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Dragon Ball Chikama
Questa fanfiction non è altro che un seguito di DragonBall Z, che parte esattamente un anno dopo il torneo Tenkaichi che vedrà la partenza di Goku con Ub.
In questa fanfiction le invenzioni del GT non sono prese in considerazioni, quindi anche il carattere dei personaggi non farà riferimento al GT, ma semplicemente a quello che si vede alla fine dello Z (più la fantasia della sottoscritta :P)
La mia fanfiction è divisa in diverse saghe, ecco a voi il prologo della prima saga ^^
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Probabilmente vi chiederete perchè l'inizio di questo capitolo sia completamente slegato dalla storia. Ebbene, è presto detto, quello che voi leggerete all'inizio di questo capitolo e leggerete in altri capitoli non è altro che un piccolo flashback di un universo diverso da quello in cui si svolge la storia. Vi state chiedendo qual'è l'utilità? Tutti i flashback che vi verranno presentati nel corso dell'opera, vi serviranno per capirne la fine. Pertanto, se siete interessati a scoprire chi sono quei personaggi che vi vengono presentati dovete continuare a seguire questa fanfiction ^_^
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Prologo
Un gran nuvolone di polvere si levò dal ring.
Lo scontro si era appena concluso, ed il vincitore si allontanò velocemente, per lasciare spazio al prossimo incontro.
Il presentatore prese il microfono, tutti osservavano lo schermo luminoso. Su quel semplice schermo giallo sbiadito varie lettere blu vorticavano frenetiche. Presto si sarebbero fermate e avrebbero scritto i due nomi che il computer aveva selezionato per l’incontro.
Tutti avevano il fiato sospeso. Era il primo turno, e la paura era ancora nell’aria. La consapevolezza di andare contro l’ignoto, di non conoscere ancora la forza dei propri avversari.
Le lettere sullo schermo smisero di vorticare frenetiche e composero il primo nome.
Van.
Il vecchio maestro Aikagi annuì in direzione dell’allieva. Era il suo momento.
La guardò per qualche secondo. I capelli biondi le incorniciavano un volto pallido, impreziosito da due occhi cobalto. Era diventata proprio una bella ragazza, ed un’abile combattente.
Le lettere sullo schermo smisero nuovamente di vorticare, formando un altro nome.
Kripta.
Aikagi gemette e si guardò intorno. Kripta…non era forse quello il nome dell’allieva di…
Sì. I suoi dubbi furono confermati quando i suoi occhi incontrarono la figura di una giovane ragazza dall’aria imbronciata. Osservò la curva dei suoi capelli color del mare, il suo sguardo azzurro e limpido, i suoi occhi grandi. Un viso angelico, ma la curva delle labbra suggeriva una crudeltà d’animo che poteva derivarle solo dal suo maestro: Oshii
Le due ragazze salirono sul ring, squadrandosi per qualche secondo, poi lo scontro iniziò, sotto gli sguardi attenti dei due maestri.
Un sole limpido e risplendente, che riscalda il cuore e manda via ogni malinconia.
Non una nuvola in cielo, cielo terso e brillante, che da speranza e fa presagire un futuro di pace.
Una bellissima giornata, l’ideale per una piccola festa che riunisse tutti gli amici, persi di vista da tempo.
Alla Capsule Corporation era tutto pronto.
La tavola era apparecchiata con gusto e decoro. Una tovaglia rosa con pizzi bianchi era stesa sopra la tavola di legno massiccio, i piatti di porcellana erano allineati con studiata perfezione, i bicchieri di cristallo rovesciati davanti al piatto, in attesa di essere riempiti di acqua, vino o qualsiasi altra bevanda. Le posate d’argento erano sistemate accanto ad ogni piatto, i tovaglioli di seta completavano il quadro.
Una tavola perfetta, Bulma era soddisfatta di sé.
Lanciò quindi uno sguardo alla cucina, dove erano allineati in perfetto ordine tutti gli ingredienti per un menu con i fiocchi. Non sarebbe mai riuscita a preparare da mangiare per tutti da sola, così aveva richiesto l’aiuto di Chichi e C18, che si erano mostrate liete di aiutarla.
Sarebbero arrivate prima degli altri per iniziare a darle una mano.
In attesa delle altre due donne, Bulma si sistemò sul divano, in soggiorno.
Trunks era nella sua stanza, probabilmente alle prese con uno dei suoi soliti videogame.
Da molto tempo ormai non pensava ad altro. Sospirò. Le sarebbe piaciuto che si trovasse una fidanzata, invece, che mettesse un po’ la testa a posto.
Ma suo figlio sembrava interessato solo ai videogame.
La donna sorrise. Sua figlia le dava più soddisfazioni. Era appena una bambina, ma si era mostrata già molto intelligente, inoltre aveva uno spiccato senso artistico, e sembrava portata per il disegno. Crescendo sarebbe diventata una bella ragazza. Gli occhi azzurri della donna presero a scintillare. Magari Bra da grande sarebbe diventata una scienziata come lei. Vegeta aveva già manifestato la sua intenzione di non allenarla, a meno che non fosse stata lei stessa a manifestare interesse per le arti marziali, quindi, con un po’di fortuna, poteva fare di lei un’ottima scienziata, visto che con Trunks aveva fallito.
Girò pigramente la testa verso la cucina. Doveva prendere una decisione definitiva per il menu, ma non era per niente facile. Riuscire ad accontentare tutti era una prova ai limiti dell’impossibile, ma ce l’avrebbe fatta.
Lei era Bulma Brief e non poteva fallire.
Si portò una mano alla testa, il caldo torrido la stava opprimendo, decisamente era meglio servire un pasto freddo, se non voleva vedere i suoi ospiti colassare uno dopo l’altro.
Si sedette sul divano e portò una mano sotto il mento, intenta a pensare. Poteva preparare l’insalata di pollo, di solito le riusciva sempre bene. Entrò in fretta in cucina, per vedere se aveva tutti gli ingredienti necessari. Yogurt, pepe, pollo, lattuga, cetrioli, sedano, uva. Si, c’era tutto.
Però non poteva servire solo un’insalata, aveva bisogno anche di altro.
I suoi pensieri furono interrotti dal campanello.
