per colui che aveva eseguito la trasformazione in cyborg del dottor Gero. A quel punto sono fuggito nello spazio! Osservando quanto avveniva sulla Terra da un satellite da me stesso costruito tempo addietro!” raccontò Ghiller. “Non mi hai ancora spiegato perché non hai voluto che le personalità mia e di mio fratello fossero modificate come avvenuto nel futuro di Trunks e come, da quel che mi hai appena raccontato, era nelle intenzione del dotto Gero!” disse C-18, esortando Ghiller a chiarirle quel punto. “Semplicemente perché assoggettare la Terra con la violenza e il terrore era il piano del dottor Gero, ma non il mio! Nondimeno, però, il fatto che Gero avesse tale proposito giocava a mio vantaggio!” spiegò l’uomo dagli occhi rossi. “Dunque ti sei servito di Gero per mettere in atto il tuo piano! Non riesco tuttavia a comprendere quale sia questo tuo piano!” disse la bionda. Ghiller sogghignò divertito quindi disse “Il mio piano, cara C-18? Non certo conquistare la Terra! Per qualcuno dotato delle mie conoscenze e delle mia capacità sarebbe stata un’ambizione sin troppo modesta! Il mio piano era… ergermi a messia di questo mondo, conquistando la fiducia incondizionata di tutti i terrestri! E tramutare tutti gli esseri umani in un esercito di cyborg! Milioni e milioni di cyborg potenti quanto te e C-17! Una forza inarrestabile! Con la quale sottomettere… l’intero universo!” rivelò Ghiller, i cui occhi vennero attraversati da un lampo di follia mista ad ambizione. C-18 rimase pietrificata a sentire quelle parole. Il piano di Ghiller superava ogni sua più fosca previsione, e se fosse riuscito a metterlo in atto l’intero universo sarebbe caduto sotto il dominio di quell’essere spietato. “Vuoi sapere come intendo realizzare questo mio piano, cara la mia C-18? Beh… te lo spiegherò ben volentieri! Huhuhu!” mormorò Ghiller con un diabolico sorriso stampato in volto.