Valkyria Chronicles Remastered










Strettamente legato allo stile scelto per la narrazione è il taglio grafico, il quale ha reinterpretato il concetto di Cel Shading in modo da tramutare qualsiasi immagine del gioco in un vero e proprio artwork: tinte pastello, colori accesi, retinature “a matita” e sfumature in bianco e nero sul bordo dello schermo rendevano il gioco unico, e non solo nel suo genere. Infine, ed è probabilmente la cosa più importante, Valkyria Chronicles proponeva un Battle System innovativo: gli scenari si svolgono a turni, ma il giocatore ha la possibilità di gestire le proprie truppe in varie maniere, e soprattutto dovrà tener conto del fuoco difensivo del nemico.
Molti hanno definito Valkyria Chronicles un vero e proprio capolavoro
Dalla schermata tattica del campo di battaglia è possibile decidere quale truppa far agire, tenendo presente che attivare ripetutamente la stessa ridurrà progressivamente la sua capacità di movimento. Una volta selezionata l'unità, la visuale passa in semisoggettiva e, bersagliati dal fuoco nemico, dovremo muoverla e farla agire (una singola volta), cercando sia di eliminare nemici, sia di guadagnare posizioni, sia di terminare l'azione in un luogo riparato. Il numero di punti spendibili per attivare le unità – o impartire altri ordini – è ovviamente limitato, dopodiché tocca allo schieramento avversario.
Per avere un'idea più chiara del gameplay vi rimandiamo alla nostra Recensione del 2008 – anche se ovviamente torneremo ad analizzarlo “col senno di poi” quanto recensiremo questo Remastered. L'impressione è infatti che il gioco in sé e per sé non sia cambiato: certo, l'impatto grafico è stato ritoccato in modo da offrire i 60 FpS a 1080p, come già visto nella versione per PC del 2014, ma per il resto il lavoro è immutato. Perché riproporlo allora?
La risposta è celata probabilmente nel successo della succitata versione PC: il Valkyria Chronicles del 2008, distribuito su una PS3 ancora piuttosto giovane e poco diffusa, non fu un successo sfolgorante (anche se fu capace di piazzare circa un milione di copie nell'arco del primo anno); più che un unanime applauso da parte di pubblico e critica, fu un calo di prezzo operato negli anni successivi a permettere di esaurirne la tiratura, ma solo in Giappone fu ripubblicato.
Nel frattempo, SEGA prendeva la difficile (e da molti contestata) decisione di pubblicare due seguiti su una console più economica e diffusa – per lo meno in Giappone – quale PSP: in Occidente il secondo episodio, malgrado qualitativamente valido (e da noi Recensito) fu commercialmente un mezzo flop, ed il terzo non lasciò mai le coste del Giappone. A quel punto – correva l'anno 2011 – sembrava che il brand fosse destinato a morire l… finché, come accennato, SEGA non acconsentì a realizzare una versione PC Steam del primo episodio, ottenendo un successo travolgente.
Era finalmente chiaro che Valkyria Chronicles non fosse un brand “da mercato portable” ma piuttosto qualcosa destinato a giocatori hardcore: ecco pertanto andare in cantiere Valkyria: Azure Revolution, atteso su PS4 in Giappone entro quest'anno e preceduto, per l'appunto, dal Remaster del primo episodio. Tutto questo è storia: il mese prossimo recensiremo questa Remaster in attesa di scoprire se Azure Revolution arriverà da noi. Stay tuned.
Riprendere in mano Valkyria Chronicles dopo aver avuto modo di apprezzarlo nella sua versione originale ben otto anni fa ha riaperto svariati cassetti di ricordi, ma anche alcune ferite a proposito di una discutibile gestione del brand da parte di SEGA. L'appuntamento con la Recensione è per il mese prossimo, mentre attendiamo notizie su Azure Revolution.