Aprì la porta e si ritrovò davanti Chichi e C18, erano in anticipo.
Fece un passo indietro, e squadrò C18.
“Hey, ma ti sei fatta ricrescere i capelli!”
In effetti i capelli ora le accarezzavano nuovamente il collo, come avevano sempre fatto finchè la sua proprietaria non si era decisa a tagliarli.
La bionda alzò le spalle in un gesto di noncuranza. In effetti li aveva tagliati per far piacere al marito che l’aveva supplicata. Ma non avrebbe mai ammesso di aver preso quella decisione solo per Crilin.
Così preferì non dire niente.
Nel frattempo le tre donne erano arrivate in cucina.
“Allora, avevo pensato di servire un pasto freddo, perché con questo caldo ho pensato fosse l’ideale. Per secondo avevo pensato ad un insalata di pollo…”
Lasciò in sospeso la frase, per accertarsi che non ci fossero problemi alla sua proposta. Le altre due annuirono debolmente e così lei riprese il discorso.
“Ma non ho idee sul primo”
Chichi rimase pensierosa, non era abituata a porsi simili problemi, generalmente cucinava quello che le andava, tanto i suoi saiyan mangiavano di tutto.
Fu C18 ad avere l’idea vincente
“Riso freddo?”
Gli occhi di Bulma brillarono.
“Sì, mi sembra un’ottima idea!”
Per i successivi minuti le tre donne si misero all’opera, cucinando una gran quantità di insalata di riso ed insalata di pollo. In fondo avevano a che fare con dei saiyan.
Quando ormai il più era fatto, C18 si spostò in sala da pranzo, per sistemare, su incarico di Bulma, i fiori sulla tavola.
Squadrò per un secondo i fiori, messi dentro il vaso. Non la convincevano del tutto.
Erano troppo ordinati, sembravano quasi finti. Con pazienza si dedicò ad accorciare qualche stelo e sistemare diversamente quei fiori, finchè non raggiunsero quello studiato disordine che ci si aspetta sempre di trovare in un vaso.
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Un rumore in avvicinamento la fece voltare.
Trunks era sceso rapidamente dalle scale, terminando infine la corsa con un salto.
La guardò alzando un sopracciglio glicine.
“Buongiorno, C18! Non ti ho sentita arrivare”
Sua madre entrò nella stanza, squadrandolo da capo a piedi.
“Se non fossi stato impegnato con i videogiochi, avresti sentito il campanello”
Il suo tono di voce era duro ed irritato, ma non erano i videogiochi la causa della sua irritazione.
Gli ospiti sarebbero arrivati di lì a poco, e lui indossava ancora i soliti vestiti.
Pantaloncini corti gialli decisamente da lavare.
Una canottiera nera con dei piccoli forellini, e di almeno una misura più grande di lui, su cui capeggiava la scritta “Io ce l’ho lungo!” regalatagli da Goten in occasione del suo compleanno, per fargli uno scherzo.
Il suo ragazzo aveva già diciannove anni e si comportava ancora come un ragazzino.
“Fila immediatamente a cambiarti!”
Non fu il tono perentorio della madre a far correre il ragazzo su per le scale, quanto piuttosto lo sguardo, pronto ad incenerirlo.
Capitava raramente che sua madre fosse così arrabbiata con lui, ma quando capitava era meglio ubbidirle.
Trunks aprì la porta della sua camera, richiudendosela poi alle spalle.
Si guardò intorno, il caos regnava sovrano.
Libri di scuola gettati malamente sul pavimento, videogiochi seminati per la stanza insieme ai vestiti.
Il letto era disfatto e ricoperto di abiti ed altri oggetti.
Con un sospiro Trunks si preparò a mettere in ordine. Sua madre sarebbe salita, prima o poi, e non era il caso di farle vedere una tale confusione.
Il ragazzo sbuffò nervosamente, quindi si mise all’opera, iniziando a raccogliere gli abiti e sistemandoli nell’armadio, in ordine.
Poi passò ai suoi amati videogame ed infine ai libri di scuola, che vennero riposti nell’apposito spazio.
Trunks sorrise. Quello era l’unico posto in cui sua madre non guardava, i suoi libri di scuola erano il nascondiglio ideale per altri generi di riviste, che sua madre avrebbe considerato deplorevoli.
Sistemò anche quelle, che erano ammucchiate sotto il letto ed alla fine si avvicinò alla porta, dandole le spalle, per osservare l’effetto.
Bene, sembrava tutto in ordine, adesso era il caso di vestirsi.
Prese un paio di pantaloni neri dall’armadio e li abbinò con una camicia, anch’essa nera.
Indossò tutto e si guardò allo specchio, giudicando il suo aspetto abbastanza soddisfacente per i canoni della madre.
Afferrò distrattamente le scarpe di cuoio che si trovavano sotto il letto e le indossò. Adesso sua madre l’avrebbe sicuramente ritenuto presentabile.
Un lieve bussare alla sua porta attirò la sua attenzione. Aprì piano l’uscio, scorgendo la figura di Chichi, immobile davanti alla sua camera.
“Tua madre mi ha chiesto di dirti di sistemare anche tua sorella, dato che lei è impegnata in cucina”
Trunks rispose cortesemente, ma non appena Chichi se ne andò, imprecò a mezza voce.
Diamine, aveva sperato di riprendere a giocare al suo videogioco ed invece doveva preparare quella rompiscatole di sua sorella.
Attraversò il corridoio con passo pesante, fermandosi davanti alla camera della piccola peste.
Entrò senza bussare, sotto lo sguardo contrariato della sorellina.
“La mamma ha detto che devo prepararti”
La piccola annuì, aveva una vera e propria adorazione per suo fratello, e avrebbe fatto qualsiasi cosa voleva. Però non le piaceva che la gente entrasse in camera sua senza chiedere il permesso.
Senza dire una parola, lasciò che il fratello scegliesse il vestitino più adatto e l’aiutasse a metterlo, per poi pettinarla con cura, legandole i capelli in una coda alta con un nastro blu pieno di perline, il suo preferito.
Il campanello suonò in quel momento, probabilmente gli invitati stavano arrivando.
