Il gioco originale era un platform (bidimensionale, e che altro? Era il 1985, suvvia!) a scorrimento monodirezionale (si poteva avanzare, ma non retrocedere) in cui, interpretando un marine, il giocatore doveva attraversare insediamenti militari zeppi di soldati nemici per raggiungere un prigioniero da liberare. Anche nella sua nuova incarnazione 2010 il proemio è su per giù questo: il sergente Sid Morrow, in un clima da post-guerra fredda, si infiltra in una base nemica armato solo di coltello, appunto per liberare dei prigionieri. Il gioco ha mantenuto la concezione a piattaforme, ma tanto per cominciare è realizzato interamente in 3D, da cui l'inevitabile somiglianza con Shadow Complex, e ad ogni modo non si sviluppa più soltanto su due piani ma in ambienti molto più vasti ed articolati.
Ma le differenze non sono tutte qui: al vecchio concept estremamente action-oriented (che con gli standard dei coin-op del periodo aveva anche una difficoltà devastante) si contrappone ora un filosofia incentrata principalmente sullo stealth. Sfruttando le caratteristiche di un motore in 3D, Morrow potrà non solo saltare a destra e a manca, arrampicarsi sulle scale e appendersi ai piani sovrastanti, ma anche compiere i più semplici movimenti da parkour come ad esempio arrampicarsi su un muro. Particolarmente importante sarà però la possibilità di infilarsi in botole o in porte sullo sfondo in modo da nascondersi agli occhi delle guardie e delle telecamere: se sarà tanto accorto da riuscire a strisciare alle spalle del nemico non visto, il marine sarà in grado di effettuare delle uccisioni silenziose, mentre viceversa l'essere individuato porterà a scontri all'ultimo sangue; essere scorto dalle telecamere, infine, attirerà l'attenzione di numerosi soldati che scemeranno su di lui.
La scivolata sarà un ottimo modo per raggiungere rapidamente il nemico evitando l'area d'effetto dei proiettili
Per fortuna, un po' come avveniva anche nel mitico Green Beret, il nostro eroe potrà raccogliere lungo strada granate e altre armi da rivolgere contro il nemico, sebbene tutte dovrebbero concedere un numero di utilizzi limitato. Ecco pertanto che in certe situazioni potrebbe non essere possibile raggiungere una guardia senza essere individuati, ma magari sarà possibile precipitarle in testa una granata che faccia il lavoro sporco per noi. In casi estremi, rimarranno comunque disponibili due comandi d'attacco (veloce e potente), nonché alcune tecniche di uccisione istantanea, apparentemente legate alla corretta esecuzione di delicate contromosse.
Il plot prevede inoltre un approfondimento della storia con la presenza di numerose cinematiche, durante le quali il motore di gioco farà vedere a tutti come l'ambiente sia indubbiamente 3D e la scelta della bidimensionalità è totalmente stilistica. C'è poco altro da dire su questo prossimo Rush'n Attack Ex Patriot se non che la data di uscita, ancora non ufficializzata, è prevista per l'autunno prossimo: stay tuned per ricevere quanto prima ulteriori informazioni.
Gli americani lo chiamavano Rush'n Attack, ma per il resto del mondo era Green Beret: era il 1985 e i coin-op succhiavano monete a non finire. Ora il concept di Konami viene riesumato e resuscitato in una nuova incarnazione che del gioco originale conserva solo l'inquadratura da platform bidimensionale e l'idea di essere da soli contro un esercito, armati solo di coltello. Quest'autunno vedremo se Rush'n Attack Ex Patriot riuscirà, come sembra sulla carta, a riunire gli elementi migliori di Shadow Complex e di Metal Gear...