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Preview The Bard's Tale

Tommaso AlisonnoDi Tommaso Alisonno (17 dicembre 2004)
Come direbbe probabilmente il DanSolo redazionale: “The Bard's Tale... questo nome non mi è nuovo!”, ed il buon Dan, come suo solito, avrebbe ragione. Dobbiamo infatti puntare la macchina del tempo nientemeno che sul 1986 per veder comparire un gioco con questo titolo su Commodore 64, ed in seguito su PC. Il produttore del gioco, era tale Brian Fargo, fondatore tra l'altro tre anni prima dell'Interplay; lo stesso Brian Fargo che oggi, a distanza di diciotto anni e con due seguiti alle spalle (vale a dire Bard's Tale II e Bard's Tale III) ripropone le avventure del Bardo alla guida della nascente inXile.
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Ma chi è il Bardo? Beh, qualsiasi esperto giocatore di ruolo ve lo potrebbe definire come un personaggio “ibrido”: un girovago e cantore un po' guerriero, un po' ladro, un po' mago. La definizione più calzante di un bardo è “un poeta e un po' no”. Il sarcasmo trapelante da questa battuta (da molti definita assai stupida) ci ricorda che un Bardo è un personaggio che si barcamena in un po' tutte le abilità di un avventuriero senza però eccellere in nessuna di esse, salvo la sua musica. E il Bardo, con la B maiuscola dato che nessun altro nome è necessario, è il protagonista della nostra storia: un personaggio smargiasso, fanfarone, bevitore, interessato esclusivamente ai soldi ed alle ampie scollature, sempre pronto al sarcasmo quanto alla polemica, senza un passato sicuro e incurante del suo futuro. Ad un tizio così affidereste la vita di una principessa rapita, la difesa di un villaggio da orde di mostri o in generale la salvezza del mondo conosciuto? Se la risposta è “Si”, preparatevi alla più dissacrante avventura fantasy di tutti i tempi, o meglio al suo remake, e a condurre Il Bardo nelle sue avventure.
Il gioco, attualmente già pubblicato negli States tanto per PS2 quanto per Xbox ma previsto a breve nelle versioni europee e per PC ad inizio 2005, si avvale di una evoluzione del motore grafico realizzato degli SnowBlind per Champions of Norrath, ma a differenza di quest'ultimo non si limiterà ad essere esclusivamente una successione lineare di mappe da esplorare massacrando qualsiasi creatura doveste incontrare.
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Per quanto, infatti, la componente action costituirà un ruolo decisamente rilevante quando vi troverete nel vivo delle avventure, la struttura di collegamento tra le stesse sarà di tipo più aperto, con possibilità di movimento ed esplorazione più libera, sotto-quest e locazioni segrete. Certo, non è previsto un grado di libertà “alla Bethesda” (leggasi Morrowind), ma di sicuro possiamo preventivamente affermare di trovarci al cospetto di un RPG vero e proprio e non di un Action-RPG alla Diablo. La trama di base è prevista zeppa di cliché, non tanto per carenza di fantasia quanto proprio per rifarsi il più possibile alle leggende dell'isola scozzese di Orkney, da cui praticamente ha origine tutto il Fantasy, passando attraverso Tolkien, ovviamente: niente di strano, pertanto, se ci verrà chiesto di salvare una principessa rinchiusa in una torre, ma preparatevi alla dissacrazione di qualsiasi cliché grazie ai commenti sarcastici che il nostro eroe pronunzierà ogni pié sospinto. Il Bardo, grazie alla sua versatilità, agirà prevalentemente da solo, nel senso che non farà mai parte di un gruppo di avventurieri, ma potrà comunque contare sull'aiuto di svariati mostri e personaggi che potrà “evocare” alla bisogna tramite la sua musica.
E proprio a proposito della musica và fatta una doverosa premessa: essendo questa la storia di un Bardo tratta da leggende da taverne scozzesi, non sarebbe stato giusto dimenticare o sottovalutare questo parametro. Detto fatto, nel gioco saranno inserite anche diversi brani cantate, tutte promesse come estremamente orecchiabili ed oltremodo stupide, di quelle insomma che ai giorni d'oggi si canterebbero in pullman durante una gita scolastica.
Basta così! Non è il caso di scendere ulteriormente nei particolari: possiamo solo dire che le premesse per un gioco divertente tanto nella struttura quanto nei contenuti ci sono tutte. Come sempre, stay tuned per la versione europea.
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Il Bardo di Brian Fargo fa la sua ricomparsa nel mondo dei videogiochi dopo molti anni di assenza – troppi perché il giocatore medio se lo possa ricordare a spasso tra le schermate dei C-64 e del DOS su PC 8086. Gli ingredienti per un'avventura di proporzioni epiche e, contemporaneamente, per un divertimento a tutto tondo ci sono tutti, sia dal punto di vista di presupposti tecnici, sia dal gameplaying previsto, sia dal sense of humor che permea il personaggio principale. Aspettiamo trepidanti la versione definitiva per darvi il giudizio completo.
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