Trunks scese le scale velocemente, sperando ci fosse anche Goten, doveva assolutamente parlargli.
Quando arrivò all’ingresso, vide sua madre in piedi, intenta ad accogliere Gohan, Videl e Pan.
La sorellina corse giù per le scale, passandogli sotto le gambe e rischiando di farlo cadere. Non si era accorto che l’aveva seguito.
Osservò la piccola peste afferrare per un braccio Pan, cercando di convincerla ad andare nella sua camera per giocare con le sue nuove bambole.
Trunks scosse la testa, possibile che sua sorella non si rendesse conto della diversità che c’era tra lei e Pan?
La piccola bimba mora accettò di malavoglia di seguire l’amichetta, nonostante fosse palese il suo totale disinteressamento per bambole e affini.
Trunks la squadrò. Per la prima volta la vedeva vestita quasi da femmina. Non aveva un vestitino come quello della sorella, ma almeno non indossava la solita tuta arancione. Portava una graziosa maglietta rosa senza maniche ed un paio di pantaloncini rossi, che si abbinavano alle scarpette di vernice, anch’esse rosse. Trunks considerò che tutto sommato era una bella bambina.
Scese velocemente le scale e si fece incontro a Gohan e sua moglie.
In fondo quella era casa sua ed era giusto che anche lui facesse gli onori di casa.
Anche perché il padre era partito, su ordine di Bulma, per andare a cercare Goku e costringerlo a venire a quella cena.
Gohan indossava una camicia azzurra su un paio di pantaloni neri, un paio di occhiali dalla grossa montatura coronava il tutto. Tutto sommato, però, era rimasto un bell’uomo, il trascorrere del tempo non l’aveva colpito.
Con un sorriso complice, portò un braccio sulle spalle di Trunks. Era diventato proprio un giovanotto forte, gli sembrava ieri quando scorazzava per casa insieme al suo fratellino.
Ed invece il tempo era passato per tutti, e sia lui che Goten erano diventati proprio due bei ragazzi.
Il campanello suonò una seconda volta e fu Videl, fasciata in un lungo abito viola, ad aprire la porta.
Era Goten.
Trunks non si lasciò sfuggire l’occasione, senza dargli il tempo di dire nulla lo prese e lo trascinò in camera sua, sotto lo sguardo sbigottito dei presenti.
Bulma ebbe appena il tempo di vederlo, per poi seguirlo con lo sguardo mentre Trunks lo trascinava via.
Indossava una camicia bianca su pantalone nero. Era la prima volta che vedeva quel ragazzo ben vestito.
La porta era rimasta aperta, così si fecero timidamente avanti Crilin e Marron, che nel frattempo erano arrivati.
Bulma li guardò con un sorriso, mentre C18 avanzava per accogliere il marito e la figlia.
L’uomo indossava un semplice completo giacca e pantaloni, con una cravatta che gli dava un’aria distinta. Bulma non si era ancora abituata a vederlo vestito in modo così serio, ma a quanto pareva il suo vecchio amico era cambiato molto col matrimonio.
Il suo sguardo si spostò poi sull’unica figlia dei due.
Indossava un delizioso vestitino rosa ed un paio di scarpette rosa anch’esse.
Quella ragazzina bionda aveva quattordici anni, ed era nel fiore della sua bellezza. Bulma osservò per un momento i lunghi capelli biondi, divisi con due elastici rossi in due morbide code che le ricadevano ai lati del viso.
Era proprio una bella ragazza. Per un istante Bulma si chiese come mai i genitori non le avessero insegnato a combattere, ma poi scosse le spalle con noncuranza. Era meglio così, era stanca di avere a che fare sempre con guerrieri, ed era contenta che ci fosse qualcuno che faceva una vita normale.
Sentì dei passi pesanti alle sue spalle, e capì che stavano arrivando Goten e Trunks.
“Salve Crilin, ciao Marlon!”
L’uomo li salutò entrambi con un sorriso, rivolgendosi poi al più piccolo.
“Allora, Goten, la fidanzata dove l’hai lasciata?”
Il moro alzò le spalle con noncuranza e divenne leggermente rosso, sentendosi al centro dell’attenzione. Tutti lo stavano guardando, soprattutto la madre, che non vedeva l’ora che lui si sposasse e mettesse su famiglia.
“Bè, l’avevo invitata, ma mi ha detto che non se la sentiva ancora di conoscere tutti i miei amici, che secondo lei era presto”
Il rossore sulle sue guance era aumentato, sapeva che Chichi disapprovava questo atteggiamento, per lei era importantissimo che quella ragazza conoscesse subito tutti, così si poteva passare subito al matrimonio senza bisogno di tanto tempo passato a fare stupidate da adolescenti.
Trunks si diresse da Marlon, invitandola a venire su nella camera.
Si abbassò gentilmente su di lei e le sussurrò all’orecchio “A meno che tu non abbia intenzione di sorbirti tutte queste chiacchiere da vecchi”. Lei scoppiò in una dolce risata e seguì Trunks e Goten al piano di sopra, nella stanza del glicine.
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Un tonfo sordo risuonò nel giardino.
Bulma sbuffò, evidentemente era suo marito che era atterrato con la grazia di sempre.
Quando aprì la porta, si ritrovò davanti, infatti, lo sguardo duro del marito e quello allegro e solare di Goku.
“Urka, che bello essere tutti qui! Volevo portare anche Ub, ma lui non se la sentiva di venire, è troppo timido”
Chichi si fece incontro al marito, sorridendogli, quindi si girò verso la padrona di casa.
“Chi manca?”
Bulma lanciò uno sguardo in giro e poi rispose.
“Bè, non sono riuscita a contattare Tensing e Riff, quindi loro non verranno, Piccolo ha preferito continuare ad allenarsi sulle montagne…quindi mancano solo due persone. Ianko e la sua nuova fidanzata. Che è anche una nostra vecchia conoscenza”
Gli altri presenti si girarono contemporaneamente verso di lei, ma fu Crilin a prendere la parola.
“Non dirmi che Lunch…”
Bulma non lo lasciò continuare.
