Con la data di rilascio fissata per il 17 maggio, l'attesa per The Witcher 2: Assassins of Kings sta finalmente giungendo al termine, ma nel frattempo, abbiamo potuto mettere le manacce sull'ultima fatica di CD Projekt, attraverso le corpose fasi introduttive e il primo capitolo della nuova avventura del nostro cacciatore di mostri preferito, e siamo tornati da questa escursione tra Temeria e dintorni con un ricco bagaglio di indicazioni e impressioni.
In prima cosa, è impossibile non soffermarci sulla sostanziale rivoluzione del gameplay, annunciata già da tempo e che -non abbiamo alcun dubbio- sarà l'aspetto più controverso con cui i giocatori, specie i puristi più oltranzisti, si troveranno a fare i conti. L'impostazione del primo The Witcher, fondata su un'anima punta e clicca e all'insegna di combattimenti dalla forte impronta tattica -non poco debitrice della scuola Baldur's Gate-, sembra infatti mandata in pensione a favore di un sistema di controllo di stampo marcatamente action, con un accento che sembra schizzare l'occhio allo sviluppo multipiattaforma che pareva inizialmente previsto. La differenza si vede e si sente, nel gestire i movimenti di Geralt (ora necessariamente delegati alla premiata ditta mouse - tastiera o alternativamente all'utilizzo di un gamepad), e nelle interazioni con ambiente, oggetti e personaggi; ma soprattutto nell'approccio ai combattimenti, che in questo sequel non sono certo diminuiti di volume, anzi.
Finiti i tempi in cui pianificazione, scelta tra i vari stili di combattimento e utilizzo "tattico" della pausa erano le migliori armi a disposizione dello spadaccino riviano, ora saremo chiamati a una partecipazione più diretta agli scontri, sferrando i diversi tipi di attacco, schivando i colpi nemici e sfruttando le abilità apprese nel più rigoroso tempo reale, con ritmi e schemi di controllo non dissimili da quelli proposti dalla scuola dei gdr d'azione: a supporto di ciò, abbiamo potuto constatare l'introduzione di sessioni apertamente stealth, quick time events e addirittura passaggi di marca "arcade". Una scelta di questo tipo è sicuramente coraggiosa, anche se possiamo già immaginare che non per tutti si rivelerà un passaggio gradito o indolore, almeno nell'immediato.
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