Traguardi che, è bene dirlo, nel titolo analizzato non trovano, a differenza del suo prequel, la più totale concretezza.Sebbene il primissimo impatto audiovisivo con il nuovo Musashi-personaggio comporti la formulazione di qualche serio punto interrogativo da parte dei fruitori (dall'abbigliamento alla capigliatura, dall'anime iniziale alla voce anglosassone affidatagli: il rimpianto per il comprimario del 1998 non tarderà a manifestarsi), l'atmosfera cartoonesca affascina quanto basta.
Il problema sta nell'incostanza con cui quest'ultima è chiamata in causa: ad aree ben definite susseguono infatti altre più povere (di idee e cromie), così come a personaggi ben tratteggiati si contrappongono altri per lo più detestabili. La vera problematica risiede nel fatto che ad essere sottotono sia tanto il luogo deputato ad essere quartier generale (Antheum), quanto, come sopra affermato, Musashi stesso, l'alter-ego di chi, joypad alla mano, è pronto a virtua-sfoderare katana e lame più massicce. La compresenza di due diversi mezzi d'offesa dà vita ad un attacco rapido ed uno più pesante, concedendo anche delle combinazioni e soprattutto delle particolari abilità da apprendere sfruttando taluni nemici.Non tutto si svolge con giustezza, laddove apprendere tali mosse d'attacco comporta il più delle volte un fastidio ed un insicurezza di fondo. Questo perché sono richiesti numerosi tentativi, tanti colpi subiti e tanto tempo sprecato (nonché poco ripagato). Un approccio più intuitivo avrebbe favorito tutto, dal divertimento all'interesse, dal ritmo alla varietà. Fattori che non di meno avrebbero giovato di valevoli compagni quali sono lo spirito esplorativo ed una decente risoluzione d'enigmi. Il primo termine citato è notevolmente lacunoso, per via di una linearità dominante e di una dose spiacevole di back tracking (basti vedere quanto all'inizio, per un motivo o per un altro, si fa più volte ritorno al Bosco della Sorgente); al secondo invece è stata chiaramente preferita un'inclinazione action, con un'assidua e tediosa apparizione di nemici. Concettualmente interessante (al pari della personalizzazione susseguente la crescita di livello) è invece la cerca degli abitanti di Antheum, imprigionati in particolari sfere bluastre, dispersi per il globo terracqueo e che, una volta sciolti dai ceppi, ottempereranno a preziosi beni e servizi commerciali.
In definitiva rimandiamo come è giusto che sia approfondimenti e giudizi finali, numerici e non, alla futura recensione; ma che Samurai Legend non eguagli per qualità globale il suo diretto predecessore (Brave Fencer Musashi, apparso sulla prima Playstation) lo si può affermare (alla luce di quanto esposto) fin da ora.
Un peccato, viste le speranze riposte a partire dal suo annuncio e considerate le indubbie potenzialità del colosso nipponico responsabile dello sviluppo.
Se non a tutti riesce l'impresa di scalare l'Olimpo dei videogiochi, con le dovute scelte ed attenzioni è possibile raggiungere l'efficienza ed un discreto numero di sostenitori. Traguardi che, è bene dirlo, nel titolo analizzato non trovano la più totale concretezza. Rimandiamo come è giusto che sia i giudizi finali, numerici e non, alla futura recensione; ma che Samurai Legend non eguagli per qualità globale il suo diretto predecessore (Brave Fencer Musashi, apparso sulla prima Playstation) lo si può affermare fin da ora. Un peccato, viste le speranze riposte a partire dal suo annuncio e considerate le indubbie potenzialità del colosso nipponico responsabile dello sviluppo.