“Ma no! Non Lunch! Lei credo sia ancora tra i monti con Tensing. No, no. E’ una tua vecchia conoscenza”
La donna si mise a ridere, lanciando un’occhiata a C18
La bionda moglie del terrestre, intanto, era diventata alquanto sospettosa. Cosa voleva dire che era una vecchia conoscenza del marito?
“No…non dirmi che…”
Il campanello interruppe la protesta dell’uomo, Goku aprì la porta e sorrise al vecchio amico, stupendosi molto per la persona che era al suo fianco.
Ianko entrò dentro la casa “Salve a tutti!”
La ragazza al suo fianco si strinse di più al suo braccio, squadrando successivamente Crilin con aria di sufficienza.
L’ex-rasato prese parola
“Marion? Tu stai con Marion?”
Ianko guardò preoccupato l’amico. Non pensava di fare nulla di male.
“Ti…ti da fastidio?”
Crilin lo guardò, scoppiando a ridere.
“Oh, no,no. Solo che…insomma…”
Lasciò cadere nel vuoto la frase. Come poteva spiegare a Ianko che avrebbe visto meglio quella ragazza vicino ad un lampione anziché vicino all’amico?
Ianko si allontanò, insieme alla sua nuova fidanzata, per salutare gli altri, e C18 ne approfittò per avvicinarsi al marito.
“Chi è quella ragazza?”
Il tono era tagliente e minaccioso, ma Crilin rimase tranquillo. Sua moglie era al corrente che aveva avuto una fidanzata, prima di incontrare lei, ed era al corrente anche del fatto che stava per sposarla.
“E’ Marion, la mia ex-fidanzata”
Lei spalancò gli occhi, osservando la nuova arrivata.
I suoi occhi di ghiaccio seguirono il perimetro del vestito, che si fermava appena sotto il sedere.
“Tu stavi con…quella?”
Il disgusto nella sua voce era evidente.
Lui annuì, arrossendo. “Bè, ero l’unico senza fidanzata e…”
Lei lo guardò con aria divertita.
“Stavi con lei solo perché eri l’unico senza fidanzata? Certo che prima di incontrare me eri proprio sfigato!”
L’uomo abbassò il capo, sconfitto, ma lei gli arruffò amorevolmente i capelli, e lo fece sorridere di nuovo. Evidentemente non pensava davvero che lui fosse uno sfigato, prima di conoscerla.
Forse.
I due coniugi raggiunsero gli altri, che nel frattempo si erano riuniti in sala da pranzo e avevano preso posto a tavola.
Sembrava una normale giornata all’insegna della gioia e dell’allegria, nessuno avrebbe immaginato che nuovi nemici avrebbero portato il caos in quella pace faticosamente guadagnata.
“Uhm…è così questa è la Terra?”
Numerosi display iniziarono a lampeggiare, ma furono onorati soltanto di un’occhiata distratta.
“Secondo i nostri dati, la popolazione di questo misero pianeta è piuttosto debole”
L’uomo annuì, squadrando i due piccoli esseri al suo fianco, coloro che avevano parlato.
Si girò, per osservare il resto della sua truppa.
Un uomo alto e ben piazzato ed una giovane donna di bell’aspetto.
La sua squadra era la più forte dell’intero universo.
Nessuno li avrebbe fermati.
Lanciò un’altra occhiata distratta ai vari display.
“Non ci sarà bisogno di andare tutti, la popolazione è piuttosto debole. Kagami, Miraa, pensateci voi!”
I due piccoli esseri annuirono, contenti.
In un lampo aprirono il portellone dell’astronave e si librarono nello spazio, raggiungendo in poco tempo la Terra.
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:cute: Mi è piaciuta parecchio la storia. Sembra un libro. Spero che posterai il resto fra poco, perchè mi hai messo curiosità.
Mi ha fatto sorridere molto il pezzo in cui Trunks si prende Goten e se lo porta di la.Lo hai scritto così bene che sembrava ci fossi pure io li a casa di Bulma.
Brava davvero.
P.s. L' ortografia è ottima, ma io ho notato qualche errore.
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Interessante lunga e ben descritta..complimenti Shira!Dovrò imparare molto da te!:ok:
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Piccolo-Ghigolo: Sì, ci sta che abbia fatto degli errori XD Dimmi quali così li correggo ^_^
Sono contenta che ti piaccia, comunque ^^
XD Forever: Son contenta ti piaccia ^_^ Dal prossimo capitolo arriverà anche l'azione XD
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la storia è stupenda e gli episodi lunghi nn vedo l'ora che continui
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Citazione:
Dal prossimo capitolo arriverà anche l'azione XD
Anche io sono contento che mi piaccia. Gli errori sono:
La donna si mise a ridere, lanciando un’occhiata a C18, che intanto era diventata alquanto sospettosa
( Mi sembra che dopo la virgola il che non si possa mettere )
Prese un paio di pantaloni neri dall’armadio e li abbinò con una camicia, anch’essa nera.
Indosso tutto e si guardò allo specchio, giudicando il suo aspetto abbastanza soddisfacente per i canoni della madre.
Indossò, con l' accento. Cosa sono i canoni? Sono ignorante forse:-P
Il resto mi sembra vada tutto ok. Mi sorge un grosso dubbio che forse è solo un mio errore: Io scrivo tale e quale a te come ortografia, e come te, metto gli spazi dopo le virgole, i punti ecc... Però lo faccio anche quando metto l' apostrofo . Ripeto, forse sbaglio io li.:boh:
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Per l'apostrofo non saprei, io ho sempre scritto attaccato.
Per "indossò" hai ragione, nella fretta ho sbagliato tasto.
Per il che dopo la virgola, uhm...non saprei, secondo me si può usare, perchè separa la principale dalla secondaria
No, "canoni" esiste, è un sinonimo di "parametri" XD
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Io ho sempre lasciato lo spazio dall' apostrofo, mi sembrava anche più ordinato. Anzi sono convinto che bisognerebbe fare così, perchè è l' unico simbolo che non dividi con uno spazio, non so se ci hai mai fatto caso.
Totale: Solo un errore. Complimenti!
P.s. Secondo me è meglio togliere la virgola sul che, siamo più sicuri.
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Sostituita la frase del "che" per sicurezza XD
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Mi sono fatto la figura del fesso. SONO UN IGNORANTE. Ho appena rovistato in un libro a caso e...
