“Fallo e sarai finalmente libero, fallo e potrai dire di aver avuto successo.”
Due uomini di cui uno in ginocchio con rivolto lo sguardo e il sorriso verso l’altro, che è in piedi con in mano una pistola puntata addosso alla persona inginocchiata.
“Perché? Perché riappari dopo così tanto? Che cosa vuoi da me? Cosa altro vuoi da me?”
Gli occhi gli si scaldano.
“Allora cosa aspetti? Non vedevi l’ora di farmela pagare? Non vedevi l’ora di eliminare il tuo aguzzino? Quello che ti ha distrutto l’infanzia, che ti ha ucciso il cane, che ti ha trattato sempre male di fronte agli altri?”
“Stai zitto! Tu non sai niente di me, sei solo stato un bulletto da quattro soldi, non vali niente per la mia vita.”
“Davvero? Allora dimmi perché la tua mano freme per premere quel grilletto? Avanti, 8 anni di terapia e nessun risultato concreto, cresciuto senza amici e isolato dai parenti. Che cosa ti spaventa così tanto?”
“Cristo santo, sono quasi 10 anni che non ci incontriamo e ora rispunti fuori con questo.”
Abbassa la pistola, si mette le mani tra i capelli e si siede. Ha mal di testa.
“Pensavo di essermi riuscito a sbarazzare di te, di aver trovato un compromesso e della pace interiore, e ora riappari dal nulla. Per dio, che cosa vuoi?”
“Voglio che tu distrugga le tue paure e che elimini la bestia che ti ha infettato. Uccidimi e sarai libero.”
“Che diavolo farnetichi? Io non uccido nessuno, mi sei sembrato un ladro, ti avessi riconosciuto mi sarei limitato a spaccarti quella faccia che ti ritrovi.”
Ironia. Era la sensazione che provava Kanes, trovatosi di fronte ad un vecchio compagno, che poi tanto amichevole non era mai stato, che improvvisamente gli chiedeva di ucciderlo.
“Non sto farneticando niente, ti sto solo facendo un favore, sto cercando di aiutarti a superare le tue paure e farti trovare un senso su quello che fai e quello che sei, perciò uccidimi.”
Il sorriso di Moldan aumenta, facendo assumere delle linee contorte al suo viso per giungere ad un’espressione maniacale.
“Ti sei dato alla droga? Hai una crisi personale per caso? Di che cristo stai parlando?! Tu non sai niente di me, tu non sei nessuno per dire quali problemi ho o meno.”
“Non sei costretto a negarlo. Accettare i propri problemi è il primo passo, eliminarli con l’ausilio degli altri è l’altro. So come ci si sente; gli altri sono fastidiosi anche al minimo cenno e li eviti, così come quel senso di vuoto che provi continuamente, senza contare l’irrefrenabile voglia di..”
Rabbia. Raramente Kanes la prova, per anni si è esercitato a nasconderla ma non può sopportare chi parla di cose che non sa e mai lo sopporterà come mai lo ha sopportato.
“Chiudi il becco imbecille! Si può sapere cosa ti da il diritto di andare dagli altri e dirgli cose false facendole passare per loro? Tu non sai assolutamente niente. Non sai che le sciocchezze che stai sparando sono il nulla in confronto a quello che ho passato realmente nella vita, io, io che ho imparato ad accettare quello che è successo e a superarlo, senza aggrapparmi a pseudo stronzate che trattano la mia psiche con la tua psicologia inversa trovata nei cereali. Non ho nessun problema, anzi, se c’è qualcuno che ha dei problemi quello sei tu. Cosa ti è successo? Hai smarrito la carta di credito?”
Moldan è sorpreso, si vede rinfacciare le proprie frasi e inizia a vacillare, ma non gli importa. Lui deve morire.
“Anche rinfacciare i propri problemi dimostra che non accetti i tuoi. Non devi avere paura, sto cercando di aiutarti, perciò fidati di me e premi il grilletto.”
“Ma bravo, ti sei auto descritto in un attimo facendo capire che tutta questa è una pagliacciata bella e buona. Qual è il tuo scopo? Qual è il tuo problema?”
