La curva d'apprendimento, dunque, non è mai troppo ripida e, d'altronde, chi sceglie di giocare un'avventura di tal risma sa già che il bello è dato proprio dal dipanarsi dell'intricata matassa degli eventi, con la soddisfazione di risolvere man mano tutti gli enigmi proposti. E qui di enigmi ne troveremo davvero tanti!
Per quanto riguarda la giocabilità, non dovremo preoccuparci più di tanto, in quanto Runaway ricalca lo schema di avventure analoghe, con il suo bravo "punta e clicca" utile ad esaminare ogni oggetto e a raccoglierlo se riteniamo possa esserci utile. Il connubio tastiera-mouse funziona alla perfezione e non abbiamo dovuto dannarci l'anima nel capire dove si nascondeva l'elemento necessario a risolvere l'ultimo pezzo dell'intricato puzzle. Tra l'altro useremo in modo particolare il "topo" nella sua interezza, affidandoci al tasto destro per la scelta delle azioni e a quello sinistro per renderle effettive.
La nostra tastiera servirà specialmente per la regolazione delle opzioni grafiche e per il load/save di rito. Potremo parlare con i vari personaggi, scegliendo la giusta frase da utilizzare, anche se, contrariamente a quanto visto, per esempio, in Monkey Island 3, i personaggi muovono solo le labbra, mentre esaurienti sottotitoli scorrono ai piedi dello schermo. La versione provata era, tra l'altro, localizzata in lingua inglese, ma auspichiamo (tenendo conto dei precedenti titoli distribuiti dalla Dinamic) una totale traduzione in italiano per i non anglofili.
Ed eccoci giunti a quello che, almeno a detta dei Péndulo, è il piatto forte in Runaway: l'aspetto grafico e le animazioni. E qui apriremo una piccola parentesi. Ogni qualvolta il magico mondo animato viene applicato a media diversi da quelli a cui siamo solitamente abituati, in noi, vecchie volpi appassionate di cinema d'animazione a tutto tondo, l'interesse e la curiosità vengono oltremodo acuiti; proprio per questo motivo, il passo per diventare, da passivi spettatori, degli inflessibili censori non è mai troppo lungo.