... hai ragione tu. L'apostrofo è l'unico simbolo che deve rimanere attaccato.
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XD XD XD XD XD
E vabbè, dai, hai imparato qualcosa in più XD
Intanto io sto andando avanti col secondo capitolo XD
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Citazione:
Originariamente Scritto da
C18-Crilin 4ever
Intanto io sto andando avanti col secondo capitolo XD
Lo avevo capito:)
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Ecco il secondo capitolo. In fondo troverete i livelli di combattimento.
Kagami e Miraa
Kripta e Van si scambiavano pochi rapidi colpi. Non stavano combattendo seriamente, era quasi un gioco, un semplice misurare la potenza dell’avversario.
La ragazza dai capelli blu si librò nell’aria, pronta ad utilizzare il suo assalto migliore.
Senza un attimo di esitazione, Van la seguì, sotto lo sguardo attento del suo maestro Aikagi.
L’anziano maestro spostò lo sguardo su Oshii e quello che vide non gli piacque per niente.
Era troppo tranquillo, troppo sicuro.
Il suo sguardo tornò sul ring.
Le due ragazze erano una di fronte all’altra, immobili.
Fu Van la prima ad agire. Si scagliò contro l’avversaria, ma il suo colpo ebbe il solo effetto di fendere l’aria. Una schivata perfetta, niente da dire.
Ma dov’era finita Kripta?
Un colpo all’altezza dello stomaco diede a Van la risposta cercata.
Kripta era lì.
Cercò di colpirla, ma non la vedeva già più, fu nuovamente un forte colpo a rivelarle la sua presenza.
Si girò freneticamente ma per molti minuti non riuscì a vederla e fu costretta, inerme, a subire passivamente i suoi colpi sempre più potenti.
Nonostante tutto non erano colpi realmente dolorosi.
Certo, le facevano male nel momento dell’impatto, ma il dolore spariva poco dopo.
Kripta non stava facendo sul serio, la stava solo prendendo in giro, le stava dimostrando che se voleva avrebbe potuto farla fuori in un attimo.
Le stava dimostrando che la sua misera vita era nelle mani dell’avversaria.
Oshii scoppiò a ridere.
Una risata roca, malvagia.
“Mi dispiace, Aikagi, ma la tua allieva non ha speranze. Kripta è imbattibile nel combattimento aereo, acquista una velocità molto elevata quando si trova in aria”.
Lo sguardo di Aikagi si fece preoccupato. In quel torneo non era vietato uccidere, ed il vecchio maestro era seriamente preoccupato per la vita della sua allieva più promettente.
I suoi tre altri allievi scalpitavano vicino a lui.
Agitati, irrequieti, ma totalmente impotenti. Non potevano intervenire. Van non li avrebbe mai perdonati per un gesto del genere. Lei non voleva essere aiutata, mai.
Aveva accettato qualche volta l’aiuto del giovane Saisho, il più forte tra i tre allievi maschi, ma comunque non gli aveva mai permesso di venire in suo aiuto durante un combattimento.
Ed in effetti Saisho non avrebbe potuto comunque fare nulla. Ormai era inferiore a Van, come avrebbe potuto salvarla?
Nel frattempo Kripta aveva buttato a terra la sua avversaria e stava atterrando sul ring.
C’era qualcosa che non andava…
Perché Kripta aveva giocato la sua carta migliore senza fare sul serio? Se davvero, come sembrava, al suolo Van e Kripta si equivalevano, perché sfoderare la sua arma migliore solo per gioco, senza approfittarne per sconfiggere l’avversaria? No, doveva esserci sotto qualcosa. Kripta era troppo sicura di sé.
Il suo sguardo tradiva un trionfo che lei già pregustava.
Doveva avere qualche risorsa segreta a cui attingere.
La cosa non gli piaceva, non gli piaceva per niente.
Alla Capsule Corporation tutto procedeva tranquillo.
Le due donne avevano finito di preparare un menu delizioso, dall’antipasto al dessert e tutti erano impegnati a far lavorare le mandibole.
“Scusa, mi passi il sale?”
“Potresti versarmi due dita di vino, per favore?”
“Ti piace, ne vuoi ancora?”
“Dai, non esagerare con l’alcool, che ti fa male!”
Frasi colloquiali giravano vorticosamente per la stanza, in un clima d’allegria e serenità.
Trunks si alzò da tavola ed accese lo stereo, iniziando poi una divertente imitazione dei cantanti rap, seguito a ruota da Goten, che cercava di proporre qualche pezzo di break dance, fallendo miseramente.
Tutti ridevano e scherzavano.
“Allora, C18, quando ti deciderai a fare un secondo bambino?”
Tutti i presenti ammutolirono, sotto la domanda di Chichi.
La diretta interessata rischiò di strozzarsi con l’acqua, ma sotto lo sguardo di tutti posò il bicchiere.
“Bè…sinceramente non avevamo mai pensato di fare un secondo figlio…”
Gli occhi di Crilin si illuminarono
“Però sarebbe una bella idea. Se viene maschio lo chiamiamo Crilin Jr!”
La moglie gli lanciò un’occhiataccia, mai avrebbe chiamato così suo figlio. Mai.
“Marlon, ti piacerebbe un fratellino?”
Chiese Chichi, curiosa come sempre.
La ragazzina annuì, in effetti avrebbe sempre voluto diventare una sorella maggiore, occuparsi di un fratellino e proteggerlo.
Trunks intervenne nella discussione.
“Cambierai idea se verrà pestifero come Bra”
A quel punto scoppiò una risata.
Così, quasi dal nulla.
Non si sapeva chi aveva iniziato, ma non importava.
Nel giro di pochi secondi tutti iniziarono a ridere fino alle lacrime, così senza un perché.
Anzi, forse un perché c’era.
Erano tra amici ed erano in pace.
Valeva la pena aver combattuto fino all’ultimo respiro per questo.
Goku stava mangiando allegramente la sua quinta porzione di riso freddo, quando qualcosa lo fece bloccare. La forchetta ferma a mezz’aria.
Lanciò un’occhiata a Gohan, e si accorse che anche lui era fermo.