E ora lo spettacolo.
“Io problemi? Non puoi parlarmi così, tu… non sai nulla di me, non puoi dirmi cosa voglio, io, io devo morire, devo farlo per farti sentire meglio… per farmi sentire meglio, tu ne hai bisogno, no, io ne ho bisogno, tu non sei nessuno! Togliti dai piedi! Toglimi quella maledetta pistola dalla testa! No, uccidimi, ti prego, uccidimi! Io, tu, io, tu, noi….. THE WINGS OF YESTERDAY…”
Kanes di solito è abituato ad usare la destra solo per scrivere, mentre la sinistra la riserva per occasioni più movimentate, anche se stavolta si tradisce e concede un ballo al suo gancio destro con la faccia di Moldan.
“Riprenditi idiota!”
Sorpresa. Di rado accade a Moldan che adesso si trova dall’altra parte , la parte in cui si trova quello sfortunato, quello privo amicizie e inconsapevole di quello che vuole realmente. Scoppia in lacrime, come un bambino piccolo appena svegliato sotto un soffitto a lui sconosciuto ed incapace di trovare quella figura confortevole che è la madre. Si mette in n angolo, la paura lo travolge, si accorge di aver sbagliato tutto, si accorge che avrebbe dovuto premere da solo quel grilletto. Kanes si spaventa di fronte a quel comportamento dato che mai aveva visto l’idolo delle ragazzine, l’idolo carismatico e si, a volte anche il suo idolo, ridotto ad un bambino piagnucolante. La moglie gli chiede cosa sta succedendo, lui le risponde niente e le dice di preparare due caffè. Passano 20 minuti prima che Moldan parli. E’ un libro aperto e inizia a dire tutto quello che gli passa per la testa. Ha abbandonato l’università e si è dedicato alla musica, la sua principale passione. La cosa ha funzionato per anni e fare il musicista metropolitano era il suo sogno ad occhi aperti, fino a che un giorno non viene assaltato da un gruppo di barboni che gli sottraggono tutte le sue poche cose lasciandolo in balia di un ospedale di periferia che poco gli fa con quello che ha nelle tasche. Con un cerotto in testa si trova senza niente, così decide di tornare a casa dei suoi genitori. La sorpresa però è stata quella del loro trasferimento in un altro paese e gli amici di un tempo erano tutti occupati con la loro vita da adulti. Con molto fatica, riesce a cavarsela da solo anche se la mente inizia a cedere e la solitudine è tanta, così come i rimorsi dei torti passati. Vuole farla finita, ma non trova il coraggio di farlo e allora pensa a chi scaricare il compito e gli salta subito in mente quel ragazzino che da giovane tanto si è divertito a tormentare.
“Ma che razza di idea ti è venuta? Ti aspettavi sul serio che ti uccidessi? Avanti, eri tu quello che era adorato da tutti, quello preso sempre d’esempio. Il tuo sangue caldo ti ha sempre contraddistinto.”
“Non puoi capire… io ho perso tutto, la famiglia, l’università, un futuro, la musica… non ho ragione di vivere”
Menzogna. E’ tardi e fra poche ore si va al lavoro e tutto quello che ci si aspetta non è di certo un depresso che non sa come giocare a vivere.
“No, ti sbagli. Dovevi aspettartelo dalla scelta di vita che hai fatto. Semplicemente non sei stato in grado di fare il vero grande passo. Questa è un’opportunità che non puoi lasciarti sfuggire, l’opportunità della tua vita. Vivi e continua a vivere il tuo sogno, ora più che mai, nessun compromesso, solo tu e la tua chitarra. Cosa aspetti? Hai ancora un’altra occasione!”
“Lo pensi sul serio?”
Ironia. Più forte, più incisiva. Ha colpito nel segno, ci è cascato in pieno. Kanes annuisce sorridendo, Moldan ricambia. Sta per andarsene, Kanes sempre ridendo gli dice di non farsi più vedere, Moldan ricambia. Così il cacciatore di venta preda e Kanes diventa il cacciatore che forse, finalmente riesce a non farsi soggiogare dalla preda. Forse.