Vegeta si era alzato in piedi con una risata, sotto lo sguardo sbigottito dei presenti.
Anche gli altri guerrieri Z percepirono in quel momento le due auree, poco distanti da lì.
E sempre in quel momento si resero conto del motivo per cui il principe rideva.
Quei due esseri erano troppo deboli per risultare preoccupanti.
In quel momento la porta si spalancò e Muten fece la sua apparizione.
“Salve a tutti! Scusate se arrivo in ritardo, ma c’erano alcune questioni importanti da risolvere a casa”
Crilin alzò un sopracciglio, scrutando l’anziano maestro.
“Ma se quando sono partito stavi guardando i tuoi soliti film!”
Muten tossì ripetute volte, facendo finta di niente.
Bulma, invece, si accigliò. Non aveva invitato Muten, perché temeva potesse dare fastidio, ma dal momento che si era auto-invitato non poteva certo sbatterlo fuori.
Goku si alzò da tavola, guardando il suo vecchio insegnante di arti marziali
“Bè, Genio, temo che il pasto sarà rimandato. Prima dobbiamo occuparci di due nuovi nemici”
Il vecchietto scosse il capo, triste.
Non era possibile, non era possibile che non ci fosse mai un attimo di pace, ma che vita era, quella?
Goku lo rassicurò, sorridendogli.
“Non ti preoccupare, sono troppo deboli per impensierirci”
Tutti i presenti in grado di farlo si alzarono in volo per raggiungere il punto da cui provenivano le due auree, gli altri rimasero alla Capsule Corporation, in attesa di vederli tornare.
Goku fu il primo ad atterrare, seguito rapidamente dagli altri.
Su un altura vide Piccolo, Tensing e Riff.
Evidentemente anche loro avevano sentito le due auree in avvicinamento e si erano diretti prontamente lì.
Il saiyan li squadrò, si vedeva che erano migliorati dall’ultima volta che li aveva visti.
Ma di quanto?
Questo non avrebbe saputo dirlo.
Con un sorriso fece loro segno di avvicinarsi. Era tanto tempo che non li vedeva.
“Heilà, ragazzi, che bello rivedervi!”
Piccolo fece un impercettibile sorriso, non era un tipo loquace, ma un semplice gesto bastava ad esprimere quanto fosse contento di rivedere l’amico.
Contento anche di constatare a prima vista i progressi fatti.
Diamine, più vedeva Goku e più si convinceva che il saiyan aumentava la propria potenza in maniera incredibile.
Non pensava che fosse possibile aumentare il proprio livello prendendosi cura di un bambino.
Tensing e Riff furono più espansivi, il piccoletto abbracciò il saiyan, mentre l’uomo dai tre occhi si limitò ad una pacca affettuosa sulle spalle.
Era tanto che non vedevano Goku. Tensing l’aveva visto l’ultima volta circa undici anni prima, mentre per Riff si trattava addirittura di diciotto anni.
“Avete sentito anche voi questa energia?”
Gli altri annuirono, indicando poi due piccoletti poco distanti.
Quando erano arrivati avevano trovato Piccolo, in contemplazione di quei due nanerottoli.
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Entrambi gli esseri erano grassi e bassi, con due grandi orecchie a punta.
I guerrieri li osservarono più attentamente.
Le gambe ed i piedi erano molto piccoli rispetto alla mole del corpo, tanto che i due sembravano una patata con infilzati due stuzzicadenti. Le braccia, al contrario, erano robuste, forse un po’ troppo grandi per la loro statura. A prima vista, i due sembravano indossare una sorta di armatura, ma guardandoli bene ci si rendeva conto che quella era la loro stessa pelle, solida, dura e a scaglie, grigia come il metallo.
La testa dei due mostri era proporzionata al corpo e vi trovavano spazio un naso pressoché invisibile, una bocca enorme e larga, con le labbra rosee divise da tante righine bianche.
Due occhi enormi e due orecchie a punta molto lunghe completavano il quadro.
I due esseri erano quasi identici, l’unica differenza era che uno era bianco con gli occhi completamente neri e l’altro nero con gli occhi completamente bianchi.
In ogni caso il loro aspetto era bizzarro quanto spaventoso, proprio per la sua stranezza.
I guerrieri sarebbero stati spaventati, se non avessero saputo quanto basso era il loro livello.
Basso rispetto a loro, ovviamente.
Vegeta sorrise, divertito.
Il loro livello era uguale a quello del primo Majin Bu, quello grasso.
Troppo poco per impensierirli.
Senza aspettare altro, il principe si trasformò in Super Saiyan di secondo livello.
I capelli dorati svolazzarono nella brezza pomeridiana, mentre i due nemici, attirati dalla sua potenza, lo guardavano.
Era impossibile.
Assolutamente impossibile.
Secondo i loro dati, i terrestri erano la popolazione più debole dell’intero universo.
Non era possibile che su quel pianeta ci fosse qualcuno più forte di loro.
Ma poi quel tipo era davvero un terrestre? I terrestri sapevano trasformarsi? E da quando?
Kagami scosse la bianca testa, girandosi verso il fratello.
“Non ha importanza se è più forte di noi, lo faremo fuori comunque”
Miraa annuì, mentre sbatacchiava i grandi occhi bianchi.
Non importava se l’avversario era più forte di loro, i fratelli Kagami e Miraa avevano una marcia in più.
Squadrarono nuovamente il loro avversario. Era molto potente, ma non abbastanza da impensierirli.
Però un dubbio li tormentava. Come avevano potuto i loro computer sbaglirsi così? Come potevano esistere terrestri così potenti?
Non riuscivano a spiegarselo. Ma, in fondo, non aveva importanza. Il loro piano per la conquista della Terra sarebbe andato avanti senza intoppi.
Vegeta si lanciò contro i due nemici, che nel frattempo si erano messi in posizione di difesa.
Il principe scomparì dalla loro vista, per apparire poi alle loro spalle e colpirli fortemente entrambi con un doppio calcio, mentre un sorrisino di scherno si disegnava sulle sue labbra.
I due esserini vennero sbalzati metri più in là, sotto lo sguardo divertito del principe.
Ridicoli, assolutamente ridicoli.
I due si alzarono imprecando sottovoce. Quel terrestre era molto più forte del previsto.
Chissà se anche gli altri erano così forti.
Questo avrebbe potuto rovinare i piani del capo, e loro non potevano permetterlo.
Si scambiarono un gesto d’intesa. Non era il caso di giocare, era meglio fare sul serio fin da subito.
Se fossero stati sconfitti avrebbero subito le ire del capo, e sapevano bene quanto implacabile fosse il capo con chi sbagliava. Bastava sapere che la squadra inizialmente contava dodici elementi, compreso anche il capo, mentre adesso si erano ridotti a cinque.
Gli altri sette avevano commesso degli sbagli e li avevano pagati.
I due piccoli alieni si lanciarono contro Vegeta simultaneamente.
Sguardo concentrato, mani chiuse a pugno, gambe piegate pronte all’azione.
L’orgoglioso principe dei saiyan era pronto ad accoglierli.
Ma i due lo stupirono.
Scomparirono alla loro vista per poi riapparire dietro di lui, ma senza attaccarlo.
Scomparirono di nuovo e riapparvero di fianco a lui, poi sull’altro lato, di sopra, davanti, di dietro.
Vegeta chiuse gli occhi. Doveva percepire la loro energia, non fidarsi di quello che gli dicevano i suoi regali occhi.
Sferrò un pugno, che venne parato dalle quattro mani dei due esseri.
I due fratelli risposero prontamente con una serie di calci e pugni dati in perfetto sincronismo.
Il guerriero rimase spiazzato da tanta precisione, stessi movimenti, stessi tempi.
Cercò di rispondere come meglio poteva, ma la situazione si stava facendo difficile.
Quei due erano come un’onda che lo stava pian piano travolgendo.
Kagami scomparì dalla sua vista, per riapparirgli alle spalle e riprendere a colpire, in totale sincronismo col fratello.
Sembrava quasi che si trattasse di un solo guerriero che combatteva davanti ad uno specchio.
Nel mezzo Vegeta era sempre più inerme, aveva sbagliato a sottovalutare quei due.
Nonostante la scarsa potenza in confronto a lui, il loro perfetto sincronismo li rendeva due terribili avversari.
Improvvisamente Vegeta non avvertì più i colpi alla schiena.
Kagami sembrava scomparso e Vegeta si arrischiò a guardare cosa era successo.
Era Kakaroth, trasformato in Super Saiyan di secondo livello.
Vegeta strinse i pugni. Era vero che ormai lui e Kakaroth non erano più rivali, era vero che ormai aveva ammesso che era lui il numero uno, ma continuava ad odiare il fatto che Kakaroth lo salvasse. In quel momento, però, avevano altre cose a cui pensare.
Vegeta riprese a combattere contro Miraa, mentre Goku si occupava di Kagami.
Ma i due fratelli non avevano intenzione di dividersi.
Si riunirono, iniziando a colpire simultaneamente i due avversari, in perfetto sincronismo, come prima.
Goku e Vegeta rispondevano al meglio delle loro possibilità, ma non avevano la dote del sincronismo, che era invece prerogativa dei due alieni.
Goku si preparò per sferrare un potente calcio, ma la sua gamba venne fermata dai due fratelli, che, tenendolo ben fermo per la caviglia, lo fecero ruotare su se stesso, per lanciarlo infine contro Vegeta.
I due saiyan purosangue caddero a terra, gemendo per il dolore.
La situazione iniziava a farsi pericolosa.
“Ahahaha, arrendetevi! Non riuscirete mai a sconfiggerci!”
Urlò Kagami con tutto il fiato che aveva in gola.
Gli fece eco Miraa
“E se anche per miracolo doveste riuscirci, gli altri della squadra vi uccideranno senza pietà, non sarà nemmeno necessario l’intervento del capo. La Terra presto apparterrà a lui, sarà il sommo Imperatore di questo misero pianeta.”
Non potevano stare fermi su quella roccia.
Non potevano arrendersi così.
Gohan si guardò intorno. Ianko, Riff, Tensing, Crilin, C18 e Piccolo non erano assolutamente all’altezza di quei due. Ma probabilmente Gotenks poteva vincere, ed anche lui poteva dare una mano.
Il saiyan aumentò la sua aura, pronto a scagliarsi contro il nemico.
Certo, ormai non era più forte come contro Majin Bu, ma riteneva di poter comunque essere utile.
Fu il padre a fermarlo, con un rapido gesto di mano dal luogo della battaglia.
Il figlio non riusciva a capire.
Lui e Vegeta stavano palesemente perdendo ed il padre, per qualche motivo, sembrava restio ad usare la sua ulteriore trasformazione.
Allora perché non accettare il suo aiuto?
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La verità era che Goku era preoccupato.
Avrebbe potuto forse battere quei due sfoderando la sua trasformazione in Super Saiyan di terzo livello.
Ma avrebbe poi dovuto affrontare nemici più potenti senza la possibilità di una carta nascosta.
No, quella non era la strategia migliore.
Dovevano andarsene, allenarsi ancora.
Dovevano riuscire a battere quei due senza sfoderare armi segrete.
Era la loro unica possibilità, visto che a quanto pareva quei due erano solo l’anello debole della catena del loro misterioso capo.
Senza una parola, Goku tornò normale, sotto lo sguardo sbigottito di Vegeta.
“Andiamocene, Vegeta, non possiamo competere con loro”
Il principe dei saiyan lo guardò, spalancando gli occhi.
Non era da Kakaroth arrendersi così. E poi lui sapeva che il saiyan aveva ancora un’arma da usare.
Allora perché?
“Kakaroth!”
Goku si girò verso l’ex-rivale, guardandolo fisso negli occhi.
“Ti dico che è meglio andare. Se restiamo e moriamo chi proteggerà i nostri cari, la nostra famiglia?”
Sapeva di aver toccato il tasto giusto.
Con un ringhio il principe tornò normale e si allontanò in volo da quel luogo
Goku lo seguì rapidamente e così tutti gli altri, che senza una parola si alzarono in volo.
Kagami e Miraa li guardarono, sorridendo selvaggiamente.
Non se la sarebbero cavata così a buon mercato.
Non aveva senso ucciderli tutti, non erano pericolosi.
Ma avrebbero lasciato un segno.
Un segno che facesse rimanere i due fratelli nella loro memoria per sempre.
Con un ghigno stampato in volto, i due alzarono le mani.
Una piccola sfera azzurra si formò nelle loro mani.
Una sfera che prese presto le dimensioni di un’onda che si muoveva implacabile verso i difensori della Terra.
Si voltarono tutti, ma era troppo tardi, la velocità di quelle onde era notevole.
Ianko e Riff vennero travolti ed i loro corpi caddero immobili sul terreno, mentre Kagami e Miraa si allontanavano con una risata perfida.
Tensing si abbassò al suolo, vicino al piccolo corpo del suo amico.
Con una mano accarezzò la sua pelle di porcellana, seguendo con le dita i contorni di quel viso tanto amato.
“Riff…”
Un semplice sussurro, sufficiente a contenere tutto il dolore del guerriero.
Non avrebbe mai perdonato quei due mostri. Mai.
Riff era l’unica persona che contasse davvero per lui.
Non dovevano portarglielo via.
Strinse i pugni, cercando di ricacciare le lacrime.
Si sarebbe allenato e li avrebbe uccisi con le sue stesse mani.
Era una promessa.
Una mano si posò sulla sua spalla, era Goku.
“Dobbiamo andare”
Il guerriero dai tre occhi si guardò intorno, erano tutti involo, tranne Crilin, che si trovava ora vicino al corpo senza vita di Ianko, e Goku, che era di fronte a lui.
Annuì brevemente e si alzò in volo, seguito a ruota dai due amici.
L’avrebbe vendicato.
“Non possiamo restare qui, dobbiamo trovare un nascondiglio”
Il tono di Goku non ammetteva repliche. Dovevano nascondersi ed allenarsi, prima di poter combattere nuovamente contro quei mostri.
Non c’erano molte alternative.
Gli altri annuirono, senza vivacità. Erano tutti scossi, il periodo di pace era durato troppo poco.
Il saiyan adulto ripensò a Marion.
Era giusto tornare alla Capsule Corporation e riferirle il destino di Ianko.
In fondo, forse l’amava davvero ed era giusto che sapesse.
Affrontò l’argomento con gli altri, che si videro d’accordo.
Tutti insieme si diressero allora alla Capsule Corporation, mentre Goku pensava e ripensava ad un posto giusto per nascondersi ma continuare ad allenarsi.
Livelli di combattimento
Goku SSJ3: 570.000.000
Goku SSJ2: 380.000.000
Vegeta SSJ2: 364.000.000
Kagami: 360.000.000
Miraa: 360.000.000
Gohan: 300.000.000
Goku SSJ: 190.000.000
Vegeta SSJ: 182.000.000
Piccolo: 65.250.000
C18: 50.000.000
Trunks SSJ: 40.660.000
Goten SSJ: 38.760.000
Goku: 25.000.000
Vegeta: 24.000.000
Trunks: 5.350.000
Goten: 5.100.000
Tensing: 3.800.000
Crilin: 3.600.000
Ianko: 700.000
Riff: 600.000
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Innanzitutto grazie per avermi aspettato.
:bene: Wow! Mi è venuta la pelle d'oca. Veramente bello questo capitolo. Mi ha colpito molto quando Goku, a pranzo, si è fermato e ha fissato gli altri, che come lui, hanno percepito le due auree. Poi dopo sembra davvero il continuo dopo MAjin Bu. Una saga pazzesca comunque. Mi ha stupito moltissimo la SINCRONIA. E' una cosa nuova che non avevo mai pensato, e sta anche molto bene. Fossi Akyra ci farei il cartone. Sei stata molto furba a non far trasformare Goku in SSj3. Più avanti, dovrebbe intervenire Oob, almeno alla pari di Goku, con una forza più che straordinaria. Potresti tenertelo come colpo di scena. Brava davvero, prende molto questa storia.
:primo:
P.s. Ci sono degli errori
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Segnalami pure gli errori ^_^
Segnalali sempre quando li trovi XD
Comunque Ub combatterà, ovviamente, ma non ora XD
In quanto alla sua forza combattiva, vedrai XD
Tanto come puoi vedere alla fine di ogni capitolo metto i livelli (ammesso e non concesso che abbiano subito qualche modifica o sia apparso un nuovo nemico) e quindi vedrai bene la forza di Ub, quando toccherà a lui.
(Attenzione, io non ho specificato quand'è che toccherà a lui XD)
Sono contenta ti piaccia l'idea della sincronia, in effetti l'unica cosa che non mi è mai piaciuta di DB è che chi ha il livello più alto vince, chi ha il livello più basso perde, questo praticamente sempre.
Con questa prima saga della mia ff io voglio dimostrare che in raltà non è così, ed uno con un livello più alto può essere massacrato da uno con un livello più basso ^^
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Secondo me ha molto senso. Uao! sono contento per Oob.
Ti segnalo gli errori:
I suoi tre altri allievi scalpitavano vicino a lui.
Agitati, irrequieti, ma totalmente impotenti. Non potevano intervenire. Van non li avrebbe mai perdonati per un gesto del genere. Lei non voleva essere aiutata, mai.
Credo che la frase bisognerebbe scriverla così: I suoi tre allievi, scalpitavano vicino a lui agitati,irrequieti ma totalmete impotenti.
Alla Capsule Corporation tutto procedeva tranquillo.
Le due donne avevano finito di preparare un menu delizioso, dall’antipasto al dessert e tutti erano impegnati a far lavorare le mandibole.
Menù si scrive con l' accento?:boh:
“Potresti versarmi due dita di vino, per favore?”
Dovresti togliere la virgola.
“Ti piace, ne vuoi ancora?”
Qui dipende da cosa vuoi far capire. Primo esempio:
Ti piace? gli chiede se gli piace. Ne vuoi ancora?
Secondo esempio: Ti piace! secondo lei il cibo piace e gli chiede se ne vuole ancora.
Secondo i loro dati, i terrestri erano la popolazione più debole dell’intero universo.
Non era possibile che su quel pianeta ci fosse qualcuno di più forte di loro.
Ah! La fretta!:list:
Per il resto :bravo: